Cap
9
Finita la
cena Abraxas li raggiunse e si portò via Alphard,
borbottando qualcosa a
proposito di “discorsi da uomini” che avevano in
sospeso.
Walburga
sbuffò, alzando gli occhi al cielo, -
Conoscendolo, sarà sicuramente una delle sue solite
cretinate. –
-
Altamente probabile. –
La
Black lanciò un’occhiata a Tom, che si stava
allontanando dalla tavolata per andare a fare il suo giro di ronda.
-
Avrebbe anche potuto farsi sostituire per questa
volta, ha un febbrone da cavallo. –
C’era
qualcosa nel tono della sua voce che colse di
sorpresa Laris. Era una sua impressione o si stava preoccupando per lui?
-
E da quando in qua ti preoccupi per come si sente
Riddle? – indagò.
Walburga
perse quel poco colore che aveva sulle
guance, prese un gigantesco sorso d’acqua e
replicò: - Non essere ridicola, io
non mi preoccupo affatto. Cioè, non più di quanto
mi preoccuperei per un altro
membro del nostro gruppo. –
Sorvolò
sul fatto che “il nostro gruppo” era un
concetto a dir poco generoso se si considerava che di fatto lei era in
buoni
rapporti solo con Laris e suo fratello.
La
Grindelwald annuì, inarcando un sopracciglio con
aria palesemente ironica, - Certo, non ne ho alcun dubbio. –
-
Sul serio. –
-
Guarda che ho capito, sta tranquilla. Comunque,
non ci sarebbe nulla di grave se ti piacesse Riddle, per essere un
sociopatico
è piuttosto carino. – aggiunse, mentre un ghigno
divertito le si dipingeva sul
volto alabastrino.
Walburga
emise uno sbuffo.
-
Non mi piace Riddle! – Si tappò la bocca con le
mani, arrossendo come un pomodoro, - Oh, santo Salazar, l’ho
gridato? –
Laris
annuì ridacchiando, mentre anche il resto
degli studenti nei dintorni si sforzava di non scoppiare a ridere.
Prendere in
giro Walburga Black era il modo più rapido e doloroso per
finire in infermeria.
-
Credo che tu abbia appena convinto metà Sala
Grande di quanto non ti piaccia neanche
lontanamente Riddle. –
L’amica
la incenerì con un’occhiataccia, - Ti odio,
Grindelwald, lo sai? –
Laris
sgranò gli occhioni chiari, fingendosi
incredibilmente sorpresa, - Davvero, e come potrò vivere
dopo una notizia del
genere? –
-
Va al diavolo. – replicò Walburga, sforzandosi di
rimanere seria. I suoi tentativi però andarono in fumo e
dieci secondi più
tardi si ritrovò a ridere insieme a lei.
-
Perché non fate ridere anche me? –
domandò una
voce sconosciuta, dal pesante accento straniero.
La
Black si accigliò, scrutando il bulgaro dalla
testa ai piedi, poi scoccò un’occhiata a Laris. Il
messaggio era chiaro: e
questo che accidenti voleva, adesso?
La
Grindelwald lo scrutò dalla testa ai piedi,
soffermandosi sui capelli biondi e gli occhi verdi come quelli di un
gatto.
Lars Dimitrov, settimo anno, suo ex capitano e Cacciatore della squadra
di
Quidditch. E, cosa molto più importante, suo migliore amico.
Gli saltò al
collo, stringendolo in un abbraccio mozzafiato.
-
Lars, mi ero completamente dimenticata che ci
fossi anche tu. – esclamò.
Il
ragazzo aggrottò la fronte, atteggiandosi in
un’espressione
fintamente offesa, - Bè, grazie Grindelwald, tu
sì che sai come far sentire
meglio una persona. –
Poi
lanciò un’occhiata di sottecchi a Walburga, - E
la tua amica? –
-
Walburga Black, ti presento Lars Dimitrov, mio ex
capitano e migliore amico. Coraggio, Lars, dì ciao.
–
Il
bulgaro si scompigliò i capelli, come faceva
sempre quando entrava in modalità rimorchio, e le rivolse il
migliore dei suoi
sorrisi accattivanti.
-
Avevo sentito dire che i Black fossero di una
bellezza incredibile, a quanto pare per una volta le voci erano vere.
–
mormorò, chinandosi a depositarle un bacio sul dorso della
mano.
Walburga
arrossì leggermente, mentre un sorriso
compiaciuto le si dipingeva sul volto solitamente freddo.
Laris
gli assestò un buffetto dietro al collo, -
Piantala di fare l’idiota, Lars, e poi la ragazza ha
già qualcuno per la testa.
–
La
mora la fissò con tanto d’occhi, sbuffando
contrariata, - Io non ho nessuno per la testa, malgrado ciò
che il tuo cervello
malato possa pensare. –
Annuì,
fingendo di credere alle sue parole.
-
Bè, meglio così. Per me, intendo, anche se la
concorrenza non mi ha mai spaventato. – rispose serafico Lars.
-
Non c’è nessuna concorrenza. –
assicurò Walburga,
risoluta.
-
Allora posso sperare di ricevere una risposta
affermativa. Ho sentito che ci sarà un’uscita
questo sabato, e ho bisogno di
qualcuno che mi mostri un po’ il posto. Quindi, ti andrebbe
ti andarci con me? –
propose, condendo il tutto con l’ennesimo sorriso.
Walburga
soppesò l’offerta, indecisa. Quel ragazzo
le ricordava incredibilmente suo fratello Alphard: intrigante,
affascinante e
dai modi aristocratici. Un perfetto Purosangue e, il fatto che fosse
amico di
Laris, era una garanzia in più. Però, lei voleva
davvero uscirci insieme? Era
passato molto tempo dall’ultima volta che aveva avuto un
appuntamento, quasi
sei mesi, perché i ragazzi della scuola erano per la maggior
parte troppo
intimoriti da lei per farsi avanti. E poi, le piaceva il modo in cui la
guardava, come se non avesse mai visto nulla di più bello.
Si sentiva
desiderata, apprezzata, qualcosa che Riddle non le aveva mai fatto
provare.
-
Sì, mi andrebbe. – replicò, ricambiando
il sorriso
con compostezza.
“Mai
mostrarsi troppo entusiaste dopo il primo
invito”, le tornarono alla mente le parole di sua madre,
“Si da l’impressione
di essere pronte a concedere qualsiasi cosa.”
-
Fantastico. –
*****
Vennero
scortate da Lars fino ai sotterranei, poi Laris
si congedò e li lasciò da soli. Forse si era
sbagliata, magari a Walburga non
piaceva davvero Riddle, quindi perché negarle la
possibilità di conoscere
meglio un ragazzo carino e gentile come Lars?
Si
lasciò cadere distrattamente sulla poltrona davanti
al camino, sulla quale era stato sistemato l’arazzo di
Serpeverde, e se lo
sistemò sulle spalle. Quella Sala Comune era talmente gelida
che l’umidità
sembrava penetrare sotto pelle e attaccarsi alle ossa. Tese le mani
verso il
camino, strofinandole tra di loro e beandosi del tepore del fuoco
crepitante.
Un
rumore di passi le annunciò che qualcun altro aveva
appena fatto il suo ingresso. Il nuovo arrivato le sedette accanto,
posandole
il proprio mantello sulle spalle e cingendola con un braccio.
-
Senti molto freddo? – le domandò, premuroso.
Laris
si accoccolò contro il suo petto, godendosi le
sensazioni che le suscitava la sua vicinanza,
- Un po’. –
Alphard
si chinò a baciarla, stringendola ancora di più
e facendo combaciare i loro corpi. Sospirò quando i denti
della ragazza
mordicchiarono gentilmente il suo labbro inferiore. Si
allontanò quel tanto che
bastava per permettergli di guardarla negli occhi, che ricordavano due
profondi
laghi ghiacciati. Si sarebbe perso in quello sguardo, non avrebbe
potuto
chiedere nulla di meglio. Sorrise, quando la udì sbuffare,
contrariata dal
fatto che si fosse fermato.
Tornò
a prendere d’assalto le sue labbra, baciandole
finchè non acquistarono un colorito rossastro e furono
gonfie per l’intensità e
la durata delle loro effusioni. Fu solo allora che le
abbandonò per dedicarsi
al collo alabastrino, accarezzandolo con le labbra, cercando la
pulsazione. La
morse delicatamente lì, in corrispondenza della carotide,
sorridendo
compiaciuto quando sentì il gemito che le era sfuggito e
notò come avesse
inarcato il corpo contro il suo.
-
Va meglio, adesso? – domandò, sorridendole ironico.
Per
tutta risposta, Laris lo spinse contro il sedile
della poltrona, mettendoglisi a cavalcioni e ondeggiando leggermente i
fianchi.
Un gemito strozzato lasciò la gola del ragazzo, mentre le
mani correvano ad
afferrarle i fianchi, dettando un ritmo più cadenzato.
-
Ehm, ehm. Scusate davvero, ma preferirei evitare di
guardarvi darci dentro sulla poltrona della Sala Comune. –
esordì Walburga, in
uno strano tono che era un misto di divertimento, compiacimento e una
punta d’indignazione.
Si
ricomposero in fretta, imbarazzati. Alphard si
riprese in fretta e le puntò contro gli occhi grigi, con
fare indagatore, -
Piuttosto, chi era il biondo con cui stavi parlando? –
Questa
volta fu il turno di Walburga di arrossire.
-
Un amico di Laris, un ragazzo simpatico. –
minimizzò.
-
Esce con lui sabato. – aggiunse Laris, ghignando
davanti all’occhiataccia dell’amica.
Così imparava a interromperli sul più
bello.
-
Immagino che dovrò farci una chiacchierata, allora.
–
considerò, ravviandosi distrattamente i capelli
scompigliati, in un gesto che
ricordava quello del bulgaro.
Laris
e Walburga
si scambiarono un’occhiata divertita, per poi
replicare, all’unisono: -
Oh, fidati, ti piacerà. –
Spazio
autrice:
Dopo
un’attesa indegna, eccoci con l’aggiornamento.
Allora, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non mi odiate
troppo per l’attesa.
Vorrei proporvi un piccolo sondaggio: Chi preferite tra i seguenti
personaggi e
quale non vi piace proprio per niente?
- Laris;
- Walburga;
- Alphard;
- Tom;
- Abraxas;
- Lars;
- Andrej.
Che coppia
shippate?
- Laris/Tom;
- Laris/Alphard;
- Laris/Andrej;
- Walburga/Abraxas;
- Walburga/Lars;
- Walburga/Tom.
Fatemi
sapere che ne pensate e, come sempre, vi rimando
al prossimo capitolo che avrà un colpo di scena piuttosto
rilevante nella trama
della storia. Alla prossima.
Baci
baci,
Fiamma Erin Gaunt
P.S.
Qualche fotina per darvi modo di dare un volto ai personaggi.
Laris & Andrej
Laris & Alphard
Walburga & Tom
Walburga & Lars
Abraxas