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Autore: Aledileo    28/05/2008    4 recensioni
Un prologo a tutta la serie, ambientato nel 1973, all'epoca dell'investitura dei Cavalieri d'Oro, con eventi che avranno conseguenze sul futuro.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

PROLOGO

 

Mancava poco ormai, pochi attimi soltanto, e ciò che aveva temuto per secoli si sarebbe realizzato. La fine del mondo in cui era cresciuto e della luce di cui si era abbeverato.

 

Un fulmine si schiantò tra le sabbie dell’esterno, rischiarando con la sua luce la grande vetrata del lato orientale, mostrando il volto sconvolto e affannato del vecchio custode. Il rombare del tuono coprì le grida strazianti degli ultimi soldati posti a difesa dell’antica biblioteca, uccisi con un colpo solo, dilaniati nel profondo da violenti tagli di lama infuocata.

 

“Dobbiamo... fermarlo...” –Mormorarono gli ultimi difensori.

 

Ma si spensero poco dopo, stritolati da vampe incandescenti di potente energia cosmica, che trinciò le loro carni, permettendo al loro aggressore di passare oltre. Al loro unico aggressore di oltrepassare i grandi portoni rifiniti d’argento dell’ingresso della Biblioteca di Alessandria ed entrare al suo interno, per carpirne il suo ultimo segreto. Quello che gli avrebbe permesso di dominare il mondo.

 

“Kaboom!!!” –Con un dito distrusse l’ultima porta che lo separava dalla sua meta, varcando la soglia che lo avrebbe fatto entrare nel mito.

 

Le fiamme del caminetto avvamparono impetuose, per lo spostamento d’aria prodotto, mentre la sua demoniaca figura si stagliava sull’ingresso dell’antica sala, la più remota, dove i saggi avevano riunito i testi più antichi e preziosi. E dove il custode della Biblioteca, Galen il saggio, si era nascosto, stringendo a sé un arcaico manoscritto, chiuso con un sigillo dorato su cui millenni addietro una runa a forma di A era stata impressa.

 

“Figlio del Demonio!!!” –Gridò Galen, indietreggiando, mentre rivoli di sudore gli scendevano sul viso, impaurito da quell’orribile visione.

 

Un uomo ricoperto da una scarlatta armatura, dagli oscuri riflessi di morte, stava avanzando spedito nel salone, scuotendo il mantello dalla pioggia che lo aveva inzuppato all’esterno. Al suo fianco pendeva un’affilata lama infuocata, e parve a Galen, che oscure fiamme vi si attorcigliassero attorno, fondendosi in un’unica macabra arma di morte.

 

“Se sai perché sono qua, saprai anche che dovrai consegnarmi quel libro!” –Sibilò l’uomo, fissando Galen con i suoi occhi di brace.

 

“Mai!!!” –Gridò Galen, e in quell’unica parola mise tutto il fiato che aveva in corpo, tutto l’orgoglio e la determinazione che aveva sempre provato nello svolgere quell’importante compito, tutta la vita che ancora gli restava.

 

E senza aggiungere altro gettò l’antico manoscritto tra le vive fiamme del caminetto, che subito lo avvolsero, divorando voracemente la logora carta.

 

“Maledetto!!!” –Urlò l’uomo, e con un balzo fu davanti al caminetto, per cercare di afferrare il testo prima che le fiamme lo mangiassero completamente.

 

Ma quel mucchio indistinto di carta che riuscì ad agguantare gli si sbriciolò in mano, polverizzandosi come innocua cenere, nascondendo per sempre i segreti di un’intera esistenza. Rabbioso, si voltò di scatto verso il vecchio curatore, tagliandogli la testa con un secco colpo di lama infuocata. Nessun grido, nessuna supplica, soltanto il tonfo secco del cranio dell’uomo sul marmoreo pavimento della Biblioteca che aveva custodito per secoli, facendone la sua casa. La sua tomba.

 

L’uomo dalla scarlatta armatura rinfoderò la spada, mentre i suoi occhi ancora gridavano di rabbia, e tirò un calcio furioso al caminetto, disperdendo i ciocchi di legno e tutte le ceneri, con i resti del libro dentro contenuti, lasciando le fiamme libere di danzare nell’antica sala, libere di cibarsi di tutto quel sapere nascosto. In pochi minuti l’intero tempio della saggezza avvampò come una stella, divorando il suo prezioso contenuto: libri, manoscritti antichi, pergamene, rotoli di papiro redatti millenni prima scomparvero, secoli e secoli della storia del mondo andarono perduti, mentre la demoniaca figura gridava istericamente al suo interno, incurante delle fiamme che esplodevano intorno a lui. 

 

Se ne andò poco dopo, deluso e amareggiato per quell’unica perdita che per lui contava, per quell’unico manoscritto che avrebbe potuto cambiare il destino del mondo, lasciando il corpo del vecchio Galen ad ardere sul pavimento. Bruciò, ardentemente bruciò, come l’intero tempio della saggezza, e di lui rimase soltanto uno scheletro consumato. Uno scheletro che, nella mano destra, stringeva ancora con forza un sigillo dorato, un sigillo che Flegias non aveva trovato.

 

 

 

 

 

 

   
 
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