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Autore: pop pop bananas    03/02/2014    3 recensioni
La guerra si è conclusa, ma questo non vuol dire sia finita. Nuove scoperte insegnano che bisogna tagliare i problemi alla radice per liberarsene. Ma affrontare il nemico non è mai così semplice come sembra.
[Prima di una trilogia. Aggiornata ogni domenica.]
[Dall'ultimo capitolo:]
Riddle mantenne il silenzio. Quando parlò, lo fece con una voce così sorprendentemente calma che Ginny quasi non lo sentì. “Se proprio lo vuoi sapere” disse, con tono basso ed a malapena udibile: “In realtà sono venuto per assicurarmi che non ti venisse un altro attacco davanti a tutti”.
Ginny seppe in quell'istante che avrebbe preferito, e di molto, sentire una bugia, un insulto, una battuta, qualunque cosa – piuttosto che sentirlo confessare di essere reale ed umano e di avere un cuore e di persino tenere a lei.
Perché quello avrebbe reso così difficile ucciderlo.
“Me la caverò” replicò Ginny in breve, mantenendo il suo sguardo glaciale in quello di lui, come in una gara di superiorità. Incredibilmente, lui cedette quasi immediatamente e si allontanò senza neppure guardarsi indietro.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Tom O. Riddle, Tom Riddle/Voldermort
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Disclaimer: Harry Potter ed i suoi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K. Rowling. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

Capitolo dodici: Guastafeste°

 

Riddle mantenne il silenzio. Quando parlò, lo fece con una voce così sorprendentemente calma che Ginny quasi non lo sentì. “Se proprio lo vuoi sapere” disse, con tono basso ed a malapena udibile: “In realtà sono venuto per assicurarmi che non ti venisse un altro attacco davanti a tutti, dato che Madame Royce sta controllando che non correggano il ponce al ballo di sopra, e tu saresti stata curata soltanto da un gruppo di dodicenni infantili e sprovveduti”.

Ginny seppe in quell'istante che avrebbe preferito, e di molto, sentire una bugia, un insulto, una battuta, qualunque cosa – piuttosto che sentirlo confessare di essere reale ed umano e di avere un cuore e di persino tenere a lei.

Perché quello avrebbe reso così difficile ucciderlo.

Me la caverò” replicò Ginny in breve, mantenendo il suo sguardo glaciale in quello di lui, come in una gara di superiorità. Incredibilmente, lui cedette quasi immediatamente e si allontanò senza neppure guardarsi indietro.

---

Le sue parole la perseguitarono per tutta la festa. Persino dopo essersi sforzata di ricacciarle in un cassetto, quelle parole erano ancora lì a risuonarle e rimbombarle in testa.

Nonostante questo, Ginny riuscì a divertirsi. L'unica cosa spiacevole era il rendersi conto di quanto surreale fosse vedere il suo tanto coraggioso zio sicuro di sé completamente terrorizzato da lei, e grosso solo la metà di lei. Si leccò le ultime tracce di torta al cioccolato dalle dita, muovendosi a tempo con la musica che continuava a essere suonata.

Quel pezzo lento stava avvicinando tutti, ed i più timidi tra i ragazzi più giovani si stavano allontanando dalla pista da ballo proprio per evitarlo, nascondendo persino la faccia – e il rossore su quella – dietro delle maschere da mostriciattoli vari. Eleanor, che ne stava sul palco, esclamò: “D'accordo! È ora! Spero che la festa vi sia piaciuta. Potremmo farne un'altra per Natale se pensate questa sia stata bella! E congratulazioni a: Henry Oliverwill, che vince la gara per il miglior travestimento, e ad Annabeth Campbell, che vince la sfilata di moda!” Cominciò a battere le mani, e subito la sala venne invasa dagli applausi.

Lentamente, ma con ordine, gli studenti cominciarono a fuoriuscire dalla Sala Grande ed al loro posto, sulla soglia, comparve una Grace dall'aspetto semplicemente favoloso. Annuendo all'indirizzo della bruna per farle intendere di averla vista, Ginny risistemò velocemente le ultime cose – pulì la stanza, fece levitare i tavoli al loro posto, e mandò Gli Orrendi Basilischi dal preside per il loro compenso.

“Ehi Grace” disse Ginny sorridente, mentre accompagnava la band di maghi degli anni Cinquanta alla porta della Sala Grande. “Wow. Sei spettacolare”.

E lo era davvero. L'impacciata Serpeverde si era data una bella ripulita e sistemata. Indossava un abito blu vaporoso e brillante, che le stringeva ed evidenziava il seno e che le ricadeva morbido sui fianchi, fino a mostrare piccoli scorci di delicati piedi fasciati d'argento. Il trucco era stato applicato con cura, ed i capelli erano abbastanza ordinati, acconciati in una semplice crocchia sulla nuca, seppure gran parte della sua frangia ondulata ne fosse sfuggita. Gli occhi le brillavano di allegria ed era piuttosto ovvio che si fosse divertita da matti.

“Grazie” disse Grace con modestia, arrossendo. “Vieni al ballo? Ci sono ancora due ore”.

“Sì, perché no. Non ho un vestito, però. Fanculo. Se il mio abbigliamento non è abbastanza bello per quel ballo di snob da strapazzo*, allora si perderanno un'ospite fantastica” disse Ginny, melodrammatica.

“E modesta, anche” la interruppe Grace, sorridendo.

“Oh, sta' zitta” rispose Ginny, dandole una leggera gomitata nello stomaco mentre salivano le scale verso la Stanza delle Necessità.

Una volta arrivate, Ginny non esitò neppure, per nulla preoccupata per la mancanza di un vestito adeguato. Non ne desiderava uno – le vennero in mente tutti i desideri che aveva sprecato, e spinse la porta di accesso alla sala.

La stanza la colpì subito, come una martellata. Era bella. Il pavimento era di marmo lucido, e le pareti luccicavano. La band stava suonando una dolce serenata, ed un fruscio di gonne in movimento si alzava da ogni pezzo di seta, satin o velluto. Il cibo aveva un profumo delizioso, e le pareti erano ornate di dipinti romantici.

“Tu ed Eleanor vi siete davvero superate” disse Grace con un sorriso riconoscente.

Ginny era ancora ammutolita dallo shock. Finalmente, riuscì a rispondere: “Non sono stata io. È stato Riddle”.

Grace spalancò gli occhi. “Dici sul serio?”

“...sì”.

La brunetta storse il naso. “Finocchio.”

La sua compagna le lanciò un'occhiata a metà tra l'indagatrice e la scioccata. “Grace!”

Che?” disse quella, come se davvero non capisse che cosa ci fosse di sbagliato nella sua affermazione. “Nessun ragazzo etero potrebbe fare qualcosa di così bello!”

“Ne saresti sorpresa...” mormorò Ginny, e di nuovo vide le parole vuoi sposarmi nei giardini di Hogwarts, con lettere fatte di rose, in un corsivo semplicemente favoloso, e con un cuore come punto di domanda. Era stato bello, sereno, e perfetto...e non per lei.

Grace si accigliò. “E con questo cosa vorresti dire?”

Niente”. Ginny si allontanò verso il tavolo delle bevande, con le parole di Riddle che ancora le risuonavano in testa. E, dato che diventava maggiorenne quel giorno e si sentiva triste, decise di prendersi un bicchiere di Whiskey incendiario, trangugiandolo poi in un solo sorso.

Immediatamente sentì la gola andarle a fuoco, ed ebbe la sensazione che gli occhi le stessero bruciando nelle orbite. “Ow” rantolò, stringendosi il collo. Quando il bruciore si acquietò si leccò le labbra, borbottando: “Squisito” e poi prese a guardare cupamente la pista da ballo.

“Oh, la Sangue Marcio non poteva permettersi un vestito?” sogghignò Claude comparendo davanti a Ginny. Aveva un abito elegante e, bisogna dirlo, davvero bello, ma non c'entrava niente con il profilo o la carnagione di Claude.

“Preferisco essere una Sangue Sporco che un maiale stretto in un abito fatto esclusivamente di merletti rosa” disse Ginny subdolamente, prendendosi un altro bicchiere di Whiskey incendiario e cominciando a sorteggiarlo – la sensazione di bruciore che le dava l'ingoiarlo non era molto positiva, però.

Claude assottigliò sia gli occhi che le labbra. “Te la farò pagare” sibilò, e senza attendere una risposta si allontanò con Avani e Ramira, le sue due scagnozze idiote. Attraversò la pista velocemente, fino a chiedere a Jack di ballare, probabilmente per farla ingelosire...ma la rossa non poteva essere più lontana da quel sentimento.

Sogghignando, Ginny svuotò il suo bicchiere, scosse la testa per allontanare il fastidio da fumo-che-esce-dalle-orecchie, e sospirò profondamente. Stavano tutti ballando. C'erano Alden e Grace (una coppia un po' strana, vista la differenza d'altezza); Jack e Claude, Eleanor era salita dalla Sala Grande e stava ballando con un giovane uomo biondo e alto di cui sembrava perdutamente innamorata; Robert e Mia Brown volteggiavano senza sosta per la sala...

Sono davvero contento del fatto che siamo venuti insieme, e tu?” chiese Neville eccitato, mostrando con un sorriso a trentadue denti il proprio entusiasmo. Prese la mano sudaticcia di Ginny e la accompagnò alla pista. Cominciarono a piroettare, e poi a girare e girare e girare fino a vorticare sul pavimento di marmo.

Sì...” mormorò Ginny, anche se ad ogni giravolta guardava oltre la spalla dello studente del quarto anno, cercando il viso di uno strampalato, agitato, confuso ed occhialuto ragazzo con Padma – trovando i suoi sguardi incerti e tremolanti verso Cho Chang. Lei non era mai stata abbastanza.

“Non riesco ancora a credere che Riddle sia gay” disse Grace, comparendo vicino a Ginny e prendendosi un bicchiere di punch.

Non lo è”.

“Perché sei così categorica? Ti piace, non è vero?” Sorseggiò il suo punch, sorridendo. “A Scott la cosa non piacerà”.

“No! Gli asini** voleranno prima che mi piaccia quello stronzo” replicò Ginny. “Dov'è il sopracitato stronzo, comunque? Credo che gli farò i complimenti silla sala...”

“Lo vedi! Eccome se ti piace!”

“Veramente, sto dando al suo ego l'opportunità di gonfiarsi prima di farlo scoppiare come un palloncino” Ginny scansionò la stanza con lo sguardo. “Dov'è?”

“Non lo so” Grace si guardò attorno. “Non è una persona granché socievole, o da serate mondane”.

Ginny si accigliò. “Davvero?”

Avrei detto fosse molto popolare. Ha riunito così tanti Mangiamorte; deve avere avuto tonnellate di amici...

Ma i Mangiamorte sono seguaci – non amici.

“Avrei detto fosse abbastanza popolare” rifletté Ginny, rivolta a Grace.

La bruna storse il naso. “E cosa mai ti ha dato questa impressione?” rise sguaiata. “Il suo fascino e il suo senso dell'umorismo? Oh sì, è proprio fantastico”.

Comunque, Ginny non la stava ascoltando. Aveva gli occhi chiusi, dato che la risata di Grace le aveva appena catapultato in faccia una grande quantità di punch. “Grace” disse irritata, sollevando le palpebre. “Volevo una risposta, non un acquazzone***” Si tirò giù una manica, e con quella si pulì il volto.

“Mh” rispose Grace. “Vado a cercare Alden. Ho voglia di un tango” E con quello, messo giù il suo bicchiere di punch (il suo bicchiere vuoto – il contenuto era sulle guance di Ginny), si allontanò tra la folla, ancheggiando e canticchiando tra sé e sé.

È matta. È come una versione femminile di Ron.

Sangue, che le si raccoglieva attorno ai piedi. Le grida di Ron che risuonavano e risuonavano, grida di assoluta agonia, il suo viso che perdeva ogni colore e il suo corpo che si svuotava rapidamente di sangue -

Ginny strizzò gli occhi, cercando di bloccare il ricordo. Quando sparì, prese un altro bicchiere di Whiskey Incendiario e lo trangugiò, per poi rantolare quando il contenuto le mandò a fuoco lo stomaco.

Bene bene, cosa abbiamo qui?”

“Una collerica rossa pelle e ossa senza il vestito giusto, e che ha pure davvero bisogno di dormire o di ubriacarsi” rispose Ginny, senza guardare chi le avesse rivolto la parola. “Una delle due va bene comunque, non sono schizzinosa”.

“Guastafeste” disse Scott, imbronciandosi. “Dai, balliamo”.

Il cuore di Ginny cominciò a martellarle nel petto. Voleva davvero ballare, ma ballare portava ad abbracciarsi, che portava a baciarsi, e poi sarebbe stata lasciata sola di nuovo...eppure voleva davvero farlo. “Nsì” sparò, combinando i suoi sentimenti contrastanti.

Scott sollevò le sopracciglia. “Nsì?” la prese in giro. “È per caso lo strano modo di una 'collerica rossa pelle e ossa senza il vestito giusto' di rispondere?” le sorrise, prima di offrirle la mano.

La mano. Tesa in avanti, verso di lei. Ginny la fissò, con i suoi sentimenti che, nel cuore, prendevano a fare a pugni. Si scusò con se stessa prima di scuotere la testa. “Scusa, Scott...non stasera”.

Avrebbe potuto giurare che il viso di lui improvvisamente si fosse completamente spento – doveva essere stata una illusione provocata dalle luci, perché lui non era interessato a lei in quel senso...o sì? “Okay” disse Scott, sorridendo. Poi si allontanò.

Con le spalle infossate per la delusione, ma con il cuore che le ripeteva che era la cosa migliore da fare, Ginny prese un altro bicchiere di Whiskey Incendiario. Se lo stava portando alle labbra quando, d'improvviso, il volto di un italiano dai capelli scuri le fu accanto.

“Balli con me?”

“Certo!” rispose Ginny prima ancora di avere il tempo di pensare. Prima ancora di capire cosa stesse succedendo, si ritrovò con Scott sulla pista da ballo, con una delle sue mani grandi e morbide alla fine della propria schiena, e l'altra a reggere stavolta la propria mano, ben più piccola. Con il cuore in gola, sollevò un braccio fino a circondargli il collo con quello, e cominciarono a ballare un valzer.

Ah – adesso cado – no – quello è il suo piede! - Scusa, Scott – ooops – AH! - Era una buccia di banana, quella? - No. Era il suo piede – AHHHHH!

“Mi dispiace tanto” si scusò Ginny, con il volto in fiamme mentre gli cadeva addosso per la centesima volta. “Non sono granché come ballerina. Comunque sai di essertela cercata”.

Scott sorrise. “Sei una ballerina provetta, Ginny. Siamo tutti ballerini provetti. Sei soltanto la ballerina meno provetta di questa stanza” la prese in giro.

“Ehi!” protestò scherzosa, dandogli un pizzicotto sul braccio.

“Ah – la signora mi ferisce” Scott abbassò il capo, cercando di ammansirla facendole degli occhioni da cucciolo ferito.

Con 'cercando' come parola chiave.

Con gli occhi scintillanti di felicità, Ginny volteggiò in cerchio, con la sua lunga gonna a ruota che si allargava parecchio, in stile Marilyn Monroe. Inciampò su qualcosa. E cadde.

“Ow” si lamentò Ginny. La folla cominciò a ridere, e lei si voltò sulla schiena dopo essere caduta completamente di faccia. “Un po' di aiuto, Scottino?” chiese, sollevando le mani.

“Ohh, quindi ora siamo a Scottino?” rise il Corvonero prima di aiutare la sua compagna di ballo a rialzarsi. “Devo dirtelo Ginny, anche lunga distesa sulla pista da ballo e tutta scarmigliata...sei davvero carina”.

Paralizzata.

Allora, con il bacio a suggellare il matrimonio di Bill e Fleur, cominciò la festa. La musica fu sparata a tutto volume, e le danze si aprirono. Ginny cercò Harry in mezzo alla folla e, grazie a cinque anni di ricerca professionale di Harry in mezzo alla folla, lo trovò immediatamente. Aveva un aspetto incredibile...

...e la stava guardando. “Sei bellissima!” le gridò dall'altra parte della sala. “Ti amo!”

Gli occhi le pizzicarono, colmi di lacrime. Il suo unico sogno. Era l'amore di Harry. Harry, il famoso Harry Potter, la amava. “Harry” sospirò, e cominciò a muoversi verso di lui quando una sagoma gialla, per il resto del tutto indistinta, la oltrepassò di corsa.

Ginny non riconobbe quella sagoma fino a che non vide dove stava andando, e che cos'era...o meglio chi era. Luna, vestita in un favoloso abito giallo, che correva incontro ad Harry – gli gettava le sue magrissime braccia al collo – lo baciava con foga - “Ti amo anch'io” - dolore

“Stai bene?” chiese Scott preoccupato – dopo il suo complimento, Ginny si era irrigidita e lo aveva fissato con uno sguardo vacuo, colmo solo di orrore e sofferenza.

Le sue parole richiamarono Ginny alla realtà. “Sto...Sto bene...” disse, affannata.

“Vuoi continuare a ballare?” le chiese Scott gentilmente, tendendole ancora la mano.

“No” riuscì a buttar fuori Ginny, quindi si allontanò, tenendosi la testa tra le mani e stringendosela con forza. Prese un altro bicchiere di Whiskey Incendiario, lo scolò e poi collassò su una sedia, grattandosi il setto nasale.

Se ne stette lì seduta per così tanto che perse la cognizione del tempo. Sentì che venivano fatti degli annunci; sentì Claude davanti a lei, a schernirla; ma tutto ciò su cui si concentrò fu versarsi continuamente Whiskey Incendiario nel bicchiere, mantenendo gli occhi serrati.

Qualcuno le toccò la spalla.

Ginny lo ignorò.

Qualcuno la toccò con più forza.

Ginny lo ignorò.

Qualcuno le scosse la spalla. “GINNY!”

La rossa aprì gli occhi offuscati, incontrando così la figura di Grace. “Cheggè?” mugugnò.

Grace squadrò Ginny per un momento, prendendo nota del suo discorso farfugliante, del suo stato eccessivamente emotivo e dei suoi occhi gonfi. Poi decretò: “Sei ubriaca”.

“Oh! Lo sono davvero?” sibilò Ginny. “E oggi, a 'Geni tra noi' abbiamo Grace Hartwin – e la sua specialità, signore e signori, è essere dannatamente ovvia!”

“Dio, okay” disse Grace con aria offesa.

“Possiamo andare?” chiese Ginny, sbattendo il bicchiere su quello che pensava fosse il tavolo – sentì uno schianto, e guardò in basso verso il calice rotto, domandandosi come avesse fatto a finire laggiù.

“Ehm. Certo” Grace si morse le labbra. “Ti serve una mano a scendere nei sotterranei?”

No” disse stavolta Ginny, anche lei con aria offesa. “Non sono una bambina, Grace. Ti assicuro che sono in grado di scendere nei-”

BUM.

“...Quello è il muro, Ginny”.

“Ne sono consapevole, Einstein”.

“Chi è Einstein?”

La rossa si tirò su dal pavimento vicino al muro e, dopo aver lanciato a Grace un'occhiata sprezzante, attraversò rabbiosa la porta e cominciò a dirigersi verso i sotterranei.

Quando Ginny andò a sbattere per la quinta volta contro un muro, e cominciò ad imprecare e gridargli di levarsi di torno, Grace decise che era arrivato il momento di aiutarla come meglio poteva. Circondò il corpo magro di Ginny con le proprie braccia e la trascinò giù dalle scale.

“Gracestobeneoralevati!” Gridò Ginny, dando una serie di deboli schiaffi alla bruna.

“Okay, okay!” Grace la lasciò andare. “Ow...” si massaggiò la pancia, dove era stata colpita.

“Visto?” Ginny le fece una linguaccia. “Sto be-”

All'improvviso sentì il soffitto e il pavimento fondersi l'uno nell'altro, ed un dolore lancinante che la invadeva, e Grace strillare: “Ginny!”. E poi, tutto si fece buio.

---

Note di traduzione:

° Anche in questo caso, il titolo originale inizierebbe per P.

* Arty-farty in originale; gioco di parole intraducibile in italiano. Difatti, in lingua inglese si utilizza di solito la parola crafty in combinazione con arty per indicare fai da te in senso spregiativo; farty significa, invece, persona noiosa in senso eufemistico, ed in senso letterale invece scoreggia (volgare). Visto il contesto, io credo l'autrice stia qui giocando proprio su questa volgarità, che ho quindi cercato di rendere in italiano a discapito della letteralità della traduzione.

** In originale, pigs. Il nostro gli asini voleranno per gli inglesi corrisponde a i maiali voleranno, letteralmente. Chiaramente la traduzione corretta è quella che vi ho riportato su, ma trovo l'espressione divertente visto che Ginny insulta spesso utilizzando i nomi di animali & co., e quindi ho voluto comunque chiarire qui il concetto inglese esposto.

*** In originale, I wanted the news, not the weather. Questa è una sorta di espressione idiomatica inglese per intendere qualcosa come andare al sodo eliminando il superfluo, ma qui l'autrice la fa dire a Ginny per giocare sul fatto che effettivamente la rossa si prende un'innaffiata di punch in faccia da Grace a causa della sua risata. Ho quindi preferito sacrificare un pochino il significato usuale dell'espressione per mantenere il gioco di Ginny con la situazione, anche perché il dialogo avrebbe altrimenti perso di senso.

---

...e sì, lo so. Non sono in ritardo, di più, e non c'è giustificazione che tenga. Posso solo dire che purtroppo ho avuto un lunghissimo periodo fin troppo occupato in questi mesi, e concentrarmi sulla traduzione è stato quindi praticamente impossibile. Cercherò di riprendere un minimo di ritmo nelle prossime settimane, per rimettermi al passo. Non vi prometto nulla circa una grande regolarità, ma una cosa è certa: presto o tardi, finirò di tradurre non solo questa storia, ma tutta la trilogia. Restate su questi schermi! :) Chiedo scusa a chi ha recensito e non ha avuto risposta, anche a questo cercherò di porre rimedio nei prossimi giorni. Alla prossima! Posterò un altro capitolo entro la fine del mese, almeno. E...una recensione fa sempre piacere! :)

   
 
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