The Seventh:
Hellraiser
Part 8: Dawning
Chapt: 3: Flesh
& Bones
Dare un significato alla propria vita può finire in follia.
[Antologia di Spoon River, E.L. Masters.]
Sono
le tre di notte quando Natasha raggiunte il suo appartamento al 97° piano:
nessuno in giro e silenzio e penombra nel livello delle unità abitative.
Probabilmente Bruce è ancora in laboratorio con Stark, che quando Pepper ed
Howie sono a Malibù torna ad essere nottambulo, e se il Capitano non è preda
della sua solita insonnia nella Gym o nella sala cinema è perché Beth dorme da
lui dopo il turno serale al Phoenix.
Natasha
si bea del silenzio e della solitudine e pregusta già un lungo bagno rilassante
nella Jacuzzi, con la cromoterapia che ancora non ha capito a cosa realmente
serva. Varca la porta del Nest, attraversa
l'ampio salotto, sale sul soppalco e lascia scivolare il trolley nella cabina
armadio rimandando il metterlo a posto per l’indomani. Entra nel bagno della
camera, attiva il cursore olografico ed imposta la temperatura dell'acqua e le
opzioni di idromassaggio e cromoterapia.
Mentre
il getto si attiva e riempie la vasca ovale lascia scivolare a terra i vestiti
e si controlla un paio di grossi lividi allo specchio e l'avambraccio destro
gonfio e dolorante. Decisamente, ha bisogno di tanto relax. "J.A.R.V.I.S." chiama "Modalità Pensiero Zero, per favore."
"Immediatamente, Agente
Romanoff."
Sulle
mensole, sul bordo della vasca e in un angolo del pavimento si alzano piccoli
cilindri bianchi che si accendono con la luce calda e tremula di una candela
mentre la plafoniera centrale si spegne. La cromoterapia inizia a disegnare
sfumature cangianti sul muro.
"Grazie
J.A.R.V.I.S."
" È sempre un piacere per
lei, Agente Romanoff. Mi permetto di ricordarle la bottiglia di Chardonnay
Failla che ha nella cantinetta, un calice sarebbe l'ideale."
"Ottima
idea."
"Come colonna sonora preferisce
musica lounge, new age o qualche artista in particolare? Se posso consigliarle
Lana Del Rey..."
"Niente,
J.A.R.V.I.S.: ti ringrazio ma il silenzio andrà benissimo."
"Come desidera."
È
passata quasi mezz'ora quando Natasha apre gli occhi di scatto e si rizza
sedere facendo cadere nell'acqua la mascherina decongestionante dagli occhi. Ha
sentito un rumore - un tonfo, uno scroscio, non ha capito bene - da qualche
parte della torre. "Controllo del perimetro" ordina a J.A.R.V.I.S.
"Rileva la fonte del rumore e la sua natura."
"Thor è appena atterrato sulla sua
terrazza, Agente."
Natasha
sospira, recupera la mascherina e la riappoggia sul viso: "Il ragazzo deve
imparare a calcolare la differenza di fuso orario tra qui e Asgard."
"Non è da solo."
"Oh,
bene. Avrà fatto pace con Jane, allora. J.A.R.V.I.S. ti prego di formulare un memo
ad Addison, mi deve cinquanta dollari."
"Temo non sia la dottoressa
Foster..."
Storce
la bocca: "Xena?"
"Lucy Lawless sta partecipando ad un
tributo alla serie che l'ha resa celebre, in Nuova Zelanda."
"Intendevo...
Senti, J.A.R.V.I.S., fa finta di niente. Stasera non ho energie per i gossip,
torniamo in modalità Pensiero Zero,
d'accordo?"
"Agente Romanoff, devo avvisarla
che..."
"Cosa
ho detto? Non. Ora. Siamo in modalità Pensiero
Zero, ricordi?"
"Temo di dovere interrompere il suo
Pensiero Zero e..."
Porta
che si apre di botto. Suppellettili a pezzi. Tonfo pensante e due metri di
semidio asgardiano biondo, sporco, bruciacchiato e trafelato che le invade il
bagno.
"Lady
Natasha!"
"FUORI."
"Ho
necessità del tuo aiuto."
"ESCI.
DI. QUI."
"Fammi
spiegare."
"Se
non esci di qui entro due secondi, Odino si ritroverà una figlia femmina come
erede al trono."
"Appunto..."
"ESCI!!"
"Mi permetta di consigliarle di
accettare la sua richiesta, Signore. Le palpitazioni dell'Agente Romanoff sono
identiche a quelle del dottor Banner al limite della trasformazione
nell'Hulk."
Deglutendo,
Thor non può far altro che cedere: "Attendo nelle mie stanze."
“Spero
per te che sia questione di vita o di morte.” Natasha, in capelli bagnati e
tuta sformata addosso non ha l’aria meno pericolosa di quando maneggia un paio
di pistole. Sbatte la porta dell’appartamento del ThunderCorner: una foto di lui e Jane davanti ad uno shawarma cade
per terra dalla mensola vicina.
“Lo
è, credimi.” Thor le va incontro, la ringrazia e le indica la camera da letto.
“Sto per chiederti un favore enorme.”
“Se
è qualcosa del tipo: aiutami a mollare la
fidanzata stalker giuro che ti prenderò a calci. E ti farà male.”
In
fondo Natasha l’aveva già intuito, è che si rifiutava di credere che l’avesse
davvero portato lì, nella Tower, il Quartier Generale dei Vendicatori. Eppure
quando lo vede, privo di sensi abbandonato di traverso sul letto, inizialmente
stenta a riconoscerlo: Loki è più magro e ha i capelli decisamente più lunghi,
fradici e sporchi, vestiti laceri e nel lenzuolo che gli avvolge malamente
spalla e parte del busto si sta formando una chiazza scura.
“Rissa
in uno dei peggiori bar di Asgard?”
“Non
avrei osato disturbarti se non fosse stato indispensabile: la voce servile mi
ha detto che eri sveglia e avevo bisogno di un aiuto immediato. Non è come
pensi, è qualcosa di ben più grave.”
“Cosa
vuoi che faccia, cucirlo? Volentieri: non pensare che mi limiti alla spalla,
farò un lavoro di fino, un bel punto croce sulla bocc –“
C’è
stato un singhiozzo, e non proveniva dalle labbra di Loki, ma dalla poltrona
della stanza: Natasha non può vedere chi la occupa perché lo schienale è
voltato, quindi si limita a fissarlo attendendo una spiegazione.
“Ti
ho detto che la situazione è più complicata.” Thor si avvicina alla poltrona,
chinandocisi sopra sforzandosi di avere sorriso rassicurante; si rialza con un
fagotto verde e tremante in braccio. Con due manine. E sembra anche due
piedini. “Il suo nome è Hela, ed è…”
“Tua
nipote.”
Lui
annuisce, Natasha prende un bel respiro: “Credo che non gli cucirò soltanto la
spalla e la bocca a questo stronzo.”
La
mano di Loki afferra il polso non appena scioglie il bendaggio di fortuna.
Sgrana gli occhi e tenta di alzarsi a sedere, la fronte sporca imperlata di
sudore e la voce strozzata che chiama Hela.
“Se
ne sta occupando tuo fratello, qui fuori. Ho pensato non fosse uno spettacolo
adatto a lei.”
“È
ferita?”
“Qualche
graffio, nulla di che.” Apre la cassetta del pronto soccorso e si infila i
guanti di lattice. Quando apre il lenzuolo il viso di Loki si contrae in una
smorfia di dolore. Natasha studia il foro, la carne ustionata e lesionata in
più punti: “Brutta ferita. Non sono un medico, ma qualche medicazione la so
fare. Questa sarà proprio difficile.”
“Si
rimarginerà da sola tra poco tempo.”
“Devo
comunque fermare l’emorragia: hai l’aria di chi ha perso molto sangue, anche se
è tuo fratello quello che straparla. Dice che la bambina…”
“Hela.
Si chiama Hela.”
“Dice
che è figlia tua e di Addison.” Riempie una siringa con il liquido di una
fiala, la picchietta ed infila l’ago nella ferita con decisione. Loki stringe i
denti ed una mano si conficca nel cuscino stringendolo convulsamente. “Io e lei
siamo piuttosto vicine, lo sai bene. Nove mesi di gravidanza più un parto non
mi sarebbero passati inosservati.”
“Questo
caso è diverso.”
“Oh,
sicuro. Chissà che bella storia avrai da raccontare a proposito.”
Quando
ritira l’ago Loki riprende fiato. “Dov’è lei ora?”
“Che
c'è, non ti fidi di me? Un po' hai ragione. Tieniti forte, non sono delicata in
queste cose.”
"Hey,
Thor-eador" Tony è sporco di
morchia sin dentro alle orecchie ed è accompagnato da un Bruce claudicante dal
sonno. "Esco dal laboratorio e J.A.R.V.I.S. mi informa che sei arrivato,
accompagnato da qualcuno, e che hai chiesto l'intervento della Romanoff nel tuo
appartamento. Non per farmi i fatti tuoi - capisco il bisogno di divertirsi e
sarei un ipocrita a farti la ramanzina - ma posso farti presente che Barton non
ha ancora testato le frecce al plasma e tu potresti essere il suo prossimo
bersaglio? A proposito, perché quella cosa che hai in braccio piange? Dimmi che
è un scimmietta, ti prego." Thor abbozza un sorriso e volta il fagotto:
Hela toglie per appena un attimo le manine dalla faccia e poi riprende a
singhiozzare con più decisione.
"Non
sembra una scimmia." Smettendo improvvisamente di sbadigliare, Bruce
inforca gli occhiali, mentre Tony alza gli occhi al cielo ed incrocia le
braccia: "Credo tu sia decisamente nei casini."
"Non
giungete a conclusioni affrettate: non è mia figlia."
"Meno
male. Per un attimo ho temuto di dover fare i conti con una Xena tradita ed
incazzata... senza contare che poi non avresti più avuto nessuna chance con
Jane."
Bruce
si irrigidisce. Tony sogghigna.
"È
mia nipote."
"Ah."
"Cazzo."
"Ma
non è come pensate!"
"Quindi
hai un altro fratello? Questa volta né scemo né pazzo?"
"La
questione è lunga e complicata. E lei è affamata."
Banner
si toglie gli occhiali: "Vado a farle un biberon, almeno la smetterà di
piangere."
"Bravo.
Trovi tutto... "
"Tony,
so dove si trova ogni singolo elemento
inerente a tuo figlio."
"Sì,
forse ho esagerato con il babysitteraggio. Allora, Montagna che Cammina, dammi almeno la buona notizia che la bambina
è una povera orfanella."
Thor
indica con la testa la porta della camera da letto. "Loki non è nelle
condizioni di nuocere; ho chiesto la cortesia a Lady Natasha di occuparsi delle
sue ferite."
"Oh,
bene, allora sarà orfana presto." A sottolineare la battuta di Tony, da
dietro la porta proviene un debole gemito prolungato. Thor decide di ignorarlo
e continuare nella spiegazione:
"Era
su Niflheim, nascosto agli occhi di Asgard sino a poco tempo fa. Oggi è stato
attaccato dalle milizie di Sutur, Re dei Giganti di Fuoco."
"Vicini
scomodi, immagino."
"Non
c'è da scherzare: se Sif non mi avesse liberato in tempo, a quest'ora sarebbero
morti."
"Un
momento: liberato da cosa?"
"La
sacca." Loki è madido di sudore e ha l'aria stremata, mentre si abbandona
di nuovo sui cuscini. Natasha gli ha lavato e cucito la ferita vincendo
l'impulso di causargli un'emorragia fatale o recidergli un nervo o provocargli
dolori ancora più lancinanti. "Aspetta: per le ustioni- "
"La
sacca." Ripete, deglutendo a fatica. "Dentro c'è un pacchetto bianco.
Mi serve ora."
Natasha
recupera la sacca abbandonata a terra e la apre: resti di provviste, una
borraccia, una sciarpa verde e oro che non si prende la briga di studiare
troppo, quello che sembra un pupazzo di pezza, qualche vestito di piccole
dimensioni ed infine un involucro di tessuto bianco. Lo srotola: ci sono
diversi tipi di erbe e foglie, Loki ne indica alcune di un verde brillante, poi
si alza a sedere a fatica e le appoggia alla ferita: "Assorbono
l'infezione ed il calore delle ustioni, ne ho abbastanza anche per domani"
spiega, mentre Natasha riprende il bendaggio. "Addison sa che sono
qui?"
"È
in missione. Ha l'obbligo del silenzio radio e anche se sapesse della tua
presenza non credo che sarebbe impaziente di tornare."
Loki
distoglie lo sguardo: "Immagino sia furiosa."
"Lo
è stata. Ma per fortuna pare essere passata oltre." Intercetta un guizzo
della mascella ed infierisce: "Credo addirittura di abbia dimenticato.
D'altronde, è più di un anno che non ti fai vivo. Pensavi davvero che restasse
ad attenderti alla finestra?"
"Non
ti devo spiegazioni."
"Pensi
di giocarti la carta della bambina? Che se la beva davvero la storia che *puff* per magia sia comparsa dal nulla
condividendo il suo patrimonio genetico?"
Lo
sguardo con cui le risponde è carico di disprezzo: "L'hai guardata bene?
Fallo e poi dimmi che non noti la somiglianza. Thor, che di sicuro è meno
brillante di te, l'ha colta al volo senza che neppure glielo dicessi."
"Per
quanto ne so, può essere uno dei tuoi trucchi, un piano ben architettato."
"Miei trucchi. Non suoi. È così difficile scindere le mie azioni dalla vita di mia
figlia? Se non fosse stata in grave pericolo me ne sarei ben guardato dal
portarla qui. Sarò pur folle, ma non stolto." Deglutisce ancora a fatica e
torna a guardare il muro - A Natasha è parso di averli visto diventare liquidi,
come se trattenesse a stento le lacrime. "La sento piangere. È spaventata
e stanca. Ha mangiato?" Natasha scuote la testa. "Portala qui."
"Perché,
vuoi darle il tuo latte?"
Loki
non è troppo stremato per rifilarle un'altra occhiata di disprezzo.
Banner
rientra nell'appartamento con il biberon in mano e lo avvicina alle labbra
della bambina, ormai paonazza in volto per lo sforzo di piangere. Lei ha un
attimo di smarrimento, sembra quasi che lo rifiuti, poi la fame prende evidentemente
il sopravvento e si attacca alla tettarella succhiando con vigore e afferrando
la bottiglia con le manine sporche. Thor non le stacca gli occhi di dosso e si
lascia andare ad un piccolo sorriso, sedendosi sul divano e seguendo le
indicazioni di Tony quando gli suggerisce una posizione più comoda per tenerla
in spalla mentre beve: "Non è bellissima?"
"Sì,
sì, lo è e tuo sei uno zio perfetto. Ora continua a spiegare." Incalza
Tony.
"Poco
più di un anno fa, le Norne annunciarono a mio padre la venuta di una creatura,
non generata da ventre materno, che sarebbe stata 'Monarca sopra ogni Re', e il cui Regno sarebbe stato al di sopra
di ogni altro. Turbato, Odino ordinò ad Heimdall di guardare ovunque e di
trovarla. Pochi giorni or sono, con le nubi di Niflheim diradate per la
primavera, il Guardiano ha potuto vedere Loki, ed Hela con lui. Comprendendo
che fosse lei la creatura della
profezia, ha avvisato mio padre. È stato solo per un fortuito caso che ho
potuto sentire le sue parole: non potevo restare con le mani in mano. Io e Sif
siamo riusciti a trovare una via per Niflheim e mi sono precipitato ad avvisare
Loki, ma al mio ritorno su Asgard sono stato posto agli arresti per tradimento.
Sif è riuscita a liberarmi: ora tremo al pensiero che possa essere nei guai a
causa mia - a causa nostra. Ma se così non fosse stato, non oso pensare a cosa
sarebbe potuto accadere.”
“Mi
sono fermato al ‘non generata da ventre
materno’” Ammette Banner, infilandosi
nuovamente gli occhiali. “In che senso? Che è stato lui a…”
“Bruce,
non è importante questo. Fammi capire, Thor: quindi tu hai portato tuo fratello
– ingestibile, psicolabile, genocida – e la sua… pseudo figlia ricercata da
mezzo universo sotto lo stesso tetto in cui vive la mia famiglia? Inizio a credere che tu ragioni come un wrestler
malmenato: male. Molto male.”
“Stark,
tu non capisci”
“NO.
TU non capisci:” Il pugno di Tony
colpisce la superficie del tavolino con violenza. Hela, quasi assonnata dopo
aver svuotato il biberon, sussulta e si irrigidisce tra le braccia dello zio.
“L’idiota fa una cazzata e tu accorri, abbocchi alle sue richieste e ci caschi
come sempre: non ti fai neppure due domande se quello che ti ha raccontato sia
vero o meno. Cristo, Thor, ma non hai
imparato niente in questi ultimi anni? E la cosa più grave è che li porti qui tra di noi. Metti in pericolo la Terra, metti in pericolo la mia famiglia e questo perché non hai
ancora capito che lo stronzo” Tony si mette le mani ad imbuto sulla bocca ed
urla: “Ti prende per il culo!”
Thor
sta fremendo ma cerca di trattenersi, alzandosi di scatto e allontanandosi dal
divano per camminare avanti ed indietro nella sala cullando la bambina. “Fra
tutti pensavo fossi l’unico che avrebbe compreso. Non è mia intenzione mettere
in pericolo la tua famiglia, non farei mai una cosa simile. Ma devo anche
proteggere la mia, e loro lo sono. Così come tu faresti qualsiasi cosa per
proteggere tuo figlio, Loki fa lo stesso con lei. Qui è al sicuro, Asgard non
attaccherà i Vendicatori, poiché voi stessi siete Eroi del mio popolo, che è
riconoscente ed in debito con voi.”
“Allora
lascia la bambina qui e…”
“Senza
Loki? È crudeltà!”
"Una
parola totalmente sconosciuta a tuo fratello, uh?"
"In
effetti" Alzando il dito, Bruce interviene timidamente: “Separare la
bambina da suo padre sarebbe un ulteriore trauma. E da come si comporta, ad
occhio e croce, direi che ne ha già subiti abbastanza.”
“Oh,
non ti ci mettere anche tu! Non stiamo parlando del Padre Modello dell'anno. Si tratta di Loki: vi ricordate di lui,
vero? Corna...scettro... chitauri e - kaboom
- New York mezza distrutta?”
“Tony,
fermati un attimo. Respira, ragiona: stiamo parlando principalmente di una
bambina. Guardala: avrà più o meno l’età di Howie! Come ti sentiresti a sapere
di tuo figlio circondato da estranei?”
“Mio
figlio è un bambino normale non un…”
Lo
sguardo di Thor si fa minaccioso: “Non provare ad usare quella parola con mia
nipote.”
“Beh,
tutti la chiamano creatura, io non
posso farlo?”
Natasha
apre la porta della camera da letto e intima un: “FERMI TUTTI!” Prima di
attraversare la sala verso Thor, prendere in mano la recalcitrante Hela e
tornare verso la camera dicendo: “Ora potete riprendere ad accapigliarvi.”
Dalla
porta di ingresso, in una maglietta degli Yankees decisamente stretta e un paio
di boxer infilati al contrario, compare Steve con i capelli spettinati e gli
occhi aperti di un millimetro: “Hey! Non è che potete fare meno rumore? Beth
domani ha il turno della mattina, e anche io gradirei dormire, visto che nelle
ultime dodici settimane sono stato in missione e non ho mai chiuso occhio. Ciao
Thor, è un piacere vederti, anche se sono le quattro di notte. Spero tu non ti
offenda se non mi trattengo per festeggiare il tuo ritorno ma…”
“Non
stiamo festeggiando.” Sospira Banner. “E non è arrivato da solo.”
“Ah.
Se c’entra Jane io non …” Banner gli rifila uno sguardo minaccioso – un
inquietante barlume verde ha attraversato gli occhi castani - e Tony si passa il
taglio della mano sulla gola per fargli segno di tacere. “Oh. È una di quelle
cose per cui non si vorrebbe essere buttati giù dal letto a quest’ora, vero?”
“No.
Proprio no” Tony sospira e rifila un'occhiataccia ad un avvilito Thor:
“Tantomeno affrontare da sobri. J.A.R.V.I.S, manda Ferrovecchio con del
Talisker.”
“Ne
sono spiacente” Si scusa ancora Thor. “Ad ogni modo, ogni decisione non può
essere presa senza consultare prima Addison.”
Tony
si gratta il pizzetto: “Che c’entra la
Cornacchietta, ora?” Steve sospira che alzarsi dal letto è stata
decisamente una pessima idea.
“Come
vi dicevo, la situazione è estremamente complicata.”
“Dopo
il Talisker, Thor-mento. Se sento
un’altra parola senza qualcosa che mi distenda i nervi sfratto tutti.”
Quando
la bambina vede Loki smette immediatamente di piangere e si accoccola al suo
fianco, tremando e mugolando, stringendolo così forte da strappargli un gemito
di dolore. Loki le parla a lungo, spiegandole che quelle persone sono amici
della mamma e che presto sarebbe arrivata anche lei a conoscerla. “Qui siamo al
sicuro” La rassicura, guardando Natasha: “Non è vero?”
Lei
incrocia le braccia ed alza un sopracciglio: “Forse è meglio che ti riposi”
Aggiunge “Penserò io alla bambina. Così la guarderò meglio.”
“Ha
ancora fame” Loki le accarezza la guancia e torna a rivolgersi direttamente
alla piccola “Ora farai un bel bagnetto e mangerai a sazietà, d’accordo?”
Hela
guarda suo padre, poi Natasha, poi ancora suo padre e infine si lascia
riprendere in braccio da Natasha senza protestare.
Fuori
dalla stanza Banner, Tony e Steve fanno compagnia a Thor, una bottiglia mezza
vuota di Talisker sul tavolino e un silenzio pesante.
“Tony,
ho bisogno della Nursery di Howie.”
“Fai
come se fossi a casa tua: tanto qui lo fanno tutti.”
“Ottimo.
Prepara anche qualcosa di più sostanzioso che del latte, che la signorina ha
ancora fame. Thor, tu tieni d’occhio tuo fratello. Al momento sembra dormire,
ma nel caso decidesse di fare qualche cazzata, inchiodacelo a quel letto che il
martello già ce l’hai. Bruce: te ne intendi di bambini? Una visita sarebbe
necessaria, almeno da escludere qualche ferita grave. Steve tu…”
“Io
ora me ne tornerò nella mai stanza e farò finta di non aver visto né sentito niente.”
Mentre
l’acqua scorre a riempire la vaschetta Natasha si rende conto di non avere la
più pallida idea di cosa fare. La bambina la fissa con aria incuriosita, seduta
sul fasciatoio con le manine raccolte in grembo e la schiena dritta: il
contegno di una minuscola lady insozzata di fango come un animale.
Dunque:
se la sua intenzione è di farle il bagno allora per prima cosa deve toglierle i
vestiti - se si possono definire così quei brandelli di pelli - di dosso. Sotto
ad una casacca di pelle trova una maglia verde, e poi un'altra e quello che
potrebbe rientrare di diritto nell’arsenale chimico di Assad: Natasha sfila il
pannolino reprimendo un conato e senza darsi troppa pena di celare il suo
disgusto lo getta nel bidone dell'immondizia.
Sgambettando
nel vuoto, Hela tira fuori la linguetta e commenta con un 'BLEAH'.
"Che
fai, mi prendi in giro?"
Oh
sì, lo sta facendo eccome, e nella sua smorfia Natasha ha riconosciuto
perfettamente Addison. Sospira, si ripete che è solo suggestione, le dà una
pulita sommaria e poi la appoggia dentro alla vaschetta piena d'acqua calda.
Hela
caccia uno strillo così acuto che per poco Natasha non la lancia per aria dalla
sorpresa: "Cos'è, troppo calda?" Oddio, ora la sta guardando come se
avesse davanti la sua potenziale nemesi.
Oh, toh. In questo è tutta suo padre.
"D'accordo,
d'accordo. Ci metto un po' d'acqua fredda, contenta?"
"Cì!"
Oddio, la piccola sudicia sa anche
parlare?
"Capisci
quello che ho detto?"
"Cì!"
Nah, impossibile.
"Ti
cucinerò e ti mangerò per cena."
Il
labbro inferiore le inizia a tremare.
Ok, comprende tutto, buono a sapersi.
Nell'acqua
tiepida Hela sembra essere decisamente a suo agio. Strilla e schizza ovunque
muovendosi in continuazione; Natasha è praticamente più bagnata di lei:
"Stai ferma un secondo, per favore? Come faccio a toglierti questa merda
di dosso se ti dimeni come un'anguilla?"
"Medda!"
Eh sì, di nuovo le attitudini di Addison.
Mentre
si dà una calmata ne studia meglio il visetto paffuto, gli occhi grandi e ovali
- il colore è lo stesso di quelli di Loki, la forma indubbiamente quella di
Addison - ed i capelli scuri: sono sottili e radi, anche bagnati sembrano
seguire direzioni proprie.
Lo
shampoo le va negli occhi ed Hela ha uno scatto, sollevando un'onda
assurdamente grande per il suo piccolo corpo che ovviamente finisce tutta
addosso a Natasha.
"Hey!"
protesta: "Ho menato tua mamma per molto meno."
Oh, ecco. L'ha detto.
La
bambina si ferma, si toglie la schiuma dagli occhi strofinandoseli con le
manine pulite e la fissa quasi incantata: "Mam-ma?"
Gran bel casino.
Oh
sì, decisamente grosso. Da che la conosce, Addison ha sempre dimostrato un
atteggiamento decisamente negativo nei confronti dei bambini. Non che non le
piacessero - in fondo anche lei ogni tanto si metteva a giocare con Howie - ma
la stufavano presto. Non era nell'ottica di avere figli e – Natasha ne è sicura
– men che meno di averne con Loki.
Già
si immaginava la crisi isterica. Forse era meglio preparare un paio di fiale di
calmante.
O
prendere dall'Armeria 1 la 'Pistola della
Buonanotte'.
Tutto
questo ammesso e non concesso che quella fosse davvero sua figlia.
Perché,
diamine, dire che tutto quello era assurdo è usare un blando eufemismo.
Ma,
d'altronde, sino a tre anni prima avrebbe dichiarato 'impossibile' la
distruzione di New York da parte di un esercito alieno.
O
una glaciazione di buona parte dell'emisfero boreale da parte di un gruppo di
Na'vi imbufaliti.
Cercando
di farla scivolare via il meno possibile, Natasha insapona tutta la bambina e
quasi la lancia per aria dalla sorpresa, quando nota che pancino è liscio e
senza neppure il più piccolo accenno di ombelico: Bozhe Moi, e questo che significa?
Natasha
non ha una gran conoscenza del mondo animale, ma è quasi certa che tutti i
mammiferi abbiano il cordone ombelicale. Se Hela ne è sprovvista non è da
considerarsi tale? E che cos'è dunque?
Strofinandole
il viso sporco di fuliggine, le dita di Natasha seguono la piega del mento e
trovano qualcosa. È un ciondolo d'oro, l’ha già visto. Dove?
Oh!
Era
il ciondolo che aveva agguantato, insieme alla Gemma della Mente, mentre
lottava contro Loki nella tormenta causata dallo Scrigno. Era nella sua tasca,
e lui vi si era gettato sopra per recuperarlo prima che sulla Gemma.
"Mmm-mio!"
Protesta la bambina.
"Oh
sì, tutto tuo. Non ho nessuna intenzione di rubartelo."
Ha
mangiato un piatto intero di zuppa e due di carne e verdure. Si regge a
malapena il secondo biberon di latte, con la testa che ciondola dal sonno ma
l'espressione soddisfatta stampata sul piccolo viso.
Banner
l’ha controllata e non ha riscontrato altro che graffi sulle manine e su una
guancia e un piccolo livido sul ginocchio, tutto compatibile con la
rocambolesca fuga. Le ha fatto anche un tampone in bocca per prelevare del DNA
dalla saliva: "Così, tanto per essere sicuri della parentela."
Infine,
Natasha la infilata dentro un pigiama di Howie – è minuta ma più alta del
piccolo Stark e l'orlo dei pantaloni le arriva a metà polpaccio – e nel
tragitto verso il ThunderCorner Hela
si addormenta con il viso sulla spalla solleticandole il collo con il respiro
tiepido. Natasha non sa spiegarsi l'attimo di esitazione che ha
nell'appoggiarla sul letto. La piccola si raggomitola di nuovo accanto al
fianco del padre e nel sonno lui la cerca con il braccio sano e la stringe,
mentre Thor ha lanciato stivali e vestiti ai quattro cantoni della camera e ora
russa dalla poltrona con i piedi appoggiati sul cassettone.
Quando
Natasha torna nel suo appartamento l’alba non è lontana e lei non riesce più ad
apprezzare la solitudine che aveva cercato solo poche ore prima.
Non
sa neppure realmente cosa pensare.
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Dopo quattro giorni a
Lisbona, un concerto di Fado ed una storta alla caviglia (Che il Marques de
Pombal, quando ha progettato la pavimentazione della Baixa, mica ci pensava che
con il tempo si sarebbero create delle buche mondiali) ritorno alla mia solita
routine. Scusate, la prossima volta cercherò di perdere l'aereo.
Sono anche molto indietro
con i ringraziamenti per i commenti al precedente capitolo: farò del mio meglio
per recuperare in brevissimo tempo!
Ma comunque GRAZIE, ma
GRAZIE davvero! (In Portoghese: Obrigada!), anche se vi ho fatto fuori Fenrir
in così poco tempo e comparire Frigga solo come fantasma.
Commenti & Critiche
costruttive son sempre ben accette, spero di sentire un vostro parere su questo
capitolo, ma ad ogni modo, davvero GRAZIE per continuare a cliccare e leggere
su questa storia.
Per qualsiasi curiosità,
domanda, o cazzeggiata, ho il mio ask.
Alla prossima, se vorrete,
EC