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Autore: OfeliaMontgomery    04/02/2014    1 recensioni
Katarina nel 1790 venne trasformata da Victor Lockwood, uno dei vampiri del consiglio. La donna ormai vampira gli strappò il cuore e lo guardò morire.
Nel 1823 nacque la sua unica figlia, nata dall'amore tra lei ed umano. I vampiri del consiglio lo scoprirono, così andarono da lei ed uccisero l'umano, tentarono di uccidere anche la sua bambina, ma scappò. Da quel giorno non fece altro che scappare e nascondersi da loro.
Adesso nel 2014 cercheranno di vivere una vita normale, ma la scomparsa di sua figlia sconvolgerà tutta la sua vita.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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20, febbraio, 1790
Katarina stava correndo nei boschi per scappare dal suo inseguitore. Il cuore le pompava fortissimo, quasi pronto a scoppiarle fuori. Il respiro si faceva sempre più affannoso. I muscoli delle gambe le chiedevano pietà e gli bruciavano tantissimo. In più doveva sforzarsi di non cadere per via dell’ingombrante vestito che le impediva di correre più veloce. Mentre correva rimase impigliata spesso nei rami bassi degli alberi e risciò di scivolare almeno dieci volte.
Man mano che si inoltrava nel bosco diventava sempre più cupo e tetro. Era terrorizzata a morte. Sentiva la paura scorrerle nelle vene. Il gracchiare di un corvo la fece sussultare.
Si fermo un attimo per respirare, poi con le mani cercò in qualche modo di strappare la grande gonna, riuscì a fare un piccolo squarcio sul davanti e con un piede lo aprì del tutto, fino in fondo, cosi da aver libere le gambe nel davanti.
Ricominciò a correre fin quando non inciampò in una piccola buca, cadendo a terra. Picchiò il ginocchio che iniziò a sanguinare e sbatté la testa contro al terreno umido, rimanendo stordita per qualche secondo, giusto il tempo per far si che il suo aguzzino la trovasse.
– Katarina Hamilton, finalmente faccia a faccia – disse un uomo dalla pelle pallida, indossava un lungo cappotto nero sbottonato che lasciava intravedere un panciotto sopra ad una lunga camicia bianca, dei pantaloni color crema e degli stivali da cavallo in pelle nera.
– Victor Lockwood – esclamò la donna cercando di alzarsi, ma l’uomo la spinse facendola cadere di nuovo.
– Katarina, mia cara, è giunto il momento – disse l’uomo con voce tetra, fece qualche passo per avvicinarsi alla donna che indietreggio fino a scontrarsi contro al tronco di un albero.
– Quale momento? – chiese Katarina impaurita, si guardava in giro in cerca di una via di fuga, ma con il dolore che aveva alla gamba difficilmente sarebbe riuscita a scappare.
– Il momento di diventare mia per sempre – disse Victor sorridendo e mostrando così i canini appuntiti e perfettamente bianchi.
La donna si alzò di scatto spaventata – Voi siete un vampiro – urlò contro l’uomo, Victor ghignò – Complimenti Katarina, siete molto intelligente, ci siete arrivata finalmente – disse con sarcasmo battendo le mani.
– Voi, voi…–
– Io cosa? Ora siete anche a corto di parole? Non eravate voi quella che aveva sempre qualcosa da dire, uh? –
Lo sguardo della donna era passato da spaventato ad accusatore – Siete stati voi ad uccidere mia madre e mio padre – incolpò l’uomo puntandogli un dito contro, l’uomo fece un sorriso sadico – Dovreste aggiungere anche vostra sorella e vostro cognato – concluse l’uomo mettendosi apposto il cappotto.
– No, no, no…– disse la donna incominciando a singhiozzare.
– Ho dovuto farlo, non volevano che io mi avvicinassi a voi, Katarina –
– Voi siete un lurido assassino – urlò la donna tirandogli due pugni sul petto.
– Suvvia, adesso potremo stare insieme per sempre –
– Io non voglio stare con voi, né ora, né domani, né tra un anno o tra altri cento – disse fermamente Katarina.
Victor non ci vide più così prese la donna tenendola stretta fra le sue braccia, le spostò i capelli da una parte e la morse. Le conficcò i canini nel collo, rivoli di sangue cominciarono ad uscire, Katarina cercò di liberarsi ma Victor la teneva ben salda contro il suo petto. Cercò di divincolarsi fin quando sentì che le poche forze che le erano rimaste la stavano abbandonando. Quando finì di bere il suo sangue la buttò a terra dissanguata. Passarono pochi minuti prima che Katarina iniziò ad urlare dal dolore, il suo cuore iniziò a pompare velocemente fin quando non cessò di battere del tutto. La donna era diventata completamente bianca. Di colpo spalancò gli occhi, erano rosso sangue. Rossi come quelli di Victor in quel momento.
– Mia cara Katarina benvenuta nel mondo dei non morti –
La donna si alzò da terra guardandosi in intorno poi fissò Victor – Voi mi avete trasformato in un mostro – gli urlò contro la donna.
L’uomo rise – Non mi sembra il momento di litigare, come minimo mia cara avrai fame, devi dissetarti – disse Victor porgendo una mano a Katarina che ovviamente non accettò.
– Io non ucciderò nessuno – ribatté la donna facendo così uscire i canini appuntiti – Allora impazzirai per la sete e ti posso assicurare che quando un vampiro non beve per molto tempo è molto più pericoloso, fuori controllo di uno che ha bevuto –
La donna scosse la testa poi pian piano si avvicinò a Victor – Io non ucciderò nessuno se non voi Victor – disse la donna conficcando i canini nel collo dell’uomo, iniziò a succhiare il sangue, nello stesso momento infilò una mano nel petto di Victor e gli strappò il cuore. Lo spinse lontano da sé facendolo quasi cadere, l’uomo sentì una forte fitta trapassarli il corpo tanto fa farli cedere le gambe, non riusciva a reggersi in piedi, si piegò sulle ginocchia toccando così il suolo con le mani. Se fosse stato umano a quell’ora avrebbe avuto il cuore che gli pompava velocemente e il respiro affannoso, ma essendo che era un vampiro non accadde niente, se ne stava lì immobile a fissare la donna.
Sul viso della donna comparve un sorriso macabro – Addio Victor, addio per sempre – disse la donna accarezzando il viso del’uomo.
Victor iniziò a sgretolarsi, le sue urla echeggiavano tra gli alberi, tanto che qualche uccellino uscì allo scoperto per poi volare via spaventato. Katarina vide il cuore dell’uomo diventare cenere nelle sue mani, di Victor era rimasto solo un mucchietto di cenere che con l’aiuto del vento si sparse nell’aria.
– Non sono mai stata tua – disse la donna prima di sparire nel nulla.
 
  
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