Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: TheHellraiser    01/02/2014    2 recensioni
Fra tutti i sicari del mondo ce n'erano sette che risiedevano a New York e avevano formato una specie di gruppo. Facevano semplicemente il loro lavoro: tu chiamavi uno di loro, e loro uccidevano la tua vittima. Un lavoro pulito, spettacolare e completamente anonimo. E' impossibile risalire al mandante o anche avere una minima prova. L'unica differenza fra gli omicidi era che venivano compiuti con sette tipi diversi di arma, quindi la teoria dei sette killer iniziava a prendere forma. Ormai, la leggenda non era più tale. Se vai in un qualsiasi bar, tutti sapranno che puoi avere uno di loro per la modica cifra di tremila dollari a persona più varie ed eventuali. I sette killer si sono dati dei nomi d'arte, e hanno scelto quelli dei sette vizi capitali: Envy, Sloth, Lust, Greed, Pride, Gluttony ed infine il loro capo, Wrath.
------
La storia è ambientata a New York e parla di una "leggenda metropolitana" su sette assassini con i nomi dei peccati capitali. Spero vi piaccia. :D
Genere: Horror, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The HitMen'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-NdA: Ho una scarsissima conoscenza del dialetto napoletano, quindi se ci sono errori ditemi che provvederò a correggere xD Capitolo quasi pointless, di passaggio u.u-
I due arrivarono su, e Alex chiuse la botola.
-Stavo per venire laggiù e far fuori questo coglione. Che avete fatto!?- chiese Alex, con tono inquisitorio.
-Niente, smettila di stressarmi o diventerai single- sbuffò Julia- Che si mangia?
-Boh, oggi cucina Tony- disse Alex.
-V’ho fatto la pizza ca’ mozzarella e pummarola n’coppa- disse Tony, indicando il forno.
-Cosa?- disse debolmente Dylan, fissando il rosso. Tony stava per esternare la sua immotivata ira su Dylan, ma uno sguardo di Julia lo fermò. Tony sbuffò e si limitò a rispondergli a parole.
-Non sai l’italiano, coglioncello americano? Significa pizza con il pomodoro e la mozzarella sopra. Ah, e non è di certo per te. Tu ti puoi arrangiare- disse gelidamente.
-C’è un motivo particolare per cui indossi quel grembiule assurdo?- disse Julia, indicando il grembiule di Tony. Tony era alquanto ridicolo così, aveva la Glock che spuntava fuori dalla fondina, tre coltelli appesi alla cintura, uno sguardo che toglieva il sonno... e indossava un grembiule nero con su scritto “non è bruciato, è solo molto cotto”.
-Oh, senti, era di Ludwig- si giustificò lui. Spinse Dylan facendolo quasi cadere a terra quando sentì il “ding” del forno. Fece un cenno a Gandle, il quale aprì il forno e tirò fuori un vassoio con quattro pizze fumanti, tenendolo in posizione precaria. Richiuse il forno con un calcio e posò il vassoio sul largo tavolo di vetro. Alexei guardò le pizze con sguardo affamato.
-Se ti muovi di qui, ti brucio vivo- disse Tony, senza mezzi termini, prima di andare a tavola. Dylan rimase immobile in piedi, senza avvicinarsi. I quattro si misero a tavola. Dylan rimase a guardarli mangiare, e deglutì. Aveva fame, ma lottò perché non gli brontolasse lo stomaco. Non ci teneva affatto a essere malmenato di nuovo.
-Ah, nessuno sa preparare la pizza meglio di un napoletano- rise Matt. Si comportavano come se Dylan non esistesse.
-Sei... Sei italiano? Di Napoli?- chiese a Tony, anche se sapeva che quasi sicuramente questo significava diventare l'obiettivo della sua ira. Tony alzò lo sguardo al cielo nuovamente, stizzito.
-Ma che cos'hai nella testa, merda? No, sai, parlo napoletano, ho un cognome napoletano, preparo la pizza di Napoli, sono di sicuro ugandese.- disse, seccato. Dylan si limitò ad annuire piano, rimanendo immobile.
-Non frigna più? Gli hai fatto uno dei tuoi discorsetti?- sogghignò Alex, guardando Julia. Lei non rispose, infilandosi in bocca una fetta di pizza.
-Non so, io mi immagino una frase del tipo "se non la pianti di frignare, ti strappo i coglioni, li imbalsamo e li appendo sopra il caminetto come un trofeo"- sogghignò Gandle.
-Dimentichi un piccolo particolare, lui non li ha i coglioni- replicò Alex. I quattro si misero a ridere come se Alexei avesse appena fatto la battuta più divertente dell'universo, e Dylan si limitò ad emettere un debole sospiro. Non ci teneva a replicare.
-Comunque Tony caro, lui non lo sa il tuo cognome- rise Matt.
-Dettagli. Sono un orgoglioso Di Lauro, se proprio ci tiene a saperlo- disse, facendo spallucce. Aveva proprio la faccia di uno a cui non fotte un cazzo di niente. Di Lauro? Dylan non riusciva a crederci.
-Sei un camorrista!?- chiese, stupito. La famiglia Di Lauro era molto ben conosciuta ovunque, era una famosa famiglia della Camorra italiana. Tony annuì con sguardo orgoglioso. Doveva significare molto, per lui, far parte della camorra.
-Pagherei per vedere una rissa fra voi due- rise Gandle, sorseggiando una birra. Julia approvò.
-Già. Sono sicura che riderei parecchio- disse, finendo l'ultima fetta della sua pizza.
-Cosa? Volete che ve lo massacri di botte?- disse Tony, spingendo via il piatto ormai vuoto. Dylan deglutì. Non voleva farlo davvero, no. O almeno, questo era ciò che Dylan stava dicendo a sè stesso. Non avrebbe avuto speranza contro di lui!
-Punto cinque dollari sul ragazzino, se ci si mette ha del potenziale- disse Alex. Aveva appena pronunciato la sua condanna a morte. Tony si alzò in piedi, tirò fuori dalla tasca due pugni di ferro.
-Oddio, dimmi che scherzi, ti prego- disse Dylan, indietreggiando. Tony sogghignò, indossando le due armi d'acciaio.
-Alex, se lo ammazzo mi devi cinque dollari- disse, con voce gelida.
-Non ucciderlo, ok? Ci serve, lo sai- lo ammonì Julia. Tony annuì, scrocchiandosi le nocche. Dylan continuava ad indietreggiare, ma nella sua mente si profilò un'idea. Scappare non serviva a niente, questo l'aveva già capito, ma forse se ci avesse almeno provato a lottare, forse li avrebbe impressionati. In fondo, tentare di colpire Sloth doveva implicare una considerevole dose di palle, almeno secondo lui. Si mise in posizione, anche se sapeva che il sicario napoletano l'avrebbe letteralmente asfaltato.
-Venti dollari sul buon vecchio Tony- rilanciò Gandle.
-Ragazzino, ho puntato cinque dollari su di te, se perdi spera che Tony ti uccida perchè altrimenti lo faccio io- disse Alexei, divertito. Dylan deglutì, vedendo Tony che avanzava minacciosamente verso di lui. Ricordò ciò che aveva detto Julia. Tony non vede di buon occhio i lagnoni che stanno ancora praticamente attaccati alla sottana della mammina. Non appena Tony fu abbastanza vicino, gli sferrò un diretto in pieno volto. Fu come colpire un muro. Tony non si spostò di un millimetro. Afferrò la mano di Dylan e la torse, obbligandolo a spostarsi. Lo lasciò andare. Dylan indietreggiò ancora, rannicchiandosi in attesa di un colpo. Tony spostò la testa a destra, a sinistra, avanti e indietro, facendo scrocchiare le ossa del collo ben quattro volte.
-Addio, caro amico- sogghignò Tony. Prima che lui potesse reagire, Tony scattò in avanti e lo colpì con un gancio al volto. Dylan cercò di afferrarsi a Tony per impedirgli di muoversi, ma lui lo prese per il bavero della giacca e lo sollevò di peso, scaraventandolo poi a terra sul tavolino del salotto, che scricchiolò e si piegò ma resistette. Dylan riuscì a prendersi per la manica della giacca di Tony, trascinandolo a terra. Quello, indispettito, si rimise subito in piedi e lo colpì con un calcio allo stomaco mentre era ancora a terra. Dylan emise un verso molto simile al suono di una lumaca schiacciata. Non ancora felice, lo afferrò nuovamente e lo portò davanti alla porta a vetri sul retro.
-No, no, no!- sbraitò Dylan, un attimo prima di essere scaraventato attraverso la porta a vetri e di finire sulle scale che davano sul giardino.
-Tony, quella la sostituisci tu stasera- disse Julia. Tony annuì, spalancò con un calcio quello che rimaneva della porta a vetri, afferrò Dylan e lo trascinò dentro. Lo lasciò cadere davanti al tavolo.
-Eh- fu tutto ciò che Dylan riuscì a dire. Si sentiva come se fosse appena stato investito da un tir, ma se non altro forse era riuscito a fare una buona impressione su di loro, per quanto prenderle potesse fare una buona impressione.
-Mi devi cinque dollari- disse Gandle ad Alexei. Alex tirò fuori il portafogli e porse svogliatamente una banconota da 5$ a Matt. Tony si tolse i pugni di ferro e li rimise in tasca.
-Beh, almeno ha avuto le palle di provarci, sebbene picchi come una fighetta- disse Tony, massaggiandosi le nocche- Poi sostituisco il vetro, promesso.
-Non posso credere che tu ti sia fatto trascinare giù da quel pivello- ghignò Gandle, divertito. Tony bofonchiò una qualche tipo di bestemmia, rinunciando a rispondere a Gandle per le rime.
-Che ore sono?- chiese Julia, sbadigliando.
-Sono quasi le due del mattino- intervenne Gandle.
-Abbiamo cenato all'una di notte?- chiese lei, stupita.
-A quanto pare sì. Rimettete in piedi quel plebeo, fra un paio di ore dobbiamo andare al lavoro. Io dormo un po', quando dobbiamo andare svegliatemi- sbadigliò Gandle, andando in camera da letto. Tony afferrò Dylan per il mento, osservandogli il viso. Indicò le numerose ecchimosi sul suo viso.
-Dici che del fondotinta coprirà questa merda?- disse con un ghigno.
-Non credo- commentò Alexei.
-Ti conviene riposarti, piccolo coglioncello- disse Tony - Quello che hai passato stasera è niente in confronto a ciò che ti succederà da ora in poi - concluse sogghignando.
Ma perchè mi sono lasciato coinvolgere? pensò Dylan, rimanendo immobile disteso a terra.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: TheHellraiser