Capitolo 5
Di pubertà non si muore?
Rose Weasley ci aveva provato, ci aveva provato sul
serio, ma non poteva riuscirci. Avrebbe dovuto saperlo sin da quando aveva
avuto la malsana idea di sedersi in un posto così visibile del parco,
esattamente sulle scale d’ingresso. Lanciò un’occhiata rapida e lo vide ancora
fermo all’ultimo gradino della breve scalinata.
<È ancora li,
per Merlino!> si disse per l’appunto.
Ma cosa diavolo voleva? Stava tentando disperatamente
di metter su qualcosa per il tema di Aritmanzia, ma
se Scorpius Malfoy non avesse accennato a sparire dalla circolazione, lo
avrebbe affatturato. La distraeva terribilmente, non aveva alcuna intenzione di
prendere un’altra T. Si sarebbe accontentata di un misero Desolante.
<Ah, mamma mi
ucciderà!> pensò tristemente.
“Scorpius, puoi, gentilmente, dirmi per quale arcano
motivo sei ancora qui?” domandò cercando di risultare il meno scontrosa
possibile, ma era difficile quando avrebbe potuto soffiare fuoco dalle narici.
“Sto aspettando una risposta, mi pare evidente” rispose
quello, le mani dietro la schiena e un sorriso largo ad ornargli il volto.
Rose lo scrutò per qualche secondo, cercando di capire
se davvero la stava prendendo per i fondelli come sospettava.
“Ti ho chiesto di aspettare, ci devo pensare su. Cosa
c’è di difficile in questa frase?”
<Forse è
semplicemente stupido come tutti i ragazzi della sua età> pensò.
Per tutta risposta, il sorrisino di Scorpius si fece
furbo.
“Appunto, sto aspettando, nulla mi vieta di attendere
la risposta qui mente ci pensi su, no?”
No, non era stupido, era solo fastidioso come poche
cose al mondo. Rose perse la pazienza, si sollevò da terra, sprimacciandosi la
gonna, e infilò tutto alla rinfusa nella borsa.
Si avvicinò a Scorpius puntandogli un dito al petto.
“E va bene, Scorpius, va bene. Ci vengo, contento?” gli
sputacchiò addosso quasi fosse una minaccia.
Gli occhi del ragazzo si allargarono di sorpresa e per
un momento parve perdere quel suo aspetto indifferente.
“Davvero? Davvero ci vieni?” le chiese, forse
esagerando con l’entusiasmo.
Troppo entusiasmo un cavolo, era tutta l’estate che ci
provava disperatamente con Rose Weasley e sembrava che finalmente avesse deciso
di cedere un po’ di terreno. Le aveva chiesto di uscire così tante volte e
aveva ricevuto così tanti rifiuti che alla fine si era convinto che lei ci
avesse preso gusto e probabilmente avrebbe fatto meglio a cambiare strategia. O
probabilmente ragazza.
Quel pomeriggio si era detto che se non avesse
funzionato quell’ultima volta, sarebbe
stata l’ultima davvero. E invece aveva funzionato, proprio all’ultimo
disperato tentativo Rose aveva accettato di andare alla festa della squadra di
Serpeverde con lui.
“Si, ci vengo, ma non montarti la testa. Voglio solo
dare uno sguardo a quella sottospecie di Sala Comune che vi ritrovate” gli
rispose lei, suo malgrado però non riuscì a trattenere un sorriso notando
l’entusiasmo del suo tormento.
<Cazzo, devo
dirlo a qualcuno!> pensò subito Scorpius.
Claus lo prendeva in giro da settimane, gli avrebbe
sbattuto in faccia il suo successo, ma non era l’ideale per delle confidenze
troppo sdolcinate.
<Forse Chad?>
Magari lui avrebbe capito, dopotutto con Clementine
aveva auto un trascorso molto simile.
Ma Chad aveva sempre quel suo fare un po’ da Dio sceso
in terra, lo avrebbe fatto sentire stupido per aver reagito a quel modo davanti
a Rose.
Non gli rimaneva che Pluto.
Pluto ovviamente non era il suo vero nome, ma erano
anni che lo avevano soprannominato così. Il suo vero nome era Richard ed era
figlio di un ricchissimo banchiere babbano di origini italiane. E da questa
situazione la maggior parte delle persone (soprattutto le ragazze) credeva che
derivasse il suo nomignolo, da Pluto
Dio della ricchezza greco.
In realtà solo pochi amici sapevano che quello era il
nome affibbiatogli dalla sorellina da piccolo perché aveva un pigiama di un
personaggio di fantasia babbano con lo stesso nome. Da allora sua madre aveva
perseverato nell’acquistargli quei dannati pigiami con il cane arancione
stampato sopra.
Scorpius non capiva cosa avesse di bello, non si
muoveva neanche. Sapeva solo che Richard era sempre stato Pluto.
“Ok, ora è meglio che vada che se arrivo anche in
ritardo a lezione la professoressa Vector potrebbe decidere
di passare alle misure corporali e sono sicura che mia madre non disdegnerebbe
affatto! Ciao Scorpius” lo salutò con la mano, allontanandosi verso il
castello.
Scorpius sospirò.
Doveva darsi una regolata, doveva imparare a tenere a
freno quella schifosissima vocetta che gli veniva fuori quando era contento.
Cazzo, Rose Weasley se ne sarebbe approfittata fino all’ultima goccia e tutto
sarebbe finito sempre allo stesso modo. Ma non poteva farci nulla, non sapeva
perché Rose avesse un ascendente tanto forte su di lui.
Certo la
conosceva da quando erano molto piccoli e aveva sempre subito il suo fascino,
ma negli ultimi tempi la cosa stava degenerando un po’ troppo.
<Sì, davvero
un po’ troppo…> pensava, mentre si allontanava verso la sua Sala Comune
alla ricerca dei Pluto.
Ebbene si, Rose stava continuando la sua fioritura, seguitava
ad essere molto alta e di recente aveva perso qualche chilo grazie ad una dieta
miracolosa di sua zia Fleur.
Sua cugina Lily le aveva guardate disgustate
discuterne, si trattava di un vero e proprio digiuno! Eccezion fatta per dei
disgustosi intrugli color verde-cacca-di-mucca che contenevano tutto ciò di cui
una persona avrebbe strettamente bisogno per vivere.
Inutile dire che la più piccola di casa Potter si era
rifiutata di seguirla, tutti sapevano del suo proverbiale appetito, così come
invidiavano il fatto che, per quanto ingollasse qualsiasi cosa si trovasse a
meno di un metro dalla sua bocca, non mettesse su neppure un etto.
Rose si affannò verso la classe di Aritmanzia.
Fu una mattinata molto noiosa, non capiva perché avesse scelto quella materia
se poi le faceva tanto schifo. Avrebbe dovuto seguire il consiglio di suo padre
e proseguire con Cura delle Creature Magiche. Invece no,
Peccato che la sua unica “macchiolina” scolastica fosse
proprio la materia in questione da ben due anni e che non fosse affatto decisa
ad arrendersi come invece aveva fatto sua madre con Divinazione.
Sbuffò enormemente sul foglio del compito che la
professoressa Vector aveva appena consegnato loro.
Con un semplice sguardo seppe che non avrebbe saputo svolgere la metà delle
domande almeno.
Con rabbia notò che molte di queste, riguardavano i
metodi per leggere il futuro con i numeri.
<Ma è una
persecuzione!> s’infiammò, lanciando uno sguardo truce verso la docente.
Si fece una piccola croce, giurandosi che avrebbe
studiato tutto il fine settimana per recuperare il voto sicuramente obbrobrioso
che avrebbe preso a quella prova e abbassò la testa sul foglio.
In un'altra classe, ad un piano più su, Lily Potter era
invece alle prese con la sua prima lezione di Antiche Rune. Lei e sua cugina
Lucy guardavano sfiduciate l’immenso mattone che si erano dovute caricare in
spalla quella mattina. Un tomo di circa millecinquecento pagine svettava sul
banco di ciascuno studente del terzo anno di Grifondoro e Corvonero.
Lily era leggermente preoccupata dalla cosa,
soprattutto perché tendeva ad avere una soglia dell’attenzione molto bassa ed
era certa che se avesse perso anche solo una parola di quello che la
professoressa Babbling stava trascrivendo alla
lavagna, non sarebbe riuscita a trovare niente in quella Bibbia illeggibile.
Chissà cosa stava facendo Hugo a quell’ora? Scavò nella
memoria per tentare di ricordare cosa suo cugino le avesse detto, prima di
lasciare lei, Molly e Lucy fuori l’aula di Incantesimi, ma proprio mentre si
salutavano Scorpius Malfoy era passato li vicino e Lily si era persa qualsiasi
cosa Hugo stesse dicendo.
“Ah si? Molto bene! Allora ci vediamo a pranzo!” aveva
farfugliato scompostamente.
Molly le aveva lanciato uno sguardo disperato:
nonostante i suoi tentativi di nascondere la cosa, Lily diventava un’ameba
deficiente quando si trattava di Malfoy.
Certo Lily era stata piuttosto discreta e si era
guardata bene dal rivelare ai quattro venti la sua passione per il Serpeverde e
questo si riversava nella conseguenza
che gli unici a sapere della sua cotta fossero Molly, Lucy e Hugo. Lily aveva
in programma di introdurre anche Margharet, una delle
sue compagne di Dormitorio all’interno della “cerchia degli eletti”, come li
aveva definiti Hugo, ma non trovava mai il modo per farlo.
Si riscosse da quei pensieri e giusto per passare il
tempo, nel frattempo che la professoressa finiva di trascrivere un soliloquio
alla lavagna, staccò un pezzettino di pergamena, sul quale scrisse a lettere
microscopiche
Ti
ricordi quale cavolo di lezione doveva seguire Hugo?
Poi porse il foglio a sua cugina che stava lanciando
sguardi furtivi in direzione della lavagna, per controllare che la
professoressa fosse ancora girata.
Lucy si affrettò a scrivere qualcosa e poi ripassò il
foglio a Lily. Su questo a chiare lettere e in stampatello c’era scritto:
PERCHè TU NON LO RICORDI? EPPURE AVREI
GIURATO CHE FOSSI STATA MOLTO ATTENTA ALLE SUE PAROLE STAMATTINA
Lily arrossì violentemente e le ripassò il foglio, non
prima di averci scritto sopra
Non
so proprio di cosa tu stia parlando
C’eravamo di nuovo, Lucy alzò gli occhi al cielo. Era
da luglio che Lily fingeva di essere indifferente nei confronti di Scorpius e
nonostante i numerosi tentativi di farla uscire allo scoperto, nessuno dei suoi
cugini preferiti era riuscito a cavarle un’ammissione.
Certo,
come no! Io invece credo proprio di si, sto parlando di un ragazzo biondo il
cui nome inizia per S e finisce per corpius. Ho la
sensazione che tu ne sappia qualcosa
Le orecchie di Lily fumavano, perché dovevano renderle
così difficile il suo intento? Voleva solo cercare di ignorare i suoi
sentimenti, cosa c’era di tanto difficile?
Vaneggi.
Ormai era diventato un botta e risposta talmente rapido
che le due ragazzine non spostavano neppure più il foglio dalla posizione al
centro fra i due banchi.
E
ti dirò di più, mi sa proprio che stamattina era tanto distratta perché il
sopracitato biondino ha pensato bene di sfilare davanti ai tuoi occhi…
<
Adesso basta!>
Pensò Lily, poi si avvicinò leggermente la pergamena e
strapazzando la piuma più che mai scrisse a grandi lettere e in maniera
inequivocabilmente leggibile le parole
FOTTITI
LUCY!
“POTTER! WEASLEY!”
Le due ragazzine fecero giusto in tempo a girarsi verso
la fonte di quel mostruoso rumore che si ritrovarono il volto rapace della professoressa
Babbling a pochi centimetri dalle guance, alle loro
spalle.
A giudicare dal respiro corto e dallo sguardo
leggermente instabile, doveva essersi soffermata già da un po’ in quella
posizione, ma le due Grifondoro, prese com’erano dalla loro conversazione non
si erano rese conto di nulla.
Con sommo orrore delle due, la professoressa raccolse
il foglio dal banco e lo portò agli occhi, scostando le spesse lenti da
presbite.
Parve quasi sconvolta quando i suoi occhi raggiunsero
l’ultima riga della conversazione.
Boccheggiò qualche secondo, mentre Lily e Lucy la
osservavano preoccupate: Lily più per il terrore che potesse comunicare il
contenuto della pergamena ad alta voce, Lucy che potesse prenderle un colpo
apoplettico sul suo banco.
“Che…che…CHE COS’è QUESTO,
POTTER?” e sbraitando come una pazza, indicò qualcosa sul foglio. Lily restò
spiazzata per un momento, perché la Professoressa se la prendeva tanto che a
lei piacesse Malfoy? Dominic Polooshow
si affacciò dalla fila davanti e Lily inorridì, sul volto una smorfia di
terrore.
Ma gli occhi di Dominic
parvero concentrarsi solo sull’ultima parola, sulla quale la Professoressa Babbling poggiava un dito tremante.
Scoppiò in uno sbuffo, nel tentativo di non ridere ad
alta voce e iniziò a diffondere la notizia a bassa voce fra tutti i compagni.
Fu solo quando sentì bisbigliare Clove Everett
“Fottiti, ha scritto fottiti!” che Lily capì.
Il suo segreto era salvo.
Poco dopo, a pranzo, Lily non poteva dire di aver
trascorso delle piacevoli ore durante la lezione di Antiche Rune, se si contava
che aveva già ricevuto una punizione la prima settimana di scuola.
L’unica cosa che la rincuorava era che anche Lucy fosse
stata, suo malgrado, coinvolta, seppur per due settimane in meno rispetto alla
cugina. A quanto pareva la Professoressa Babbling era
alquanto rigida quando si trattava di parolacce.
Un po’ a malincuore, anche se molto sollevate
dall’epilogo della vicenda, Lily e Lucy si avviarono verso la Sala Grande per
il pranzo. Qui vi trovarono Albus intento a tormentare una Rose piuttosto
seccata.
Quando trovarono posto di fronte a loro ne capirono il
motivo: Albus stava cercando di convincere, come da quattro anni a questa
parte, Rose a partecipare ai provini per la squadra di Quidditch.
Nessuno sapeva come mai avesse questo pallino, ma era ossessionato dall’idea
che almeno i due terzi dei Cacciatori dei Grifondoro dovessero essere femmine.
“Te lo ripeto per l’ultima volta Albus, no! Non sono
più salita su una scopa dopo quell’ignobile giorno al Primo anno, dove credo di
essere sopravvissuta per miracolo, e non ho alcuna intenzione di testare la mia
fortuna una seconda volta, va bene?”
Albus, che in un primo momento le si era avvicinato con
fare confidenziale, indietreggiò di qualche centimetro, spostando la schiena
all’indietro per non beccarsi pezzetti di uova e carne che minacciavano di
volare dalle fauci della cugina, dimentica della sua dieta di mantenimento.
“Dai Rose, non dici sempre che sei capace di superare i
tuoi limiti?”
Data la non felice mattinata appena trascorsa alle
prese con il compito di Aritmanzia, Rose valutò che
Albus aveva toccato il peggior tasto che potesse trovare per convincerla,
specie in quel momento. Sembrava pronta a sbranarlo e sicuramente l’avrebbe
fatto se Hugo non fosse intervenuto a salvarlo.
“Albus… forse è meglio se cambi aria, mi sa”
Albus giudicò il consiglio del cugino molto valido e,
volgendo lo sguardo alla sala speranzoso, iniziò a cercare un nuovo soggetto.
Proprio in quel momento a Lily cadde la forchetta di mano e con uno scatto
repentino l’afferrò al volo pochi centimetri più in basso.
Gli occhi di Albus si allargarono fino a divenire due Pluffe, mentre iniziava a vedere sua sorella sotto una luce
completamente diversa. Molly percepì il tutto al volo, ma decise di volersi
godere lo spettacolo. Sicuramente ci sarebbe stato da divertirsi.
“Lily tu…”
Lily non capì che qualcosa non andava, fino a quando
sollevando lo sguardo dal piatto, notò suo fratello al suo fianco, con un
cipiglio che voleva sembrare convincente e un mezzo sorriso sbilenco.
“No!” gridò la ragazzina prima che il fratello potesse
cominciare a torturarla, cercando di fuggire lanciandosi oltre la panca su cui
era seduta.
Ma Albus aveva previsto un tentativo di fuga e la
trattenne per la divisa, facendola rovina per terra.
Tutta la Sala si girò a quel rumore frastornante, ma
per la prima volta Lily non vi fece caso.
Non aveva alcuna intenzione di fare i provini < Mai
e poi mai, Nisba, Nulla, Niet!>. Non era mai
salita su una scopa perché il giorno della lezione di Volo aveva preso
appuntamento con Poppy Chips: vale a dire che Pix le aveva provocato un riversamento nell’occhio
sinistro, lanciandola contro una boccetta d’inchiostro simpatico vuota.
“Cara sorellina, dove credevi di andare?” le domandò
sornione Al, sollevandola dal pavimento con un braccio (Lily era sempre
piuttosto minuta).
“Lontano da te, Al! Non ho alcuna intenzione di cedere,
non farò mai quei provini!” gli sputò contro, con più vemenza di quanto
volesse.
“Su,su Lily, non è così male
come sembra! Ma cosa dico, è fantastico! Te lo giuro, volare ti piacerà, dovrà
piacerti per forza”
Lily sbuffò semi-divertita. Era sempre determinata a
“declinare gentilmente” l’offerta, ma capiva bene che in quanto figlia di Ginevra
Weasley era ridicolo che non avesse mai cavalcato neppure una scopa giocattolo!
Evidentemente Al credeva che fosse una sorta di promessa nascosta del QUidditch.
Guardò suo fratello con sguardo avvilito, ben sapendo
che quello sarebbe stato solo il primo di una lunghissima serie di tentativi,
se solo lei non avesse utilizzato un pizzico d’astuzia.
“Facciamo così Albus, se riuscirai a farmi prendere una O in Pozioni entro il prossimo
mese, proverò a salire su quel dannato aggeggio del cavolo, contento?”
Il viso di Albus si aprì in un sorriso entusiasta,
mentre stritolava Lily fra le sue braccia.
<
Perfetto, adesso si che mi sento in colpa> pensò Lily.
“Ma che sei impazzita?” la guardò Molly con un tanto
d’occhi alludendo alla sua promessa, mentre Albus si allontanava soddisfatto.
Lily si guardò attorno per controllare che Albus fosse abbastanza
distante e poi si rivolse alla cugina con uno sguardo furbo.
“Certo che no, pensi davvero che rischierei la noce del
collo per una stupida O in Pozioni?”
Molly la squadrava come fosse pazza, senza capire,
allora Lily sollevò gli occhi al cielo e le spiegò.
“I provini si tengono a fine Ottobre, giusto?”
Molly annuì.
“E Al deve aiutarmi a prendere O entro il mese prossimo,
giusto?
Molly annuì ancora.
“Semplicemente non ho alcuna intenzione di prendere
quella benedetta O in Pozioni. Diciamocela tutta, è del tutto impossibile che
io ci riesca da sola e se mi ostinerò a non ascoltare Al sono a cavallo! Così
farò i compiti con Al e non sarò costretta a copiarli da Margharet.
Dai Molly, ammettilo che è una buona idea, sono un totale disastro in Pozioni!”
Molly la guardò poco convinta.
“Al potrebbe capire tutto, lo sai vero?”
Ma Lily aveva una risposta anche a questo.
“Ed è per questo che sarò io a ricordargli delle
lezioni con la sua piccola sorellina. Mi dimostrerò totalmente disponibile
quanto incapace, vedrai, desisterà per primo"
Molly non poté fare a meno
di pensare che la timida Lily, dinanzi ad un pericolo imminente, divenisse un
mostro machiavellico dalle mille risorse.
Le settimane passavano e la fine di Ottobre si avvicinava
senza che Lily Potter fosse riuscita a strappare più di una A in Pozioni e
senza che lei dovesse impegnarsi più di tanto. Era evidente che aveva
abbandonato a metà primo anno il suo sogno di diventare Pozionista,
non era mica Rose.
“Perché tu non mi stai a sentire! Cosa ti ho detto che
dovevi fare dopo aver tagliato le radici?” le sbraitò contro Albus.
Lily lo guardò realmente confusa, quella parte l’aveva
fatta bene!
“Girare tre volte in senso orario e due in senso
antiorario,” rispose lei sicura “Ed è quello che ho fatto, te lo giuro Al!”
Albus vacillò un momento, tornò a controllare il suo
libro e poi guardò dubbioso la sostanza verde acido che si stava raggrumando
nel calderone.
“Forse non hai tagliato correttamente le radici di
Platano” suggerì Albus.
“Di platano? Ma non erano di Betulla?” chiese Lily
prima ancora di rendersi conto del suo errore fatale.
Albus sguainò piano la bacchetta e Lily indietreggiò
fino ad urtare con il sedere contro il banco che aveva alle spalle.
Proprio in quel momento però, qualcuno aprì la porta
della classe in cui si stavano esercitando con un calcio.
Dopo pochi secondi un gruppo di quattro Serpeverde si
riversò nella stanza.
Lily trattenne il respiro riconoscendo Scorpius Malfoy
e i suoi amici più stretti e si affrettò ad avvicinarsi al calderone, assumendo
un atteggiamento noncurante.
Albus parve sorpreso, ma appena riconobbe i ragazzi si
rilassò. Non era sicuro che un professore sarebbe stato contento di trovarli li
dentro a trafficare con le pozioni.
“Ciao Albus” lo saluto Scorpius, “e ciao Potter” fece
un cenno a Lily.
Quest’ultima si domandò perché mai dovesse rivolgersi a
lei con il cognome.
Il volto di Albus si aprì in un sorriso.
“Ciao Scorpius, ciao ragazzi” alzò una mano per
salutare e gli altri gli risposero sollevando le proprie.
Scorpius e Albus continuavano ad avere questa sorta di
timidezza nel rapprocciarsi a scuola che era
paradossale rispetto alla disinvoltura che mostravano durante le riunioni
Potter/Weasley-Malfoy.
“Cosa state facendo qui dentro?” chiese il ragazzo
biondo, sollevando un sopracciglio nel notare l’intruglio discutibile che Lily
stava girando.
“Do ripetizioni di Pozioni alla mia cara sorellina,
qui”
Lily si sentì radiografata dallo sguardo di quattro
adolescenti maschi piuttosto inclini allo sfottò.
“Ah, mi sa che non procedono troppo bene, o sbaglio?”
chiese Claus, affacciandosi sul calderone e prendendo il mestolo dalle mani
tremanti di Lily.
Poi lo immerse nella pozione e lo sollevò, mostrando a
tutti la sostanza poltigliosa che conteneva.
Scoppiarono tutti in una leggera risata, mentre Claus
rivolgeva un occhiolino a Lily.
Scorpius guardò la ragazzina, erano mesi che non lo
tormentava come adorava fare da mocciosetta. Forse il
suo modo di fare, così freddo ed indifferente dopo l’incidente del bagno,
l’aveva inibita del tutto dal manifestare qualsiasi sentimento. Che fosse quello
oppure no, si sentì sollevato nel constatarlo.
Insomma, Lily cresceva ma manteneva un aspetto
piuttosto ordinario
<
Per non dire un pelino sotto la media> pensò lui
osservandola.
La solita macchinetta le “ornava” le labbra, ma ormai
tutti ci avevano fatto il callo e nessuno si poneva più il problema. Erano
piuttosto quei capelli perennemente legati in un codino e gli occhiali dietro i
quali palesemente si nascondeva a guastarle l’aspetto.
Se uno non avesse voluto considerare le calzamaglie
spesse e la gonna un po’ più lunga del normale che indossava. Di sicuro le
serviva una buona dose di autostima si ritrovò a pensare Scorpius.
“Va bene, comunque noi avevamo quasi finito, quindi mi
sa che è meglio se ce ne andiamo, vero Lily?” parlò Albus, interrompendo i
pensieri di Scorpius e facendo evanescere il prodotto
di due ore di ripetizioni con un colpo di bacchetta.
Scorpius scrollò le spalle.
“Se volete, potete anche rimanere. Noi dobbiamo solo
ripassare un paio d’incantesimi per la lezione di domani”
Albus sollevò un braccio, ripetendo che era ora di
andare, avrebbe avuto gli allenamenti di lì a poco.
Poi, caricatosi il libro in borsa si avviò alla porta,
tenendola aperta per lasciare uscire Lily che salutò i Serpeverde quasi
balbettando.
Albus lasciò Lily fuori il ritratto della Signora
Grassa, altrimenti avrebbe fatto tardi agli allenamenti e le consegnò il libro
di Pozioni, chiedendole di metterlo nel Dormitorio dei maschi.
Lily si avviò stanca su per le scale e dopo aver
compiuto il suo dovere si gettò sul letto a baldacchino sfinita.
Decise di aspettare così l’orario di cena, pensando a
Scorpius che la guardava come fosse un insetto orribilmente gigante.
Avrebbe preferito essere
invisibile.
Quella sera Albus era incazzato nero. Aveva litigato con
James perché anziché fare allenamento si era messo a bordo campo a fare il
cretino con Julie Sloven, dimostrandole quanto rapido
era a recuperare il boccino con le dita delle mani.
L’altra Cacciatrice, sua “collega”, America Type, non voleva saperne di centrare una goal e il
Portiere, Bejamin Shown, si
era talmente intirizzito fra i pali da non riuscire ad acciuffare neppure
quelle poche Pluffe che arrivavano nella sua
direzione. Il risultato era stato un via vai continuo per cercare di portare i
suoi unici tre compagni di squadra all’ordine. Era vero che gli mancava un
Cacciatore ed erano completamente sprovvisti di Battitori, ma non per questo
dovevano perdere tempo anziché riprendere ad esercitarsi. Le selezioni per la
squadra si sarebbero svolte di li a poco e poi avrebbero cominciato i veri
allenamenti, non potevano trovarsi a Novembre senza un minimo di forma fisica.
Albus smontò dalla scopa. Aveva mandato tutti negli
spogliatoi senza troppi complimenti, solo qualche impropero. Stava
riposizionando le palle quando qualcuno gli passò il Boccino che stava tentando
di riacciuffare.
Riconobbe il volto di Scorpius Malfoy da sotto la
pesante sciarpa verdeargento che gli ingombrava il
viso.
“Ehi! Cosa ci fai qui?” gli chiese sorpreso, mentre
accettava la piccola palletta dorata.
“Facevo un giro” sollevò le spalle l’altro.
“Hai visto l’allenamento?” chiese un po’ imbarazzato
Albus.
Scorpius scoppiò in una risata.
“Diciamo che quello che ho visto è stato un evento
piuttosto strano” sbuffò divertito.
Albus si coprì il viso con una mano, mentre recuperava
la cassa con gli attrezzi per il Quidditch dal
pavimento, poi assieme si avviarono verso lo spogliatoio per depositarla.
“E per l’appunto, io lo avrei affatturato tuo fratello”
Albus guardò Scorpius brevemente e poi entrambi
scoppiarono a ridere.
“Se è per questo, avrei fatto prima a chiudere baracca
e burattini e andarmene a cena. James non è un tipo molto recettivo quando c’è
di mezzo qualche biondina dagli occhi azzurri” si lamentò il Grifondoro.
“Beh, allora è sempre meglio che avere me in squadra,
sai sono piuttosto sensibile anche alle brune e alle rosse” lo prese in giro il
Serpeverde.
Albus gli diede un piccolo pugno sulla spalla.
“Ti va un giro? Non ho molta voglia di chiudermi in
Sala Comune stasera” gli chiese Scorpius a sorpresa.
Albus si bloccò per qualche istante, era una richiesta
piuttosto insolita, ma considerando che Scorpius era un Prefetto non sarebbe
stato granchè pericoloso fare quattro passi con lui.
“Si, buona idea. Anche perché se vedo quella faccia di
merda di mio fratello potrei anche spaccargliela in due”
E così i due ragazzi diedero inizio a quella che
sembrava ad entrambi la più strana e insolita delle amicizie.
Qualche giorno dopo quella sera, un sabato mattina Lily
si trovava in Sala Comune con Lucy, Molly, Margharet
e Hugo. Stavano facendo alcuni compiti, o per meglio dire, la seconda stava
bellamente copiando il tema d’Incantesimi della prima, mentre gli ultimi due si
stavano scervellando sul libro di Pozioni. Molly era impegnata in un tema di
Difesa particolarmente ostico e studiava da sola, poiché l’unica di loro che
frequentasse già il Quarto anno. Lily era un asso in Incantesimi e Difesa
contro le Arti Oscure, ma non se la cavava male neppure in Trasfigurazione.
Infatti proprio in quel momento si accingeva ad esercitarsi per la lezione
dell’indomani scolastico, quando sua cugina Rose fece irruzione dal dormitorio,
seguita dalla sua compagna Penelope.
Quest’ultima le stava esprimendo tutto il suo stupore
per un qualcosa d’incredibile che Rose aveva taciuto per parecchio tempo, a
quanto pareva.
Peccato che lo stesse facendo in una maniera
particolarmente rumorosa e alquanto fastidiosa.
Lily sentì Molly bisbigliare qualcosa di molto simile a
Oche, ma non aveva ancora finito di
sghignazzare che Penelope aveva continuato a voce ancora più alta.
“Insomma, Scorpius Malfoy t’invita ad una festa della
squadra di Serpeverde e tu te ne vai in giro come se nulla fosse!”
Lily restò impietrita a quella frase, il suo collo era
innaturalmente rigido se visto da dietro. Nel tentativo di non boccheggiare,
trattenne il respiro, mentre sua cugina rispondeva.
Molly interruppe il suo tema e guardò la sua migliore
amica contrarre il viso. Lucy parve improvvisamente molto interessata a trovare
una pagina nel suo libro di Pozioni e Hugo la seguì a ruota, millantando
l’importanza essenziale di quell’argomento.
“Ma dai Penelope, non c’è proprio nulla di speciale”
Penelope sollevò le sopracciglia fino all’inverosimile.
“Non ci sarebbe stato se tu non avessi accettato!”
Rose si guardò attorno furtiva, non voleva che la
notizia divenisse di dominio pubblico, ma vide solo le sue cugine, suo fratello
e Margharet intenti a studiare.
“Ciao ragazzi!” li salutò, notando che Molly la stava
guardando in modo strano.
Quest’ultima e Hugo ricambiarono mentre Lily si limitò
a rivolgerle un sorriso debole. Margharet era rimasta
un po’ troppo allibita dalla reazione sin
troppo guardinga del suo piccolo gruppo di studio per rispondere. Rose pensò
che fossero concentrati sui compiti e non si pose troppe domande sul loro
comportamento.
Prese Penelope per mano e la trascinò fuori dalla Sala
Comune: quella mattina sarebbero andate ad Hogsmeade
a cercare un vestito adatto all’occasione.
I quattro Grifondoro del terzo anno invece rimasero
nella Sala Comune fino a pranzo, avendo troppi compiti da recuperare. Non
appena ebbero qualche minuto di riposo, Margharet
colse la palla al balzo per dissipare i suoi dubbi.
“Mi spiegate cosa vi è preso prima con Rose?” chiese a
bruciapelo.
Molly si bloccò nell’atto di stiracchiarsi e Lily
imprecò mentalmente.
Merlino! Aveva sperato che non si fosse resa conto di
nulla.
“In che senso?” chiese prontamente Molly, mettendo su
una credibilissima espressione curiosa. Forse anche troppo.
“Lo sapete benissimo in che senso, quando Penelope Puddleshore ha detto che Rose sarebbe andata alla festa di
Malfoy!” s’insospettì ulteriormente la bionda Grifondoro.
“Siamo solo rimasti molto sorpresi dalla cosa, ecco
tutto! Dopotutto che Malfoy avesse un debole per mia sorella se ne sono accorti
anche i nostri genitori, ma lei non aveva mai dato segno di ricambiare” aveva
spiegato allora Hugo, rapidamente.
“Sarà, ma mi sembravate proprio raggelati” li provocò
ulteriormente.
“Ma cosa dici Margi? Cosa mai potrebbe importarcene?”
s’inserì Lily in un tentativo di essere leggera.
Margharet
allora scoppiò improvvisamente a ridere, lasciandoli tutti di stucco. Una volta
che si fu ripresa li guardò uno ad uno con aria furbetta.
“Ma credete davvero che dopo due anni passati al fianco
di Lily io non mi sia ancora accorta della sua cotta per Malfoy?”
Tutti rimasero bloccati, Lily si sentì morire.
Com’era possibile? Lei era stata così attenta a non far
capire mai nulla a nessuno!
Nel silenzio di sbigottimento generale esordì con
vocina sottile.
“Ma… ma perché davvero di nota così tanto?”
Ci fu un ulteriore attimo
di silenzio durante il quale Lily fissò il suo sguardo in ciascuno dei suoi
amici, poi quando incrociò quello di Molly scoppiò a ridere, coinvolgendo ben
presto tutti in una fragorosa sghignazzata di gruppo.
Altre due settimane erano passate senza alcun progresso
da parte di Lily in Pozione e Albus cominciava a perdere le speranze. Si
sentiva così avvilito per la totale mancanza di talento da pozionista
in sua sorella che decise di sfogarsi con Scorpius della cosa. I due avevano
preso l’abitudine di fare una passeggiata ogni sera nel dopocena, sfruttando il
fatto che Scorpius avesse il turno per la ronda. Pian piano avevano poi
iniziato a frequentarsi sempre più spesso e a incontrarsi perfino in biblioteca
per studiare assieme. Albus si stava integrando nel gruppetto di Serpeverde e
pareva che anche Gareth e Olby,
suoi compagni Grifondoro, stessero cominciando ad apprezzare quella compagnia.
Dopo l’ennesima sera d’insuccessi, Albus spiegò a
Scorpius del patto stretto con Lily per riuscire ad ottenere da lei che
montasse su una scopa. Scorpius restò shockato alla
notizia che Lily non avesse mai cavalcato una scopa ed era d’accordo con Albus
sulla necessità di farla provare. Insomma, James e Al erano due assi con la
scopa, se Lily fosse risultata un campionessa a sua volta, questo si sarebbe
visto solo facendola provare. Era inaccettabile che la figlia di Ginevra
Weasley non volesse volare!
Ma col passare dei giorni, Scorpius si fece più attento
e iniziò a presenziare ad alcune lezioni tra Lily e Albus con la scusa di dover
ripassare prima per quella e poi per quell’altra prova.
La presenza di Scorpius aveva reso il lavoro di Lily
ancora più facile, dato che la distraeva il triplo di quanto non facesse prima
da sola.
Scorpius notò qualcosa di sospetto nel modo di fare
della piccola Potter, sembrava quasi che non si applicasse per nulla e che,
anzi, cercasse di raddoppiare gli effetti negativi delle sue azioni maldestre.
Col passare del tempo non poté che rafforzare la sua
idea e pian piano che la sua amicizia con Albus maturava, crebbe in lui la
voglia di dare una mano all’amico. Se Lily Potter credeva di evitare con
l’astuzia la lezione di Volo, lui l’avrebbe contraccambiata con la stessa
moneta. Così mise a punto il suo piano di contrattacco.
Nel frattempo erano arrivati al giorno della fatidica
festa della squadra di Serpeverde, tradizione che la Casa aveva intavolato da
diversi anni come rituale di buon auspicio. Inizialmente questa era riservata
ai soli appartenenti a questa Casa, ma col tempo avevano ampliato gli
orizzonti, aprendo le porte della loro Sala Comune anche agli appartenenti
a Grifondoro, Corvonero e Tassorosso che
avessero ricevuto un invito esplicito.
Così Rose Weasley si ritrovò davanti allo specchio nel
suo dormitorio con un vestitino nero con un’unica spallina larga e un nastrino
in raso che si stringeva sotto il seno. Aveva lasciato i capelli sciolti e con
una lozione della sua amica Penelope era riuscita a ordinarli in dei boccoli
definiti. Con un po’ di mascara e un lucido sarebbe stata perfetta!
Ok, forse non proprio perfetta, ma di certo non avrebbe
sfigurato troppo.
Nei sotterranei del castello, Scorpius Malfoy si
allacciava dei pantaloni neri semplici, che ricadevano giusto sulle sue scarpe
lucide. Prese la camicia dalla testiera del letto e se la infilò, lasciando
aperti gli ultimi due bottoni. Si passò una mano fra i capelli, cercando di
dargli un po’ di volume. Odiava che fossero così lisci!
Diede uno sguardo all’orologio che aveva affisso al
muro Julian, uno dei suoi compagni di dormitorio e notò che entro venti minuti
sarebbe dovuto andare a recuperare Rose fuori la sua Sala Comune. Lei non lo
sapeva comunque, era una sorpresa.
Valutò se fosse il caso d’indossare la pochette, ma poi
si disse che avrebbe avuto un aspetto troppo obsoleto. Gli restavano da lavare
i denti e poi sarebbe stato pronto.
Venti minuti più tardi, Scorpius Malfoy se ne stava
fuori la Sala Comune dei Grifondoro, ma non si sentiva solo. Un paio di altri
compagni avevano accompagnatrici di quella Casa e stavano attendendo sotto lo
sguardo un po’ severo della Signora Grassa.
Si domandò come mai i Grifondoro fossero divenuti tanto
volenterosi di sputtanare la posizione del loro dormitorio a destra e manca.
Ringraziò mentalmente Albus per avergli rivelato dove
si trovava, altrimenti avrebbe dovuto aspettare stupidamente Rose nella Sala
d’ingresso, con il rischio di suscitare l’attenzione di Gazza.
Un paio di ragazze fuoriuscirono dal dormitorio e dopo
un quarto d’ora fuori il Buco del ritratto non restavano che Scorpius e Mirk Tyler. Fortunatamente avevano trovato di che parlare:
entrambi si erano scoperti appassionati di Palazzi Magici antichi e stavano
intrattenendo una conversazione sull’architettura della Sala d’Ingresso del San
Mungo.
Quando ormai le loro accompagnatrici vantavano un
ritardo di circa venticinque minuti, il quadro della Signora Grassa si spostò,
rivelando una ragazza in leggera apprensione. Scorpius lanciò un’occhiata
speranzoso. Non era Rose. Sospirò dicendo a Mirk che
si sarebbero visti di lì a poco. O almeno ci sperava ardentemente.
Scorpius iniziò ad andare su e giù per il corridoio,
maledicendo Rose. Ma quanto ci metteva? Se non si fosse data una mossa
sarebbero finite tutte le tartine! Lui adorava le tartine!
Mentre rimuginava rabbiosamente, sentì il rumore di
qualcosa che si scostava da una parete.
Si girò rapido, pronto a sorprendere la ragazza.
Stava proprio cercando una frase ad effetto nel suo repertorio,
ma le parole gli morirono in gola, notando che la persona che era appena uscita
dalla Sala Comune di Grifondoro non era Rose.
Era una ragazza piuttosto minuta, con dei lunghi
capelli rossi che ricadevano in larghi boccoli sulle sue braccia.
Restò un secondo shockato nel
costatare che Lily Potter aveva un aspetto del tutto desueto in quel momento.
Era evidente che era pronta per andare a letto, visto
che indossava quello che sembrava un pigiama in pile azzurro e bianco a pallini
e delle strane scarpe molto gonfie. Davano l’idea di essere morbide.
La ragazza sembrava piuttosto confusa. Teneva in mano
un paio di occhiali, ad occhio e croce dovevano essere i suoi, ma Scorpius notò
che una delle stanghette era staccata.
Lily fissò il suo sguardo in quello di Scorpius e
quest’ultimo pensò che senza occhiali era proprio strana e potè
vedere per la prima volta il suo limpido sguardo di un verde molto brillante.
La sua espressione aveva un che di rimbambito, quasi
come se la ragazzina si fosse appena svegliato da un sonno molto profondo, infatti
non riusciva a tenere gli occhi completamente aperti.
Lily strabuzzò gli occhi riconoscendolo e per un
momento sembrò soppesare l’idea di indossare gli occhiali rotti, ma poi scosse
la testa, quasi come a scacciare via il pensiero.
“Potter, ehi! Che ci fai qui e, ehm… vestita così?” le
chiese, nel tono più naturale che riuscì a trovare.
Albus gli aveva parlato centinaia di volte della
sorella, e anche senza di lui aveva capito perfettamente che era una ragazzina
piuttosto fragile.
“Oh!” disse solo quella, poi riprese. “Ecco, stavo
cercando Rose! Sai, è entrata nel mio
dormitorio prima di venirti in contro per andare alla festa e senza volere deve
aver scambiato le nostre bacchette. Me ne sono accorta perché ho rotto i miei
occhiali per sbaglio e stavo cercando la mia bacchetta per ripararli, ma non
l’ho trovata e al contrario ho trovato quella di Rose! Quindi ho provato ad
usare la sua, ma il Reparo
non mi riesce, dev’esserci un’incompatibilità di fondo fra me e questa
bacchetta, così mi sono detta che doveva cercare di fermare Rose prima che
raggiungesse la Sala Comune dei Serpeverde, anche se penso sia tardi perché
dovevate incontrarvi già da un po’ e…” si bloccò un momento, come colpita da un
pensiero.
“Ma tu che cavolo ci fai qui, Malfoy?” gli domandò a
bruciapelo.
Scorpius era rimasto completamente spiazzato dal
cambiamento di tono e discorso. Si stava perdendo in quell’epopea.
Poi si rese conto di quello che Lily gli stava dicendo.
“Mi stai dicendo che Rose si è avviata all’Ingresso
della Scuola?” le domandò spaesato.
Lily annuì piano.
“Ma è impossibile, io sono qui da mezz’ora, l’avrei
vista!”
Lily scosse ancora la testa.
“Se è andata via quando ha lasciato il mio dormitorio,
non credo che tu fossi già arrivato”
Scorpius la guardò imbambolato, poi capì che
probabilmente la sua accompagnatrice per quella sera, lo stava aspettando SOLA
sette piani più sotto. E Scorpius era pronto a scommettere che non era
entusiasta della cosa.
Si precipitò verso le scale, correndo più che poteva,
Lily alle calcagna.
Imprecò a bassa voce: non poteva lasciar andare la
sorellina di Albus in giro per il castello conciata così e a quell’ora
soprattutto.
“Potter, la porto io la bacchetta Rose, non
preoccuparti” fece, tendendole la mano per farsi consegnare la bacchetta.
Lily lo guardò male.
“E la mia bacchetta? No, vengo con te!” insistette
quella.
“Ma è tardi, c’è il Coprifuoco!” cercò di convincerla
il ragazzo, ma aveva l’impressione che Lily non si sarebbe lasciata persuadere.
Diede uno sguardo alla Sala dei Trofei alla sua
sinistra e seppe di trovarsi al Terzo piano. Sperò ardentemente che Rose fosse
una tipa paziente. Al Secondo piano sentì il respiro affannoso della piccola
Potter e fu sorpreso nel notare che gli teneva dietro alla grande, era veloce.
Arrivato al Primo piano, dovette bloccarsi di colpo.
Dalla prima aula sulla destra sembrava provenire un fracasso assordante.
“Pix…” sussurrò piano.
Proprio in quel momento, Lily gli si affiancò. Scorpius
ebbe appena modo di rendersi conto che sembrava molto affaticata che la
ragazzina svenne, rovinando sul pavimento.
Scorpius s’inginocchiò al suo fianco, stralunato ed
anche un po’ preoccupato. Le diede uno sguardo e notò delle occhiaie piuttosto
scure sotto gli occhi. Si maledisse per non averla fermata prima, in fin dei
conti Lily Potter non era un tipa atletica e di certo non avrebbe potuto avere
la forma fisica di un giocatore di Quidditch.
Non sapeva che fare, aveva paura che Pix o Gazza potessero essere attratti dal rumore. Non
avrebbe mai saputo spiegare quello che era successo. Così quando sentì dei
passi provenire dalla rampa di Scale del Pian Terreno s’immobilizzò.
Una testa rossa spuntò dal fondo delle scale, era Rose.
Scorpius tirò un sospiro di sollievo ed ebbe appena
modo di constatare che era davvero molto carina con quel vestito nero che lei
notò la bizzarra situazione.
La sua espressione passò da corrucciata ad apprensiva.
“Lily” gridò.
Scorpius avrebbe tanto voluto tapparle la bocca.
< Cazzo, Pix ci sentirà!>
Ma il poltergeist sembrava troppo impegnato a
distruggere qualcosa di molto frastornante per accorgersi di alcunché.
Scorpius le ingiunse comunque di abbassare il tono,
indicandole l’aula.
Rose decise di ascoltarlo parzialmente, gracchiando con
voce roca.
“Che cos’ha mia cugina?”
Il ragazzo pensò che la sua fosse una reazione
esagerata. Insomma, Lily respirava, no?
Scorpius sollevò la ragazzina dal pavimento,
prendendola in braccio e Rose le accarezzò la fronte apprensiva.
“Cos’è successo?” chiese ancora, mentre controllava che
non ci fosse nulla di rotto. Scorpius rischiò di scoppiare a ridere quando vide
Rose passare un dito sotto il naso della cugina come per assicurarsi che
davvero stesse respirando, per un momento dimentica che il ragazzo con cui
stava parlando era quello che apparentemente le aveva dato buca per gironzolare
per il Castello con la sua cuginetta.
“È svenuta” rispose semplicemente Scorpius.
Rose aggrottò la fronte, la preoccupazione che saliva
alle stelle.
“Sta bene. Credo” aggiunse Scorpius.
Rose era ancora più in apprensione.
“Mi spieghi cosa diavolo è successo e cosa ci facevate
tutti e due qui?”
“Non è successo nulla di grave, è solo svenuta per la
stanchezza!”
Rose s’inalberò. Come si permetteva di minimizzare
tutto così quando sua cugina era priva di sensi? E poi, dove diavolo era
finito, piuttosto che venire all’appuntamento con lei?
“Senti, magari la portiamo in Infermeria e ti spiego
con calma?” le propose.
Rose annuì rapida e i due si avviarono guardinghi in
quella direzione, sperando che Madama Chips non l’avrebbe tirata troppo per le
lunghe con ramanzine di sorta.
Fu così che l’Infermiera volle sapere per filo e per
segno cosa fosse successo a Lily, e Scorpius, a mo’ discusa anche nei confronti
di Rose, spiegò tutto l’accaduto: lui si trovava fuori la Sala Comune di
Grifondoro perché doveva consegnare un libro molto importante a Rose, che però
era di ronda, in quanto Prefetto.
Così aveva trovato Lily fuori il dormitorio, che voleva
consegnare la bacchetta alla cugina e assieme erano corsi a cercarla.
Poi, dopo sei piani di corsa frenetica, Lily era
svenuta per lo sforzo evidentemente.
Madama Chips indugiò per un momento sull’abbigliamento
abbastanza fuori dai canoni di Scorpius e Rose, ma valutò evidentemente che la
situazione di Lily Potter avesse la priorità.
La rabbia di Rose si dissipò, quindi non le aveva
tirato un bidone e soprattutto non per stare con sua cugina. Si, era evidente
che Lily e Scorpius due non avessero molto a che fare, ma la situazione che le
si era parata davanti era alquanto bizzarra e le apparenze spesso ingannano.
Madama Chips consentì a entrambi di restare mentre Lily,
anche perché Rose non sembrava intenzionata in alcun modo ad andarsene da li. Scorpius
decise di farle compagnia, nonostante una piccola parte del suo cuore stesse
sognando le tartine che sicuramente ci sarebbero state alla festa.
Lily aveva solo una piccola contusione alla testa, che
Madama Chips guarì con una pozione color violetto chiaro. Per quanto riguardava
le motivazioni del suo svenimento, dichiarò che la piccola Potter aveva un
leggero calo di vitamine e ferro e avrebbe dovuto ingerire degli integratori
magici per qualche giorno.
Disse che l’avrebbe tenuta lì in osservazione fino al
mattino seguente, quando l’avrebbe lasciata andare a lezione.
Quando oramai si era fatto un po’ troppo tardi per la
festa, Rose e Scorpius lasciarono l’Infermeria per tornare nei rispettivi
dormitori.
Scorpius, da vero gentiluomo, accompagnò Rose fino al
Settimo piano, dove rimasero a chiacchierare per qualche minuto.
“Beh, allora io vado ok? Ci vediamo domani a lezione,
mi sa” le disse Scorpius, un po’ a malincuore.
Fece per girarsi, ma Rose lo trattenne e salendo sulle
punte gli lasciò un bacio a fior di labbra.
“Grazie per quello che hai fatto per Lily questa sera”
gli sussurrò piano.
Lui arrossì leggermente sulle gote, ma cercò di far
finta di nulla.
< Che figura
di merda Scorpius, datti un contegno!> si sgridò fra sé e sé.
“Figurati, nessun disturbo” e detto questo si lanciò
nuovamente a sfiorarle le labbra piano, mentre le poggiava le mani sui fianchi
per avvicinarla a sé.
Rose parve riscuotersi e con piccolo balzo si allontanò
da lui.
Lui parve capire che ci sarebbe dovuto andare piano e
scuotendo la testa, le augurò una Buonanotte.
Rose lo guardò docile mentre si allontanava camminando,
ogni tanto lanciandole occhiate di complicità.
Forse quella sera qualcosa di buono era successo,
dopotutto.
La mattina del 15 ottobre, Lily Potter si svegliò di
buon umore e anche in piene forze.
Le pozioni che Madama Chips le stava somministrando da
una settimana a quella parte la facevano sentire bene.
“Sei così mingherlina, proprio come tuo padre” le
ripeteva ogni volta che si recava in Infermeria per le sue dosi di vitamine.
Ma c’era un altro motivo per cui Lily Potter si era
alzata col piede giusto quella mattina di metà autunno.
Quel giorno sarebbe scaduto il mese di validità del suo
patto con Albus e i suoi voti in Pozioni erano una costellazione rassicurante
di A.
Si alzò di buon ora e si lavò lentamente, godendosi il
tiepido sole che le accarezzava il viso e decise che quella mattina avrebbe
potuto lasciare i suoi capelli sciolti. Si sentiva proprio in forma.
Aveva anche iniziato a notare che gli occhiali le
davano un leggero fastidio, avrebbe dovuto dire a mamma che forse era ora di
cambiare le lenti, a Natale.
Riempì la borsa coi libri e indossò la divisa. Mentre
usciva dal dormitorio notò sul comodino il compito di Pozioni che aveva svolto
con Al la sera prima e che aveva aggiustato strategicamente una volta sola per
renderlo leggermente meno preciso. Lo infilò in borsa e aprì la porta, proprio
mentre Lucy si svegliava e le chiedeva dove diavolo fosse diretta a quell’ora
malsana.
“Voglio fare colazione sul prato” le disse, chiudendosi
la porta alle spalle.
Così anche in maniera leggermente spavalda, Lily Potter
si avviava per i corridoi di Hogwarts.
Salutò un paio di compagne di corso di Tassorosso e
imboccò il portone d’ingresso.
Trascorse piacevolmente, con l’unica compagnia della
sua persona, un’ora di pace sulla riva del Lago Nero, poi, borsa in spalla, si
avviò alla lezione di Trasfigurazione.
Mentre svoltava l’angolo che l’avrebbe condotta alla
sua classe, incespicò in qualcuno che veniva dalla direzione opposta.
Si aggrappò alle spalle dello sfortunato avventore per
non rovinare in terra e, per la prima volta dopo quella sera, vide Scorpius
Malfoy ad una distanza di meno di dieci metri.
Si sentiva molto imbarazzata al ricordo di quello che
era successo in quell’occasione e non era mai riuscita a racimolare il coraggio
per ringraziare il ragazzo.
Nell’impatto le loro borse erano finite per terra. Lily
raccolse le proprie cose e quando Scorpius le porse una pergamena finita un po’
più in là, lei si sentì in obbligo di ringraziarlo.
“Grazie mille, Malfoy. Sai, per l’altra volta. Rose mi
ha detto che mi hai dovuto portare in braccio…” già alla prima frase Lily era
diventata un sottospecie di pomodoro ipermaturo.
Scorpius le sorrise poi le mise una mano sulla testa in
segno d’affetto.
“No pro, Potter. Peserai si e no trenta kili” e se ne
andò augurandole una Buona giornata.
Lily restò ferma per qualche secondo.
Le. Aveva. Messo. Una. Mano. In. Testa.
Esisteva qualcosa di più umiliante da subire da parte del
ragazzo che ti piaceva? Lily non credeva proprio.
Col morale improvvisamente sotto i piedi e sentendosi
una sorta di cagnolino difettoso, si avviò alla lezione.
< Lo sapevo io
che non poteva durare> pensò sconsolata, ricordando il suo buonumore
trapassato.
< Che giornata
di merda!> fu il suo ultimo pensiero, prima di sedersi al suo posto al
secondo banco.
Note Autrice:
Salve a tutti! Mi sono resa conto che sono una fucina
d’idee in questo periodo e quale occasione migliore per continuare a scrivere questa
storia? Spero proprio di divenire una persona coscienziosa e di tornare ad
aggiornare con una certa regolarità! Insomma, sto mettendo un po’ le mani
avanti per chiedere perdono a chiunque stia seguendo questa storia o si sia
trovato sulla sua strada anche così, per caso! In questi capitoli mi sto
soffermando un po’ di più sul rapporto dei ragazzi ad Hogwarts e sto svolgendo
una sorta di excursus, più o meno rapido. Cosa ne pensate? C’è qualcosa in
particolare che vi piacerebbe accadesse? Quanti sono ancora quelli a favore di
una Lily/Scorpius e quanti di una Rose/Scorpius? Chiedo così a titolo
informativo, per curiosità!
Mi piacerebbe molto ricevere le vostre opinioni in
merito, accetto anche e soprattutto delle critiche che mi possano aiutare a migliorare
lo stile, la trama o magari l’approfondimento di certe situazioni. Quindi se vi
va di darmi una mano e di farmi avere una vostra opinione, io sono qui e vi
aspetto! Buona Giornata!