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Autore: AxXx    15/02/2014    13 recensioni
Salve, popolo di EFP e amanti della Percabeth in particolare. Questa storia parla di un mondo senza genitori divini, Dei o mostri vari a cui dare peso.
Annabeth è una ragazza ricca che desidera diventare architetto, ma un giorno la sua vita cambia radicalmente e lei si ritrova isolata dal mondo, senza memoria e senza nulla che glielo faccia ricordare. Solo una persona la aiuta: un ragazzo di nome Percy Jackson.
Il passato, però, torna sempre a tormentarci e lei lo scoprirà nel modo peggiore.
[Percabeth]
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Luke Castellan, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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                                                                       Mi hai rubato il Cuore.

 

 

 

 

 

Piper e io passeggiavamo tranquilli lungo la navata principale di un centro commerciale. All’inizio lei mi era sembrata un po’ snob, ma mi resi conto che avevo avuto un’impressione totalmente sbagliato: sembrava stranamente triste e non indossava abiti firmati o molto eleganti. Era molto casual, jeans e maglione, molto semplice, insomma. La borsa, non sembrava nemmeno particolarmente vistosa. Se qualcuno l’avesse vista per strada non avrebbe mai detto che fosse la figlia di un attore. In effetti era normalissima, sembrava cercare a posta di non mostrare nulla di se stessa.

“Mi piacerebbe offrirti qualcosa… ma non ho un soldo.” Ammisi, dopo un po’, indicando un bar, poco lontano.

Lei, però, non sembrò infastidirsi e scrollò le spalle: “Sai il problema, io di soldi ne ho anche troppi.”

 Sembrò quasi volersi rimangiare l’affermazione, quando ci sedemmo insieme allo stesso tavolo. Non ordinammo niente, all’inizio, ma poi lei decise di prendere un gelato alla fragola, chiedendo se anche io volessi qualcosa. Fui tentata di accettare, ma per una volta, non mi andò nulla, così scossi la testa e declinai.

“Piuttosto, dimmi… che è successo tra te e Jason?” Chiesi, osservando il suo volto triste. Sembrava davvero giù.

“Io… be’, ho litigato con lui.” Spiegò, evasiva, come se si vergognasse di qualcosa.

“Ti va di raccontarmelo.”

Mi osservò attentamente, quasi temendo che io le stessi tendendo una trappola, ma poi annuì incerta: “Va bene…”

Ci fu qualche secondo di silenzio, prima che la mora iniziasse a parlare.

“Non so… mi prenderai per una stupida… ma ieri sera, io e Jason ci siamo dati appuntamento in un locale. Io ero andata lì da sola ed ero molto felice… insomma, ultimamente il nostro rapporto era un po’ giù di tono, ma pensavo che un appuntamento avrebbe potuto tirarci su. Solo che quando sono arrivata, lui era avvinghiato ad una sua compagna della scuola di polizia… una certa Reyna… e lei lo stava baciando.” Siegò, tutto d’un fiato, asciugandosi in fretta le lacrime, che minacciavano di uscire.

Non dissi nulla, sentendomi stranamente vicina a lei, pur non conoscendola. Mi chiesi come mi sarei sentita, se avessi visto Percy baciare un’altra ragazza. (Probabilmente sarei scappata in lacrime).

“Io non riuscii a rimanere… mi faceva male il cuore e mi sono sentita tradita… oggi sono venuto da lui per chiarirmi, ma quando ho visto Reyna che dormiva nel suo letto, mi sono sentita uno schifo. Gli ho urlato contro e me ne sono andata di corsa.” Concluse, con la voce spezzata.

Dovevo ammettere che un po’ la capivo: difficile immaginare che Jason avesse una spiegazione plausibile per quel comportamento. Insomma, non è proprio bello vedere una ragazza nel letto del proprio ragazzo e non potei fare a meno di pensare che Jason si fosse come un bastardo di bassa lega.

“Mi dispiace… se vuoi posso parlargli.” Proposi, cercando di farla stare un po’ meglio.

“Non importa… appena starò un po’ meglio, lo farò io… se ci riuscirò.” Ammise Piper, finendo, pian piano la coppetta che stava piluccando distrattamente.

Mentre sospiravo, cercando di non pensare al fatto che Percy potesse fare una cosa simile con me, mi guardai intorno e notai qualcosa che mi fece salire un brivido: alle spalle di Piper c’era un ragazzo, fermo, appoggiato ad una colonna, con le cuffie dell’I-pod nelle orecchie. Indossava un paio di Jeans laceri, e una felpa con il cappuccio tenuto calato, come per non farsi riconoscere.

Da quell’angolazione era impossibile che mi vedesse, ma io vedevo bene lui. Sembrava totalmente disinteressato alla musica che ascoltava, continuava a passare lo sguardo su Piper, soffermandosi per qualche attimo su di lei diverse volte, per poi tornare a fissare altro.

La mia inquietudine aumentò quando notai una cicatrice sullo zigomo che mi fece tornare in mente il mostro che mi tormentava nei sogni.

Scossi la testa.

Doveva essere un dannato scherzo, perché io non potevo ricordare solo un mostro e che fosse proprio lui la prima persona che rincontravo dopo aver perso la memoria. Il destino doveva avere un bel senso dell’umorismo.

“Senti… io sono un po’ stanca…” Borbottai, abbassando anche io il cappuccio per assicurarmi che non mi riconoscesse. “Vuoi che ti accompagni a casa?”

Piper finì il gelato e saldò il conto, mentre io mi guardavo intorno. Il ragazzo era ancora lì, ma continuava a seguire la mia amica con lo sguardo, ignorando completamente me: o non mi aveva riconosciuta, o non mi aveva vista, o mi ero immaginata io la somiglianza.

Appena uscimmo, decidemmo di fare una veloce passeggiata prima di dividerci.

“Come hai conosciuto Talia?” Chiese dopo un po’ la mia compagna. “Vai a scuola con lei?”

Io sussultai, un po’ a disagio. Mi dava fastidio parlare di quello che mi era accaduto. Poi, però, pensai che Piper era stata sincera con me, mi aveva detto cosa la turbava, così decisi di raccontarle tutto: della mia amnesia, di come mi ero risvegliata senza memoria a casa di Percy, di come Talia e Rachel mi avevano aiutato e di come era passata l’ultima settimana.

“Cavolo… che cosa strana… mi dispiace, scusami se ti ho messo a disagio.” Sussurrò, lei, poggiando una mano gentile sulla mia spalla.

“Non preoccuparti… mi sono quasi abituata a questa situazione del cavolo, però vorrei davvero poter ricordare qualcosa.” Ammisi, sorridendole. “E poi Percy, Nico, Rachel e Talia, sono ottimi amici e non mi fanno pesare il fatto di essere una smemorata.”

“Capisco…” Lei sembrò riflettere su qualcosa. “Non ti manca nulla? Magari posso aiutarti anche io…” Propose, guardandomi  speranzosa.

“No… non mi manca niente, a parte i soldi… non mi va di elemosinarli agli altri.” Ammisi, un po’ titubante. Non volevo farmi prestare denaro da nessuno, ed ero pronta ad un netto rifiuto se lei me li avesse offerti.

Invece quello che mi propose mi stupì: “Potrei trovarti un lavoro, sai?”

Io arrossii parecchio: non mi ero aspettata una proposta del genere. Anche se allettante, non sapevo cosa avrei potuto fare. Non sapevo nemmeno se in passato avessi mai avuto un lavoretto Part-time.

“Cosa potresti farmi fare?” Chiesi cautamente.

“Be’… io faccio la babysitter… conosco della gente che ha bisogno sempre di un po’ di aiuto con i loro figli. Tu sembri una brava ragazza, non credo avrai problemi.” Spiegò Piper, sorridendo.

“Ma… io non so cosa dovrei fare. E poi… non so nemmeno se serve una qualche qualifica? Serve?” Chiesi, iniziando a ragionare febbrilmente sulla possibilità. Era allettante, ma avevo paura di combinare casini terribili.

“No… puoi farlo, conosco persone che hanno bisogno di una mano. C’è una famiglia accanto a quella di Jason che hanno bisogno di una babysitter e la loro figlia è una dolcezza. Mi avevano chiesto se conoscevo qualcuno, se vuoi, ti porto a conoscerli. Sono delle brave persone.” Mi assicurò lei, cercando di rassicurarmi.

“D’accordo… almeno avrò qualche soldo per ripagare Percy dell’ospitalità. Grazie davvero.” Accettai, alla fine, ringraziandola. Dopotutto era in buona fede.

 

 

 

 

 

Passarono i tre fatidici giorni prima dell’appuntamento con Percy e quella sera ero talmente nervosa che avrei quasi voluto rifiutare per la paura. Certe volte mi chiedevo perché le ragazze di certi telefilm stessero tanto in bagno a prepararsi. Pensavo fosse una parodia, ma quando mi ci ritrovai io, non seppi proprio cosa fare.

Da domenica, mi vedevo anche con Piper e quando le avevo parlato dell’appuntamento, mi aveva prestato un sacco di trucchi dicendomi di farmi bella: ma cosa mi serviva esattamente? Lo smalto doveva essere rosa o rosso? O Percy lo preferiva blu? E il rossetto? Rosso fuoco? Rosso ciliegia? O Rosa? Oppure qualche altro colore? Il mascara? Lo dovevo mettere? L’Ombretto?

Cavolo!

Perché doveva essere così difficile!? E perché non c’erano libri o pagine internet che mi potevano aiutare?

Mi sentivo più stupida di quando avevo chiesto a Percy di allacciarmi le scarpe.

Alla fine decisi di non truccarmi per nulla. Mi lavai velocemente, assicurandomi di avere anche i capelli puliti, mi misi un paio di Jeans, una camicetta e una giacca. Insomma, proprio come mi aveva trovata lui. Anche lui aveva un abbigliamento simile. Aveva le mani in tasca e continuava ad aggiustarsi un ciuffo ribelle che continuava a finirgli in mezzo agli occhi, cosa che io trovavo terribilmente adorabile.

“Andiamo?” Chiesi, cercando di non far trasparire il mio nervosismo.

“Certo.” Annuì il ragazzo, alzandosi e avvicinandosi alla porta invitandomi a passare per prima.

Decidemmo di andare a piedi, tranquilli. Ormai non c’era più neve, ma era comunque freddino, ma io non ci feci caso. Io e Percy continuavamo a camminare fianco a fianco e dopo un po’ sentii le sue dita intrecciarsi con le mie. Mi sentii avvampare, ma non mi ritirai e strinsi. Continuammo a camminare, mano nella mano, fino alla stazione della metropolitana. Quando ci sedemmo accanto, lui mi cinse le spalle e mi avvicinò a lui.

“Annabeth… non hai ancora ricordato nulla?” Chiese, all’improvviso. Non riuscii a capire, ma qualcosa, nella sua voce, mi fece capire che era in attesa.

“No… ma non voglio pensarci, adesso.” Risposi, appoggiando la testa sulla sua spalla. Era così rilassante, stargli accanto.

“Capisco… mi dispiace.” Borbottò, poco convinto.

Sorrisi, ormai eravamo diventati molto vicini. Mi aveva raccontato molto della sua vita: la sua passione per il nuoto, i suoi problemi di famiglia e di denaro, e alcuni eventi poco felici nella sua vita, come quando fu pestato a dieci anni da un branco di bulli che lo mandarono al pronto soccorso. Da allora si era impegnato nel karate e nell’autodifesa, in modo da poter difendere se stesso e le persone che amava. Mi raccontò anche altri eventi e fu molto sincero e piacevole. A me piaceva molto ascoltarlo, mi rasserenava e il suono della sua voce era quasi ipnotico.

“Percy…” Iniziai, alzando lo sguardo su di lui.

“Mh?”

“Se mai non dovessi mai ricordare nulla… Ho paura… potrei rimanere con te?” Chiesi, preoccupata, temendo un po’ la risposta. Ma non avevo nulla da temere, perché lo sentii stringermi un po’ di più, come per proteggermi.

“Certo… non ti lascerei mai in mezzo alla strada… sei troppo sapientona per essere abbandonata.” Ridacchiò, scherzando, ma allo stesso tempo dolce.

Mi tenni stretta a lui per tutto il viaggio, grata per il sostegno che lui continuava a darmi.

 

 

 

Al cinema c’era l’ultimo film della serie lo Hobbit, e mi piacque un sacco. Adorai tutti i personaggi, ma c’era qualcosa che mi piaceva ancora di più: in quel cinema c’ero io con Percy Jackson. Lui ridette con me, commentando certe scene e si imbronciò un po’ quando dissi che Thorin Scudodiquercia era più bello di lui.

“Ma’… a me tutta quella barba non piace… e poi è stupido.” Aveva commentato, incrociando le braccia offeso.

Cosa che mi fece ridere quasi quanto altre scene del film.

Quando uscimmo, lui mi cinse le spalle e mi riportò a casa, con calma, avvicinandosi a me, sempre di più, tanto che, mentre camminavo, potevo sentire il suo cuore battere contro il mio orecchio.

“Sai… dopodomani ho un… colloquio, diciamo così. Forse mi prendo un lavoro.” Gli dissi, mentre camminavamo.

“Davvero?” Chiese, sorridendo. “Allora vuoi proprio rifarti una vita. Sembra quasi che tu voglia lasciarti alle spalle la vecchia.”

“Forse…” Ammisi, pensierosa. “Il fatto è che non ricordo ancora nulla… se non dovessi ricordare mai, dovrò pur guadagnarmi da vivere.”

Per un attimo, il silenzio ci avvolse e io mi accorsi che ci eravamo fermati. Percy stava aprendo la porta di casa e mi fece cenno di precederlo. Seguii le scale e raggiunsi il suo appartamento e misi a posto la giacca. Ma quando cercai di avvicina al divano sentii che lui mi stava trattenendomi per la vita, costringendomi a voltarmi.

“Dimmi… in questa nuova vita? C’è posto per il tuo salvatore?” Chiese, malizioso.

Mi accorsi solo in quel momento di quanto eravamo vicini.

Deglutii a fatica, sentendomi lo stomaco invaso da miliardi di farfalle che volavano in formazione.

Il mio cervello era in tilt, ragionare era impossibile e il cuore batteva così veloce che pensai potesse esplodermi.

“Se vuoi… non ho nulla in contrario, Testa d’Alghe.” Risposi, in un sussurro, avvicinandomi sempre di più al suo viso.

Le nostre labbra si incontrarono, mentre lui continuava a stringersi sempre di più a me. Le mie si dischiusero automaticamente, accarezzando le sue morbide e lisce con un delicato sapore salmastro. La sua lingua indugiò, quasi a chiedere permesso, ma quando fui io, a prendere l’iniziativa, lui non perse tempo e ricambiò con passione. Era la cosa più bella che avessi mai provato, credo in entrambe le vite che avevo vissuto. Il suo corpo era caldo e il suo tocco mi faceva fremere di eccitazione. Le sue mani mi accarezzavano i capelli e la sua mano mi faceva tremare dal piacere. Mi strinsi a lui, intrecciando le dita tra i suoi capelli, mentre lui dischiudeva le labbra, quasi mi stesse concedendo un dono.

Rimanemmo così per quasi un minuto finché i polmoni non reclamarono aria, solo allora mi allontanai da lui, senza però, sciogliere l’abbraccio.

“Sei bellissima, Annabeth…” Sussurrò Percy, appoggiando la sua fronte alla mia.

“Anche tu.” Fu la mia risposta. Mi accoccolai a lui, appoggiando il viso sull’ampio petto di quel ragazzo che mi aveva rubato il cuore. “Sono felice che sia stato tu a trovarmi.”

 

 

 

 

 

 

 

 

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[Angolo dell’autore]

Potrei dire migliaia di cose su questo capitolo, ma preferisco che siate voi a commentar,e perché questo è IL capitolo, forse più importante della storia, perché si unisce la coppia e si scopre qual cosina *Fischietta*

Commentate, che è il capitolo, spero migliore.

AxXx

  
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