Questa
è la mia prima fan fict, spero che vi piaccia ^^, sono
fan dei Tokio Hotel e quindi la mia prima fan fic la dedico a loro.
Recensite
in tanti e criticate eh? Buona lettura di:
FUTURE SURVIVE
WITH THE PAST
Capitolo 1: IL
ROMBO DEL TUONO
L’ennesima
litigata
con mia madre per i compiti di matematica. Ero stufa di dover sentire
le sue
offese ripetendomi che ero una stupida, che non avrei mai concluso
nulla nella
vita, che la matematica era tutto. Beh io non so che concezione del
tutto
avesse mia madre, ma di certo non la mia. Nonostante fosse sera, circa
le
sette, presi l’i-pod l’accesi e senza percepire le
urla che venivano da casa
mia, me ne andai a fare una passeggiata fino a che l’aria non
si fosse calmata;
avevo poche cose con me: qualche soldo, le chiavi e un coraggio che non
avevo
mai percepito addosso. La serata era torrida, pur essendo soltanto
maggio, ma
nonostante tutto enormi nubi color carbone coprivano
l’orizzonte, annunciando
l’arrivo di un forte temporale estivo,
“io
odio i
temporali”, pensai “tornerò a casa prima
che inizi a diluviare” tentando di
convincere me stessa che mia madre fosse solo un po’
stressata e che l’avrei
perdonata, purtroppo non era così, non ci volevo
più credere, non volevo più
essere lo zerbino di nessuno. Quel cielo rispecchiava la mia
personalità: falsa
all’esterno dicendo e tentando di essere felice, ma nera come
la pece
all’interno, dopo tutto il dolore che avevo dovuto provare.
Non mi riferisco
solo a mia madre, per carità, ma a tutte quelle persone dal
doppio volto che ho
avuto il dispiacere di conoscere, tutte quelle false amiche che
dicevano di
volermi bene, ma alla prima occasione mi voltavano le spalle per stare
con
quelle più cool, più belle, più
popolari, solo perché io non lo ero. Perché ero
“secchiona”, sfigata e non la davo a tutti.
Ormai
ero stufa
di tutta quella falsità che mi circondava, pur facendone
parte anch’io, visto
che non mi arrabbiavo mai con nessuno e facevo finta di nulla, che
tutto fosse
perfetto.
Stavo
ascoltando
“Pure Morning” dei Placebo, quando percepii la
presenza di qualcuno dietro di
me. Feci l’indifferente. Subito dopo le prime gocce
iniziarono a bagnarmi,
quindi mi sedei su una panchina sotto un cornicione per ripararmi. Il
mio
inseguitore mi imitò, ero leggermente preoccupata, misto
eccitata perché
nessuno mi aveva seguito prima d’ora.
“ora
saluto” ma
mi precedette
< Ciao > disse con
voce tremante, quasi
rotta dal pianto < Non volevo…. Farti…
paura > parlava con un italiano
quasi azzardato.
<
Ciao, non ti
preoccupare, avevo la musica e non ti
ho sentito, tutto qui > ribattei, quel tipo mi faceva sentire
calma.
<
Oh, gut…
cioè bene… > trattenne un gemito <
brutta giornata eh? >
“Brutta
giornata???!!!!!!! Chi sei? Cosa vuoi? Perché piangi?
Perché mi attiri così
tanto?”
<
si infatti
> mi limitai< giornata
di cacca,
come l’umore di mia madre >
Sentii
che gli
scappò una risata, ma la trattenne.
<
qualcosa
non va ? >
<
no… tu
piuttosto, tu perché piangevi prima? >
il suo sguardo si incupì, aveva due occhi
enormi color nocciola che
comunicavano un dolore immenso, una faccia angelica circondata da
lunghi
capelli corvini, con qualche meches qua e là,
e due labbra così languide, piegate
all’ingiù e leggermente trattenute
all’interno, quasi involontariamente.
<
TI
INTERESSA? > rispose irato
<
NON CAPISCO
PERCHÈ TU DEBBA FARTI GLI AFFARI MIEI E IO NON POSSA FARMI I
TUOI!! > urlai
<
O SCUSA
MISS SE TI HO VISTO PER STRADA E TI HO CHIESTO COSA…..
NON………….. ANDASSE >
rispose stentato.
<
E io che ho
fatto?????????????????? >risposi abbassando
il tono
<
scusa, hai ragione
è che non mi piace parlare
del passato, soprattutto del MIO >
<
comunque
perché sei qui? > gli chiesi.
<
avevo,
avevo fam… voglia di fare una passeggiata >
“Avevo fame cazzo, avevo fame e
a quest’ora ci sono quei coglioni che fanno jogging lungo
l’Adigetto perché c’è
fresco e mi sei capitata a tiro tu! Vattene se vuoi vedere
l’alba domani”
<
ah… io
stavo scappando di casa e da questa merda di città >
dissi, stranamente
orgogliosa di ciò che stavo facendo <
hai voglia di mangiare qualcosa? C’è
un ottimo ristorante che fa carne
al sangue qui dietro >
<
SANGUE?
> urlò < SANGUE! >
All’improvviso
un lampo attraversò i miei occhi, fu il più lungo
di tutta la mia vita. Il
cuore smise di battermi, il sangue mi andò alla testa e il
mio respiro si fece
molto affannoso e si diradò. L’inseguitore mi
prese il polso di scatto, mi
attirò a sé, scosto i miei capelli con un gesto
automatico, ma infondo dolce e
tastò il mio collo, il suo profumo mi arrivò al
naso: era una fragranza
delicata ma maschile. Sentii un brivido corrermi lungo la schiena
quando la sua
lingua sfiorò appena il bordo del mio collo, volevo dire
qualcosa, ma le parole
mi si bloccarono in gola, quando due canini affondarono nelle mie vene
e
iniziarono a succhiarmi tutto il sangue che avevo in corpo. Cercai di
gridare
aiuto, ma persi lentamente i sensi. L’ultima cosa che
ricordai di quella sera
erano le sue lacrime sgorgarmi addosso e le sue mani avvolgermi. All’improvviso
il rombo di un tuono
assordante squarciò l’aria e il buio mi
avvolse.