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Autore: Jessica24    12/01/2014    4 recensioni
Missing moment tra i due musical del “Fantasma dell’Opera” :
“Non preoccuparti, piccola mia”, disse suo padre, accarezzandole piano il viso infantile. “Anche se me ne andrò ci sarà sempre un angelo che veglierà su di te, al mio posto.”
La Christine bambina sorrise. “Un Angelo della Musica?”, gli chiese.
“Esatto”, rispose suo padre, ricambiando il sorriso.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christine Daaé, Erik/Il fantasma, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                             La Dimora sul Lago
 
Non le ci volle molto e quando arrivò vide che il teatro era ancora chiuso; si chiese quando tempo ci sarebbe voluto ai due direttori per riparare i danni e se avrebbero avuto ancora fortuna nella direzione dell’Opèra. Christine si guardò per un attimo intorno, prima di incamminarsi verso il vicolo in cui si trovava l’entrata secondaria del teatro, quella in cui si trovavano le stanze delle ballerine.                                               
Nella piazza non c’erano più gendarmi; probabilmente erano andati via tutti una settimana prima. Ormai il Fantasma non era più un pericolo, per nessuno. 
Quella consapevolezza la atterrì di nuovo: se era troppo tardi non se lo sarebbe mai perdonato; non avrebbe sopportato di essere la causa della morte di Erik.                                                   
Era tornata indietro dopo che lui aveva liberato lei stessa e Raoul; gli occhi azzurri di lui erano lucidi per le lacrime e con voce rotta Erik aveva cantato quello che provava nei suoi confronti.                                                         
E lei … lei aveva sentito lacrime simili a quelle del Fantasma rigarle le guance, ma due settimane prima aveva pensato che quel pianto fosse per la gratitudine che provava nei suoi confronti, per averla lasciata libera.                                                                                       
Per cui si era tolta l’anello che lui le aveva dato poco prima e si era limitata a baciargli le dita prima di andarsene con Raoul.
Ma in quei momenti che aveva passato sulla Senna a ricordare, si era resa conto che quelle lacrime erano per il dolore di sapere che non lo avrebbe più rivisto.                                                                
Non puoi morire, mio Angelo, non ora che ho capito quanto sia stata stupida la mia scelta.                                           
È tardi ormai, replicò la voce di Erik. Se verrai nella Dimora sul Lago troverai soltanto un cadavere da seppellire.                                       
Christine preferì non ascoltare quell’ultima frase ed entrò nel teatro, camminando fino al proprio camerino; lì accese alcune candele per avere più luce e iniziò a tastare la cornice dello specchio per trovare il meccanismo che lo avrebbe aperto, permettendole di scendere fino alla casa di Erik.               
Ci vollero alcuni minuti ma quando lo trovò sorrise, prese una lanterna e iniziò ad addentrarsi nel labirinto sotterraneo.
 
Il bambino non riusciva a capire perché la donna di fronte a lui stesse piangendo. Perché scoppiava in lacrime ogni volta che posava gli occhi su di lui?  
La donna indossava un vestito grigio scuro – un tempo nero – e i capelli neri erano raccolti sulla nuca. Prima che il bambino potesse porle quella domanda per l’ennesima volta – anche se sapeva che non avrebbe ottenuto nessuna risposta – la donna gli passò un oggetto bianco; il bambino se lo rigirò nelle mani, indeciso su cosa farne.                                                                                                                                                       
Non voglio rivedere tutto questo, pensò l’Erik adulto. So già cosa succede e non voglio riviverlo.                              
Ma non riusciva a svegliarsi e non poté neanche distogliere lo sguardo dalla scena.                                                       
Il bambino alzò di nuovo gli occhi sulla donna e sia lui che l’Erik adulto si accorsero che era cambiata: il vestito era sempre scuro, ma i capelli erano castani ed erano raccolti in una treccia che le scendeva lungo il petto.                                                                 
“Devi indossarla”, disse madame Giry al bambino, indicando la mezza maschera bianca.                                                 
Poi il suo corpo cambiò di nuovo, per l’ultima volta, e davanti al bambino comparve Christine, con l’abito bianco dell’ultima volta che l’aveva vista e i riccioli biondi sciolti sul petto e lungo la schiena.                                         
Una bambola, pensò l’Erik adulto, con un sorriso amaro. Una bambola come quella che ho creato io.  
“Nessuno merita di avere davanti un simile orrore”, disse Christine con voce atona.                                          
Incurante delle lacrime che avevano iniziato a scorrere sulle guance del bambino a quelle parole, Christine gli si inginocchiò davanti, prese la maschera dalle sue mani e gliela posizionò sul lato sinistro del viso.                        
In quel momento avvenirono simultaneamente due eventi: il bambino iniziò a crescere fino a diventare adulto e si tolse la maschera, mentre le tre donne apparvero davanti a lui nello stesso istante e non una dopo l’altra.                                                                                                   
Il nuovo Erik adulto posò la maschera su un mobile che aveva accanto e la sostituì con un cappio rosso.                       
Il laccio del Punjab, pensò l’altro Erik, riconoscendo l’arma che aveva usato per compiere i propri omicidi, nel teatro.                                            
Ma nell’altro Erik c’era qualcosa di diverso e se ne accorse quando si avvicinò per guardarlo meglio.                  
Gli occhi, che non erano azzurro scuro, ma dorati come le fiamme di una candela.                                                           
“Siete pronte ad avere il mio giudizio, mesdames?”, chiese l’uomo con gli occhi dorati, con un sorriso crudele che storse i lineamenti del suo viso, facendolo somigliare più che mai a un teschio ghignante.                    
Le tre donne si limitarono a fissarlo con occhi vacui, senza rispondergli. Persino Christine, che di solito lo avrebbe implorato in lacrime di risparmiarle la vita e lasciarla andare.                   
“Madame Giry, voi siete l’unica a sapere cosa sia questo”, disse l’uomo con gli occhi dorati all’insegnante di danza.                                              
“Il laccio del Punjab”, rispose la donna.                                                                                                                          
“Esattamente!”, esclamò l’altro Erik. “Siete intuitiva come sempre, mia cara. Questo è l’unico oggetto di cui posso fidarmi, l’unico che mi rimarrà fedele fino alla fine dei miei miserabili giorni.”                                                       
“Io ti ho aiutato finché ho potuto farlo”, replicò madame Giry. “Ma non potevo permetterti di tormentare oltre quella povera ragazza, che per me è come una figlia.”                                                                                             
Una volta avete detto anche a me la stessa cosa, pensò l’Erik con gli occhi azzurri.                                                       
“Una volta avete detto anche a me la stessa cosa”, disse l’altro Erik. “Eppure non avete esitato a tradirmi, come ha fatto la mia vera madre.”                  
“Mi dispiace di averti fatto soffrire, Erik”, si intromise la prima donna. “Ma a quel tempo darti agli zingari mi è parsa l’unica alternativa possibile.”            
“E a me non avete pensato?! A tutti gli abusi, le percosse, gli scherni che ho dovuto subire per colpa vostra, madre? Mi hanno chiamato in così tanti modi che alla fine ho deciso di diventare davvero quello che loro volevano e vendicarmi su tutti coloro che mi avevano fatto dei torti.”                                   
“Il Figlio del Diavolo”, sussurrò Christine, mettendosi di fronte alle altre due. “Il Signore delle Botole, il Fantasma dell’Opera.”                               
“Si, si e ancora si!”, esclamò l’Erik con gli occhi dorati, mentre quello con gli occhi azzurri ormai si era seduto in disparte, per assistere passivamente allo strano sogno che stava facendo.                                                  
Christine continuò ad avvicinarsi a lui e l’altro Erik, istintivamente, arretrò sotto lo sguardo degli occhi azzurri di lei.                                                
“Qual è la mia accusa?”, gli chiese la ragazza, afferrando da sola il laccio che lui aveva in mano.                                      
“Io ti ho insegnato tutto quello che sapevo sulla musica, per farti brillare davvero come la stella che sei. E tu hai preferito scegliere una vita monotona, accanto ad un uomo superficiale. Forse perché in realtà lo sei anche tu?”                                                                                                        
“Può darsi”, rispose Christine. “Per anni sei stato il mio vero amico e avrai sempre la mia gratitudine per tutto quello che mi hai insegnato. Ma l’amore … come hai potuto pensare che avrei potuto amarti dopo gli eventi che sono successi? Tu mi hai spaventata e la passione è svanita come neve al sole … ma avrò sempre il tuo ricordo a tenermi compagnia e con il tempo tu ti dimenticherai di me e amerai di nuovo.”                                                    
“No”, risposero i due Erik, simultaneamente.                                                                                                                                                      
“Non potrò mai dimenticarti”, continuò quello con gli occhi dorati. “Io ti ho dato il mio cuore e tu non hai esitato a tagliarlo in quattro piccoli pezzi. Ma so per certo che soltanto la mia morte potrà porre fine a quello che provo nei tuoi confronti.”                                                                                  
Christine lasciò andare il laccio e gli accarezzò la parte sinistra del viso. “Oppure la mia morte”, sussurrò, prima di mettersi nuovamente in mezzo alle altre due donne.                                                                                               
“Fa’ quello che devi fare …”, disse sua madre.                                                                                                                        
“… ma fallo in fretta”, concluse madame Giry.
 
Erik si svegliò prima che il sogno potesse avere una conclusione e forse fu meglio così. Sapeva che il suo giudizio – o meglio, quello dell’altro Erik – si sarebbe concluso con il laccio del Punjab stretto attorno al collo delle tre donne.                                                                                     
Lentamente si alzò in piedi e si asciugò le lacrime che gli avevano bagnato il viso, mentre dormiva.                            
Si chiese quanto tempo fosse passato dalla sera in cui si era nascosto in quel luogo, quando al teatro avevano rappresentato l’opera scritta da lui stesso.            
Di sicuro una decina di giorni ed era strano che avesse ancora abbastanza forza da muoversi e camminare.
Neanche la Morte vuole degnarsi di venirmi a prendere.                                                                                                 
Stava per avvicinarsi allo specchio che aveva usato per nascondersi e scostare l’arazzo rosso che lo copriva, quando senti dei rumori provenire dall’altra parte, dalla sua Dimora sul Lago.                                                                
C’era ancora qualcuno che girovagava in quel luogo, credendo che lui fosse scomparso del tutto?                                 
Se era da solo, lo avrebbe colto alla sprovvista e nessuno avrebbe trovato il cadavere dello sventurato – o della sventurata – che era entrato nei suoi domini.       
Nessuno può venire in casa mia senza invito.  
 
ANGOLO AUTRICE
Ed eccomi con il secondo capitolo già pronto, dearies. Alla fine ho deciso di far diventare questa fan fiction una three shot – è nel prossimo capitolo ci sarà finalmente il tanto atteso incontro tra Erik e Christine.                
Alla prossima, Jessica21 :*
 
  
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