Mi ritrovo
a guardare
spaesata la porta che Peeta ha chiuso dietro di se.
Odio quando fa così.
Odio quando devo rincorrerlo per spiegargli che
sto bene,
che lui non c’entra niente e che io lo amo immensamente. E
che il bambino sta
bene, nonostante tutto. Ripensando al fatto che
c’è qualcuno dentro di me,
tremo leggermente.
Non avrei mai voluto una cosa del genere, sino a
qualche
settimana fa sarebbe stata la cosa peggiore per me. Ma ora come ora,
con gli
Hunger Games in corso e con le crisi di Peeta penso che un bambino non
sia poi
una gran cosa: Peeta ha promesso di esserci, lui ha promesso di amarlo
visto
che io non ci riuscirò. E’ a queste condizioni che
ho deciso di tenere il
bambino.
Ora come ora vorrei sentire le sue braccia
stringermi e
tenermi forte al suo petto ma so bene che ha bisogno di tempo per se
stesso e
per riflettere un po’. Ed anche per assorbire la notizia che
tra sette mesi
diventerà padre. Ma non era il suo sogno, in fondo?
“Si Katniss, magari voleva anche essere
mentalmente stabile,
che ne dici?”
Buon punto di discussione anche questo. Ma non
riesco
comunque a calmarmi a stare qui ferma senza di lui. Esco dalla stanza e
trovo
Gale ad aspettarmi: mi ero quasi dimenticata di lui. Non sono
più abituata ad
averlo vicino a me anche se non posso fare a meno di ammettere che lo
voglio
vicino a me. Devo essere una persona migliore, devo riuscire a
perdonarlo in un
modo o nell’altro. Desidero essere una madre perlomeno
decente ma come posso
fare se non riesco a perdonare proprio Gale?
Ma l’immagine di Prim immersa nelle
fiamme mi assale e devo
cercare di scacciarla per non cadere nel mio solito oblio. Mi tengo
allo
stipite della porta e provo a ricordarmi la solita nenia.
“Sono Katniss Everdeen, ho 22 anni, vivo
nel Distretto 12
con Peeta Mellark. Ho partecipato agli Hunger Games, ho vinto e sono
riuscita a
fuggirne. Sono una mentore. Sono incinta.”
-Catnip? Tutto a posto?- la sua voce mi risveglia
dal mio
stato di confusione generale. Lo guardo spaesata. – Ho visto
Peeta correre
fuori, aveva un’espressione sconvolta. Ti ha fatto male di
nuovo? Stavo per
entrare a controllare.-
-No. No sto bene. Abbiamo
solo avuto una piccola discussione.
Colpa mia, come sempre.-
-Ne vuoi parlare?-
Per dirti cosa, vecchio amico mio? Del fatto che
sono
incinta? Del fatto che tutte le lettere che hai mandato in questi anni
sono
chiuse nella mia soffitta in 10 scatole diverse? Mai aperte e bagnate
dalle
lacrime? Non si possono affrontare certi discorsi dopo cinque anni di
silenzio.
E’ già tanto se riusciamo a stare nella stessa
stanza. Vorrei solo andare a
dormire ma devo raggiungere Haymitch e gli altri nel salone grande per
seguire
gli Hunger Games anche se a quest’ora si saranno accampati e
staranno dormendo.
Chissà come sta Matthew? Jane sarà riuscita a
risvegliarlo dallo shock?
-No, Gale. Ma grazie, davvero. Ora
dovrei…dovrei raggiungere
gli altri. Ho un bel po’ di lavoro da fare, non dici?-
Gale annuisce con un sorriso triste sul suo volto:
cosa si
aspettava in meno di un’ora? Che andassimo felici e contenti
a cacciare di
nuovo insieme? Gli Hunger Games hanno rovinato tutto, così
come la guerra.
-Signorina! Signorina Everdeen!-
Mi giro e vedo il dottore che si affanna a
rincorrermi. Mi da un tubetto di crema, suppongo per il collo
–L’ho cercata
dappertutto. Dovrebbe riposare, nelle sue condizioni. E non dimentichi
di non
prendere alcun medicinale, chiaro? Dopo lo shock provocatogli dal
signor
Mellark, potrebbe anche avere un aborto se non sta attenta.-
Oh merda.
Sul serio? Cristo santo dottore, non potevi avere
un
tempismo peggiore.
Non ho il coraggio di girarmi a vedere
l’espressione di Gale.
So già che è arrabbiato, lo posso sentire
nell’aria. Sento la sua mano scattare
sulla mia spalla e mi gira violentemente, trattenendomi le spalle.
-Cosa diamine vuol dire, Katniss? Sei incinta?-
-Così pare…- riesco a
mormorare piano.
-E ha avuto il coraggio di picchiarti anche se
aspetti SUO
figlio?!Ma che razza di… tu non ci torni al 12, tu vieni al
distretto due con
me… Sarai al sicuro con me.-
Oh, quindi adesso è Gale che sceglie
per me. Dopo la Coin,
dopo Haymitch, dopo Capitol City è il mio ex migliore amico
a scegliere per me.
Questa è una novità. Gli stritolo la mano che
è appoggiata sulla mia spalla e
me la levo di dosso.
-Ho scoperto mezz’ora fa di aspettare
questo bambino. Non
sono affari tuoi comunque. Con te sarei al pericolo, con te brucerei di
odio
perché tu sei pieno di quel fuoco dentro. Così
come me. E Peeta mi ha sempre
protetto e sempre lo farà, non importa cosa pensiate voi,
cosa pensi TU. E’ la
mia vita e decido da sola, nessuno decide più per me da
tempo ormai. E non lo
farai di sicuro tu.-
Mi allontano velocemente con il volto rosso dalla
rabbia e
non riesco davvero a calmarmi. La nausea mi assale di nuovo e faccio
appena in
tempo a correre nel bagno di camera mia che vomito il poco che ho
mangiato. Ansimo
per lo sforzo e mi scopro il viso bagnato dalle lacrime. Sono
così sfinita che
non riesco neanche ad alzarmi e rimango accasciata lì, nel
bagno. Sento la
porta d’ingresso chiudersi.
-Katniss?-
Peeta. Deve avermi visto mentre correvo in camera.
Appena mi
vede, bagna un asciugamano con dell’acqua fresca e, senza
dirmi niente, inizia
a tamponarmi il viso con l’intento di rinfrescarmi. Lo guardo
e i suoi occhi
azzurri sono comunque tormentati: non si è ancora perdonato.
Forse non lo farà
mai. E’ pieno di tagli sulle mani: è questo il suo
modo di punirsi. Ogni volta
che ha un episodio forte o piccolo che sia, si provoca dei tagli per
ritornare
alla realtà. Gli accarezzo piano la mano e lui si ritrae
appena.
-Bisogna disinfettarli.-
-No. Va bene così, lasciali stare. Ora
pensiamo a te.-
Mi irrita terribilmente quando fa così,
mi fa sentire una
bambina piccola incapace di badare a se stessa. Ma forse lo sono
perché
,nonostante l’irritazione, cedo alle sue parole.
-Però dopo ci occupiamo di te.
E’ normale che vomiti, non
c’è bisogno di cure particolari. Prima o poi
finirà se questa storia va
avanti.-
-Al quarto mese più o meno…-
mormora lui, imbarazzato.
-Come?-
-Le nausee dovrebbero andare via al quarto mese.-
Sorrido, intenerita. Dal nostro litigio
è passata appena
un’ora e lui si è già informato.
-Come fai a saperlo?-
-Qualche ricerca qui e la….ma non
prima. Non ero molto in
me. Sai che volevo diventare padre. Quindi, così tanto per
curiosità avevo
letto certe cose sulla gravidanza. Nel caso un giorno qualcosa fosse
cambiato.-
- Ora qualcosa è cambiato.- dico io
sorridendogli e
accarezzandogli il viso. –Dimmi che non ti odi per quello che
hai fatto. Non è
colpa tua…-
-Lo so. Ma pensavo che sarei riuscito a
controllarlo prima o
poi. Così non è, a quanto pare. Sono passati
cinque anni e gli incubi non mi
lasciano stare.-
-Stavi andando benissimo, tutto era apposto sino a
che non è
iniziata la nuova edizione. Dovremmo solo stare attenti e
andrà tutto bene,
alla fine. Siamo sopravvissuti ad una guerra. Sopravvivremo anche a
quest’ultima battaglia.-
-Saresti dovuta andare da lui, stare con Gale.
Sarebbe stato
tutto più facile.-
-Sarebbe stato tutto più facile se
fossi andato da Delly.-
-Non sarebbe stato così
vero…- mormora lui, appoggiando le
labbra sulla mia testa.
-Mi hai rubato le parole di bocca.-
-Sempre l’ultima parola, giusto?- mi
chiede.
Non rispondo e mi stringo ancora di più
a lui.
-Kat, mi devi promettere che se mai
avrò un altro attacco
come questo, devi andare via. Fallo per il bambino, ti prego. Se ti
torcessi
anche un solo capello non riuscirei mai a perdonarmelo. Mai.-
Annuisco e per una volta non posso far altro che
pensare che
lo dovrò ascoltare. Perché se succedesse qualcosa
al bambino o a me lo perderei
per sempre. E questo non posso permettermelo. Stiamo qualche minuto in
silenzio, ascoltando solo i nostri respiri. Vedo che sono
già le undici di
notte.
-Cosa credi che stiano facendo Matt e Jane?-
-Sono passato velocemente nella sala grande prima.
Matt sembra
essersi ripreso ed ora si sono accampati e Jane fa la guardia: sembrano
davvero
distrutti.-
-Almeno non sono soli. E’ più
facile guardarsi le spalle l’un
l’altro e sapere che si potrà tornare a casa tutti
e due.-
-Ce la faranno, ne sono sicuro.-
Dopo poco, Peeta mi fa sdraiare sul letto e
dolcemente mi
spoglia, facendomi indossare una leggera camicia di seta. Mi fissa
intensamente
il ventre ancora piatto. Sorrido, alzando gli occhi al cielo.
-Peeta sei il padre. Puoi toccarmi la pancia.-
dico,
ridacchiando.
Subito la sua mano calda trova la strada e mi
sorride,
estasiato. Almeno la felicità per il suo sogno che si
è finalmente avverato gli
fa dimenticare quello che è successo ormai ore fa.
-Secondo te cosa sarà? Maschio? O
femmina?-
-Non ho ancora realizzato di essere
incinta… Figurati se ho
passato del tempo ad immaginare di che sesso sarà.-
-Beh, ora hai tempo.-
Sbuffo. Non ho mai pensato a cose del genere
perché abbiamo
sempre preso delle precauzioni. E perché non volevo buttare
i miei figli in
pasto a quel mondo crudele. Ma se penso al bambino nel mio grembo, vedo
subito
l’immagine di una femminuccia che assomiglia in tutto e per
tutto a Peeta. O almeno
lo spero.
-Femmina.- dico, un sussurro nella stanza buia.
-Già. Lo penso anche io. Buonanotte
Katniss.- mormora lui,
dandomi un dolce bacio sulla fronte.
-No. Per favore, non andare. Almeno sino a quando
non mi
addormento.-
Lo sento combattere dentro di se ma so che appena
sarò
caduta tra le braccia di Morfeo, lui se ne andrà in punta di
piedi nell’altra
camera. Ma almeno lo avrò un altro po’ con me.
E questo, per ora, mi basta.
Salve ragazzi:D tutto ok?? Beh innanzitutto che
dire, grazie
ai commenti che mi arrivano pieni di complimenti^^ siete
fantastici… In questi
ultimi due capitoli ho voluto un po’ modificare il punto di
vista dei
personaggi per strutturare meglio la storia e affinché
capiate anche la storia
ed il passato di Jane e il suo amore per Matt. Spero che adoriate Peeta
versione futuro padre adorante perché io lo faccio:P
Tanti commenti, da
bravi:D un bacio enorme, a presto!