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Autore: FairyQueen78    31/01/2014    1 recensioni
Leggendo tra le vostre FF mi è caduto l'occhio su un titolo che, dopo avermi fatto scompisciare, ha messo in moto le malefiche rotelle del mio cervello. Il titolo era qualcosa tipo "Mille e uno modi per uccidere Hojo".
Ora, io non voglio poi così male a questo personaggio ma resta il fatto che in più di un occasione avrei avuto voglia di prenderlo a schiaffi.
Questa storia è la mia piccola vendetta nei suoi confronti. Se vi divertirete a leggerla almeno la metà di quanto io mi sono divertita a scriverla, avrò raggiunto il mio scopo. ^_^
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Stavano chiudendosi la porta di casa alle spalle quando videro un ragazzo, con indosso un happi uguale a quello di Inuyasha , che correva verso di loro agitando la mano in segno di saluto:

- Higurashiii! -

“Oh no! E' Hojo!” pensò allarmata Kagome - Ciao Hojo, ci sei anche tu?! - chiese con un sorriso forzato

- Già ho sentito le tue amiche che parlavano del masturi, a scuola, e mi sono offerto anch'io di dare una mano. - rispose sorridente come sempre – Ah dimenticavo! Ti ho portato un regalo. - aggiunse porgendole un piccolo pacchetto di carta – è una tisana ricostituente, ho pensato che con tutti questi preparativi ti saresti stancata e non vorrei che ti ammalassi di nuovo. -

- Eh... Ah... Grazie Hojo... non era necessario... Ah! I-inuyasha... tu non conosci ancora Hojo, vero? - ormai non poteva più evitare di fare le presentazioni

- Ah, tu sei il ragazzo che ha recitato con noi al festival scolastico! Piacere, io sono Hojo. - disse cortese porgendogli la mano.

Inuyasha guardò quella mano senza capire cosa volesse dire quel gesto e si limitò a rispondere con fare annoiato:

- Ah si... piacere... -

Hojo lo guardò imbarazzato e ritirò la mano senza sapere se sentirsi stupido o offeso.

Kagome decise di porre fine a quell'imbarazzante agonia o quanto meno di cavarsene fuori. Sperava che non succedesse niente tra quei due ma nel caso fosse successo non voleva esserci, così esordì, con finto entusiasmo:

- Oh! Ma guarda come è tardi! Su su, voi due, andate! E' quasi ora di partire, si stanno già radunando tutti vicino al mikoshi. - poi aggiunse - Inuyasha, mi raccomando, hai capito bene cosa devi fare, vero?! E' un incarico molto delicato! -

- Si si , ho capito, tranquilla! Prometto che non romperò niente. - rispose Inuyasha

“Rompere?!” si chiese perplesso Hojo “E cosa potrebbe rompersi a parte la nostra schiena?! Forse Kagome teme che questo ragazzo possa far cadere il mikoshi?!” così si sentì in dovere di intervenire:

- Non preoccuparti, Higurashi. Ci penserò io a lui. Se senti che non ce la fai chiedi pure aiuto a me, daccordo Inuyasha?! - lo incoraggiò

Inuyasha squadrò un attimo perplesso quell'umano che, ai suoi occhi di demone, appariva inesorabilmente mingherlino “Qui se c'è uno che ha bisogno d'aiuto mi sa che quello sei tu!” pensò, ma si limitò a dirgli con aria indifferente

- Se lo dici tu... -

Si avviarono insieme verso il mikoshi:

- A più tardi, Higurashi! - la salutò Hojo

Kagome emise un profondo sospiro di sollievo e si diresse verso il kaguraden* dove suo nonno la stava aspettando per ripassare i passi della kagura.

 

Ci vollero ancora alcuni minuti poi il corteo si decise a partire, c'erano molti più portatori di quanti potessero effettivamente reggere il mikoshi, con il procedere della sfilata Inuyasha capì che erano lì per darsi il cambio, di tanto in tanto. Da come l'avevano descritto Kagome e sua madre, sembrava che questo fantomatico mikoshi dovesse essere trattato con i guanti di velluto, invece Inuyasha scoprì che durante tutto il trasporto il piccolo tempietto doveva essere continuamente agitato e sballottato, il che per dei normali umani comportava una bella fatica.

Hojo si mise di fianco a Inuyasha preparandosi ad aiutarlo a sorreggere il peso del mikoshi, ma si accorse con stupore che il tempietto sembrava pesare meno di quanto credesse... beh infondo era meno brutta di come gliel'avessero dipinta, prima di allora aveva trasportato solo il mikoshi dei bambini, ciò nonostante dopo un po' iniziò a sentire la fatica e quando un uomo si offrì di dargli il cambio accettò volentieri.

Dal canto suo Inuyasha si stava divertendo più del previsto, si era immaginato una processione triste e silenziosa e invece tutti gridavano e spingevano il mikoshi in tutte le direzioni, muovendosi a tempo e facendo scuotere le decorazioni, simili a campanelle, che lo adornavano. Erano quasi a metà percorso ma non si sentiva affatto stanco, anche se gli uomini intorno a lui continuavano a chiedergli se volesse fare una pausa, sarebbe andato dritto fino alla fine senza problemi. Poi si ricordò le raccomandazioni di Kagome: non doveva strafare, doveva fingere di comportarsi come gli altri, così quando Hojo, dopo una pausa, tornò al suo fianco, gli chiese di prendere il suo posto. Hojo accettò volentieri:

- Certo che hai una bella resistenza, anche se devo ammettere che questo mikoshi non è molto pesante... - fece appena in tempo a dire questo che il fiato gli mancò di colpo: Inuyasha aveva appena smesso di reggere il palo di sostegno lasciandolo completamente a Hojo e agli altri; in quel momento il mikoshi era diventato pesantissimo sulla spalla di Hojo... possibile che fosse Inuyasha a... “No, non è possibile, sarà la stanchezza che comincia a farsi sentire...” pensò il ragazzo. Gli uomini di rinforzo sembrarono accorgersi del cambiamento di colore delle facce dei portatori, che ora tendevano dal rosso al viola, e altri 5 o 6 di loro li raggiunsero per dare manforte.

Nessuno osava ammetterlo, ma quando Inuyasha, dopo qualche minuto di inutile riposo, tornò al suo posto tutti tirarono un sospiro di sollievo e nessuno osò più chiedergli se volesse riposarsi.

 

- Visto?! Che ti dicevo?! Sei perfetta! - la lodò il nonno

La sfilata del mikoshi era quasi terminata e anche Kagome aveva finito le sue prove:

- Allora, nonno, vado a cambiarmi – disse dopo aver riordinato gli oggetti che avrebbe usato per la kagura. - Mamma, mi dai una mano?! -

 

Quando, il mikoshi arrivò al tempio, Kagome si stava ancora cambiando. Inuyasha rimase a riprendere fiato (non che ne avesse bisogno) insieme a Hojo, Sota e gli altri. Li raggiunsero anche Eri, Yuka e Ayumi che avevano seguito passo passo tutta la sfilata imbastendo le più assurde teorie e pianificando i peggiori scenari vedendo Hojo insieme a Inuyasha. Erano a dir poco sconvolte che i due non facessero scintille.

- C'è una sola spiegazione plausibile – aveva sentenziato Yuka – Hojo (Quel babbeo!) non ha ancora capito con chi ha a che fare! -

- Se non ci arriva da solo a capire la situazione... questa volta dobbiamo dargli una svegliata! - affermò Eri

- Ma poverino... ci resterà male - mormorò preoccupata Ayumi

- E' per il suo bene, Ayumi. Non ha speranze con Kagome, lei ha già Inuyasha. Li hai visti anche tu no?! Solo un cieco non vedrebbe che sono pazzi l'uno dell'altra! - rispose spietata Yuka – E poi Hojo è pieno di corteggiatrici, ma lui continua a morire dietro a l'unica che non se lo fila e non se lo filerà mai. E' ora che torni sulla piazza! Dobbiamo farlo per quelle povere ragazze! - concluse con esagerato trasporto

- Giusto, Yuka! - approvò Eri – Vedrai Ayumi, Hojo si consolerà in fretta! Le occasioni non gli mancano -

Fu con questi “nobili propositi” che, più tardi, le tre amiche, insieme a Inuyasha e all'ignara vittima del loro complotto (Hojo), raggiunsero il Kaguraden, il padiglione dove Kagome si sarebbe esibita nella kagura.

Attesero ancora qualche minuto poi finalmente lo spettacolo cominciò: una giovane miko agghindata di tutto punto entrò lentamente in scena con in mano un ventaglio. I capelli neri erano raccolti in una lunga coda ordinata fermata da nastri bianchi e rossi, sulla fronte portava un piccolo copricapo ornato di fiori e decine di piccoli pendenti dorati che si muovevano delicatamente tintinnando come piccole campane a vento, sulla veste tradizionale bianca e rossa, portava un haori bianco con dei motivi floreali. Eri, Yuka e Ayumi emisero piccoli risolini eccitati:

- E' Kagome! E' Kagome! - si ripetevano l'un l'altra incredule

– Che bella! Non sembra nemmeno lei! -

- E' la prima volta che la vedo vestita da miko, e tu Inuyasha?! - domandò Ayumi con aria innocente

“Bel colpo, Ayumi!” pensò Yuka “Brava! Sottolineiamo il fatto che Inuyasha è sempre qua al tempio e passa un sacco di tempo gomito a gomito con lei! Anche se, conoscendo Ayumi, non è con questo intento che ha parlato” riflettè

Inuyasha fissava Kagome a bocca spalancata, non riusciva a toglierle gli occhi di dosso:

- Eh... Che... - biascicò senza distogliere lo sguardo da lei – Sì, sì... l'ho vista spesso vestita da miko... quando non ha quella... divisa... ma... non così... di solito non è così... così - non riusciva proprio a trovare la parola... “bella”?!... No, Kagome è sempre bella... “eterea”?!... Qualsiasi cosa voglia dire... Alla fine sembrò decidersi - ... meravigliosa come una dea scesa dal cielo! - mormorò.

Hojo lo guardò perplesso prima di tornare ad osservare Kagome, in effetti quel kimono le dava un'aria così eterea... sembrava veramente irraggiungibile...

Nel frattempo Kagome continuava la sua danza: muoveva il ventaglio molto lentamente, con movimenti attenti e precisi, seguendo il ritmo del flauto e del tamburo che l'accompagnavano; aveva un'espressione molto seria, si vedeva che era concentratissima e nervosa per la paura di sbagliare, nonostante questo i suoi gesti erano delicati e armoniosi. Apriva e chiudeva il ventaglio e con ampi gesti descriveva grandi cerchi in ogni direzione. Lentamente sembrò iniziare a rilassarsi ma senza perdere la concentrazione, era così aggraziata... Inuyasha si sentiva quasi ipnotizzato “E' questa danza che dovrebbe attirare gli Dei...?! Non so se con loro funzioni ma... con i demoni funziona di sicuro... o almeno con i mezzidemoni...” pensò ormai senza fiato.

Kagome si inginocchiò davanti a un piccolo tavolino, sempre molto lentamente chiuse il ventaglio e ve lo appoggiò sopra con delicatezza, poi raccolse la suzu, un piccolo bastone con tre file di campanelle e ornato da nastri colorati, quando si rialzò in piedi, con la coda dell'occhio, notò i suoi amici che assistevano allo spettacolo: Ayumi la tempestava di foto, Eri e Yuka si tenevano le mani eccitatissime, Hojo sorrideva quasi con approvazione e Inuyasha... Inuyasha aveva una faccia indescrivibile... sembrava imbambolato... vedendolo così stava per scoppiare a ridere ma riuscì a trattenersi e a tornare seria, anche se ora era decisamente più rilassata.

Quando Inuyasha incrociò il suo sguardo, sentì il richiamo di quegli occhi meravigliosi, caldi e avvolgenti poi vide le sue labbra iniziare ad incresparsi ma subito contrarsi e, con fatica, tornare poi a rilassarsi più serene di prima “No! No! Ti prego non ridere! Non sorridere nemmeno!” pensò disperato “Se adesso mi sorridi giuro che salto su quel palco e ti porto via per sempre!” e l'avrebbe fatto veramente ma poi... il delicato suono delle campanelle sembrò riportarlo lentamente alla ragione, mentre continuava la sua danza Kagome muoveva la suzu con piccoli movimenti del polso facendo suonare le campanelle. Inuyasha ricominciò a respirare e riacquistò lentamente l'uso dei muscoli facciali, sentì che anche il cuore iniziava a calmare i suoi battiti, per questa volta non sarebbe scoppiato. Kagome aveva raccolto di nuovo il ventaglio e lentamente, come era entrata, uscì dal palco. Inuyasha la guardò allontanarsi a malincuore, si ritrovò ad allungare una mano verso di lei, avrebbe voluto trattenerla, vederla ballare ancora quella strana, ipnotica danza. Che fosse quello il segreto della grande forza spirituale di Kagome? Era riuscita a far innamorare di sé tutti i Kami dell'universo?!

 

- Kagomeeeee!!!! - gridarono eccitate le amiche raggiungendola dietro il palco – Sei stata stupenda! Da urlo!-

- Zitte, zitte! Non dite niente! Che vergogna! Vorrei sprofondare! - rispose Kagome nascondendosi la faccia con le mani – Mi sento così ridicola, conciata così! -

- E invece sei bellissima! - disse Yuka – Anzi no. Come ha detto Inuyasha: sei “meravigliosa come una dea scesa dal cielo”! -

Kagome la guardò spalancando gli occhi incredula, poi rivolse la stessa occhiata al mezzodemone alle sue spalle che incrociò le braccia arrossendo e distogliendo lo sguardo:

- Beh! Che c'è?! - esclamò strafottente, ma si vedeva che era imbarazzatissimo “Maledetta spiona!” pensò rivolto ad Yuka che rideva sotto i baffi.

- Kagome – li interruppe la mamma – aspetta a toglierti il kimono, ho bisogno che tu mi dia una mano al banco dei portafortuna. -

- Ok, mamma – rispose – fammi almeno togliere questa roba – disse indicando il copricapo – Ragazze, a quanto pare sarò impegnata ancora per un po'. Voi che fate? - chiese alle amiche

- A questo punto pensavamo di andare a casa e tornare più tardi, stasera. - rispose Yuka

- Si così ci diamo una sistemata e ci facciamo belle. Altrimenti ci fai sfigurare – aggiunse Eri facendole l'occhiolino

- Io resto ancora un po' a fare altre foto, poi vado a casa anch'io, magari riesco persino a svilupparle prima di tornare. - disse Ayumi, da brava presidente del club di fotografia.

- Higurashi, se avete bisogno di aiuto, posso restare ancora un po' – si intromise Hojo

- Ti ringrazio, Hojo, ma non credo sia necessario... c'è Inuyasha con me. - rispose candidamente Kagome

“EVVAI! Colpito e affondato, Kagome!” pensò Yuka

Ma Hojo non sembrava aver raccolto.

- Allora ci vediamo tutti più tardi – continuò Kagome – sperando di riuscire a godermi un po' la festa... - avrebbe preferito che non tornassero, il pomeriggio ormai era agli sgoccioli, Inuyasha sarebbe tornato umano tra poche ore e non sapeva proprio come riuscire a giustificarsi... forse avrebbero passato la serata a nascondersi...

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Angolo dell'autrice:

Il povero Inuyasha comincia a rosolare a fuoco lento, (non per niente 'sto matsuri è “in love”) mentre qualcuno trama nell'ombra all'insaputa dell'ignaro Hojo, che tanto non capirebbe neanche se glielo dicessero! Ma confido che piano piano si sveglierà (a forza di ceffoni!!) grazie all'aiuto delle "tre moschettiere"!

 

Ci tengo a precisare una cosa: in questa storia Yuka sarà la mia “portavoce ufficiale”!!!

 

Ah dimenticavo! Piccolo “errata corrige” sul capitolo precedente: i tabi sono i calzini bianchi da mettere con gli zori cioè i sandali infradito, in questo caso di paglia, tipo quelli di Miroku

 

Alla prossima settimana (ormai ho preso il ritmo), per chi vorrà seguirmi! ^_^

   
 
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