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Autore: Ibelieve93    29/01/2014    3 recensioni
Stella Rossi è una hostess su uno degli aerei di lusso della compagnia Skyland .
Ama viaggiare ,volare , ma nonostante i suoi numerosissimi “avanti e indietro” per il mondo , non ha mai incontrato l’amore in vita sua .
Gabriel Gray , un poliziotto americano che non sopporta l'altro sesso per svariate ragioni , è costretto a proteggere Kevin , un sedicenne nonché testimone importante per un processo che si terrà in Italia .
Stella e Gabriel si incontreranno per caso durante un viaggio tutt’ altro che calmo da Los Angeles a Milano , e saranno costretti ad unire le forze per salvarsi la vita .
E se dovesse nascere l'amore ?
Il poliziotto e l'hostess cosa faranno ?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti




Capitolo26. Non è ancora finita  



Stella

 

Ero ancora viva
Strano, eppure vero
Il mio cuore batteva , ed il mio sangue continuava a scorrere nelle vene distribuendo ossigeno in ogni angolo, parte di me .
Imprigionato nella gabbia di costole senza via d’uscita , il cuore non avevo perso di vista il suo lavoro , ed era in attesa del momento in cui la mia paura avesse cessato di esistere e di tormentarlo , costringendolo a tenere l’andatura accelerata in quel modo che non gradiva .
Voleva rallentare quella folle corsa , che da lì a poco avrebbe fatto impazzire ancor di più il resto del corpo, scosso da fremiti violenti e incontrollabili .
Le spalle, che per il respiro accelerato andavano su e giù , riflettevano al mondo esterno tutta la mia angoscia, la mia ansia…ed era inevitabile che chiunque capisse il mio stato d’animo di quel momento .
Le mie orecchie non captavano alcun suono.
Era come se stessi vivendo in un mondo privo di suoni…e perfino di odori.
Ero viva, ma il mio corpo non percepiva più nulla…ed io non avevo nemmeno il coraggio di alzare le palpebre, così pesanti.
Vedere…mi avrebbe fatto capire troppo cose , che in quel momento potevo solo immaginare, evitando il peggio .
Trascorsero i secondi, i minuti, accompagnati soltanto dalla musica prodotta dai battiti del mio cuore, emergenti nel più assurdo silenzio della mia coscienza .
Poi all’improvviso… percepii il freddo.
Il gelido marciapiede a contatto con il mio corpo, la mia pelle , mi fece rabbrividire ancor di più .
Le mie orecchie dapprima fischiarono, poi lentamente ripreso le loro funzioni : grida raccapriccianti, sirene attive…le prime cose che sentirono dopo quella mia bizzarra caduta furono queste .
Un forte odore di fumo, bruciato, investì in pieno i miei polmoni .
Le mie dita aggredirono il cemento tentando di graffiarlo mentre i miei occhi si riaprono al mondo contro la mia stessa volontà.
La prima cosa che vidi fu…quel marciapiede che mi aveva accolto dopo...dopo cosa?  
Ero distesa bocconi e non me ne ero neanche resa conto prima di quel “ risveglio” se così potevo definirlo .
Tossendo per sbarazzarmi di quell’aria pessima , pesante ed irrespirabile, provai ad alzarmi.
Mi aggrappai al paraurti di un auto posteggiata proprio davanti a me , e mi tirai su .  
La testa prese a girarmi , come le scenette di un film d’epoca .
E due mani mi afferrarono prontamente per le spalle prima che io potessi perdere l’equilibrio già incredibilmente precario .
Mi voltai lentamente verso chi mi aveva impedito di scivolare di nuovo a terra , e riconobbi all’istante il volto dell’unica donna-poliziotto della mia scorta
Era sconvolta.
Aveva sicuramente il battito cardiaco accelerato quanto il mio , per come potevo notare dal modo in cui respirava .
Il labbro scuro inferiore era sanguinante , e numerosi graffi segnavano i suoi zigomi .
Le pupille dilatate e tremolanti, così nere da farmi impressione , tanto da assomigliare ad un pozzo senza fondo.
Cavolo, eravamo appena scampate alla morte.
E la mia reazione era soltanto quella di guardare quella ragazza con aria attonita ?
Sentivo il mio cuore continuare a correre con fare frenetico , come se fosse arrivato ad una conclusione prima ancora della ragione, che in quel momento stava facendo veramente fiasco sull’istinto .
“Stai bene?” mi chiese la poliziotta stringendo più forte la prese sulle mie spalle .
Aveva i capelli neri e arruffati legati indietro da un elastico…i vestiti erano così sporchi e …
“Ehi, guarda me…stai bene?” continuò a chiedermi terrorizzata, preoccupata all’ennesima potenza.
Ehi…avevo capito, non ero mica sorda!
“S…sì, sto bene” balbettai accigliata
Lei sospirò di sollievo prima di lasciarmi andare le spalle per voltarsi verso…
Oddio.
NO.
L’esplosione…la bomba…oddio, no.
Non poteva essere accaduta veramente una cosa del genere, assurdo, pazzesco.
Eppure…quando il mio sguardo si posò sull’ingresso del distretto mi mancò il fiato e le mie gambe non furono più in grado di reggere il mio peso.
Caddi inevitabilmente in ginocchio e mi afferrai i capelli con entrambe le mani.
“Oddio, oddio , no” continuavo a ripetere
La poliziotta si chinò su di me: “ Stai calma…mantieni il controllo. Respira…”
La guardai .
Come poteva chiedermi di star tranquilla davanti a quello che avevo appena visto?
Eravamo salve…salve dopo lo scoppio di una bomba!
L’ingresso del distretto era totalmente distrutto…dalle porte d’ingresso ancora fuoriusciva del fumo e delle piccole fiammelle accese erano sparse un po’ dappertutto.
E poi c’era cenere…tanta cenere…e polvere…vetri rotti sparsi sul marciapiede…delle finestre accanto all’ingresso non restava più nulla.
Intorno a me c’erano altri sette, otto poliziotti…tutti spaventati, scampati alla morte…seppur qualcuno riportava qualche ferita , all’apparenza non grave .  
Alcune volanti intorno, avevano subito qualche danno.
La ragazza di fianco a me prese a guardarsi intorno…poi si voltò verso il primo poliziotto urlandogli: “ si può sapere quando arrivano questi soccorsi?”
Un ragazzo in divisa, proprio quello che avevo visto prima parlar di quel pacco con quell’ispettore , annuì rapido e rispose: “ sono qui”
E non appena terminò di dirlo, ecco che pompieri e ambulanze piombarono nel piazzale del distretto.
Tutti erano già a lavoro…ed io, sempre più confusa.
Sentivo un vuoto incolmabile dentro di me, era come se mi mancasse qualcosa in quel momento.
Il mio sguardo cadde accidentalmente su un anello che avevo infilato all’anulare sinistro…e non capii più nulla.
“Gabriel! Oddio, Gabriel!” gridai sconvolta , terrorizzata…i brividi che ancor non mi avevano abbandonata continuavano a scuotermi.
Mi guardai attorno, alla ricerca di lui…di Kevin, di James…
No…non c’erano, no!
“GABRIEL” urlai ancora una volta portandomi le mani ai lati della bocca per triplicare la potenza di quell’urlo.
“ EHI! Devi stare calma!” rimbeccò quella lì.
Ma a me non poteva importarmene niente di quel che diceva quella cretina!
Dovevo assolutamente trovarlo, subito .
Non poteva essere accaduto veramente…no.
“ Hai una ferita alla testa, sanguini parecchio…ma non ti preoccupare…le ferite alla testa dicono che sia normale che sanguinino di più. Vieni , ti accompagno alla prima ambulanza ” aggiunse 
Non l’ascoltai…e sinceramente non mi importava neanche del fatto che la parte sinistra della mia faccia fosse totalmente rigata dal sangue , che fuoriusciva da una piccola ferita alla tempia. Avanzai verso l’ingresso del distretto seppur con passi incerti .
Gabriel non poteva essere lì dentro...no.
“ I colleghi e tutti gli altri venuti in nostri aiuto troveranno i corpi, ma tu non puoi andare lì dentro è pericoloso”  spiegò lei… ed individuai note di dolore nella sua voce.
Corpi .
Aveva detto quella parola .
Terribile…parola.
“Lasciami” mi dimenai fra le sue braccia non appena mi agguantò assieme ad un suo collega
“Portala via, portala via” gli ordinò con foga
“Lasciatemi, voi non avete il diritto!” continuai senza venir ascoltata.
Lacrime presero a mischiarsi al sangue che avevo sulle guance.
“ Quanti ne saranno rimasti dentro?” domandò qualcuno a voce alta mentre venivo trascinata via contro la mia volontà.
“ Forse sei persone, credo…” rispose un altro a gran voce per farsi sentire
“ Non si sarà salvato nessuno” proseguì un altro con tono triste
“ Forse nella stanza in fondo…c’era qualche possibilità di salvezza, per il resto non direi…”
Mi tappai le orecchie.
Non volevo sentire altro.
Guardai ancora una volta l’anello di Gabriel al mio dito , poi alzai gli occhi al cielo
Ti prego, lui no , pregai silenziosamente
“La prego si sieda qui” mi disse un infermiere
Trovai posto su una barella all’interno di un ambulanza .
Il poliziotto , che mi aveva condotto fino a lì mi guardava intensamente con le mani sui fianchi : “ mi dispiace” esordì
“E’ tutta colpa mia” mormorai io, completamente sotto shock , dondolandomi avanti e indietro cercando di calmarmi.
“ Non è colpa sua , ma di quei balordi. Troveremo tutti loro e li incolperemo grazie alla sua testimonianza” promise
“ è una battaglia persa, uccideranno anche me” dissi con un filo di voce , in quel momento mi ero  arresa
Scosse la testa e si avvicinò a me , triplicando la potenza del suo sguardo color cioccolato : “ ma cosa dice? Non si preoccupi. Partirà presto ed andrà tutto bene, io l’accompagnerò durante tutto il viaggio. Faccio parte della sua scorta”
 “ Non voglio avere anche lei sulla coscienza” dissi in un sussurro
Gabriel…ti prego, vieni qui. Ho bisogno di te, non puoi avermi lasciata sola .
No, io non manterrò la promessa. Io ti voglio qui con me, adesso.
Il ragazzo mi sorrise: “ Mi creda, non succederà. Non perda la speranza, la fiducia in se stessa e in chi desidera aiutarla”
“La prego” supplicai io “ la prego ritrovi il poliziotto con cui sono arrivata al distretto ”
Mi guardò incuriosito da quella mia richiesta
“ si era affezionata a lui, vero?” domandò per aver conferma
Trassi un profondo respiro: “ la prego. Lo faccia per me”
“ Le farò avere notizie , d’accordo. Adesso si calmi” consigliò con premura, prima di allontanarsi
“ Si distenda…” chiese invece l’infermiere ricomparso dal nulla.
Obbedii , mordendomi le labbra per non arrendermi al pianto ancora una volta .
Mi pulì il viso , medicò la piccola ferita per poi applicarci un cerotto .
Poi mi diede da bere qualcosa che sarebbe stato capace di calmarmi i nervi .
“ Ha freddo? Vuole una coperta?” chiese con dolcezza
Annuii soltanto
Subito dopo intorno al mio corpo fu avvolta una calda e morbida coperta grigio chiaro
“ Cerchi di rilassarsi”
Deglutii
Gabriel… torna da me
 
 
 
Gabriel
 

Quando riaprii gli occhi muovere anche un solo muscolo era considerata una tortura per me.
Tossii ripetutamente e mi sfuggì un lamento quando percepii una fitta lancinante alla testa e al torace
Cavolo , speravo vivamente di non essermi rotto una costola .
Con forza immane costrinsi le mie gambe e il resto del corpo a reagire , non volevo restar lì disteso per il resto dei miei giorni .
E avevo una gran voglia di scoprire cosa era accaduto .
Dalla finestra ,dai vetri in frantumi alle mie spalle, filtrava la luce del sole del mattino... non dovevano essere passati molti minuti dalla causa di tutto quel caos .
Riuscii a conquistare una buona posizione , e sentii un rivolo di sangue colarmi giù dal naso .
Mi ripulii in fretta con una manica della camicia .
Ero totalmente sommerso dalla polvere e da piccole macerie che spazzai via con le mani in tutta fretta .
Uno scoppio…ecco cosa era avvenuto .
Come era potuto succedere ?
Ripresi a tossire più forte di prima .
L’aria era praticamente irrespirabile .
Una densa nuvola di fumo aleggiava sopra la stanza in cui eravamo io e…
“James?” chiamai allarmato, con voce roca
“Kevin?”
Io non ero solo in quella stanza, c’erano anche loro con me .
Mi guardai intorno alla disperata ricerca di quei due e qualcuno mugugnò qualcosa che non riuscii a comprendere.
Proveniva da dietro una scrivania, totalmente ribaltata , alla mia sinistra .
Gattonando, schivando fogli, pezzi di vetro e quant’altro , continuai a tossire e mi fermai non appena incontrai gli occhi scioccati e smarriti di Kevin .
“Kevin?” lo chiamai schiaffeggiandolo un poco, come per farlo riprendere dallo shock
Mi rispose con un altro lamento che uscì dalle sue labbra serrate
“La mia gamba” aggiunse poi sofferente “ credo di non sentirla più” 
Guardai il punto che mi indicò con il mento .
Sulla sua gamba sinistra era caduta parte della scrivania pesante ancora intatta.
“Aspetta, ti libero” riuscii a dirgli prima di frenare un altro colpo di tosse e afferrare la scrivania per sollevarla , quel tanto che bastava da liberare il ragazzo.
 Ok, d’accordo, non ci riuscii…era troppo pesante per me .
“Cerca di stare calmo” gli consigliai  
“ Oh sì figurati. Dove altro potrei andare?” domandò “sbrigati però, prima che perda un arto!”
Si era ripreso del tutto, a parte la gamba…era un buon segno.
“ Ti farò passare la tua voglia di scherzare prima o poi” minacciai con tono d’affetto mentre cercavo di adoperarmi
“ A Stella credo che piaccia. E spero che stia bene ” se ne uscì fuori
E a quel nome m’irrigidii.
Come avevo potuto non pensare per prima a lei?
Ero talmente preso da questa situazione che…
Mi volsi di scatto verso la porta della stanza divelta dallo scoppio , e sperai con tutto il mio cuore che lei stesse bene, al sicuro…fuori da quel posto, perché oltre quella porta non esistevano altro che polvere e macerie di ogni forma e dimensione .
Stella era vicina all’uscita , ricordai
Poteva essersi salvata, sì , sicuramente
E con questa buona notizia , ripresi ad aiutare Kevin.
“ Ci siamo salvati per miracolo. Nessuno sarebbe sopravvissuto nell’altra stanza dove sarà avvenuto lo scoppio, ma lei può essersi salvata ” pensai ad alta voce
Kevin concordò con me: “ Ti sposerò quando darò quella testimonianza. Seriamente, ho perso il conto di quante volte mi stai salvando la vita. Grazie zio Gab ”
“AHI!” urlò poco dopo
“Così impari a non dire stupidaggini. Io non sposerò mai uno come te”
“Quindi hai già pensato di sposarti con qualcuno ! Wow, non credevo che tu fossi un tipo da matrimonio. ”
Lo guardai con un sopracciglio alzato: “ Vuoi che ti aiuti oppure no? Tanto perché tu lo sappia , se non finisci di sparare cretinate ti lascerò qui a marcire…sia chiaro. ” l’avvisai mentre triplicai gli sforzi per sollevar quel macigno!
Lanciai un grido quando un’altra fitta mi colse alla sprovvista.
“Non posso farcela da solo. Devo trovar qualcosa per far leva” spiegai rapidamente
“Amico…non ce la faccio più”
Adesso era serio e teso
“ Faccio subito. E poi qualcuno verrà a darci una mano da un momento all’altro, ne sono sicuro ”
Lo speravo vivamente con tutto il cuore. Avevo bisogno di aiuto.
Trovai una sorta di palo di ferro dopo qualche minuto e inserendolo alla base della scrivania, poggiata a terra per una buona parte, provai a sollevarla mettendoci tutta la forza di cui potevo disporre in quel momento.
 “Tira via ora!” ordinai al ragazzo , e appena vidi che la sua gamba schizzò via rilasciai cadere quell’ ammasso di legno e ferro, che non avrei mai creduto fosse così pesante!
Mi chinai sul ragazzo e diedi un’occhiata alla ferita alla gamba , non sembrava molto grave . Se la sarebbe cavata con poco : “Sta calmo, adesso proviamo ad andar fuori”
Tossì anche lui: “ Sempre se non moriremo asfissiati”
“Riesci a reggerti in piedi?” domandai.
“ Era una domanda retorica quella ?” ed aveva entrambe le sopracciglia alzate
Roteai gli occhi: “Giusto. Aspetta”
“Dov’è James?” chiese poi preoccupato mentre gli cingevo le spalle con un braccio.
Scossi la testa con un nodo in gola: “ Credevo che fosse qui con noi, ma non c’è. Evidentemente doveva essere uscito fuori poco prima che…”
Mi bloccai.
No, James non poteva essere…morto .
Ma in quella stanza di fuori non poteva essersi salvato nessuno.
James, io avevo bisogno di lui.
Lui era il mio migliore amico…io, non…
Non poteva essere .
“Gabriel?” mi richiamò Kevin all’attenzione “ dobbiamo andare via da qui, questo posso può crollarci addosso e finirci da un momento all’altro. Non possiamo aspettare oltre…se qualcuno sta arrivando per salvarci sarà meglio contribuire come possiamo”
Ripresi il controllo sulle mie azioni e annuii. In quel momento il ragazzo era più lucido di me : “ Ti aiuto, andiamo”
 
                                                               *****
Camminare tra le macerie, con un ragazzo ferito ad una gamba da sostenere ed il petto dolorante,  non era di certo il massimo.
Più volte qualche calcinaccio e qualche cavo elettrico staccato guizzò al nostro fianco, ma fortunatamente nessuno di questi causò danno a noi o ad altro .
Eravamo nella stanza in cui era avvenuto lo scoppio ormai, prossimi all’uscita…vedevo già la luce esterna del giorno e alcuni uomini venirci incontro quando dei lamenti mi richiamarono all’attenzione
Abbandonai per un attimo Kevin , che prese a reggersi su una sola gamba , e mi fiondai alla ricerca di quel superstite .
Spostai interi pezzi di pareti , e scavai a mani nudi ferendomi le nocche e i palmi .
James era disteso proprio lì, davanti ai miei occhi.
Non riuscivo a crederci.
Aveva il volto completamente ricoperto di sangue…dal petto in giù il resto del suo corpo era nascosto sotto altre innumerevoli macerie impossibili da spostare .
Era quasi irriconoscibile.
Ma i suoi occhi grigi erano inconfondibili  
“NO” sfuggì dalle mie labbra, mentre i miei occhi divennero incredibilmente bagnati .
“Amico mio, no” mi lamentai sfiorandogli il viso, incurante del fatto che potessi fargli del male .
Lui sollevò appena le palpebre e provò a sorridermi senza però riuscirci.
Il suo sorriso era stato sostituito da una smorfia di dolore.
“Gab…devi…devi promettermi che porterai avanti questo caso, senza mai fermarti. Lo concluderai…e tornerai da tua figlia ” sussurrò a fior di labbra
“Lo farò insieme a te” dissi con un peso sul cuore che andava ad allargarsi sempre più .
“ Dovrai farlo senza di me” tagliò corto lui “ ormai non mi rimane molto tempo e voglio che tu ti preda cura di mio figlio quando avrà bisogno di un padre . Dì a mia moglie che l’ho amata tanto e che mi dispiace…d’accordo?...Fallo per me  ”
Disse tutte quelle parole in fretta , sforzandosi, quasi come se temesse di non riuscire a dirle più tutte da un momento all’altro…no, non volevo.
“ Non dire stupidaggini . TU NON STAI MORENDO. Chi mi tirerà fuori dai guai , eh? Chi mi coprirà le spalle? ”  ormai piangevo, era inevitabile . Ero furioso con lui, non poteva farmi questo. Eravamo amici da sempre.
“ Ehi, amico” mi rimproverò , adesso era commosso anche lui  “ Tu sei in gamba, sul serio. Un poliziotto davvero forte. Hai trovato perfino la donna giusta finalmente . Lei mi piace”
“ James, per favore…non puoi farmi una cosa del genere” lo rimproverai sfiorandogli il petto con la fronte .
Una delle sue mani riuscì a stringere forte una delle mie , non so nemmeno come.
Ormai la mia vista era completamente appannata
“ Ti voglio bene amico mio” e la sua mano scivolò dalla mia.
I suoi occhi si chiusero davanti ai miei.  
“Presto dobbiamo andare fuori, forza!  ” ordinò uno dei soccorsi.
Mi presero per le spalle, ma nonostante il dolore che provai al petto, rimasi impassibile, scioccato e mi lasciai guidare verso l’uscita con Kevin al mio seguito , aiutato da altri due uomini .
Ero vuoto.
Avevo perso un amico.
Lui aveva fatto tanto per me.
Quando rividi la luce del sole sopra la mia testa , mi accorsi a stento di Stella che correva verso di me .
La donna che amavo mi raggiunse e mi abbracciò forte.
Stringendomi a se, cullandomi dolcemente , e mostrandomi sul suo bel viso le sue lacrime di gioia.
Era una visione paradisiaca.
Mi procurò una fitta di dolore , ma non avevo alcun intenzione di allontanarla.
La strinsi forte a me in cerca di conforto. Avevo bisogno di lei.
La mia dolce Stella era ancora con me   
“Sei vivo” urlò contenta
Risposi subito : “Sì, sono qui. Siamo di nuovo insieme ”
E le mie labbra conquistarono le sue in un battito di ciglia
Volevo perdermi in lei, nel nostro amore…confondermi fra le sue dolci labbra , perché niente era più importante di quell’attimo prezioso , e della possibilità di continuare a viverle accanto che mi era stata data…
Sono dell’opinione che niente accade a caso .
Lei era lì per me, Qualcuno l’aveva messa al mio fianco per sostenermi davanti a tutta quella confusione e smarrimento in cui avrei potuto perdermi
Grazie a Dio non ero solo
“ Dobbiamo andare ora . Ho molte cose da fare ” le dissi in tono deciso, donandole un bacio tra i capelli.
Mi guardò attentamente e mi rispose : “ D’accordo. Io ti seguirò dovunque tu andrai” 



Angolo Autrice 


Ciaooo ragazzi ^^ eccomi qui con questo nuovo capitolo! 
James non c'è più :/ sigh! Scrivere quella parte non è stato facile. 
Mi è dispiaciuto un pò per lui , mi ero affezionata e un pò mancherà .
Comunque, almeno Gabriel e Stella sono ancora insieme ed in compagnia di un Kevin che ancora non ha perso la voglia di scherzare , succederanno cose divertenti ^^ e pian piano state conoscendo anche chi fa parte della scorta dei nostri due testimoni ^^ quel ragazzo , quella ragazza...in effetti a loro non ho ancora dato un nome quindi : CERCASI NOMI DI PERSONAGGI ^^ sono aperta a qualsiasi proposta ^^ e ringrazio infinitamente tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra preferite, seguite e ricordate...chi dall'inizio , chi da qualche capitolo, chi nel precedente  ^^
Ringrazio ognuno di voi ;) questa storia prosegue anche grazie a tutti voi ^^ 
Ringrazio tanto anche noemi_ST e marygray ^^ per le loro recensioni.
Spero di non aver deluso le vostre aspettative ^^
Al prossimo capitolo ;) 
Un bacione a presto ;)  

 
   
 
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