Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Gwen Chan    05/02/2014    2 recensioni
Noi siamo le streghe. Siamo quelle che portano la disperazione. Siamo quelle da uccidere.
Noi eravamo ragazze piene di speranza. Eravamo fiori appena sbocciati.
Noi eravamo contadine e principesse. Avevamo sogni che sono stati spazzati via.
Siamo state generose ed egoiste.
Noi eravamo come voi.
Noi siamo le senza nome.
Noi siamo quelle che sono state ingannate.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Estrema vergogna
 
Bombay somiglia a un enorme corpo butterato di donna che si ricopre di profumo e vesti preziose per nascondere il proprio fetore. È una vecchia dal volto impiastricciato di trucco che cola fra le rughe.
 
Bombay è la città moderna e frenetica che nella sua corsa trascina i malcapitati come fa il Gange dopo i monsoni. È sacra e meretrice al tempo stesso.
È dove sono nata, in uno dei tanti quartieri colorati che si sommano senza regole. Sono cresciuta in due stanze nella miseria insieme a cinque fratelli e tre sorelle. Sono cresciuta nel modo di chi si ritrova adulta troppo in fretta. Le mie membra sono magre, il mio corpo mostra le proprie ossa.
Bombay è cuore pulsante dell'India, è colore e musica. I fili di cotone del mio sari sono impregnati del fumo delle sue macchine. Per me é l'odore di casa.
Sono la figlia di due artigiani, dalle mani di mio padre escono magnifici e utili vasi, da quelle di mia madre stupende stoffe. Tesseva tele di seta che mai mi sarei potuta permettere.
Ero una ragazza vanitosa. Guardavo con invidia i bei gioielli ai polsi delle donne nella nostra bottega. Mi mordevo le labbra al loro tintinnio.
Non venitemi a dire che i soldi non danno la felicità. Ho imparato a tessere da piccina e non è per nulla
divertente. Convivo con la fame ogni giorno.
Quanto desideravo un abito elegante. Avrei dato qualsiasi cosa. Poter avvolgermi in quelle stoffe
leggere come un pensiero, morbide come il pelo di una tigre. Sono una ragazza sciocca. Sono colei che desiderò un vestito.
Era tanto bello da non sembrare umano.
L'Incubator mi vestì come una dea. Fui una sovrana per un giorno.
Sono una ragazza che ha venduto l'anima per un pezzo di stoffa che mia madre ha venduto non appena lo ha trovato. Ci abbiamo mangiato per una settimana.
Le streghe non mancano a Bombay, si nutrono del suo smog e dei suoi umori, si cibano delle bestie che vagano per le strade e io posso combatterle ogni giorno. Le loro uova sono la mia misera ricompensa.
Giocherello
con la gemma brillante e pura simbolo del mio patto. Scintilla nella sua trasparenza. Quanti soldi ci potrei fare? Abbastanza da comprare quattro sacchi di riso?
Non ho bisogno di gioielli, né di bei abiti. Voglio cibo e latte per le mie sorelline, voglio ghirlande di fiori per il loro matrimonio.
Ero una ragazza egoista. Le monete tintinnano nella tasca che ho cucito nel sari. Le accarezzo felice, ne avverto il peso. Sono tante. Ho venduto la mia pietra, ho contrattato per ore. Ormai è perduta.

Odo il rumore pesante di quando qualcosa cade. 
Posso immaginare la mia pietra che si incrina sotto il tacco di una scarpa. Non sento nulla quando in mezzo a strada un carro mi investe. Non sento nulla perché sono già morta.
 
La famiglia per oggi non soffrirà la fame, ma il dolore chiude lo stesso lo stomaco.
 
Note: No, non sono morta. Ho finito in un modo o nell’altro la sessione universitaria d’esami(in realtà non è andata troppo male) e posso finalmente tornare ad aggiornare. Ci si avvicina alla fine.
La prossima sarà l’ultima Puella. Poi ci sarà il capitolo conclusivo.
A proposito, leggo sempre con estremo piacere le vostre recensioni, anche se non rispondo.
   
 
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