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Autore: Ibelieve93    24/01/2014    2 recensioni
Stella Rossi è una hostess su uno degli aerei di lusso della compagnia Skyland .
Ama viaggiare ,volare , ma nonostante i suoi numerosissimi “avanti e indietro” per il mondo , non ha mai incontrato l’amore in vita sua .
Gabriel Gray , un poliziotto americano che non sopporta l'altro sesso per svariate ragioni , è costretto a proteggere Kevin , un sedicenne nonché testimone importante per un processo che si terrà in Italia .
Stella e Gabriel si incontreranno per caso durante un viaggio tutt’ altro che calmo da Los Angeles a Milano , e saranno costretti ad unire le forze per salvarsi la vita .
E se dovesse nascere l'amore ?
Il poliziotto e l'hostess cosa faranno ?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti




NOVA , GRAZIE PER QUESTO MERAVIGLIOSO BANNER *_______* 



Capitolo25. Notte prima della partenza



Gabriel

 

                                       
“Siamo arrivati” annunciai a gran voce , parcheggiando l’auto nel vialetto e tirando il freno a mano con cura .
Finalmente dopo ore e ore di traffico e giri inutili avevo individuato la casa dei miei nonni materni .
Era una graziosa villetta a due piani nella periferia romana, con una larga scala a chiocciola esterna , un largo giardino e una piccola piscina .
Ah però! I nonnini si trattavano bene, ed ero sinceramente contento per loro .
Mi madre abitava qui, prima che io nascessi . 
Trassi un sospiro di sollievo scendendo dall’auto , respirando l’aria fredda ma pura a pieni polmoni.
Poi mostrai alla mia amata hostess un sorrisetto soddisfatto : “ Sono stato bravo, eh ?”
Stella piegò la testa di lato e prese ad accartocciare una cartina di Roma fra le mani che aveva utilizzato per la nostra ricerca : “davvero bravissimo !” esclamò
“ Era sarcasmo quello?” dedussi io corrugando la fronte , fingendomi anche un po’ offeso.
Scoppiò a ridere , mostrandomi la sua chiostra di denti bianchi e perfetti : “ Non ne potevo più di girare e girare come una trottola impazzita per le lunghe e trafficate strade delle Capitale! Il navigatore in questa macchina non funzionava neanche!” sbottò lei scuotendo la testa.
Mi misi le mani sui fianchi, passandomi la lingua sulle labbra : “ Beh, per due o tre volte abbiamo sbagliato per colpa tua! Non sai nemmeno leggere una cartina!” precisai facendole una linguaccia.
Ridusse gli occhi a due fessure , furiosa, lanciandomi addosso quel che restava della povera cartina : “ Non è vero!” ma poi aggiungere in tono sommesso : “ok, d’accordo…soltanto un po’ ”   
La raggiunsi con rapidi passi e le scoccai un bacio sulla fronte prendendole il volto fra le mani : “ Guarda che scherzavo. Mi sono divertito” le bisbigliai ad un soffio dalla sua graziosa bocca .
Le sue labbra si aprirono in un sorriso: “ Adesso andiamo…è già tardi!” consigliò con quei suoi occhi color caramello che non facevano altro che diffondere dolcezza in ogni loro sfumatura.
Deglutii. Quanto era bella?
Dopo un po’ sorrisi e annuii , erano le ventuno e trenta , e di certo non volevo far venire un attacco di cuore ai miei due dolci vecchietti italiani .
Mi voltai verso mia figlia , e scoprii che era ancora seduta in macchina.
Aprendo la portiera posteriore però, trovai tutto tranne quel che mi sarei immaginato.
Aileen dormiva .
Aveva un espressione serena su quel suo piccolo volto! 
E la boccuccia era piegata in un leggero sorriso , le manine intorno al cavallino che le avevo regalato.
Dormiva così bene che svegliarla mi sembrava un reato.
Con delicatezza decisi di prenderla in braccio, stando attento a non farla svegliare.
La piccolina pesava però, eh!
La ferita al fianco decise di farsi ricordare con delle leggere , e comunque sopportabili fitte.  
Aileen si mosse appena, ma non si svegliò neppure quando la strinsi forte a me per ripararla dal freddo.
Stella le chiuse il giubbino rosso che indossava con cura , prima di sorridermi e avanzare al mio fianco verso la porta d’ingresso.
Suonò il campanello , e ad aprirci in meno di cinque minuti fu mia nonna.
I suoi capelli scompigliati e bianchi erano gli stessi di sempre , ed incorniciavano quei suoi piccoli occhi verdi vispi , pieni di vita, e curiosi , leggermente a mandorla .
Aveva uno scialle grigio scuro sulle minute spalle e un grembiule da cucina che le copriva quasi l’intero maglione nero e la gonna lunga fin sotto il ginocchio . Indossava delle ciabatte davvero singolari.
Ero davvero contento di rivederla. E di rivedere anche mio nonno.
Provai un misto di emozioni che non riuscii a descrivere.
“ Nonna, sono io. Sono Gabriel” mi presentai quando la vidi un po’ disorientata, confusa .
I suoi occhi , tanto simili ai miei , si sgranarono e si riempirono di gioia : “ Gabriele!” esclamò contenta
Il mio sorriso si allargò.
Gabriele. Loro mi chiamavano così, da sempre . 
“ Tom? Tommaso ? Vieni a vedere! C’è Gabriele !” aggiunse facendosi da parte per lasciarci entrare .
“ Quanto sei cresciuto tesoro” disse commossa , con occhi lucidi richiudendo la porta d’ingresso alle nostre spalle “ non ti vedevo da quando avevi diciotto anni, eri appena entrato in polizia !”
Sorrisi. “ E’ vero. Da quando non venite più a Los Angeles, non ci siamo più visti . Sono passati parecchi anni” convenni io “ ma tu non sei cambiata per niente nonna. Sei la stessa di sempre ”
“oh , caro” sospirò lei “ come mai qui?” chiese spostando lo sguardo anche su Aileen , che continuava a dormire fra le mie braccia, e su Stella .
Vidi la donna che amavo mordersi il labbro inferiore, in evidente imbarazzo.
“ Gabriele!” tuonò mio nonno in quel momento, avvicinandosi a me . “ come stai?”
“ Nonno. Sono qui per …lavoro, ma ho bisogno del vostro aiuto per una questione delicata” spiegai in poche parole.
Mia nonna saltò a conclusioni del tutto inaspettate: “ Ti sposi? Quando? Sei venuto ad invitarci? Lei è la tua ragazza? E’ italiana? Ma è fantastico tesoro!”
Stella avvampò , ed io mi accodai a lei: “Ehm…lei, lei è…” mi bloccai .
Lei, chi era ?
Per me…era la mia donna.
La ragazza con cui avrei voluto trascorrere il resto della mia vita.
Ma come presentarla? Sarebbe stata d’accordo se avessi confermato quello che insinuava mia nonna? O meglio, sarebbe stata d’accordo se avessi detto a tutti che era la mia ragazza ? Io…
Stavamo insieme quindi…eravamo compagni, fidanzati o quel che so…amici intimi?
Optai per : “è una mia cara amica…” e con la coda dell’occhio scrutai il volto indecifrabile di Stella .
Chissà cosa stava girando in quella sua graziosa testolina dopo quelle mie parole .
“ Ah!” esclamò mio nonno , poco convinto.
“ Lei invece è…mia figlia” dissi con coraggio. Era la prima volta che presentavo la piccola come tale.
I miei nonni sgranarono gli occhi. Mia nonna si portò perfino le mani al petto: “ Oh…ma allora ti sei sposato”
Scossi la testa, un po’ a disagio: “ E’ una storia un po’ difficile e lunga da spiegare. No, non sono sposato . Ora vi chiedo di non dirlo a mia madre non appena la sentirete, perché vorrei essere io a spiegarle tutto ”
Cavolo. Non sentivo mia madre da settimane ormai, me ne ero totalmente dimenticato .
“ D’accordo” acconsentì mia nonna, seguita da mia nonno. “Sai, l’ho sentita questa mattina. Era molto preoccupata per te. Ha detto che non riceve tue notizie da settimane”
 Mia madre sapeva che quando ero a lavoro o avevo un incarico importante da portare a termine non volevo che mi chiamasse, in alcun modo . Per chiesto non avevo ricevuto chiamate da parte sua o di mio padre .
Ma sarebbe dovuto essere compito mio avvisar loro che la mia missione stava procedendo piuttosto bene.
La sera prima di prendere quel benedetto aereo mia madre mi aveva abbracciato forte e mi aveva detto : “Stai attento, ti voglio bene. Torna presto a casa”
Mi mancava la mia dolce , tenera e disordinata mamma. 
“ Comunque piacere. Mi chiamo Stella” si presentò un po’ in ritardo la mia dolce hostess.
“Piacere nostro” rispose mio nonno.
“Volete mangiare qualcosa ?” domandò mia nonna. “ magari alla piccolina qualcosa di caldo?”
Guardai Aileen .
Dormiva ancora . Era un meraviglioso angioletto. Le scoccai un piccolo bacio sulla fronte, per poi far combaciare una sua liscia guancetta con una delle mie.
“ Per me niente, la ringrazio per la sua gentilezza” rispose Stella, in tono educato.
“Niente anche per me e la piccola. Abbiamo già mangiato qualcosa fuori . Grazie ” proferii io. 
“Almeno resterete per questa notte? Abbiamo due camere a disposizione” soggiunse mio nonno mettendosi le mani sui fianchi.
“ Sì” decisi “ perché no?”
Saremmo stati al sicuro. Ne ero certo.
Stella mi guardò colpita, ma non disse una sola parola .
Mia nonna esplose di gioia: “Allora porta la piccola al piano di sopra . Nell’ultima stanza in fondo al corridoio”
“Ok , aspettami pure qui” dissi a Stella passandole accanto.
Lei annuì , ancora un po’ a disagio
“Arrivo subito” la rassicurai con un sorriso
                                                                            *****
Stella
 

Era un’atmosfera così piacevole, confortevole e…e…non c’erano parole per descriverla .
Gabriel rimase per un’oretta circa al piano di sopra .
Quando ci raggiunse nel salotto indossava una camicia pulita e dei jeans che gli andavano piuttosto larghi.
Risi a quella vista mentre lui mi spiegava che gli abiti erano di un suo cugino , che spesso andava a trovare i nonni .
Ah , i nonni di Gabriel erano davvero fantastici, erano stati in grado di mettermi a mio agio .
E mi ricordavano così tanto i miei!
Decisi che quando sarei uscita da quel tribunale per testimoniare , sarei andata a trovar con piacere i miei nonni.
Vidi lo sbirro abbracciare Tommaso e Serena, questo era il nome di sua nonna, con sincero affetto, per poi vederli andar a riposare , salendo le scale che conducevano al piano di sopra , condividendo gli acciacchi della loro età mentre si tenevano mano per mano per dar forza all’altro .
Sorrisi al pensiero di me e Gabriel anziani ,ed innamorati come loro .  
Lo sbirro rimase nel salotto assieme a me .  
Il fuoco nel caminetto scoppiettava allegro e continuava ad ardere legna . La cenere che si era formata superava i due centimetri.
Osservavo rapita quel fuoco caldo , seduta sul divano a tre posti poco distante ,  mentre ero persa fra i miei pensieri .
Le gambe strette e i gomiti sulle ginocchia. Il mento poggiato sui due pugni chiusi.
“ Tu non vai a riposare?” mi chiese Gabriel con voce calda e profonda mentre era in piedi , accanto a me .
Scossi la testa senza spostare lo sguardo dal fuoco : “ non ho sonno”
“neanch’io”  
“ Quindi hai definitivamente deciso” ripresi io , dopo qualche minuto di silenzio .
Il mio amato sbirro annuì: “ Sì. E’ la decisione più giusta”
“Aileen come la prenderà?” domandai mentre lo vidi prendere posto al mio fianco .
“Spero bene. Faccio tutto questo per il suo bene” spiegò per poi spostare lo sguardo su di me.
I nostri sguardi si incontrarono e fu magia.
Mi sentivo la donna più felice del pianeta.
L’uomo che avevo scoperto di amare, mi amava a sua volta.
Essere amata.
Amata da lui, oltre che dalle persone a cui vuoi bene come amico o familiare o altro, era un onore per me.
Prima di lui non avevo mai avuto neanche una piccola storia insignificante di un giorno. Mai esperienza alcuna con un ragazzo. Ritenevo le piccole storie inutili, una perdita di tempo...
L’amore non è mai stato un gioco per me . Io ero in cerca dell’amore vero.
E non avevo mai trovato nessuno che riuscisse a farmi battere forte il cuore come stava facendo lui . 
Più di una volta, in passato,  mi ero chiesta se su questa terra fosse nato un uomo anche per me,  la sottoscritta,…ed ora eccolo lì, davanti ai miei occhi. Non potevo desiderare di meglio.
L’amavo.
Dio ti ringrazio!
L’unica pecca? Era uno sbirro. In ogni momento nel suo lavoro rischiava la vita.
Qualche criminale poteva portarmelo via da un momento all’altro.
No.
“A cosa stai pensando?” mi chiese, portandomi dietro l’orecchio destro una ciocca di capelli.
“Niente di preciso”
Corrugò la fronte mentre prese ad accarezzarmi il collo facendomi rabbrividire: “ non è vero” disse lui
“ a noi ” mi decisi a rispondere “ sono la tua più cara amica, eh ?” domandai , ed ero curiosa di conoscere la sua risposta . Si vergognava di me?  
Scosse la testa con un sorriso mozzafiato sulle labbra: “ Volevi che ti presentassi come la mia ragazza?”
“Non sarebbe stato male” decretai un po’ delusa .
Annuì. “Hai ragione. Io l’avrei anche fatto , ma non sapevo se ne fossi stata d’accordo. Volevo parlarne prima con te ”
Sospirai di sollievo: “e sentiamo…perché non sarei dovuta essere d’accordo?” gli domandai ad un soffio dalle sue labbra.
Inevitabilmente i miei occhi erano caduti proprio su di loro , che si schiusero e mi regalarono un dolce bacio.
“ Allora da oggi sei ufficialmente la mia ragazza ” decise continuando a sfiorarmi le labbra con le sue.
Sorrisi.
 Le sue labbra scivolarono dalla mia bocca , alla mia guancia sinistra per poi scendere lentamente , con delicatezza,  verso la base del mio collo, lasciando una lunga scia di piccoli baci davvero dolci .
Presi ad accarezzargli i suoi corti capelli biondi, giocando con alcune piccole ciocche mentre le sue labbra presero a risalire fino a riconquistare le mie labbra.
Dopo un altro bacio lungo e carico di passione , iniziai ad accarezzargli l’ampio petto coperto dalla camicia .
Le sue mani stavano scivolando sui miei fianchi .
Mai . Nessuno mai, aveva osato così tanto con me.
Ma non avevo paura.
Io mi fidavo di lui
Le mie dita giocarono con alcuni bottoni della sua camicia fino ad aprirli.
In meno di un minuto la sua camicia fu sbottonata del tutto .
Il suo petto era...perfetto , doveva andar in palestra per aver tutti quei muscoli ben sviluppati !
Gli accarezzai la pelle con la punta delle dita, poi mi fermai all’improvviso .
Ancora…ancora non riuscivo ad arrivar a fare quel grande passo, non in quel momento almeno .
Era ancora troppo presto per me .
E non volevo correre così in fretta con lui .
Bruciare tutte le tappe del nostro amore in un solo colpo.
Volevo che quell’unione avvenisse in un altro momento , in altre circostanze.
Non così.
E non mi importava un fico secco se ero ancora vergine a ventiquattro anni.
Lui mi amava. Capite? Mi amava? E a me non importava molto di tutto il resto.
Lui comprese perfettamente i miei pensieri ,anche soltanto con un semplice sguardo, e si allontanò un po’ da me , lentamente.
Ma i nostri sguardi rimasero lì, incatenati e tenuti stretti da un filo invisibile.
“ Ti amo” sussurrai accarezzandogli una guancia.
Mi era venuto così naturale dirglielo. Non credevo di farcela , così facilmente .
Lui mi sorrise : “ Anch’io”
Ricambiai per poi notare sul suo fianco sinistro un grosso livido violaceo tutt’intorno ad una piccola medicazione .
“Ti fa ancora male?” chiesi
Scosse la testa: “ Tu? La ferita al braccio ti da fastidio?”
Gettai una rapida occhiata al mio braccio e scossi anch’ io la testa: “ No, grazie a Dio”
“ Chi l’avrebbe detto che ti saresti preso una pallottola al posto mio quando ci siamo conosciuti in aereoporto ?” chiesi in seguito, ricordando il nostro primo incontro .
Lui rise: “ Già.”
“Gabriel, per favore…quando questa storia finirà lascerai la polizia?” chiesi speranzosa, abbassando lo sguardo ed intrecciando le dita con le sue .
“Perché?” mi domandò lui curioso abbassando il capo alla ricerca del mio sguardo.
“ Ho paura. Non voglio…rischiare”
Scosse la testa: “ Non posso lasciare la polizia. Porterò a termine tutti i miei compiti. Farò sempre tutto il possibile per battermi per ciò in cui credo. E tu non devi temere nulla ”
Roteai gli occhi. Non risposi , ma quello era un argomento soltanto rimandato. Avrei fatto di tutto pur di fargli cambiare idea.
                                                                             *****  
  La mattina arrivò decisamente presto.
Scendendo dal letto , a piedi nudi , mi avviai verso la camera di Gabriel e di Aileen, proprio accanto alla mia . La sera precedente la piccola tra uno sbadiglio e l’altro era riuscita ad esprimere un suo desiderio : dormire con il suo papà .
Gabriel non si era tirato indietro.
Quando bussai e non rispose nessuno , aprii la porta cautamente e scoprii che i due dormivano ancora sul loro letto matrimoniale . L’uno di fronte all’altra. Le teste vicine, ed un braccio di Gabriel sotto al collo della piccola come fosse un cuscino.
Erano così teneri insieme. Entrambi avevano dormito vestiti proprio come me.
Rimasi a guardarli per un po’, incantata.
Poi mi avvicinai con cautela e sfiorai appena la spalla di lui : “ Ehi. Dobbiamo andare” bisbigliai , scoccandogli un dolce bacio sulla guancia : “buongiorno”
“ehi, buongiorno” farfugliò quasi subito tra uno sbadiglio e un altro. Poi lentamente fece scivolare via il braccio che aveva sotto il collo della piccola , per non svegliarla e si alzò .
Si stropicciò gli occhi e ritornò a guardare sua figlia: “ non vorrei lasciarla qui, ma devo”
Sorrisi triste e l’abbracciai : “ Tornerai da lei non appena questa storia sarà finita. I tuoi nonni sapranno prendersi cura di lei.”
“Fino ad allora mi mancherà” mormorò lui
“Anche a me, ma qui starà al sicuro. La scorta che sarà impegnata a proteggerla è già qui fuori, l’ho vista prima. James e Kevin ci stanno aspettando al distretto invece…è tardi”
“ hai ragione” concordò lui con un sospiro.
“papà, papà non andare via” disse la piccola nel sonno  
Gabriel deglutì , si chinò su di lei : “ Tornerò presto, tesoro ” le sussurrò per poi scoccarle un bacio fra i capelli.
“Andiamo” mi disse senza più voltarsi. Se l’avesse fatto non sarebbe più riuscito ad allontanarsi da Aileen ed io con lui, ne ero sicura . Mi ero affezionata alla piccola, fin troppo.
                                                                               *****
Era stata dura salutare anche i nonni di Gabriel .
Avevo un nodo in gola quando vidi attraverso uno degli specchietti laterali della Mercedes sparire quella villetta in cui avevamo trascorso la notte.
Ritornerò , promisi
Gabriel al mio fianco guidava in silenzio, la prima parola che mi rivolse fu : “ Arrivati” quando ormai eravamo davanti al distretto di polizia.
James e Kevin ci aspettavano dentro assieme alla nostra scorta composta da Tre uomini ed una donna.
La ragazza che aveva sì e no all’incirca due o tre anni più di me mi sorrise e cercò di rassicurarmi.
Kevin si dondolava sui talloni finalmente contento di muoversi e di raggiungere la nostra meta.
“ Questa notte avete fatto scintille tu e Gabriel ?” insinuò mentre masticava una gomma in maniera indecorosa.
Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa. Quel ragazzo amava sempre scherzare : “ Chiudi quella bocca , Kevin!” l’avvisai “ e non dire niente di sconveniente !”
“D’accordo socia-capo testimone” rispose lui scattando sull’attenti .
Era un caso perso oppure era recuperabile?
Gabriel diede una spallata al ragazzo mentre fece per raggiungermi
“ Metti questo sotto la maglia, starò più tranquillo ” mi ordinò dolce mostrandomi un giubbotto anti-proiettile.
Trassi un profondo respiro.
“ L’ho messo anch’io” si intromise Kevin alle spalle di Gabriel .
Lo sbirro si voltò verso di lui: “ Tu non hai nient’altro da fare? Vai in bagno…non ci fermeremo spesso durante il viaggio in auto”
Il ragazzo sospirò per poi girare i tacchi ed allontanarsi.
Gabriel ritornò a guardarmi: “ Lo fai per me?”
Presi il giubbotto annuendo, prima di dire: “ Ma indosserò questo giubbotto solo se lo farai anche tu”
Lui rise e mi afferrò le spalle: “ Devo essere libero nei movimenti io…non ne avrò bisogno.”
“ Non starò calma se tu non indosserai questo” ribattei alterata
“ Starai calma , invece” mi disse prima di allontanarsi a grandi passi da me.
“ E’ arrivato un pacco per il distretto ” esordì un poliziotto in divisa all’improvviso ,  rivolto a quello che doveva essere un ispettore?
“Aprirlo. Scopriamo cosa ci hanno gentilmente regalato. Chi è il mittente?”
Il ragazzo fece spallucce: “ Non c’è il mittente”
L’ispettore s’incupì: “ Come sarebbe a dire che non c’è il mittente? Questa cosa mi puzza”
E prese ad aprire quel piccolo pacco marrone con estrema delicatezza.
Vidi i suoi occhi spalancarsi lentamente, ed il tempo sembrò fermarsi nel momento in cui esclamò: “ è una bomba! Tutti fuori!”
Il mio primo pensiero fu: oddio!
Il secondo: “Gabriel , dove sei? ”
Il terzo…non riuscii nemmeno a formularlo.
Una mano afferrò una delle mie di slancio e mi condusse verso l’uscita costringendomi a correre .
Un minuto dopo una forte esplosione.
Sentii letteralmente il mio corpo sbalzato in aria per la potenza dello scoppio .
Cadendo sbattei la testa su qualcosa di duro , forse il marciapiede dato il cielo era già sopra di me .
Per un attimo la mia vista si annebbiò , ma riuscii a rimanere cosciente.
Rimasi ferma.
Sì , ero viva
Il mio cuore batteva ancora


Angolo Autrice 


Ciao ragazzi ^^ Alloooora ? Cosa ne pensate di questo nuovo capitolo ? 
Piaciuto? ^^  
I nostri cattivi sono ritornati alla riscossa :/ mentre la piccola Aileen è rimasta dai suoi bis-nonni ^^ 
Cosa sarà successo dopo lo scoppio?
Fatemi sapere cosa ne pensate , ci conto ^^
Ringrazio di cuore tutti voi che recensite, preferite , seguite e ricordate questa mia storia <3  
Un bacione a presto ;) 
   
 
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