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Autore: sihu    13/06/2008    6 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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ed eccovi finalmente il capitolo nuovo. scusate ma nelle settimane scorse ho preparato un esame contorto e non avevo tempo per aggiornare. un capitolo merita calma per essere scritto senno viene male!
come vi ho promesso ci saranno sorprese e rivelazioni. tuttavia se vi dico tutto in questo capitolo poi dove sta il bello? diciamo che prossimamente si scoprirà cosa ha detto il ragazzo misterioso a Silente. ora basta anticipazioni.. vi lascio al capitolo.
prima come al solito ringrazio i 23 che mi leggono tra i preferiti e tutti quelli che leggono e seguono la storia.. è bellissimo entrare e leggere i vostri commenti.
LYRAPOTTER: fare squadra è la dote più importante per un grifondoro e specialmente per i malandrini. Lily si è dimostrata all'altezza di sapere un segreto del genere e si è conquistata ancora di più l'amicizia di Remus.
PIKKOLINA88: mi fa piacere che la mia storia riesca fare commuovere qualcuno.
JOMARCH: interessante la tua teoria. quasi quasi ci scrivo una fanfiction!!! =D!!! scherzi a parte non ti anticipo nulla...
GERMANA: diciamo che il nostro Remus ha capito i suoi errori e che da adesso non farà più sciocchezze.. lo ha promesso a me!!!
LYAN: prego.. sono io che devo ringraziare te per i commenti.. cmq anche la tua teoria è interessante.. occhio che te la potrebbero rubare.. cmq come per jomarch, non anticipo nulla o vi rovino la storia,
ITHIL_ELENDIL: beh, si sa che Peter non capisce mai un cazzo.. dove è la novità? james nel capitolo scorso l'ho lasciato nella sua stanzetta bianca per concentrarmi solo su Remus e per creare suspence.. corri forrest mi è venuta così, in un attimo di sclero.. (il fatto che avessi appena dato un esame di cinema su Forrest Gump e altri film di Zemeckis era un dettaglio...)
VALE LOVEGOOD: diciamo che stava diventando problematico gestire tutti quei problemi sia per me che dovevo scrivere sia per Sirius che doveva correre così ho deciso che ne avrebbe risolto uno per volta con l'aiuto di Lily..
LAURA_BLACK: non dire così, la tua ff è molto bella. non dare tr peso alle critiche, servono per migliorare non per farti smettere di scrivere e grazie per essere venuta a leggermi!!!


CAPITOLO 11

IL PORTALE SI APRE ANCORA

James stava correndo verso la foresta proibita, qualcuno lo stava inseguendo ma lui non sapeva chi fosse. Di fronte a lui improvvisamente comparve Hagrid.
“Hagrid, aiutami.. Mi sta seguendo!”
Gridò James ma Hagrid non rispose, sembrava non sentirlo. Si girò e andò via, ma invece che allontanarsi e basta il suo corpo iniziò a svanire. In breve tempo tutto intorno a lui iniziò a svanire fino a diventare di un bianco così luminoso che feriva quasi gli occhi.
Di fronte a lui un ragazzo con i capelli rossi lo guardava a metà tra l’incuriosito e il divertito.
“Meno male che ti sei svegliato, cominciavo a sentirmi solo..”
Disse il ragazzino misterioso.
“Sei stato così di compagnia prima che mi sono addormentato!”
Rispose James ironico. Quel ragazzo era veramente strano, prima non rispondeva a nessuna delle sue domande e faceva il misterioso e adesso gli rivolgeva la parola come se si conoscessero da sempre. Si rese conto di essere sdraiato su quello che doveva essere il pavimento, si rimise seduto e si accorse che lo stava ancora guardando.
“Quanto ho dormito? Hai idea di che ora sia?”
Chiese James sperando questa volta in risposte meno evasive di quelle ricevute nell’ultima conversazione.
“Penso qualche ora ma non lo so di preciso. Questo posto non si presta a valutazioni precise, e non si vede nemmeno il cielo..
Disse guardandosi intorno. Quel luogo era davvero il posto più strano dove fosse mai stato. Inaspettatamente questa volta rispose alla sua domanda. A differenza di prima sembrava molto più socievole ma la cosa che stupiva più di tutte James era la calma ostentata dal ragazzo.
“Si può sapere come fai?”
Chiese James fissando il ragazzino che si sistemava la felpa.
“A che ti riferisci?”
Chiese lui alzando lo sguardo sul moro.
“Non sappiamo dove siamo, come ci siamo arrivati e come ce ne andremo e tu sei calmo.”
Costatò James.
“A che serve agitarsi?”
Il ragazzo continuava a fissarlo. Quello sguardo innervosiva James, era come se riuscisse ad analizzarlo, a leggergli nella mente.
“Non mentire! Hai organizzato tutto tu?”
Riprese James con una punta d’ira nella voce. Non poteva che essere così. Lo stesso specchio, quelle risposte evasive.. Tutto questo era stato organizzato da quel ragazzo che in quel momento era di fronte a lui.
“Certo, il mio sogno segreto era rimanere chiuso qui insieme a te.”
La voce del ragazzo era rimasta calma come prima. Anche nel momento in cui era stato accusato non aveva reagito in nessun modo. La cosa cominciava ad innervosire parecchio James.
“Come fai ad avere lo specchio?”
Chiese ancora lui cercando di rimanere più calmo possibile.
“Cimelio di famiglia..”
Disse il ragazzo distrattamente. James noto che stava tirando fuori qualcosa dalla tasca. Una sorta di bottiglietta contenente un liquido di colore scuro. Una pozione forse. Il ragazzo diede per un pochi secondi le spalle a James ma questi riuscì lo stesso a vedere che stava bevendo quel liquido.
“Ti ho scoperto, è pozione polisucco! Questo non è il tuo vero aspetto, Mark Brown non è il tuo vero nome!”
Gli urlò contro James sperando in una reazione. Voleva che si spiegasse. Voleva capire che diamine stava succedendo ma ancora una volta il ragazzo rimase calmo. Chiuse la boccetta e se la rimise in tasca.
“Molto bravo, ma adesso calmati. Vedrai che i tuoi amici Malandrini ci tireranno fuori di qui.”
disse sorridendo a mo’ di presa in giro.
La risposta del ragazzo misterioso lasciò di stucco James per l‘ennesima volta in pochi minuti.

Alice aveva passato la notte a pensare a quanto fosse stata strana Lily quel pomeriggio e a chiedersi dove fosse finita. Non l’aveva più vista da quando erano tornate al castello e non aveva idea di dove potesse essere finita.
Quella mattina dopo aver scoperto che non era rientrata cominciò a preoccuparsi seriamente. Chiese alle compagne di stanza ma nessuno sapeva nulla.
Scese distrattamente le scale senza accorgersi di essere arrivata nella sala comune e di avere travolto un ragazzo.
“Scusa!”
Disse Alice raccogliendo il contenuto della sua borsa che si era appena rovesciata per terra.
“Di nulla. Alice?”
Alice alzò gli occhi e arrossì violentemente, quello che aveva appena travolto era nientemeno che Frank. Come aveva potuto scontrarsi proprio con lui con tutti le persone che c’erano in sala comune, chissà cosa avrebbe pensato di lei ora.
“Frank non mi ero nemmeno accorta che eri tu. Scusami, davvero. Ciao Peter.”
Di fianco a Frank era appena arrivato Peter, probabilmente già di ritorno da colazione stranamente solo e in anticipo. Di solito scendeva a fare colazione con James, Sirius e Remus negli ultimi minuti prima delle lezioni. Tutta la scuola sapeva di quanto erano ritardatari e più volte erano stati minacciati di saltare la colazione.
“Ciao.
Rispose questi senza guardarla in faccia. Aveva un espressione triste e furibonda insieme che colpì Alice. Il giorno prima erano stato insieme tutto il pomeriggio e avevano riso e scherzato, come mai un saluto così freddo?
“Che c’è? Tutto bene?”
Chiese lei stupita dal comportamento del ragazzo.
“No.”
Il ragazzo non aggiunse altro e andò verso le scale che conducevano al dormitorio maschile. Alice era sempre più allibita.
“Lascia perdere, problemi con i compagni di stanza.”
La rassicurò Frank con fare dolce. Alice ricordò il bacio del giorno prima e si sentì avvampare, era stato così perfetto, così unico. Aveva paura di avere rovinato tutto con la figuraccia di quella mattina.
“Nulla di grave spero.”
Chiese lei rassicurata all’idea di non essere l’unica ad avere problemi con le compagne di stanza.
“Beh, sono spariti nel nulla.”
Lo guardò e nei suoi occhi lesse preoccupazione ma anche un pizzico di delusione e di rabbia, poteva capirlo alla perfezione.
Come? Beh, ti capisco. Anche Lily è sparita da ieri sera. Sono preoccupata.”
Ancora una volta si chiese dove diavolo potesse essere finita senza riuscire ad arrivare ad una risposta convincente.
“Dai, vedrai che non è successo nulla e che ci stiamo preoccupando per nulla.”
La tranquillizzò lui.
“Speriamo.”
Rispose Alice con gli occhi bassi.
“Colazione?”
Propose lui sorridendo e tendendogli una mano. Alice sorrise e annuì e insieme a lui varcò il buco del ritratto trovandosi di fronte una stanca e sconvolta Lily Evans.
“Dove diavolo eri finita? È tutta notte che mi fai preoccupare.”
Chiese Alice infuriata. Aveva passato tutta la notte a preoccuparsi ed eccola li di fronte tutta intera. Non sapeva se saltarle al collo o picchiarla.
“Lunga storia..”
Disse lei a mo’ di risposta.
“Pensi di cavartela così?”
Chiese Alice con le mani sui fianchi.
“Scusa Alice mi spiace. Faccio una doccia e poi vi raggiungo a colazione. Dopo vi spiego tutto. Promesso!”
Disse lei entrando nel buco del ritratto e correndo verso le scale.
“Lily”
“Ti voglio bene Ally!”
Rispose lei sorridendo e lanciandole un bacio. Sapeva che Alice era arrabbiata ma che nonostante tutto le voleva bene e che l’aveva già perdonata.
Alice alzò gli occhi al cielo e scosse la testa.

Peter stava raccogliendo le sue cose per andare a lezione quando Sirius Black entrò nella stanza con il viso decisamente stanco e il fiatone come se avesse corso per tutto il castello.
“Peter”
Disse lui parandosi di fronte all’amico e cercando di riprendere fiato.
“Che vuoi?”
Il suo tono era sdegnato. Sirius capì che era deluso per come era stato trattato. Si guardò intorno e notò i tre letti intatti. Peter non sapeva nulla e probabilmente quella notte, non vedendo né lui, né James né Remus si era sentito abbandonato.
“Scusa per ieri ero di corsa. È successo di tutto ora di spiego..”
Disse Sirius sentendosi in colpa.
“Non mi interessa..”
Rispose Peter continuando a fare l’offeso.
“Remus voleva lasciare la scuola e James è disperso in un altro tempo o in un’altra dimensione.”
Disse Sirius tutto d’un fiato lasciando senza parole l’amico.
“Come?”
“Capisci perché avevo fretta e ti ho trattato male?”
Spiego Sirius tendendogli una mano.
“Sono uno stupido, spiega tutto per bene e dimmi che posso fare.”
Rispose Peter stringendo la mano all’amico e sentendosi nuovamente uno di loro.
Sirius gli raccontò velocemente tutto quello che era successo e le ipotesi che aveva fatto Remus sul portale dimensionale o temporale. Peter lo guardava allibito chiedendosi come potessero concentrarsi tante sfighe in così  poche ore.
“Quindi ho è in tempo diverso o in una dimensione diversa?”
Chiese Peter dopo aver ascoltato il lungo resoconto di Sirius. Si sentiva uno stupido, se non avesse fatto l’arrabbiato e avesse dato da subito retta a Sirius la Evans non avrebbe scoperto il segreto di Remus.
“Praticamente si secondo Remus.”
“Come si fa a farlo tornare?”
“Non lo sappiamo ancora, dobbiamo cercare in biblioteca.”
Rispose Sirius lasciandosi cadere seduto sul letto. Si sarebbe fatto volentieri una dormitina per poi scappare a rubare qualcosa da mangiare nelle cucine ma non ne aveva il tempo. Doveva pensare a James.
“Cosa posso fare io?”
Chiese Peter, ansioso di rendersi utile per rimediare al mancato aiuto che aveva dato a Sirius quella notte.
“Inventa una scusa per me e James. Di che James è tornato a casa perché sua nonna non sta bene e che io ho la febbre, poi fingi di sentirti male e raggiungici in biblioteca. Anzi no, nella stanza delle necessità.”
Disse Sirius grattandosi la testa. Decisamente se avesse raccontato lui una balla ai professori sarebbe stato poco credibile a causa dei suoi precedenti.
“Ci penso io, fidati di me.”
Disse Peter prendendo la sua borsa e dirigendosi fiero a lezione. Era orgoglioso di avere un compito e di poter aiutare i suoi amici che in così tante occasioni avevano fatto tanto per lui.
“Speriamo bene...”
Sospirò Sirius a bassa voce non appena Peter ebbe lasciato la stanza. A volte Peter era così distratto.. Ci metteva le migliori intenzioni ma finiva comunque per combinare qualche guaio. Decise che prima di tornare da Remus aveva bisogno di una doccia e si infilò nel bagno. Nel frattempo nella sala comune Lily stava mettendo Alice al corrente di quello che era successo quella notte, trascurando la scoperta della licantropia di Remus.
“Pensavo fossi con Potter..”
Disse Alice tenendo la testa bassa.
“Come?
Lily non capiva il perché del comportamento della sua amica e come poteva pensare che avesse passato la notte con Potter.
“Beh, eri sparita.. Lui non si trovava.. Ci ero anche rimasta male perché non mi avevi detto nulla..”
Ammise lei.
“Ma sei matta? Con Potter? E poi ti avrei avvisata..”
Rispose la rossa facendosi d’un tratto cupa e pensierosa.
“A che pensi?”
Chiese Alice stupendosi del cambio d’umore improvviso di Lily.
“No, è che parlando di Potter mi hai fatto notare che è sparito da ieri pomeriggio..”
Pensando a lui si infiammò di rabbia. Il pomeriggio precedente non l’aveva invitata e aveva anche rifiutato di andare con loro. Forse aveva deciso di scordarla, che non valeva la pena provarci con una come lei. Lily si sentì una stupida per avere buttato via tutte le occasioni che aveva avuto fino a quel momento. D’improvviso capì la verità: era innamorata di Potter ma se ne era resa conto troppo tardi, ormai a lui non importava più di lei. La sera prima era anche sparito. Era preoccupata, qualcosa dentro di lei le diceva che gli era successo qualcosa ma il suo cervello scartava l’idea. Probabilmente era con qualche ragazza da qualche parte.. L’idea la faceva soffrire.
“Dai, vedrai che ne starà combinando una delle sue.”
Cercò di consolarla Alice. Capiva alla perfezione quello che stava passando per la mente di Lily, non aveva bisogno di chiederlo. La sua amica stava soffrendo, voleva sapere dove si fosse cacciato Potter ma aveva paura di trovarlo tra le braccia di un’altra.
“Ciao ragazze, scusa per prima Alice.. “
L’improvviso arrivo di Peter interruppe la conversazione delle due ragazze. Alice notò che sembrava di umore decisamente migliore rispetto a qualche ora prima.
“Figurati, hai trovato i tuoi compagni di stanza?”
Chiese Alice, curiosa di sapere il motivo di quell’improvviso cambio d’umore.
“Come? Ah si.. Rintracciati tutti..”
Rispose lui distrattamente.
“Quindi sai dove si è cacciato Potter?”
Chiese Lily, intervenendo nella conversazione.
“James? Ehm.. Si..”
Rispose vago lui. Era troppo vago, forse non voleva che lei ci rimanesse male, non voleva dirle che in realtà James era a fare chissà cosa, chissà dove e con chissà chi.
“Dove?”
Chiese ancora lei.
“Sua nonna sta male ed è andato a trovarla.. Scusa devo scappare..”
Rispose lui guardando l’orologio e correndo verso il buco del ritratto.
“Vedi ti preoccupavi per nulla!”
Disse Alice sorridendo.
“Andiamo anche noi, sennò facciamo tardi..”
Lily sembrava decisamente più tranquilla dopo aver scoperto che James non era con una donna misteriosa ma con sua nonna anche se quel brutto presentimento non la abbandonava. Lily scosse la testa e si disse che le lezioni della mattinata le avrebbero fatto dimenticare tutti i problemi.

Un ora dopo Remus, Sirius e Peter erano nella stanza delle necessità, alla ricerca di una soluzione. Remus era molto pallido e debole, come al solito dopo la luna piena e aveva dovuto aspettare Sirius per trasportare tutti quei pesanti libroni dalla biblioteca.
Sirius e Peter si stavano documentando sui portali temporale e dimensionale mentre Remus consultava un libro che illustrava gli oggetti in grado di crearne.
All’improvviso Sirius chiuse il libro violentemente sbuffando.
“Dicono solo banalità. Un portale temporale conduce a un tempo diverso, precedente o successivo a quello di partenza mentre un portale dimensionale conduce a una dimensione parallela dove i fatti possono essere stravolti.”
“Qui dice anche che un portale dimensionale è più sicuro di uno temporale. Un portale temporale può causare stravolgimenti molto pericolosi al tempo di partenza mentre uno dimensionale mostra come si potevano svolgere i fatti se si fossero prese decisioni diverse.”
Aggiunse Peter imitando Sirius e chiudendo il libro.
“Forse ci siamo”
Disse Remus con aria soddisfatta di chi ha appena scoperto qualcosa.
“Ma hai ascoltato quello che abbiamo detto noi?”
Chiese Sirius scocciato.
“Certamente. Qua elenca degli oggetti in grado di aprire un portale. Alcuni possono aprire portali temporale, altri portali dimensionali. Gli oggetti che possono aprire entrambi sono molto rari e uno di loro è lo specchio magico di James.”
“Cosa? Fa vedere!”
Disse Sirius strappando il libro di mano a Remus. Anche Peter si sporse in avanti per vedere.
“Quindi non sappiamo se è in un tempo diverso o in una dimensione diversa..”
Osservò Sirius sconsolato all’idea di non sapere esattamente dove fosse finito il suo amico.
Non importa. Il portale si è aperto perché lo specchio di James è entrato in contatto con il suo gemello perfetto da un’altra epoca o da un’altra dimensione. Per riportare James qua dobbiamo far si che lo specchio di James e quello di Sirius entrino in contatto.”
Disse Remus indicando un paragrafo scritto in neretto.
“Quindi è stato l’altro ragazzo che è comparso? Viene da un altro tempo o da un’altra dimensione, giusto?"
Chiese Sirius ripromettendosi che avrebbe distrutto quel ragazzino se mai se lo fosse trovato davanti.
“Esatto. Ha usato l’incantesimo che c’è su questo libro per fare entrare in contatto gli specchi.”
Rispose tranquillo Remus.
“Ma adesso James dove è finito? A spasso nel tempo o nelle dimensioni?”
Chiese Peter dubbioso.
“No, in un luogo neutro dove non c’è né tempo né dimensioni. “
Spiego meglio Remus.
“Allora il ragazzo ha fallito!”
Concluse Sirius euforico.
“No, tramite lo specchio di James che è il gemello perfetto del suo è in questa specie di limbo e adesso aspetta che noi o gli altri li richiamino.”
“Specchio gemello perfetto? Altri?”
Sirius cominciava a non capirci più nulla.
“Lo specchio gemello è il secondo che compone la coppia, in questo caso il tuo. Il gemello perfetto è lo stesso specchio che ha James in un altro tempo o dimensione. Gli altri sono gli amici di questo ragazzo. “
Spiegò velocemente Remus.
“Fammi capire, noi possiamo riportare qui James e il ragazzo misterioso e gli amici di sto tizio potrebbero fare lo stesso e portare James chissà dove?”
Chiese Sirius temendo la risposta.
“In quel caso non avremmo modo di riportare James qui, sarebbe perso.”
Rispose Remus con voce rotta dal terrore all’idea di James perso chissà in quale dimensione.
“Dobbiamo muoverci!”
Urlò Sirius.
“Ma non sappiamo chi è..”
Disse Peter dubbioso e spaventato al tempo stesso.
Non importa, salvare James è più importante. Probabilmente viene da un’altra dimensione parallela alla nostra.”
Osservò Remus dopo qualche secondo di riflessione.
“Perché?
Chiese Sirius stupito. A volte il cervello di Remus lo spaventava. Non capiva come faceva ad avere intuizioni così geniali e a trarre conclusioni perfette anche in un momento come quello.
Se è così intelligente da avere trovato un modo di aprire un portale non sarà così sciocco da rischiare di giocare con il tempo.”
Obbiettò Remus.
“Giusto, muoviamoci.”
Concluse Sirius. Non era il momento di parlare, era il momento di riportare a casa James prima che fosse troppo tardi.

“I miei amici? Cominci a farmi paura.”
James cominciava a temere quel ragazzo sconosciuto che sapeva tutto di lui.
“Tranquillo. In ogni caso la pozione è finita. Tra poco meno di un’ora vedrai il mio vero volto.”
Rispose l’altro. Non aveva nessuna intenzione di fare del male a James e lo lasciava tradire dal modo pacato e rassicurante in cui gli rispondeva.
“Sei stato tu a portarci qui?"
James non riusciva a fidarsi di lui. Voleva capire il perché.
“Si, questa è una zona neutra. Per questo la mappa del malandrino non Va.”
Spiego l’altro.
“Come fai a sapere della mappa?”
Chiese James ancora più stupito. Sapeva dei malandrini e sapeva della mappa. Era impossibile, nessuno a parte loro quattro sapeva.
“So tante cose. Prendi lo specchio, servirà per andarcene da qui.”
Disse lui indicando la tasca dei pantaloni di James.
“Come?
Chiese James stupito.
“Può aprire un portale dimensionale o temporale.”
Spiegò il ragazzo misterioso.
“Quindi tu vieni da un’altra dimensione o da un altro tempo.”
Concluse James. Si chiedeva chi potesse essere per conoscerlo bene.
“Molto bravo..”
Disse l’altro sorridendo. Il suo sorriso aveva qualcosa di.. Malandrino. James non se lo sapeva spiegare.
All’improvviso lo specchio di James si illuminò e cominciò a vibrare come aveva fatto nella foresta proibita.
“Che succede?”
Chiese James spaventato.
“Hanno aperto il passaggio”
Disse semplicemente l’altro. James guardò lo specchio e gli sembrò di vedere Remus e Peter.
“James muoviti!”
James sentì la voce di Sirius e si scosse dal quello stato. Senza pensarci un attimo si avvicinò allo specchio e si sentì come risucchiato in un vortice. Qualche secondo dopo si ritrovava nella stanza delle necessità e i suoi tre amici di sempre lo stavano guardando spaventati e felici per averlo di nuovo tra loro. Dietro di lui c’era quello strano ragazzo.
“Te lo avevo detto che ci avrebbero pensato loro.”
Disse semplicemente.
“E questo chi è? Chi sei, parla!
Sbottò Sirius palesemente arrabbiato.
“Viene da una dimensione parallela alla nostra.
Spiegò Remus e James che annuì. Remus si stupì vedendo che James sapeva già tutto.
“Ha preso la pozione polisucco, tra poco vedremo il suo vero aspetto.”
Spiegò a sua volta James.
“Silente.”
Disse semplicemente questi.
“Come?
Chiese James senza capire.
“Vorrei andare da Silente. Tranquilli non dirò nulla di voi.”
La richiesta parve loro strana ma non c’era ragione per non esaudirla. Quello strano ragazzo avrebbe potuto fare del male a James e invece sembrava si fosse servito di lui per arrivare nella loro dimensione. Non sapevano quale ragione l’avesse spinto a fare una cosa del genere ma decisero che James l’avrebbe accompagnato da Silente. Dopo tutto se rimaneva al castello aveva bisogno di una buona ragione per spiegare il suo arrivo e se c’era una cosa sulla quale i cinque ragazzi concordavano era che Silente avrebbe capito.
James e il ragazzo camminavano il silenzio, non avevano nulla da dirsi dopo la conversazione in quella strana stanza bianca. James si sentiva stranamente a disagio con quel ragazzo che pareva conoscerlo così bene. Sembrava che il ragazzo conoscesse bene anche il castello. Ancora una volta James si chiese il perché. Erano arrivati fuori dall’ufficio del preside. Ma d’improvviso il ragazzo si fermò. Sembrava che stesse male, l’effetto della pozione stava finendo e il ragazzo tornò al suo vero aspetto. La visione che gli si parò davanti lasciò James sconvolto. I capelli rossi del ragazzo si erano scuriti fino a diventare scuri e in disordine. Il ragazzo alzò gli occhi e James si trovò di fronte la sua fotocopia proveniente da una dimensione diversa. Avrebbe voluto urlare ma la voce gli si spense in gola e riuscì solamente a balbettare qualcosa di stupido e quasi incomprensibile.
“Tu.. Non è possibile.. Tu sei.. Steven..”
Il ragazzo non riuscì ad aggiungere altro. Era sconvolto.
Il ragazzo rimase immobile a fissare James. Non sapeva nemmeno lui cosa fare, pensava la pozione sarebbe durata di più. Non voleva che James sapesse di lui in quel modo, sapeva che la sua reazione sarebbe stata quella. Rimase li a guardare l’altro sconvolto senza sapere se dire qualcosa o abbracciarlo. Aprì la bocca per dire qualcosa poi all’ultimo momento ci ripensò ed entro nell’ufficio del preside chiudendosi velocemente la porta alla spalle.
“Salve preside vorrei parlare con lei, è molto importante.”
Disse il ragazzo ancora scosso per quanto successo qualche attimo prima.
Il preside lo guardò con quegli occhi così penetranti e comprensivi e stette ad ascoltare la sua incredibile storia senza interromperlo.
“Allora preside, che mi dice.”
Chiese il ragazzo guardando il vecchio preside negli occhi.
“Che per me va bene, rimarrai qui. I tuoi amici potranno raggiungerti domani, penserò io ad aprire un nuovo portale.”
“Grazie mille.”
Era sicuro che Silente avrebbe capito e l’avrebbe aiutato.
“Di nulla, da adesso sarai Steven Potter.”
Disse il vecchio preside. Steven? Era il nome con cui lo aveva chiamato James poco prima nel corridoio.
“Steven Potter?”
“Il gemello di James morto tanti anni fa. James ti ha scambiato per lui, sarà meglio per tutti e non dovrai dare loro troppe spiegazioni.”
Sarebbe stata una soluzione perfetta. Tutti avrebbero creduto che si fosse trasferito da un’altra scuola. Ma James?
“È sicuro?”
Chiese titubante.
“Certo, credono tu venga da una dimensione parallela. Dirai loro che nella tua dimensione è stato James a morire per via del lupo mannaro.”
Il vecchio preside aveva pensato a tutto. Gli fece un incantesimo per cambiare il colore dei suoi occhi e poi gli disse di seguirlo in sala grande. Era stato fortunato, James era rimasto sconvolto dal suo aspetto e non si era accorto degli occhi. Se ci fosse stato li anche Remus non si sarebbe fatto sfuggire quel dettaglio, ne era sicuro.

In sala grande James era sconvolto, sembrava un fantasma. Peter lo aveva trovato fuori dalla porta dell’ufficio di Silente che fissava la porta. Non aveva aperto bocca se non per dire che stava bene.
“James che ti prende sei così pallido.”
Provò Remus senza ottenere risposta.
“James che hai?”
Anche Sirius era molto preoccupato.
I tentativi di capire cosa avesse l’amico furono interrotti dalla voce del preside.
“Ragazzi, un po’ di attenzione.. Oggi diamo il benvenuto in questa scuola a Steven Potter, il gemello di James Potter. Fino ad ora ha frequentato un’altra scuola, sarà nei Grifondoro.. Spero gli riserverete una bella accoglienza.”
James a quelle parole alzò lo sguardo verso il gemello che si stava avvicinando al tavolo senza avere la forza di fare o spiegare qualcosa e si spostò leggermente per lasciarlo sedere al suo fianco. Tutta la scuola li fissava e gli altri malandrini non riuscivano a credere a quello che avevano davanti ma compresero il motivo che aveva sconvolto così tanto James.















  
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