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Autore: EonFreeSoul    08/02/2014    1 recensioni
Cinerea è uno dei personaggi più amati della saga TLOS, ma se ci riflettete bene nessuno sa nulla della sua storia, l'unica informazione che abbiamo scoperto è la corruzione da parte di Malefor.
Ma per quale motivo? Cos'è successo durante il soggiorno della dragonessa nel suo covo? Qual'è stato il suo passato?
Scommetto che ve lo siete chiesti.
Se siete curiosi di scoprirlo, questa fanfic fa al caso vostro.
Avventura, combattimenti, amori, dubbi e leggende si intrecceranno durante il racconto, accompagnando Cinerea , e ovviamente anche voi, cari lettori C;
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Furono i colpi alla porta a svegliarla.
Cinerea si alzò assonnata e si trascinò faticosamente fino alla porta: la missione della sera prima l’aveva indebolita molto, e sperò che il visitatore,  chiunque egli fosse, non se ne accorgesse.
Realizzò di colpo che molto probabilmente sarebbe stato Fraigon: c’erano state tre bussate.
Aprì sbadigliando vistosamente e dovette stropicciarsi gli occhi più volte per riuscire a mettere a fuoco il suo amico.
Fraigon la salutò allegramente:- Ehi, ciao! Come va?
Lei rispose a fatica che, sì, stava benissimo e che non c’era da preoccuparsi, ma capì di aver sortito l’effetto opposto quando il sorriso gioviale scomparve dal muso del drago blu:- Cynder, che succede? Non hai una bella cera… sembra che stanotte tu non abbia dormito affatto.
Lei sventolò in avanti una zampa, come per rassicurarlo e nel mentre liquidare il suo commento preoccupato:- Non è niente, davvero, sono solo un po’ stanca per quell’incarico che ci hanno affidato due giorni fa… tutto qui…
Si sforzò di fare un sorriso, ma tutto quello che ottenne fu esplodere in un altro enorme sbadiglio e accasciarsi sulla porta.
Fraigon la sostenne, visibilmente angosciato:- Sei sicura di stare bene? Forse per oggi è meglio che ti riposi…
Come se lei bramasse riposarsi davvero! L’unica cosa che le importava era ingraziarsi Malefor, quindi semplicemente non poteva starsene lì! Doveva assolutamente partecipare alla prossima missione, dato che sicuramente che ne sarebbe stata una proprio quel giorno.
-Fraigon, non sto male, te l’ho già detto! E anche se fosse, non potrei mai sottrarmi ai nostri doveri odierni!
Lui rimase interdetto per un momento, poi, con grande stupore di Cinerea, il sorriso che era scomparso poco prima tornò a riaffiorare sulle sue labbra blu.
-Che hai da sogghignare?- chiese la  dragonessa perplessa e infastidita allo stesso tempo.
-Ma come? Gilf non te l’ha detto? Mi stupisce, considerando che ti sta sempre attaccato…
Cinerea storse il naso a sentire nominare quel babbeo! Sperò che Fraigon procedesse con il discorso e non lo menzionasse eccessivamente, altrimenti era assolutamente convinta che non sarebbe riuscita a non rompere tutto quello che aveva davanti.
Le parole di Fraigon troncarono di botto i suoi pensieri e fecero slittare la sua attenzione nuovamente su di lui:- Ascolta, Cinerea! Non ci crederai mai…!
 
Nadlar si trovava all’interno della Palude.
Le sue eleganti scaglie verde chiaro brillarono quando un debole raggio di sole mattutino le raggiunse, come se fossero state dei piccoli smeraldi.
In occasioni normali se ne sarebbe stato lì a osservarle compiaciuto, ricordandosi in continuazione di quanto erano belle, o meglio, di quanto era bello LUI.
Ma ora non poteva: gli era stata affidata una missione troppo importante per lasciarsi distrarre dalla vanità.
Davanti al drago verde si ergeva l’imponente fortezza di Malefor  in tutta la sua grandezza.
“Apparterrà al Maestro delle Ombre ancora per poco…” pensò assorto, ricordando quello che Ignitus e gli altri Guardiani gli avevano detto di fare: doveva addentrarsi negli spazi interni della roccaforte e rubare il Cristallo del Potere, per poi riportarlo in un posto sicuro, tutto senza che nessuno se ne accorgesse!
Era un compito molto impegnativo, senza contare che avrebbe poi dovuto riferire al Consiglio dei Guardiani le coordinate della posizione del castello del loro arcinemico: aveva vagato a lungo per trovarlo, e ora eccolo lì!
Avrebbero potuto assaltarlo a giorni: Malefor aveva i minuti contati…
Si irrigidì di colpo quando la sentì.
Cinerea avanzava a testa alta tra il fogliame e la fanghiglia, e non era sola: dietro di lei marciava compatto un manipolo di soldati-scimmia pronti a brandire le armi.
Nadlar non perse tempo: si gettò dietro un cespuglio dal fitto fogliame e si nascose più che potè, poi rimase in attesa con il cuore in gola.
Troppo tardi: aveva fatto rumore, e lei l’aveva sentito.
Cinerea si fermò di botto e fece scattare la testa verso il suo nascondiglio, gli occhi ridotti ad una fessura.
Nadlar si sentì morire, ma seguitò a restare in silenzio.
Udì una scimmia chiedere spiegazioni:- Mia signora, cosa succede?
Lei sibilò una risposta:- Zitto! Ero quasi certa di aver sentito qualcosa muoversi qui intorno. Potrebbe essere un intruso.
-Andrò io a dare un’occhiata- si offrì spavaldo un altro guerriero.
Lei lo fermò:- Non occorre, se c’è qualcosa di strano, è compito mio accertarsi che sia innocuo, solo mio. Voi dovete soltanto guardarmi le spalle.
Già, perché se ci fosse stato un intruso, Cinerea avrebbe voluto catturarlo personalmente, per apparire più potente agli occhi del suo Maestro.
L’aveva detto con una calma inflessibile, ma Nadlar vide la scimmia arretrare spaventata.
Capì che la dragonessa al comando avrebbe potuto essere Cynder.
Si  parlava molto di lei anche al Tempio del Drago: si diceva che fosse la guerriera più promettente dell’esercito di Malefor, e per questo andava eliminata subito, oppure, per evitare violenza, sarebbe dovuta passare dalla loro parte.
Lui fece un rapido calcolo mentale: no, non era il caso di provare nessuna delle due opzioni in quel momento, sarebbe stato terminato subito.
Con un grande sospiro di sollievo, si accorse che Cinerea, parlando con le scimmie, aveva scordato completamente il suo scopo iniziale e aveva seguitato ad andarsene senza scovare il suo nascondiglio.
“Meglio, molto meglio…” pensò lui rialzandosi e pulendosi dal fango.
Rimase in attesa aspettando la calma più totale, poi riflettè: aveva appena visto Cynder, la loro più grande minaccia… avrebbe dovuto fare qualcosa, subito.
Il piano che aveva in mente era molto rischioso, ma andava bene così.
Si diresse verso la fortezza con una luce nuova negli occhi.
 
Cinerea era molto eccitata, anche se non sembrava: la notizia che le era stata data da Fraigon era a dir poco sconvolgente!
Il loro Maestro, riconoscendo le capacità superlative dei suoi giovani allievi, gli aveva concesso di prendere con sé una squadra di soldati e di compiere un incarico a scelta, per conto proprio!
E lei aveva subito scelto il suo.
Aveva in mente di portarlo a termine già dalla notte prima, ma non avrebbe mai fatto in tempo a tornare.
Ora, però, aveva la possibilità unica di dimostrare al suo Maestro quanto valeva!
Era così: avrebbe ucciso il drago viola di nome Spyro.
Un’impresa del genere sarebbe stata ricompensata nel migliore dei modi!
Al solo pensiero l’orgoglio le riempì il cuore.
I suoi pensieri furono fatti svanire da un’affermazione di un soldato dietro di lei:- Signora, il posto è questo.
Stava per rimproverarlo per aver interrotto quello che stava pensando quando si ricordò le sue parole: “il posto è questo” aveva detto.
Quindi… era vicina al suo obiettivo!
Si guardò intorno impaziente, improvvisamente notò una lucina venire verso di lei.
Era una creaturina luminosa e con le ali.
Cinerea realizzò: era una libellula!
Fece una smorfia mentre il minuscolo insetto la osservava incuriosito, parve interessarsi molto a lei e iniziò a girarle intorno.
La dragonessa era molto infastidita, stava per aprire le fauci e vomitare una fiammata su quella patetica bestiaccia, quando un pensiero assurdo le balenò nella mente.
Un soldato si fece avanti, con un tono imbarazzato nella voce, come se non sapesse bene come comportarsi in un momento del genere:- Mia signora, dobbiamo eliminarla?
Non appena la libellula sentì quelle parole si ritrasse con un gridolino e si nascose dietro una pianta, osservando furtiva lo strano gruppo.
-Non occorre, ho un’idea- rispose Cynder sventolando un’ala in faccia alla scimmia.
Quella tornò al suo posto borbottando.
La dragonessa concentrò la sua attenzione sull’insetto, non vedendolo, per un momento temette di averlo perso, ma poi individuò un lieve bagliore rosso non del tutto celato da una foglia.
“Bene” riflettè lei: aveva un piano, e per portarlo a termine avrebbe dovuto servirsi di quella libellula, benché fosse un’essere penoso dal suo punto di vista.
Si avvicinò alla foglia e parlò all’insetto rannicchiato lì dietro:- Vieni fuori, nessuno ti farà del male, ho soltanto bisogno di un’informazione. Ti assicurò che sarai libero di andartene quando avremo finito.
All’inizio non successe nulla, poi una piccola testa scarlatta e provvista di antenne fece capolino da dietro la foglia, lanciando un’occhiata timorosa alle scimmie radunate dietro Cinerea.
Lei rassicurò l’animale:- Tranquillo, non ti succederà nulla, sono innocui.
I babbuini parvero infastiditi da quell’affermazione, ma non osarono fare alcun commento.
Poco dopo la libellula si mostrò interamente e si avvicinò a Cynder.
La dragonessa sorrise: doveva mettere a suo agio l’ospite, altrimenti non avrebbe ottenuto molto.
-Molto bene, per prima cosa, come ti chiami?- le chiese.
La libellula esitò un po’ prima di rispondere, ma alla fine si decise: - Il mio nome è Derath, e voi chi siete? Non vi ho mai visti da queste parti…
Per la prima volta Cinerea si rese conto che l’insetto con cui stava parlando era una femmina: la voce non lasciava dubbi.
Poi riflettè sulla domanda che Derath le aveva posto: non sapeva chi erano, e questo avrebbe reso le cose più semplici.
Mentì all’istante:-Siamo solo stranieri di passaggio,  mi chiamo Selynh e sono orfana, loro sono i miei guardiani.
Un soldato stava per protestare, ma lei gli tirò una codata in faccia prima che potesse replicare e continuò:- Speravo che tu potessi aiutarmi, sto cercando una creatura molto particolare che è cresciuta tra il tuo popolo.
Derath sgranò gli occhi per un attimo prima di tornare alla sua espressione iniziale.
Cinerea trattenne un sorrisetto compiaciuto: lei sapeva.
Aspettò che la libellula le rispondesse, cosa che non successe dopo molto:- Beh, ecco… effettivamente sì, c’è una bestia del genere tra di noi- iniziò esitante.
La dragonessa finse sorpresa:- Uh, davvero? Non ci speravo seriamente, dimmi di più, per favore!
Derath confessò tutto quello che sapeva:- E’ un drago di nome Spyro. Il suo uovo è stato trovato nel fiume da due nostri concittadini, che l’hanno cresciuto assieme a loro figlio, adottandolo.
Cinerea si sentì pervadere dall’emozione: era lui!
Pose la domanda fatidica a Derath:- Oh, bene! Sai dove posso trovarlo, per caso? Mi piacerebbe davvero incontrare un mio simile!
La minuscola creatura stava per rispondere, ma si bloccò di colpo e nei suoi occhi si dipinse un’espressione terrorizzata.
Cynder storse il naso, temendo che l’avesse scoperta, ma tentò di mascherare la sua ansia:- Che succede?
Derath si guardò intorno spaventata, senza dire una parola: sembrava stesse disperatamente cercando una via di fuga.
“Dannazione, ha capito chi siamo, devo…” un’improvvisa scossa sismica squassò il terreno sotto di lei, interrompendo i suoi pensieri.
Al tremito iniziale se ne aggiunsero altri, sempre crescendo d’intensità.
La libellula gridò:- Mettiti in salvo, Selynh! Lui sta arrivando!
Il cuore di Cinerea perse un battito:“No, non adesso, chiunque sia questo “lui”, non adesso!”
Un improvviso ruggito squarciò la Palude, facendo tremare la vegetazione intorno a loro.
Le scimmie schiamazzarono di paura e iniziarono a guardarsi intorno, in cerca del loro avversario.
-Restate al vostro posto! Restate al vostro…- una scossa più forte delle altre fece scivolare Cinerea, che si ritrovò accasciata per terra.
“Dannazione…” mentre faceva leva con gli artigli per rimettersi in piedi, notò Derath che scappava tra il fogliame.
Ringhiò di frustrazione: quell’insignificante creatura se l’era svignata senza nemmeno dirle dove si trovasse Spyro.
Era stata solo un’inutile perdita di tempo.
Un altro boato li raggiunse da dietro un muro di alberi.
Cinerea recuperò velocemente il controllo e si voltò verso la fonte del rumore, mentre rifletteva: “ Non sembra il ruggito di un drago, che cosa…?”
Si abbassò trasalendo quando un albero si staccò di colpo dalla terra e le volò sopra, terminando la caduta in un laghetto pieno di liquame marrone.
Cercò con lo sguardo il suo rivale, mentre la sua agitazione cresceva.
E fu allora che lo vide.
Davanti a lei c’era un Golem.
 
Malefor era nei suoi appartamenti, intento a esaminare il Cristallo del Potere.
Se tutto andava bene, l’avrebbe usato entro breve tempo.
Ormai i giovani draghi erano quasi pronti.
Sorrise: aveva un contatto mentale con  loro e poteva percepire quello che stavano facendo in quel momento, anche se loro lo ignoravano.
Si stavano impegnando tutti molto duramente per ottenere qualcosa di utile per lui.
Il Maestro delle Ombre era compiaciuto: la scelta di Demone di prelevare le uova dal Tempio si era rivelata vantaggiosa, infine.
I suoi pupilli erano tutti dei guerrieri formidabili, in particolare una.
Cinerea.
Lei era la più promettente, la preferita di Malefor.
Sarebbe stata la prima a ricevere i poteri ancestrali del Cristallo.
Il drago viola emise uno sbuffo di fumo mentre distoglieva lo sguardo dal potente manufatto.
Cynder… come se la stava cavando? Non aveva ancora controllato.
Immediatamente si collegò con lei.
Appena l’ebbe fatto, un dolore lancinante gli pervase le membra.
Malefor ruggì per la sofferenza e si accasciò a terra: che cos’era quel male?
“Cinerea, cosa stai facendo?!” chiese di getto alla sua protetta, lanciando la frase dentro la mente della giovane dragonessa.
Non ottenne nessuna risposta a parole, solo un infinita, disperata, richiesta di aiuto.
L’enorme drago ringhiò di delusione: pensava che Cynder fosse utile, e ecco che si cacciava nei guai.
Se non sapeva badare a se stessa nella sua missione, era solo una grossa seccatura, nulla più, che morisse pure, a lui non importava.
Rialzandosi ignorò la richiesta che proveniva da Cinerea e tornò ad osservare il Cristallo.
Ma in qualche modo era turbato: non riusciva a concentrarsi, continuava a pensare al male che aveva provato.
Probabilmente era lo stesso dolore che provava Cinerea.
Si sentiva strano, ricolmo di… senso di colpa per averla abbandonata.
Non riusciva a spiegarselo, perché? Non gli era mai successa una cosa del genere.
Eppure, ricordava che fin dalla prima volta che l’aveva guardata negli occhi, aveva percepito tutto il suo potere, la sua devozione, e, cosa che l’aveva profondamente turbato, anche determinazione.
Una determinazione immensa, non pensava fosse possibile.
Subito qualcosa era scattato, anche se non sapeva dire cosa.
Ringhiò di nuovo e si gettò fuori dalla stanza, dirigendosi verso l’entrata della fortezza.
Uscì all’aperto, da quanto tempo non lo faceva? Da un sacco di tempo, troppo tempo.
Spiegò le enormi ali traslucide e si alzò in volo verso la Palude.
 
Cinerea era allo stremo delle forze: il Golem era sorprendentemente forte.
Era disperata, sentiva che stava per morire.
Le scimmie si erano rivelate inutili: quasi tutte erano scappate lasciandola al suo destino; quelle poche che erano rimaste erano state uccise dopo breve tempo.
Aveva tentato di attaccare il mostro, ma i suoi attacchi non riuscivano nemmeno a scalfire la sua dura corazza di pietra.
E il fuoco non serviva a nulla in una situazione del genere.
Venne colpita di nuovo e scagliata lontano da un possente colpo del Golem.
Non tentò nemmeno di rialzarsi: ormai era finita, non c’era più nulla che potesse fare se non soccombere.
Avrebbe dovuto scappare quando ne aveva avuto l’occasione, come aveva fatto Derath.
Invece no, era rimasta lì, fino alla fine.
Percepì un torpore avvolgerla mentre il suo avversario si dirigeva ruggendo verso di lei.
In poco tempo la mole del mostro la sovrastò completamente.
“Addio a tutti, addio Fraigon, addio, Maestro…” pensò afflitta osservando il Golem che si preparava a sferrare il colpo fatale.
Chiuse gli occhi mentre la mano corazzata calava su di lei.
Ma non arrivò nessun dolore.
Niente di niente.
Era ancora viva.
Aprì gli occhi e trasalì: non poteva credere a quello che vedeva.
Un enorme drago viola stava lottando contro il Golem e sembrava avere la meglio.
Lo colpiva con violenza, accompagnando ruggiti ad ogni ferita che infliggeva al nemico.
Cinerea lo riconobbe: Malefor.
-Maestro…- mormorò.
Poi tutto si fece buio.
 
   
 
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