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Autore: MaryTheFangirl01    27/01/2014    1 recensioni
Salve gente! Ci rivediamo con la mia nuova storia! Dunque, come forse alcuni di voi sapranno io AMO Jack Frost e Elsa come coppia, perciò eccomi qui a pubblicare una storia con pairing Jack Frost/Elsa.
Questa storia comincia con Jack che si è perso nei dintorni di Arendell... altro non vi dico, solo che ci saranno colpi di scena! Buona lettura!
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Jack era appena uscito per cercare Anna, e già iniziavo a sentirmi sola. Dopo solo due giorni mi ero abituata alla sua compagnia, e dovevo ammettere di essere leggermente migliorata grazie ai suoi consigli. Avevo capito che sbagliavo ad avere paura, poiché il mio potere era strettamente legato alle mie emozioni e se mi fossi spaventata avrei solo peggiorato le cose. Era davvero un buon insegnante, non so come avrei fatto senza di lui. Riusciva a compensare la mia solitudine con le sue battute e quella simpatia che caratterizzava i tipi come lui, semplici e divertenti. Tutto questo dopo pochissimo tempo che lo conoscevo. In realtà, prima che nascesse Anna, mia madre mi raccontava spesso del leggendario Babbo Natale, della dolcissima Fatina dei Denti, del graziosissimo Coniglietto di Pasqua, del mitico Sandman e del bellissimo Jack Frost. Li adoravo tutti, ma quest'ultimo non tanto, perché io all'epoca amavo il mio potere e volevo essere l'unica a possederlo. Dopo la nascita della piccola Anna, chiesi a mia madre di non raccontarle mai dello spirito dell'inverno, poiché mi avrebbe sempre paragonata a lui e io non volevo questo. Però, dopo l'incidente, iniziai a vederlo con una luce nuova: come faceva a non temere il suo potere? Perché quel fantomatico Jack Frost riusciva a controllarlo e io no? E soprattutto, perché, se eravamo così simili, non lo avevo mai conosciuto? Già a dieci anni avrei dovuto smettere di credere in quella leggenda, ma mi piaceva l'idea di non essere l'unica ad avere una simile maledizione, perciò se lo avessi conosciuto mi sarei sentita meno sola, capita.
Mi diressi lentamente verso il terrazzo, che dava una vista mozzafiato sul fiordo. Da quando avevo creato quel castello di ghiaccio, ero andata spesso lì ad ammirare il panorama, che all'alba raggiungeva il suo massimo splendore. Mi sentivo a mio agio, nel mio elemento, senza problemi. Quel posto mi faceva pensare a tutto ciò che potevo fare con il dono che avevo ricevuto alla nascita, a tutto il potere che avevo. Però mi faceva anche riflettere sui pericoli e le responsabilità che comportava essere una regina e avere una tale particolarità. Ma infondo, io avevo ormai rinunciato alla mia carica. Certo, ero ancora la regina di Arendelle, ma non sentivo più tutto il peso degli obblighi e dei doveri addosso, era come se fosse sparito quando mi ero tolta la corona e sciolta l'acconciatura, rimanendo solo con una semplice e comoda treccia laterale. 
Tuttavia, un'ombra nera mi fermò prima che potessi anche solo avvicinarmi al balcone, che io stessa avevo costruito. Mi immobilizzai immediatamente: era strano, credevo non ci fosse nessun altro oltre a me. Mi guardai intorno con attenzione, ma non trovai niente di sospetto. Forse me l'ero solo immaginato, mi dissi. Dopo pochi secondi però, quell'ombra ritornò. Stavolta ero sicurissima di non essermela inventata, ed infatti era proprio così. Si avvicinò a me, prendendo pian piano la forma di un uomo vestito completamente di nero, con un viso che metteva quasi paura. Appena mi fu d'avanti, parlò in tono derisorio, facendo un profondo inchino:

-Oh, ma che onore, sua altezza reale, regina di Arendelle! Quale privilegio mi è stato concesso, vedere la regina Elsa in persona! Lieto di fare la vostra conoscenza.
Quel tipo non mi ispirava di certo fiducia, per questo fui più fredda di com'ero solitamente nel rivolgergli la parola.
-Posso sapere chi sei? E perché ti sei introdotto nel mio castello?
Chissà che cosa voleva da me: soldi? Importanza? Oppure il mio potere?
-Il mio nome è Pitch, maestà, Pitch Black. Sono qui per offrirvi ciò che cercate da molto tempo.
-Vale a dire?
-La libertà di poter usare il vostro potere senza problemi, non dovervi nascondere, fare ciò che desiderate. Questo io vi propongo.
-Chi ti dice che io voglia proprio questo?
In effetti era vero, ma chissà a quale prezzo avrei potuto essere libera senza nascondermi.
-Oh, altezza, io conosco le paure della gente, è normale per me. Perciò, mia cara regina, voglio che voi abbiate tutto questo, a un prezzo assolutamente ragionevole.
Un prezzo ragionevole? Io non potevo pagare nulla, avevo rinunciato alla corona nel momento stesso in cui l'avevo gettata via, dopo aver creato questo palazzo, che ormai è la mia casa.
-No, regina Elsa, io non desidero denaro. Vi chiedo semplicemente di venire con me, e potrete avere tutto ciò che volete. Non dovrete chiudervi in una stanza con la paura di fare del male alle persone che amate, potrete vedere vostra sorella ogni volta che vorrete, semplicemente alleandovi con il mio signore.
Alleandomi con il suo signore? A che scopo? Se c'era da combattere avrebbe fatto meglio ad aspettare a chiedermelo, visto che come avevo dimostrato a Jack, nel combattimento contro creature magiche non ero molto brava.
-Vostra maestà, vedete, io molto tempo fa ero solo, potente e stavo bene così com'ero. Ma poi, un giorno... Un essere malvagio fece in modo che la gente non credesse più in me, e mi confinò sotto terra, con l'aiuto dei suoi diabolici aiutanti. Erano pochi, ma forti quanto un esercito: uno era enorme, tanto perfido quanto grasso, un altro era di sembianze animali ma era alto e tremendo, poi vi era un essere basso ma che era tra le persone più malvagie che avessi mai conosciuto e, infine, una creatura diabolica, metà donna e metà uccello, forse la più terribile di tutti. E poi, il loro capo, colui che mi rovinò la vita. Sembrava un giovane molto avvenente e gentile, amante del divertimento, ma... Era il diavolo in persona, vi dico, contrariamente a quanto il suo aspetto potesse mostrare.- fece una pausa di un minuto, forse troppo scioccato nel ricordare, avrebbe detto qualcun altro, intento a ripassare le battute del copione avrei detto io -Quell'essere mi rinchiuse in un mondo sotto terra, in cui non v'era luce. Ma poi... Arrivò un uomo a salvarmi, sembrava grande e potente come pochi, mi disse di entrare nel suo esercito e io, grato per avermi liberato e con la speranza di tornare a splendere come un tempo, lo feci. Mi raccontò che il suo peggior nemico capeggiava coloro che mi avevano distrutto l'esistenza, un essere orribile che come interesse aveva solo raccogliere seguaci per ottenere il potere assoluto sul mondo, che si faceva chiamare Uomo nella Luna. Il mio salvatore, Helvete*, non ha mai avuto paura di lui, ma ci serve aiuto per riuscire a sconfiggerlo. Ecco perché sto chiedendo il vostro aiuto, altezza! Non voglio che l'Uomo nella Luna e quell'essere terribile costruiscano il loro impero di paura e cattiveria!
Helvete? Caspita che bel nome per una persona d'animo buono eh? Chissà quanto lo prendevano in giro quando era piccolo, i suoi genitori dovevano proprio odiarlo!
-Se ciò che dici è vero, non posso che aiutarti. Ma dimmi, come si chiamava la persona che ti ha sconfitto?
Non credevo potesse essere vero, quell'uomo sembrava sprizzare menzogne da tutti i pori. Tuttavia, sarebbe stato meglio non contraddirlo, almeno per il momento. Non sapevo cosa sarebbe stato capace di fare.
-Jack Frost.
No, punto e basta. Assolutamente no. Era del tutto falso, non poteva in alcun modo essere vero. Cioè... Jack? Quel Jack Frost? Nah, sicuramente era una cretinata bella e buona, non era minimamente possibile una cosa del genere. E poi, con il carattere che si ritrovava quello spiritello burlone, non ce lo vedevo a portarsi dietro dei "malvagi seguaci" come aiutanti. Al massimo dei pupazzi di neve armati di carote. Istintivamente, feci una risata che mi avrebbero sentito anche alle Isole del Sud, tanto mi stavo divertendo. Ok, mi ero ripromessa di non contraddire quel Pitch Black, non sapevo cosa poteva farmi, ma dai! Era troppo divertente! Quel Jack che avevo conosciuto io, sicuramente non poteva essere cattivo.
Diedi voce ai miei pensieri, ridendo ancora a crepapelle.
-E così Jack Frost ha plagiato anche voi, regina Elsa. E io che credevo di essere arrivato in tempo per potervi salvare! Oh, non immaginate quale sia il mio dispiacere nel vedervi così presa da lui. Sapete, quell'essere perfido aveva plagiato anche una sacco di altre ragazze, non belle quanto voi certo, ma comunque appetibili per quel diavolo. Le ricordo tutte, saranno state almeno venti in tutto: Heather, Corinna, Shila, Merida, Rapunzel, Gerda**, Fiona, Kristen, Isabelle, Diana...
Il mio viso diventò letteralmente una maschera di ghiaccio nel sentire tutti quei nomi, eliminando definitivamente la risata di poco prima. Era come se dentro di me qualcosa si fosse spezzato, come se avessi un blocco allo stomaco. Una bufera di neve cominciò a infuriare nel castello.
-Non è vero. Black, vattene via, non ho intenzione di unirmi a te e a quel tizio che ti ha mandato qui, chiunque sia. Tu menti, quindi vai via di qui e non tornare mai più.
Stavo per esplodere. Mi sentivo male, sapevo che tutto ciò che blaterava era falso, ma non potevo fare a meno di avere paura.
-Ma vostra altezza, è la verità! Quelle povere ragazze sono state plagiate da quel diavolo, solo per suo divertimento! E tutte hanno fatto la stessa terribile fine, povere care, ognuna di loro aveva una bella vita, erano persone agiate ma si sentivano sole e Jack Frost prima faceva credere loro di essere un amico, poi le faceva innamorare, si approfittava di loro e infine... Se ci penso mi viene da piangere. Io sono qui per salvarvi, maestà. Non voglio che la stessa orribile sorte accada anche a voi. Vi prego, regina, ascoltatemi, venite con me, unitevi all'esercito del grande Helvete finché potete!
Stavo tremando, di rabbia verso Black, ma anche di paura. Avevo paura di Jack. Avevo il terrore che quello che aveva detto quel tizio fosse vero, che avesse fatto del male a tutte quelle ragazze... Ma c'era anche qualcos'altro. Qualcosa che non mi sapevo spiegare, quel dolore al cuore, la sensazione di voler distruggere tutto, che mai prima di quel momento avevo provato. Merida, Rapunzel, Gerda, Heather e tutte le altre... avevano avuto Jack prima di me, e questo mi dava fastidio. Però, non avevo la certezza che fosse vero, Pitch Black aveva un aspetto maligno, invece Jack sembrava così buono e dolce, così gentile, divertente, simpatico, non mi faceva sentire sola. Sì, sicuramente era una menzogna, io dovevo credere a Jack, non alle sciocchezze del primo sconosciuto che passava. A quel punto non riuscii più a trattenermi ed esplosi.
-ORA BASTA! Vattene via di qui, e non tornare mai più! Tutto ciò che mi hai detto è falso, non ci credo, Jack è una brava persona! Se osi ancora farti vedere in Norvegia, Svezia, Finlandia o anche tutto il resto del mondo, te la farò pagare cara!
Mentre dicevo questo, cercavo di colpirlo con il ghiaccio, raccogliendo tutte le mie energie, ma era come cercare di distruggere un'ombra: era impossibile.
Si voltò, colpito dalle mie parole. O forse non più di tanto, visto che ghignò. 
-Io vi avevo avvertita, poi non venite a piangere da me quando Frost vi farà del male. Sappiate solo un'altra cosa: le apparenze ingannano.
E detto ciò sparì, così com'era arrivato, come un incubo.
Intanto la tempesta non si fermava, dovevo stare calma o avrei distrutto il castello! Feci un respiro profondo, contai fino a dieci, tirai un pugno al muro, ma niente, non riuscivo a calmarmi. Dopo vari tentativi, finalmente la bufera si fermò. Feci appena in tempo ad arrivare alle scale, che mi cedettero le ginocchia, facendomi cadere a terra stremata. Sentii la porta aprirsi: temevo che sarebbe stata un'altra visita indesiderata, oppure Jack. Non volevo vederlo, almeno per ora. E poi, se fosse stato lui e mi avesse vista così a terra, si sarebbe di certo preoccupato.
Appena però vidi chi aveva oltrepassato la soglia del mio palazzo, trattenni il respiro: erano Jack e Anna.
Mia sorella aveva una faccia meravigliata, sorpresa, ma allo stesso tempo molto felice. Jack invece aveva una faccia un po' preoccupata, non avendomi vista arrivare. Provai ad alzarmi, ma senza successo, ricadendo sul ghiaccio con un tonfo, ma senza perdere i sensi, ero ancora cosciente. Sentendo quel rumore, si voltarono entrambi verso le scale e cacciarono un urlo di terrore.
Mi corsero subito incontro. Anna ora aveva una faccia terrorizzata, uguale a quella di Jack. Quest'ultimo fu più veloce di lei, e arrivò da me piangendo.
-Elsa, cosa ti è successo? Chi ti ha ridotta così? Ti prego dimmelo!
Avrei voluto, davvero, ma non riuscivo a parlare. Le mie corde vocali non rispondevano agli ordini, forse ero ancora spaventata.
Anna arrivò, anche lei in lacrime, si vedeva che aveva paura ed era preoccupata.
-Elsa? Oddio, Elsa, stai bene? Cos'hai? Santo cielo, rispondimi!
Questa volta la mia voce uscì, flebile, quasi impossibile da sentire.
-Jack...- fu l'unica cosa che riuscii a dire.
-Sono qui- mi rispose lui, prendendomi una mano -non preoccuparti, non ti lascio. Accidenti che spavento mi hai fatto prendere!
-Chi... chi è Jack?- fu ciò che invece disse Anna. Non poteva non vederlo, era proprio accanto a lei e l'aveva condotta da me! Forse... La prima volta che l'avevo incontrato, era sorpreso che riuscissi a vederlo. Evidentemente, non tutti potevano.
-Anna... Stai lontana, non voglio farti del male- rivolsi uno sguardo triste a Jack, che mi rispose con uno sguardo strano, terrorizzato, ma anche sollevato e... qualcos'altro, che non riuscivo a capire cosa fosse.
-Non hai risposto alla mia domanda Elsa, chi è Jack? E' stato lui a ridurti così?
In un certo senso, sì. Ecco, in realtà era stato quel Black, ma parlando di un Jack che non conoscevo, che forse era reale, mi aveva sconvolta. Se quello che Pitch aveva detto era vero, quel Jack Frost che avevo incontrato io, quello gentile e divertente, era solo una maschera per nascondere il mostro che era in realtà.
-Non mi è successo nulla Anna, ho solo avuto un calo di zuccheri, credo. Ora però lasciami, ti ho detto che non voglio farti del male.
La risposta che avevo dato valeva per entrambi, ma nessuno dei due sembrava convinto, anche se lei mi diede una carota da mangiare. "Per riprenderti, si vede che non mangi da tanto", mi disse. Ovviamente l'accettai, la mia poca energia era dovuta anche al fatto che non mangiavo nulla da due giorni, ma non le diedi nemmeno un morso. Tentai di alzarmi, anche se un po' traballante, per allontanare quell'imprudente di mia sorella. Questa volta ci riuscii, e lasciai la mano di Jack. Mi diressi verso il terrazzo, seguita da entrambi, ma lui era più distante da noi.
Dopo lo shock iniziale, Anna aveva cominciato a dire quanto fosse grandioso il mio castello e quanto io fossi diventata bella, mentre Jack arrossiva a quest'ultima affermazione. Perché era diventato così rosso, proprio lui che doveva essere più bianco di me? Non trovai risposta a quella domanda, ma solo le proteste di mia sorella che mi chiedeva di tornare ad Arendelle. Intanto Jack si era fermato e si era diretto verso le scale, per lasciarci il nostro spazio.

-Dai, non dirmi no. Non dovrai scappare adesso che lo so!
Com'era dolce mia sorella, sempre a preoccuparsi per me. Peccato che dovesse preoccuparsi per sé stessa, ero ancora troppo nervosa e rischiavo di farle del male.
-Mi domandi troppo, dai retta a me. Non c'è nulla qua per una come te!
Era vero. Io le ripetevo che il suo posto era ad Arendelle, ma lei ribatteva che era anche il mio.
-Ma Elsa! Torna a casa, ti prego! Io lo so che non faresti mai del male a nessuno!
-Anna, io sto bene qui, posso essere libera e dare pieno sfogo al mio potere. Amo Arendelle, ma non posso tornare!
-Ecco... A proposito di questo... Hai portato un inverno perenne, ovunque! C'è stata una tempesta di neve fino a due giorni fa.
-Lo so. Ecco perché devo stare qui. Hai detto che la tempesta si è fermata due giorni fa, vero? Vedi, se è terminata è stato solo grazie a Jack. Lui mi sta aiutando a controllare il mio potere.
-Elsa, è lo stesso Jack che hai nominato prima, quando stavi male?
-Sì, esatto. Come ti ho detto, mi sta allenando per riuscire ad avere il controllo dell'inverno, perché anche lui possiede questa capacità. Ora è lì, sulla scala, che mi sta aspettando.
-Elsa... non c'è nessuno sulla scala, mi stai preoccupando.
-Ti dico che c'è davvero! Devi solo crederci!
-Mi dispiace Elsa, ma non ci credo. Secondo me è lo stress che ti fa parlare così! Sì sicuramente è quello, infondo sono successe moltissime cose negli ultimi giorni, devi riposarti! Torna ad Arendelle, così ti rimetterai e ti dimenticherai di questo Jack.
-Anna, Jack esiste, dico davvero. E' lui che mi sta insegnando il controllo del ghiaccio, ma se non ci credi io non posso farci nulla. Sei libera di pensare ciò che vuoi, però io non tornerò
 comunque ad Arendelle finché non avrò imparato a controllarmi!
Dopo aver detto quelle parole, sentii una fitta al cuore. Jack stava con me solo per allenarmi, probabilmente non gli stavo nemmeno simpatica e se ne sarebbe andato prima ancora che io avessi imparato a gestire il ghiaccio. Lui aveva la sua vita, i suoi amici, la sua casa, non poteva restare sempre con me. Ma infondo, non mi doveva importare: io non provavo nulla per lui... No?
-Lo faccio per il tuo bene Anna, non voglio farti di nuovo del male. E adesso va' via, per favore. Ah, un'altra cosa... Appena avrò finito qui, stai certa che saremo unite come una volta. Ti voglio un mondo di bene, Anna, sorellina.
Detto ciò, un cristallo di ghiaccio mi scivolò lungo il viso, cadendo a terra e frantumandosi. Per la prima volta dopo tanto tempo, stavo piangendo.
Pianse anche lei, correndo ad abbracciarmi. Non resistetti e risposi all'abbraccio, rischiando di metterla in pericolo per via delle mie emozioni, ma ero troppo triste per farci caso.
-Ti voglio un mondo di bene anch'io, Elsa! Non sai quanto!
Dopo pochi secondi mi staccai da quella stretta rassicurante e mia sorella, a viso basso e con le lacrime agli occhi, lentamente se ne andò, con la consapevolezza che quella sarebbe stata l'ultima volta che ci saremmo viste. Era uno straziante addio.
Quando l'enorme portone di quel castello di ghiaccio si chiuse alle sue spalle, mi sentii morire. Caddi a terra e piansi tutte le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento, sapendo in cuor mio che lei stava facendo la stessa cosa. 
Sentii una presenza alle mie spalle: Jack. Corse verso di me, si chinò alla mia altezza e mi abbracciò stretta. Non esitai a rispondere all'abbraccio, non mi importava di quello che aveva detto Pitch, volevo soltanto una presenza amica vicino. Restammo così per ore, fino a che, esausta, non decisi di andare a dormire. 
Non ricordo molto da quel momento in poi, solo che lo sentii prendermi in braccio e portarmi da qualche parte, probabilmente in camera mia. Mi adagiò sul letto e, almeno credo, rimase finché non mi fui addormentata. Quando ormai ero al confine tra il nostro mondo e quello dei sogni, sentii un lievissimo tocco sulle labbra, come se vi si fosse posato un fiocco di neve. Probabilmente era davvero così, ma non lo scoprii mai, perché, subito dopo quel freddo ma splendido contatto, le forze mi abbandonarono e caddi in un profondo sonno senza sogni, in cui non c'era altro che nero. Il nero di Pitch Black.




















Angolo autrice:
Ehi là ragazzi! Rieccomi con il terzo capitolo di questa fanfiction! Ok, prima di continuare con le note, devo fare alcune precisazioni e spiegazioni:
*: Helvete è la traduzione letterale in norvegese di Inferno. Avete presente Inuyasha? Se no, vedetelo che è meraviglioso, se sì, vi ricordate di Naraku? Ecco, "Naraku" in giapponese vuol dire proprio "Inferno", il nome di Helvete mi è venuto in mente grazie a lui!
**: Ok, mi dispiace tantissimo di aver messo Merida e Rapunzel tra le ragazze nominate da Pitch, ma mi sembrava che ci stessero bene visto che ci sono tante Jarida e Jackunzel. Un'ultima cosa: visto che Frozen è ispirato al libro "La Regina delle Nevi" di Hans Christian Handersen, in cui il personaggio di Anna è in realtà una ragazza di nome Gerda, ho pensato di fare un piccolo accenno a quel libro che ha ispirato uno dei miei film preferiti :).
Fine delle spiegazioni, ora ho una domanda: avete notato che ho messo alcune frasi di "Oggi per la prima volta: Reprise"? Visto che la scena era praticamente quella ho pensato di metterle, ci stavano così bene! Ah, un'ultima cosa: se vi va potreste ascoltare " A Simple Life" di Brian Crain mentre leggete l'ultima parte del capitolo, tanto per dare più spessore a ciò che succede. Io l'ho ascoltata mentre scrivevo, e vi giuro che avevo le lacrime agli occhi! Serve per dare atmosfera, ma va bene una qualsiasi canzone che sia vagamente triste o drammatica per questo capitolo.
Ok, a momenti ho fatto delle note più lunghe del capitolo, io che di solito scrivo solo "ditemi se vi piace e recensite"! Perciò, dovendo rispettare le tradizioni, lo dico lo stesso : ditemi se vi piace e recensite!
Un bacione a tutti quelli che la leggeranno
Mary <3




   
 
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