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Autore: Alexander_Supertramp    01/02/2014    1 recensioni
Era nervosa.
Non l’avrebbe mai ammesso di fronte a nessuno, ma l’iniziale eccitazione per essere stata scelta nella squadra dei medici da campo da inviare a Capitol City, era stata rapidamente sostituita da una strisciante sensazione di ansia e paura.

Semplicemente, la storia di Prim. In 4 capitoli. Tutto ciò che è successo dal momento in cui venne scelta per far parte della squadra di soccorso ai paracadute. Almeno secondo me.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Mrs. Everdeen, Primrose Everdeen, Ranuncolo, Rory Hawthorne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 3: Trovare la Forza

 

 

L’hovercraft vibrava leggermente mentre attraversava i cieli sopra quello che rimaneva del Distretto 12.
Fortunatamente il velivolo aveva dei vetri solo in sala di pilotaggio, altrimenti osservare quel panorama di distruzione e morte avrebbe fatto crollare come un castello di sabbia tutta quella sicurezza, falsa o meno, che Prim si era costruita addosso non appena salita sull’apparecchio.

Il velivolo, essendo attrezzato anche come clinica mobile, e non esclusivamente come mezzo di trasporto, era molto grande e ci si poteva muovere da una parte all’altra senza il rischio di cadere, non era come quei piccoli e veloci hovercraft che Capitol City usava per portare i Tributi nelle Arene degli Hunger Games, in cui bisognava sempre rimanere allacciati ai propri posti. Tuttavia, Prim non aveva molta voglia di muoversi, un po’ perché gli altri medici avevano praticamente fatto in circa cinque minuti il campionario di ciò che era presente a bordo dell’hovercraft, e quindi ogni suo tentativo di dare una mano sarebbe stato vano; un po’ perché se si fosse mossa avrebbe probabilmente vomitato. Il veicolo non era sì come gli hovercraft più piccoli, ma un minimo di ondeggiamento lo aveva sempre. E lei non era particolarmente entusiasta di volare.

Così, rimase nel sedile che aveva occupato appena entrata, intenta a leggere un manuale di medicina, concentradosi profondamente su quello che era scritto in ogni pagina in modo da tenere la mente lontana dal formulare la parola “rollìo”. La sua concentrazione era talmente alta, che non si accorse di essere chiamata se non dopo almeno trenta secondi.

«Ehi, Primrose, mi senti?».
Trasalendo, la ragazza alzò lo sguardo verso il suo interlocutore. Era Celius Marthens, il più giovane della squadra escludendo lei, che la guardava aggrottando la fronte.
«S-scusa Celius, ero concentrata sul libro per non… per non… sentirmi male» sussurrò, piuttosto imbarazzata.
Il ragazzo sorrise a quelle parole. «Scarsa esperienza con questi mostri volanti?» chiese in tono gentile. «Già, è solo la seconda volta che ne prendo uno…» fu la risposta di Prim, che tentò anche di fare un timido sorriso.
Sperò che non le fosse uscita una smorfia troppo evidente. Quel ragazzo la metteva in soggezione. Era stato fin da subito il più amichevole, forse perché nonostante i nove anni che li separavano, era comunque il più vicino come età, e quindi si sentiva forse “in obbligo” di comunicare con lei per renderle il viaggio meno tedioso.
Il problema per Prim risultò essere uno. Celius era maledettamente carino. Corti capelli castano chiaro, con un leggero ciuffo sulla sinistra, volto stretto ma ben definito, un paio di straordinari occhi blu e un sorriso che sarebbe stato in grado di illuminare il velivolo se fosse rimasto a corto di corrente. Incrociare il suo sguardo era quindi molto difficile per la povera Primrose, la quale da pochi anni aveva iniziato a trovare interessante l’altro sesso. Prima se ne curava poco, soprattutto al 12.

«Ti ho chiamata perché abbiamo trovato uno scatolone di siringhe che ci era sfuggito al primo controllo. E siccome ho visto che fin’ora sei stata rintanata qui a farti venire la gobba su quel libro, ho pensato che forse sia giunto il momento di metterti un po’ in azione ed aiutare me e Markus a metterle a posto» disse il ragazzo sorridendo. Markus Hellstrokes era un dottore di mezza età, probabilmente il più simpatico di tutti, su quell’hovercraft.
Prim si stiracchiò alzandosi dal sedile. In effetti, sentiva i muscoli della schiena bloccati, per via del tempo che aveva passato seduta a leggere.
«Sì, penso proprio che mi unirò, devo sgranchirmi se non voglio arrivare a Capitol City completamente bloccata» disse, soffocando uno sbadiglio.
Celius fece una piccola risatina, dopodiché la guidò verso Markus, il quale stava imprecando contro alcune scatoline di siringhe cadute dal mucchio che aveva fatto su un tavolo.
«Oooh, la nostra dolce Primula si unisce a noi!» esclamò con tono divertito, facendo l’occhiolino a Prim, la quale non poté fare altro che sorridere. Le piaceva Markus. Con il suo carattere trasmetteva gioia all’intero gruppo, e ne avevano bisogno, considerato che l’indomani sarebbero atterrati in una Capitol City devastata dalle battaglie.

Le notizie giunte a loro erano poco promettenti. Si combatteva in quasi ogni quartiere, ed erano stati attivati tutti i “baccelli” di sicurezza che avevano il compito di rallentare i ribelli. E ucciderne il maggior numero possibile, in modi perlopiù raccapriccianti.
I ribelli stavano per raggiungere la villa del Presidente Snow. Quella era l’unica buona notizia che avevano. Ma questa azione stava costando centinaia di morti e di feriti, e non si avevano notizie né della Squadra 451, né tanto meno di Katniss.
In cuor suo, Prim era sicura che sua sorella fosse ancora viva, e che stesse per raggiungere il suo obiettivo primario. Manco a dirlo, la cattura e  l’uccisione di Coriolanus Snow.

Prim, Celius e Markus passarono quasi tutto il pomeriggio a raccogliere, catalogare e mettere a posto migliaia di siringhe. Quando finirono, si recarono in una sala dell’hovercraft che fungeva da mensa. Si sedettero al tavolo insieme per cena, e cercarono di chiacchierare del più e del meno mentre mangiavano.
La ragazza sentiva crescere dentro di lei un magone che rischiava di strozzarla, ma si sforzò di mantenere viva la conversazione e di concentrarsi sulle parole degli altri due. Lo fece proprio per tenere a bada quelle sensazioni negative che le stavano montando nel petto.

Finita la cena, Prim si congedò dai due medici, e tornò al sedile dove aveva passato tutta la mattinata, ricominciando a leggere per tenere lontani i pensieri.
Ma una volta scesa nel suo alloggio, dove aveva quel minuscolo letto in cui riposare, si sentì soffocare dal malessere. Dovette fare un grande sforzo per non vomitare.

Si costrinse a mettersi a dormire, dato che ogni ora di sonno era fondamentale, prima dell’arrivo a Capitol City.
Il suo ultimo pensiero, prima di chiudere occhio, fu per Rory. E mentre l’immagine di un paio di occhi grigi e profondi si allargava nella sua mente, si disse con decisione: “Devo essere forte per te. Per tornare da te”.
E il sonno la strinse tra le sue braccia. 



Angolo dell'Autore:

Capitolo un po' di passaggio, non molto emozionante. Spero comunque che invogli a proseguire, anche perché il prossimo è il capitolo chiave della storia.
Spero che questa storia vi stia piacendo, mi piacerebbe sentire vostre opinioni in qualche recensione!

Alexander_Supertramp
  
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