“Per
oggi può bastare, signor Malfoy, rimetti in ordine le tue cose e poi sei
libero di tornare alla tua Sala Comune.” disse Minerva
McGranitt, riordinando alcuni fogli sulla scrivania.
Malfoy
fece come ordinato, prese i suoi libri e tutti gli esercizi di
punizione appena svolti, mettendoli in ordine nella sua borsa. Non
disse una parola, non aveva aperto bocca per tutta la serata. Era
così furioso che se avesse parlato lo avrebbero espulso
sicuramente.
“Buonanotte
Professoressa.” disse, non appena pronto per andarsene.
“Buonanotte
signor Malfoy, spero che la prossima volta non tenterai di copiare dai
tuoi compagni ma ti applicherai maggiormente nello studio.”
rispose severa l’insegnante.
Draco
strinse la cinghia della sua borsa imprecando mentalmente.
Era
stata tutta colpa del suo amico Blaise Zabini, aveva fatto cadere un
libro nel momento sbagliato attirando l’attenzione di quella
megera della McGranitt che lo aveva sorpreso a copiare da Pansy
Parkinson, la sua ragazza.
“Ci
ha tolto 20 punti quella fattucchiera!” pensò
adirato, mentre chiudeva la porta e iniziava a scendere le scale che
portavano ai sotterranei.
Entrò
a grandi passi nella Sala Comune dei Serperde, completamente deserta
tranne per una sua compagna di corso, Daphne Greengrass, che leggeva
distrattamente una copia della Gazzetta del Profeta, noto giornale dei
maghi.
Questa,
non appena lo vide, saltò dalla sedia come se avesse preso
la scossa.
“OH,
DRACO!” urlò, agitata “COME MAI DI
RITORNO COSì PRESTO?”
Malfoy
la guardò infastidito “Che ti urli, Greengrass?
Vuoi svegliare tutto il castello?”
Daphne
divenne di tutti i colori.
“Scusami,
è che non ti aspettavo così presto...” ripeté, abbassando la voce.
“Presto?” sibilò il Serpeverde “Le undici e
mezzo ti sembrano presto?”
“Be'…
di solito le punizioni finiscono per mezzanotte.”
cercò di difendersi la compagna, in preda ad un'agitazione
crescente.
Malfoy
si avvicinò minaccioso e Daphne si azzittì
all’istante.
“Si
vede che non ci arrivi proprio... io non sono come gli altri,
ricordatelo!” le rispose, con voce bassa e strascicata.
“Dai
Blaise, sbrigati prima che arrivi...”
la
voce di Pansy Parkinson squarciò il silenzio assoluto che si
era creato in quel momento.
La
testa di Draco scattò nella direzione della voce.
“Pansy? Ma cosa...” con pochi passi raggiunse i dormitori.
La
Greengrass gli corse dietro “Draco, aspetta! Rimani un po'
con me davanti al fuoco?”
“Neanche
morto!” le rispose lui di rimando, entrando nella sua stanza.
Draco
Malfoy divideva un’ampia camerata con due dei suoi compagni
di corso: Theodore Nott e Blaise Zabini. E furono gli occhi scuri di un
nervoso Zabini che lo accolsero al suo arrivo.
“Ciao
Draco, non ti aspettavo prima di mezzanotte. Hai fatto
presto...” gli disse il compagno, vedendolo entrare in stanza.
Draco
lo guardò sospettoso.
“Che
maledizione sta succedendo? C’è la Greengrass qua
fuori che mi ha appena rotto un timpano per dirmi la stessa cosa!”
Blaise
tacque.
“Ho
sentito la voce di Pansy... è qui?” Malfoy si
guardò intorno attentamente.
“Ma...
Draco... che dici? Pansy qui, adesso? Avrai sentito male! ”
sbottò l’amico, ridendo forzatamente.
Draco
lo fulminò con gli occhi.
“So
ancora riconoscere la voce della mia ragazza, non prendermi per un
idiota!”
Blaise
smise di ridere all’istante.
“E
perché mai Pansy sarebbe venuta qui mentre tu non
c’eri?”
“Già
… perché mai?" ridisse Malfoy, con un tono
gelido e tagliente "Per questo lo sto chiedendo a te.”
Blaise
iniziò ad agitarsi “Draco, non vorrai insinuare
qualcosa di sconveniente?!”
“Questo
lo stai dicendo tu...”
Draco
si mise a scrutare la stanza.
Il
disordine era quello di sempre, vestiti un po’ ovunque, i
libri di Blaise ammucchiati sulla scrivania, la divisa da Quidditch di
Draco abbandonata sopra una sedia. Ma quello che attirò
l’attenzione del ragazzo fu il letto di Blaise, era
completamente disfatto e spiccava enormemente vicino al suo ed a quello
di Nott che aveva passato la notte in infermeria per colpa di un
raffreddore.
“Dormivi?”
Blaise
si mise seduto sul ciglio del suo letto “Ci
provavo...”
“Vedo.”
fece qualche passo verso l’amico.
Si
avvicinò a lui tanto da specchiarsi nei suoi occhi.
“Allora
non avrai problemi a spiegarmi... questo...”
Draco
fece un movimento fulmineo e tirò fuori da sotto il cuscino
un indumento.
Era
il reggiseno di pizzo di Pansy.
“Pansy! ”
Daphne
Greengrass entrò come una furia nella stanza. Pansy era
sdraiata sul suo letto intenta a limarsi le unghie.
“Ah,
Daphne." cinguettò, giuliva "Grazie ancora per avermi
coperta prima, se non avessi urlat…”
Ma
la Greengrass la bloccò, agitata “Pansy, corri,
penso che Draco e Blaise stiano facendo a botte! ”
Pansy
si alzò di scatto “Che cosa?”
“Dalla
Sala Comune ho sentito delle urla e un gran tonfo proveniente dal
dormitorio maschile...”
La
Parkinson fece una risatina stupida “Mi hai fatto prendere un
colpo per così poco. Saranno stati Tiger e Goyle mentre
giocavano a qualche stupido gioco.”
Daphne
però non accennava a calmarsi.
“Tiger
di solito non dice il tuo nome accompagnato dalla parola…
puttana!”
Il
sorrisetto di Pansy si spense in un attimo.
***
“Se
non arriva entro cinque minuti, giuro che me ne vado!”
Harry
Potter alzò mentalmente gli occhi al cielo, lui e la sua
amica Hermione Granger stavano aspettando l’altro loro amico,
Ronald Weasley, da almeno dieci minuti. Ed Hermione stava dando
evidenti segni di impazienza.
“Mi
aveva detto che era quasi pronto quando sono sceso io.” si
giustificò Harry, sedendosi sulla sedia più
vicina.
“Be'...
non era così, evidentemente!” il sopracciglio di
Hermione si alzò pericolosamente.
Proprio
in quel momento, una chioma rossa apparve per le scale.
“Scusami
Harry.” disse Ron, scendendo le scale due a due.
“Non
riuscivo a trovare la cravatta...”
Hermione
lo fissò, severa.
“Se
non ci muoviamo, faremo tardi a Difesa contro le arti Oscure e dobbiamo
ancora andare in Sala Grande a fare colazione!”
“Buongiorno
anche te, Hermione.” disse lui, sarcastico “Non
sapevo che mi stessi aspettando anche tu.”
Harry
si alzò subito dalla sedia “Sì,
l’ho convinta a farmi compagnia mentre ti aspettavo, ma tu ci
hai messo un secolo!”
Dallo
sguardo dei suoi amici, Ron convenne che forse fosse meglio non
replicare.
Velocemente,
con Hermione che ricordava loro ogni cinque secondi quanto fossero in
ritardo, arrivarono al tavolo dei Grifondoro, in fondo alla Sala Grande.
Un
brusio più forte del normale aleggiava nella sala.
“Ma
che succede?” chiese Harry al suo compagno Dean Thomas.
“Non
lo sai, Harry?” disse lui, con un mezzo sorriso, mentre
Hermione e Ron si sedevano di fronte a lui.
“Sembra
che ieri sera le Serpi si siano ammazzate fra loro!”
Anche
Harry si mise seduto.
“Veramente?”
“Sì,
Malfoy e Zabini, per la precisione.” continuò Dean,
mentre addentava un toast.
Ron
lasciò perdere le sue uova “Ci è
rimasto secco qualcuno?” chiese speranzoso.
Hermione
lo guardò scandalizzata “RON!”
berciò, infastidita dall'uscita dell'amico. Anche se i
Serpeverde erano odiosi, non avrebbe mai desiderato una cosa del genere.
“No,
non hanno utilizzato le bacchette, è volato qualche cazzotto
però...” rispose Dean, mimando con Seamus un
incontro di boxe, facendo sorridere Harry.
“Be',
peccato!” continuò Ron, ignorando
l’amica che lo guardava arcigna.
“Da
chi l’hai saputo, Dean?” chiese Harry, tra un
boccone e l’altro.
“Tassorosso.
Sanno sempre tutto quelle!”
Hermione
lanciò uno sguardo fugace al tavolo Verde-Argento.
Draco
Malfoy mangiava nervosamente seduto fra Tiger e Goyle, aveva un livido
sulla guancia.
Dalla
parte opposta invece stava seduto Zabini, non aveva toccato cibo e
aveva un occhio gonfio.
“Pansy,
per favore smettila!” disse Blaise, piuttosto infastidito,
alla sua compagna che non accennava a smettere di piangere.
“Tu...tu
non capisci... Draco mi ha lasciata!” singhiozzò
lei, disperata.
“Meglio
lasciata che ammazzata… credimi… e poi
è stata tua l’idea di frequentarci di nascosto
sotto i suoi occhi.” disse Zabini, senza neanche guardarla.
Pansy
singhiozzò più forte sulla spalla della sua amica
Daphne.
Malfoy,
che nel frattempo aveva finito di mangiare, si alzò
rumorosamente dal suo posto e così fecero i suoi scagnozzi.
L’attenzione
della sala si concentrò su di lui.
“D...Draco
aspetta, lasciami spiegare!” Pansy, vedendolo in piedi, gli
si gettò praticamente addosso.
Malfoy
la fulminò con gli occhi “Non toccarmi, lurida
sgualdrina." sentenziò, con tono gelido e tagliente "Solo
l’amicizia tra i nostri padri mi ha impedito di farti a pezzi
ieri sera, ma potrei sempre ripensarci.”
Pansy
lo lasciò andare, terrorizzata... quello sguardo le aveva
sempre messo paura, ma in quel momento era semplicemente terrificante.
Rimase
in mezzo alla Sala Grande, in lacrime, a vederlo andare via.
“Ehi, Calì,
hai visto?”
Anche
Grifondoro aveva la sua buona dose di pettegole. Lavanda non aveva
perso tempo e, vista la scena tra la Parkinson e Malfoy, si era
precipitata a spettegolare con la sua amica Calì Patil.
“Secondo
te, lei lo ha tradito con Zabini?”
“Può
darsi, visto che i danni maggiori li ha subiti lui...”
“Dopo
pranzo chiederò ad Hannah le ultime notizie...”
Hermione
guardò seccata le compagne, innervosita da tanta
superficialità.
***
Ciao a tutti!!
Sono tornata con questa nuova storia che intendo dedicare ad un’autrice talentuosa di questo sito…la grandissima Ifigenia!!
So bene di non essere al suo livello, ma io mi sono impegnata pienamente.
Ho scelto questo pairing poiché, a mio parere, è uno dei più impegnativi… *oltre ad essere uno dei miei preferiti* ed a me le sfide piacciono !!!
Spero che vi piacerà.
Purtroppo il prossimo capitolo non potrò postarlo prima della prossima settimana, visto che domani parto per Amsterdam^^
Vi mando un bacione e un grazie speciale a chi leggerà.
Alessandra