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Autore: thembra    03/06/2008    3 recensioni
La piccola e fragile Hinata cresce e diventa un abile ninja, ma un imprevisto cambierà la sua situazione scaraventandola in un mondo di grida, giochi infantili e molti.....libri!!! ^()^ TH
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Quel giorno il sole splendeva radioso sopra a Konoha, e le rare nuvolette bianche pascolavano nel cielo terso come una piccola mandria di soffici pecorelle.

Le risa delle ragazzine poi erano l’accompagnamento migliore per quell’occasione, dovevano infatti raccogliere dei fiori per le lezioni separate che con l’aiuto di Ino dava alle future Kunoichi.

 

La bionda e letale ninja stava seduta accanto a lei, a contemplare il cielo appoggiata al tronco del profumato pino rosso che lambiva i bordi della radura dove si trovavano.

 

“Magnifica giornata non trovi Hinata?”

“Davvero! Ottima per rilassare lo spirito…”

“Sono d’accordo!”

“Ah…grazie dell’aiuto che mi dai…”

“Ma figurati, in questi giorni c’è pace al villaggio, io e il mio  team non abbiamo missioni perciò lo faccio volentieri…anche se mi stupisce che tu me l’abbia chiesto….nell’Ikebana sei sempre stata brava…”

“…è che non mi andava di fare tutto da sola…”

 

Sorrise alla sua amica di sempre ottenendo un’occhiata curiosa da parte sua.

 

E in giro che si dice?”

“Parli delle missioni?”

“Nh…”

“Mah, ultimamente calma piatta…stavamo tenendo d’occhio l’akatsuki ma per ora non si muovono, sembrano come in attesa, boh…magari aspettano che Naruto gli si butti fra le braccia…”

 

Rise al gesto dell’amica cambiando poi espressione, anche se non lo dava molto a vedere, anche se fingeva di non sentirla aveva davvero nostalgia dell’azione.

Chiuse gli occhi cercando nella memoria le emozioni che provava nello sfrecciare fra le fronde degli alberi reggendo fra le dita i preziosi rotoli delle missioni.

Le mancavano gli scontri, le serate passate a festeggiare coi suoi compagni, le risate e persino i silenzi.

Sospirò spostando poi lo sguardo sul trio di ragazzine che si stavano rincorrendo sbuffandosi i leggeri petali dei soffioni l’una con l’altra.

 

“Ti manca quel mondo eh?”

“…a volte…”

 

Ne seguì un breve silenzio in cui i loro occhi si incrociarono.

 

“Terribilmente!!!”

 

Risero, guardando poi i semi del tarassaco levarsi in aria alla leggera brezza primaverile, e volare via come stormo di moscerini trasportati dalla corrente.

 

Comunque sai…non credo che anche così sia tanto male….”

“Dici?”

“Si…dopotutto stai allenando le future generazioni…guardale…”

 

Voltò lo sguardo sulle bambine sparse per il prato.

 

Fra di loro ci sono già delle promesse….ci sono ragazzine che fra dieci anni mi avranno già superata, e mentre io mi eclisserò nell’ombra tu sarai con loro a splendere….perché sarai il raggio di sole che le avrà nutrite nel loro crescere….”

…..”

“Fidati…quando passerò io mi guarderanno con aria di sfida e superiorità….ma quando incroceranno te nei loro occhi potrai leggere rispetto e onore…”

“Grazie Ino!!”

 

 

………………….

 

 

 

 

Hikari era la bambina nella quale maggiormente si rispecchiava.

Piccola e fragile, timida e dalla lacrima facile.

Si stupiva ogni giorno nel vederla entrare in classe, fra tutte le ragazzine che aveva in consegna lei era quella che meno vedeva in abiti ninja.

Le facevano i dispetti, la prendevano in giro per la sua insicurezza, spesso le nascondevano il pranzo o le armi e non passava momento in cui si chiedesse il perché mai avesse deciso di iscriversi all’accademia.

La sua famiglia infatti era composta da mercanti e cercatori di pietre appena stabilitisi a Konoha, non avevano nulla a che fare con combattimenti o arti magiche, le sembrava strano persino il fatto che i suoi genitori le avessero permesso di frequentare la scuola.

 

Tuttavia le era molto affezionata, perché nei suoi occhini da bambolina c’era quella fievole fiammella che anima ogni piccola candela, luce che se ben nutrita e protetta sarebbe sfociata in ardente fiamma.

 

Inoltre sembrava che anche lei le fosse particolarmente legata, non perdeva occasione di prenderle la mano e affiancarla ogni qual volta uscivano dalla classe, i suoi occhietti timidi la fissavano sempre con ammirazione e la sua voce tremante le rivolgeva sempre caldi saluti.

 

Se come diceva Ino fra di loro c’erano già delle buone promesse una di loro era certamente lei, che non cedeva mai ne si arrendeva, che imparava a sopportare e piano piano ad entrare nei cuori dei più prepotenti.

Quella piccola crisalide era esattamente com’era lei nella sua infanzia.

 

“Hinata sensei…”

 

Si voltò verso la bambina mentre col gruppo stavano rientrando al villaggio dopo la visita all’armeria del villaggio.

 

“Dimmi Hikari…”

“Ma lei…il fidanzato ce l’ha?”

“Come?”

 

 

Non ricordava più la risposta che le aveva dato, magari perché una vera e propria non era riuscita a dirgliela presa dall’esitazione e dalla sorpresa, o forse disturbata da quella pioggia di dardi che era loro piovuta addosso all’improvviso.

Non ricordava bene nemmeno com’era riuscita a cavarsela, aveva richiamato il chackra, attivato la difesa assoluta, corso per le file difendendo i suoi alunni spaventati e urlanti, si era moltiplicata sperando di guadagnare tempo in attesa dei rinforzi.

Che però giunsero troppo tardi.

 

Kakashi le si materializzò di fronte proprio mentre uno spiedo la stava per colpire al cuore, e lei, presa com’era nel coprire due ragazzine non avrebbe potuto far nulla per evitarlo.

Naruto e Sasuke non ci misero molto a far fuori gli assalitori, che si rivelarono poi essere shinobi dell’erba, Sakura invece prestava soccorso ai pochi feriti, fermandosi poi vicino ad un piccolo corpicino inerme, urlando e scuotendo il suo petto, per scoppiare in lacrime nell’appurare la sua morte.

 

Riuscì ad avvicinarsi trascinandosi a fatica sorretta dal jonin della copia, e il grido che cacciò nell’identificare quel corpo lo poteva ancora sentire nelle membra quando il rimorso e la rabbia la assalivano.

 

Hikari non respirava più, non si muoveva e non sorrideva più.

Hikari reggeva debolmente nella manina destra la piccola margherita che aveva colto dal sentiero, i cui petali bianchi erano per metà macchiati dal sangue che le usciva dal fianco.

Hikari non le avrebbe mai più fatto domande imbarazzanti, non le avrebbe più sorriso, non l’avrebbe più fatta commuovere con le sue azioni dolci e premurose verso gli altri.

La fiamma di quella piccolina era finita li.

In un pomeriggio d’estate al tramonto dell’ultimo giorno di scuola settimanale.

E questo lei non se lo sarebbe mai perdonato.

 

 

 

Quando si risvegliò all’ospedale il giorno seguente era convinta si trattasse solamente di un brutto sogno, di quelli che l’assalivano nelle notti buie in cui l’antica insicurezza del suo spirito riemergeva facendo leva sulle sue paure, mandandola in confusione, corrodendole la mente nel dubbio della sua inattitudine all’insegnamento.

 

È vero mi dispiace….non siamo riusciti a salvarla…”

 

Le parole di Sakura erano riuscite a bloccarle il sangue nelle vene, l’avevano pietrificata.

 

“È stata colpa mia…. ”

“Non pensarlo nemmeno!!!

“…ma Hikari è morta giusto? Io ero con lei, con loro li dovevo pro…”

 

Venne smorzata dallo schiaffo della rosa.

 

“Alla fine ne abbiamo contati 85…85 capito? Che potevi fare da sola contro tutti quelli shinobi? È già un miracolo che tu sia riuscita a salvare tutti gli altri…”

“….”

 

Una tiepida lacrima cadde dai suoi occhi, andando ad infrangersi sul dorso della mano che stringeva per la rabbia il grezzo tessuto del lenzuolo.

 

“Stamattina presto sono passati i suoi genitori…volevano accertarsi delle tue condizioni…e ringraziarti credo…”

“…per aver lasciato morire la loro figlia minore?”

“…no…perché da quando frequentava l’accademia aveva incominciato a sorridere, e a parlare…non era più indifferente alla via come un tempo…”

“…”

“Ti hanno lasciato questo….”

“….era suo…mi diceva sempre che questo orecchino era il suo tesoro…”

“…si tratta di quello che completa la coppia, l’altro glielo hanno lasciato, ma siccome ne indossava solamente uno hanno pensato di donarti questo, in modo che ti non la possa mai scordare…”

 

Lo afferrò tremando infilandoselo all’istante, premendo con forza sul lobo per perforarlo, lasciando che l’acuto bruciore la distogliesse dalla tristezza.

 

E il funerale?”

“Lo hanno già fatto…”

“Così presto?”

“Nella loro tradizione usano cremare i morti subito dopo che è stata accertata la loro morte, in modo che il passaggio all’aldilà avvenga nel minor tempo possibile…mi spiace che tu non abbia potuto partecipare…”

“…fa nulla…”

“Ora devo andare a controllare alcuni pazienti…da stasera credo che potrai tornare a casa tua…farò chiamare Neji, mi ha detto di essere avvertito non appena…”

“Ti ringrazio di cuore Sakura…”

 

Le sorrise prima di uscire e riprendere il suo lavoro all’ospedale.

 

I giorni che seguirono furono pesanti per lei, anche se era cresciuta, anche se oramai aveva vent’anni compiuti le era difficile superare e accettare quella morte.

Non voleva dimostrarsi debole, non voleva comportarsi nella maniera opposta che insegnava ai suoi ragazzi, ma quel banco vuoto in ultima fila,  vicino alla finestra era un grande e costante dolore.

Nemmeno i fiori e i ringraziamenti degli altri bambini salvi erano bastati a farle superare il momento.

Sembrava caduta in un pozzo senza fondo, buio e freddo, fatto di rabbia rammarico e nostalgia.

 

“Hinata!!”

“Nh?”

Si voltò sorridendo d’istinto al sorriso del ragazzo che la stava raggiungendo.

“Naruto!”

“Mi stavo chiedendo come stavi…”

“…sto bene ti ringrazio, le ferite erano superficiali, guariranno a breve…”

“…volevo sapere come stavi a sentimenti…”

 

Quella schiettezza la disarmò, e anche se si era ripromessa di non mostrarle più a nessuno non riuscì a trattenere le lacrime dal caderle dagli occhi.

Subito si portò le mani per asciugarle, ma i polsi le vennero bloccati dal biondo, che serio la guardava con infinita dolcezza.

 

“È giusto che cadano…lasciale andare… ”

 

Chinò lo sguardo imbarazzata incominciando a singhiozzare come faceva ai tempi della scuola, e si sentiva davvero una nullità, perdere il controllo di fronte alla persona che da anni ammirava, davanti a colui che più di ogni altra cosa adorava in quel mondo.

 

Però doveva ammettere che pian piano il dolore interno incominciava a diminuire, si sentiva più leggera, svuotata del nero e gelido globo che le premeva sullo sterno.

 

“Nhg…grazie…Naruto-kun…”

“…e di cosa…tu c’eri sempre al mio fianco ricordi?”

 

Levò il capo su di lui, guardandolo stupita.

 

“È giusto che contraccambi…”

 

Le donò una fugace carezza sulla testa prima di correre in direzione del portone di Konoha, probabilmente stava per partire per una missione, ora che attivava il byakuga infatti li poteva scorgere Kakashi Sakura e Sasuke fermi al pilastro ad attenderlo.

Rimase commossa da quel gesto, trovando fiducia e forza…ma soprattutto il coraggio per fare quello che stava pensando….

 

Si asciugò le lacrime rimaste impigliate fra le ciglia.

Non amava molto quella parola, ma l’avrebbe rincorsa per un breve periodo.

Avrebbe vendicato quella bambina, distruggendo fino all’ultimo ogni stramaledetto ninja dell’erba che si fosse macchiato del suo sangue innocente….

 

Con feroce corsa si diresse al campo addestramento sciogliendo le fasciature che le proteggevano i polsi e le braccia, togliendosi il giubbotto verde e sciogliendo i primi bottoni della casacca da jonin.

Finì di sfogare la sua ira che la luna era già alta in cielo, aveva il fiatone e si sentiva a pezzi nel corpo, ma lo spirito era più vivo che mai.

 

Puntò i diafani occhi nel chiaro satellite, rivedendo il dolce visino di Hikari. Che timida la guardava abbozzando un impacciato sorriso.

 

“Vedrai che ti vendicherò piccola stella…fosse l’ultima cosa che faccio…”

 

Morirono in quel sussurro le sue parole, suggellando una tacita promessa portata via dal vento notturno e offuscata dal frinire delle cicale.

 

 

 

 

 

Intanto ad est di Konoha il team di Kakashi sfrecciava fra i rami degli alberi centenari col jonin della copia come apri fila, seguito dalla veloce Sakura, da sasuke e per ultimo un alquanto annoiato Naruto.

La sua attenzione fu però ben presto catturata dal levarsi in volo di un’upupa, il raro uccello dal variopinto piumaggio, stroncata poco dopo dall’arrivo degli artigli di un falco.

 

Non era tipo superstizioso lui, ma le venne in mente lei, e non sapeva come mai dentro sentiva crescergli una strana inquietudine.

 

 

 

 

 

 

Grazie mille a:

 

Stezietta

Pika chan

Hana Turner

Talpina Pensierosa

 

 

Vi ringrazio molto delle belle parole e dell’incoraggiamenti che mi avete dato!!!

^()^

 

Spero di non deludervi!!!

 

*___*

 

 

Un bacio

 

 

TH

  
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