Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Akira14    06/06/2008    5 recensioni
Una storia nata mesi fa, quando finii di leggere il SETTIMO LIBRO. Il percorso che ti porta a dare risposta alla domanda non é facile. Si tratta di mettere in discussione te stesso, le convizioni per cui ha combattuto...
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A/N: Prima di tutto vorrei chiedere scusa a tutti coloro che seguivano questa fic per l’attesa

Perso non più contatto più niente, se tutto cambia in un istante
In guardia e costantemente, fuori controllo
Perso non più certezze più niente, il vuoto accorcia le distanze
In fuga e costantemente, pronto allo scontro
( L’errore, Subsonica )


Ti togli quelle luride manacce di dosso e lo afferri, stringendo le sue vesti in un pugno tanto stretto da farlo rantolare.
Potrà anche avere la verità in tasca, ma non si può permettere di parlare così dei tuoi amici. Non è tanto perché ti abbia dato fastidio sentir chiamare la Johnson con quell’appellativo razzista, per preoccupazione o rispetto nei confronti di lei.
Piuttosto sai che è così che si dovrebbe reagire, che avrebbe reagito un amico; e per quanto riguarda Fred… Beh lui sarebbe passato direttamente ai pugni. Ancora vuoi fingere che la strada che hai intrapreso da qualche mese a questa parte non ti abbia cambiato o perlomeno che puoi tornare ad essere quello di sempre. Ci mancherebbe solo che una volta tornato tuo fratello sia schifato da ciò che sei diventato. Anche se, in verità, riaverlo in vita varrebbe anche il suo imperituro disprezzo.
“Che le hai fatto?” Gli chiedi, cercando di veicolare nella tua voce una rabbia che in realtà non provi. Ormai è un sentimento troppo sfiancante da coltivare; l’apatia è ben più conveniente e produttiva.

“Nulla. Costatavo l’ovvio; è un problema?” Risponde. Gli occhi annebbiati dall’alcool non tradiscono alcuna paura, è ben conscio che la tua non è altro che una patetica recita. “Non intendo sfiorarla nemmeno con un dito, non ti preoccupare.” Puntualizza con un disgusto talmente evidente da rendere lampante la ragione per cui ha escluso Angelina dal vostro progetto, per cui temeva che lei ti avrebbe distratto e non voleva quindi che entraste in contatto. Pura e semplice misoginia.


Allenti la presa per poi spingerlo lontano da te, voltandogli subito le spalle per non dover costatare che ti sei letteralmente rovinato con le tue stesse mani. Il rituale, sicuramente, non può essere finito così: sarebbe troppo semplice e poi non ci sarebbe stato più nulla da scrivere, mentre avevi visto che c’era ancora diverso materiale cartaceo al riguardo. Fatichi, però, ad immaginare cosa possa essere richiesto nelle prossime fasi.
Insomma, senza sei completamente perso. D’altra parte quel pizzico d’orgoglio che ti è ancora rimasto t’impedirebbe di inseguire il vecchiaccio…
“Non mi offri nemmeno un Whisky Incendiario, ragazzo?” Compare al tuo fianco come se nulla fosse e, una volta che hai girato la chiave nella toppa, ti precede arrivando fin davanti alla porta che conduce al tuo appartamento.
Un brivido ti scuote da capo a piedi. La bottega è un conto, casa vostra è un luogo sacro in cui è concesso il privilegio di farti visita solo a pochi eletti, di cui lui non fa certo parte. Neanche dovrebbe sognarsi di chiedertelo, se ti conoscesse. Ma non ti conosce, così come tu ignori chi sia quel folle di cui vuoi così disperatamente fidarti.
Effettivamente potresti sfruttare l’occasione per saperne di più dal diretto interessato; dal momento che è difficile prevedere quando si rifarà vivo sarebbe stupido farsi sfuggire un’opportunità così ghiotta.
A malincuore ti vedi costretto a darti ragione e, spinto anche dall’innata curiosità che reclama risposte su Plum, lo accompagni al piano di sopra e lo fai accomodare in cucina.
Sorseggiate il whisky squadrandovi a vicenda, in completo silenzio. Nella mente ti scorrono un’infinità di domande da porgli, ma perché mai dovrebbe rispondere con onestà a qualcosa che suona tanto come un terzo grado?
Sarebbe più ragionevole fargliele in modo casuale, cercando d’inglobarle in qualche parte di una fantomatica conversazione. Stai per attaccar bottone, tanto per sondare il terreno ma è Plum a prendere la parola, ancora una volta. “La parte più difficile è fatta.” Sospira, leggermente deluso. “Ora viene quella più lunga e noiosa.”
Sbatte sul tavolo le nuove pagine ed, in effetti, non sono che delle lunghissime formule per complicati incantesimi, con tanto di note a piè pagina sul come dev’essere mossa la bacchetta in certi punti o pronunciate determinate parole in altri. T’informa che un errore significherebbe dover ricominciare tutto da capo, perciò esamini ogni riga con estrema attenzione.

Innanzitutto c’è scritto che questa fase del rito ha da essere compiuta nello stesso luogo dove hai bevuto la mistura ieri sera. Camera tua.


Be’, se ti faceva star male l’idea di aprigli la porta di case ti provoca ancor più nausea che varchi la soglia di un luogo tanto intimo. Solo che lui non lo fa; resta lì appoggiato allo stipite ma senza proseguire oltre, mostrando un rispetto che ti stupisce a dir poco. Non credevi nemmeno che lo sfiorasse mai il concetto che gli altri avessero una sensibilità da poter urtare. Ugualmente strano trovi il fatto che sia rimasto con te.
Magari aspetterà che tu sia a metà dell’opera per andarsene?
Ma questa volta non c’è assolutamente il brivido di essere scoperto come al cimitero. Da osservare sarà solo una noia mortale, a cui sfuggire il prima possibile.
“Resterò qui fino a quando non avremo concluso il tutto.” Sarà un Legimentis oppure sei così prevedibile nei tuoi pensieri? “È nel mio interesse darti una mano, dal momento che ho una certa fretta nel riscuotere il mio compenso.”
“Ci sono alcune cose che vorrei sapere, prima di iniziare.” Meno male che doveva essere un approccio naturale, prendendola molto alla lontana. Se dovevi essere diretto che facevi, gli tiravi fuori le parole con un Veritaserum?
“Potremmo rimandare a dopo questa simpatica sessione di obbligo o verità?” Domanda, infastidito.
“No.” Replichi spavaldamente. Giacché ti sei rotto, di nuovo, le uova nel paniere tutto da solo perlomeno non tirarti indietro al primo segno di reticenza da parte di Plum! Anche se la tua ostinazione nell’avere delle risposte è esattamente quello che si aspetta.
“Ma davvero? Guarda che non ci metto nulla ad andarmi a cercare qualcun altro, qualcuno che faccia meno domande.” Ti minaccia, ma tu non ti fai intimorire.
 “Sì, infatti mi sei venuto a cercare perché c’è una fila di gente che si affiderebbe ciecamente a te.” Un sorriso sarcastico ti si dipinge sulle labbra nel ribattere.

Arretra, punto sul vivo, ma non va lontano. Si passa una mano sul volto, borbotta qualcosa d’incomprensibile e torna a guardarti negli occhi.
“Avanti spara, cosa vuoi sapere?”
La prima domanda ti viene spontanea, perché è su quella che si baserà ogni altra che porrai. “Risponderai onestamente?”
“Certo che ti dirò la verità. Le menzogne si fanno in fretta a scoprire e se tu finissi per perdere ogni fiducia in me, cosa ci guadagnerei?” In effetti nulla; per cui gli credi.

Sulla seconda ci devi riflettere un po’ di più, però alla fine la valuti come la migliore tra quelle che hai per la testa. “Che fine ha fatto la tua famiglia?” Venire a conoscenza della storia, del destino del suo parentado ti servirà a capire meglio cosa ti aspetta. Perché se loro lo hanno davvero riportato in vita, il prezzo che hanno pagato sarà lo stesso che sarà richiesto anche a te, no?
“Sono morti. Tutti. Di malattia, se così la vogliamo chiamare.” Lo dice con una tranquillità tale da farti pensare che li abbia uccisi lui e non provi alcun rimorso per il suo crimine.
“Che malattia?” Indaghi oltre, saggiando fino a che punto puoi tirare la corda.
“Anche se ti spiegassi non capiresti, non mi crederesti.” Scuote la testa. “Non credi che sarebbe meglio vederlo con i tuoi occhi?” Di primo acchito non capisci come questo sia possibile, poi ti torna alla mente un oggetto visto in Presidenza, una delle tante volte che tu e Fred siete stati a rischio d’espulsione. Ancora una volta senti una fitta al cuore, un rimpianto tanto profondo da farti mancare l’aria nei polmoni ed al cervello, da farti perdere quasi l’equilibrio, al pensiero di quei giorni in cui le vostre massime preoccupazioni erano di non farsi beccare da Gazza o dai Prefetti a testare i vostri prodotti sui primini.
Ti sembra sia accaduto una vita fa. Tanto tempo addietro da non sembrare neanche la tua, di vita. Perché nella tua esistenza non é possibile che la gente ci sia un momento e poi non ci sia più. Non lo accetti. Ci dev’essere sempre, dal momento in cui nasci a quello in cui tu muori… Altrimenti che cavolo di significato ha doverla incontrare, crescerci assieme? A renderti consapevole dell’ineluttabilità del destino umano?
Grazie tante, ma tu lo sapevi già! No, no. Dovessi plasmare il mondo a tuo piacere, questa cosa va proprio cambiata.
Ad ogni modo, Plum avrà sul serio un Pensatoio o è tutto un bluff?
“Non posseggo strumenti affinché questo sia possibile, ma sono certo che al Ministero ne avranno almeno un paio. Confido che troverai il modo di metterci le mani sopra.” Conclude, anticipandoti il tuo prossimo obbiettivo.
Effettivamente ti basterà dire a tuo padre che vuoi mettere da parte i ricordi di Fred, in modo da non dover provare il dolore causato dal veder svanire, progressivamente, prima i dettagli poi le memorie stesse della vostra vita insieme. Potrà volerci un po’, ma se fosse necessario andresti a trafugarlo di persona.
Ti riprometti di fare un salto alla Tana non appena avrai portato a termine il compito di oggi.

“Ci puoi scommettere. Conta che ce l’abbia già.” Fai lo sbruffone, ribattendo con sufficienza. “Allora iniziamo?”
“Vai. Andrò a chiudere le finestre e bloccare il Camino, cosicché non ci possano disturbare.” In realtà, se i tuoi famigliari non riceveranno risposta dai soliti canali di comunicazione è ben più probabile che ti facciano un’improvvisata. Dovrai correre il rischio, perché ti serve la massima concentrazione e non puoi stare con gli occhi aperti e le orecchie tese per captare ogni più piccolo movimento o rumore inconsueto. Lascerai questo compito a Plum, per quanto al camposanto abbia dato prova di non avere grande talento nel farti da palo.

Malgrado le tue preoccupazioni, l’isolamento non viene disturbato. Seppur paia un vecchio ubriacone, in qualche cosa eccelle quel tipo. Essere irraggiungibile al resto del mondo e far sì che lo sia anche tu. Già che ci riesca uno stregone è ammirabile, poi che ne sia in grado un Magonò ha dell’incredibile.
Ti complimenteresti con lui, ma sei un po’ occupato a pronunciare una nenia infinita, assicurandoti di non sbagliare nemmeno di un millimetro la posizione della bacchetta in ogni sua volteggio tra le tue dita.
Non ti puoi fermare, neanche quando cominci ad avvertire una certa sete e la bocca s’inaridisce. Anzi, continui con più convinzione, contando mentalmente le righe che ti mancano alla fine.
Le parole iniziano ad essere un’indistinta macchia sul foglio e tu le fissi finché non tornano ad avere la loro forma e continui, continui finché non arrivi al punto fermo.
Giunto al termine noti che anche Plum sta recitando qualcosa, seppur privo di bacchetta. Deve trattarsi di ciò che schermava la casa – seppur continui ad essere inspiegabile che qualcuno senza poteri magici possa fare una stregoneria del genere -  dal momento che senti un vociare provenire dal salotto poco dopo l’ultima parola pronunciata.
Si tratta della tua famiglia, senz’altro. Gli amici avrebbero lasciato passare almeno un giorno senza tue notizie, ma la mamma non riesce neanche a trascorrere un paio d’ore priva di ragguagli sulla tua salute… Specie da quando… Sì insomma, vuole essere sicura che tu non faccia sciocchezze.
Ironico, no?
Rideresti, però hai un mago dall’aspetto tutt’altro che raccomandabile da far sparire da casa tua ed una buona giustificazione sul perché ti sei tagliato fuori dal mondo da preparare.
“Esci, alla svelta!”  Dissimuli Plum con un incantesimo non verbale, augurandoti che non abbia una durata infinita o si ritroverà a mimetizzarsi con lo sfondo fino al vostro prossimo incontro. Apre la finestra e gli chiedi se sia completamente impazzito; invece ha una spiegazione anche per questo. “Noterebbero una porta che si apre seppur non ci sia nessuno a tirar giù la maniglia.” Sbuffa, dileguandosi sotto la pioggia torrenziale.


Appena in tempo. Molly ti corre incontro, schiacciandoti in un abbraccio assassino. “George! Perché non rispondevi? Si può sapere che ti è preso?” Che razza di domanda è? Se semplicemente non avessi avuto voglia di parlarle oggi, sarebbe forse stata una colpa? Un po’ ti sembra che sia così, dai suoi occhi velati di lacrime.
 “Volevo stare un po’ da solo, senza essere disturbato.” Un’affermazione cattiva, lo sai bene. D’altra parte un po’ se la merita.

“Oh, scusa tanto se la tua famiglia si preoccupa per te!” Ron compare da non si sa bene dove, evidentemente tirato in mezzo quando avrebbe preferito di gran lunga passare la giornata con Hermione. Affari suoi, mica gliel’avevi ordinato tu di venirlo a cercare. Poi una frase del genere te la saresti aspettata da Percy che, da che mondo è mondo, ha ritenuto il suo tempo più prezioso di quello degli altri dalla notte dei tempi. E che se crede che basti mostrarsi premuroso e chiedere scusa per farsi perdonare di aver rinnegato per anni la sua famiglia, di non essere stato capace di salvare Fred… No, lo sai che non è colpa sua ma è così comodo dargliela che ora che ce l’hai davanti non puoi evitarlo. Vorresti che se ne andasse, che non stesse lì a fare arredamento insieme a papà mentre la mamma continua la sua strigliata e Ron t’osserva con la disapprovazione di chi vorrebbe essere ovunque tranne che lì.
“Cos’è cambiato da ieri a oggi, scusate?” Chiedi, non appena riesci a fermare il fiume di rimproveri ed il tuo quesito zittisce improvvisamente Molly e fa trasalire gli altri tre.
Evidentemente dev’essere accaduto qualcosa che ti dovrebbe aver sconvolto, a tal punto che tutti e quattro s’erano precipitati a vedere come stavi dopo aver ricevuto una notizia del genere.
Quale, però?


 “Non hai saputo, che Angelina è stata arrestata?”

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Akira14