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Autore: Miniax    25/01/2014    0 recensioni
"Perchè è così che il fato ci fa incontrare persone, o altre cose, che ci accompagneranno per il resto dei nostri giorni, quando meno ce lo aspettiamo, nei momenti meno opportuni ed in cui siamo più aperti ad accettare ciò che ci dona." Questo è l'ultimo ricordo nitido che Raevel ha di suo padre, mentre gli affida un cucciolo di lupo salvato dall'inverno. Questa è la storia di un ragazzo che deve compiere un viaggio e un'impresa che lo porterà a scoprire luoghi mai visti, esseri sconosciuti e amicizie dimenticate.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Due: Il Viaggio.

 

Raevel si svegliò col sole che, filtrando dalla finestra, gli finiva dritto sugli occhi. Si alzò di scatto aprendo gli occhi e mettendosi a sedere. Siril, che stava cercando di riposare accanto a lui drizzò le orecchie. – Buongiorno, ragazzino, anche se oggi dovresti essere diventato un uomo. - -Come sai che è il mio compleanno?- -Era scritto nella lettera.- disse Aigneis indicandola. –Non dovrei essere qui.- -Non andrai da nessuna parte, se è quello a cui stai pensando. Perfino il tuo lupo da compagnia sembra essere più intelligente di te. – Siril sbuffò, e si rimise a cuccia. –Mi fa male la testa.- disse Raevel tenendosela tra le mani, facendo una smorfia di dolore. –Come fai a sapere che se ne sono andati, e che sono al sicuro?- -Vieni a sederti qui, ragazzo. – disse Aigneis indicandogli una sedia lì vicino. Sul tavolo davanti ad essa, vi era un telo che copriva qualcosa. Raevel si alzò con non poco sforzo e si mise a sedere sulla sedia. Quando Aigneis tolse il telo, scoprì una piccola sfera di colore viola opaco, il colore stesso sembrava muoversi al suo interno. – Suppongo che tu non sappia cosa sia.- - Infatti hai ragione.- - Questo è l’ultimo frammento di pietra arcana esistente su questa terra.- -Ti riferisci alle pietre della leggenda sulla morte di Re Arland? Impossibile.- - Attento a non confondere le leggende con la storia, questo frammento è troppo importante per finire in mani sbagliate.- -D’accordo, ma io che c’entro?- -Toccalo.- Raevel impallidì, quel piccolo frammento gli sembrò emanare una strana aura. – Non aver paura.- disse Aigneis con una flebile risatina. La mano di Raevel si mosse lentamente verso il frammento e a poca distanza da esso, le sue dita furono invase da un piacevole tepore; quando egli lo toccò, si sentì trascinato via, come se il frammento lo avesse portato in un altro luogo, un luogo sicuro e privo di pericoli. Questo luogo dava sicurezza a Raevel, che pensò di poterci riposare per l’eternità. Improvvisamente, Raevel tornò nella stanza della capanna di Aigneis. - E’ per questo che sono stato mandato qui?- - Esattamente, Meurig ti ha scelto per affidarti un incarico notevole.- - Che incarico? E poi perché proprio io?- - Il compito che ti è stato affidato è quello di preservare l’integrità del frammento, molto dipende da questo, e credo che tu sia stato scelto a causa di tuo padre. Meurig attendeva questo momento da tempo. Era da anni che faceva continuamente preparativi; ecco perché sono certa che siano al sicuro.- - Il mio compito…- Raevel si alzò dalla sedia e volse lo sguardo a Siril che sognava tranquillamente. – Voi non capite cosa significhi per me avere il peso di una simile responsabilità? Io non posso farlo.- - Tu devi farlo, è il tuo destino.- - Non posso, avete sbagliato persona. Vieni Siril, andiamocene, torniamo ad Elve.- Il sogno del lupo venne interrotto e si alzò da terra. - E’ così che fai sempre? Te ne vai nel momento in cui c’è più bisogno di te? Scappi sempre di fronte alle difficoltà?- Raevel rimase in silenzio, prendendo la sua tracolla e andandosene con Siril che gli zampettava dietro. A Raevel mancava molto sua madre, e non riusciva a capire come un ragazzo della sua età potesse tenere al sicuro un manufatto di tale importanza.

Nella foresta dei Numi si era fatto ormai pomeriggio, ed il sole riscaldava Raevel e Siril, che viaggiavano da qualche ora verso Elve. Il giovane ragazzo sentiva una parte di se, che gli diceva di tornare indietro e di spiegare meglio a Aigneis che avevano sicuramente sbagliato persona. Era ormai ora di pranzo, e Raevel tirò fuori dalla tracolla una pagnotta per Siril e una mela. Raevel si sedette su un tronco caduto nella foresta, e diede la pagnotta al lupo. – Scusa, è di ieri.- Siril intanto stava già azzannando la pagnotta, e Raevel diede un morso alla mela mentre alzò la testa e vide che la luce tra gli alberi verso Elve si faceva più intensa. – Non dovremmo essere lontani. Ci conviene rimetterci in cammino al più presto!- Si rimisero in viaggio verso Elve, il confine della foresta non era lontano. Tra gli alberi al confine, si poteva scorgere la pianura che sovrastava la pianura della Montagna Verde, Raevel si sentì come a casa nel vederla. Sognava di rivedere quella pianura e la montagna che offriva così tanto al suo villaggio, ma il paesaggio che lo aspettava dietro alla collina non era il solito che aveva lasciato. Arrivato in cima alla collina, Raevel non riuscì a credere ai suoi occhi, e Siril si avvicinò a lui. La Montagna Verde era stata oltraggiata, il bosco di cedri bruciava tra fiamme appiccate da orchi. Una battaglia imperversava al centro della pianura, un esercito di orchi era entrato ad Elve, che non sembrava più il pacifico villaggio che era stato un tempo. –Non può essere!- disse Raevel con le lacrime agli occhi. In quel momento Raevel sentì solo il rumore della battaglia, dei tamburi e dei corni da adunata. Il ragazzo stringeva il pelo del lupo bianco nel suo pugno. – Dobbiamo tornare da Aigneis! Abbiamo fretta, sii veloce come il vento! Andiamo Siril!- Raevel salì sul lupo che ululò e partì come il vento verso casa di Aigneis.

Siril correva veloce come il vento, Raevel non sapeva che cosa li attendesse al loro ritorno, ma il pelo bianco e morbido di Siril a cui si reggeva gli donava sicurezza. Il lupo saltava i tronchi caduti della foresta con estrema agilità, nonostante stesse portando Raevel, che si accorse che gran parte del percorso che avevano fatto all’andata, era già stata percorsa al ritorno. Il ragazzo si sentiva fortunato a non aver incontrato nessuno, visto che la battaglia era vicina. Il fumo che vide da lontano verso la capanna di Aigneis, non fece altro che aumentare la sua preoccupazione, ma non vi era paura negli occhi di Raevel. La capanna stava bruciando, una parte era già crollata. Raevel smontò da Siril ed entrò nella parte ancora in piedi, mentre il lupo saltò addosso ad un piccolo orco apparso tra il fumo. – Aigneis! Dove sei?!- Un debole urlo di dolore proveniente dalla stanza del frammento, guadagnò la sua attenzione. Il ragazzo prese un panno per coprirsi dalle inalazioni e si avvicinò alla luce che intravedeva nel fumo, toccando la mano di Aigneis. La afferrò e la trascinò fuori dalla capanna, tra travi ardenti che cadevano. Aigneis era ferita, e tossiva per il fumo, Raevel la posò a terra e vide il frammento che brillava tra le sue mani. – Ho dell’acqua qui con me.- Raevel stava prendendo dell’acqua dalla tracolla ma fu fermato dalla mano di Aigneis, -Non c’è tempo ragazzo, ne arriveranno altri.- la maga si alzò, un orchetto uscì improvvisamente dalla boscaglia, Aigneis gli puntò la mano contro e pronunciò parole antiche che fecero uscire dalla terra delle radici che lo avvolsero e lo trascinarono nelle profondità della terra. – Tutto questo è troppo per una vecchia!- Il respiro di Aigneis si fece più marcato e frequente. – Ti aiuto ad alzarti.- - No, non c’è posto per una vecchia come fardello, utile solo a rallentarvi.- Aigneis prese il frammento e lo avvicinò a Raevel. – Daresti la tua vita per questa terra?- Raevel rimase sbigottito dalla domanda, non sapeva cosa rispondere. – Rispondi!- Vide Aigneis che stringeva con tutte le sue forze il frammento nel pugno. – Per salvare le persone che amo, si.- il volto di Aigneis sembrò sollevato. – Dentro di te c’è una grande forza, e senza dubbio una risposta migliore.- La donna colpì Raevel al ventre, col frammento. Il ragazzo, fece un urlo di dolore e cadde in ginocchio. – Va a nord-ovest, verso l’Araldica degli Elasari, e non fidarti di nessuno! Ora sei un uomo, corri!- Un altro orchetto uscì dal fumo della casa, e Siril gli saltò addosso, una freccia sfiorò la testa di Aigneis che si voltò pronunciando ancora una volta parole antiche e incomprensibili, la cui forza colpì l’orchetto che venne diviso a metà cadendo sulle fiamme. – Andate!- Raevel montò nuovamente su Siril, appoggiandosi a lui sull’orlo dello svenimento. Aigneis, per terra e sfinita, iniziò nuovamente a parlare in una lingua antica e potente, una strana aura l’avvolse. – Avete bruciato la mia casa! Adesso io brucerò voi!- Raevel e Siril corsero verso ovest, e dopo qualche secondo, sentirono la terra tremare, e videro una colonna di fuoco abbattersi nella zona dov’era Aigneis. Raevel svenne voltandosi di nuovo, mentre il lupo continuava a correre come il vento, saltando ogni ostacolo che la foresta gli presentava.

Era freddo nel Bosco Ithìl, Raevel si risvegliò con un tremolio. Il sole splendeva alto nel cielo, ma in quel momento non sapeva distinguere il giorno dal mattino. Siril era a fianco a lui, e lo distinse chiaramente nonostante gli occhi fossero ancora appannati. Ad un tratto, la ferita si fece di nuovo viva e Raevel si toccò l’addome con una smorfia di dolore, sentendo una fasciatura. – Stai meglio a quanto vedo.- il ragazzo si voltò di scatto, davanti a lui adesso vi era un uomo molto alto, dal fisico atletico, capelli lunghi, occhi azzurri, e con della legna tra le braccia. Un leggero sorriso apparve sul volto dell’uomo. – Chi saresti? Io non ti conosco.- Raevel si tirò indietro, cercando di alzarsi, senza riuscirci. – Calmati, non ho intenzione di farti del male. Non avrebbe senso, dopo aver curato le tue ferite.- Raevel rimase in silenzio. – Non c’è bisogno di ringraziamenti.- l’uomo stava mettendo i legni a terra. – Perdonami, devo ringraziarti. Ma cos’è successo? E come hai fatto a curare la mia ferita?- - Ero in esplorazione, ho notato una bianca figura muoversi tra gli alberi e questo è quanto.- - Come hai fatto a ottenere la fiducia di Siril? Lui non si fida mai di nessuno.- l’uomo intanto mise le mani sopra ai legni e vi tracciò un simbolo, improvvisamente un fuoco si accese. Raevel rimase stupito. – La mia razza è molto empatica con la natura che la circonda, noi la osserviamo, e non ci permettiamo mai di offenderla. Il tuo lupo sapeva che non vi avrei fatto del male.- Solo in quel momento Raevel notò che le orecchie dell’uomo erano diverse da quelle che aveva visto fino a quel momento. – Il tuo volto esprime tutto il tuo stupore in questo momento.- disse l’uomo ridendo. – Tu, cosa sei?- - Il mio nome è Lolindir, Lolindir Narmolanya, per essere più specifici, la mia dimora è a ovest, la casa di Erean signore degli elfi del sud è la mia dimora. Ma adesso sono stato mandato qui, a combattere in rappresentanza della mia gente. Ogni razza dell’Ovesterra ha mandato dei combattenti a fronteggiare le orde dell’Est, ma ben pochi di noi sono rimasti in queste terre, amico mio. Il Nemico è forte e non ci sono stati dati gli aiuti dovuti.- - Sei il primo elfo che vedo in vita mia, al mio villaggio si parlava di elfi ogni tanto, qualche bardo passava a cantare canzoni sulle vostre splendide case ma tutti abbiamo sempre pensato foste solo una leggenda.- - I bardi dicono il vero, le nostre case sono le più belle di tutta Elesya, il bosco Ithil ci ospita, intere parti del bosco collegate tra loro da rami che sembrano piccole strade, alberi altissimi che al loro interno ci hanno fatto spazio per abitare con loro, in cambio noi cantiamo loro le nostre canzoni e nella parte nord della città l'albero più grande e bello di tutti, che si erge imponente davanti alle cascate del fiume Naruen che scorre come linfa vitale. Se tu vedessi la nostra casa, amico mio, probabilmente avresti appena visto la cosa più bella in vita tua.- Raevel impallidì immaginandosi un luogo di tale bellezza. - Tieni, prendi questo ed applicane ancora un po' sulla tua ferita, domani sarai pronto per rimetterti in viaggio.- Raevel prese la piccola scatola che Lolindir gli stava porgendo e aprendola vide il verdastro unguento profumato che già era stato messo sulla ferita, ne prese un po' e lo sparse sulla ferita, sentendone il beneficio. Improvvisamente si sentì di colpo appesantito e cadde in un profondo sonno.

 

   
 
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