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Autore: fra_eater    14/01/2014    2 recensioni
(...) “Ma si tratta pur sempre di un marine! Siamo certi di poterci fidare?”
“Dobbiamo tentare per salvare Rufy e Zoro!”
“Rufy è stato catturato per proteggere me”
“Non angosciarti Nami- swan, ci riprenderemo sia lui che il marimo”
“Il problema maggiore rimane convincere quella donna”
cosa succederebbe se Zoro e Rufy, idue combattenti più forti, fossero arrestati dalla Marina? ovviamente i loro compagni si lancerebbero al loro salvataggio, dovendo chiedere, però l'aiuto di due persone "particolari"
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boa Hancock, Mugiwara, Tashiji, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Hancock salì sulla nave della marina il mattino dopo seguita da una schiera di cinque Kuja come scorta, tra di loro c’erano pure Nami e Robin mascherata.
I marinai fremevano visibilmente dall’eccitazione nel vedere tutte quelle donne bellissime e faticavano tantissimo a trattenersi dal rivolgere loro parole di apprezzamento volgari. Sapevano tutti che l’imperatrice poteva tramutarli tutti in pietra.
Smoker raggiunse Hancock sul ponte, visibilmente innervosito dalla sua presenza. Quella donna l’aveva battuto in uno scontro durante la guerra di Marineford, impedendogli di catturare cappello di paglia. Ora che si trovava nelle sue mani, era certo che fosse venuta per liberarlo.
“Tashigi” urlò l’uomo senza neanche rivolgere il minimo segno di saluto alla donna membro della flotta dei sette “Le manette”
Boa Hancock corrucciò le labbra. Avevano tenuto conto che Smoker avrebbe adottato delle contromisure venendo a conoscenza della sua visita, ma la infastidiva lo stesso che le impedisse di salvare il suo amato.
Tashigi obbedì al suo superiore. Mentre metteva impacciata le manette intorno ai polsi candidi e sottili della pericolosa donna, incrociò lo sguardo con una guerriera dalla maschera rossa. Aveva l’impressione di conoscerla, di avere già visto quei grandi occhi castani, ma non poteva fermarsi a lungo a fissarla, doveva riprendere il suo posto di braccio destro di Smoker.
Nami si trattenne dal tirare un sospiro di sollievo. Credeva che Tashigi l’avesse riconosciuta dallo sguardo che le aveva lanciato, ma il fatto che non disse nulla la tranquillizzò.
 Stava andando tutto bene.
“Sei qui per i prigionieri?” chiese Smoker retorico.
Hancock lo fissò con occhi di ghiaccio “Non vorrai giustiziare il mio uomo senza permetterli di vedermi un’ultima volta, vero?”.
Smoker non rispose “La tua scorta lasciala qui” disse
“Una verrà con me” rispose la principessa serpente lanciando un’occhiata fugace a Nami che si trovava alla sua destra.
“Perché?”
“Si è unita alle Kuja per poter ri- incontrare Rufy. Sembra che alcuni anni fa le abbia salvato la vita e non sia mai stata in grado di ringraziarlo”
Nami  dovette ammettere che Hancock era veramente convincente come attrice, lei stessa avrebbe creduto a quella storia improvvisata.
Il viceammiraglio di Marina scrutava sospettoso la donna “E sia” disse “Non credo ci sia bisogno di perquisirla, Tashigi controlla se ha mangiato un frutto del diavolo”
L’abbigliamento che Hancock aveva scelto per la ragazza era dei più succinti, sembrava che volesse risparmiare sulla stoffa; Nami era subito arrossita quando lo provò : si sarebbe sentita più vestita se fosse stata nuda. L’unica fortuna era l’ampia e lunga manica solo sul braccio sinistro, fatto apposta per nascondere il tatuaggio.
Tashigi le si avvicinò con un pezzo di amalgatonite in mano; vedendo che non ebbe alcuna reazione Smoker fece segno di seguirlo.
 
Era il momento della seconda fase del piano.
Le guerriere Kuja cominciarono a distrarre i marinai, mentre Robin ne metteva fuori combattimento alcuni per rubargli i vestiti.
 
Zoro sentiva dolore dappertutto. Quell’idiota di Rufy gli si era addormentato addosso e aveva disturbato il suo sonno.
Lo spadaccino si chiedeva quanto avrebbero messo i loro compagni ad arrivare. Aveva capito che Tashigi gli aveva incontrati e, anche se non lo avrebbe mai ammesso, era felice che la ragazza li stesse aiutando. Quando si sarebbe liberato, le avrebbe permesso di avere un vantaggio in combattimento.
Zoro spostò lo sguardo su Rufy; il suo stomaco stava brontolando rumorosamente e dalla sua faccia si capiva che si annoiava da morire.
 Sorrise.
 Entrambi sapevano che la loro permanenza in quella gabbia sarebbe stata breve, che era solo una questione di momenti prima dell’arrivo dei loro compagni.
La porta della cabina si aprì e il capitano della Sunny sgranò gli occhi alla vista delle persone che si erano fermate d’avanti alla loro prigionia.
“Hancock!” gridò sorridente come se non si trovasse incatenato e rinchiuso.
 La bella donna arrossì visibilmente e i suoi occhi brillarono per la commozione di aver sentito il suo nome pronunciato dalle labbra di Rufy “Oh tesoro” disse con fare tremulo.
“Come stai?” chiese Rufy.
“Io sto bene” rispose Hancock “Ma vorrei tanto che tu uscissi da qui!”
“Sta tranquilla” rispose lui, affabile.
Zoro si trattenne dal ridere davanti a quella scena. Era questo il bello del suo capitano. Avrebbe affrontato qualsiasi cosa con un sorriso.
“E lei?” chiese Rufy sbirciando la ragazza alle spalle di Hancock “ È nuova? Non la ricordo”
Anche Zoro guardò la ragazza in questione divenendo subito paonazzo.
La ragazza era praticamente nuda: una sorta di pantaloncino striminzito metteva ben in risalto le curve delle cosce e del didietro, la parte superiore consisteva in una fascia che stringeva così forte il seno da sembrare sul punto di straripare da un momento all’altro; sembrava che tutta la stoffa fosse stata usata nella lunga manica che copriva il braccio sinistro.
Portava una mascherina rossa che le nascondeva la parte superiore del viso. I capelli, rossi, erano stretti in una treccia.
Quel corpo snello e allo stesso tempo così formoso erano famigliari a Zoro, ma quell’abbigliamento così succinto neanche Nami l’avrebbe messo.
Nami!
 Zoro la riconobbe. Aveva visto così tante volte quel corpo prendere il sole sul ponte della Sunny sigillato in bikini colorati e fin troppe volte aveva sentito le fantasie di quello stupido cuoco su quella mocciosa che ora aveva l’aria di una che si era ficcata in una situazione più grande di lei.
“ Si, è nuova!” disse Hancock sorridente “Si è unita alle mie guerriere per poterti incontrare”
Nami fece un passo avanti.
Rufy piegò il capo “Chi sei?” chiese.
 Lo sguardo che gli lanciò Zoro le fece capire che lui l’aveva riconosciuta al contrario del suo capitano.
L’imperatrice pirata intervenne come si erano messe d’accordo “Le nuove guerriere non possono mostrare interamente il volto né dire il loro nome prima che il periodo di prova sia finito. È la nostra tradizione” aggiunse, scoccando un’occhiataccia a Smoker.
Nami si avvicinò al militare “Potrei entrare per parlargli?”chiese “Forse se mi vede da vicino mi riconosce”.
Smoker spostò i sigari nella bocca, ma esaudì silenziosamente la richiesta della ragazza, tenendo gli occhi fissi su di lei per tutto il tempo.
 Quando la porta fu chiusa, Rufy disse “Proprio non riesco a ricordarmi”
Nami si trattenne dal picchiarlo per non farsi cadere le chiavi che aveva rubato a Smoker quando si era avvicinata a lui: possibile che Rufy fosse così idiota da non riconoscerla quando anche Zoro ci era riuscito?
“Tu hai salvato il mio villaggio” cercò di misurare le parole “e anche me da una banda di pirati uomini pesce”
Rufy strinse gli occhi e arricciò le labbra, poi scosse il capo “Non mi ricordo” disse.
“Hai vendicato la morte di mia madre”
Lo sguardo di Rufy era sempre più smarrito
“Mi hai portata su un palazzo in mezzo alla neve per farmi visitare da un dottore”
Ma il ragazzo di gomma disse ancora che non si ricordava di lei.
“Be” fece Smoker, avvicinandosi alla porta “Se non si ricorda non vedo perché tu debba rimanere”
“Un attimo” fece lei, allarmata. Non credeva che Rufy fosse così stupido da non riconoscerla subito.
Scambiò uno sguardo con Zoro che sembrava dirle “Che ti aspettavi? Lo sai che è ritardato” e allora non le restava che giocarsi l’ultima carta.
Si inginocchiò, portando il volto alla stessa altezza di quello del ragazzo ammanettato che sedeva in un angolo umido di quella cella sul mare “Vediamo se così ti ricordi” disse prima di afferrare la camicia rossa e appiccicare le sue labbra a quelle di Rufy.
A Smoker cadde uno dei due sigari dalla bocca mentre Tashigi si copriva il viso per l’imbarazzo. Lo stesso fece Zoro distogliendo lo sguardo, Hancock, invece ,gridò “Smettila subito”  rossa in viso per la rabbia.
Nami si scostò leggermente dal ragazzo mordendosi il labbro inferiore.
 Rufy la guardò nei grandi occhi castani coperti dalla mascherina e sorrise “Ora mi ricordo di te”.
Hancock stringeva le dite tra le sbarre di amalgatonite, incurante del dolore che le provocava il contatto con il minerale. Digrignava i denti pericolosamente.
“E a me niente?” chiese Zoro, divertito dalla situazione. Tashigi portò una mano alla spada inconsciamente.
Nami si avvicinò allo spadaccino e lo abbracciò.
 Quando si avvicinò alla porta, la ragazza si voltò per dire“Addio, Zoro!Addio, Rufy!”
“Addio, piccola ladruncola” rispose cappello di paglia alla donna che custodiva il suo tesoro e anche il suo cuore.
 
Nonostante tutte le continue richieste di Hancock di entrare nella cella, Smoker fu ben felice di portare via quelle due donne. L’imperatrice non faceva altro che urlare contro la sua subordinata appellandola in tutti i modi più allucinanti possibili; la povera ragazza taceva, ma le gote le erano diventate dello stesso colore della maschera e dei capelli segno che, se non fosse stata l sua principessa, l’avrebbe soffocata volentieri.
Giunto sul ponte, Smoker vide tutti i suoi uomini comportarsi come se si trovassero in qualche bettola da quattro soldi.
Stavano letteralmente buttati ai piedi delle amazzoni, supplichevoli delle attenzioni di quelle donne che, crudeli, ne davano un po’ a ciascuno, non saziando mai abbastanza la loro voglia; le loro carezze si bloccavano e passavano al marinaio successivo proprio nel momento in cui il precedente sembrava sul punto di staccarsi il cuore dal petto.
“Ordine!” urlò Tashigi, vergognandosi per i suoi uomini.
I marinai non la sentirono affatto, tanto erano impegnati a baciare la terra su cui camminavano quelle dee crudeli.
Smoker scoccò un’occhiataccia a Hancock che sembrava non avere alcuna intenzione di richiamare all’ordine le sue guerriere, quindi toccava a lui. “Branco di smidollati!” urlò “Non avete mai visto una donna? Mettetevi in riga prima che vi sbatta fuori da qui e vi faccia riabbracciare le vostre madri!”
Quello che non si poteva dire di Smoker era che non si facesse rispettare dai suoi uomini. I soldati si misero subito in riga appena il viceammiraglio cominciò a gridare.
“Andiamo!” gridò Boa Hancock alle sue guerriere senza rivolge alcuna parola a quell’essere scortese e maleducato che era Smoker.
L’imperatrice, mentre scendeva dalla passerella, si rivolse a Nami al suo fianco “Quel bacio non era nei piani” sibilò “Lo sai che appena sarà libero dovrai vedertela con me per questo, vero?”
Nami non rispose.
 L’imperatrice l’aveva già insultata abbastanza davanti ai due militari, tant’è che fu Tashigi ad intervenire in suo aiuto senza preavviso, puntando la spada contro la gola dell’imperatrice tra lo stupore generale.
Nami ammirava molto il capitano di marina che aveva preso le sue difese, il suo senso di giustizia le ricordava così tanto Bellmere che non poteva non voler bene a quella donna, anche se era una loro nemica. Si era dimostrata disposta a mettersi contro un’esponente del governo mondiale per difendere lei. Fu Smoker a ricordarle il suo posto, ma Nami vide negli occhi di Tashigi la stessa riluttanza di Zoro quando Rufy gli ordinava di trattenersi dall’infilzare qualcuno che non gli andava a genio.
“Non preoccuparti. Sono pronta a tutto” rispose la navigatrice all’imperatrice “Per lui”
 
Nico Robin, vestita da Marine, corse in una cabina che si affacciava sul mare, guardò dall’oblò alla ricerca di un segnale dei suoi amici.
Quando vide il piccolo sottomarino emergere silenzioso dalle acque cristalline creò una catena di braccia ed aiutò Chopper, Brook e Sanji a salire a bordo. Franky avrebbe aspettato nel sottomarino per la via di fuga, mentre Usopp si trovava sui tetti con delle arciere Kuja.
“Sei bellissima” disse Sanji “anche vestita da uomo, sei l’uomo più bello che abbia mai visto”
Considerando dove avesse passato gli anni di allenamento, Sanji doveva aver fatto il pieno di uomini vestite da donne.
“Potrei vedere se porti anche le mutande da uomo?” chiese Brook meritandosi un calcio volante da Sanji.
Robin li sorrise e porse i vestiti rubati ai suoi amici “Sapete che dovete fare” disse prima di uscire per lasciarli cambiare in pace.
 
Usopp, dall’alto del palazzo in cui si trovava, scrutava il ponte in attesa del segnale.
Poco dopo fu raggiunto da Nami. La navigatrice stringeva il clima tack nelle mani.
“Novità?” chiese al cecchino, “Niente”rispose lui.
“Guarda!”
Videro uscire tre soldati insoliti sul ponte: uno gigantesco, uno molto magro che nascondeva le mani nelle tasche e il berretto calcato sul volto in modo che anche i capelli afro gli nascondessero la faccia ed uno che portava la schiena molto dritta.
Quest’ultimo si posizionò al centro del ponte e sollevò il braccio destro.
Usopp regolò i suoi occhialini e vide che stringeva tra le dita un piccolo stuzzicadenti con la punta rossa. “Il segnale” gridò eccitato e la navigatrice fece scendere la nebbia sul molo mentre le arciere scoccavano le prime frecce. 
  
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