Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Kaninchen    14/01/2014    4 recensioni
E se Elsa non fosse l'unica ad avere dei poteri? Se anche Anna possedesse dei poteri di cui nessuno, nemmeno il re e la regina di Arendelle, ne era a conoscenza? E se qualcuno nell'ombra stesse tramando contro le due sorelle per un torto subito?
- In revisione -
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VIII

 

L'alba era sorta, illuminando Arendelle di colori caldi e gioiosi.

Ma per nessuno in quel regno, quel giorno sarebbe stato motivo di gioia e felicità.

 

Tutto il reame ormai sapeva cosa era accaduto quella notte.

Tutti si erano svegliati ascoltando quel verso mostruoso, propagatosi per l'intero fiordo.

Tutti si erano alzati ascoltando la corsa ritmata delle prime guardie e dei cani che correvano fuori dalle mura.

Tutti sapevano della perdita che avevano avuto quella notte...

Tutte le persone ormai lo sapevano, tutte tranne una. La regina.

 

Grace si trovava fuori dalle stanze della sua sovrana, le vesti strappate e insanguante della principessa ancora strette tra le mani.

Tremava.

Il medico di corte le aveva riferito che la regina, straordinariamente a parer suo, non aveva riportato alcuna ferita e che probabilmente di li a poco si sarebbe svegliata, raccomandando in ogni caso di non farla alzare e di farla riposare per qualche giorno.

Grace si era messa a pensare a come l'aveva fissata a lungo quel vecchio, per poi, con sguardo triste, osservare ciò che aveva tra le mani.

 

- Era una brava ragazza... piena di vita... è stata una grave perdita non c'è che dire, in particolare per sua Maestà... - aveva sospirato pesantemente il vecchio pulendosi gli occhiali tondi, poi aveva aggiunto con un filo di voce - Se ci dovessero essere altri problemi, chiamami pure... -

 

Le aveva dato un affettuosa pacca sul braccio e poi si era allontanato, con un passo lento e strascicato, come se non volesse ancora credere a quello che gli era stato riferito quella sera.

 

La donna sentì una mano posarsi sulla sua spalla e sussultò appena.

- Grace... -

Si voltò e osservando il proprietario di quella voce si abbandonò ad esso, mentre calde lacrime cominciavano a rigarle le enormi e paffute guance.

- L'ha uccisa Gerda... quel mostro ha ucciso Anna... ed ora... -

Gerda avvolse in un abbraccio la sorella, nella speranza di poterle essere in qualche modo di conforto.

La capiva. Lei e la sorella avevano passato la loro vita ad occuparsi di quella monella, di quel dolce e solare terremoto che aveva rallegrato la vita di tutti, in quei lunghi anni nei quali il palazzo si era chiuso al resto del mondo.

- Grace... dobbiamo farci forza... Anna non tornerà e non credo le farebbe piacere vederci in questo stato non credi anche tu? - sorrise alla sorella asciugandole gli occhi, mentre una lacrima mal trattenuta scendeva dalle proprie – Inoltre, dobbiamo farci forza anche per Elsa... Anna era sua sorella... e solo il cielo sa se ha anche assistito mentre quella belva la sbranava... - concluse con voce tremante.

Grace strinse il vestito di Anna, mentre nuovi tremori l'avvolgevano. Il ricordo di quel mostro accovacciato sulla regina... la trasformazione nella sua forma demoniaca... quel suo sguardo felice mentre osservava Elsa pensando magari di divorarla in un boccone...

Le vennero i brividi al solo pensiero.

Se non fosse arrivata in tempo? Se non si fosse portata dietro quelle guardie a quest'ora...

Scosse la testa. No, non voleva pensare a ciò che sarebbe potuto accadere se non si fosse decisa ad intervenire.

- Dag poco fa ha visitato la regina... Ha detto che sta bene e che probabilmente si dovrebbe svegliare tra un po... - informò Grace, allontanandosi dalla sorella.

- Capisco... entriamo allora. Se Elsa si sveglia potrebbe decidere di alzarsi. -

- Sì... credo sia meglio. -

Grace ringraziò mentalmente la sorella per essere lì con lei, mentre osservava titubante la porta della camera.

Non che avesse particolare paura della regina, ma temeva più che altro di non riuscire a gestire adeguatamente quella situazione.

 

Aprirono la porta e senza far troppo rumore si avvicinarono al letto della regina delle nevi.

I capelli argentei sparsi sul cuscino erano stati puliti, togliendole di dosso le incrostazioni di sangue, mentre l'abito di ghiaccio le era stato tolto, facendole indossare una più pratica vestaglia, in modo che Dag potesse vistarla.

Grace osservò attentamente il viso di Elsa, notando con piacere che rispetto a quando l'aveva soccorsa, le sue guance avevano ripreso un po di colorito.

Le due governanti si guardarono, scambiandosi un sorriso, che poco dopo gli morì sulle labbra.

Elsa aveva cominciato ad agitarsi tra le lenzuola, cominciando ad urlare il nome della sorella.

Presa dal panico Grace, fece la prima cosa che le venne in mente, passo il fagotto insanguinato alla sorella avvicinandosi al letto e cominciando a scuotere la sua sovrana con l'intento di svegliarla.

 

Elsa aprì gli occhi di scatto.

“Era... era solo un incubo... era solo un incubo, vero?” pensò portandosi una mano al petto e recuperando un po di respiro.

- Maestà! Maestà, state bene? -

Elsa sobbalzò sentendo quella voce così vicina.

Si voltò mettendo lentamente a fuoco il viso di Grace che la guardava con occhi preoccupati.

- Sì... sì, credo di sì – rispose un po incerta la regina delle nevi, portandosi una mano tra i capelli.

Si guardò stupita la mano, mentre le sue dita passavano tra dei fili argentei.

“Come mai ho i capelli sciolti? E poi quando sono andata a letto? E questa vestaglia?”

Confusa guardò Grace.

- Grace, cosa ci fai nella mia camera? E poi... - guardò stupita oltre la donna, notando un'altra persona in quella stanza - Gerda, ma ci sei anche tu? Cos'è quella cosa che hai tra le man... -

Elsa non concluse la frase, che le morì tra le labbra.

Sgranò gli occhi, focalizzando la sua attenzione su quella stoffa. Quella stoffa, somigliava al vestito di...

- ANNA!!-

Presa dal panico scostò bruscamente le coperte con l'intento di alzarsi e correre dalla sorella.

Aveva paura. Se quello che aveva fatto non era un sogno... se era la realtà allora...

Doveva vederla. Doveva vederla assolutamente!

Prima di riuscire a mettere anche solo i piedi fuori dalle coperte, si sentì due forti mani premerle sulle spalle, con l'intenzione di farla nuovamente stendere.

Guardò confusa la proprietaria di quelle mani, cercando inutilmente di divincolarsi da quella presa ferrea.

- GRACE, LASCIAMI ANDARE IMMEDIATAMENTE! È UN ORDINE! - urlò in direzione della governante.

- Mi dispiace altezza, ma non posso lasciarla alzare... Dag mi ha detto chiaramente che deve rimanere a letto almeno per qualche giorno... -

“Dag? Il medico di corte? Quando mi ha visitata e perché non me lo ricordo??” pensò sconvolta Elsa.

La paura ormai stava dilaniando il cuore della regina, mentre intorno a lei l'aria diventava sempre più fredda.

- NON MI INTERESSA QUELLO CHE HA DETTO DAG! DEVO VEDERE ANNA, SUBITO! -

Guardò seriamente Grace che non accennava a lasciarla, sebbene la presa si fosse addolcita, ma quello che vide negli occhi della governante non fece che spaventarla ulteriormente.

Lacrime. Gli occhi di Grace si stavano riempiendo di lacrime.

- Non può Maestà... non può vedere la principessa Anna, perché... -

Sentiva i tremori di Grace scuoterla come se fossero i propri, mentre l'aria in quella stanza diventava ogni secondo che passava più fredda.

- … Perché... Perché non posso vedere Anna?... - chiese con un sussurro appena percettibile.

Elsa non sapeva nemmeno lei dove avesse trovato le forze per formulare quella domanda.

Ma doveva sapere, doveva... Anche se una parte di lei ormai temeva che quello che aveva fatto non fosse più un semplice sogno, un incubo... Doveva sentirselo dire...

- La principessa Anna... lei... - Grace chiuse gli occhi, voltandosi verso la sorella in cerca di aiuto.

- La principessa Anna non è più tra noi Maestà. Ieri notte una bestia, un mostro, è entrato nelle stanze di vostra sorella e... abbiamo trovato solo i suoi vestiti strappati in più punti e sangue... parecchio sangue altezza... - completò la frase Gerda, guardando negli occhi la regina e appoggiando sulle coperte i vestiti di Anna.

Elsa tremava. Aveva seguito con lo sguardo Gerda, mentre si avvicinava al suo letto e posava il fagotto insanguinato sulle sue coperte.

 

Nell'aria cominciarono a comparire piccoli fiocchi di neve, mentre le coperte e il letto si ricoprivano di un lieve brina.

- Maestà...?!- Grace si allontanò da Elsa preoccupata.

- … uscite... - ordinò la regina con un sibilo, mantenendo gli occhi puntati su quel fagotto.

- Maestà, cercate di controllarvi... - Gerda stava provando a far rinsavire la regina che pareva quasi assente, mentre osservava quasi ossessiva il vestito della principessa.

- … vi ho ordinato di uscire... -

- Ma... -

Gerda non poteva lasciarla così, prima doveva cercare di farle riprendere il controllo del suo potere, o Arendelle sarebbe stata costretta a vivere nuovamente un inverno non previsto.

- USCITE, SUBITO! -

Elsa si era voltata a guardarle furibonda.

- Come... come desiderate Maestà... -

Gerda e Grace si avviarono alla porta, spaventate dal comportamento della regina.

Grace però, prima di chiudere la porta della stanza alle sue spalle, si voltò un'ultima volta verso la sua sovrana.

- Il regno sa quello che è successo questa notte... sa che la principessa Anna è... - chiuse gli occhi non riuscendo a pronunciare quella parola – Maestà, troveremo quella bestia, tutta Arendelle probabilmente la sta cercando, la troveremo e.... le assicuro Maestà... che la uccideremo. -

 

Elsa continuava a guardare quella stoffa.

Voleva stare da sola.

Quelle due si erano decise ad andarsene solo dopo che aveva creato una piccola recinzione di ghiaccio, e poco le importava se ora l'avrebbero guardata con terrore o altro, voleva restare da sola adesso.

“Controllarsi...”

Allungò una mano tremante verso il tessuto.

“Niente emozioni...”

Afferrò la stoffa portandosela al petto.

“... Anna...”

Una lacrima cominciò a scendere dagli occhi della regina, mentre molte altre cominciarono a rigarle il volto.

“Domare...”

Ormai non ce la faceva più. Elsa stava tremando, mentre le lacrime stavano bagnando quella stoffa incrostata di sangue. La sua Anna, la sua piccola, dolce e testarda sorellina non c'era più...

- ANNA!!!-

Elsa urlò tutto il suo dolore, mentre il suo potere divampava nelle quattro mura di quella stanza in una tempesta di neve e ghiaccio.

Si abbandonò sul letto rannicchiandosi su se stessa e stringendo al petto quel che restava del vestito della sorella.

Non era riuscita a salvarla.

Lei era viva mentre Anna...

La bufera diventava ogni secondo più violenta, mentre la stanza si ricopriva di ghiaccio e neve, ma ad Elsa non importava più nulla.

Anna era morta... e lei non aveva fatto nulla per evitarlo.

 

 

 

 

Kristoff era seduto sulla paglia, all'interno della stalla della Querciola Vagabonda, osservando Olaf che cercava di mimargli qualcosa.

Il giovane aveva deciso di fermarsi lì per la notte, visto che Sven non aveva smesso di agitarsi un solo istante e considerando che fin tanto che il suo buon amico non si fosse dato una calmata era impensabile partire, si era sdraiato sulla paglia con l'intento di dormire fino all'alba.

Quella mattina però, quando Olaf gli aveva mollato uno schiaffo con la sua mano ramosa svegliandolo di colpo, era rimasto stupefatto oltre che inorridito.

Il suo amico nevoso durante la notte si era mezzo sciolto e la nuvoletta che aveva sempre in testa, da quando Elsa aveva fermato l'inverno, era scomparsa.

In un primo momento aveva anche pensato che tutto sommato non gli andava nemmeno male quella situazione, Olaf sciogliendosi aveva perso la bocca restando di fatto solo con il “popò”, come lo chiamava lui, le bracine ramose e gli occhi, rendendolo davvero ridicolo... cioè più ridicolo del normale!

Quando però si era reso conto che si stava ulteriormente sciogliendo senza la nuvoletta di Elsa, che non lo proteggevano più dalla temperatura ancora troppo elevata per lui, aveva fatto per prenderlo e caricarselo in slitta per partire verso le montagne, in cui il pupazzo avrebbe sicuramente resistito fino all'arrivo della regina, ma Olaf gli aveva mollato un secondo schiaffo costringendolo a metterlo giù e cominciando a mimare quel qualcosa che ancora non capiva.

 

Il pupazzo di neve continuava a indicare lui, Sven, se stesso, una camminata e le carote.

- Olaf, io non ti capisco, cosa diavolo stai cercando di dirmi??- sbottò alla fine il montanaro esasperato.

Il pupazzo di neve cominciò a saltare sul posto, indicando la porta della stalla.

- La porta? - vedendo le dita chiuse a pugno e con il “pollice” alzato verso l'alto del pupazzo, il giovane pensò di aver capito almeno una delle cose che il suo amico semi sciolto stava cercando di dirgli quella mattina.

- E cosa dovrei farci? Vuoi uscire? Ma perché...?-

Kristoff si alzò sentendo un cavallo nitrire ed altri che si allontanavano dalla locanda.

“Cavalli? Ieri sera non mi pareva di aver visto dei cavalli...”

Vide con la coda nell'occhio, Olaf fargli segno di uscire a vedere.

- Se volevi che uscissi non potevi segnarmi subito la porta?? - lo riprese il giovane avviandosi all'entrata della stalla.

Olaf guardò il ragazzo, inarcando quello che gli era rimasto delle sopracciglia, se per andare a vedere cosa stava accadendo prima non gli si fossero sciolte le gambe nel tragitto di ritorno, ce lo avrebbe portato subito a quella porta!

Olaf vide il volto serio di Kristoff riemergere tra le assi di legno.

- Sven, Olaf, vado dal proprietario della locanda per sapere cosa ci facevano qui delle guardie di Arendelle, restate qui. -

 

In pochi passi Kristoff raggiunse la locanda.

Appena entrato però notò subito Oaken che guardava tristemente il reparto invernale.

- Ehi, Oaken, niente “Uh uh, sa di grande svendite” questa mattina? - chiese il giovane facendo il verso al locandiere, nel tentativo di distrarlo almeno momentaneamente da qualche brutto pensiero che sicuramente in quel momento lo stava affliggendo.

Oaken guardò malamente il ragazzo alzandosi dalla sedia, sovrastandolo in tutta la sua altezza, per poi risedersi con aria ancora più afflitta sulla sedia.

- Vattene via montanaro, oggi la locanda è chiusa. -

- Chiusa? Non chiudi mai la locanda! - rispose sorpreso il ragazzo.

- Beh, per oggi la locanda è chiusa invece! - tuonò l'omone battendo un pugno sul piano del tavolo.

- Ah, ok... Volevo solo sapere cosa erano venute a fare quelle guardie qui. - riprese Kristoff.

Oaken guardò il ragazzo, era evidente che non sapesse ancora nulla.

- Questa notte pare che una bestia sia entrata nelle stanze della principessa Anna... è morta... -

Kristoff guardò sconvolto l'uomo.

- Co – cosa? È uno scherzo vero...?- chiese sorridente il biondino.

- Ti sembro il tipo da fare scherzi simili?? - tuonò nuovamente il locandiere - La principessa Anna è MORTA! E sembra che quella bestia l'abbia divorata... -

 

“Anna... lei... NO! È impossibile tra le guardie, la governante e la regina nemmeno una mosca si avvicinerebbe a lei!”

 

- Non è possibile! Le guardie e la regina dov'erano quando è accaduto?? - urlò Kristoff sbattendo i pugni sul tavolo e guardando l'unico uomo che al momento potesse fornirgli delle informazioni.

- Datti una calmato ragazzo! Siamo tutti amareggiati per ciò che è accaduto! Da quello che hanno raccontato quelle guardie pare che sia stata attaccata anche la regina questa notte, probabilmente era andata a soccorrere la sorella o qualcosa di simile...-

Kristoff fissò il vuoto per diversi minuti, mentre la sua mente collegava le informazioni che Oaken gli aveva appena fornito con il suono udito quella notte e lo stato in cui si trovava Olaf...

- La regina... anche lei è...- cominciò il montanaro.

- No, fortunatamente le guardie sono arrivate in tempo per salvare almeno lei... - rispose tristemente il locandiere.

- La bestia invece...?- chiese Kristoff con la voce che gli tremava.

- Pare sia riuscita a scappare, le guardie erano venute a chiedermi se questa notte avevo notato qualcosa di strano... e se stavi per chiedermelo non ho notato nulla ragazzo.- concluse il locandiere guardando Kristoff – Ad ogni modo, stanno organizzando una squadra per scovare quella bestia e ucciderla se la cosa può interessarti. -

Kristoff annuì solamente, mentre con la mente pensava a quella stessa sera in cui aveva lasciato Anna nella corte del palazzo.

“Se fossi restato ancora un po con lei ieri sera...”

Uscì dalla locanda con il cuore a pezzi, continuando a pensare alla sua dolce principessa, hai suoi sorrisi, alla sua testardaggine e...

Un violento scossone fece tremare la terra sotto i suoi piedi.

Kristoff si voltò verso il luogo da cui proveniva la scossa, sbarrando gli occhi inorridito.

“No... Non anche loro!”




Note d'Autore:
Avevo detto che sparivo ma... Sparirò con il prossimo aggiornamento e.e
Ebbene sì, ci sarà un ultimo aggiornamento in cui saprete che fine a fatto Anna e,e
Mi sono fatta un esame di coscienza e mi sono detta che sarebbe stato troppo crudele non farvi sapere cosa le accadeva, se viveva, se crepava (con me non si sa mai ò.ò); crudele già... ma fino alla fine della settimana ci sta ò-ò
Alcuni sono stati fortunati, hanno avuto modo di leggere le note con il micro, quanto inutile (forse xD) spoiler su Anna che avevo scritto l'ultima volta... cancellate per errore dal telefono... scusate <.<
Visto che per il fine settimana avrete il capitolo (forse anche prima) non mi metto a riscriverlo e.e
Con ciò vi lascio, sperando che la storia continui in qualche modo a interessarvi e che non stia cominciando a degenerare in qualche modo....
Alla prossima e.e
  
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