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Autore: Evilcassy    09/02/2014    8 recensioni
E' passato un anno e mezzo dagli eventi di TS:W, e di Loki, improvvisamente, si perdono le tracce.
Nessuno sa che, su Nifleheim, vive proteggendo la Creatura il cui dominio, secondo una profezia delle Norne, sarà superiore a quello di Odino.
Ma le nubi non possono celare per sempre il Regno delle Nebbie dallo sguardo dell'Universo, né la Terra può sperare di scampare alla vendetta di Titano.
I destini di Loki, e dei Sette Vendicatori dovranno incrociarsi di nuovo.
Complicandosi ulteriormente, come se non lo fossero abbastanza...
[Sequel di The Seventh e The Seventh: Winter]
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Seven Heroes Army [The Seventh Saga]'
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The Seventh:

 

The Seventh:

Hellraiser

 

 

 

Part 8: Dawning

 

Chapt: 3: Flesh & Bones

Dare un significato alla propria vita può finire in follia.

[Antologia di Spoon River, E.L. Masters.]

Sono le tre di notte quando Natasha raggiunte il suo appartamento al 97° piano: nessuno in giro e silenzio e penombra nel livello delle unità abitative. Probabilmente Bruce è ancora in laboratorio con Stark, che quando Pepper ed Howie sono a Malibù torna ad essere nottambulo, e se il Capitano non è preda della sua solita insonnia nella Gym o nella sala cinema è perché Beth dorme da lui dopo il turno serale al Phoenix.

Natasha si bea del silenzio e della solitudine e pregusta già un lungo bagno rilassante nella Jacuzzi, con la cromoterapia che ancora non ha capito a cosa realmente serva. Varca la porta del Nest, attraversa l'ampio salotto, sale sul soppalco e lascia scivolare il trolley nella cabina armadio rimandando il metterlo a posto per l’indomani. Entra nel bagno della camera, attiva il cursore olografico ed imposta la temperatura dell'acqua e le opzioni di idromassaggio e cromoterapia.

Mentre il getto si attiva e riempie la vasca ovale lascia scivolare a terra i vestiti e si controlla un paio di grossi lividi allo specchio e l'avambraccio destro gonfio e dolorante. Decisamente, ha bisogno di tanto relax. "J.A.R.V.I.S." chiama "Modalità Pensiero Zero, per favore."

"Immediatamente, Agente Romanoff."

Sulle mensole, sul bordo della vasca e in un angolo del pavimento si alzano piccoli cilindri bianchi che si accendono con la luce calda e tremula di una candela mentre la plafoniera centrale si spegne. La cromoterapia inizia a disegnare sfumature cangianti sul muro.

"Grazie J.A.R.V.I.S."

" È sempre un piacere per lei, Agente Romanoff. Mi permetto di ricordarle la bottiglia di Chardonnay Failla che ha nella cantinetta, un calice sarebbe l'ideale."

"Ottima idea."

"Come colonna sonora preferisce musica lounge, new age o qualche artista in particolare? Se posso consigliarle Lana Del Rey..."

"Niente, J.A.R.V.I.S.: ti ringrazio ma il silenzio andrà benissimo."

"Come desidera."

È passata quasi mezz'ora quando Natasha apre gli occhi di scatto e si rizza sedere facendo cadere nell'acqua la mascherina decongestionante dagli occhi. Ha sentito un rumore - un tonfo, uno scroscio, non ha capito bene - da qualche parte della torre. "Controllo del perimetro" ordina a J.A.R.V.I.S. "Rileva la fonte del rumore e la sua natura."

"Thor è appena atterrato sulla sua terrazza, Agente."

Natasha sospira, recupera la mascherina e la riappoggia sul viso: "Il ragazzo deve imparare a calcolare la differenza di fuso orario tra qui e Asgard."

"Non è da solo."

"Oh, bene. Avrà fatto pace con Jane, allora. J.A.R.V.I.S. ti prego di formulare un memo ad Addison, mi deve cinquanta dollari."

"Temo non sia la dottoressa Foster..."

Storce la bocca: "Xena?"

"Lucy Lawless sta partecipando ad un tributo alla serie che l'ha resa celebre, in Nuova Zelanda."

"Intendevo... Senti, J.A.R.V.I.S., fa finta di niente. Stasera non ho energie per i gossip, torniamo in modalità Pensiero Zero, d'accordo?"

"Agente Romanoff, devo avvisarla che..."

"Cosa ho detto? Non. Ora. Siamo in modalità Pensiero Zero, ricordi?"

"Temo di dovere interrompere il suo Pensiero Zero e..."

Porta che si apre di botto. Suppellettili a pezzi. Tonfo pensante e due metri di semidio asgardiano biondo, sporco, bruciacchiato e trafelato che le invade il bagno.

"Lady Natasha!"

"FUORI."

"Ho necessità del tuo aiuto."

"ESCI. DI. QUI."

"Fammi spiegare."

"Se non esci di qui entro due secondi, Odino si ritroverà una figlia femmina come erede al trono."

"Appunto..."

"ESCI!!"

"Mi permetta di consigliarle di accettare la sua richiesta, Signore. Le palpitazioni dell'Agente Romanoff sono identiche a quelle del dottor Banner al limite della trasformazione nell'Hulk."

Deglutendo, Thor non può far altro che cedere: "Attendo nelle mie stanze."

“Spero per te che sia questione di vita o di morte.” Natasha, in capelli bagnati e tuta sformata addosso non ha l’aria meno pericolosa di quando maneggia un paio di pistole. Sbatte la porta dell’appartamento del ThunderCorner: una foto di lui e Jane davanti ad uno shawarma cade per terra dalla mensola vicina.

“Lo è, credimi.” Thor le va incontro, la ringrazia e le indica la camera da letto. “Sto per chiederti un favore enorme.”

“Se è qualcosa del tipo: aiutami a mollare la fidanzata stalker giuro che ti prenderò a calci. E ti farà male.”



In fondo Natasha l’aveva già intuito, è che si rifiutava di credere che l’avesse davvero portato lì, nella Tower, il Quartier Generale dei Vendicatori. Eppure quando lo vede, privo di sensi abbandonato di traverso sul letto, inizialmente stenta a riconoscerlo: Loki è più magro e ha i capelli decisamente più lunghi, fradici e sporchi, vestiti laceri e nel lenzuolo che gli avvolge malamente spalla e parte del busto si sta formando una chiazza scura.

“Rissa in uno dei peggiori bar di Asgard?”

“Non avrei osato disturbarti se non fosse stato indispensabile: la voce servile mi ha detto che eri sveglia e avevo bisogno di un aiuto immediato. Non è come pensi, è qualcosa di ben più grave.”

“Cosa vuoi che faccia, cucirlo? Volentieri: non pensare che mi limiti alla spalla, farò un lavoro di fino, un bel punto croce sulla bocc –“

C’è stato un singhiozzo, e non proveniva dalle labbra di Loki, ma dalla poltrona della stanza: Natasha non può vedere chi la occupa perché lo schienale è voltato, quindi si limita a fissarlo attendendo una spiegazione.

“Ti ho detto che la situazione è più complicata.” Thor si avvicina alla poltrona, chinandocisi sopra sforzandosi di avere sorriso rassicurante; si rialza con un fagotto verde e tremante in braccio. Con due manine. E sembra anche due piedini. “Il suo nome è Hela, ed è…”

“Tua nipote.”

Lui annuisce, Natasha prende un bel respiro: “Credo che non gli cucirò soltanto la spalla e la bocca a questo stronzo.”



La mano di Loki afferra il polso non appena scioglie il bendaggio di fortuna. Sgrana gli occhi e tenta di alzarsi a sedere, la fronte sporca imperlata di sudore e la voce strozzata che chiama Hela.

“Se ne sta occupando tuo fratello, qui fuori. Ho pensato non fosse uno spettacolo adatto a lei.”

“È ferita?”

“Qualche graffio, nulla di che.” Apre la cassetta del pronto soccorso e si infila i guanti di lattice. Quando apre il lenzuolo il viso di Loki si contrae in una smorfia di dolore. Natasha studia il foro, la carne ustionata e lesionata in più punti: “Brutta ferita. Non sono un medico, ma qualche medicazione la so fare. Questa sarà proprio difficile.”

“Si rimarginerà da sola tra poco tempo.”

“Devo comunque fermare l’emorragia: hai l’aria di chi ha perso molto sangue, anche se è tuo fratello quello che straparla. Dice che la bambina…”

“Hela. Si chiama Hela.”

“Dice che è figlia tua e di Addison.” Riempie una siringa con il liquido di una fiala, la picchietta ed infila l’ago nella ferita con decisione. Loki stringe i denti ed una mano si conficca nel cuscino stringendolo convulsamente. “Io e lei siamo piuttosto vicine, lo sai bene. Nove mesi di gravidanza più un parto non mi sarebbero passati inosservati.”

“Questo caso è diverso.”

“Oh, sicuro. Chissà che bella storia avrai da raccontare a proposito.”

Quando ritira l’ago Loki riprende fiato. “Dov’è lei ora?”

“Che c'è, non ti fidi di me? Un po' hai ragione. Tieniti forte, non sono delicata in queste cose.”





"Hey, Thor-eador" Tony è sporco di morchia sin dentro alle orecchie ed è accompagnato da un Bruce claudicante dal sonno. "Esco dal laboratorio e J.A.R.V.I.S. mi informa che sei arrivato, accompagnato da qualcuno, e che hai chiesto l'intervento della Romanoff nel tuo appartamento. Non per farmi i fatti tuoi - capisco il bisogno di divertirsi e sarei un ipocrita a farti la ramanzina - ma posso farti presente che Barton non ha ancora testato le frecce al plasma e tu potresti essere il suo prossimo bersaglio? A proposito, perché quella cosa che hai in braccio piange? Dimmi che è un scimmietta, ti prego." Thor abbozza un sorriso e volta il fagotto: Hela toglie per appena un attimo le manine dalla faccia e poi riprende a singhiozzare con più decisione.

"Non sembra una scimmia." Smettendo improvvisamente di sbadigliare, Bruce inforca gli occhiali, mentre Tony alza gli occhi al cielo ed incrocia le braccia: "Credo tu sia decisamente nei casini."

"Non giungete a conclusioni affrettate: non è mia figlia."

"Meno male. Per un attimo ho temuto di dover fare i conti con una Xena tradita ed incazzata... senza contare che poi non avresti più avuto nessuna chance con Jane."

Bruce si irrigidisce. Tony sogghigna.

"È mia nipote."

"Ah."

"Cazzo."

"Ma non è come pensate!"

"Quindi hai un altro fratello? Questa volta né scemo né pazzo?"

"La questione è lunga e complicata. E lei è affamata."

Banner si toglie gli occhiali: "Vado a farle un biberon, almeno la smetterà di piangere."

"Bravo. Trovi tutto... "

"Tony, so dove si trova ogni singolo elemento inerente a tuo figlio."

"Sì, forse ho esagerato con il babysitteraggio. Allora, Montagna che Cammina, dammi almeno la buona notizia che la bambina è una povera orfanella."

Thor indica con la testa la porta della camera da letto. "Loki non è nelle condizioni di nuocere; ho chiesto la cortesia a Lady Natasha di occuparsi delle sue ferite."

"Oh, bene, allora sarà orfana presto." A sottolineare la battuta di Tony, da dietro la porta proviene un debole gemito prolungato. Thor decide di ignorarlo e continuare nella spiegazione:

"Era su Niflheim, nascosto agli occhi di Asgard sino a poco tempo fa. Oggi è stato attaccato dalle milizie di Sutur, Re dei Giganti di Fuoco."

"Vicini scomodi, immagino."

"Non c'è da scherzare: se Sif non mi avesse liberato in tempo, a quest'ora sarebbero morti."

"Un momento: liberato da cosa?"

"La sacca." Loki è madido di sudore e ha l'aria stremata, mentre si abbandona di nuovo sui cuscini. Natasha gli ha lavato e cucito la ferita vincendo l'impulso di causargli un'emorragia fatale o recidergli un nervo o provocargli dolori ancora più lancinanti. "Aspetta: per le ustioni- "

"La sacca." Ripete, deglutendo a fatica. "Dentro c'è un pacchetto bianco. Mi serve ora."

Natasha recupera la sacca abbandonata a terra e la apre: resti di provviste, una borraccia, una sciarpa verde e oro che non si prende la briga di studiare troppo, quello che sembra un pupazzo di pezza, qualche vestito di piccole dimensioni ed infine un involucro di tessuto bianco. Lo srotola: ci sono diversi tipi di erbe e foglie, Loki ne indica alcune di un verde brillante, poi si alza a sedere a fatica e le appoggia alla ferita: "Assorbono l'infezione ed il calore delle ustioni, ne ho abbastanza anche per domani" spiega, mentre Natasha riprende il bendaggio. "Addison sa che sono qui?"

"È in missione. Ha l'obbligo del silenzio radio e anche se sapesse della tua presenza non credo che sarebbe impaziente di tornare."

Loki distoglie lo sguardo: "Immagino sia furiosa."

"Lo è stata. Ma per fortuna pare essere passata oltre." Intercetta un guizzo della mascella ed infierisce: "Credo addirittura di abbia dimenticato. D'altronde, è più di un anno che non ti fai vivo. Pensavi davvero che restasse ad attenderti alla finestra?"

"Non ti devo spiegazioni."

"Pensi di giocarti la carta della bambina? Che se la beva davvero la storia che *puff* per magia sia comparsa dal nulla condividendo il suo patrimonio genetico?"

Lo sguardo con cui le risponde è carico di disprezzo: "L'hai guardata bene? Fallo e poi dimmi che non noti la somiglianza. Thor, che di sicuro è meno brillante di te, l'ha colta al volo senza che neppure glielo dicessi."

"Per quanto ne so, può essere uno dei tuoi trucchi, un piano ben architettato."

"Miei trucchi. Non suoi. È così difficile scindere le mie azioni dalla vita di mia figlia? Se non fosse stata in grave pericolo me ne sarei ben guardato dal portarla qui. Sarò pur folle, ma non stolto." Deglutisce ancora a fatica e torna a guardare il muro - A Natasha è parso di averli visto diventare liquidi, come se trattenesse a stento le lacrime. "La sento piangere. È spaventata e stanca. Ha mangiato?" Natasha scuote la testa. "Portala qui."

"Perché, vuoi darle il tuo latte?"

Loki non è troppo stremato per rifilarle un'altra occhiata di disprezzo.

Banner rientra nell'appartamento con il biberon in mano e lo avvicina alle labbra della bambina, ormai paonazza in volto per lo sforzo di piangere. Lei ha un attimo di smarrimento, sembra quasi che lo rifiuti, poi la fame prende evidentemente il sopravvento e si attacca alla tettarella succhiando con vigore e afferrando la bottiglia con le manine sporche. Thor non le stacca gli occhi di dosso e si lascia andare ad un piccolo sorriso, sedendosi sul divano e seguendo le indicazioni di Tony quando gli suggerisce una posizione più comoda per tenerla in spalla mentre beve: "Non è bellissima?"

"Sì, sì, lo è e tuo sei uno zio perfetto. Ora continua a spiegare." Incalza Tony.

"Poco più di un anno fa, le Norne annunciarono a mio padre la venuta di una creatura, non generata da ventre materno, che sarebbe stata 'Monarca sopra ogni Re', e il cui Regno sarebbe stato al di sopra di ogni altro. Turbato, Odino ordinò ad Heimdall di guardare ovunque e di trovarla. Pochi giorni or sono, con le nubi di Niflheim diradate per la primavera, il Guardiano ha potuto vedere Loki, ed Hela con lui. Comprendendo che fosse lei la creatura della profezia, ha avvisato mio padre. È stato solo per un fortuito caso che ho potuto sentire le sue parole: non potevo restare con le mani in mano. Io e Sif siamo riusciti a trovare una via per Niflheim e mi sono precipitato ad avvisare Loki, ma al mio ritorno su Asgard sono stato posto agli arresti per tradimento. Sif è riuscita a liberarmi: ora tremo al pensiero che possa essere nei guai a causa mia - a causa nostra. Ma se così non fosse stato, non oso pensare a cosa sarebbe potuto accadere.”

“Mi sono fermato al ‘non generata da ventre materno’” Ammette Banner, infilandosi nuovamente gli occhiali. “In che senso? Che è stato lui a…”

“Bruce, non è importante questo. Fammi capire, Thor: quindi tu hai portato tuo fratello – ingestibile, psicolabile, genocida – e la sua… pseudo figlia ricercata da mezzo universo sotto lo stesso tetto in cui vive la mia famiglia? Inizio a credere che tu ragioni come un wrestler malmenato: male. Molto male.”

“Stark, tu non capisci”

“NO. TU non capisci:” Il pugno di Tony colpisce la superficie del tavolino con violenza. Hela, quasi assonnata dopo aver svuotato il biberon, sussulta e si irrigidisce tra le braccia dello zio. “L’idiota fa una cazzata e tu accorri, abbocchi alle sue richieste e ci caschi come sempre: non ti fai neppure due domande se quello che ti ha raccontato sia vero o meno. Cristo, Thor, ma non hai imparato niente in questi ultimi anni? E la cosa più grave è che li porti qui tra di noi. Metti in pericolo la Terra, metti in pericolo la mia famiglia e questo perché non hai ancora capito che lo stronzo” Tony si mette le mani ad imbuto sulla bocca ed urla: “Ti prende per il culo!”

Thor sta fremendo ma cerca di trattenersi, alzandosi di scatto e allontanandosi dal divano per camminare avanti ed indietro nella sala cullando la bambina. “Fra tutti pensavo fossi l’unico che avrebbe compreso. Non è mia intenzione mettere in pericolo la tua famiglia, non farei mai una cosa simile. Ma devo anche proteggere la mia, e loro lo sono. Così come tu faresti qualsiasi cosa per proteggere tuo figlio, Loki fa lo stesso con lei. Qui è al sicuro, Asgard non attaccherà i Vendicatori, poiché voi stessi siete Eroi del mio popolo, che è riconoscente ed in debito con voi.”

“Allora lascia la bambina qui e…”

“Senza Loki? È crudeltà!”

"Una parola totalmente sconosciuta a tuo fratello, uh?"

"In effetti" Alzando il dito, Bruce interviene timidamente: “Separare la bambina da suo padre sarebbe un ulteriore trauma. E da come si comporta, ad occhio e croce, direi che ne ha già subiti abbastanza.”

“Oh, non ti ci mettere anche tu! Non stiamo parlando del Padre Modello dell'anno. Si tratta di Loki: vi ricordate di lui, vero? Corna...scettro... chitauri e - kaboom - New York mezza distrutta?”

“Tony, fermati un attimo. Respira, ragiona: stiamo parlando principalmente di una bambina. Guardala: avrà più o meno l’età di Howie! Come ti sentiresti a sapere di tuo figlio circondato da estranei?”

“Mio figlio è un bambino normale non un…”

Lo sguardo di Thor si fa minaccioso: “Non provare ad usare quella parola con mia nipote.”

“Beh, tutti la chiamano creatura, io non posso farlo?”

Natasha apre la porta della camera da letto e intima un: “FERMI TUTTI!” Prima di attraversare la sala verso Thor, prendere in mano la recalcitrante Hela e tornare verso la camera dicendo: “Ora potete riprendere ad accapigliarvi.”





Dalla porta di ingresso, in una maglietta degli Yankees decisamente stretta e un paio di boxer infilati al contrario, compare Steve con i capelli spettinati e gli occhi aperti di un millimetro: “Hey! Non è che potete fare meno rumore? Beth domani ha il turno della mattina, e anche io gradirei dormire, visto che nelle ultime dodici settimane sono stato in missione e non ho mai chiuso occhio. Ciao Thor, è un piacere vederti, anche se sono le quattro di notte. Spero tu non ti offenda se non mi trattengo per festeggiare il tuo ritorno ma…”

“Non stiamo festeggiando.” Sospira Banner. “E non è arrivato da solo.”

“Ah. Se c’entra Jane io non …” Banner gli rifila uno sguardo minaccioso – un inquietante barlume verde ha attraversato gli occhi castani - e Tony si passa il taglio della mano sulla gola per fargli segno di tacere. “Oh. È una di quelle cose per cui non si vorrebbe essere buttati giù dal letto a quest’ora, vero?”

“No. Proprio no” Tony sospira e rifila un'occhiataccia ad un avvilito Thor: “Tantomeno affrontare da sobri. J.A.R.V.I.S, manda Ferrovecchio con del Talisker.”

“Ne sono spiacente” Si scusa ancora Thor. “Ad ogni modo, ogni decisione non può essere presa senza consultare prima Addison.”

Tony si gratta il pizzetto: “Che c’entra la Cornacchietta, ora?” Steve sospira che alzarsi dal letto è stata decisamente una pessima idea.

“Come vi dicevo, la situazione è estremamente complicata.”

“Dopo il Talisker, Thor-mento. Se sento un’altra parola senza qualcosa che mi distenda i nervi sfratto tutti.”



Quando la bambina vede Loki smette immediatamente di piangere e si accoccola al suo fianco, tremando e mugolando, stringendolo così forte da strappargli un gemito di dolore. Loki le parla a lungo, spiegandole che quelle persone sono amici della mamma e che presto sarebbe arrivata anche lei a conoscerla. “Qui siamo al sicuro” La rassicura, guardando Natasha: “Non è vero?”

Lei incrocia le braccia ed alza un sopracciglio: “Forse è meglio che ti riposi” Aggiunge “Penserò io alla bambina. Così la guarderò meglio.

“Ha ancora fame” Loki le accarezza la guancia e torna a rivolgersi direttamente alla piccola “Ora farai un bel bagnetto e mangerai a sazietà, d’accordo?”

Hela guarda suo padre, poi Natasha, poi ancora suo padre e infine si lascia riprendere in braccio da Natasha senza protestare.

Fuori dalla stanza Banner, Tony e Steve fanno compagnia a Thor, una bottiglia mezza vuota di Talisker sul tavolino e un silenzio pesante.

“Tony, ho bisogno della Nursery di Howie.”

“Fai come se fossi a casa tua: tanto qui lo fanno tutti.”

“Ottimo. Prepara anche qualcosa di più sostanzioso che del latte, che la signorina ha ancora fame. Thor, tu tieni d’occhio tuo fratello. Al momento sembra dormire, ma nel caso decidesse di fare qualche cazzata, inchiodacelo a quel letto che il martello già ce l’hai. Bruce: te ne intendi di bambini? Una visita sarebbe necessaria, almeno da escludere qualche ferita grave. Steve tu…”

“Io ora me ne tornerò nella mai stanza e farò finta di non aver visto né sentito niente.”



Mentre l’acqua scorre a riempire la vaschetta Natasha si rende conto di non avere la più pallida idea di cosa fare. La bambina la fissa con aria incuriosita, seduta sul fasciatoio con le manine raccolte in grembo e la schiena dritta: il contegno di una minuscola lady insozzata di fango come un animale.

Dunque: se la sua intenzione è di farle il bagno allora per prima cosa deve toglierle i vestiti - se si possono definire così quei brandelli di pelli - di dosso. Sotto ad una casacca di pelle trova una maglia verde, e poi un'altra e quello che potrebbe rientrare di diritto nell’arsenale chimico di Assad: Natasha sfila il pannolino reprimendo un conato e senza darsi troppa pena di celare il suo disgusto lo getta nel bidone dell'immondizia.

Sgambettando nel vuoto, Hela tira fuori la linguetta e commenta con un 'BLEAH'.

"Che fai, mi prendi in giro?"

Oh sì, lo sta facendo eccome, e nella sua smorfia Natasha ha riconosciuto perfettamente Addison. Sospira, si ripete che è solo suggestione, le dà una pulita sommaria e poi la appoggia dentro alla vaschetta piena d'acqua calda.

Hela caccia uno strillo così acuto che per poco Natasha non la lancia per aria dalla sorpresa: "Cos'è, troppo calda?" Oddio, ora la sta guardando come se avesse davanti la sua potenziale nemesi.

Oh, toh. In questo è tutta suo padre.

"D'accordo, d'accordo. Ci metto un po' d'acqua fredda, contenta?"

"Cì!"

Oddio, la piccola sudicia sa anche parlare?

"Capisci quello che ho detto?"

"Cì!"

Nah, impossibile.

"Ti cucinerò e ti mangerò per cena."

Il labbro inferiore le inizia a tremare.

Ok, comprende tutto, buono a sapersi.

Nell'acqua tiepida Hela sembra essere decisamente a suo agio. Strilla e schizza ovunque muovendosi in continuazione; Natasha è praticamente più bagnata di lei: "Stai ferma un secondo, per favore? Come faccio a toglierti questa merda di dosso se ti dimeni come un'anguilla?"

"Medda!"

Eh sì, di nuovo le attitudini di Addison.

Mentre si dà una calmata ne studia meglio il visetto paffuto, gli occhi grandi e ovali - il colore è lo stesso di quelli di Loki, la forma indubbiamente quella di Addison - ed i capelli scuri: sono sottili e radi, anche bagnati sembrano seguire direzioni proprie.

Lo shampoo le va negli occhi ed Hela ha uno scatto, sollevando un'onda assurdamente grande per il suo piccolo corpo che ovviamente finisce tutta addosso a Natasha.

"Hey!" protesta: "Ho menato tua mamma per molto meno."

Oh, ecco. L'ha detto.

La bambina si ferma, si toglie la schiuma dagli occhi strofinandoseli con le manine pulite e la fissa quasi incantata: "Mam-ma?"

Gran bel casino.

Oh sì, decisamente grosso. Da che la conosce, Addison ha sempre dimostrato un atteggiamento decisamente negativo nei confronti dei bambini. Non che non le piacessero - in fondo anche lei ogni tanto si metteva a giocare con Howie - ma la stufavano presto. Non era nell'ottica di avere figli e – Natasha ne è sicura – men che meno di averne con Loki.

Già si immaginava la crisi isterica. Forse era meglio preparare un paio di fiale di calmante.

O prendere dall'Armeria 1 la 'Pistola della Buonanotte'.

Tutto questo ammesso e non concesso che quella fosse davvero sua figlia.

Perché, diamine, dire che tutto quello era assurdo è usare un blando eufemismo.

Ma, d'altronde, sino a tre anni prima avrebbe dichiarato 'impossibile' la distruzione di New York da parte di un esercito alieno.

O una glaciazione di buona parte dell'emisfero boreale da parte di un gruppo di Na'vi imbufaliti.

Cercando di farla scivolare via il meno possibile, Natasha insapona tutta la bambina e quasi la lancia per aria dalla sorpresa, quando nota che pancino è liscio e senza neppure il più piccolo accenno di ombelico: Bozhe Moi, e questo che significa?

Natasha non ha una gran conoscenza del mondo animale, ma è quasi certa che tutti i mammiferi abbiano il cordone ombelicale. Se Hela ne è sprovvista non è da considerarsi tale? E che cos'è dunque?

Strofinandole il viso sporco di fuliggine, le dita di Natasha seguono la piega del mento e trovano qualcosa. È un ciondolo d'oro, l’ha già visto. Dove?

Oh!

Era il ciondolo che aveva agguantato, insieme alla Gemma della Mente, mentre lottava contro Loki nella tormenta causata dallo Scrigno. Era nella sua tasca, e lui vi si era gettato sopra per recuperarlo prima che sulla Gemma.

"Mmm-mio!" Protesta la bambina.

"Oh sì, tutto tuo. Non ho nessuna intenzione di rubartelo."

Ha mangiato un piatto intero di zuppa e due di carne e verdure. Si regge a malapena il secondo biberon di latte, con la testa che ciondola dal sonno ma l'espressione soddisfatta stampata sul piccolo viso.

Banner l’ha controllata e non ha riscontrato altro che graffi sulle manine e su una guancia e un piccolo livido sul ginocchio, tutto compatibile con la rocambolesca fuga. Le ha fatto anche un tampone in bocca per prelevare del DNA dalla saliva: "Così, tanto per essere sicuri della parentela."

Infine, Natasha la infilata dentro un pigiama di Howie – è minuta ma più alta del piccolo Stark e l'orlo dei pantaloni le arriva a metà polpaccio – e nel tragitto verso il ThunderCorner Hela si addormenta con il viso sulla spalla solleticandole il collo con il respiro tiepido. Natasha non sa spiegarsi l'attimo di esitazione che ha nell'appoggiarla sul letto. La piccola si raggomitola di nuovo accanto al fianco del padre e nel sonno lui la cerca con il braccio sano e la stringe, mentre Thor ha lanciato stivali e vestiti ai quattro cantoni della camera e ora russa dalla poltrona con i piedi appoggiati sul cassettone.

Quando Natasha torna nel suo appartamento l’alba non è lontana e lei non riesce più ad apprezzare la solitudine che aveva cercato solo poche ore prima.

Non sa neppure realmente cosa pensare.

 

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Dopo quattro giorni a Lisbona, un concerto di Fado ed una storta alla caviglia (Che il Marques de Pombal, quando ha progettato la pavimentazione della Baixa, mica ci pensava che con il tempo si sarebbero create delle buche mondiali) ritorno alla mia solita routine. Scusate, la prossima volta cercherò di perdere l'aereo.

Sono anche molto indietro con i ringraziamenti per i commenti al precedente capitolo: farò del mio meglio per recuperare in brevissimo tempo!

Ma comunque GRAZIE, ma GRAZIE davvero! (In Portoghese: Obrigada!), anche se vi ho fatto fuori Fenrir in così poco tempo e comparire Frigga solo come fantasma.

Commenti & Critiche costruttive son sempre ben accette, spero di sentire un vostro parere su questo capitolo, ma ad ogni modo, davvero GRAZIE per continuare a cliccare e leggere su questa storia.

Per qualsiasi curiosità, domanda, o cazzeggiata, ho il mio ask.

Alla prossima, se vorrete,

EC

 

 

   
 
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