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Autore: dolceade    25/01/2014    2 recensioni
La mia storia parla di una ragazza di nome Sara. Sara vive a Torino e frequenta il liceo classico ed è proprio lì che incontrerà uno dei suoi più grandi amori della sua vita ma che allo stesso tempo la porterà a compiere scelte molto ardue :Mirko...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Entrammo in casa. Non c'era nessun rumore, a parte uno sgocciolio e il nostro respiro affannoso. Mirko mi fronteggiava, con i suoi occhi verdi che fissavano i miei. Eravamo appoggiati contro la porta dell'ingresso. La casa era graziosa e solo una piccola lampada illuminava la stanza non molto grande. Era un piccolo monolocale con una cucina e un salotto comunicanti ed uno stretto corridoio con due porte. Probabilmente c'era il bagno e una camera da letto. “Ci vivi da solo?” - gli chiesi. “Si, mio padre non mi vuole a casa sua, dice che ho cattiva influenza su mio fratello.” “Ah.. e tua madre non dice niente?” Si rabbuiò. - “Magari potesse. È morta molto tempo fa.” Ero proprio un'idiota. - “Oh.. scusami.. non sapevo..” - cercai di giustificarmi. “Tranquilla.” Si recò in cucina e aprì il frigo. - “Vuoi da bere?” “Un bicchiere d'acqua grazie” - mi avvicinai alla penisola della cucina, osservandolo. Era davvero bello. Spalle larghe, solide. Braccia muscolose e fisico tonico. Era diventato più grosso negli ultimi mesi. Benedetta palestra. Mi porse il bicchiere d'acqua mentre lui apriva una birra. Si appoggiò al bancone della cucine a pochi metri da me. “E quindi vi siete lasciati..” - disse “Già..” “Come mai?” “Non credo che tu voglia saperlo.” “Perchè?” Lo guardai. I suoi occhi mi stregarono. Erano ardenti. “Voglio sapere, Sara.” Sospirai. - “Sei tu la causa della nostra rottura.” Non ebbe la reazione che mi aspettavo. Credevo si sarebbe sorpreso o almeno impressionato. Ma reagì molto diversamente. Sorrise, soddisfatto. Come se se lo aspettasse, come se avesse previsto ogni cosa. “Perchè sorridi?” - gli chiesi infastidita. Posò la birra sul ripiano, e si avvicinò a me, fino a sovrastarmi. “Perchè sapevo che non potevi fare a meno di me. Sapevo che non saresti riuscita a dimenticarmi.” Ero tesa, sconcertata, offesa. Ma prima che riuscissi a mettere insieme una frase coerente, Mirko mi baciò. Lo respinsi. Mormorò qualcosa di osceno e mi prese il volto fra le mani e con le dite ne percorse il profilo. Le sue labbra trovarono le mie, la sua fame incontrò la mia. Mi sollevò e mi ritrovai seduta sulla penisola della cucina, le gambe a penzoloni. Serrai le palpebre, la luce artificiale della lampada al neon pioveva su di noi. La sua bocca s'incollò alla mia, mentre le sue mani, chiuse sulle mie cosce, mi aprivano con una carezza. Il modo in cui baciava era al di fuori della possibile immaginazione umana. Non l'avevo mai provato prima, né con Andrea né con nessun altro, questo sentimento che mi scioglieva in profondità. La sua bocca scese sul mio collo. La sua mascella rasata, mi pizzicava, inviandomi fitte deliziose fino allo stomaco. “Ti desidero più di quanto abbia mai desiderato un'altra donna. Ti voglio con me.” - mi sussurrò all'orecchio con la sua voce roca. Era la voce del diavolo. “Tu vuoi solo portarmi a letto..” - sussurrai, le mie difese erano ormai crollate. Mi rispose sbottonandomi i primi bottoni della camicia grigia di lino e io glielo feci fare. Ma glielo feci fare. Era tutto nuovo per me. Tutto. Sensazioni nuove, mai provate con nessuno. Era semplicemente fantastico. Tenni il suo capo premuto contro di me, mentre le lacrime mi bruciavano agli angoli degli occhi per l'incredibile piacere dell’averlo di nuovo con me. Sollevò la testa e allacciò ancora una volta la sua bocca alla mia. Ero in estasi. “Vieni a letto con me..” - sussurrò - “sarò dolce, romantico, rude, duro, tenero.. sarò come vuoi tu.. dimmi che non mi desideri.. e ti lascio andare..” “Non sono brava in queste cose..” - sbottai “Ma cosa dici?” “Dio, ma non è chiaro? Non sono mai andata a letto con nessuno.” Non avevo intenzione di confessarlo. Ma mi sentivo indifesa, esposta. E avevo paura. Sesso, dolore, inquietudine, creavano un caos nella mia testa. Mirko si calmò. Ogni cosa mutò. Mi costrinse a guardarlo. Mi guardò. Lentamente addolcì la presa sulle mie cosce e iniziò ad accarezzarmi teneramente il braccio. Mi resi conto che era sconvolto. Non aveva neanche lontanamente pensato al fatto che io a diciannove anni potessi essere vergine e che fossi inesperta in questo gioco. “Sara...” - la dolcezza nella sua voce mi fece tremare - “Non sapevo.. credevo..” “Che fossi una ragazza facile, come molte altre che si concede chiunque? Una troia..” “Sssh.” “Ma io..” “Shh..” Rimasi zitta, lasciando che mi abbracciasse. Una parte di me voleva scappare, un'altra implorava di essere abbracciata, rassicurata. Restammo abbracciati così per un po'. Mi sollevai per incontrare le sue labbra e lui mi accontentò, dandomi quello che desideravo. Mi baciò con una tenerezza sfiancante tanto che la testa iniziò a girarmi. Mi staccai da lui. Sapevo cosa volevo. -“Voglio fare l'amore con te.” - gli dissi. Mi guardò sconcertato. - “La prima volta è una cosa importante. Non devi sprecarla con uno come me.” Scesi dalla penisola e gli presi il volto tra le mani. - “Voglio farlo con te. Ti desidero come tu desideri me.” “Non voglio che poi in futuro tu ti penta di tutto questo..” “Non me ne pentirò.” - ero sicura. Determinata. Lo volevo con tutta me stessa. Non avevo mai desiderato qualcosa o qualcuno come in quel momento. “Ti fidi di me, Sara?” Ignorai la fitta nervosa allo stomaco. - “Si.” Senza dire altro, mi prese per mano e mi condusse in camera da letto. Era tutto molto sobrio. Una stanza abbastanza spaziosa, con al centro un letto ad una piazza e mezza con le lenzuola e le coperte bianche. C'era un comodino con sopra una piccola sveglia e una lampada e poi attaccato al muro c'era un armadio. Tutto qui. Cercai di sembrare normale mentre mi sedevo sul bordo del letto e armeggiavo con gli stivali neri. Desiderai non essere così sobria. Forse una birra mi avrebbe aiutata a sciogliermi un po'. Ma era troppo tardi. Mirko sedutosi vicino a me, mi tolse tutti e due gli stivali. Poi, mettendomi un braccio attorno, si stese con me sul letto. Ero tesa. Aspettavo che lui cominciasse. Ma Mirko mi stringeva e basta, scaldandomi col suo corpo e facendo scivolare la sua mano su e giù lungo la mia schiena. Mirko mi parlò. - “Non faremo niente che tu non voglia fare. Cercherò solo di scoprire cosa ti piace.” Le mie dita si aggrapparono alla sua maglietta mentre con le dita mi slacciava e mi toglieva i jeans. “Rilassati.” - mi disse. Afferrai la maglietta e gliela tolsi. Che uomo. Era splendido. Con tutti quei tatuaggi sulle braccia e sul petto era veramente attraente. Mi chiesi quale significato avessero per lui. Gli misi le braccia intorno al collo e lo baciai. Mirko mi guardava dolcemente come se fosse intento a scoprire ogni singolo centimetro del mio corpo. Feci correre le dite lungo il suo petto, e lungo il suo stomaco dove la pelle diventava più liscia e morbida.. e poi ancora più giù, fino alla cintura dei jeans, in quella parte del suo corpo che mi rendeva tanto nervosa. La sua bocca scese su di me, lasciando baci in varie parti del corpo. Mi contorsi in risposta. Scivolò più in basso, finchè spalancai gli occhi di colpo. “Aspetta.” - dissi - “Basta.. non riesco..”- arrossii violentemente. “Ti sto facendo male?” “No.” “Ti ho spaventata piccola?” “No è solo che.. non l'ho mai fatto prima..” Per un attimo Mirko mi guardò arrossire e i suoi occhi luccicarono. “Non vuoi provare?” “Si un giorno magari. Ma mi imbarazza. Dovremmo andare per gradi e...” “Prepara pure il tuo sistema graduale. Nel frattempo se non ti dispiace..” - ansimai mentre mi stava per baciare. Mirko rise, il mio disagio lo divertiva. “Mirko! Fai il serio!” Rise. - “Tranquilla, dammi cinque minuti.” La mia mente si svuotò di colpo quando lo sentii baciarmi nel modo più dolce che esisteva. Provai un piacere talmente acuto nell’averlo con me che non riuscivo neanche a pensare di andarmene. “Vuoi ancora che smetta Sara?” “No, non fermarti.” “Lasciati andare.” - mi sussurrò. E ci provai. Quando ritirò le braccia, mi avvicinai verso di lui e mi abbracciò. Rimanemmo così per alcuni minuti a cullarci. La mia mano scivolò lungo i suoi addominali ma Mirko mi fermò scuotendo la testa. “No. Fermiamoci qui finchè siamo in tempo.” Lo guardai scioccata. - “Fermarci? Stai scherzando? Voglio fare l'amore con te, te l'ho detto.” “Questo è già abbastanza.” - disse risoluto. “No, questo non mi basta.” Mi guardò dritto negli occhi. - “Va bene, se è questo che vuoi non sarò io a tirarmi indietro…” Lo guardai confusa. “Tutto bene?” - mi chiese preoccupato dopo un po’ . “Ho avuto momenti migliori.” Mi fece l'occhiolino ridendo. - “Fidati, questo sarà uno di quelli.” Risi anche io, mi stavo abituando alla sensazione di pienezza che provavo. Mi soffocò quasi baciandomi e baciandomi. Smettemmo solo quando entrambi fummo sfiatati ed esausti. Mirko scoprì i lembi del letto. Io mi infilai dentro e lui fece lo stesso. Mi adagiai sul suo petto e lui mi circondò i fianchi con una mano, mentre con l'altra mi accarezzava dolcemente i capelli. “Dormi, piccola.” - mi sussurrò dolcemente. Chiusi gli occhi e sprofondai in un sonno profondo e senza sogni.
  
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