Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Yoan Seiyryu    30/01/2014    5 recensioni
[Hans/Elsa]
Hans non è il cattivo della storia. Elsa è rinchiusa nelle Prigioni di Arendelle. Anna è ancora dispersa e non ha fatto ritorno. Al Principe delle Isole del Sud spetterà il compito di proteggere Elsa dalla Congiura che si sta attuando contro di lei, almeno finché Anna non ritornerà. Sarà in grado di sciogliere il cuore della Regina delle Nevi?
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“Anche voi avete paura di me” sussurra Elsa lasciando che le sopracciglia trasformino l’espressione adirata in un moto più dolce simile al dispiacere.
“Io non ho paura di voi, mia Regina. Ma non mi date la possibilità di avvicinarmi e non fate che respingermi con il vostro orgoglio” confessa lui tenendo serrate le labbra in una smorfia.
Elsa corruga la fronte e decide di rivolgere gli occhi verso il pavimento di ghiaccio, non desidera sostenere il suo sguardo a lungo.
“Questo lo chiamate orgoglio, Principe Hans?"
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Hans
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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II

Prigione di ghiaccio




 


 

Percorrere le scale buie che conducono alla prigione è una pena amara quanto fastidiosa. Sono così tante, così scure, così consumate che si trova costretto a ricomporre il passo per scendere più lentamente. Ogni scalino è un pensiero che si ravviva. Ogni scalino lo conduce nella parte più profonda di sé.
Hans, fra tutti i suoi fratelli, è sempre stato il meno attento, il più impacciato. Ora che è cresciuto si è dovuto addossare responsabilità che non è stato abituato ad avere. E’ maturato tutto insieme senza che alcuno gli avesse spiegato come fare, è stato spedito ad Arendelle perché potesse esser messo alla prova. E cosa è riuscito ad ottenere?
Anna, la donna di cui si è innamorato, non ha fatto più ritorno. Elsa, sua sorella, è rinchiusa nelle prigioni del Palazzo. Lui, in quanto Principe delle Isole del Sud, deve trovare un modo affinché la neve smetta di scendere. Perché proprio lui? Al momento vorrebbe solo fuggire da quel luogo e nascondersi in casa sua, senza che nessuno possa addossargli così tante responsabilità.
Ogni passo che compie produce un suono metallico ed ogni rumore lo fa tremare completamente. Deve essere forte, deve farcela. Ha promesso ad Anna che si sarebbe preso cura del Regno e non permetterà a nessuno di fare del male alla Regina, soprattutto se sotto la sua custodia. Non avrebbe voluto imprigionarla ma teme per la sua sicurezza. All’interno del Palazzo non ha potuto evitare di notare l’avversità che si nutre nei confronti di Elsa e ciò lo ha messo in allarme.
Una volta raggiunta la cella di isolamento gli vengono affidate le chiavi dalla guardia che lo lascia passare, non prima di avergli rivolto un inchino rispettoso. Hans deglutisce a vuoto alla sola idea di dover rincontrare quegli occhi così freddi e distanti. Ha sempre temuto  la diversità mentre durante la sua vita non ha fatto altro che elogiare tutto ciò che di più simile a sé si è ritrovato accanto.  Infila la chiave nella toppa, la serratura scatta. Rimane immobile con la mano appena appoggiata sulla porta e un brivido corre lungo la schiena. Freddo. Un freddo alienante che gli percorre il corpo e lo gela fino a lasciarlo senza respiro. Non si tira indietro e fa un passo avanti finché non si ritrova all’interno della cella. Va immediatamente a coprirsi le spalle con le mani per tentare di riscaldarsi ma è tutto inutile, il pavimento è completamente intriso dal ghiaccio e le pareti sono bianche come se trasformate in marmo. Elsa non ha accennato a voltarsi nememno per un istante. Le catene le tengono stretti i polsi e le mani, è seduta su un letto umido di freddo e lo sguardo è costantemente rivolto all’unica finestra da cui entra la luce.
“Maestà?”
La voce trema, sembra più un rantolo di tosse.
Elsa scuote lievemente la testa e poi si volta, puntando gli occhi cerulei su quelli del Principe, che non si azzarda a compiere alcun passo avanti.
“Ci vuole audacia per rivolgervi a me in questo modo, dopo avermi imprigionata”.
Hans rimane attonito di fronte ad un’affermazione simile. Nonostante sia chiusa in una cella è pur sempre la Regina di Arendelle e fino ad allora non le mostrerà un comportamento diverso, non la tratterà in modo diffidente come tutti hanno fatto fino a quel momento. Nei suoi occhi, la prima volta che l’ha incontrata, ha letto molto di più della semplice riservatezza.
“Non avrei potuto fare altro, mia Regina. Se vi avessi lasciata al vostro Castello di ghiaccio vi avrebbero trovata e non oso immaginare le conseguenze” la lingua batte sul palato più volte e poi decide di confessare ciò che sta accadendo fuori di lì. “Il popolo ha paura”.
Per un attimo sente di non credere davvero alle parole che ha appena pronunciato. Perché l’ha condotta lì? Perché non ha lasciato che rimanesse sola, dove nessuno avrebbe potuto farle del male?
Per timore. Timore che qualcuno potesse fargliene davvero. Timore che Anna non gli avrebbe perdonato una cosa simile. E condurla ad Arendelle invece che cosa aveva perseguito? Nulla, nulla se non un imprigionamento infelice.
“Di me?”
Elsa decide di alzarsi lentamente dal giaciglio e guardarlo con occhi duri e seri. Hans può quasi comprendere la sofferenza che vi naviga all’interno e se ora si stringe tra le braccia non è per il freddo, ma per ciò che ha creduto di poter vedere.
“Sì. Hanno paura dei vostri poteri e temo sia normale, ma credo che…”
“Normale?” il tentativo d’arringa viene immediatamente spezzato dalla voce di lei che si tramuta in lieve rabbia “cosa in tutto questo è normale?” solleva appena i polsi per mostrargli il modo in cui è ridotta “sono stata cresciuta con l’idea di essere diversa, di sentirmi diversa e non mi è stato concesso un solo giorno di felicità. E’ normale avere paura di chi non è come noi?”
Hans schiude appena le labbra, si rende conto solo in quel momento di essere rimasto accanto alla porta e non aver azzardato a compiere nemmeno un passo verso di lei. Non teme i suoi poteri, ma i suoi occhi.
“Anche voi avete paura di me” sussurra Elsa lasciando che le sopracciglia trasformino l’espressione adirata in un moto più dolce simile al dispiacere.
“Io non ho paura di voi, mia Regina. Ma non mi date la possibilità di avvicinarmi e non fate che respingermi con il vostro orgoglio” confessa lui tenendo serrate le labbra in una smorfia.
Elsa corruga la fronte e decide di rivolgere gli occhi verso il pavimento di ghiaccio, non desidera sostenere il suo sguardo a lungo.
“Questo lo chiamate orgoglio, Principe Hans?” un sorriso appena accennato le si dipinge in viso, poi accompagna un leggero movimento che la lascia ricadere sul bordo del giaciglio. “Perché credete che sia fuggita da Arendelle? Desideravo solo vivere a mio piacimento senza temere di fare del male a qualcuno. Sarei stata felice, invece voi mi avete tolto tutto”.
Il rimprovero non sfiora minimamente  Hans che anzi si limita a scuotere la testa. Questa volta decide di avvicinarsi, forse proprio grazie a quella leggera arrendevolezza che ha notato nel tono della voce, quella apertura appena accennata che è riuscito ad intravedere nelle parole dettate da un sentimento che persiste in lei.
“Fuggire è la soluzione più semplice, non la più felice. Siete andata via spezzando il cuore di Anna, avete lasciato il vostro Regno senza la minima preoccupazione di quello che sarebbe potuto accadere! Avreste potuto aspettare” si affretta subito ad aggiungere “o meglio, avreste potuto farvi accettare per ciò che siete”.
Gli occhi cerulei di lei si infettano poco a poco nel corpo di lui. Lo osservano, lo studiano, gli squarciano il cuore come una lama affilata ed Hans non può più tenere alte le barriere che ha costruito per proteggersi.
“Credete che non conosca il modo in cui vengo chiamata? L’ho sentito dalle guardie che parlottavano ieri notte. Il ‘mostro di ghiaccio’, il ‘demone delle nevi’, la ‘strega bianca’. Nessuno accetterà mai una creatura simile”.
Hans avverte un brivido corrergli lungo la schiena. Come può una giovane donna dagli occhi così intelligenti e soli essere considerata alla stregua di una belva? China appena la testa, quasi mortificato per quelle voci che le sono giunte, non avrebbe mai voluto che ne fosse a conoscenza.
“Potete dare loro modo di fidarsi di voi. Fermate l’inverno”.
E’ anche per questo che si trova all’interno di quella cella di ghiaccio, deve aiutare il popolo di Arendelle, deve farlo anche per Anna.
Elsa solleva un sopracciglio mostrando un’espressione frastornata.
“Io non ne sono in grado” sussurra senza avvertire la minima voglia di scusarsi.
Hans sgrana gli occhi e tenta di comunicare il suo disappunto, ma gli mancano le parole.
“Non so perché la neve continui a scendere, temo che il vostro destino e quello di tutti gli altri sia segnato”.
Un lampo fugace di rancore appare negli occhi di lei, cosa che Hans può notare perfettamente. Si inumidisce le labbra e poi lascia sfuggire un sospiro appena accennato.
“Saremo dunque costretti a vivere in un inverno perenne?”
“Così ognuno di voi saprà come ho vissuto fino ad ora”.
Hans scioglie le braccia e le tende verso i fianchi per poter stringere i pugni con forza. Non può credere che Elsa sia davvero ostinata a non volerlo aiutare. Anzi, sembra refrattaria all’idea stessa di fermare ciò che lei ha provocato. Il Principe morde l’interno della guancia ripetutamente, non riesce a trovare nemmeno una parola che possa adattarsi alla situazione. Tutto ciò che Anna gli ha raccontato dunque è vero: sua sorella sembra voler vivere da sola, lontana dagli altri. Fino all’ultimo.
“Non vi interessa nemmeno di Anna?”




 


Non è riuscita a prendere sonno. Il ghiaccio non le sembra nemmeno freddo. Non ha bisogno di scaldarsi o di utilizzare le coperte che le hanno lasciato per la notte. Il suo è un freddo interiore, un brivido che fa parte della sua personalità. Ha trascorso l’intera mattinata ad osservare fuori dalla finestra, alla ricerca di una via d’uscita. La neve circonda il Palazzo per intero e non ha risparmiato nessun angolo, nessuna strada. E’ così bella, la neve.
Nessuno fino a quel momento le ha fatto visita e rendersi conto dell’ingresso del Principe Hans la rende nervosa, non desidera la compagnia di alcuno, soprattutto la sua. Tutto è iniziato proprio a causa della notizia di un matrimonio a cui non avrebbe rivolto alcuna benedizione, parte di ciò che è accaduto sicuramente lo deve a lui. Da quando è entrato all’interno della cella non ha fatto altro che guardarlo con occhi colmi di rancore e risentimento, imponendo una lontananza che anche Anna avrebbe dovuto tenere nei suoi confronti. Anna.
“Non vi interessa nemmeno di Anna?”
La domanda suona più volte alle orecchie di lei, seduta ancora sul giaciglio. Se potesse stringerebbe le mani in piccoli pugni contratti dal nervosismo, ma non le è possibile. E’ un mostro e va tenuta a bada.
“Ho pensato sin troppo al bene di mia sorella, è per lei che ho trascorso parte della mia adolescenza chiusa in una stanza. Non merito anche io un po’ di libertà?”
Hans non sa cosa rispondere, è evidente. Deve sentirsi in soggezione e questo non le dispiace. Mantenere le distanze, nascondersi è ciò che le è stato insegnato e comportarsi in modo diverso con le persone ora sarebbe solo sciocco.  Eppure lui crede di detestarlo. Fin dal loro primo incontro si è dimostrato curioso e all’interno di quegli occhi sprofonda il desiderio di conoscerla più di ogni altra cosa. Perché? Non riesce a capacitarsene.
L’amore che ha verso Anna inizia a scemare per fare posto a pensieri più tetri che non hanno mai fatto parte della sua personalità. Lei non ha voluto comprendere, lei non ha potuto capire la sua condizione. Ricordare della sua venuta al Palazzo di ghiaccio non può che farla sprofondare in una rinnovata tristezza. Proteggere le persone a sé cara vuol dire anche far loro del male.
“Nessuno vuole negarvi la libertà, Elsa. Ma è pericoloso e al momento non posso permettervi di uscire dalle prigioni. Se dovesse accadervi qualcosa non mi potrei mai perdonare”.
Elsa per un attimo si lascia sfuggire una risata velata di sarcasmo.
“Lo dite perché avete a cuore la felicità di mia sorella che ne soffrirebbe se sapesse che avete permesso a qualcuno di farmi del male”.
Dura, infallibile. Hans aggrotta le sopracciglia e stringe i pugni.
“Non riuscite proprio ad accettare la possibilità che qualcuno possa avere a cuore la vostra di felicità?”.
Elsa alza impercettibilmente lo sguardo verso il Principe e a quel punto si sente in dovere di porre fine a quelle inutili e sterili discussioni.
“State esagerando, ora. Fino a prova contraria sono ancora la Regina di Arendelle e voi state superando il limite. Vi prego di lasciarmi sola”.
“Maestà…”
“Vi ho chiesto di andarvene”.
Può leggere negli occhi di lui l’incertezza, forse anche una certa arrendevolezza. Ma a quel punto Hans non può che chinare il capo rispettosamente ed uscire dalla cella senza guardarla più negli occhi.
Quando la porta viene richiusa Elsa può tirare un sospiro di sollievo e sciogliere dal viso l’espressione indurita che ha tenuto fino a quel momento. Nessuno fino ad allora si è mai azzardato a comprendere i suoi sentimenti e perché avrebbe dovuto? Cede lo sguardo alle catene che la costringono in quello spazio angusto, quanto ancora dovrà rimanere rinchiusa? 









// NdA: 

Salve a tutti!
Intanto mi scuso per il ritardo, purtroppo in questo ultimo periodo non ho abbastanza tempo per scrivere nè ispirazione. Infatti questa one-shot non credo sia particolarmente riuscita, ma cercherò di rifarmi con le prossime che arriveranno! 
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito ed inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate. Grazie mille ^^
   
 
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