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Autore: Cabry_    04/02/2014    0 recensioni
Ciao mamma, non so se questo messaggio ti arriverà.
Sono sola, da quando sono andata via da Spittel. Non volevo abbandonarvi, e ora non so come tornare indietro. Aiutatemi, se potete.
Londra, Inghilterra.
Da quando ne ho sentito parlare, ho iniziato a sognare.
Ma non è come mi aspettavo, è tutto diverso. Non mi piace.
Voglio tornare, mamma.
Venite a prendermi, cercatemi. Fate qualcosa.
Non posso stare ancora qui.
Ho conosciuto delle persone, ma non sono così gentili come sembrano.
E' così diverso da Spittel.
Mi sento persa qui, a Londra. Mi sento vuota.
Hai presente, mamma, il vuoto che senti quando scopri che la marmellata è finita?
Ma è un vuoto diverso. Perchè in fondo, quando vedi il barattolo della marmellata completamente ripulito, sai che quella marmellata l'hai mangiata tu, e quindi, prima del dispiacere, c'è stata la soddisfazione del gustarsi quella squisita marmellata. Qui no.
Qui, è come se...come se la marmellata se la fosse mangiata qualcun'altro.
E qui, oh mamma, vedessi i prati di qui.
Solo pratoline, solo.
A me non piacciono, hanno pochi colori.
Non c'è quasi mai l'arcobaleno.
Voglio tornare a casa, mamma.
Se questo messaggio ti arriva, vieni a prendermi.
Petunia.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piacere, Amaranto. Ma tu puoi chiamarmi Aran.- Mi disse il bel ragazzo.
-Piacere...-Non mi lasciò neanchè finire la frase.
-Petunia. Sì, lo so.
-Tu, se vuoi, puoio chiamarmi Tun.
-Perfetto, Tun. Sei molto bella, questa sera. Anche di solito lo sei, ma oggi sei proprio bellissima.
-Di solito? Ci siamo già visti?
-Tu forse non ti ricordi di me. Anzi, ne sono praticamente sicuro. Ovvio, tu non guardi ogni persona che incontri, ma
ogni persona che ti incontra, ti guarda. Sei bella, hai un sorriso meraviglioso e, per di più, sei la famosa Petunia.
-Famosa? Io? Ne sei sicuro?
-Certo. Ma non sono tenuto a spiegarti ciò che non sai, saprai tutto al tuo ventesimo compleanno.
-Ma mancano nove mesi.
-Non preoccuparti, l'attesa finirà. Ora preoccupiamoci solo di ballare.
Gli sorrisi, lui ricambiò. Appoggiai la testa sulla sua spalla e iniziammo a ballare.
Aveva un buon profumo, sapeva di...cioccolato. Io amo il cioccolato. 
Mi piaceva rimanere lì, appoggiata sulla sua spalla ad assaporare quel buonissimo odore che il suo collo emanava. 
Mi mise una mano su un fianco e sentii un leggero brivido, probabilmente se ne accorse.
-Va tutto bene, Tun?- Mi chiese.
-Sì, tutto bene. Grazie.
-Ti manca?
-Chi?
-L'umano.
-Oh...No...Beh...Diciamo che è una storia lunga e che ora non mi va di parlarne. Ora sono a casa con la mia famiglia
e mi va bene così. Gli umani sono...cattivi.
-Lo dici solo perchè lui ha baciato un'altra?
-Come fai a saperlo?
-L'ho sentito in giro.
-Dev'essere scappato a Prim.
-Allora? Solo per quello?
-Lo dico perchè sento che gli umani sono cattivi. Mi hanno illusa di essere buoni, e poi mi hanno tradita. Scusa, ma
non mi sento molto bene. Torno a casa.
Mi staccai da Aran, ma lui mi afferrò il braccio.
-Scusa. Non volevo farti rattristare, se rimani ti prometto che 'sta notte ti dimenticherai di quell'umano e di ciò
che ti ha fatto. Ti dimenticherai di essere innamorata di lui e, forse, ti dimenticherai addirittura di averlo incontrato.
-Non penso sia possibile.- Dissi, riavvicinandomi a lui.
Nel giro di mezzo secondo le sue labbra erano così vicino alle mie che potevo quasi sentirne il gusto. Quando le aprì,
sentii un forte tremore. Era strano, ma piacevole.
-Non pensare.
Mi afferrò dinuovo i fianchi e mi tirò verso di sè. 
I nostri bacini si scontravano e lui continuava a passarmi le dita delicatamente sulla mia guancia. Non riuscivo a
spiegarmi il perchè, ma continuavo a fissargli le labbra e speravo con tutta me stessa che si posassero sulle mie.
Era come se i suoi movimenti si fossero rallentati, mi sentivo terribilmente strana.
Avevo caldo, caldissimo.
E ogni volta che si avvicinava di più a me, il caldo aumentava.
-Ehi, ascolta. Ti va di andare a casa mia? Per stare un po' tranquilli.
-Oh...sì, va bene. Però per le tre di domani mattina devo tornare qui.
-Certamente, non preoccuparti.
Ci avviammo verso casa sua.
-Ecco, è questa.- Mi disse, indicando una casa piccola, ma non troppo. Giusta per tre persone, era molto graziosa.
-Prima di entrare, voglio mostrarti una cosa.- Mi prese la mano e iniziò a correre in mezzo al giardino davanti alla
porta di entrata.
Eravamo in piedi, al centro del giardino.
-Alza gli occhi.- Mi disse.
Le stelle.
Tante, bellissime.
-Non...non ho parole.- Dissi.
-Non servono.
Mi prese il mento.
Mi baciò.
Fu un bacio lungo, lento e passionale. Mi piaceva, ma non troppo.
Non mi concentrai più di tanto sul bacio, mi persi tra i miei pensieri.
Era veramente Aran, che volevo sposare?
Era lui che volevo per tutta la vita?
Cercavo di convincermi che la risposta giusta fosse sì, ma sapevo benissimo che non lo era. 
David.
Riuscivo a pensare solo a quello, anche durante il bacio con Aran. Non riuscivo a distrarmi da quel pensiero:il nostro
primo incontro, uno sguardo infinito, e poi il nostro bacio e...quella sera, la sera in cui eravamo diventati una cosa
sola.
Ma poi pensavo anche a come mi aveva tradita:aveva baciato Clara
Nel frattempo mi ero quasi dimenticata di essere nel bel mezzo di un bacio.
Aran iniziò ad accarezarmi la schiena, ma io mi staccai.
-No, non posso.- Gli dissi.
-Non devi fare così, devi dimenticarti di lui.
-No...no. Io...lo amo.
-Ma lui ti ha ferita.
-Sì ma...
Ci fu un rumore, come un tuono. E poi un lampo.
Non era un temporale.
Vidi un portale aprirsi.
  
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