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Autore: Mordreed    11/01/2014    3 recensioni
Dimenticate tutto ciò che sapete sulle storiche amicizie e sugli amori della saga.
Gossip Girl è appena sbarcata ad Hogwarts.
Tra affascinanti balli, vestiti di lusso, magie, scandali, pozioni e giochi di potere, la scuola di stregoneria più famosa al mondo apre i battenti e ci svela un mondo patinato e seducente del tutto inedito.
Il profilo di una Hogwarts mai racconta, fatto di incantesimi e amori proibiti, di alleanze inaspettate e pericolose che vi lasceranno letteralmente senza parole.
Se siete pronti, entrate pure e cominciate ad intrufolarvi nelle affascinanti storie dell'élite di Hogwarts.
Niente sarà più come prima.
Parola di Gossip Girl.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Sono Gossip Girl,
la vostra unica fonte di notizie sulle vite scandalose dell’élite di Hogwarts.
 
 
Ad Hogwarts è facile pensare che tutto sia esattamente come appare:
raffinato, magico, lussuoso.
Ma a volte è sufficiente una piccola chiave per aprire la porta del lato selvaggio.
E adesso che uno dei più grandi segreti della storia è stato rivelato, nessuno è più al sicuro..
 
 
“Ci beccheremo una cavolo di punizione se non usciamo subito da qui”
Fleur tentava di convincere una restia Hermione, ad abbandonare il suo angolo di paradiso nei sotterranei.
“Voglio restare qui, a letto, ad ascoltare musica deprimente tutto il giorno e a piangermi addosso”
Herm si rigirò sul suo ampio e soffice materasso, abbracciando il piumone come fosse la sua ancora di salvezza.
Fleur roteò gli occhi e ricominciò a tirare Herm per una gamba.
“Smettila di scoprirmi, ho freddo”
Protestò la Serpeverde colpendo la mano di Fleur con uno schiaffetto.
“La smetterò quando ti alzerai da questo dannato letto.. ah, e se hai intenzione di opporre resistenza, sappi che resterò tutto il giorno qui ad assillarti”
Minacciò la francesina e a quel punto Herm si mise a sedere.
Il suo volto si fece serio e scuro.
“Ho paura”
Confessò la serpina, fissando le sue mani intrecciate.
Fleur si accomodò sul letto al suo fianco e l’abbracciò.
“Ho paura di uscire da questa camera.. ho paura di loro, di quello che diranno, di come mi guarderanno.. voglio restare qui fin quando la cosa non verrà dimenticata da tutti”
Fleur strinse la mano dell’amica per impedire che questa continuasse a tormentarsi le dita.
“Herm.. lo sai anche tu che la cosa non verrà affatto dimenticata.. Sei Hermione Granger, parleranno sempre di te.. e avranno sempre gli occhi puntati su Ron e Cedric.. è il brutto di essere noi”
 
Sbaglio o colgo una nota di tristezza nella voce di F?
Che la francesina più bella del paese sia stanca di essere la ’it girl’ del castello?!
Mia cara Fleur.. non te l’hanno detto che per alcuni il cognome è un carcere a vita?
 
 
“Non pronunciare quel nome.. non voglio nemmeno sentirlo”
Replicò Herm con disgusto e con un espressione carica d’odio.
Fleur non sapeva esattamente se l’amica stesse parlando di Ron o Cedric, ma al 90% avrebbe puntato tutto sul primo.
Nonostante fosse terribilmente dispiaciuta per quanto era avvenuto durante il ballo due sere prima, Fleur era sollevata del fatto che finalmente la verità fosse uscita a galla.
Così avrebbe potuto guardare la sua migliore amica senza doversi sentire una traditrice, nel mantenere il segreto di Ron.
“Herm.. sei una Granger, sei tu a dettare le regole. Hai sempre la bacchetta dalla parte del manico, ricordi? Non puoi restare qui a nasconderti e passare per la vigliacca. Tu non hai fatto nulla.. non ne sapevi niente. Esci fuori a testa alta. Se non lo fai, allora si che avranno di che parlare..”
Herm ascoltò le parole dell’amica come fosse ipnotizzata da quanto sentiva.
Fissò un angolo della camera come se riuscisse a vedere attraverso quei mobili finemente intagliati, dietro i muri e oltre.
Lentamente annuì.
“Si, si hai ragione F.. sono io la vittima di questa situazione. Non sono io che devo restare qui a imbruttirmi e nascondermi per la vergogna. Non sono io quella che tradiva la sua ragazza andando a letto con il capitano della squadra di Quidditch dei Corvonero..”
Fleur trattenne  a stento un sorriso.
Herm era tornata.
 
 
Sembra che F possegga anche il potere di persuasione sulla giovane Granger.
Chissà quali altri talenti nasconde la francesina nel suo cilindro.. o dovrei dire.. pochette.
E a proposito di segreti F… non è il caso di vuotare il sacco una volta per tutte?
Ricorda che c’è qualcosa che Herm odia più delle giacche a vento: le bugie.
 
 
Al mattino la sala grande, la stessa che aveva fatto da scenario alla completa distruzione sociale dei tre dei ragazzi più in vista della scuola, brulicava di vita.
Il vociare era forte e assordante, il che era sorprendente dato che era lunedì mattina.
Ma dopo un week end come quello, c’era tanto di cui parlare..
Di fronte a scandali come un amore omossessuale tra due famosi e ambiti rampolli, la sonnolenza andava a farsi benedire.
Quel grigio mattino di novembre, la sveglia del lunedì non era mai stata accolta così bene.
Persino al tavolo degli insenanti, quel vivace particolare non era affatto sfuggito..
“Che hanno tutti da parlare stamattina? Io mi reggo a malapena in piedi”
Protestò Patrick Gallagher, un uomo sulla quarantina, con una spettacolare chioma corvina.
“Nottataccia Gal?”
Lo rimbeccò il suo collega, Clark Finnic, l’affascinante e avvenente professore di Pozioni, meglio noto per essersi portato a letto metà del corpo studentesco femminile dell’ultimo anno e persino alcune loro mamme.
Ovviamente queste erano solo voci di corridoio.. pettegolezzi che vagavano tra le aule come leggende metropolitane.
“Non l’avete saputo?”
In quel momento, Jane Evans prendeva posto accanto al collega Clark, rubandogli di mano una fetta di pane tostato che quest’ultimo aveva appena imburrato.
“Ehy”
Protestò Finnic mentre la Evans, insegnante di Trasfigurazione, sorrideva masticando il suo bottino.
“E comunque.. saputo cosa?”
Chiese Patrick curioso, versandosi del succo di zucca.
Questa volta  fu Ellis Forrest a parlare mentre allungava il braccio per afferrare l’ultimo cupcake rimasto nel cestino.
“Pare che Ron Weasley e Cedric Diggory avessero una tresca”
A Patrick andò di traverso il caffè.
Clark batté due colpi vigorosi sulle spalle del suo collega e amico per aiutarlo a digerire la bevanda e.. la notizia.
“No. Non ci credo.. è come se dicessero che fossi gay anch’io”
Commentò Clark con la faccia di chi ha appena ingioiato una pozione scaduta.
“Non ti crederebbero nemmeno se ti vedessero a letto con un uomo Clark..”
Lo stuzzicò Ellis ridacchiando.
Clark le fece l’occhiolino.
“Ben detto.. ho la scritta ‘stallone’ tatuata sul viso”
Jane si intromise nella conversazione.
“Lo sai con che altro fa rima la parola ‘stallone’…?!”
Lo rimbeccò acida, mentre lui sfoggiava il suo solito sorriso sornione.
“Mi vengono in mente un paio di nomi al momento.. ma direi che questo non è il contesto adatto..”
Con un cenno del capo Clark indicò il preside Charston, un uomo sulla sessantina, che sedeva a centro tavola, del tutto ignaro del fatto che i suoi colleghi si comportavano esattamente come i loro studenti adolescenti.
In quel momento però, le chiacchiere al tavolo dei docenti cessarono all’istante.
“Cos’è questo silenzio?”
Domandò Patrick sollevando gli occhi dalla pagina sportiva della Gazzetta del Profeta.
Il vocio nella sala era sparito, come se un gigantesco drago l’avesse aspirato via.
Nessuno parlava e gli occhi di tutti erano puntati in fondo alla sala, dove qualcuno aveva appena fatto il suo ingresso.
“Continuate a fare quello che stavate facendo.. fingete che sia tutto ok..”
Canticchiò Jane tra i denti, costringendo i suoi colleghi a mostrarsi davvero interessati al caffè che stavano bevendo, alla torta di melassa o ad un articolo di giornale che parlava di gorgosprizzi.
 
 
“Conta fino a tre”
Disse Fleur stringendo la mano dell’amica.
“Facciamo pure dieci”
Replicò Hermione isterica tormentando la mano della francesina che non sentiva più le dita.
“Calmati. Andrà tutto ok. Ricorda chi sei”
Herm respirò a fondo, sembrava un sub emerso dalle acque.
“Si. Ok. Sono pronta”
“Bene”
Sorrise Fleur muovendosi di un passo verso la porta della sala grande.
Prima ancora che l’altro suo piede toccasse terra, fu strattonata all’indietro con forza.
“Hermione!”
“No. Aspetta. Non sono pronta…”
La Serpeverde batteva i piedi sul pavimento di pietra per impedire che le sue gambe, fasciate in legginns scuri sotto la gonnella scozzese della divisa, tremassero.
“Possiamo restare qui quanto vuoi.. ma non sarai mai pronta finché non lo farai”
“La fai facile.. d’altronde non sei mica tu quella a cui il ragazzo metteva le corna andando a letto con un altro”
Fleur le rivolse uno sguardo accusatorio.
“Scusa. Scusa. Lo sai che quando sono agitata divento acida”
Herm tentò di scusarsi mentre spiava oltre lo spigolo che la divideva dalla sala grande.
“Allora?”
Domandò Fleur guardandola.
“Andiamo”
Sentenziò Herm cercando di apparire calma e sicura di se.
Fleur non si mosse.
“Che c’è? Pensavo fossi tu quella impaziente di entrare?”
“Lo sono”
Rispose Fleur lasciando la mano dell’amica.
“Ma questa volta voglio evitare di essere sbalzata indietro come se stessi cadendo dalla scopa. Perciò Herm.. tocca a te fare il primo passo”
La Serpeverde mise il broncio e senza lasciare gli occhi chiari della ragazza, si mosse in avanti.
Fleur sorrise e la seguì all’istante.
In pochi secondi erano sulla soglia della sala grande e furono subito investite da quel chiacchiericcio assordante.
Lo stesso di mille cicale in una sera d’Agosto.
“Stanno parlando di me, vero?”
Chiese Herm a denti stretti.
“Niente affatto. Guarda, non ti stanno nemmeno fissando”
Non appena Fleur pronunciò quelle parole, come un pauroso e immenso effetto domino, tutte le chiacchiere cessarono e centinaia di occhi presero a fissare spudoratamente le due ragazze impalate sulla soglia.
“Che stavi dicendo F?”
Herm parlò senza muovere le labbra. Era bloccata, come se qualcuno le avesse appena gettato addosso un incantesimo pietrificante.
“Sorridi e fa finta di nulla. Ricorda che..”
“Sono io quella tradita”
Completò la serpina accecata da tutti quelli sguardi.
Passò un minuto, il più lungo e interminabile minuto delle loro vite.
Poi Fleur raccolse il coraggio e riafferrò la mano dell’amica.
Cominciò a camminare, trascinandosela dietro come fosse un carro carnevalesco.
“Sorridi e fa finta di nulla. Smetteranno presto”
Continuava a ripetere la francesina mentre attraversavano la sala per raggiungere il loro tavolo.
Herm sorrideva così tanto che rischiò la paralisi facciale.
Poi quel finto sorriso le morì come il sole durante una tempesta.
Ebbe la sensazione di essere appena entrata nell’arena.
Un’immensa arena fatta di creature spietate le cui armi non erano denti affilati e grossi artigli, ma lingue velenose.
“Non ci posso credere..”
“.. è venuta a colazione”
“…già..”
“…chissà cosa si prova ad essere traditi per un uomo..”
“.. un uomo.. un uomo!! … non riesco a crederci”
“.. io non mi capacito del fatto che Ron Weasley sia gay..”
“… perché Cedric? Io c’ero andata a letto l’anno scorso ed è stato il miglior sesso della mia vita..”
“… anch’io.. chi l’avrebbe mai detto che quello stallone se la faceva con un ragazzo..”
“.. smettetela.. Ced ha detto che è una bugia..”
“.. ma Weasley ha confermato.. insomma.. ha ammesso di essere gay..”
“… secondo me è stata Hermione a farlo diventare così.. lei e la sua storia del per sempre vergine..”
“..io credevo che Ron la tradisse con Fleur..”
“..anche Gossip Girl lo pensava.. prima di rivelare la verità..”
“…chissà che vergogna per lei..”
“..già.. non capisco che ci faccia qui a colazione.. io non sarei uscita per anni dalla mia camera..”
“..Hermione è una spudorata.. le piace attirare l’attenzione nel bene e nel male..”
“…hai ragione.. guarda come sorride.. è una vipera!”
“…scommetto che tutto questo parlare di lei le faccia un immenso piacere.. esibizionista!”
Hermione ascoltava tutte quelle voci mentre lentamente procedeva a fianco di Fleur verso il loro tavolo.
Solo la stretta ferrea dell’amica le impedì di crollare in quel momento sotto gli occhi di tutti.
Vedeva le loro teste vicine che sussurravano.. i loro sorrisini.. le loro dita che la indicavano e la giudicavano.. ascoltava le loro parole che la ferivano come acido..
In quel momento sentiva che le bastava una piccola folata di vento per frantumarsi come una colonna di cemento durante una calamità naturale.
Sentiva la testa leggera, capogiri profondi che le oscuravano la visuale.
Lo stomaco era così in subbuglio che se solo avesse potuto, avrebbe vomitato lì, per terra, sulle loro scarpe da quattro soldi.
Ma Fleur era al suo fianco, continuava a sorreggerla e a guidarla come un faro nella notte.
Era la sua ancora.
In quel momento, la Serpeverde capì perché Fleur Delacour era la sua migliore amica dai tempi dell’infanzia.
 
Carissimi fratelli, siamo qui riuniti, per assistere al ripudio sociale di Hermione Jane Granger.
Scusate se tiro fuori piuma e pergamena e intingo inchiostro dal vostro veleno.
A quanto pare, non sono l’unica lingua tagliante qui al castello.
 
“Mangia qualcosa”
Fleur spinse il piatto dei biscotti verso Hermione.
“Non ho fame”
Rispose laconica la ragazza.
Per tutto il tempo non aveva fatto altro che fissare il legno lucido del tavolo.
“Stanno ancora parlando di me?”
“…. Tieni assaggia questo caffè, è squisito”
Fleur tentò di cambiare argomento passandole una tazzina piena di caffè fumante.
“Stanno ancora parlando di me”
Si rispose Hermione così abbattuta a tal punto che se l’Apocalisse fosse arrivata, lei sarebbe rimasta seduto al suo posto ad attenderla con piacere.
“Ehy Duke che hai da guardare? Vuoi un autografo per caso?”
Fleur aveva sfoderato gli artigli, pronta a difendere la sua amica.
Il serpeverde di nome Duke seduto al loro tavolo, smise di fissarle e così fecero altri ragazzi sparsi per la sala, quando Fleur rivolse loro uno sguardo feroce per scegliere a chi sarebbe toccata la sua prossima sfuriata.
Ma proprio quando le chiacchiere stavano per cessare, ecco che qualcuno arrivò a gettare benzina sul fuoco.
 
Avvistato: Ron Weasley e il suo pessimo tempismo fare ingresso nella sala.
Tutti ai posti di comando.. sembra che oggi il karma sia più bastardo del solito..
 
“Che succede?”
La domanda allarmata di Hermione trovò risposta quando un’ombra le si parò davanti.
“Non credo sia il caso Ron.. credimi non è il momento adatto..”
Ron più pallido e affranto del solito, ignorò le parole di Fleur e continuò a guardare Hermione, che a quel punto non poté evitare di sollevare la testa.
Guardò gli occhi del suo ragazzo.. del suo ex ragazzo.. e in quel momento provò un sentimento d’odio così potente e intenso che se solo avesse potuto, avrebbe sciolto la stanza come neve al sole.
“Che ci fai qui?”
Sputò la ragazza mentre Fleur le metteva una mano in grembo per calmarla.
Le teste erano tutte puntate nella loro direzioni.
Tutti affamati e in attesa di quello che si preannunciava essere uno scontro epico.
“Herm.. dobbiamo parlare”
Ron era a disagio, ma il suo tono di voce era fermo.
“Non ho niente da dirti”
“Sono io quello che ha qualcosa da dirti..”
Herm non sopportava quello sguardo da cane bastonato.
Rischiava di perdere il controllo.
E non doveva.
“Ci vorrà solo un minuto”
Aggiunse il ragazzo ben conscio che nonostante il suo tono di voce basso, centinaia di orecchie erano tese a cogliere ogni singola parola.
Hermione sorrise spietata e rispose con voce crudelmente calma e setosa.
“D’ora in avanti, non intendo sprecare un solo minuto della mia vita per ascoltare le tue parole ne per guardare il tuo bel faccino da bravo ragazzo della porta accanto. Sei solo un vigliacco, un patetico, inutile ragazzo, Ronald Weasley e io non voglio più che il mio nome venga associato al tuo”
Se solo Hermione lo avesse schiantato, la cosa avrebbe fatto meno paura e meno male.
Anche se Fleur era la sua migliore amica, in quel momento non poté fare a meno di provare un profondo dispiacere per Ron e stringersi nelle spalle difronte a quell’innaturale gelo che proveniva dalla ragazza seduta al suo fianco.
Il colorito di Herm era più roseo e il suo sorriso più marcato.
Distruggere qualcuno sotto gli occhi di tutti era la sua specialità, il suo marchio.
E mentre Ron si accartocciava come una pergamena tra le fiamme, Herm riacquistava il suo potere e il suo buon nome.
Tutti erano sbalorditi ed eccitati.
Vedere la regina all’opera era un bel modo di iniziare la giornata.
Soddisfatta dal brusco cambiamento d’umore della sala e dall’attenzione guadagnata, Hermione alzò la testa fiera e poggiò, con un gesto elegante e misurato, le spalle alla spalliera gonfiando il petto come un pavone.
Fleur capì che Hermione non aveva più bisogno del suo sostegno.
Sapeva combattere le sue battaglie anche da sola.
E in quel momento avrebbe volentieri prestato soccorso a Ron piuttosto che assistere mentre veniva messo alla gogna.
 
Avvistata: Hermione Granger raccogliere la corona perduta e riporla al suo posto.
Il valore di una sovrana non si misura dal numero delle sconfitte, ma da come sa rialzarsi dopo una caduta.
E sembra che in quanto a stile e perfidia, Herm sappia il fatto suo..
Povero Ron.. nessuno ha avuto il buon cuore di offrirgli uno scudo per ripararsi dagli attacchi di Herm.. speriamo ne esca vivo.
 
 
Il mormorio nella sala riprese basso e frusciante mentre tutti aspettavano la contromossa di Ron.
Avrebbe incassato e portato a casa o si sarebbe degnamente difeso?!
Il ragazzo era consapevole del fatto che centinaia di occhi erano fissi su di lui, li sentiva perforargli la carne, come tante sanguisughe affamate.
Sapeva che qualsiasi cosa avesse fatto, avrebbe solo peggiorato le cose.
Aveva ferito Hermione nel modo più atroce.
Di certo lei non aveva mai vinto il titolo ‘ragazza dell’anno’, ma non gli aveva mai arrecato un torto simile, ne provocato un dolore di quella portata.
Perciò glielo doveva.
Sapeva che l’aveva toccata nel profondo, che quello scandalo l’avrebbe distrutta e portato via tutto ciò che amava e a cui teneva: la sua reputazione, il controllo della scuola.
Perciò se umiliarsi ancora pubblicamente sarebbe servito a riabilitare il nome di lei, Ron l’avrebbe fatto volentieri.
Le avrebbe lasciato l’onore e la gloria di averlo ridotto in cenere, come ultimo gesto d’affetto nei suoi confronti.
Dopo una pausa che sembrò durare un’eternità, il ragazzo deglutì e fece un passo indietro.
Lentamente si mosse avviandosi verso l’uscita e lasciando lì Hermione, bloccata ancora nella sua posa di regina vittoriosa.
Il brusio crebbe d’intensità, ma questa volta c’erano sguardi d’ammirazione tutti per Herm.
 
 
Poche sedie più in la, Draco Malfoy aveva assistito a tutta la scena senza mai commentare ne rivelare in qualche maniera la sua presenza.
Si godeva lo spettacolo, come un babbano a teatro.
Benché fingesse fosse tutto ok, la cosa lo turbava parecchio.
Nelle ultime due notti, da quando il ballo era finito, non aveva dormito nella camera che condivideva con Ron nei sotterranei.
Il suo migliore amico, lo stesso che aveva reputato un fratello..
Quello che gli aveva taciuto i suoi problemi tenendolo all’oscuro su una verità e un segreto non da poco..
Draco non voleva ammetterlo, ma si sentiva ferito dall’atteggiamento dell’amico.
Non accettava l’idea che lui non si fosse sentito a suo agio, ne si fosse fidato per confessargli la verità.
In tutti quegli anni, Ron era l’unico che aveva creduto in lui.
L’unico che, in una vita disastrosa, fatta di insuccessi scolastici e genitori pretenziosi, l’aveva fatto sentire importante e degno di meritare la fiducia e il rispetto di qualcuno.
Perciò adesso non sapeva come comportarsi.
Era arrabbiato, deluso e ferito.. ma sapeva che non poteva affrontare l’argomento con Ron perché lui aveva grane peggiori di cui occuparsi.
E Ron aveva bisogno del suo sostegno, una cosa che al momento gli riusciva difficile offrirgli.
Ecco perché, mentre Ron Weasley usciva dalla sala grande, sconfitto e umiliato, solo come mai era stato in tutta la sua vita, Draco Malfoy finse di leggere il giornale pur di non incrociare lo sguardo sofferente dell’amico.
 
 
Cedric Diggory aveva un buon motivo per saltare la colazione quella mattina.
Nella sala si era notato solo per l’assenza.
A giustificarlo c’erano gli allenamenti di Quidditch, un appuntamento a cui non poteva mancare.
Cedric era il capitano della sua squadra e prefetto della sua casa: i Corvonero.
Era il fiore all’occhiello di tutti, il ragazzo più sexy del castello e lo scapolo d’oro più abito in città.
Era il figlio che ogni genitore avrebbe voluto:  impegnato nel sociale, capitano pluripremiato di Quidditch (la sua casata non aveva mai vinto così tante coppe da quando Ced era entrato a farne parte), e dulcis in fundo, cosa sorprendente per uno sportivo.. Cedric Diggory era anche intelligente.
La sua carriera scolastica faceva invidia a metà degli studenti del castello, così come il suo fondo fiduciario. 
La sua vita era perfetta, impeccabile come ci si aspettava da uno come lui.
Ma ogni cosa era naufragata dopo lo scandalo.
Adesso, dopo un week end passato a nascondersi, era tempo di tornare alla vita vera e affrontarla.
Combatterla come una partita di Quidditch e vincere la sfida.
Perche la vittoria e il successo erano le cose che gli riuscivano meglio.
Cedric Diggory amava la sua vita, amava la sua gloria, la sua reputazione, il suo fascino e il suo onore.
Amava sentirsi acclamato, essere un dio greco venerato da tutti: insegnanti, allievi e genitori.
Le cose erano sempre state così e così dovevano tornare ad essere.
Perciò, dopo aver tirato un lungo sospiro, Cedric spalancò la porta dello spogliatoio con fermezza ed entrò nella stanza con la sua solita aria sicura e naturalmente affascinante.
I giocatori ridevano scambiandosi le solite battute sulle ragazze e sul Quidditch.
Quando la porta sbatté rivelando la presenza del capitano, le chiacchiere morirono all’istante.
Spike e Vin che erano seminudi, si ricoprirono subito, quasi spaventati dalla visione improvvisa di Ced.
Un altro ragazzo si strinse meglio l’accappatoio e il suo amico, che si stava sfilando la maglietta, ci ripensò e la calò di nuovo giù.
Ced era sbalordito e infuriato.
Si mordicchiò il labbro come quando era nervoso mentre gli occhi si indurivano come iceberg nell’oceano.
Duncan Gale era da sempre il migliore amico di Cedric.
Erano cresciuti insieme, le loro famiglie erano unite da decenni di affari e interessi comuni.
Duncan passava molto tempo a casa di Cedric, così come Ced era solito trascorrere le vacanze o il tempo libero nella lussuosa villa dei Gale nelle campagne dello Yorkshire.
Ciò che Ced non immaginava, era che il suo migliore amico, nutriva da sempre un profondo senso di invidia nei suoi confronti.
Duncan era un discreto giocatore di Quidditch, ma un disastro totale in tutto il resto.
Solo la sua avvenenza, il suo bel faccino, e la sua camera blindata stracolma di galeoni e titoli finanziari alla Gringott, salvavano la sua reputazione e il suo buon nome.
Perciò dato lo scandalo incredibile in cui Cedric era coinvolto, Duncan capì che quello era il suo momento.
L’occasione perfetta per spodestare dal trono Cedric Diggory una volta per tutte.
Finalmente sarebbe stato lui quello brillante, quello speciale.. quello non oscurato dalla gloria di Cedric.
Finalmente poteva uscire dalla sua ombra e primeggiare.
Ecco perché, mentre Ced restava fermo al centro della stanza e fissava il suo amico in attesa di una sua mossa solidale, Duncan lasciò cadere l’asciugamano che aveva in vita.
Restò completamente nudo al cospetto di Ced e di tutti gli altri.
Poi si voltò, si piegò in avanti e schiaffeggiandosi il sedere cominciò a dire con tono di voce stridula:
“Oh si. Si. Si Cedric.. così. Mh, si.. si. Più forte Ced.. sei uno stallone.. si..si.. così, fammi godere”
La squadra scoppiò a ridere, risate frenetiche e convulse, mentre Duncan si voltava e raccoglieva l’asciugamano da terra.
A sorpresa di tutti, anche Cedric rise.
“Sai Duncan è davvero buffo…”
Esordì facendo un passo verso di lui.
“…anche tua madre ripeteva le stesse parole mentre me la sbattevo l’estate scorsa… solo che lei urlava di più”
Qualcuno commentò sbalordito con un sonoro: “whoooo”
Mentre Ced riceveva applausi e alcune pacche sulla spalla.
Il capitano sorrise trionfante mentre Duncan digrignava i denti come un mastino.
“Adesso che ci penso.. si, tua madre urlava davvero tanto… sarà per questo che gettava l’incantesimo muffiliato sulla porta della tua camera? Per non farti sentire quanto ci divertivamo mentre tu facevi il tuo sonnellino di bellezza?”
“Brutto bastardo!”
Duncan si lanciò contro Cedric che però fu più veloce.
Armato di bacchetta, sollevò quest’ultima con un movimento deciso e scattante.
Duncan finì per terra in fondo alla stanza, battendo la schiena contro una delle panche che strisciò rumorosamente sul pavimento.
 
 
Attento D!
Mai fare arrabbiare un Diggory..
Si dice in giro che in quanto a vendetta, il playboy di Hogwarts sia solo secondo alla nostra Hermione.
I due formerebbero una coppia perfetta… peccato solo che il destino abbia programmi diversi.
 
 
Lo spogliatoio era allibito.
I fuori programma erano mal visti solo durante le partite, ma i giocatori di certo non disdegnavano scene come quelle.
Le lotte di potere tra titani erano un vero elisir al castello.
E prenderne parte per poi poterlo raccontare in giro attraverso Gossip Girl, era come essere invitati a corte da Enrico VIII in persona: un vera vittoria per il proprio nome e per la propria scalata sociale.
Anche gli ultimi restii finirono per complimentarsi con Cedric e ammettere la sua superiorità.
Adesso più che mai, dopo quel terribile scandalo, erano convinti che il loro capitano era degno del titolo e della reputazione che gli spettava.
Da bravo ragazzo quale era, dopo averlo schiantato, Ced non ci pensò due volte a raggiungere il povero Duncan e porgergli una mano.
Una stretta che Duncan accettò, mentre si rialzava e stringeva in un abbraccio fraterno il suo amico di sempre, tra gli applausi e le acclamazioni generali.
 
 
“Finalmente. Casa”
Hermione crollò sul letto, mentre Fleur chiudeva la porta della camera e lasciava cadere per terra la sua borsa piena di libri.
“E’ stata una giornata terribile.. ma penso di aver riacquistato qualche punto… certo sarà dura liberarsi di una vergogna simile ma sono ottimista.. solo poche ore fa non avrei mai sperato in un risultato così promettente”
Fleur evitò di commentare mentre si pettinava i capelli specchiandosi nel grande specchio dorato.
Herm capì che qualcosa non andava.
Sollevò la testa dal piumone per osservare l’amica.
“Ehy.. tutto ok?.. e da quando abbiamo finito la colazione che non pronunci parola”
Fleur si voltò.
“Ti sembrava il modo giusto di trattarlo?”
Herm corrugò la fronte.
“Parlo di Ron… non sono affatto contenta di come l’hai aggredito pubblicamente”
Hermione spalancò la bocca sorpresa.
“Ma Fleur sono io quella tradita. Sono io la vittima, ricordi?!”
Fleur lasciò perdere la spazzola e fece un passo verso la serpina.
“Lo so che hai tutto il diritto di essere arrabbiata con lui, sto solo dicendo che non dovevi trattarlo come hai fatto stamattina”
Hermione si sistemò a sedere, assumendo una posa più dignitosa e meno rilassata come quando sentiva di dover difendere se stessa e le sue azioni.
“Come avrei dovuto trattarlo secondo te? E’ venuto lui a cercarmi.. non sono stata io ad andare da lui per fare una scenata”
Fleur sbuffò infastidita.
“Proprio non capisci.. l’hai umiliato, offeso.. trattato peggio di un vermicolo.  E l’hai fatto difronte a quella gente, la stessa di cui tu hai paura ogni volta che le cose non vanno secondo i tuoi piani”
Hermione era perplessa.
“Mi stai forse criticando? O sei arrabbiata con me? Perché nel caso te lo fossi dimenticata, sono io quella cornuta, tradita dal mio ragazzo che a me ha preferito un uomo.. un uomo!”
Ripeté Hermione ad alta voce come se dirlo con enfasi avrebbe sottolineato meglio la gravità della cosa e fatto riacquistare il senno all’amica.
Ma ebbe l’effetto opposto.
“Tu guardi solo ciò che vuoi vedere.. non ti importa di Ron, il ragazzo che da anni dici di amare. Per la verità, non ti importa di nessuno se non di te e del tuo nome. Sei disposta a schiacciare la persona che ami anche a costo di riprenderti ciò che è tuo”
Hermione non era affatto scandalizzata o arrabbiata per le parole dell’amica.
Sapeva di essere così e ne era fiera.
Tutti la conoscevano e l’ammiravano per quello.
C’era un motivo se lei era la regina della scuola.
“E allora? Non stai affatto dicendo nulla di nuovo.. mi conosci da una vita, sai che sono così. Cosa c’è che non va adesso?”
La serpina proprio non capiva cosa la francesina le stesse cercando di dire.
“C’è Hermione, che devi smetterla di guardare le cose solo dalla tua prospettiva.. è arrivato il momento di preoccuparti anche di chi ami”
“Sono stata coinvolta in uno scandalo.. ed è terribile, tu dovresti capirlo meglio di chiunque”
Fleur evitò la frecciatina lanciatale dall’amica e proseguì imperterrita.
“E’ terribile anche per Ron… Ron, il ragazzo che è rimasto accanto a te sempre e per sempre… qualunque cosa hai dovuto affrontare o passare, lui c’era. Era li quando tuo padre è scappato di casa con una modella babbana, quando tu e tua madre avete litigato, quando tu hai avuto…i tuoi problemi..”
Fleur sorvolò sulla natura di quei problemi per non ferirla.
“Anche tu ci sei sempre stata”
Commentò Herm ora spaventata dalla piega che la conversazione stava prendendo.
“Si, ci sono stata anch’io. Come Ron.. e lui sta soffrendo come te, forse di più. E tu l’hai calpestato davanti a quelle serpi, l’hai dato in pasto ai leoni. Hai idea di cosa questo significhi? Del tormento che da mesi lo perseguita, mentre tentava di dirti la verità.. ma tu eri troppo occupata con un ballo, o un party, o un evento.. e lui aveva solo bisogno di parlarti e dirti tutto. Voleva superare tutto questo con te, come sempre”
Hermione si alzò lentamente dal letto, gli occhi stretti dal sospetto come quelli di una pantera.
“Come fai a sapere tutto questo?”
Fleur capì di essersi spinta oltre. Di aver detto troppo.
Guardò l’amica sentendo una lacrima affiorare, per il nervosismo e la tensione.
“Ti ho fatto una domanda Fleur.. rispondimi! Come fai a sapere tutto questo?”
La voce di Herm salì di un’ottava mentre lei avanzava verso la francesina che fece un passo indietro.
Abbassò la testa e prese a fissare la punta delle sue scarpe.
“.. Tu lo sapevi già.. non è così? Sapevi di Ron e Cedric da tempo…”
A quel punto Fleur non era l’unica con gli occhi lucidi.
La voce di Hermione era bassa ma animata dall’improvvisa verità a cui era appena giunta.
La francesina non rispose, ma continuò a tenere lo sguardo basso.
“E’ così?”
Herm tentò disperata di strappare una smentita dall’amica.
Voleva davvero sentirsi dire di essersi sbagliata. Che Fleur avesse saputo dello scandalo insieme con lei, quella sera al ballo.
“E’ così? Dimmelo è così?!”
Urlò furiosa mentre Fleur si passava una mano tra i capelli come quando era in difficoltà.
“Dimmelo Fleur.. tu lo sapevi?”
“Si”
Confessò Fleur stanca di sentire le urla della serpina.
“Lo sapevo.. gli ho scoperti una sera, giù negli spogliatoi del campus”
Liberarsi di quel peso non poteva essere più doloroso.
Fleur trovò il coraggio di guardare Herm negli occhi, ma la sua immagine era offuscata dalle lacrime.
“Sei la mia migliore amica.. avresti dovuto dirmelo.. avresti potuto evitare che questa tragedia scoppiasse ..avresti..”
Herm non completò la frase.
Era disgustata.
Come quando aveva scoperto di Ced e Ron due giorni prima.
Sentì lo stesso colpo al cuore, lo stesso peso in fondo allo stomaco.
“Herm.. mi dispiace, io..”
Fleur fece un passo avanti, ma Hermione cacciò indietro le lacrime, affilò lo sguardo e alzò le mani per evitare che la francesina la toccasse.
“Vattene via”
“Herm..ti prego..”
“Vattene!”
Fleur non si mosse.
Restò li, addolorata in attesa che l’amica cambiasse idea.
“Ho detto vattene via”
Liberandosi delle lacrime che le scorrevano in viso, Fleur lasciò la stanza.
Solo quando la porta si chiude, Herm si concesse la libertà di piangere.
 
 
Dicono che le brutte notizie non viaggiano mai sole.
Sembra che anche questa volta, la regola si riconferma alla grande.
Povera Herm.. qualcuno lassù deve odiarla davvero tanto.
 
Ma le sorprese non sono ancora finite per oggi.
E pensare che sono solo le cinque del pomeriggio..
 
Ron era in camera sua a fare la stessa cosa che faceva da ore: fissare il soffitto buio.
Di Draco nessuna traccia.
Non era tornato in camera ne per un cambio di biancheria ne per recuperare libri.
Ma lui non ne aveva bisogno.
Non quando sapeva come prendere tutto ciò che desiderava dalla stanza delle necessità.
Ancora ricordava il momento in cui avevano scoperto l’esistenza di quella stanza insieme, tanti anni prima…
Ma i suoi pensieri furono interrotti violentemente, quando qualcuno bussò alla porta.
Ron scattò a sedere sul letto.
In un primo momento pensò si trattasse di Draco, ma quella era anche camera sua e non aveva di certo bisogno di bussare.
Poi il suo cuore perse un battito quando immaginò e quasi sperò che fosse Cedric.
D’altronde il Corvonero conosceva la parola d’ordina del dormitorio dei Serpeverde, così come Ron sapeva che fare per intrufolarsi in camera di Ced..
Scese di corsa dal letto, la camicia bianca della divisa scolastica stropicciata, come i suoi capelli.
Andò ad aprire e restò per un attimo senza parole.
“Hermione”
Sibilò sorpreso.
“Posso entrare?”
 
Avvistati: Herm e Ron di nuovo insieme dopo l’ultimo round.
È una bandiera bianca o un guantone da box quello che vedo regina Herm?
Preparate i popcorn, ci aspetta una tregua o una nuova battaglia.
E sapete chi va matta per tutto questo?
Gossip Girl.
 
 
 
 
 
 
NdA
Salve a tutti, è la prima volta che scrivo una nota in questa storia.
Volevo anzitutto ringraziarvi perchè ho visto che siete già in tanti a seguirla e ad averla aggiunta tra i preferiti, anche se ho pubblicato solo tre capitoli finora.
Perciò, grazie davvero!!
Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento.. 
Mi piacerebbe leggere le vostre recensioni, per sapere che ne pensate della storia in generale. Se vi piace, se avete dubbi.. Quali sono le cose che preferite e cosa proprio non vi piace.
Accetto anche le critiche ovviamente, servono molto a migliorare.
Spero di leggervi presto, affinché la storia continui ho bisogno di sapere le vostre opinioni, altrimenti è inutile continuare a scriverla!
Grazie ancora per tutto e buon week end ;)

Mordreed.

 
   
 
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