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Autore: effe_95    16/01/2014    4 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Salvami, ti salverò.
58.And instead than using force I guess I should’ve let you in
E invece di usare la forza, penso che ti avrei lasciato entrare
 
Gennaio quell’anno era arrivato portando con se una bufera di neve senza precedenti.
Faceva davvero molto freddo fuori, così freddo che le mani di Yulian avevano cominciato spaccarsi a sangue ancora una volta.
Quelle mani che aveva promesso di tenere al sicuro tante volte, le stava stringendo Svetlana, tamponandole con un fazzoletto.
Quel giorno avrebbero fatto quattro mesi di fidanzamento, sarebbe dovuto essere un giorno felice, ma lui lo stava rovinando ancora prima che cominciasse.
Perché quelle ferite erano solo il grido di Claudia.
Lei che ne sapeva? Poteva immaginarlo in quel momento?
Non poteva, ed era quello che infastidiva di più Yulian, avrebbe voluto che lei soffrisse con lui, anche se magari lo stava già facendo, solo che lui non lo capiva.
Perché lui non capiva mai.
Svetlana gli medicava le ferite, ma quelle sbagliate dopotutto, mentre lei non avrebbe dovuto proprio far nulla, perché Yulian rompeva tutto quello che toccava.
“<< Con me? Ti senti al sicuro? >>
<< Vedi Claudia, io distruggo tutto quello che tocco, eppure pretendo che gli altri non distruggano me. Io ti farei male comunque, non importa quanto io desideri evitarlo, ti ferirò, tu piangerai e io non sarò capace di chiederti scusa >>”
Sembrava passata una vita intera da quei giorni, il tempo aveva prolungato quella sensazione, facendo dimenticare a chi custodiva il ricordo, che erano trascorsi si e no tre anni.
Tre anni potevano essere come una vita intera.
E poi Yulian ripensava a quello che aveva fatto poco prima, a come aveva permesso che Svetlana gli si concedesse perdendo anche questa battaglia.
Lei aveva fatto l’amore con lui e non sembrava per niente felice, perché il veleno aveva cominciato a fare effetto.
<< Le bendiamo, queste ferite? >>
Svetlana aveva la voce tremante, le mani fredde e bianche, lui avrebbe dovuto fermarla, ma dopotutto non ne aveva alcuna voglia.
Era stato lei a volerlo.
<< O forse sarebbe meglio evitare >>
Yulian si guardò le ferite con rammarico, perché non erano ancora troppo profonde.
Si trovava a casa della sua fidanzata, quella sera che avrebbero dovuto festeggiare insieme, approfittando dell’assenza dei genitori di lei, ma Yulian non riusciva a ridere per niente.
Svetlana si alzò in piedi, irrequieta su quello che poteva fare.
<< Vuoi qualcosa da bere? >> Yulian scosse il capo, notando per la prima volta gli occhi lucidi di Svetlana, da quanto tempo cercava di trattenere quelle lacrime?
<< Io te l’avevo detto >>
La ragazza cambiò improvvisamente espressione, diventò arrabbiata, stringendo sempre più forte le braccia intorno allo stomaco, per darsi forza, per controbattere.
<< Avresti dovuto fermarmi! Non avresti dovuto farlo! >>
Gridò, dando finalmente libero sfogo alle lacrime, Yulian si arrabbiò a sua volta, perché non poteva tollerare di essere considerato solo lui il colpevole di quel delitto, era stata anche lei l’artefice.
L’afferrò bruscamente per un polso e la tirò con forza, facendole del male.
<< Avrei dovuto fermarti?! Non avrei dovuto farlo?! Io sono un uomo Svetlana, e tu te la sei cercata! >>
La lasciò andare così malamente che lei cadde a terra, piccola e magra com’era, si era fatta male di sicuro, e così lui si sentì in colpa.
La vide li, con le mani nascoste sul viso, la maglietta leggermente alzata a scoprirle il fianco destro ossuto, dove lui poco prima aveva posto le sue mani. Era dimagrita ancora di più da quando si era fidanzata con lui.
Era meglio finirla li.
<< Lasciami Svetlana, lasciami e finiamola qui. Io non sono in grado di amarti, io sono solo un animale che segue i suoi istinti e non se ne fa più nulla dell’altro >>
Yulian non voleva essere cattivo, e dicendo quelle parole si accovacciò accanto a lei e le accarezzò la testa, li dove un momento prima era stato così brusco.
<< Io volevo fare l’amore con te a tutti i costi, perché credevo che così mi avresti amata. Ma mi hai solo fatta male dentro, l’ho sentita la tua rabbia, ho sentito tutto, Yulian >>
Lui chiuse gli occhi, desideroso che quella giornata finisse al più presto, desideroso di svegliarsi il giorno dopo a casa sua, con suo fratello Il’ja che gli tirava le coperte già sveglio dalle sette del mattino, barcollando su quelle gambe che avevano trovato stabilità da troppo poco tempo.
Svegliarsi e dimenticare di non sapersi più innamorare di niente.
Svegliarsi in un tempo passato.
Svegliarsi con i capelli di Claudia tra le mani.
<< Io torno a casa >>
Svetlana lo afferrò saldamente per la maglietta.
<< Non ti vedrò mai più? >>
<< Valuta tu, cos’è meglio per te >>
Le mani di Svetlana lasciarono la presa, ma solo per aggrapparsi al collo del ragazzo con più forza.
<< Non ti lascio! Non voglio lasciarti, non m’importa cosa mi dici, ce la faremo Yul, ce la faremo per forza >>
<< No >>
Gli occhi di Yulian non era mai stati così scuri, Svetlana si aggrappò a quest’ultimi con tutta la forza di cui era capace, cercando qualcosa che non avrebbe trovato.
<< Si >>
<< Moriresti ogni volta >>
<< A un certo punto si smette di morire, Yulian >>
Lui la guardo.
<< Hai ragione tu >>
E si arrese.
 
Nello stesso mese di Gennaio, Nicola sostenne finalmente la tesi e prese la laurea triennale in chimica.
Quel giorno Luna aveva le lacrime agli occhi, guardando il suo bambino fare finalmente qualcosa per se stesso, vederlo a ventitre anni con ancora tante cose da fare nella vita. Seduta accanto a lei c’era Lara, con un bel sorriso sulle labbra, come se stesse già immaginando come sarebbe stato poi il futuro, insieme a quel ragazzo meraviglioso, che aveva una madre forte e una sorella fantastica che lo amavano.
Daniela, Eteocle e Carolina se ne stavano un po’ più indietro, nelle ultime file, in disparte perché non voleva essere di troppo, perché era importante che quei momenti restassero preziosi per le persone coinvolte in prima persona.
E poi era arrivato anche Andrea, infondo alla stanza, appoggiato accanto al muro, nascosto perché Nicola non lo vedesse mentre disputava la tesi.
Al di fuori dell’università, si riunirono tutti quanti, in quel cortile un po’ malandato.
Luna non faceva altro che baciare il figlio sulle labbra, facendo fare mille foto con lui, se avesse potuto, l’avrebbe tenuto in braccio e cullato dolcemente, ma non era proprio materialmente possibile farlo, allora rimediava con i baci e con gli abbracci.
<< Mamma, credo che tu mi abbia lasciato il tuo rossetto su tutta la faccia >>
Commentò Nicola, mentre la donna gli accarezzava affettuosamente un braccio, negli occhi aveva la stessa luce che si rifletteva in quelli del figlio più grande.
<< Adesso posso dartelo io un bacio? >> Domandò Lara, guardando il fidanzato con un sorriso dolce stampato sulle labbra, Nicola le regalò un ghigno divertito, mentre Luna lo lasciava respirare affinché potesse andare dalla sua fidanzata.
<< Bravo amore mio >> Mormorò lei a un centimetro dalle sue labbra, Nicola ridacchiò, dandole poi un bacio a timbro rumoroso.
<< Grazie >>
Quel momento così privato venne interrotto da picchiettare insistente di qualcuno sulla spalla di Nicola, il ragazzo si girò e trovò Claudia.
La rossa lo guardava con gli occhi lucidi, era cresciuta così tanto in quei mesi che Nicola faticava a riconoscerla, ma stava andando avanti con una grande dignità, l’abbracciò ancora prima che lei potesse dire nulla.
<< Grazie per esserci sempre stato, grazie per avermi rimproverato, grazie per avermi cresciuta >> Mormorò lei stringendosi al suo petto, Luna era una donna forte, ma guardando quella scena provò una grande commozione, dopotutto non aveva fatto poi un così cattivo lavoro come madre, non sapeva cucinare, era svampita, sofferente e distratta, ma l’amore non l’avrebbe mai fatto mancare a quei due figli.
<< Grazie a te, per avermi sostenuto sempre Clo, grazie di esistere >>
<< Scusatemi >>
Quell’abbraccio si sciolse delicatamente al suono della voce di Eteocle, il giovane stringeva tra le mani un mazzo di fiori simbolico, sembrava essere imbarazzato, ma aveva una faccia troppo tosta per darlo a vedere.
<< Questo è un pensiero da parte mia, di Daniela e della piccola Carolina >>
Quando la piccola sentì pronunciare il suo nome, corse nella direzione di Nicola, e il ragazzo la prese in braccio, lasciandole un bacio sulla guancia.
<< Sei troppo forte, fratello perduto! >> Esclamò la bimba, provocando il riso di tutti, Luna allargò le braccia perché voleva che Carolina andasse un po’ da lei, e la bambina non se lo fece ripetere due volte.
<< Zia Luna! >> Gridò correndo tra le braccia della donna, che la strinse con affetto.
Era stato facile per tutti imparare ad amarsi, Luna aveva cominciato a considerare molto presto quei tre ragazzi come dei veri figli, loro colpe non ne avevano, e sebbene avessero avuto una famiglia completa per molto tempo, la loro sofferenza era stata maggiore, e nessuno meritava di soffrire così tanto.
<< Complimenti Nico, sono proprio fiero di te >>
Le parole di Eteocle fecero arrossire Nicola, aveva solo pochi mesi si differenza, ma era strano essere trattato per Nicola come un bambino più piccolo.
<< Beh, grazie mille >>
<< Io ho trovato lavoro sai? Non è un granché, ma sempre meglio di niente >>
Nicola lasciò una pacca sulla spalla del fratellastro, poi saluto Daniela e il piccolo Noam con un sorriso affettuoso.
Quella era la sua famiglia, nel bene e nel male, era quella.
Erano tutti pronti per raggiungere il ristorante dove Nicola aveva prenotato per andare a pranzare, per festeggiare una volta tanto nella vita, qualcosa di bello che aveva fatto lui.
<< Nicola >>
Tutti si girarono contemporaneamente, avevano raggiunto le macchine e stavano per salire, ma quella voce fece fermare il tempo.
Nicola chiuse gli occhi e di girò con lentezza, certo di sapere cosa avrebbe trovato.
<< Che cosa ci fai tu qui? >>
Claudia guardava il padre con le sopracciglia contratte, stretta al braccio di Luna, che aveva cominciato a stringere ancora più forte.
<< Non potevo perdermi anche questo >> Nicola fece un gesto di scherno, mentre Daniela guardava il padre con gli occhi della sofferenza e del dispiacere.
<< Papà, torna a casa >> Commentò Eteocle, avvicinandosi all’uomo, Andrea non si scompose quando il figlio gli prese il braccio intimandolo ad andare via, non si scompose di fronte allo sguardo triste di Daniela, di fronte all’indifferenza di Luna.
<< Mi hai visto, adesso puoi andartene >> Sbottò Nicola, aprendo la porta della macchina, Lara, al suo fianco, gli stringeva la manica della giacca con forza.
Aveva sempre saputo dell’assenza di quell’uomo, di quello che aveva fatto, e di tutti i sacrifici che Luna e Nicola avevano dovuto portare avanti.
<< Congratulazioni, figlio mio >>
Nicola lo ignorò e salì sulla macchina, seguito subito dopo la Lara.
Andrea sorrise tristemente e chiese ad Eteocle di lasciarlo andare, perché sarebbe tornato a casa, ma Claudia non voleva che lui se ne andasse senza salutarlo.
Lo raggiunse regalandogli un abbraccio profondo e intenso, al quale Andrea Andreotti rispose con una carezza.
<< Meno male che ci sei tu, Clo. La mia piccola Clo >>
Andrea poi se ne andò, ancora una volta, e ancora una volta Nicola si portò dietro quel peso, che non si sarebbe ancora tolto dalle spalle.







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Effe_95

Buonpomeriggio a tutti.
Comincio col dirvi che il titolo di questo capitolo è tratto dal testo della canzone "Wrecking ball" di Miley Cyrus.
Allora, abbiamo qui un momento dedicato finalmente a Nicola, che merita in assoluto un po' di felicità e volevo dargliela assolutamente. Per il resto spero che vi piaccia.
Alla prossima.


 
  
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