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Autore: sihu    28/05/2008    9 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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grazie a tutti quelli che leggono!!! chiedo scusa ma per avervi lasciato un po' in sospeso con James ma sto capitolo era già lunghissimo da solo, non povevo metterci anche James o veniva un poema!

grazie alle 21 persone che hanno la mia storia tra i preferiti e in particolare a chi mi lascia i commenti. grazie!!!!
LYRAPOTTER: Sirius in questi capitoli si sta tenedo in forma!!!
PIKKOLINA88: il tipo misterioso con i capelli rossi mi sa che rimarrà misterioso almeno fino al prox capitolo.
LYAN: hai fatto un quadro della situazione perfetto, mi spiace avarti fatto aspettare qualche giorno, spero che ne sia valsa la pena.
GERMANA: meno male che non mi odi! ahahahh!!! dai, in sto capitolo ce ne sono meno di colpi di scena!
ITHIL_ELENDIL: sirius che corre ovunque da anche un tocco comico della serie : succedono i casini e poi quello che corre per risolverli sono io!
VALE LOVEGOOD:  ron? non dico nulla però in questo capitolo ci sara qualche rivelazione su sto tipo anche se il colpo di scena sarà più avanti, forse nel prossimo capitolo.

CAPITOLO 10

UN PROBLEMA è RISOLTO

Sirius non ne poteva più di correre per il castello come un oca senza testa ma non poteva fare altro. Decisamente quando tutto sarebbe tornato a posto avrebbe dormito per un paio di giorni. Si rimise in tasca lo specchio, pregò mentalmente che James stesse bene e fosse in grado di cavarsela da solo fino a che non faceva ragionare Remus e corse dalla Evans chiedendosi cosa poteva dirle e cosa No.
Tra le cose da non dirle c’erano che James fosse in un luogo non bene identificato a causa di uno specchio magico e che Remus fosse un lupo mannaro anche se forse questo dettaglio lo avrebbe scoperto da sola se non si fossero dati una mossa. Anche che Remus fosse scappato a causa del racconto della morte del fratello di James non era un argomento da toccare e la mappa del malandrino era decisamente un tabù.  Sirius sbuffò cercando di inventare bugie abbastanza credibili da raccontare alla Evans nei pochi secondi che lo separavano da lei.

Nel frattempo, in una buia e desolata prigione un ragazzo guardava fuori dalla finestra per scorgere i primi raggi di luna che non si decideva a sorgere.
Aveva pensato con cura a cosa chiedere alla stanza per essere sicuro che ne Sirius ne James potessero immaginarlo ed entrarci e il risultato era quella prigione che rifletteva alla perfezione il suo stato d’animo. Era stato Silente a suggerirgli la stanza delle necessità invece che le segrete.
“Penso che sarebbe più appropriata e comoda. Diciamo che sarebbe la stanza che tu vorresti. Immagino tu comprenda cosa intendo.”
Così aveva detto il vecchio preside prima di salutarlo. Non poteva immaginare quanto bene Remus conoscesse quella stanza. In quella stanza per tre lunghi anni Sirius, James e Peter si erano duramente allenati per diventare animaghi. Sempre in quella stanza avevano disegnato la mappa del malandrino e messo a punto centinaia di piani per folli scherzi che avevano quasi sempre portato loro a lunghe punizioni con praticamente tutti i professori del castello. Quando era lì con gli altri malandrini quella stanza era però totalmente diversa. Un brivido lo scosse e Remus non seppe dire se si trattasse del freddo o di qualcosa di diverso, nostalgia forse.

Anche lo specchio lo aveva abbandonato. James prese a calci quella che sembrava essere una parete per sfogare la sua rabbia. Prima la mappa che non serviva a nulla, e ora anche lo specchio. Decisamente quello non era il suo giorno fortunato.
Si lasciò cadere seduto e si mise a studiare il nuovo arrivato in attesa che si riprendesse. Era sbucato dal nulla, come materializzato. Aveva i capelli rossi che ricadevano lunghi sulle spalle. James si chiese se forse era a causa sua se si trovavano li..
Dopo un attesa che James non seppe quantificare il rosso aprì gli occhi, erano azzurri e alquanto inespressivi, ricordavano quelli di Peter.
“E tu saresti?”
Chiese il cercatore al nuovo arrivato che si mise a fatica a sedere. Sembrava sperduto almeno quanto lui. Decisamente rinchiuderli in quel posto non era stata una sua idea.
“Non so se posso dirtelo..”
Rispose il nuovo arrivato guardandosi intorno per analizzare quel posto strano.
La risposta era suonata parecchio strana a James, ma quest’ultimo non demorse.
“Come sei arrivato qui?”
Provò a chiedere allora James.
“Non lo so di preciso..”
Niente da fare, il ragazzo aveva evitato ancora una volta di rispondere.
“Ti ha portato lo specchio?”
Chiese James sperando che cominciasse a fidarsi di lui.
“Non so se posso fidarmi..”
James cominciava a perdere la pazienza. Non riusciva a capire se fosse impaurito o lo stesse semplicemente prendendo in giro.
“Quello specchio è tuo?”
Chiese ancora James indicando uno specchio a pochi passi da dove era comparso il ragazzo. Poteva avvertire chiaramente la presenza del suo specchio nella tasca dei pantaloni quindi quello a terra doveva essere del ragazzo. Era tale e quale al suo. Forse era da quello specchio che proveniva il riflesso di quegli occhi verdi.. Tutta via qualcosa non quadrava: il ragazzo aveva gli occhi azzurri, non verdi..
“Non so se posso dirtelo..”
James sbuffò ma non si arrese.
“Chi te lo ha dato? Aspetta.. Lasciami indovinare. Non sai se puoi dirmelo?”
Si aspettava che il ragazzo a questo punto dicesse qualcosa, si presentasse o almeno rispondesse qualcosa ma nulla di questo avvenne. Il ragazzo fissò James per qualche secondo, poi distolse lo sguardo e chiese con voce calma e tranquilla.
“Che posto è?”
“Non ne ho idea. So solo che lo avevo sognato stamattina.”
Per un attimo James provò la tentazione di non rispondere come aveva fatto lui prima. Facendo il suo gioco però, si rese conto il cercatore, non sarebbero andati da nessuna parte e di certo non sarebbero usciti di lì.
“Anche io, qualche giorno fa però.”
Finalmente il nuovo arrivato si lasciò scappare qualche cosa di se stesso. James rimase a pensare alle sue parole per qualche tempo. Entrambi avevano sognato quel posto ed ora erano li. Tutto quanto sembrava complicarsi invece che semplificarsi.
“Qualche idea su come andarsene?”
Chiese ancora il ragazzo distraendo James dai suoi pensieri.
“Nessuna. Io sono James Potter. Fino a che saremo qui dovrò pur chiamarti in qualche modo..”
James sperava di scoprire almeno il nome di quel ragazzino misterioso. Il suo comportamento cominciava a dargli sui nervi.
“Beh.. Chiamami Mark Brown.”
Rispose lui tranquillo, senza agitarsi. Era come se padroneggiasse al meglio la situazione. James si chiese come facesse a non farsi prendere dal panico. In fondo erano intrappolati chissà dove, da chissà chi e con un perfetto sconosciuto.
“Non è il tuo nome, giusto? E questo non è nemmeno il tuo aspetto..”
James si pentì di non essere stato furbo quanto l’altro ragazzo.
“Forse..”
Rispose l’altro sorridendo leggermente. Non era un sorriso sfrontato, furbo più che altro.
“Posso farti l’ultima domanda?”
Chiese allora James.
Si.. Dimmi.”
“Non ti fidi di me perché non mi conosci?”
Quel ragazzo lo stava facendo diventare matto. Che motivo c’era di essere così misterioso e taciturno con qualcuno che condivide la stessa stanza in cui sei imprigionato? Qualcuno che non conoscevi e di cui quindi non potevi avere pregiudizi..
“Ne sei davvero così sicuro?”
Rispose allora lui sempre con un mezzo sorriso sulle labbra.

“Quindi in pratica Remus è qui dietro, ma per far apparire la porta come facciamo?”
Chiese per l’ennesima volta Lily. Non riusciva a credere che Remus fosse in una stanza di cui non era a conoscenza pur essendo la caposcuola e che appariva secondo le necessità di chi la voleva.
“Dobbiamo sapere cosa Remus ha voluto che questa stanza diventasse.”
Spiegò pazientemente Sirius per la centesima volta in pochi minuti. Nonostante fosse la più brillante studentessa del loro anno la Evans non riusciva proprio a capire il principio della stanza delle necessità. Loro l’avevano scoperta al primo anno. Erano stati lui e James a capitarci  per errore mentre scappavano da dei ragazzi più grandi di Serpeverde. La stanza era diventata uno sgabuzzino nel quale nascondersi, poi Sirius aveva pensato che sarebbe stato il massimo se da qualche parte ci fossero state delle caccabombe da lanciare loro nascosti sotto il mantello dell’invisibilità di James e puff, ecco che sbucarono dal nulla.
Da quel momento quella stanza divenne la loro base operativa. Avevano lavorato li alla mappa, e prima al loro progetto per aiutare Remus nelle sue trasformazioni, per non parlare dei centinaia di scherzi che avevano organizzato e messo a punto nei minimi dettagli.
“E come lo possiamo sapere?”
Chiese ancora Lily destando Sirius dai suoi ricordi e riportandolo alla realtà.
“Dobbiamo cercare di indovinare.”
Sbuffò Sirius. La Evans lo aveva fatto tornare alla realtà, avrebbe preferito continuare a ricordare il passato ma gli amici avevano bisogno di lui. Remus aveva bisogno di lui, James aveva bisogno del suo aiuto e Peter.. Beh, se tutto fosse andato a posto dopo una bella dormita per riprendersi da tutte quelle corse per il castello avrebbe chiarito anche con lui. Gli dispiaceva averlo trattato male ma Peter aveva la capacità di trovarsi sempre al momento sbagliato, nel posto sbagliato dicendo la cosa più stupida o sbagliata che ci fosse.
“Avanti Black. È uno dei tuoi migliori amici, lo conosci meglio di chiunque altro. Devi sapere che cosa voleva che diventasse!”
Lo spronò Lily. Nonostante non provasse una simpatia eccessiva per Sirius sapeva che l’amicizia che lo legava a Remus e James era molto forte. Li invidiava per quell’amicizia, anche lei avrebbe voluto essere loro amica, condividere un sentimento così puro e bello.
“Ci sono.. Ecco la porta!”
Disse Sirius con voce tremante. Era sicuro che dietro la porta ci fosse Remus, era sicuro che aveva visto la porta comparire e che immaginava che fosse lui o James ma non sapeva cosa dirgli. Tutte le sue certezze erano sfumate e si sentiva le gambe molli. Tuttavia era Sirius Black e non poteva comportarsi la femminuccia. Recuperò il suo portamento regale e spinse la porta. Quello che gli si parò davanti agli occhi lo lasciò attonito: era in una prigione. Poteva avvertire una sensazione di terrore e di paura impadronirsi di lui. Il suo amico Remus era di fronte a lui, chiuso in una gabbia di pochi metri. Doveva essersi rinchiuso da solo li dentro, Sirius rabbrividì e sentì Lily al suo fianco attaccarsi al suo braccio per non cadere.
“Remus”
Chiamò Lily con voce tremante. Questi alzò gli occhi e squadrò i due amici, poi distolse lo sguardo. In quei pochi secondi Sirius riuscì a vedere una lacrima segnargli il volto.
Sei uno stupido”
La voce di Sirius suonò strana. Il ragazzo avrebbe voluto usare un tono ruvido, duro, per fare capire all’amico la stupidata fatta, le preoccupazioni e gli ostacoli che aveva dovuto superare per riuscire a trovarlo ma l’emozione gli giocò un brutto tiro e si sentì anche una nota di commozione nella sua voce nel vedere che nonostante tutto stava bene ed era ancora al castello.
“Che ci fai qui?”
Chiese Remus diviso tra la rabbia per essere stato trovato nonostante il suo nascondiglio e la gratitudine nel vedere che l’amico lo aveva cercato.
“Pensavi davvero che ti avremmo lasciato andare via senza fare nulla?”
Chiese Sirius guardandolo fisso negli occhi senza distogliere lo sguardo.
“Sono un mostro, non capisci.. Vattene.. Andatevene..”
Urlò Remus. La rabbia stava prendendo il sopravvento su di lui.
“Remus che dici? Non è vero, sei la persona più dolce che io abbia mai conosciuto.”
Disse Lily. Non era più sconvolta, ora aveva ripreso il controllo di sé e cercava di fare ragiona Remus con tutta la calma e la razionalità di cui era capace. Ma Remus non era troppo propenso a ragionare con calma e razionalità.
“Non è così Lily, in verità tu non mi conosci.”
La liquidò lui. Come poteva dire di conoscerlo? Nemmeno James, Sirius e Peter, gli amici con cui aveva condiviso tutto per sette anni potevano dire di conoscerlo. Lei non era nemmeno a conoscenza del fatto che lui fosse un licantropo. Era quella l’unica ragione per cui era lì. Se avesse saputo la verità sarebbe scappata via o forse non ci sarebbe venuta . Torna in te e cambia idea, rimani al castello con noi. Abbiamo bisogno di te.”proprio a cercarlo.
“Come puoi dire questo?”
Le certezze della ragazza erano state spazzate via dalle parole così gelide dell’amico. Quindi la loro amicizia per Remus non significava più nulla. Si era sfogata con lui così tante volte durante le ronde dei prefetti e ora lui la liquidava così?
Delle lacrime calde cominciarono a bagnarle il viso..
“Remus, ragiona”
Cercò di convincerlo Sirius. Al suo fianco la Evans stava singhiozzando in silenzio, si vedeva che era sconvolta.
“Ma James.. Come posso guardarlo in faccia?”
Remus non poteva dimenticare quanto era sconvolto James quella notte sulla torre, oppure il suo viso triste e rassegnato mentre raccontava di quello che era successo al fratello. Non poteva perdonarsi di fare parte di quella stessa categoria di esseri magici che aveva causato a lui e alla sua famiglia così tanta sofferenza.
“Ti vuole bene”
Disse semplicemente Sirius. Nella sua voce si poteva percepire tutta la semplicità e la sincerità che c’erano in quelle poche parole. Avrebbe voluto dirgli di più ma non poteva. Lily era a pochi passi da lui.
“Non è vero, la mia vista lo disgusta. Non è nemmeno venuto qui.”
Di nuovo Sirius ebbe la sensazione che Remus cambiasse d’umore improvvisamente. Pochi secondi prima sembrava quasi convinto ed ora riecco quel tono aggressivo.
“Non è come pensi.”
Sirius si dovette mordere la lingua. Voleva dirgli tutto ma non c’era modo per farlo capire senza che capisse anche la Evans.
“E allora come è?”
Chiese lui a mo di sfida. Sirius decise che avrebbe detto tutto, era sicuro che se serviva a far ragionare Remus anche James poi avrebbe capito. Stava per iniziare a spiegare a Remus ma qualcosa lo fermò. Dalla finestra penetrava una luce chiara, la luna stava sorgendo e Remus in pochi istanti si trasformò.
“Cosa sta succedendo?”
Chiese allibita la Evans, non piangeva più ma era terrorizzata da quello che aveva di fronte. Remus un lupo mannaro? Si voltò verso Sirius e si strinse al suo braccio per lo spavento. Lui sembrava tranquillo, come se vedere il suo migliore amico diventare un lupo mannaro fosse una cosa normale. Si chiese se lui lo sapeva, se anche James forse lo sapesse..
“Via, via.. Dobbiamo andarcene”
Disse Sirius trascinandola via. In pochi secondi furono fuori dalla stanza e si incamminarono verso la torre di Grifondoro in silenzio. Nessuno dei due sapeva come iniziare.
“Ti devo delle spiegazioni..”
Disse alla fine lui quando furono in sala comune. Lily annuì e si sedette sulla poltrona della sala comune, pronta ad ascoltare quella che si prospettava una lunga storia.
Sirius si sedette di fronte a lei e le raccontò tutto. Di come avevano conosciuto Remus e delle scuse che si inventava per non dire loro del suo problema e di come alla fine avevano scoperto tutto. Lei reagì esattamente come avevano reagito loro alla rivelazione di Remus, si chiese perché Remus non ne parlasse. Dal suo punto di vista non c’era nulla di male, non era colpa sua e non aveva mai fatto del male a nessuno al castello.
Sirius non seppe cosa rispondere. Rimasero tutta la notte a parlare di Remus, di come si sentisse un mostro. Seppero che era arrivata la mattina perché videro dei ragazzi del primo anno scendere le scale per andare a colazione. Immediatamente corsero in infermeria per andare a vedere come stava Remus. Sirius era molto preoccupato per James, non lo aveva più sentito, e aveva paura che Remus se la sarebbe presa perché aveva raccontato tutto alla Evans, tutta via delle spiegazioni doveva pur dargliele.
L’infermeria era tranquilla, l’unico letto occupato era quello di Remus. Stava ancora dormendo ma non appena senti la porta aprirsi si svegliò. Vide Sirius e Lily di fronte a lui con delle facce stanche e preoccupate e si ricordò tutto quello che era successo la notte prima. Sentì una vocina dentro di lui dargli dello stupido e cercò di ignorarla.
“Lily.. Sirius..”
Furono le uniche cose che riuscì a dire.
“Stai tranquillo e riposa. Sirius mi ha spiegato tutto. Vado a fare colazione così potete parlare. A dopo.”
Disse Lily dandogli un bacio sulla guancia e abbracciandolo. Si sentiva così in colpa con lei, la sera prima gli aveva detto cose orribili.
“Abbiamo lasciato un discorso a metà. Pensi davvero che basti un dettaglio così piccolo per far perdere la stima che abbiamo verso di te?”
Riprese Sirius come se niente fosse, come se la trasformazione non avesse interrotto il loro discorso.
“Io sono pericoloso..”
Tentò in difesa delle sue convinzioni Remus ma non appena incontrò lo sguardo di Sirius cedette.
“Non più di me e di James. Anche noi trasformati facciamo una bella figura.”
Cercò di buttarla sullo spiritoso lui.
“Hai detto anche quello alla Evans? Che ci facevi con lei?”
Chiese lui curioso. Effettivamente Remus si aspettava di vedere James con Sirius non Lily.
“No, solo del problema peloso. Lunga storia, non cambiare discorso.”
Sirius sembrava a non cedere fino a che non fosse stato completamente sicuro che Remus non avesse più intenzione di lasciare il castello.
“Comunque non posso restare qui. James mi odia e Peter non mi vorrà vedere mai più.”
Avrebbe voluto rimanere ma non poteva imporre la sua presenza a James, non era giusto. James non c’era la sera prima e non c’era nemmeno in quel momento, era evidente che non volesse avere nulla a che fare con lui.
“Pensi davvero che James dia così tanta importanza al fatto che sei un lupo mannaro?” “Perché avrebbe fatto così tanto per te se non ti volesse bene?”
Chiese Sirius guardando l’amico in modo severo.
“Beh, ma non è qui.. Nemmeno Peter lo è..”
Si sentiva in colpa a dubitare di James dopo quello che aveva fatto per lui in quegli anni, ma non riusciva a trovare una spiegazione per l’assenza di James se non che lo odiasse.
“Peter l’ho mandato al diavolo io, non sa nulla.. E James.. Diciamo che è momentaneamente disperso chissà dove. “
Disse Sirius sorridendo.
“Come?”
Chiese Remus allibito.
“Lo specchio lo ha trasportato in una stanza strana dalla quale non riesce a tornare. Era andato a prendere la mappa che aveva perso nella foresta per cercare te. Mi ha contattato con lo specchio. Era preoccupato perché voleva cercarti e non poteva fare nulla per te. La mappa da li non funziona e adesso anche lo specchio non va più. L’idea di cercarti me l’ha data lui prima che la comunicazione saltasse.”
Raccontò Sirius.
“Sono stato uno stupido”
Come aveva potuto dubitare di James. Non sapeva dove era finito e invece che preoccuparsi per se stesso pensava ad aiutare lui.
“Decisamente”
Concluse Sirius tra l’ironico e il divertito.
“Non ho capito nulla. Pensavo di essere un peso per voi. Vi voglio bene.”
Disse Remus con voce rotta dall’emozione.
“Penso sia la prima volta che lo dici ad alta voce.”
Constatò Sirius prima di andare ad abbracciare l’amico.
“Dobbiamo fare qualcosa per James.”
Riprese Remus dopo che l’abbraccio fu sciolto.
“Anche perché nella stanza adesso con lui c’è una ragazzo con i capelli rossi.”
Aggiunse Sirius.
“Cosa?”
I colpi di scena non finivano mai.
“È stata l’ultima cosa che mi ha detto.”
“E Peter? Perché ci hai litigato?”
Chiese curioso Remus.
“Tu eri disperso chissà dove, James era rinchiuso nello specchio o dove diavolo è, e lui faceva quello offeso perché non abbiamo passato il pomeriggio con lui. Come se non avessi nulla da fare!”
Disse Sirius facendo l’offeso.
“Ahahahaha. Tipico di Peter. Tempismo zero. Ma sa cosa è successo?”
Chiese Remus ridendo.
“Non avevo tempo per raccontargli tutto. “
Certo che ne aveva fatte di corse Sirius il giorno prima.
“E così hai chiesto aiuto alla Evans?”
“È lei che si è offerta. Penso che volesse fare colpo su James. Continuava a chiedere se sapevo dove è finito.”
“E tu che le hai detto?”
"Sono stato vago. Non potevo dirle che era chissà dove, con chissà chi..”
“.. E che ci era
arrivato chissà come!”
Concluse Remus.
“Pensi che sia stato l’altro ragazzo a farlo finire li?”
Disse esponendo i propri dubbi a Remus. Finalmente aveva qualcuno con cui parlare di quella storia che l’avrebbe aiutato a riportare James al castello.
“Non lo so. Non sappiamo abbastanza. Dovremmo fare delle ricerche.
Disse Remus riflettendo.
Abbiamo già cercato in biblioteca, non c’è nulla su specchi magici.”
Gli ricordò Sirius.
“Abbiamo guardato nella sezione sbagliata. Dobbiamo andare a guardare portali.”
Concluse Remus.
“Portali? Di che tipo?”
“Non lo so. Temporali o dimensionali.”
“Pensi sia finito in un altro tempo o in un’altra dimensione?”
Chiese allibito Sirius. James in una dimensione parallela o in un altro tempo? Poteva avete delle conseguenze terribili.
“Questo spiegherebbe perché la mappa non Va.”
Dovette ammettere Remus.
“E lo specchio? Prima andava e poi No..”
Chiese Sirius.
“Forse anche il ragazzo ne ha uno e quando è arrivato li ha escluso in tuo. Al lavoro Felpato, dobbiamo tirare fuori Ramoso. Prima però io devo parlare con Silente e tu devi trovare una buona scusa per giustificare la tua assenza e quella di James dalle lezioni.”
Disse tutto d’un fiato Remus. Sirius non credeva alla sue orecchie.
“Resti con noi e mi aiuti a trovare James?”
Rimase immobile e con le dita incrociate ad aspettare la risposta dell’amico.
“Devo dirgli che sono uno stupido ad avere dubitato della sua amicizia.”
Disse Remus guardando Sirius che era immobile e impaziente.
“Bentornato tra di noi!”
Urlò Sirius saltandogli nuovamente addosso per abbracciarlo. Richiamata dalle urla dei ragazzi arrivò infermiera che cacciò Sirius dalla stanza. Una volta in corridoio vide un sacco di gente che si dirigeva a fare colazione. Anche lui era affamato, la sera prima non aveva mangiato nulla, ma non aveva tempo. Doveva trovare Peter e convincerlo a dire ai professori che lui e James stavano male. Sospirò e si rimise a correre.
Corri, Forrest!”
Mormorò un quadro al suo passaggio. Sirius non capì il senso di quella frase ma continuò a correre. Non poteva perdere tempo.


  
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