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Autore: Sunny    25/11/2004    22 recensioni
I missing moments della saga di BAWM! Ormai sono diventati troppi...meglio farne una raccolta! E si comincia con...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Sono stata attaccata da una piccola ideuzza lampo…mi ha letteralmente travolto

Sono stata attaccata da una piccola ideuzza lampo…mi ha letteralmente travolto! *me ancora a terra coi segni dei copertoni addosso* E quindi non si è potuto evitare… è una cosuccia non molto lunga, disimpegnata, divertente, rilassante… dedicata a Vale, la mia super amicissima che deve assolutamente aggiornare DG perché io sono in crisi d’astinenza qui! ^__-  Oh, e quasi dimenticavo… c’è un po’ di Ron/Hermione anche per festeggiare il compleanno di Marilia… non mi ricordo quand’è, ma augurissimissimissimi festeggiata!!! ^________^

 

 

 

 

FAST AND FURIOUS

 

 

Ron controllò ancora una volta il suo cinturone prima di incamminarsi con Harry lungo il viale illuminato dai lampioncini in tipico stile inglese. La Londra magica era bellissima di sera, specie durante una notte di fine estate non ancora fresca, ma neanche più tanto calda. Il tempo ideale per il turno di notte…una routine alquanto seccante, ma che toccava a tutti i War Mage almeno una volta ogni due settimane.

 

“E’ una bella serata.” Commentò pacatamente Harry, mentre camminavano piano. “Speriamo che rimanga così.”

 

Ron fece una smorfia sconfortata. “E quando mai il turno di notte è statao tranquillo…speriamo solo che passi in fretta, vorrei tornare a casa da Hermione il prima possibile.”

 

Che è successo, avete litigato?”

 

“No…l’ho lasciata piuttosto sconvolta e nervosa… con la bravata di Simon, e tutto il resto…”

 

Harry si accigliò. “Che ha combinato stavolta?”

 

“Ma niente…niente che non ci potessimo aspettare.” Ron scrollò le spalle. “Stamattina si è fatto assumere da Mr. Lomping, quel tipo strano e simpatico che possiede quel grande allevamento di draghi un po’ fuori Londra…”

 

Harry fece un sorriso fiero. “E bravo, alla fine ha coronato il suo sogno di diventare allevatore di draghi.

 

Sul viso di Ron comparve una bellissima espressione di puro orgoglio paterno. “Lo hanno praticamente supplicato di entrare a far parte del loro gruppo…per farlo provare gli hanno fatto incontrare un cucciolo di drago particolarmente turbolento, e pare che dopo quel piccoletto non volesse saperne di allontanarsi da lui.”

 

“Fantastico, è fuori da Hogwarts da neanche due mesi che già si è trovato un buon lavoro!”

 

“Buono quanto vuoi tu, ma a sentire Hermione è troppo pericoloso…” Ron fece una smorfia che rasentava il divertimento. “…soprattutto considerando che Simon si è presentato a casa con un drago che gli copre mezza schiena.

 

“Si è fatto un tatuaggio?” Harry scoppiò a ridere. “Povera Hermione, combatte una battaglia persa…”

 

“Già…e come se non bastasse, Katie ha ricevuto la sua lettera per Hogwarts…quindi altra disperazione, perché adesso non abbiamo più la nostra cucciola per casa.

 

Harry annuì. “Questo posso comprenderlo fino in fondo.”

 

Ron scrollò ancora le spalle. “Francamente stanotte avrei preferito restare con Hermione… l’ho vista un po’ sconsolata, credo che avesse bisogno di parlare un po’.”

 

“Hermione è forte, ed è una mamma eccezionale. Harry gli fece un sorriso incoraggiante. “L’hai vista così perché ha dovuto digerire questo bombardamento di novità tutte insieme, ma vedi che appena si ferma a rifletterci su affronterà le cose con la sua solita razionalità disarmante.

 

“Si, confesso che ci spero anch’io…” Ron s’interruppe quando sentì un piccolo rumore di scalpiccio…dei passi in una pozzanghera d’acqua. Alle sue affinatissime orecchie di War Mage non era sfuggito per niente, e lo stesso valeva per Harry. Si fermarono entrambi, senza voltarsi completamente, semplicemente controllando la strada con la coda dell’occhio. Rimasero in ascolto per qualche secondo, e alla fine sentirono un soffio impercettibile, qualcosa di molto simile a una voce…una voce familiare. Ron si passò una mano sulla faccia.

 

Harry incrociò le braccia sul petto con fare severo. “Da quando in qua le reclute fanno il turno di notte?”

 

Ron si voltò, scuro in volto. “Avete trenta secondi per uscire fuori, poi vi vengo a prendere io.

 

Ma come diavolo…”

 

Harry non si stupì per niente quando dall’angolo della strada sbucarono Jack e Amelia, che almeno ebbero il pudore di sembrare mortificati. Non c’era da stupirsi perché quei due sembravano smaniare dalla voglia di mettersi in gioco, erano senza dubbio le migliori reclute che i War Mage avessero assunto in decenni. E poi, quella testa calda di Jack era un Weasley dal sangue focoso esattamente come suo padre… quanto ad Amelia, lei non era una Weasley di nome ma lo era di fatto, senza contare che Ron e Hermione l’avevano praticamente adottata nella loro famiglia.

 

“Sbaglio o sono stato io a dirvi meno di due ore fa che non vi avrei portato proprio da nessuna parte stanotte?” tuonò Ron, avanzando verso i due ragazzi.

 

A Harry venne da ridere, ma si sforzò di trattenersi. Buon vecchio Ron…credeva ancora di poter fare paura a Jack, che gli arrivava praticamente all’altezza degli occhi, ed era un bisonte esattamente come suo padre… stesso fisico imponente, stesso sguardo volitivo e deciso, e in aggiunta molta ma molta più furbizia e impertinenza di lui. E Amelia…a vederla così nessuno le avrebbe dato fiducia, perché sebbene in altezza fosse cresciuta prodigiosamente – ora sfiorava il naso di Jack – era rimasta di fisico piccolino ed esile. Ma a prenderlo un pugno in faccia da quella manina delicata! E poi, a dirla tutta, se coi due maschi Ron era specializzato nel fare la voce grossa, con Amelia e Katie si scioglieva come la cera… ma guai a farglielo notare.

 

Jack scrollò le spalle. “E dai, pa’, non facciamo niente di male…vi accompagniamo soltanto.

 

“Durante un turno di notte!” protestò Ron. “Le reclute non possono fare già pratica così…”

 

“Appunto, ci siamo rotti di fare solo esercizi e teoria!” replicò deciso Jack. “Avanti, Grande Padre, non è che tu a vent’anni te ne stessi tutto buono a fare addominali tutto il giorno…”

 

“Noi eravamo in guerra, Jack.” Sibilò Ron.

 

“Beh, potrebbe sempre scoppiare!”

 

Ma non dire fesserie e tornatene a casa!”

 

Jack si voltò a guardare suo zio. “Zio Harry…!”

 

Harry ridacchiò e alzò le mani. “No, Jack, non guardare me…io non ti farei restare.

 

“Sono io il tuo diretto superiore, matricola. Stavolta lo sguardo di Ron era duro sul serio.

 

Jack fece un sorrisetto furbastro. “Si, ma zio Harry è il tuo.”

 

“Niente favoreggiamenti, non si scavalcano gli ordini gerarchici. Fece subito Harry. La storia della sua promozione a Colonnello era un episodio della sua vita che non avrebbe dimenticato facilmente… l’ennesimo in cui aveva avuto modo di apprezzare Ron come un fratello, ancor più che un amico. Quando Homer Graham era andato in pensione e Liam era stato promosso Generale dei War Mage, lui, Ron e Hermione avevano ricevuto immediatamente il titolo di Colonnello… titolo che Ron aveva rifiutato, restando Maggiore. E sia a Harry che a Hermione era stato subito chiaro il perché… innanzitutto Ron aveva scelto di seguire da vicino Jack nel momento più delicato della sua vita, durante il durissimo addestramento. Come Maggiore poteva addestrare lui i nuovi arrivi, come Colonnello avrebbe potuto a stento impartire un paio di lezioni speciali, come faceva Hermione. E poi Ron aveva specificamente detto più di una volta che il titolo di Generale stava molto meglio a Harry che non a lui…Harry aveva combattuto fin da quando era in fasce, con uno stato di servizio come il suo e una promozione a Colonnello tanto prematura, non avrebbe avuto rivali al momento opportuno. Perché Ron era Ron… leale, devoto, onesto e pronto a far brillare meno la sua popolarità pur di sapere felici i propri amici. Harry aveva toccato il cielo con un dito quando Liam gli aveva confessato che avrebbe aspettato che Jack fosse diventato War Mage a tutti gli effetti, e poi avrebbe assegnato perentoriamente il titolo di Colonnello a Ron.

 

“Resteremo indietro, vogliamo solo guardare!” provò Jack.

 

“Non durante un turno di notte!”

 

Jack sospirò sconsolato, e lanciò un’occhiata di traverso ad Amelia…e in quel momento Harry capì che non ci sarebbe stata storia, i ragazzi sarebbero venuti con loro.

 

Amelia avanzò fino ad avvicinarsi a Ron. “Veramente non possiamo nemmeno guardare?” gli chiese mielosamente, sbattendo gli occhi vispi e guardandolo in quel modo tenero che sapeva essere un’arma vincente.

 

Ron si ammorbidì. “Tesoro, non fare quella faccia… giuro che lunedì vi permetto di accompagnarmi a Diagon Alley mentre sono di turno, va bene?”

 

Amelia arricciò il naso e curvò le labbra in quel modo adorabile e irresistibile che la faceva sembrare una bambina piccola. “Ma quello è per bambini… non ci succederà niente, ci hai addestrati tu… e poi non interverremo, hai la mia parola…dai…”

 

Ron sospirò. “E’ perché vi conosco che non posso crederti…”

 

Amelia gli prese una mano fra le sue più piccole, accarezzandogliela e facedogli ancora gli occhioni da cucciolo. “Per favore…dici sempre che io sono la più buona perché non ti chiedo mai niente, è solo un favore piccolo piccolo…ti prego…”

 

Harry osservò Ron, che sembrava combattere con se stesso per dare una risposta…poi l’occhio gli cadde su suo nipote: braccia conserte, mento in alto, sorrisetto furbastro e fiero, occhi carichi di orgoglio… Jack era una peste, un vero Weasley. E sì che lui sapeva quanto fossero impossibili da fermare una volta che avevano chiara un’idea in testa… ne aveva sposata una esattamente così.

 

“Allora, ci lasci venire?”

 

Ron esitò. “…mi prometti solennemente che qualsiasi cosa succeda, voi due ve ne starete in disparte a guardare e basta?”

 

Amelia s’illuminò e annuì. “Promesso, promesso!”

 

Ron fece una smorfia arrendevole. “Solo per questa volta, sia chiaro.”

 

“Ah, grazie mille!” Amelia gli balzò in collo, stampandogli un bacio sulla guancia. “Ti devo un favore.”

 

“Strozzami Jack e lo considero già fatto. Brontolò Ron.

 

“Grazie, pa’, anch’io ti voglio bene.” Fece ridendo Jack, mentre schiacciava il cinque con Amelia.

 

Harry si avvicinò a Ron quando ripresero a camminare. “E meno male che era un no deciso…”

 

“Non ci posso fare niente, quando le bambine fanno così ci serve Hermione, è lei che sa mantenere il punto con loro…”

 

Beh, Amelia tanto bambina non è…”

 

“E’ ancora piccola, non la vedi?” Ron gli lanciò un’occhiataccia. “A diciannove anni dovrebbe uscire con le amichette a prendere un gelato…”

 

Harry fece un sorrisetto. “Tu a diciannove anni ti facevi Hermione, Ron.

 

“Non ricordarmi chi ti facevi tu.” Sibilò Ron, mantenendo la voce bassa. “E poi sta’ zitto, senti chi parla…hai fatto una storia lunga una quaresima con quella poverina di Julie.

 

“Oh, avrei voluto vedere te al mio posto, a ritrovarti una figlia fidanzata ad un mollaccione con un ciuffo di capelli blu che te la riporta a casa con un buco al naso!”

 

“Il piercing va di moda.” Osservò divertita Amelia.

 

“Vero, e poi Chad è sveglio per essere un Auror. annuì Jack.

 

Ron lanciò unocchiataccia a tutti e due, voltandosi verso di loro che gli camminavano dietro. “Silenzio voi due, consideratevi già in punizione!”

 

“Si, Grande Padre.” Jack trattenne a fatica una risata, lanciando un occhiolino ad Amelia.

 

Harry sospirò. “Va bene, vediamo di continuare il turno senza altre interruzioni.

 

“Ehi, lo facciamo un saltino a berci un bicchiere di Whisky Incendiario, dicono che è un’abitudine di tutti i War Mage durante le nottate di…” Harry e Ron lo fulminarono con lo sguardo. “…ok, niente Whisky.”

 

Amelia lo tirò per un orecchio e lo rimise in riga. “Guarda se non devi sempre combinare casini…”

 

“Ohi! Amy, l’orecchio!”

 

Ron si passò una mano sulla faccia. “Che guaio che ho combinato, come me lo sento…”

 

 

***************

 

 

“Guarda come si vede che è venerdì sera.” Notò Amelia, mentre il gruppetto di War Mage in borghese camminava per le strade della Londra magica. “Tutti per strada a far casino.”

 

“Mh…” Jack annuì distrattamente, i suoi occhi puntati su una bionda che gli era appena passata accanto. Una gomitata di Amelia lo fece tornare in sé.

 

“Se vi venisse in mente di comportarvi come due normali diciannovenni e voleste andare a spassarvela, fatelo pure.” Ron fece anche un sorriso. “Non siete in servizio.”

 

“Vuoi scherzare?” Amelia sprizzava grinta da tutti i pori. “Il nostro primo turno di notte, doppiamente glorioso perché illegale, e lo scambiamo con una banale serata fuori?”

 

“Eh, Ron, io proprio non so dove hai la testa. Harry non potè fare a meno di infierire… c’era un qualcosa di gustoso nel vedere Ron che minacciava di cacciare fumo per le orecchie…

 

“Beh, ma non succede niente stanotte?” Jack si guardò un po’ in giro. “Niente assassini, niente invasati, niente pazzi che vogliono far saltare mezza Diagon Alley…”

 

“Jack, figliolo, tu hai le idee un po’ confuse…” Harry sorrise e scosse la testa, continuando a camminare lentamente. “C’è anche un po’ di pace ogni tanto in giro.

 

Jack sbuffò. “Che sfiga…”

 

“Ehi, guardate qui!” Amelia s’incollò a una vetrina colorata…la vetrina del miglior negozio di articoli sportivi di Diagon Alley. In bella mostra c’era uno scintillante e nuovissimo manico di scopa che portava inciso sul retro le parole ‘Black Blaze 3000’.

 

“Guarda quanto l’hanno fatto bello!” Jack osservò con molto interesse la scopa. “Questo deve essere il nuovissimo modello di cui parlano tutti.

 

Harry annuì. “Venticinque galeoni che mio figlio se la compra in un massimo di dodici ore.”

 

“Non toccare quel ragazzo, la sua carriera è preziosissima. Ron assunse quella buffissima espressione che Hermione prendeva sempre in giro, chiamandola ‘Tifosus Invasatus’. “Se vogliamo vincere il campionato, Dan deve volare molto veloce…e quindi ha bisogno del massimo che il mercato gli offre.

 

“Un po’ più di oculatezza nello spendere non guasterebbe…”

 

“Con quello che guadagna…”

 

Amelia si accigliò, premendo il viso contro il vetro. “…ma è normale che a quest’ora della notte ci sia movimento nel negozio?”

 

Anche gli altri tre si sporsero a osservare: nell’ombra in cui era avvolto il negozietto s’intravedevano delle sagome che si affaccendavano dietro il bancone…finchè una delle due non si tirò parzialmente su, rivelando un fascio di manici di scope in mano.

 

“Io dico che non stanno mettendo a posto la mercanzia. Harry si sfilò la bacchetta dalla tasca e si diresse rapidamente verso la porta. “Ron, io passo di qua, tu…”

 

Jack, no!!

 

“Da qui si fa prima!” Jack caricò una rincorsa e buttò giù la vetrina del negozio con una spallata, fiondandosi dentro. Amelia balzò dentro al volo e fu velocissima e saltare sul bancone con la bacchetta già puntata verso il basso.

 

“Mani in alto, bastardo!” strillò a uno dei due, che colto di sorpresa potè solo sobbalzare e obbedirle.

 

“Vieni qui, dove vai…” Jack non ebbe bisogno di usare la bacchetta per fermare l’altro ladro: afferrò al volo una pluffa da uno scaffale e gli centrò la nuca, facendolo cadere a terra. “Ehi, amico, riflessi zero tu, eh?” infierì, tirandolo su per il colletto del maglione.

 

Ma siete impazziti?!” tuonò Ron, entrando. “Si era detto che sareste rimasti a guardare!!”

 

Amelia si morse le labbra, senza smettere di tenere per i capelli il ladro che aveva acciuffato. “… ma questi stavano per scappare…”

 

E tocca a noi pensarci!” fece Harry, con uguale durezza. “E poi che sono questi metodi…”

 

“Me l’ha insegnato papà.” Disse fiero Jack, strattonando il malcapitato che aveva per le mani, che ancora scuoteva la testa per riprendere a vedere bene.

 

Ron ignorò l’occhiataccia di Harry. “Non siete ancora pronti per intervenire direttamente!!”

 

E che ti aspettavi, Grande Padre, che saremmo rimasti a guardare per davvero?” Jack scosse la testa e fece una risatina. “Su, non ti arrabbiare che ti fa male alla salute…guarda, adesso noi ce ne usciamo e aspettiamo che siano venuti a prendere questi due mentecatti, e non diremo a nessuno che li abbiamo acciuffati noi. Contento?”

 

Amelia annuì amabilmente e sfilò dalla tasca di Harry il talismano per comunicare col quartier generale, porgendoglielo. “Tieni, contatta pure i nostri. Noi ordiniamo qualcosa al bar di fronte, ci vediamo lì.

 

“Questo è tuo.” Jack spinse uno dei due ladri verso suo padre.

 

Anche questo.” Amelia fece lo stesso. “Burrobirra per tutti, vero? Eh, siamo in servizio!”

 

“Non ci mettete una vita.” Jack si avviò verso la vetrina quasi completamente distrutta, abbassandosi mentre usciva per non far urtare Amelia, che gli era balzata sulle spalle come faceva sempre.

 

Ron emise un verso incomprensibile, qualcosa fra una risata incredula e un suono stupito. “E’ una mia impressione o quelle due piccole canaglie ci hanno appena preso per il culo in grande stile?”

 

“Non è una tua impressione, e sono due grandi canaglie dotate di grandissimo stile. Harry si accostò alla bocca il talismano e richiese un’unità di recupero malviventi nel più breve tempo possibile, poi infilò di nuovo la pietra trasparente nella tasca. “Mi faresti un piacere, Maggiore? Quando insegni ai ragazzi a usare le mani, ti dispiacerebbe specificare che i criminali che arrestiamo almeno in linea teorica ci servono vivi?”

 

 

***************

 

 

“Al nostro primo turno di notte.” Jack brindò allegramente con la bottiglietta di burrobirra, mandandone giù un gran sorso prima di tornare a dedicarsi alla sua ciambella.

 

“Drammaticamente illegale.” Brontolò Harry.

 

“Tanto lo so che non vi dispiace di averci tra i piedi. Amelia rubò a Jack un pezzetto della sua ciambella, guardando saltuariamente fuori dal finestrone vicino a cui stava il loro tavolo. “Sotto sotto vi fa piacere avere compagnia.

 

“Io veramente sono preoccupato.” Harry scosse la testa e sorseggiò la sua burrobirra. “Mi sembrate ancora un po’ troppo a briglia sciolta, voi due.

 

Jack fece un sorriso tipicamente Weasley. “Papà dice che si diventa un bravo War Mage solo se si ragiona col proprio cervello, quindi niente briglie.”

 

Harry fulminò Ron con un’occhiataccia. “Questo potrà valere per quando sarete completamente formati e avrete perso un po’ di questa pericolossisima irruenza, Jack. Tuo padre ti ha spiegato anche questo?”

 

“Ci ha provato, non ha attecchito.”

 

Amelia ridacchiò nella sua burrobirra, poi gettò uno sguardo all’orologio. “E’ ancora molto presto… in genere a che ora finisce un turno di notte?”

 

“Alle prime luci dell’alba, quando la gente comincia a svegliarsi. Ron finì la sua bevanda. “O almeno quando si svegliano i più mattinieri.

 

E noi dobbiamo presidiare le strade camminando per tutta la notte?”

 

“Si.”

 

Amelia arricciò il naso. “Secondo me è un sistema antiquato…a piedi si copre molto meno territorio che in macchina. Nello stesso numero di ore, con la macchina riusciremmo a controllare almeno il doppio delle strade.”

 

Ron fece una smorfia. “E tu credi davvero che i ragazzi del ministero assegnerebbero a tutte le pattuglie un’automobile di servizio? Tesoro, non hai ancora capito come funziona la politica.

 

“Senza contare che da noi non si insegna a guidare le macchine.” Aggiunse Harry.

 

“Io so guidare.” Esclamò orgogliosa Amelia.

 

Harry annuì. “Per inseguire qualcuno non è sufficiente saper cambiare le marce e girare il volante…”

 

Ma tu hai mai visto guidare il Koala?” Indicandola con il pollice, Jack sembrava camminare a mezzo metro da terra per l’orgoglio. “E’ una potenza, una forza della natura.”

 

Ron si accigliò, sentendo un orribile presentimento farsi strada nel cervello. “…chi ti ha insegnato a guidare, Amelia?”

 

La ragazza indicò Jack con un cenno della testa. “Lui.”

 

Ron si coprì la faccia con le mani. “Lo sapevo.”

 

Jack fece una smorfia. “Grazie mille per la fiducia, paparino.”

 

Harry inarcò un sopracciglio. “Guidi così male?”

 

“Assolutamente no! La mia è una guida…sportiva!”

 

“Sportiva?!” Ron abbassò le mani e guardò sconfortato Harry. “Non ti sei chiesto perché a tuo figlio la macchina l’hai comprata, mentre questo disgraziato è ancora a piedi?”

 

Harry fece un sorrisetto. “Corre?”

 

“E’ un pirata della strada!”

 

“Ehi, ehi, non esageriamo!” intervenne Jack.

 

Ron scosse la testa. “Non è assolutamente responsabile, tantomeno prudente.

 

Jack sbuffò. “Tutte scuse… intanto la macchina io la voglio e non esiste che Dan ce l’abbia e io no!”

 

“Lui non la sfascia la macchina!”

 

“Per forza, è una lumaca da paura! Dagli una scopa ed è un diavolo dell’aria, ma su quattro ruote pare che dorme in piedi!”

 

Amelia si strinse nelle spalle. “In effetti è un po’ lento…”

 

Harry scrollò le spalle. “A me ha sempre dimostrato di sapersela cavare.

 

“Precisamente.” Ron fece una smorfia. “Non solo Jack mi ha quasi demolito la macchina l’ultima volta che gliel’ho fatta guidare…adesso scopro che si è messo a dare anche lezioni ad Amelia!”

 

“Sulla macchina del padre!” precisò Jack.

 

“Non mi interessa, chissà cosa diavolo le hai insegnato…” Ron guardò la ragazza. “Da domani ti porto a guidare io, ricominciamo tutto dall’inizio come se non ti avesse mai spiegato niente nessuno, ok?”

 

Amelia ridacchiò e annuì. “Va bene.”

 

Che palle rotolanti.” Jack si stiracchiò e poi si alzò. “Non credete che abbiamo poltrito anche troppo qui al calduccio, mentre fuori i criminali se la spassano? Muoviamoci, il dovere ci chiama.”

 

Anche Amelia si alzò in piedi. “Il giro è ancora lungo, ci conviene andare.

 

Uscendo, Jack fece un fischio in direzione del barista. “Ehi, capo! Il conto ai due signori stagionati laggiù!”

 

Ron rimase a fissare un punto imprecisato davanti a sé con un’espressione pensierosa. “Che dici, Harry, se lo faccio fuori Hermione si arrabbierà? In fondo ne abbiamo altri due a casa...”

 

Harry ridacchiò, mettendo mano al portafoglio. “Non ti conviene, tua moglie ci è abbastanza affezionata.”

 

“Va bene, potrei sempre fargli il lavaggio del cervello. Osservò Ron, mentre uscivano dal piccolo locale. “Magari riesco a farlo diventare un bravo ragazzo.

 

Harry fece una smorfia. “Ne dubito, è figlio tuo.”

 

Amelia si voltò a guardarli. “Dove si va?” domandò, indicando il bivio davanti a loro.

 

“Facciamo un salto alla Gringott.” Propose Harry. “Conviene sempre passarci, di questi tempi.

 

“Con un po’ di fortuna la stanno pure rapinando. Fece Jack, con un sorrisetto furbastro e vispo.

 

Amelia ebbe un lampo di emozione nello sguardo. “Wow, ti immagini a prendere dei ladri professionisti?”

 

Ma che razza di discorsi sono?” sussurrò Harry a Ron, mentre lasciavano che a camminare davanti fossero i ragazzi.

 

Ron scosse stancamente la testa. “Lascia perdere, io ci ho rinunciato.”

 

 

***************

 

 

La Gringott era un palazzo monumentale decisamente bello dall’esterno, e di sera vederlo colpito dai faretti di luce che avevano piazzato sulla stradina antistante il portone, rendeva Diagon Alley molto più elegante di quanto la semplice stradina non fosse in realtà. A Harry piaceva guardare quell’immagine nel silenzio della notte, e se dimenticava di essere in servizio poteva perfino sentirsi più rilassato.

 

“Questo posto sembra irriconoscibile di notte. Osservò pacatamente Ron, mentre camminavano lungo il viale. “Di giorno è affollatissimo, e guardalo adesso.

 

Jack stava guardando con aria famelica una bella macchina rossa fiammante parcheggiata davanti al portone di un palazzo, una vettura chiaramente sportiva. “Ehi, pà, guarda questo gioiello…”

 

“Avrai la macchina solo quando sarai diventato responsabile, Jack.

 

“…dittatore…”

 

Harry ridacchiò. “Jack, perché non ti concentri su un’altra cosa invece che sulla macchina? Tra non molto viene il tuo compleanno, cosa vorresti per festeggiare i tuoi primi vent’anni?”

 

Amelia fece un sorrisetto. “Il numero di telefono di Amanda Travis.”

 

Harry inarcò un sopracciglio. “Chi è Amanda Travis?”

 

Ron fece una smorfia. “Ma come ti ha ridotto mia sorella, Harry? Sei diventato proprio…un padre di famiglia in giacca e cravatta!”

 

Jack ridacchiò. “Amanda Travis è quella super bona che si è messa a rappresentare i Tornado a tutte le loro partite. Dai, zio, veramente non l’hai mai vista? Quella non è una donna, è una dea.”

 

Amelia fece una smorfia di disgusto. “E’ solo tette e culo, cervello zero.”

 

Jack le fece un accenno di solletico sul fianco. “Guardala, la gelosona… ti rode, eh?”

 

“Metti giù quelle manacce!” Amelia gli diede uno schiaffetto sulla mano. “Mi fai solo molta pena, a correre sempre dietro queste sofisticatissime galline impagliate.

 

Ron fece un sorrisetto. “Questa però ha delle gran belle piume.”

 

Harry se la rise. “E quanto la deve amare Hermione, questa tizia. Ron fece una smorfia che lo fece ridere di gusto.

 

Improvvisamente non si capì più nulla.

 

Tre uomini completamente vestiti di nero e col cappuccio sulla testa sbucarono fuori da una finestra della Gringott, correndo all’impazzata e travolgendo Amelia – che non cadde a terra perché Jack fu rapido ad afferrarla per i fianchi prima che perdesse l’equilibrio – fino a raggiungere una vettura nera parcheggiata all’angolo della strada. Naturalmente Ron e Harry avevano la bacchetta pronta e stavano già rincorrendo i ladri nell’istante stesso in cui si erano resi conto di quello che avevano fatto; Jack, invece, si fermò e trattenne per un braccio Amelia quando vide la macchina nera che si metteva in moto.

 

“Ce n’è un altro là dentro!”

 

Amelia fu velocissima…si voltò e puntò la bacchetta contro la macchina rossa fiammante, pronunciando un incantesimo che fece spalancare le due porte anteriori. “Dai, dai!” urlò a Jack, mentre si infilava al posto di guida e metteva in moto l’auto.

 

Vedendo i ladri infilarsi nella macchina, Harry ebbe la stessa idea e si voltò per prendere la prima auto a disposizione…quando si ritrovò davanti agli occhi un bolide rosso, che gli tagliò la strada con una sgommata.

 

“Avanti, salite su!” fece furiosamente Jack.

 

Ron balzò dentro per primo. “Amelia, lascia fare a me…”

 

“Non se ne parla neanche!” la moretta schiacciò l’acceleratore prima ancora che Harry fosse riuscito a mettere anche la seconda gamba nell’auto – Ron lo afferrò per un braccio al volo – e la macchina impennò in avanti.

 

“Dacci sotto, che li riprendiamo!” la incitò Jack, per niente toccato dalla velocità folle a cui stava guidando la sua amica.

 

“Ci vuoi far ammazzare?!” Harry si afferrò al sedile anteriore per sporsi in avanti. “Rallenta!!”

 

“Si, così ce li perdiamo!” Amelia sterzò bruscamente a destra per una curva, facendo involontariamente schiacciare Harry e Ron contro la porta posteriore con un tonfo.

 

“Guarda quei bastardi quanto corrono!” Jack si sfilò la bacchetta dalla tasca e si sporse fuori dal finestrino, cercando inutilmente di prendere la macchina davanti a loro con qualche incantesimo… ma era una cosa quasi impossibile, visto che l’auto sfrecciava troppo velocemente. “Avvicinati di più!”

 

“No, che avvicin…”

 

Harry non riuscì a finire la frase… Amelia schiacciò l’acceleratore a tavoletta e lui e Ron finirono schiacciati completamente contro la spalliera del sedile… la macchina fece una specie di cavallo e guadagnò qualche metro.

 

“…adesso vi faccio vedere i sorci verdi, belli…” con un sorrisetto maligno, Jack si sporse di nuovo fuori dal finestrino… ma attaccare l’auto davanti gli passò di mente quando vide che il muro del palazzo ad angolo che si avvicinava a grande velocità. “…oh oh…”

 

“Gira a destra, a destra!!!” urlò Ron.

 

“Allacciate le cinture, si ballerà un po’!” Amelia voltò con forza il volante verso la destra, facendoselo scorrere fra le dita con rapidità… le ruote fecero un rumore stridente e sgommarono sull’asfalto, e la macchina si ritrovò a camminare su due ruote per qualche metro.

 

“Si, dacci dentro, Amy!” Jack controllò quanto vantaggio aveva la macchina davanti a loro.

 

“Basta, frena questa maledetta macchina, Amelia!!” protestò Harry.

 

“Guido io, avanti…” provò Ron.

 

“Silenzio, che mi deconcentrate!!” urlò Amelia.

 

Jack si voltò a guardarli, profondamente accigliato. “Non si distraggono i novellini quando sono alla guida, non lo sapete? E’ così che si fanno gli incidenti, mi meraviglio di voi!”

 

TU!!!” Ron lo afferrò per la spalla. “Appena scendiamo da questo arnese infernale, quanto è vero che ti ho fatto ti distruggo!!”

 

“Insomma, la sto seguendo solo io quella macchina?!” strillò Amelia, evitando un bidone della spazzatura con una rapida quanto pericolosa svolta sulla sinistra, e facendo liberare così anche Jack dalla presa di suo padre.

 

Harry cercò di rendersi conto della strada che stavano percorrendo. “Siamo a Purple Street, la parallela di Knockturn Alley… questa porta in campagna, alle spalle della stazione…”

 

Se non li becchiamo qui, ce li perdiamo nel verde!” notò Jack, provando a mettere fuori la testa per mirare alle ruote dell’auto davanti.

 

Amelia fece un sorrisetto losco. “Ok, tagliamo la strada a questi bastardi!” prima che i due uomini potessero protestare, la ragazza girò velocemente e improvvisamente il volante, dirigendosi verso una stretta stradina affiancata da due palazzi molto vicini l’uno all’altro… troppo vicini…

 

“Ferma!!” urlò Harry. “Non ci passeremo mai!!”

 

“Pesta a tavoletta, ce la facciamo passare!” replicò Jack.

 

Ron non potè fare a meno di chiudere gli occhi forte quando sentì la macchina entrare in collisione con le due pareti… e un momento dopo si chiese se quella piccola pazza al volante aveva una fortuna smisurata che nemmeno conosceva, o era abbastanza coraggiosa da rasentare la follia… ma di fatto l’automobile continuava a sfrecciare nel vicolo nonostante il terribile rumoraccio della carrozzeria che per poco non prendeva fuoco… praticamente gli sportelli si erano accartocciati tanto da potersi considerare andati.

 

“Secondo voi ce l’avrà un’assicurazione questa macchina?” chiese incuriosita Amelia, mentre non accennava a decelerare neanche minimamente.

 

E te lo chiedi adesso??” protestò Ron.

 

“Non ti scaldare, Grande Padre, non è mica tua.

 

TU NON DEVI NEMMENO FIATARE, E’ CHIARO?!?

 

Jack ridacchiò e annuì. “Muto.”

 

“…oh cazzo…” Amelia guardò allarmata il cruscotto. “Si è sfasciato qualcosa…”

 

“Qualcosa??” Harry stava facendo uno sforzo per non essere sfiorato dalla lamiera accartocciata dello sportello. “Tu l’hai distrutta tutta questa carretta, Amelia!!”

 

“La benzina… comincia a mancare!”

 

“Allora è vero che lassù c’è qualcuno che ci ama!” fece Ron, e Amelia gli lanciò un’occhiataccia.

 

La macchina scricchiolava sempre più rumorosamente, sembrava stesse per comprimersi al punto da esplodere. “E meno male che doveva essere una scorciatoia, non finisce più questo cazzo di vicolo!!” Harry cercò di vedere l’uscita davanti a sé.

 

“Non manca molto!” fece Amelia, accellerando più che poteva. “Solo c’è una cosa che non mi ricordo bene…”

 

Jack si accigliò. “Sarebbe?”

 

“… dove sbuca con precisione!”

 

Ron si passò una mano in faccia. “Sei entrata in un buco che non sai dove va a finire?!”

 

E lasciala stare, sta andando benissimo!” intervenne Jack.

 

Amelia si voltò indietro. “Sei arrabbiato con me?”

 

Ron scosse rapidamente la testa. “No, tesoro, io non ce l’ho con te… ce l’ho con quel disgraziato pezzo d’idiota completamente fuori di testa che ti ha insegnato a guidare, quell’imbecille sclerotico…”

 

“Ehi!” protestò Jack.

 

Harry spinse bruscamente Amelia. “Guarda la strada, la strada!!!

 

Sia Harry che Ron chiusero gli occhi… alla fine del vicolo, proprio sui due marciapiedi chiaramente non strutturati per lasciar passare un’automobile, spiccavano due lampioncini… Amelia li prese in pieno, facendoli volare in avanti, e gli sportelli accartocciati che erano rimasti bloccati dalle due mura, finalmente liberi di esplodere, schizzarono via come proiettili… e per uno strano caso del destino, i due sportelli della fiancata destra andarono a colpire proprio la macchina dei ladri, che stava arrivando in quel momento sulla strada.

 

“Wow, forte!” esclamò Jack quando l’auto sbandò violentemente, rallentando di parecchio.

 

“Adesso li prendiamo!” Amelia fece entrare la marcia – con una grazia che poteva rivaleggiare con quella di un elefante – e spronò la macchina in un cavallo che li spinse più avanti dalla macchina che inseguivano. E appena ne ebbe la possibilità, Amelia l’affiancò e la colpì bruscamente con la fiancata, facendola scivolare giù per la vallata campestre.

 

“Frena, frena!!!!!” urlò Harry.

 

“Ne sta scappando uno!” Amelia sbattè entrambi i piedi sul freno, e la macchina inchiodò il muso a terra con una violenza che proiettò tutti in avanti con un urto non indifferente.

 

Jack neanche uscì dalla macchina che puntò l’auto scura nella vallata e urlò “Immobilus Totalus!!”, bloccando così all’interno i tre ladri, tutti alquanto scossi e dall’aria smarrita.

 

Amelia non perse tempo, e uscendo dalla macchina corse a tutta velocità verso l’unico ladro che era scappato in tempo, e che ora stava correndo per quando potesse. “Fermo, ti dichiaro in arresto!”

 

L’uomo cercò di correre più forte, ma lei era veloce almeno il doppio… e lo afferrò per un braccio. Quello fece per colpirla, ma Amelia si chinò sulle gambe e gli tirò una ginocchiata fra le cosce, completando il lavoro con un buon gancio destro in pieno viso.

 

Jack arrivò di corsa, e guardando il malcapitato che si contorceva a terra e si teneva la parte dolorante, si voltò verso Amelia e ridacchiò. “Dio mio, non vorrei mai essere tuo nemico.

 

Amelia inarcò un sopracciglio e appoggiò le mani sui fianchi. “Cos’è, paura che ti rovinerei i gioielli di famiglia?”

 

E fai bene a chiamarli gioielli, io sono più unico che raro!” fece orgogliosamente il giovane rosso, facendo ridere la sua amica. “Ehi, là dentro, tutto bene?” urlò verso la macchina che avevano usato… quello che ne restava, più che altro.

 

 

 

 

I due uomini all’interno dell’auto per la prima volta nella loro vita si ritrovarono ad avere un tratto estetico che li accomunava: il colorito verdastro e gli occhi da fuori. Harry era per metà proiettato sul freno a mano e per metà appeso al sedile del posto guida, Ron era rimasto supino sul sedile posteriore che con la frenata aveva ceduto…e si era appiattito fin nel portabagagli della macchina.

 

“Siamo ancora vivi.” Mormorò piano Harry.

 

Ron era altrettanto incredulo, e continuava a fissare il tettuccio dell’auto. “Pare di si.” Sussurrò, con un tono di voce stranamente calmo. “Harry?”

 

Cosa?”

 

“Ti rendi conto che quel pazzo coi capelli rossi l’ho generato io?”

 

“…lo so, è abbastanza inquietante.”

 

“Sai, ora sono assolutamente sicuro che se lo ammazzo non ci sono problemi… ne abbiamo sempre altri due… magari nemmeno si nota che non viene a pranzo…”

 

Va bene, hai la mia benedizione.” Rispose Harry, con la stessa voce. “Però prima fammi un favore, prendi i distintivi di tutti e due e buttali in un pozzo senza fondo, dove nessuno possa più ritrovarli.”

 

“Non ti preoccupare, butterò sia i distintivi sia quelli che ci stanno dietro.

 

 

***************

 

 

“…nah, non credo proprio che ce lo permetteranno…”

 

“Oh, si si! E ti dico di più, ci faremo assegnare ai turni di notte pr almeno due notti a settimana!”

 

“Ma secondo te ce lo faranno fare?”

 

Jack aprì la porta, e da bravo cavaliere lasciò che fosse Amelia la prima a rientrare a casa Weasley… era ancora mattina molto presto, e nonostante la movimentatissima nottata entrambi erano decisamente svegli e pimpanti… e anche maledettamente soddisfatti, come osservava Ron… che li seguiva guardandoli in cagnesco.

 

“Ehi, siamo troppo bravi per essere lasciati a fare gli addominali in palestra!” Jack saltellò lungo il corridoio. “Ehi, non c’è nessuno qua dentro?!”

 

“Sshh, Jack!” Amelia gli diede uno schiaffo sulla nuca. “E’ ancora presto…”

 

Che presto, il sole splende e gli uccellini cantano!” esclamò vispo Jack.

 

Che pallone gonfiato.” Ridacchiò Amelia, arrampicandosi pigramente sulle sue spalle e lasciandosi trasportare fino in cucina.

 

“Voi due, sentite un po’.” Ron schioccò le dita un paio di volte per attirare l’attenzione dei due ragazzi. “Abbiamo un paio di cose da dirci…”

 

“Non si può parlare a stomaco vuoto, Grande Padre. Jack era chinò nel frigorifero, intento a cercare qualcosina da mettere sotto i denti… e per chinarsi troppo per un pelo non ci fece cadere dentro Amelia, che prima lanciò uno strillino acuto e poi scoppiò a ridere insieme al suo migliore amico… ignorando Ron che sembrava decisamente irritato… “Quando avete finito di fare i pagliacci, dobbiamo…”

 

“Papà!”

 

Una ragazzina con dei grandi occhi azzurri e una cascata di corti riccioletti biondi entrò saltellando nella cucina, ostentando con grande orgoglio la cravatta gialla e rossa che si era annodata sul pigiama.

 

Amelia le sorrise e scivolò giù dalle spalle di Jack. “Katie, la cravatta di Grifondoro!”

 

Katie annuì felicemente, soffermandosi un attimo a dare un bacio a suo padre. “E’ di Simon, me l’ha regalata!” esclamò felice. “Ha detto che mi porterà fortuna a Hogwarts!”

 

“E’ bellissima, amore mio.” Ron smise di sorridere e guardò di nuovo male i due più grandi. “Quanto a voi…”

 

“Ah, ce l’ho in mente io un buon porta fortuna mio da darti.” Fece sornione Jack, mentre chiudeva il frigo e passava una mela alla sua amica, che la prese al volo.

 

Amelia gli lanciò uno sguardo intimidatorio. “Io non credo proprio che sia il caso…”

 

Jack rise. “Che scema, parlavo della pluffa, Popò! Alla faccia, e poi sarei io quello col chiodo fisso…”

 

“Appunto!”

 

“Io voglio i guantoni di quidditch di Amelia!” fece allegra Katie. “La più grande cacciatrice di tutti i tempi!” Amelia fece un sorriso larghissimo e abbracciò forte la ragazzina, sbaciucchiandole la guancia rumorosamente.

 

Jack fece una smorfia. “Sorella ingrata.”

 

Ron gli strappò la mela di mano e l’appoggiò sul tavolo, attirando la sua attenzione. “Stammi bene a sentire, tu…”

 

Uno sbadiglio piuttosto rumoroso annunciò l’ingresso di un ragazzo moro e discretamente alto, coi capelli tutti arruffati e l’aria ancora molto assonnata. “…ma che avete da fare tanto casino a quest’ora…”

 

“C’è il dragatore!!” Amelia gli balzò in collo, abbracciandolo e facendolo ridere. “Vedere, vedere!” senza dargli il tempo di replicare, lo fece voltare di spalle e gli sollevò la maglietta… aveva un tatuaggio realizzato decisamente benissimo, e gli stava veramente bene. “…mamma mia quanto sei bello, Simon! Ti amo!” Simon rise e le scoccò un bacio sulla guancia.

 

Visto che forza, il piccoletto?” Jack aveva tutta l’aria del classico fratello maggiore orgoglioso. “Festeggiamo lo sbarbatello che si è trovato il lavoro da frescone, Hogwarts per la biondona ricciuta, e la prima notte mia e del Koala da War Mage in azione!”

 

Simon ridacchiò. “Vi siete imboscati nel turno di notte con papà e zio Harry?”

 

Katie arricciò il naso. “Poverini.”

 

“Dai, che si festeggia!” tra le risate generali, Jack aprì di nuovo il frigorifero e prese tre burrobirre, una per sé, una che tirò ad Amelia, e una che lanciò a Simon. “Alla salute!”

 

Katie balzò sullo sgabello più alto. “Ehi, voglio festeggiare anch’io!”

 

Amelia l’attirò a sé. “Vieni qua, tu… ne prendi un goccio da me, questa roba di prima mattina non è l’ideale.

 

Katie annuì festosamente, scansandosi un ricciolo biondo dalla faccia. “Si, ma fammene bere abbastanza per sfidare Jack… l’ultima volta l’ho quasi battutto alla gara dei rutti!”

 

 

 

 

Ron rimase fermo a osservare la scena sotto l’arco della porta, sentendo ridere forte i suoi figli mentre festeggiavano i loro traguardi. Le risate dei suoi ragazzi gli avevano sempre fatto un effetto benefico… perché adesso invece era il contrario?

 

“Allora alla fine sono riusciti a venire con voi stanotte.

 

Ron si voltò e vide Hermione, ancora in camicia da notte, venirgli incontro con un piccolo sorriso sulle labbra.

 

“Avevo capito che ci avrebbero provato.”

 

Ron le passò un braccio attorno ai fianchi e si voltò verso di lei, alontanandosi verso un’altra stanza. “Non parliamo di stanotte, guarda, che è meglio.

 

“E’ stata così dura?” chiese divertita Hermione.

 

“Dura??” Ron aveva un’espressione starvolta. “Jack ha praticamente castrato un evaso!” Hermione scoppiò a ridere. “Ma che ridi?! Tuo figlio ha inseguito per tutta Diagon Alley Johnny Frey, quel mentecatto che abbiamo messo dentro qualche mese fa… gli è corso dietro per tutta quella diavolo di strada, lui e quell’altra spostata della sua amica… e quando quello ha cercato di aggredire Amelia, Jack…” Ron fece una smorfia disgustata e terrorizzata insieme. “…uuh…poveraccio… tu non puoi avere idea di com’era ridotto.

 

Hermione non trattenne una risatina. “Beh, è stato molto… zelante.”

 

E ti ho detto forse una delle cose più normali della notte!”

 

Hermione sorrise e gli accarezzò il viso. “Che c’è che non va, tesoro?”

 

“C’è tutto che non va.” Ron ignorò persino la mano rassicurante di sua moglie. “Non va il modo in cui questi due vogliono fare i War Mage, non va che non riesco a parlarci perché hanno delle idiozie da raccontarsi, non va che ho passato una notte infernale nel vero senso del termine… e non va che volevo tornare presto a casa per consolare te, e invece non solo non sono più dell’umore giusto… ma noto anche che tu non mi sembri tanto bisognosa di conforto!”

 

Hermione si strinse nelle spalle. “Ho passato la notte sveglia… e alla fine mi sono consolata da sola.

 

Ron fece una smorfia ironica e si lasciò cadere sul divano. “Beh, beata te.”

 

Hermione si sedette pazientemente al suo fianco e gli porse un paio di foto. “Queste hanno aiutato.”

 

Ron ci diede un’occhiata… erano due foto di gruppo di Jack, Simon, Amelia e Katie quando non potevano avere più di dodici anni, una scattata al mare, l’altra in campeggio fra le tende ancora da montare. Ron istintivamente sorrise, e accarezzò le foto quasi senza accorgersene.

 

“Me la ricordo quella notte.” Hermione prese in mano la foto del campeggio. “Non riuscivano a mettere in piedi quella tenda… e si arrabbiavano, la strapazzavano, ma non volevano avere aiuti da nessuno perché volevano montarla loro.

 

Ron annuì. “Già… quando mai non sono stati testardi, mi chiedo.

 

“Oh, lo sono stati sempre… solo che prima potevamo riportarli al nido quando ne vedevamo la necessità, mentre adesso tappare le ali è la strategia peggiore che potremmo usare.

 

Ron sospirò. “Hermione, io vorrei essere razionale come fai tu, ma se avessi visto quello che ho visto io stanotte… ok, passi per Simon perché so che sotto sotto ha la testa a posto ed è un ragazzo responsabile e maturo… ma tu gli altri due non li hai visti. Jack e Amelia sono un pericolo pubblico, sono scalmanati…”

 

“…irruenti…”

 

“…non hanno paura di niente…”

 

“…prima agiscono, poi pensano…”

 

“…e buttano le mani in ogni caspita di circostanza che capita…”

 

Hermione finse di concentrarsi. “Mmh… vediamo, dovrei aver già visto questo genere di comportamento da qualche altra parte…”

 

“Io non sarò sempre dietro di loro.” Ron era terribilmente serio. “Prima o poi dovranno cavarsela da soli… e se fanno anche solo la metà delle pazzie che hanno fatto stanotte…”

 

Hermione scrollò le spalle. “Io credo che molte di queste pazzie le abbiano fatte proprio perché c’eravate voi… e non solo perché volevano impressionare te e Harry, ma anche perché sotto sotto sapevano di avere comunque le spalle ampiamente coperte.”

 

Ron si passò una mano fra i capelli. “Non lo so…”

 

“E’ stata una bravata.” Hermione gli accarezzò la schiena lentamente, cercando di aiutarlo a rilassarsi. “Io ho fiducia sia in Jack che in Amelia, anche se sono due teste calde… sono ragazzi, e sono entusiasti perché al contrario di noi, loro hanno scelto questa professione perché vogliono mantenere bella una vita che è già bella… noi combattevamo contro qualcosa di orrendo. Abbiamo affrontato le cose con uno spirito completamente diverso.

 

Ron esitò… sospirò stancamente e si appoggiò alla spalliera del divano, passando un braccio attorno alle spalle di Hermione. “Sono troppo sicuri di sé stessi.”

 

“Benissimo.” Hermione gli appoggiò morbidamente la testa sulla spalla. “Lunedì mattina convochi tutte le reclute con la scusa di una verifica generale e li strapazzi per bene in presenza di tutti, senza dimenticarti di aggiungere alla fine che si può fare decisamente di meglio.”

 

Ron fece un sorrisetto. “Una bella batosta all’orgoglio, eh?”

 

“Si.” Fece soddisfatta Hermione, accarezzandogli dolcemente l’addome. “Plateale il più possibile. Ti faccio vedere come abbassano la cresta al volo e tornano a fare gli apprendisti responsabili e prudenti. Però… lasciamogli questo momento di gloria. A tutti e quattro. E’ bello vederli così felici.”

 

Ron ridacchiò e le baciò la fronte. “Sei una volpe, amore… e poi non ti scomponi mai. Ma come diavolo fai a non scomporti mai?”

 

“Mi scompongo più raramente di te, il che è un tantino diverso.

 

“Sarà, però mi sarebbe comunque piaciuto vederti alle prese con quelle due furie della natura stanotte…” Ron fece un sorrisetto. “Ti sarebbe venuto un colpo.”

 

“Ti dirò…” Hermione lo guardò con uno sguardo molto furbo. “Sei tu che li hai addestrati, no? Dunque è soprattutto colpa tua se Jack e Amelia sono così… e perciò in un certo senso ti hanno ripagato a dovere!”

 

Ron le diede una piccola spintarella. “Guarda che donna in cattiva fede!”

 

Hermione rise e lo abbracciò, stampandogli un bacio sulle labbra. “Che poi che avranno combinato di tanto terribile questi due ragazzi, chi lo sa…”

 

Ron fece una smorfia. “Lasciamo stare, guarda.”

 

Hermione si rilassò sotto l’effetto delle carezze languide che stava ricevendo dalla manona di Ron. “Un colosso come te che si fa mettere a tappeto da due piccole pesti? Non lo credo possibile…”

 

“…a parte che non sono tanto piccole…” Ron si accigliò… riflettè attentamente sulla scelta delle parole, quindi si schiarì la gola e inclinò la testa per guardare in faccia sua moglie. “…senti… secondo te… mi trovi in forma?”

 

Hermione fece un sorrisetto incredulo. “Cos’è, una domanda retorica?”

 

“No, una semplice domanda.”

 

“Mi stupisce una domanda simile… sei in forma perfetta, spettacolare direi…” Hermione gli diede un piccolo bacio. “Mi fai fare sempre delle gran belle figure quando andiamo in giro, mi piace sentirmi invidiata dalle altre donne…”

 

Ron fece una smorfia. “Ma no, voglio dire… mi trovi ancora un War Mage all’altezza?”

 

Hermione lo osservò incredula, quasi divertita… poi capì cosa voleva dire, e scosse la testa con un sorriso. “Aah… è per questo, allora… i due diavoletti sono veloci, eh?”

 

Ron arricciò il naso. “…corrono maledettamente forte… Harry e io abbiamo corso al nostro massimo, e non è che ci fosse tanta distanza, però…”

 

“…però quella distanza c’era.”

 

“Già.”

 

Hermione gli accarezzò il viso. “Hanno vent’anni di meno, Ron… e tu e Harry siete in una forma che fa invidia a qualsiasi nostro coetaneo.”

 

Ron fece un piccolo sorriso insicuro. “A te piaccio ancora, no?”

 

“No.” Hermione gli baciò la guancia. “Io ti amo ancora, il che è un po’ diverso… e se mi sono calmata stanotte è perché pensare a te mi ha tenuto compagnia. Perché anche quando i nostri ragazzi saranno troppo grandi per correre a chiedere il nostro aiuto, ci sarai sempre tu qui con me. Almeno a te potrò essere utile.”

 

Ron ridacchiò. “E per più di una motivazione.”

 

Hermione gli diede uno schiaffetto. “Sei impossibile, passano gli anni ma tu non cambierai mai.

 

“Si…ed è per questo che mi ami.” Con un sorrisetto disteso e fiero, Ron le passò una mano fra i capelli e l’attirò a sé, facendole sentire in quel bacio tutto l’amore che provava per lei… per la donna che amava, per la compagna di una vita intera, per la madre dei suoi figli, per la sua migliore amica… in qualunque forma o atteggiamento, Hermione significava tutta una vita per lui. Una vita felice. “Sai che ti dico?” le disse allegramente, quando si furono scollati. “Nella peggiore delle ipotesi, possiamo fare sempre un altro figlio.

 

“Ooh, non se ne parla proprio.” Hermione scosse freneticamente la testa. “A parte che non credo che il miracolo di Katie possa ripetersi, ma poi… ricominciare tutto daccapo adesso?”

 

Ron scrollò le spalle. “Ma questi sono autosufficienti, ormai…che sfizio c’è? Non ti manca avere per casa un bambino che ti fa sentire quanto ha bisogno di te?”

 

“Autosufficienti, eh?” Hermione fece una risatina sarcastica.

 

Ma si, non li senti? Chi lavora, chi si compra la casa, chi va a Hogwarts…”

 

“Paparino?” Katie fece capolino dalla porta con un sorriso vispo e dolce. “Poso entrare o tu e mamma volete farvi le coccole?”

 

Hermione le sorrise maternamente. “No, tesoro, vieni pure.”

 

Ron la fece sedere su una gamba e le accarezzò i capelli. “Ehi, scolaretta… conti proprio di finire a Grifondoro, eh?”

 

Katie si sistemò con orgoglio la cravatta gialla e rossa. “Simon dice che è sicuro al cento per cento… sono una Weasley!”

 

“Così si parla, brava la mia principessa. Ron le pizzicò il naso.

 

“A proposito di scuola…” Katie si mise seduta più dritta. “… dobbiamo vestirci in fretta, perché poi dobbiamo andare a Diagon Alley a comprare le cose…”

 

Ron fece una smorfia. “Adesso? Amore, ho passato la notte completamente in bianco…”

 

“Andiamo io, te e Simon a Diagon Alley, va bene?” le disse Hermione. “Papà è stanco, lasciamolo dormire qualche ora…”

 

Katie mise il muso. “Ma io volevo andarci tutti insieme…”

 

“…ma sentilo, e secondo te toccherebbe a te!”

 

E certo, tra me e te io so guidare molto meglio!”

 

“Sta’ zitto, piccoletto…” Jack entrò di corsa nella stanza, seguito da suo fratello. “Ehi, pa’, è vero che stasera la presti a me la macchina?”

 

“Noo, serve a me e non se ne parla proprio. Replicò per tutta risposta Simon.

 

Vuoi chiudere quella boccaccia, io devo portare fuori Olivia Gatterson…”

 

E portacela a piedi! Ho promesso a Mel un giro in macchina da una vita!”

 

“A piedi?! Che razza di figura ci faccio?!”

 

“Tanto la sostituirai tra due giorni al massimo, che problema c’è?”

 

“Tu sei più piccolo, quindi devi aspettare il tuo turno!”

 

“Tu non sai guidare, quindi l’unica cosa dotata di ruote con cui potresti spostarti è un monopattino!”

 

“Ooh, ma quanto sei divertente!”

 

Amelia si sedette pigramente sull’altra gamba di Ron. “Che piantagrane… io invece posso prendere la tua moto per un paio d’ore? Vorrei far venire un colpo a quella vipera della mia matrigna, presentarmi alla sua festa con quel bolide…”

 

Ron spalancò gli occhi. “Ma non se ne parla proprio! …no, Amelia, aspetta… non fare quella faccia, non volevo dire… facciamo così, guido io e ti lascio fuori dal cancello di casa, va bene?”

 

Amelia gli fece gli occhioni da cucciolo. “Che vorresti dire, che non ti piace come guido?”

 

“N-no, certo che no, piccoletta, guidi molto… s-si, bene, però la moto è pesante e grossa…”

 

“Papinooo…” cantilenò Katie. “Quando andiamo a Diagon Alley, me l’avevi promesso…”

 

“Allora ce la giochiamo, avanti! Dai, pannolone, testa o croce?”

 

“Non ci casco, bello mio, l’ultima volta la moneta aveva due teste!”

 

E allora rassegnati, forza!”

 

Perché dovrei farlo io?! Fallo tu!”

 

“Allora è vero che non ti piace come guido?”

 

“Papà, i negozi aprono tra poco!”

 

Ron si mise le mani fra i capelli. “BASTA TUTTI QUANTI!!! Non presto la macchina proprio a nessuno, la moto non si tocca, i negozi sono aperti tutta la giornata e possiamo andarci anche più tardi, e comportatevi da persone adulte!! Non siete più dei bambini, per la miseria! …e tu vuoi smetterla di ridere, Hermione?!

 

 

 

 

** FINE **

 

 

 

…bene… e a questo punto ho soltanto un'altra piccola shotty in cantiere * si Vega, amicissima mia, sto guardando proprio te… ^_- * …dopodichè… beh… ^_____-

 

 

Sunny

 

P.S.: non dimenticatevi di cliccare la scritta blu, così non si sente sola soletta… ^__^

  
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