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Autore: Lifaen    11/02/2014    1 recensioni
Salve a tutti! Come si può evincere dal titolo, la trama ruota attorno ad un gruppo di avventurieri che affrontano i demoni che infestano il loro mondo, nel tentativo di liberarlo. Spero vi divertiate a leggere questa storia come io mi diverto a scriverla! Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era ancora stupito. Nom era sempre stato convinto che al passato non si potesse sfuggire, né avrebbe mai voluto dimenticare anche una sola delle avventure che aveva vissuto nelle varie compagnie di avventurieri, con molti dei quali aveva stretto amicizia. Aveva sempre saputo che prima o poi avrebbe potuto rincontrare qualcuno conosciuto negli anni precedenti; ma di certo non si sarebbe aspettato di incontrare proprio Falias, di stanza per qualche settimana presso Lord Fyrian, il quale, aveva scoperto, gli doveva un favore da quando, tre anni prima, l’avventuriero aveva guidato eroicamente le truppe del nobile per proteggere la fortezza da un attacco di demoni.
Falias. Di bell’aspetto, capelli biondi che arrivavano alle spalle e brillanti occhi verdi che rivelavano la sua natura ottimista, era un paladino, un crociato dedito a fare del bene nel  nome del dio Kord, signore delle tempeste e del valore in battaglia. Se c’era un dio a cui Nom si fosse mai sentito affine, probabilmente era proprio quello. Ed era abbastanza sicuro che fosse merito di Falias. Era una persona simpatica, a volte un po’ troppo chiacchierona, ma tutto sommato era un valido compagno, e col tempo il guerriero aveva imparato ad apprezzarlo. Ma quello che soprattutto lo aveva sempre colpito di Falias era la sua forza.  Perché Falias era veramente forte. Molto più di Nom, o almeno lo era quando si erano salutati sette anni prima, prendendo ciascuno la sua strada. Nom aveva ventitré anni. Falias ventisette, e già aveva una consolidata fama come Uccisore di Demoni.
In effetti, pensandoci bene, al guerriero non veniva in mente che Falias combattesse una qualunque cosa con un’efficienza superiore a quella con cui uccideva demoni. Fin da sette anni prima, quando avevano condotto un raid contro una tribù di goblin dalle cui scorrerie un piccolo possidente era spaventato, Falias era stato il primo e l’unico a riconoscere il piccolo mostriciattolo che appariva e scompariva ad intermittenza dal campo di battaglia non come un goblin, ma come un quasit, un demone che adorava portare scompiglio negli scontri e volgere alleati gli uni contro gli altri. Nom dubitava che sarebbe sopravvissuto ad un simile incontro, se Falias non fosse stato con lui, e non gli avesse consigliato di concentrarsi specificamente su quella cosina, che il guerriero ad una prima occhiata aveva giudicato insignificante.
Ed era esattamente di quella avventura di cui stava discutendo con Falias, boccale di birra in mano, ad un tavolo della piccola taverna che si trovava all’interno della fortezza di Lord Fyrian.
“Non pensarci, sono stato contento di poterti dare una mano” disse il paladino, sorridendo.
“Starai scherzando. Io so sempre quando devo un favore, e sai che non mi piace avere conti in sospeso”, replicò il guerriero con un sorriso cameratesco. Era davvero contento di aver ritrovato quel compagno d’armi. Certo, forse non era potente quanto Mildred, ma sicuramente era un validissimo combattente.
“Lascia perdere, o finirò col sentirmi in imbarazzo. Hai notato come le ragazze qui siano molto carine?” rispose Falias, facendo un cenno di saluto ad un paio di cameriere, che si voltarono ridacchiando.
“No, non proprio …”, fece il guerriero. Non ricordava di avere considerato anche solo carina una donna, dopo aver incontrato la sua padrona. “Allora, come te la passi?”
“Mah, sai, le solite cose. Andare in giro, risolvere problemi, uccidere demoni … Niente di troppo diverso dal quotidiano” rise il paladino.
Anche Nom scoppiò a ridere. “Sai, anche a me e al mio gruppo hanno dato un titolo simile al tuo.”
“Oh, quindi anche tu ora sei un Uccisore di Demoni?” chiese Falias, e Nom vide la curiosità accendersi negli occhi dell’amico.
“Almeno di nome … Ma non penso ancora di fatto” replicò il guerriero.
Probabilmente Falias notò che il suo tono si era intristito un pochino, perché ordinò un altro paio di birre, poi disse: “Che ti prende? Non è successo niente di grave, vero?”
Nom fece un sospirò. Avrebbe preferito non dirglielo, non ammettere la propria debolezza davanti ad una persona che stimava tanto. Però era suo amico, glielo doveva. In più sembrava veramente preoccupato. Così, gli raccontò tutto delle ultime due battaglie cui aveva partecipato, sperando che potesse dargli qualche consiglio.
“Sono state … Entrambe disfatte totali. Credo di stare … diventando più debole, ecco” ammise tristemente il guerriero.
Falias rimase in silenzio per un bel po’, mentre Nom, imbarazzato, beveva il suo boccale di birra. Poi, d’improvviso, il paladino batté il pugno sul tavolo, facendolo sobbalzare.
“Prima di tutto” cominciò, fissandolo dritto negli occhi, “demoni del genere non li ho ancora incontrati. Soprattutto non so nulla di questo demone dalle sembianze umane. Mai sentito. E’ questo può voler dire solo che erano di un livello completamente differente rispetto al tuo. E probabilmente anche al mio. In secondo luogo” e i suoi occhi divennero quasi fiammeggianti d’ira “pensieri del genere non ti porteranno da nessuna parte. Se pensi di essere debole, o inadatto a fronteggiare i demoni, allora fa’ qualcosa per cambiare.”
Nom in quel momento si ricordò l’altra caratteristica che più di tutte legava Falias al suo dio: come la sua divinità, il paladino odiava le manifestazioni di debolezza. E il guerriero sapeva di potersi affidare a lui, se voleva diventare più forte.
“Falias” disse “so che potrà sembrarti una richiesta strana … Ma devo portela comunque. Per me, per i miei amici e per tutte le persone che potranno essere salvate grazie alla tua risposta. Mi aiuteresti a diventare più forte? Mi aiuteresti a diventare a mia volta... un Uccisore di Demoni?”.
Vide l’espressione del paladino distendersi, quindi diventare pensierosa, poi diventare raggiante, e, in qualche misura, divertita.
“Lo vuoi davvero? Significa legarsi ad una divinità per la vita, e tu sei sempre stato fiero della tua libertà ed indipendenza. Sarai legato ad una gerarchia precisa, che ti darà grandi possibilità per adempiere ai tuoi desideri, ma che ti darà altrettanto grandi responsabilità. Sei davvero convinto di quello che stai chiedendo?”.
Nom esitò un attimo. Era vero, aveva sempre avuto molto a cuore la sua indipendenza, ma … in fondo, sarebbe stato molto peggio perdere i suoi amici. Si era già legato molto negli ultimi quattro anni. Pensò a Lifaen. A Lenn, così giovane, così promettente … così leale. Pensò a Mildred, burbera, irritabile, ma sempre disposta a dare una mano quando si trattava di difendere altre persone, anche se poi l’avrebbero isolata. Pensò a Keyleth, nobile, eterea, legata ai suoi dei da una fede che le ultime sconfitte sembravano solo avere rafforzato; eppure era sempre molto presente, non aveva affatto la testa tra le nuvole. Aveva imparato a conoscerla in quei quattro anni … Chissà che avrebbe detto lei.
“Sì. Sì, sono sicuro.”
Falias si concesse un sorriso mentre poggiava il boccale di birra vuoto sul tavolo e si alzava per andare a pagare l’oste.
“Molto bene. Ti insegnerò le vie della fede. Quando avremo finito, sarai un combattente del dio dei fulmini, della forza e della battaglia.”
  
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