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Autore: bemyronald    03/02/2014    2 recensioni
Ma cosa diamine mi prende? Perché continuo a guardarla così direttamente negli occhi?
E perché lei risponde guardandomi in quel modo così... così unico?
E poi le nostre mani si sono semplicemente sfiorate, ma perché mi fa questo effetto?
~
I loro occhi si incontrarono e lei si perse completamente nell'immensità di quell'azzurro naturale. Erano così limpidi, così puri, così sinceri e soprattutto erano lo specchio dell'anima. C'era bontà, stupore, spensieratezza, dolcezza, insicurezza. In quegli occhi spesso ci aveva trovato il mondo, quegli occhi erano un po' la sua casa perché per qualche oscura ragione (anzi, la ragione non c'entrava un fico secco!) quasi le toglievano il fiato ed erano capaci di cancellare, anche solo per un breve istante, tutto ciò che di brutto c'era. Ed in quel momento capì. Capì molto più di quel che Ron lasciasse trapelare, guardandolo era come se gli leggesse dentro, erano così veri che non riuscivano a mentire neanche volendo. Riflettevano la sua anima, il suo essere ed era quasi certa di non essersi sbagliata. C'era qualcosa che lui ostentava a nasconderle. L'aveva capito. Lei capiva sempre.
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Da quando la McGranitt aveva dato la notizia dell'ormai imminente ballo del Ceppo, Harry, si rese conto, ancora non aveva parlato con Ron e l'aveva promesso ad Hermione, pensò che avrebbe dovuto farlo non appena sarebbe tornato dall'infermeria, anche se in realtà la situazione si stava capovolgendo, o meglio: Harry e Ron erano sulla stessa barca. Hermione aveva capito dal comportamento di Ron che qualcosa non andava e aveva chiesto ad Harry di provare a parlargli, ma Harry stesso non era poi così certo di sentirsi bene all'idea di dover invitare qualcuno, che poi quel "qualcuno", nella sua mente, era la Cercatrice di Corvonero, Cho Chang. Avrebbe tanto voluto avere un pizzico di coraggio in più per chiederle di venire al ballo con lui, ma è davvero un'impresa, pensò, portandosi le mani al volto, e forse Ron non era il solo a dover essere incoraggiato. Harry fissava il piatto e alzò lo sguardo solo quando si accorse che qualcuno gli si era seduto di fronte. Ron con un sorriso strano, forse compiaciuto se proprio Harry avesse dovuto dargli una definizione, lo salutò, dopo essersi accomodato e cominciò a mangiare.
«Vedo che il naso è a posto e ha smesso di sanguinare»
«Già, mi ero rotto di portarmi il fazzoletto al naso ogni cinque secondi» rispose Ron, intento a gustarsi il suo porridge.
«Hermione come sta? Prima di andarmene le ho dato un'occhiata e sembrava stesse meglio, o almeno non mostrava smorfie di dolore» Harry fissò per un po' l'amico che parve non averlo sentito.
«Ron, allora Hermione?» ripetè più deciso.
«Uhm? Hermione cosa?» 
«Ti ho chiesto come sta»
«Ah, sì, sta... sta bene, be' è... è molto strana, ma sta bene, sì» Harry lo guardò interrogativo.
«Ehm... lascia perdere»
«Andiamo, "molto strana" in che senso? Sta bene?»
«Sì, certo che sta bene. Lascia stare, conosci Hermione lei è sempre...strana, quindi nulla di nuovo, no?» ribattè Ron, tornando poi a concentrarsi sul suo pranzo. 
«Mmh, va bene, se lo dici tu» rispose Harry poco convinto, c'era decisamente qualcosa che non andava. Insomma, quella stessa mattina riscordava un Ron di pessimo umore e, in poche ore, erano riusciti a non evitare di rispondere alle provocazioni di Piton, a fare a botte con Malfoy nel bel mezzo dei corridoi, guadagnandosi un naso rotto e un sopracciglio spaccato e, come ciliegina sulla torta, avevano anche fatto perdere a Grifondoro ben 70 punti. Tutto questo nel giro di una sola mattina e ora Ron era stranamente sorridente. Qualcosa non quadrava, decisamente.
Finirono il loro pranzo in silenzio, mancava circa mezz'ora alla lezione di Divinazione, così Harry decise di buttarla lì.
«Allora, ehm... tu già sai con chi vorresti andare al ballo?» Ron lo fissò per un attimo.
«Ehm, io... no, veramente no» rispose imbarazzato. «Tu sai con chi vorresti provarci?»
Harry non rispose, lui sapeva perfettamente chi avrebbe voluto invitare ma chissà quand'è che avrebbe trovato il coraggio di farlo! Ron parve cogliere qualcosa dal suo silenzio perché subito ribattè.
«Dai, Harry, ma di che ti preoccupi? Sei uno dei Campioni, scommetto che c'è già una fila per te» gli diede una pacca sulla spalla e Harry colse un velo di amarezza nella sua voce. Si rese conto che in effetti aveva ragione e si promise che si sarebbero spalleggiati a vicenda.
«Sì, ma non è facile... insomma, capisci cosa intendo? Poi si muovono sempre in branco, ma come si fa ad acchiapparne una da sola?» Ron scoppiò a ridere.
«Miseriaccia, se è vero!»
«Mi sa che finiremo entrambi col chiedere aiuto ad Hermione...» farfugliò Harry in modo impercettibile, Ron colse l'ultima parola.
«Hermione cosa?»
«Nulla, lascia perdere. Sarà meglio andare, tra un po' comincia la lezione della Cooman» borbottarono qualcosa sul fatto di doversi inventare chissà quale catastrofe quel giorno e si diressero verso l'aula di Divinazione.


Nella Torre est del castello, i giovani Grifondoro occupavano la Sala Comune rilassandosi, chiacchierando o ritoccando gli ultimi compiti per l'indomani.
«Per la barba di Merlino, non finiremo mai!» esclamò esasperato Ron, lasciando cadere la piuma e sprofondando nella poltrona. «Non credo che riuscirò a sopportare la faccia di Piton domani, quando gli consegnerò questa schifezza» aggiunse.
«Potremmo sempre giustificarci dicendo di aver ingerito o inalato la pozione Dimenticante» ribattè Harry sarcastico.
L'attenzione di entrambi i ragazzi fu catturata da una figura femminile che aveva appena attraversato il quadro della Signora Grassa.
«Hermione!» esclamarono all'unisono i due, mentre la ragazza li raggiungeva con un sorriso raggiante.
«Stai bene!» disse subito Harry notando il colorito roseo del suo viso.
«Sì, Madama Chips è davvero la migliore, il rossore è sparito in poche ore, un po' dopo che sei andato via tu, Ron» rispose Hermione voltandosi verso di lui. «Ma ha voluto che restassi fin dopo cena in modo che mi tenesse sotto controllo fino a che non avessi ripreso il mio colore naturale». Ron le sorrise e tornò subito al suo compito.
Per qualche ragione che non seppe spiegare, sentì le orecchie in fiamme. Era davvero una strana sensazione, l'ultima volta che era stato in compagnia di Hermione... be', si erano abbracciati, e quel gesto gli sembrava così surreale che se avesse potuto si sarebbe preso a schiaffi in quello stesso momento per ritornare alla realtà e realizzare se fosse veramente accaduto. Ma era successo davvero, la sensazione che gli aveva lasciato addosso riusciva ancora a percepirla.
«Merlino, ma come miseriaccia...» quei pensieri lo distrassero per un attimo prima di ritornare ad imprecare sul suo tema di Pozioni.
«Aspetta, fammi vedere» intervenne Hermione che prese la pergamena e si accomodò sul bracciolo, estrasse la bacchetta, prese la piuma di Ron e corresse un paio di errori prima di restituirgli il tema.
«Ovviamente è la radice di radigorda quella che manca» aggiunse sorridendo.
«Oh, già è vero». Nel restituire la piuma a Ron, le loro mani si sfiorarono. Il viso di Hermione si accese all'istante, il segnale di pericolo di Ron si attivò dopo un po' e cominciò a sentire le orecchie di fuoco. Si fissarono per un arco di tempo, che fossero secondi o minuti Ron non seppe dirlo, forse ore, ma perse del tutto la cognizione del tempo e dello spazio, c'erano solo gli occhi di lei, il resto era il nulla. Improvvisamente fu colto da un pensiero, si voltò verso Harry e pregò che fosse distratto e non si fosse accorto di quel momento di estremo imbarazzo. Ringraziò la sua buona sorte, dal momento che Harry era con la testa china su un libro di testo. Un secondo dopo, Ron puntò gli occhi sulla sua mano ancora poggiata su quella di Hermione, la ritirò facendo cadere la piuma e si voltò verso il tavolo su cui era poggiata la pergamena e la piuma di Harry.
«G-grazie mille» quasi sussurrò, Hermione non rispose.

Ma cosa diamine mi prende? Perchè continuo a guardarla così direttamente?
E perchè lei risponde guardandomi in quel modo così... così unico?
È che i suoi occhi sono così... così... Merlino, a trovarle le parole!
E poi le nostre mani si sono semplicemente sfiorate, ma perchè mi fa questo effetto?
È troppo strano, io non capisco, forse dovrei... dovrei...


«Ron!» il ragazzo, senza rendersene conto stava continuando ad intingere la piuma di Harry nell'inchiostro, la cui punta era diventata completamente nera insieme alla punta delle dita della mano destra. Fu distratto dalla voce di Hermione che richiamava la sua attenzione già da un paio di secondi.
«Continui ad intingere la piuma nell'inchiostro, ma basta una punta di nero per scrivere le conclusioni» gli disse sorridendo.
«Oh, si certo, io... diamine» Hermione prese la bacchetta e mormorò: «Tergeo» e pulì l'inchiostro che Ron aveva fatto uscire dalla boccetta. «Ecco» disse soddisfatta, e Ron le sorrise. Si concentrò, per quel che poteva, sulle conclusioni del suo tema e quando ebbe finito disse con tono soddisfatto:
«Be', ora possiamo lasciar riposare i nostri preziosi cervelli pronti per le lezioni dell'indomani» Hermione lo guardò.
«Ma come siamo attenti alla propria istruzione, Ronald, sono quasi commossa» disse in modo ironico.
«Hermione, mi ferisci nel profondo, ci tengo alla mia istruzione!... Si, va be', comunque non credo che riuscirò ancora a sopportare Piton e le sue "esilaranti" battute, domani e... per i prossimi mille anni» scoppiarono tutti e tre a ridere. Hermione annunciò loro di voler riposare, li salutò e si diresse verso il dormitorio femminile. Passarono una buona manciata di minuti prima che Ron decidesse di rompere il silenzio.
«Secondo te, Hermione è già stata invitata da qualcuno?» buttò giù la domanda e un secondo dopo si pentì di averla fatta. «Cioè, voglio dire, è per andarci insieme, no? Se lei... lei ha un cavaliere, noi dobbiamo avere una dama così ci saremo tutti e tre, no?» si corresse subito sperando che la sua domanda risultasse meno ambigua.
«Non lo so, non gliel'ho chieso. Be', potresti provare a chiederglielo tu, per curiosità» ribattè Harry che intanto continuava a ricopiare il suo tema. Ron non seppe cosa ribattere.

Si, certo "chiediglielo tu", fosse facile! Peccato che non lo è, non lo è affatto...

«Comunque dobbiamo farci coraggio, entro domani avremo entrambi una compagna, va bene?» annunciò Ron che voleva sembrare convinto.
«Mmh»
«Dai, Harry, te l'ho già detto, ti basterebbe schioccare le dita! Vedrai che ne troverai una in un batter d'occhio»
«Sì, ma... lasciamo perdere...» Ron si sentì a disagio, non sapeva cosa dirgli, pensò che Hermione avrebbe saputo esattamente cosa dire e avrebbe anche saputo dargli un consiglio, ma Hermione era Hermione e lui... be', lui era un po' impacciato in questo genere di cose, forse non avrebbe trovato le parole giuste per consolare ed incoraggiare l'amico ma era quasi certo che c'era qualcosa che gli nascondeva.
«Anche... anche se sai già chi invitare, io credo che dovresti raccogliere il coraggio e... e buttarti»

Certo, parlo proprio io di coraggio che in questi casi lo perdo completamente per strada e faccio fatica a ritrovarlo...

Ron gli diede un colpetto sul braccio e Harry rispose con un sorriso ritornando poi al suo tema.
«Perché mi hai chiesto di Hermione?» gli chiese con la testa china sulla pergamena.
«Eh?... io, be'... così, te l'ho detto, per... per sapere se ci sarà anche lei» balbettò Ron che subito si sbiancò e pregò che Harry non gli chiedesse altro.
«Potresti invitarla tu» Ron sgranò gli occhi.
«Come amici, ovvio» aggiunse subito Harry.
«C-cosa? No, io... no, non posso» balbettò Ron.
«Perché? Oh, andiamo, ci serve una compagna e Hermione è la nostra migliore amica, non ci sarebbe niente di male ad andarci con lei, no?» Harry aveva ancora gli occhi puntati sul suo compito di Pozioni e non si accorse della reazione dell'amico, bianco come un cencio.
«No... no, certo... non c'è niente di male ad andare al ballo con la propria migliore amica...»

Se poi questa tua migliore amica ti manda in tilt se solo ti guarda negli occhi o ti sfiora la mano e ti fa perdere le forze se semplicemente ti abbraccia, se riesce a tranquillizzarti ed è capace di cancellare il tuo malumore.
E se tu sei più confuso che mai, cerchi di nascondere qualcosa di forte ed importante a lei, al tuo migliore amico e perfino a te stesso... be', allora le cose cominciano a complicarsi e parecchio.




Salve! :)
Ci ho messo un po' ad aggiornare stavolta, chiedo perdono. Ma come vi sembra?
Spero che il risultato sia abbastanza gradito. Siamo ancora in fase "pensieri ed emozioni", e ammetto che mi piace molto scrivere di Ron e Hermione dal punto di vista di Ron e ho amato la scena delle mani che si sfiorano e non chiedetemi perché :)
Al prossimo capitolo si passerà "all'azione": ci vogliono strategie per invitare la propria dama al ballo, no? Vedremo cosa combineranno i due Grifondoro e cosa deciderà Ron...
A presto:) 


   
 
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