Il terzo colpo di cannone rimbombava sopra la cornucopia. Il bagno di sangue era stato una strage. Appena scattato lo 0 sul tabellone, io e Cato ci dirigemmo verso le armi. Glimmer e Clove, invece, si diressero verso le provviste; e chiunque si mettesse sul nostro cammino pagava con la vita. *Poco prima della partenza dei giochi, io e Clove eravamo seduti vicini nel hovercraft. "Scommetto che ne uccido di più io!" Azzardò ridendo. "Ahah" risposi stupito "credi davvero di potermi battere?". "Scommettiamo, allora!" Propose. "E va bene, rendiamo questi giochi più interessanti. La posta?" conclusi io. Clove mi fissava pensierosa. "Ci sono!" disse qualche secondo più tardi, ridendo "chi uccide più tributi durante il bagno di sangue alla cornucopia, ha il diritto di uccidere la ragazza dell'11!". Cato e Glimmer erano davanti a noi. Io restai esterefatto. Quanta crudeltà ribolliva dentro la ragazza dei coltelli? Tanta. Talmente tanta da giocare sulla vita di una dodicenne indifesa. Non che le possibilità di quella ragazzina fossero molte, ma era una bambina e mi ricordava Ryan, mio fratello. Non me la sentivo di fare il sentimentale. Non era proprio il momento, nè il luogo adatto. Così annuii con un sorriso compiaciuto. Lei ricambiò e guardando verso gli altri due favoriti "e voi? Siete dei nostri?". Cato rise "vuoi scherzare? Sarò io a vincere la sfida" ribattè guardando la povera preda dell'11. "Non se ti batto sul tempo." aggiunse Glimmer con tono di sfida.* Lo sparo del quarto colpo di cannone mi riportò alla realtà. "Tre!" Urlò Cato fiero di se stesso. "Quattro!" rispose Clove soddisfatta, mentre affondava il suo coltello nel petto del ragazzo del 7."E con questo siamo a tre!" Disse Glimmer fissandoci tutti. La ragazza del 6 corse dentro la cornucopia nella speranza di riuscire a prendere un pugnale. Tuttavia, prima che facesse il passo decisivo verso la bocca della struttura dorata, una lancia le trafisse il torace. "Sei..." Ammisi sottovoce. Ed era l'ultimo tributo in circolazione, gli altri erano sparsi per la foresta o distesi dinnanzi a noi senza vita. "Hai vinto!" Mi urlò Clove un po' amareggiata. "Già, ho vinto...". Cato non sopportò la sconfitta e guardandomi schifato, corse verso il bosco per completare l'opera. Le sue manie di protagonismo erano sempre più insopportabili, ma nessuno disubbidì e lo seguimmo senza dire nulla. Corremmo per venti minuti di seguito tra le foglie verdi, gli alberi altissimi e le erbacce velenose. D'un tratto Cato si fermò. E di conseguenza anche noi altri tre ci bloccammo. Avanzammo a passo silenzioso, finchè non ci accorgemmo che il ragazzo del 12 era lì a pochi metri da noi. Cato mi sorrise e impugnò la sua spada argentata e luccicante. "Quattro..." Disse piano. "Aspetta!" Urlai attirando l'attenzione anche del ragazzo. Tutti mi fissavano. Il tributo del 12 era seduto immobile che guardava la scena. Avrebbe potuto correre via, ma non lo fece. "Lo vuoi tu vero?" Cato si accanì su di me come un lupo. "Vuoi ucciderlo tu? Mai!" Alzò la spada, pronto a colpire il giovane alla testa. "No!" Urlai nuovamente "Cato, lui ci potrebbe portare dalla sua compaesana..." dissi in modo calmo "avrai sentito parlare degli 'innamorati sventurati'. Sono il nuovo zimbello di Capitol City! Se lo uccidi adesso... Puoi dire addio agli sponsor!". Il biondo del distretto due esitò. Lentamente abbassò l'arma letale e sorrise verso di noi. "Va bene, piccolo innamorato.. Tu adesso vieni con noi". Il ragazzo del 12 era ancora immobile e spaventato. "Pee-Peeta. Mi chiamo Peeta." Aggiunse qualche secondo dopo, fissandomi. "Va bene Peeta. Portaci dalla tua ragazza. Ho proprio voglia di innamorarmi." disse Cato stringendo la spada.