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Autore: OfeliaMontgomery    11/02/2014    1 recensioni
Katarina nel 1790 venne trasformata da Victor Lockwood, uno dei vampiri del consiglio. La donna ormai vampira gli strappò il cuore e lo guardò morire.
Nel 1823 nacque la sua unica figlia, nata dall'amore tra lei ed umano. I vampiri del consiglio lo scoprirono, così andarono da lei ed uccisero l'umano, tentarono di uccidere anche la sua bambina, ma scappò. Da quel giorno non fece altro che scappare e nascondersi da loro.
Adesso nel 2014 cercheranno di vivere una vita normale, ma la scomparsa di sua figlia sconvolgerà tutta la sua vita.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Katarina si svegliò che era ancora buio, controllò che Lavinia dormisse ancora, poi alzandosi prese il cellulare e chiamò Tom.
‘Tom? Ciao sono io, Kate. Che ne hai fatto del vampiro?’
‘Ciao Kate, eh? Ah, sì, l’ho lasciato andare, che altro avrei dovuto fare?’
‘Niente, va bene così. Non ci darà più fastidi vero?’
‘Sì, me l’ha assicurato’
‘Okay, meno male, buonanotte Tom’
‘Notte Kate’
Chiuse la chiamata e tornò nel letto, mettendosi al fianco della figlia. Le accarezzò i capelli e poi le diede un bacio sulla tempia. Si riaddormentò poco dopo.
Katarina quella mattina era già ai fornelli per preparare la colazione per Lavinia. La figlia era in bagno che si stava vestendo per poi andare a scuola.
Quando Lavinia uscì dal bagno, si sentì subito una ventata di profumo arrivare fino alla cucina.
– Lavinia, ma quanto profumo ti sei messa, stai intossicando la casa – esclamò la madre andando ad aprire la finestra della cucina.
– Ma se ne ho messo pochissimo, quanto sei esagerata – esclamò a sua volta Lavinia entrando in cucina. Si sedette a tavola e bevve un bel bicchiere di sangue.
– Muoviti che sennò fai tardi a scuola – disse la madre controllando il grande orologio appeso al muro. Erano le 7.25.
Per fortuna la scuola in cui andava Lavinia non era molto lontana e quindi poteva andarci anche a piedi. Ci metteva più o meno 10 minuti
– Sì, mamma ora vado, ciao – disse Lavinia dando un bacio sulla guancia alla madre.
Appena arrivò davanti alla scuola, un edificio grigio con tantissime finestre, ci entrò e si diresse subito verso l’aula di inglese. La signora Parker ancora non era arrivata, per sua fortuna.
Lavinia entrò e andò a sedersi vicino ad un suo compagno, Tyler Bennett, i banchi erano raggruppati due a due, alcuni traballano un po' e venivano tenuti fermi con dei pezzi di carta. Le pareti erano grigie, mentre le tende gialle ormai sbiadite e malridotte giacevano appese agli angoli per far entrare un po' di luce. Nella parete centrale si trovava la lavagna.
Castellani ti trovo bene – cercò di parlare in italiano Tyler, facendo così ridere la ragazza.
– Il tuo italiano è bellissimo – disse divertita Lavinia.
– E dai, ci ho provato –
– Sì, bravo –
Parlarono ancora un po’, poi entrò la professoressa Parker e fece zittire tutti. Iniziarono la lezione, Lavinia si stava annoiando, per fortuna mancavano solo due mesi e la scuola sarebbe finita.
Il mese prossimo ci sarebbe stato il prom e non vedeva l’ora di andarci, anche se ancora nessuno l’aveva invitata. Sperava che Tyler la invitasse al ballo, ma ancora non l’aveva fatto.
Quando finì la lezione, i ragazzi uscirono dalla classe, Lavinia stava per dirigersi verso l’aula di chimica, ma Tyler la bloccò, prendendola per una braccio.
– Lavinia ti volevo chiedere una cosa – disse nervoso il ragazzo che si passò una mano fra i capelli.
– Che cosa? – chiese tranquilla Lavinia.
– Verresti al ballo con me? – chiese a sua volta lui, Lavinia avrebbe voluto saltare dalla gioia. Nella testa sentiva cantare gli alleluia, avete presente? Finalmente gliel’aveva chiesto.
– Sì, certo – rispose dandogli un bacio sulla guancia.
Per tutta la giornata scolastica Lavinia aveva avuto la testa fra le nuvole, era stata richiamata più volte dagli insegnanti che le dicevano di stare più attenta.
Finalmente anche l’ultima ora era finita e lei stava tornando a casa passeggiando per Washington Square Park, si andò a sedere sul bordo della fontana e guardando il cielo, si mise a pensare a quante volte avrebbe voluto essere una persona normale, invece di essere una vampira.  Per di più doveva sempre scappare e non riusciva mai a stare per più di un anno in un posto. Tornando alla normalità guardò l’ora sul suo cellulare, erano le 15.45. Doveva tornare a casa, sennò sua madre sarebbe impazzita.
Quando tornò a casa, trovò la madre intenta a parlare al telefono con lo zio Tom, stavano parlando di un possibile scontro con il consiglio dei vampiri. Finalmente era riuscita a convincerla? Avrebbero avuto la loro libertà?

 
  
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