Wild Soul è incompiuto. Certo, ha un prologo e un epilogo, e tutti i capitoli in mezzo, ma l'ho scritto nel periodo che andava tra la seconda media (per dare una spiegazione razionale a tutte le cazzate che ci sono dentro) e la seconda superiore. Ci sono, per ciò, delle incongruenze, delle cretinate, dei buchi nella trama, dei problemi formali dovuti alla mia giovanissima età al momento della stesura.
Al che una domanda potrebbe sorgere spontanea: perché lo sto pubblicando? La verità è che Wild Soul è rimasto troppo tempo intatto nel mio pc. Visto che so che non lo continuerò, ho deciso di pubblicarlo, così, giusto perché i miei sforzi non andassero completamente vanificati. So che non è niente di che e che anzi ci sono grossi problemi di sviluppo della trama, ma rendetevi conto che avevo qualcosa come quattordici anni. Siate clementi.
M
Freedom is not worth having, if it does not include the freedom to make mistakes.
Non vale la pena di possedere la libertà, se essa non include la libertà di commettere degli errori.
- Mahatma Ghandi
Non vale la pena di possedere la libertà, se essa non include la libertà di commettere degli errori.
- Mahatma Ghandi
Prologo – QUATTRO ANNI PRIMA.
Qualcuno bussò alla porta.
- Avanti.
Una ragazza con i capelli biondi e grandi occhi blu aprì la porta. Una bandana scura le copriva l’occhio destro, e un taglio si stava cicatrizzando sulla stessa guancia, appena sotto lo zigomo.
L’uomo dietro la scrivania spostò gli occhi dal foglio che stava leggendo e li alzò su di lei.
- Fai quello che preferisci. Te l’ho già detto.
Lei strinse gli occhi.
- Non ti piacerà la mia idea.
Lui sorrise, e per l’ennesima, maledetta volta lei non riuscì a impedirsi di pensare che era bellissimo.
- Non sei il centro del mio mondo, Eve. Per quanto possa farti piacere pensarlo, non dipendo da te. Vattene, se è quello che desideri.
La ragazza fece un passo avanti e appoggiò le mani sulla scrivania. La sua espressione era un misto di disprezzo e disgusto.
- Non mentirmi. Io ti servo.
Lui non smise di sorridere.
- Mi servivi, sì. Ma ora il tuo compito qui è finito, a quanto pare. Hai fallito. Ho già individuato una sostituta.
La ragazza strinse gli occhi, sprezzante.
- Bene.
- Bene.
Si alzò con un gesto repentino e si diresse verso la porta.
- Spero solo che non le renderai la vita un inferno come hai fatto con me – commentò poi con tono duro.
Lui rise sommessamente.
- Tu hai fatto tutta da sola. Ma grazie per il consiglio, farò del mio meglio.
La porta si chiuse istantaneamente, e l’uomo riabbassò lo sguardo sul foglio, continuando a scrivere con un sorriso sulle labbra.
Qualcuno bussò alla porta.
- Avanti.
Una ragazza con i capelli biondi e grandi occhi blu aprì la porta. Una bandana scura le copriva l’occhio destro, e un taglio si stava cicatrizzando sulla stessa guancia, appena sotto lo zigomo.
L’uomo dietro la scrivania spostò gli occhi dal foglio che stava leggendo e li alzò su di lei.
- Fai quello che preferisci. Te l’ho già detto.
Lei strinse gli occhi.
- Non ti piacerà la mia idea.
Lui sorrise, e per l’ennesima, maledetta volta lei non riuscì a impedirsi di pensare che era bellissimo.
- Non sei il centro del mio mondo, Eve. Per quanto possa farti piacere pensarlo, non dipendo da te. Vattene, se è quello che desideri.
La ragazza fece un passo avanti e appoggiò le mani sulla scrivania. La sua espressione era un misto di disprezzo e disgusto.
- Non mentirmi. Io ti servo.
Lui non smise di sorridere.
- Mi servivi, sì. Ma ora il tuo compito qui è finito, a quanto pare. Hai fallito. Ho già individuato una sostituta.
La ragazza strinse gli occhi, sprezzante.
- Bene.
- Bene.
Si alzò con un gesto repentino e si diresse verso la porta.
- Spero solo che non le renderai la vita un inferno come hai fatto con me – commentò poi con tono duro.
Lui rise sommessamente.
- Tu hai fatto tutta da sola. Ma grazie per il consiglio, farò del mio meglio.
La porta si chiuse istantaneamente, e l’uomo riabbassò lo sguardo sul foglio, continuando a scrivere con un sorriso sulle labbra.