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Autore: vale93    10/01/2014    4 recensioni
[...]E sarà come se fra noi non fosse mai esistito niente, come se il mio cuore non si fosse mai infiammato, illuso, spezzato. Sarà come non provare più gelosia quando prenderà Dominique per mano e le chiederà di fare una passeggiata insieme a lui.
Mi allontanerò, per guarire più in fretta, e quando tornerò sarà come essermi fatta il vaccino, o aver preso l'antibiotico. Non verrò più colpita dal fascino del mio migliore amico. Non soffrirò più. Lui sarà semplicemente Scorpius. E io Rose.
La difficoltà nelle relazioni fra maschio e femmina è una: non saper mai fino a che punto si può arrivare
senza oltrepassare il confine fra amicizia
e l'amore.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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24 Dicembre


Quella mattina Scorpius aprì gli occhi con la sensazione del sole caldo sulla pelle e le voci degli abitanti della Tana risuonanti per la casa. Le tende della finestra erano già state tirate e dietro ai vetri trasparenti il paesaggio risplendeva come un immenso reame di cristallo. Sul davanzale spolverato di neve bianca, un picchio bussò al vetro con insistentenza, come per sollecitarlo ad alzarsi. Lo prese per un segno di buon auspicio e afferrato con le mani tutto il suo coraggio si alzò in piedi, consapevole che quello sarebbe stato il giorno in cui tutto sarebbe tornato al suo posto.
Qualche stanza più in là, una riccia Grifondoro fremeva di eccitazione insieme alla cugina, pescando i vestiti dall'armadio e indossandoli al volo.
Due piani più sotto le finestre erano state tutte spalancate e il salotto era invaso dal profumo irresistibile dei dolci e delle torte che la nonna aveva finalmente scoperto, per la gioia di Hugo. 
Appena scese gli ultimi gradini, Rose potè udire il suono tintinnante delle canzoni natalizie che Hermione aveva già fatto partire e questo le infuse sicurezza. Quel giorno, lo sapeva, niente sarebbe potuto andare storto. I dubbi e le sofferenze che l'avevano impossessata per tutta quella lunga vacanza se li era lasciati alle spalle, ed ora tutto quello che sentiva era solo l'allegria, e il sollievo. Il primo passo dopo la caduta lo aveva fatto: rialzarsi; ora mancava l'ultimo: mettere un cerotto e continuare a camminare. Spalancò fiduciosa la porta di casa, accogliendo la luce del mattino sulle sue ciglia chiare e salutando il pupazzo di neve che i cugini avevano costruito il giorno prima.
Quella mattina nessuno lavorò, o si stancò, o si irritò perchè qualcosa mancava o era andato storto. Tutto era come doveva essere, i dolci sul tavolo e le facce serene. Rose aveva indossato il suo vestito migliore, e Lily, Dominique, James e tutti avevano fatto lo stesso. Scorpius aveva scelto una camicia bianca lasciata morbida sul collo e un paio di lunghi pantaloni scuri. Dovette ammettere che gli stavano da dio, sebbene non fosse la prima volta che lo vedeva in abiti eleganti. Si soffermò a osservarlo forse un istante più del dovuto, e quando il biondo girò la testa per pescare una fetta di torta dal vassoio riabbassò veloce lo sguardo, sperando di non essere stata vista.
Scorpius aveva sentito su di sè due occhi estremamente familiari eppure assolutamente inaspettati dall'altro lato del tavolo e quando con la scusa di servirsi si era girato a controllare l'aveva vista riabbassare di colpo la testa, versandosi del latte nella tazza. Lo aveva guardato?
Rose finì di mangiare dopo di Lily e Dominique e quando si alzò da tavola Harry poggiò il tovagliolo che aveva in mano sul tavolo e spostò anch'egli la sedia.
-Andate a prepararvi- disse -Si esce-
-Per dove?- chiese Hugo finendo di ingozzarsi di brioches
-In paese, è ora di fare un giro insieme. Guardate che splendida giornata- rispose indicando con un cenno della testa il sole che splendeva alto fuori dai vetri.
-Oh sì, incontrerò Katy- esclamò James alzandosi
-Katy?- chiese Dominique 
-E' una ragazza del paese- rispose Albus alzandosi a sua volta -James le fa il filo da qualche anno, e lei ci sta. Ma non è niente di serio-
-Per ora- puntualizzò il moro serafico.
Lily sbuffò scuotendo la testa e Rose sorrise sotto i baffi divertita.

Quella mattina il vento soffiava gelido, ma provocava un insolito contrasto con il sole caldo che accarezzava le guance e i capelli di chi, come loro, era uscito per una rara passeggiata. Si erano accodati tutti, compresi Molly e nonno Arthur.
Il piccolo paesello era invaso da un'allegra festosità, le vie erano piene di gente che sorrideva entusiasta e salutava chiunque augurando buone feste. Scorpius si guardò attorno meravigliato, facendo scorrere estasiato gli occhi sulle vetrine addobbate e sulle case illuminate che mostravano tante piccole stelle di natale sui davanzali. Ancora una volta si stupì di quanto un centro così piccolo e modesto potesse sembrare pieno di meraviglie e sorprese. Dove viveva lui, al Manor, non aveva mai visto nulla del genere.
Rose venne trascinata dalle cugine davanti alla vetrina di un negozio, dietro la cui superficie trasparente si potevano intravedere diversi gingilli.
-Guarda Dom, una raccolta di fiori secchi!- esclamò Lily indicando un album aperto che mostrava al suo interno le figure di due violette del pensiero fermate da una pellicola.
Rose si affacciò sopra le loro spalle e lasciò scorrere lo sguardo sui vari oggetti esposti, finchè gli occhi non le caddero su un piccolo oggettino azzurro, depositato sopra a un cuscino rosso. Un carillon, pensò.
-Eih Rose, entriamo!-
Si girò a guardare le cugine oltrepassare l'entrata del negozio e le seguì all'istante.
Dietro di loro, i ragazzi si fermarono sul marciapiede.
-Ma che fanno?- chiese Hugo
-Cosa vuoi che facciano, sono ragazze, appena vedono un negozio ci si fiondano dentro- rispose Albus sbuffando come se la sapesse lunga.
Scorpius si avvicinò alla vetrina e ci sbirciò attraverso. Dietro agli oggetti esposti potè intravedere le figure delle tre ragazze parlare con il negoziante e poi sparire dietro a qualche scaffale. Curioso, si affacciò alla porta e ci sbirciò dentro. Fra uno scaffale e l'altro, riuscì a individuarle pochi metri più avanti, Dominique con un libro in mano e Rose con un qualcosa di più piccolo e tondo. Aguzzò la vista ma non riuscì a riconoscere la natura dell'oggetto finchè la ragazza non azionò una manovella ed esso si aprì, emanando una melodia lenta e ripetitiva.
Rose ascoltò la ninnananna assorta e ricordò quando da piccola la madre caricava un carillon come quello e glielo lasciava sul comodino, per farla addormentare. Aveva passato notti infinite con quella musica nelle orecchie, finchè un giorno, mentre lo teneva fra le piccole mani per giocarci, non le cadde dalle dita e si ruppe. Aveva pianto fiumi di lacrime quando aveva capito che non c'era più niente da fare, e non aveva voluto accettarne nessun altro in cambio. Con un sorriso malinconico ricordò i pianti e i capricci e si diede della sciocca. Cos'avrebbe dato adesso, per riaverne uno, anche se diverso dal primo.
-Guardate cos'ho trovato!- strillò Lily raggiungendole con un libro in mano -Manuale per una chioma originale- recitò sventolando il volume sotto ai nasi delle due ragazze.
-Non è fantastico? Mi ci divertirei un mondo! Devo assolutamente chiedere a papà di prendermelo!- continuò, fiondandosi già verso l'uscita.
Le due si guardarono e scossero la testa all'unisono, seguendola. Prima di uscire, Rose indugiò per un ultimo istante con il carillon in mano, e lo rimise a posto. Dopodichè salutò il negoziante e uscì. Fuori Lily era riuscita a convincere il padre a comprarle il manuale e stava già trascinandolo dentro per un braccio. In mezzo alla strada Hugo, Albus e Dominique aspettavano.
-Dov'è James?- chiese raggiungendoli
-Ha incontrato Katy- rispose Albus semplicemente.
Rose annuì e si guardò attorno per cercare qualcuno di sua conoscenza. In fondo alla strada, avvolti nei loro cappotti caldi e dalle lunghe sciarpe colorate, due ragazzi uscirono da un negozio, mano nella mano. Lui le sussurrò qualcosa all'orecchio, la ragazza rise e gli scoccò un lieve bacio sulla guancia. Abbassò lo sguardo, senza sapere perchè, e si mise a fissare le orme fresche incise sul terreno ricoperto di neve.
In quel momento la voce esultante di Lily la distolse dalla solitudine, facendole dimenticare l'ombra fulminea che per un momento aveva attraversato i suoi occhi.
-Sono troppo felice!- stava dicendo la rossa, saltellando come un folletto sul posto.
-Basta che ci sia scritta anche una formula per rasarti a zero, così non dovrai più sprecare tutto quel tempo inutile in bagno- rispose Albus ghignando.
Lily gli fece la linguaccia, voltandogli le spalle, e continuò ad esultare mostrando la rivista a Dominique.
-Possiamo andare?- chiesero gli zii che erano rimasti a chiacchierare qualche metro più avanti. -Mi si stanno gelando le ossa!- aggiunge Molly stringendosi ad Arthur con un brivido.
Lily corse da loro saltando e mostrò a tutti il suo nuovo tesoro.
-Ma dov'è Scorpius?- chiese Albus, guardandosi attorno.
Rose alzò gli occhi da terra.
-Già, sembra essere spari..oh guarda, eccolo!- rispose Hugo voltandosi -Dai, sbrigati, stiamo andando-
Il biondo annuì, affrettandosi, e infilò una mano in tasca lanciando a Rose una rapida occhiata.


*

"I'm dreaming of a white Christmas,
just like the ones I used to know,
where the tree-tops glisten
and the children listen
to hear sleigh bells in the snow"

Lily cantava ciondolando il motivo trasmesso alla radio del cafè in cui erano entrati. Attorno a loro almeno una dozzina di tavolini occupati e stracolmi di dolci farciti.
Nonno Arthur e lo zio Harry erano andati a prendere dei pezzi di torta al bancone e Ginny tornava proprio in quel momento con una tazza di the in mano.
-Fate largo!- esclamarono Albus e James riversando sul tavolino una valanga di dolciumi degni di Mielandia.
-James!- esclamò Ginny contrariata -Non credi di esagerare?-
-Non sono mica solo per me- rispose questi distribuendo zucchero e diabete ai cugini. -E' Natale, mamma!-
Ginny scosse la testa sospirando e fece posto a Fleur accanto a sè.
-Tu che cosa hai chiesto?- chiese Lily smettendo di cantare per divorare il cioccolatino offertole dal fratello.
-Dovrebbe arrivarmi la nuova Nimbus 2023- sussurrò questi con un occhiolino
-Che cosa? Ma mamma, e io..!-
-Tu sei ancora troppo piccola, abbi pazienza- rispose Ginny seccata.
Lily mise il broncio, poi tornò a sfamarsi di dolciumi togliendone quanti più poteva al fratello, per vendetta.
-Rose- la chiamò Albus tre posti più a destra -me l'hai fatto il regalo, vero? Io l'ho già incartato-
-Ma sicuro, Al, me lo chiedi?-
-Bene, spero tu non abbia speso troppi soldi, perchè avresti potuto farmene uno molto gradito senza neanche perdere un centesimo-
-Ah sì?- fece lei, alzando un sopracciglio -Sarebbe a dire?-
-Beh, un bel foglio di pergamena con tutta la relazione per Incantesimi e Pozioni scritta sarebbe stata un'idea- rispose lui ridacchiando
-Tranquillo, ho trovato di meglio- ribattè allora lei, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi
-Davvero?- chiese lui, genuinamente interessato.
-Sicuro- rispose -Un bel tomo di Storia della Magia approfondita, così d'ora in poi ogni qualvolta avrai bisogno di risolvere uno dei tuoi enigmi, non avrai più bisogno di venire a consultare i miei appunti- sorrise.
Albus impallidì.
-Stai scherzando, vero?-
Sorrise, ingenua. -Perchè? Non sei contento?-
Lui sgranò gli occhi, spaventato. Non sapeva se crederle o no. Conoscendola, era capace di tutto.
Rose rise, divertita dall'espressione del cugino e James non si trattenne dal fargli notare che con quella faccia sembrava la rappresentazione umana di un cucciolo di Snaso alla presenza di un Troll di montagna. Albus si riprese, arrossendo, e bofonchiò a braccia incrociate che non le credeva. Gli altri cominciarono a prenderlo in giro e Rose incrociò le braccia al petto, fissandolo coi suoi ridenti occhi dorati.
Scorpius si fece sfuggire un sorriso, guardando quella scena del tutto simile a mille altre a cui aveva sempre assistito da quando li conosceva.
Fuori la neve scendeva rada dal cielo, puntellandolo di tanti fiocchi bianchi fino al calare del blu.


-Avete visto la teglia?-
Erano le sei del pomeriggio e la casa, illuminata a festa da mille lucine colorate, brulicava di persone, ognuna indaffarata per conto proprio, o impegnata in frivole discussioni.
-Il mio arricciacapelli, Dom, l'hai visto?-, -No Lily, ehi sai dov'è Vic?-, -L'ho appena vista in cucina, sta aiutando la nonna a cercare la teglia-
-James, ridammelo! Quello è mio!-
-Sta' zitto, Al. L'ho preso stamattina-
-Bugiardo! ladro, ladro!-
-Harry! Attacca quel filo alla parete, l'albero non si accende!-
Rose emerse in quel momento dalle scale che scendevano al pian terreno, e osservò in piedi sull'ultimo gradino l'intera porzione di salotto visibile da lì. Vide zio Harry e il padre affaccendarsi attorno all'albero, che si spegneva e accendeva a intermittenza; vide zia Ginny e zia Fleur aiutare Hermione a servire il the ai parenti, i quali sedevano sui divani, a parlarsi concitatamente sopra, e sorrise.
Scorpius la raggiunse in quel momento alle spalle e si fermò un gradino più su. Aveva i lunghi capelli ricci legati da un nastrino verde e il vestito dello stesso colore le fasciava il busto come se fosse dipinto, aprendosi in una gonna lunga quasi fino a terra. La ragazza ne teneva un lembo alzato con una mano e si reggeva con l'altra alla parete dalla quale era affacciata.
Scese il gradino passandole accanto e prima di superarla sfiorò delicatamente le dita con le sue, in silenzio. Rose sussultò lasciando cadere il lembo dell'abito e lo guardò a occhi sgranati allontanarsi.
-Rose, una tazza di the?-
Alzò lo sguardo sulla figura della cugina, che le si avvicinò camminando con un vassoio pieno di porcellana in bilico sulle mani.
-Sì..- rispose in un fiato e la seguì dagli altri.


* * *



L'orologio a pendolo addossato alla parete  ticchettò, segnando l'una di notte.
Rose, accucciata davanti all'albero attorno al quale stavano disponendo i regali da aprire il giorno dopo, alzò gli occhi sul suo quadrante trasparente, osservando le lancette nere che ne indicavano l'ora.
Era passata in un lampo, quella piccola dolce vigilia di Natale.
L'atmosfera festosa aveva raccolto tutti i più tipici comportamenti degli abitanti della Tana rielaborandoli in chiave maggiore, restituendoli esaltati e caricaturati come un quadro di Monet o una vignetta di Daniel Clowes.
I battibecchi fra i cugini esuberanti, le chiacchiere intrecciate alle battute divertenti. Le risate sonore di Lily, con Albus che si infervorava e James che sbuffava. Tra questi che si metteva in mostra e Dominique che alzava gli occhi al cielo, Albus punzecchiava Rose e Hugo si ingozzava di dolci. Tra Teddy che pianificava e Victoire che esultava. Tra il cenone, le pietanze e le torte. Tra nonna Molly che non faceva in tempo a portare a tavola un dolce che già era dimezzato. Tra le lucine dell'albero che continuavano ad accendersi a intermittenza ed Hermione che spiegava a Ron che era normale. Tra Harry che rideva e Fleur che nascondeva un sorriso dietro a un tovagliolo. Tra vino e discorsi seri; tra dessert e frivolezze.
E poi tra loro. Rose sorrideva, parlava, scherzava e sbuffava. Scorpius la imitava, naturalmente, ma poi tornava sempre a guardarla. Ron se ne accorgeva e lo controllava con insistenza, senza però dover mai intervenire, dal momento che i due non sembravano intenzionati a parlarsi.
Sospirò. Ecco, tutto era finito. L'una e tre secondi. Venticinque Dicembre. Natale.
Abbassò lo sguardo davanti a sè, vedendo zio Bill e zia Fleur alzarsi.
-Che ne dite di andare a nanna?- stava dicendo in quel momento la nonna, rivolta ai ragazzi -Domattina vi voglio tutti giù alle otto-
-Le otto?!- protestò Albus saltando in piedi -E' uno scherzo!-
-Vorrà dire che questi li terremo per il Natale prossimo- rispose Ginny, lasciando l'ultimo pacchetto.
Albus si fece verde in faccia, non sapendo che dire.
Gli altri risero, tra gli sbadigli. Rose vide le zie rifilarsi in cucina, dicendo che avrebbero dato una sciacquata ai piatti del dessert per poi spegnere le luci e andare di sopra.
-Rose?- la chiamò in quel momento Lily, che si era già avviata alle scale -Io vado a prepararmi, sai che ci metto una vita-
-Come potrebbe non saperlo- rispose James sarcastico, superandola -Peccato che dovrai aspettare, sorellina, perchè 'sta volta arriverò prima io-
-Che cosa?! No, James! Non vale, l'ho detto prima, fermati!- esclamò la rossa, correndo dietro al fratello su per le scale.
Dietro alle proprie spalle, udì la porta della Tana chiudersi, mentre zio Harry e Ron uscivano a buttare la spazzatura, augurando nel frattempo la buonanotte a tutti.
Sbadigliò, portandosi una mano alla bocca, e si sollevò per ultima da terra. In quel momento si rese conto di essere rimasta sola. Dom e Victoire dovevano già essere salite in camera, mentre Hugo le era appena passato davanti bofonchiando che non si reggeva più in piedi. Si mosse, per seguirlo a coda, quando si accorse di un'altra presenza, seduta nell'angolo del divano di fronte al camino. Fu un attimo, giusto il tempo di incontrare quei magnetici occhi grigi, che sentì la gola stringersi.
Eccoli, infine. A un passo dall'addio che non li avrebbe mai visti abbracciati.
Pensò che il giorno dopo se ne sarebbe andato. Poi si corresse. Non il giorno dopo. Quel giorno. Esattamente otto ore e trenta minuti dopo.
Sentì il proprio cuore contrarsi, pulsando dolorosamente come se fosse stato improvvisamente trafitto da una lama. Poi abbassò lo sguardo, e si allontanò velocemente.
Filò dritta verso le scale senza esitazione, le labbra serrate e il volto pallido. Non voltarti, si disse. Salì sul primo scalino, poggiando la mano sul corrimano.
Fra poco se ne andrà, sussurrò poi una vocina piccola piccola dentro di lei, riemersa da chissà dove. Fra poco se ne andrà e tu non gli parlerai più. Tornerai a scuola che farai finta di non averlo mai conosciuto, tornerai che non lo avrai mai perdonato.
Strinse i pugni con forza, continuando a salire. Dietro di lei, Scorpius lasciò il divano, piantandole sulla schiena i chiarissimi occhi grigi, e facendo un passo avanti.
Rose continuò a salire. Forza, si disse, niente panico. Hai lottato per tutto questo tempo, adesso devi solo lasciarlo andare. Chiuderai gli occhi, stanotte, e domani mattina lo vedrai varcare quella soglia, per non farvi più ritorno. Lo vedrai voltarti le spalle e allora sarà tutto finito. 
Avvertì un rumore dietro di sè, mentre posava il piede sul parquet del secondo piano, ripetendosi quelle parole a mente. Scorpius la seguì, camminandole dietro silenzioso e finalmente lei se ne accorse. Con gli occhi fissi davanti a sè procedette veloce, un passo dietro l'altro, puntando alla porta della sua stanza. Forza, si ripetè accellerando per timore che potesse raggiungerla.
Con un ultimo passo si ritrovò davanti alla porta chiusa, poggiò con forza una mano sulla maniglia e la spinse, precipitandosi con un balzo dentro la stanza. Con un moto di ansia, agitazione e timore spinse con uno scatto l'anta della porta dietro di sè, precipitandosi poi verso il letto, in attesa di sentire il rassicurante rumore della serratura che scattava alle sue spalle. Ma quando poi, dopo qualche secondo, il rumore tanto atteso non si fece sentire e lei si voltò, stranita, Scorpius si piantò di fronte all'uscio, le mani poggiate agli stipiti della porta e un piede oltre il suo confine. Si arrestò incredula nel mezzo della stanza, ricambiando lo sguardo che quei due occhi grigi le stavano lanciando dall'uscio.
Ci mise giusto qualche secondo per riprendersi dal colpo, mentre il suo cuore recuperava quei pochi battiti persi per lo spavento, e si ricompose all'istante, fulminandolo truce con lo sguardo.
-Vattene- disse, stringendo le labbra e serrando i pugni delle mani.
Lui ricambiò lo sguardo con la stessa sicurezza e non si scompose -No-
Rose sgranò gli occhi. Ma non si fece intimidire.
-Benissimo- rispose, e si avviò verso il letto per piegare i vestiti ammucchiatici sopra. Scorpius, dietro di lei, ne seguì attentamente i movimenti. Poi fece un passo avanti, entrando nella stanza, e si richiuse la porta alle spalle.
La camera non era poi molto disordinata - Ginny aveva costretto Lily a fare ordine e Rose doveva risistemare solo quei pochi capi d'abbigliamento che aveva tirato fuori alla mattina - ma lei si ostinava a sistemare tutto per bene, fingendo meticolosità, mentre tutto quello che voleva era distrarre la propria attenzione da lui e sperare che se ne andasse presto.
Scorpius se ne accorse, e non potè non trattenere un ghigno. Sempre così, Rose: preferiva impegnarsi a fare qualcosa, fingendo di concentrarsi in tutto, fuorchè in ciò che la tormentava di più. Era un suo grande difetto: non affrontare mai le situazioni di petto. Fingere che i problemi non esistessero.
Rose, chinata a piegare una maglietta, sbirciò infastidita alle sue spalle. Che cosa stava facendo? Perchè era entrato? Irritata, gli passò velocemente davanti, per infilare gli indumenti nell'armadio. Dannazione a lui. Come si permetteva di restare lì, contro la sua volontà? Avrebbe dovuto schiantarlo fuori con un solo incantesimo se solo si fosse ricordata dove aveva messo la bacchetta.
-Rose- disse lui, fissandola coi suoi impertinenti occhi grigi -Dai, fermati-
Ma lei non lo ascoltò, tornando a prendere altri indumenti dal letto.
Sospirò -Rosie..-
Digrignò i denti, infastidita. Fece per sorpassarlo di nuovo, quando si sentì afferrare da dietro per un polso.
-Rose, ti prego ascoltami.. mi dispiace-
Strattonò il braccio, liberandolo dalla presa, e si allontanò impettita. Scorpius sospirò.
-Non fare la bambina. Lo so che mi stai ascoltando, è inutile che fingi che io non esista-
Rose tacque, appendendo una camicetta alla stampella.
-Non risolvi niente in questo modo- insistette lui avvicinandosi -Non sai neanche cosa voglio dirti-
-Non è difficile immaginarlo- lo apostrofò, voltandosi per andarsene e ritrovandoselo davanti.
Aggrottò la fronte -Che cosa intendi?-
-Niente, figurati- sbuffò, facendo un passo di lato. Ma lui la fermò di nuovo, piazzandosile davanti.
-Non dire niente. Lo sai che non è niente. Tu mi eviti-
-E allora?- fece lei, sfrontata.
Lo vide stringere le labbra, come per trattenersi dall'urlare. -E allora non mi sta bene!- 
-Ah!- esclamò lei, spingendolo via -Non ti sta bene. Ma sentitelo, povero, al principino non sta bene che la strega cattiva lo eviti! E di quello che sta bene a me non te ne frega niente, vero?-
-Tu sei arrabbiata con me- insistette lui -per un motivo che non esiste!-
-Che non esiste!- esclamò scuotendo la testa con sarcasmo -Sono i miei sentimenti, Scorpius, dici che non esistono? Hai così poca considerazione di me?-
-Non è quello che intendo. Mi importa dei tuoi sentimenti, lo sai, mi è sempre importato-
-Sempre? E da quando? Da quando non ti accorgevi che ti sbavavo dietro e fingevo di essere la tua migliore amica? Da quando andavi dietro a mia cugina con la bava alla bocca e a me non guardavi neanche più?-
-Io non sbavo dietro a tua cugina, Rose, questo te lo sei inventato-
-Inventato? Ma per favore, pensi che sia stupida? Come se non ti avessi visto, come la guardavi, sembrava avessi davanti l'incarnazione di non so..- sbottò, correndo a sistemare le coperte sgualcite.
-Rose tua cugina è carina, lo sappiamo, sarò rimasto un momento affascinato dal suo aspetto, ma non ti devi offendere!- disse, quando la vide scaraventare i lembi delle coperte che coprivano il cuscino indietro.
-Offendermi? Io non mi sono offesa, Scorpius. Davvero! Lo so, lo so che Dominique è migliore di me. E' una mezza Veela, accidenti! Quello che non mi sta bene invece è che tu.. che tu..- esitò, cercando le parole adatte -che tu sia così superficiale! Ti sei innamorato di lei solo perchè è bellissima, non la conosci neanche, non sai un cavolo di lei, non immagini nemmeno una minima parte di tutto quello che..-
-Vedi! Sei tu che pensi che io sia innamorato di lei, te lo stai ficcando in testa a forza! Pensi che sia più bella di te e che quindi io la preferisca a te, ma a me non hai mai chiesto niente!-
-Non far ricadere la colpa delle tue azioni su di me, Scorpius!- sbottò puntandogli un dito contro -Non fingere che tutto quello che dico sia falso, non dire che non lo pensi!-
-Rose..- fece lui, cercando di avvicinarsi, ma lei lo scansò.
-Non chiamarmi Rose, dì quello che pensi e falla finita, accidenti!- esclamò in preda a una crisi isterica.
Scorpius si fermò, le mani ancora alzate nel tentativo di afferrarla, e la guardò.
-Vuoi sapere quello che penso?- chiese, fissandola coi suoi chiarissimi occhi grigi mentre lei incrociava le braccia al petto, le sopracciglia aggrottate in un cipiglio furioso. -Benissimo, te lo dirò. Io penso che Dominique sia una splendida ragazza, davvero splendida- e a quelle parole il viso di Rose si contrasse in una smorfia -ma come ce ne stanno tante. E penso che tu sia la mia- esitò, prima di proseguire -migliore amica, quella a cui tengo e a cui ho sempre voluto bene. Quella che mi è sempre stata accanto facendomi ridere, litigare e divertire. Quella che ha sempre la battuta pronta, che non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno. Quella testarda, cocciuta, ma infinitamente dolce. Quella che mi scioglie con un sorriso, che ha la risata contagiosa e i capelli che fanno il solletico. Quella che con un solo sguardo riesce a farmi sentire bene, che con una carezza mi fa dimenticare tutto ciò che c'è di brutto al mondo, quella che con un abbraccio mi tranquillizza in due secondi. Quella a cui parlavo quando avevo un problema e dopo due minuti riusciva a farmi sorridere. Quella che se litigavamo mi faceva sentire subito in colpa. Quella che se le chiedevo scusa mi abbracciava. Perchè per me è la migliore e solo da lei posso aspettarmi tutto questo-
Si fermò, fissandola negli occhi con espressione estremamente seria, mentre in petto il cuore aveva accellerato il battito per la foga.
Rose, in silenzio, gli restituì lo sguardo, gli occhi leggermente lucidi. Il suo cuore, dapprima  furioso, si era sgonfiato come un palloncino e aveva sentito un nuovo sentimento più quieto fare posto al furore, al ricordo di quei momenti passati insieme, di quella amicizia fresca e frizzante che li aveva legati da subito indissolubilmente. Quanto avrebbe voluto che questo le bastasse...
-Mi manchi..- sussurrò, guardandola coi suoi bellissimi occhi grigi.
Lei sospirò, sentendo la tristezza dentro le sue parole e dentro i propri pensieri.
-Scorpius..-
-Perdonami. Perdonami se ho fatto qualcosa che non andava, se ti ho offesa, se ti ho fatta sentire.. meno importante di quello che sei. Avrei voluto parlarti già da subito, già cinque secondi dopo che tu mi hai detto... Avrei voluto dirti tutte queste cose, dirti che non è vero che non ti prendo in considerazione-
-Sco..-
-Ma tu mi hai evitato, e adesso... fra poco me ne andrò e.. non voglio che la nostra amicizia finisca. Non così, almeno!-
-Scorpius, stai zitto un secondo!- sbottò lei, pestando i piedi.
Lui si zittì.
-Smettila- ripetè, guardandolo seria -Smettila di dire idiozie. E' inutile. Quello che dici, cercare di recuperare qualcosa che non c'è.. non possiamo essere amici, non vedi?-
-Ma..-
-Ho detto che non possiamo!- insistette -Ci ho provato, credimi. Ho continuato a parlarti, anche sapendo che ti piaceva Dominique, ho provato a fingere che non mi importasse, ma non sono durata un giorno. E' una forzatura che non ha senso-
-Ma se tu..- 
-Non vuoi proprio capire, eh?- continuò, imperterrita, guardandolo con un mezzo sorriso sulle labbra -E' inutile. Tu continui a parlare di amicizia. Non vuoi capire che quella fa parte del passato. Ora è diverso. Non ti voglio bene, come dici sempre tu, io ti amo-
Glielo urlò, guardandolo dritto negli occhi, senza un briciolo di imbarazzo. Solo dolore, tanto, nudo dolore.
Scorpius restituì lo sguardo, spiazzato da tanta foga e da tanta rabbia. Fece per aprire bocca, ma Rose si voltò, abbassando lo sguardo, e fece per uscire dalla stanza. Improvvisamente pensò che non le importava se in bagno c'era Lily che poteva vederla, doveva correre a sciacquarsi la faccia per nascondere le lacrime, al massimo si sarebbe inventata di avere polvere negli occhi.
Appena fece un passo avanti, diretta alla porta, con l'intenzione di mettere un punto definitivo a quella storia, Scorpius ebbe un sussulto repentino, e, con uno scatto, le si precipitò dietro, fermandola prima che avesse avuto il tempo di poggiare la mano sulla maniglia.
-Ferma- esclamò, spingendola contro il muro.
Rose, incredula, cercò di liberarsi, facendo forza sulle dita del ragazzo strette attorno ai suoi avambracci.
-Lasciami, che diavolo!- protestò, cercando di spingerlo via.
-Non ci penso neanche- rispose, continuando a stringere le dita attorno alla sua carne -Non voglio che tu te ne vada, non voglio più che mi eviti, non voglio lasciarti andare di nuovo- 
-Tu non capisci niente-
-No, sei tu che non capisci! Non vedi che sto cercando di dirti qualcosa?- esclamò, arrossendo leggermente -Tu non sai nemmeno come mi sia sentito in questi giorni senza di te, non sai quanto male mi abbia fatto la tua mancanza e non riesci a capire che ci tengo-
-Smettila, Sco- ripetè, alzando gli occhi al cielo come se fosse scocciata, mentre invece cercava di nascondere il fatto che stesse per scoppiare a piangere da un momento all'altro -Come te lo devo dire che non esiste il rapporto che vuoi tu? E' finito-
-Non è vero- ribattè lui, pestando un piede a terra -Devi soltanto ascoltarmi..-
Ma Rose scosse la testa, piantando i pugni sul suo torace per cercare di liberarsi. Scorpius la spinse nuovamente contro il muro, schiacciandocela addosso.
Rose, il viso stupito che spuntava appena sopra alla spalla del ragazzo, trattenne il fiato, sentendo il corpo del ragazzo aderire al suo, i capelli biondissimi farle il solletico sulla pelle dell'orecchio. Avvampò senza riuscire ad impedirselo.
-Sco..- sussurrò con voce strozzata, sentendo il proprio cuore arrestarsi.
Il ragazzo la tenne ferma alla parete, indietreggiando appena col torace per permettersi di guardarla in faccia. Il suo viso, vicino al suo più di quanto fosse mai stato in sei lunghi anni di amicizia, era diventato di un colore più scuro, mentre un rossore appena accennato si andava mano a mano diffondendo sulle sue guance candide.
-Adesso mi ascolti tu- disse, fissandola con gli occhi grigio tempesta che sembravano ardere come tizzoni. Rose avvertì un brivido salirle fulmineo lungo la schiena e tacque.
-Tu non puoi capire quello che sto provando dal giorno in cui hai smesso di rivolgermi la parola-
I suoi occhi, a tratti nascosti da qualche ciuffo di capelli sbarazzino, la fissavano tanto  intensamente che lei si sentì impietrire, come se avessero potuto trattenerla in quel posto con la sola forza del pensiero.
-Tu non sai quello che ho provato, non lo puoi neanche lontanamente immaginare. Mi ha fatto male non vederti più sorridere a me, non vederti più varcare la soglia della mia camera per parlarmi, vederti girarti e incontrare i tuoi occhi con i miei senza che dopo due secondi tu li distogliessi, fingendo che io non esistessi-
Fece per ribattere, ma lui non glielo permise.
-Cercavo di parlarti e tu non mi ascoltavi, volevo avvicinarti e tu non facevi altro che fuggire. Come pensi che mi sia sentito? Sono persino arrivato a pedinarti pur di riuscire a parlarti!-
A quelle parole Rose strabuzzò gli occhi, non capendo a cosa alludesse.
-Qualche sera fa- rispose lui, a una muta domanda -Quando sei uscita a pattinare-
Si morse la guancia, sentendosi subito avvampare. L'aveva vista? No. Non le piaceva fare quello che faceva davanti agli altri. Era uno sfogo segreto, personale, un po' come urlare da un burrone o fare a pezzi un intero servizio di cristallo.
Scorpius dovette accorgersi del suo disagio e ciondolò sul posto titubante, cercando qualcosa da dire.
-Non ti devi vergognare..Non è un segreto, e poi sei bravissima- disse -E direi anche.. affascinante, mentre lo fai-
Aggrottò la fronte, sentendosi vagamente presa in giro. Scorpius abbassò un attimo lo sguardo, fissandosi titubante le punte delle scarpe, e poi lo rialzò, puntandolo nei grandi occhi dorati di lei.
-Rose, io credo di.. insomma.. credo di provare qualcosa. Per te-
La sua espressione si congelò all'istante.
-C-che cosa?- domandò, non credendo di aver capito cosa il ragazzo le avesse appena detto.
Lui annuì. -Sì, credo di provare qualcosa per te- ripetè, sentendo le proprie orecchie scottare ma non per questo mostrando meno sicurezza.
Seguì un breve istante di silenzio, durante il quale Rose elaborò la frase appena ascoltata per darle un senso.
-Lo so- disse dopo un po', cauta -Tu.. mi vuoi bene. Sono la tua migliore amica- disse. Poi abbassò lo sguardo -Sono io che non posso ricambiare-
-Nono, non hai capito- si affrettò a rispondere -Non parlo di affetto, come per un'amica. Dico che provo qualosa di diverso. Da prima-
Rose rialzò gli occhi su di lui, aggrottando la fronte confusa. Che cosa stava dicendo? 
-All'inizio non lo sapevo. All'inizio volevo solamente chiarire con te e cercare di far tornare tutto come prima. Ma poi.. ho cominciato.. a sentirmi strano. Sono diventato geloso-
-Geloso?- ripetè, inarcando un sopracciglio bruno.
Annuì. -Sì di te, del fatto che stavi con tutti tranne che con me, del fatto che non mi sorridessi più. E poi c'è un altro fatto- continuò, combattendo per far uscire tutti i pensieri che aveva trattenuto nei giorni dalla bocca. Rose lo fissò trasecolata, incapace di credere a quello che stava dicendo e di immaginare cosa stesse ancora per dirle.
-Quando ti ho vista.. intendo- arrossì, senza sapere come continuare.
-Quando mi hai vista?- lo incalzò
Lui abbassò lo sguardo, fissandosi le punte delle scarpe con innato interesse.
-Quando sono venuto per dirti di scendere per la cena. Tu ti eri appena fatta il bagno, immagino- disse, mordendosi subito la lingua.
Rose lo fissò, immobile per qualche secondo come un computer che aspetta di elaborare l'informazione. Poi, quando questo avvenne, avvertì il proprio cuore balzarle dentro al petto, come sotto l'effetto di una scossa elettrica, e le proprie guance infiammarsi di colpo.
Ah. Quella volta.
Scorpius rialzò gli occhi su di lei, teso, e la vide vagare con gli occhi altrove.
-Scusami- disse, fissandola senza sapere cosa aspettarsi.
-Non importa..- rispose, cercando a fatica di rimanere lucida -Tanto non penso che tu abbia potuto formulare pensieri particolarmente sconci su di me-
A quelle parole il volto di Scorpius impallidì, mentre un immediato accostamento di ricordi lo portò a ripensare a quando si era ritrovato sdraiato su di lei, nel corridoio, e all'eccitazione che ne era pervenuta inaspettatamente subito dopo. Senza pensarci, si ritrovò a rispondere a quella piccola affermazione con un sussurro.
-Non direi..- mormorò.
-Cosa?-
Lui piantò gli occhi sui suoi, stringendo la mascella come prima di compiere un enorme sforzo
-Rose quello che sto cercando di dirti è che ho provato emozioni differenti da quelle che ho mai provato prima-
Lo guardò stranita.
-Capisci cosa intendo?-
Rose non rispose.
Lui allora sospirò, chiudendo gli occhi come per trovare le parole adatte.
Rose seguì il filo di pensieri che aveva cominciato ad aggrovigliarsi dentro la sua testa, perdendo ogni logicità, e si trovò a chiedersi come fosse finita lì, in un nodo nel quale scaccialo e ascoltalo si erano legati come facenti parte di due capi diversi, mentre invece erano sempre lo stesso.
Lui allentò la presa sulle sue braccia, e Rose credette che la stesse lasciando.
Rialzò la testa su di lei, nello sguardo una tempesta che pareva rispecchiare la stessa identica confusione nella sua testa.
-Posso fare solo una cosa?- domandò piano -Poi ti lascio in pace-
Rose non rispose, continuando a rimanere attaccata al muro come se lo stupore l'avesse bloccata lì, incapace di muoversi.
Lui sporse il collo sui suoi occhi grandi e posò incerto una mano sulla sua. Un secondo più tardi chinò la testa e le posò un unico bacio sulle labbra.
Rose non si mosse. Scorpius pigiò la bocca sulla sua e si avvicinò di un altro passo, chiudendo gli occhi. In quel momento nella sua testa ci fu il bianco.
L'intera tempesta che si era agitata dietro al vetro delle sue iridi blu scomparve, lasciando il posto al nulla e alla pace. Il profumo che due giorni prima aveva sentito davanti alla porta del bagno si insinuò nelle sue narici e ogni tensione si sciolse.
Rose riprese vita all'improvviso.
-Fermo- disse, poggiando una mano sulla sua e allontanandola da sè -Non farlo. Non dire queste cose solo per farmi piacere, non devi dirle perchè vuoi che io resti. Io.. posso accettare il fatto che ti piaccia lei, dico sul serio. Ma non prendermi in giro..-
-Ma allora non riesci proprio a capire- la interruppe, guardandola con irrequietezza
-Non esiste Dominique, non esiste altro-
Pausa.
-Solo tu-
Rose lo guardò negli occhi senza dare l'impressione di credergli, ma al contempo neanche quella di non credergli.
-Sembra che tu non sia più quella di una settimana fa- fece lui allontanando il viso dal suo, ma lei si drizzò per rimettersi di fronte a lui.
-Dimmi cosa è cambiato- sussurrò fissandolo, e in quella richiesta si nascose il desiderio di sentirlo sincero, ma non come se lo sarebbe immaginato prima.
Lui la guardò serio e meditò. Poi rispose
-Ho pensato che mi piacesse tua cugina. L'ho vista parlare con te e per un momento è stato come se non ci fosse altro. Ma poi ho dimenticato di pensarla durante la notte, e il giorno successivo. Ho avuto bisogno di ritrovarmela davanti di nuovo per ricordarmi che mi piaceva. Qualche giorno più tardi ho dimenticato persino che ci fosse e questo perchè pensavo a un'altra. Ma quest'altra non c'era nel momento in cui la pensavo e quella è stata la prima volta che ho avuto davanti a me il viso di una ragazza senza bisogno di vederla-
Rose ascoltò in silenzio, risucchiando con le orecchie tutte le parole, come se così potesse in qualche modo colmare il vuoto lasciato da un'intera settimana di silenzio.
-Ho creduto di volerti rispondere che volevo a ogni condizione la tua amicizia, fino a rendermi conto che quella che volevo da te non aveva questo nome. Ho sentito cambiare i ritmi del mio cuore quando ti presentavi a colazione, scendere il livello della pressione quando sparivi o te ne andavi. Ho sentito cose che non potrei dirti quando ti ho vista in pigiama davanti al bagno e quando ti ho lasciato entrare dopo averti fatta cadere-
Rose deglutì.
-Ho immaginato cose che un amico non dovrebbe immaginare- continuò.
-Ho pensato cose che un ragazzo disinteressato non penserebbe. Che io non penserei-
Alzò una mano sulla sua spalla, poggiandola con delicatezza sotto ai suoi capelli.
-Ho creduto che la prima cosa che avrei voluto fare parlandoti sarebbe stata questa- disse avvicinandosi per abbracciarla -E poi mi sono ritrovato a volere questo- bisbigliò scivolando con essa fino al fianco.
Rose lo fissò senza parole.
-E per te- disse -Cosa è cambiato?-
Lei non rispose, ma si mosse scuotendo lievemente la testa.
Lui non lo fece vedere, ma percepì anche l'ultimo nodo attorno al suo cuore sciogliersi e lasciarlo finalmente libero.
Rose continuava a non dire niente, così lui provò a prenderle lentamente una mano. Lei lo lasciò fare senza opporre restistenza e consentì alle proprie dita di intrecciarsi alle sue.
Lo vide sporgersi un'altra volta su di sè e prima che la toccasse trattenne il respiro velocemente
-Aspetta-
Scorpius si fermò.
Lei lo fissò a occhi spalancati senza aggiungere un fiato.
Allora poggiò le labbra sulle sue, molto piano.
-Aspetta..- ripetè lei, tesa.
Aspettò. Per un intero minuto restarono immobili in quella posizione, le labbra che si sfioravano appena, in bilico fra un bacio e un tornare indietro. Scorpius sentiva lo stesso formicolio che lo aveva attaccato quando erano caduti insieme davanti al bagno diffondersi lungo le sue braccia e le spalle, ma non fece niente.
Rose, dal canto suo, ascoltava il contatto della loro pelle lungo le dita intrecciate, ogni singolo centimetro, ogni pezzo di unghia e automaticamente, come se fosse un impulso nervoso, le strinse con forza. Scorpius continuò ad aspettare. Rose strinse le labbra e lui potè sentire il battito del suo cuore rimbombare contro il suo petto, esattamente come due sere prima. Senza riuscire più a fermare il proprio corpo, chinò la testa un'altra volta
-Asp..-
-Sssh, Rose- sussurrò sulle sue labbra
Lei non disse altro. Continuò a trattenere il respiro quando lo sentì imprimere le labbra sulle sue, con una delicatezza e insieme una fermezza che non si sarebbe mai riuscita a immaginare nemmeno nei suoi sogni più elaborati. Scorpius chiuse gli occhi e tutto il suo corpo si lasciò andare come se naturalmente fosse stato disposto a quel momento.
Man a mano la tensione si sciolse, e Rose lasciò il respiro libero di rifluire dalle sue labbra. Con una mano si tenne alla parete dietro di sè e con l'altra si aggrappò al braccio di Scorpius. Poi chiuse gli occhi, rilassando ogni muscolo del viso e delle spalle. Scorpius le accarezzò piano il vestito sul busto, per farle capire che non avrebbe fatto niente che lei non gli permettesse. Ma a un certo punto lei abbassò la testa in silenzio, spingendolo indietro.
Scorpius la fissò aggrottato, non capendo cosa fosse successo.
-Dimmi che non sto sognando- disse, fissandolo seria con le mani ancora poggiate sulle sue spalle.
Allora lui sorrise, lasciando andare un sospiro di sollievo. Poi alzò una mano sul suo braccio e le diede un pizzico sulla pelle.
-Aih!- esclamò lei, trasalendo.
Lui rise.
-Sono sveglia..- disse fissandosi seria il segno rosso sulla pelle esangue.
Dopodichè rialzò lo sguardo su di lui, che la guardava con un ghigno malizioso stampato sulle labbra.
-Davvero?- chiese -Sarà il caso che ti dia il buongiorno-
Rose non oppose più resistenza alcuna e, una volta stretta di nuovo nel suo abbraccio, alzò le punte dei piedi per guardarlo meglio. Si fissarono arrossati per un istante soltanto, poi lui chiuse gli occhi e lei gli lasciò l'anima in mano.





E finalmente, dopo più di una settimana, l'ultimo capitolo.
Ci ho messo molto perchè sono in sessione esami e l'ultimo capitolo si sa che è il più arduo. Mi sono decisa a inserire un epilogo a questa fiction, non sarà nulla di impegnativo, ma penso di poter aggiungere qualcosa a questa storia.
Vi lascio con questo avviso e spero che la fine sia stata all'altezza delle vostre aspettative.
Un bacio a tutte belle lettrici, siete state fantastiche <3
 
   
 
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