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Autore: lostgirl    15/02/2014    1 recensioni
Dopo l'arrivo del branco degli alfa a Beacon Hills e dopo il Darach, Scott deve affrontare nuove minacce e Deaton gli suggerisce di crearsi un nuovo branco. Tessa e Niki saranno le due nuove beta che aiuteranno Scott e gli altri ad affrontare nuove misteriose creature magiche, tra nuove amicizie e nuovi amori.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isaac Lahey, Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seduta al tavolo della caffetteria di sua madre, Tessa la osservava dietro al bancone mentre lavorava. Era felice di vederla sorridere così ai clienti, di vederla attiva e solare e non più distrutta dal dolore per lei. Non aveva mai pensato che le cose potessero cambiare così tanto in poche settimane: la maggior parte delle persone che le stavano intorno erano già abituate a tutto quello grazie ai cambiamenti di Jared, e pian piano si stava abituando anche a lei al fatto di stare bene, di essere tornata a scuola, di avere delle persone, dei nuovi amici, di cui sapeva di potersi fidare, quando solo tre  settimane prima era chiusa in un ospedale, sola e condannata a morte. Ma ora… tutto quello le piaceva immensamente.
Era preoccupata per l'imminente arrivo della sua prima luna piena, ma allo stesso tempo cercava di rassicurarsi ripetendosi che Scott non le avrebbe mai permesso di far del male a qualcuno e dato che Isaac stava mantenendo la sua promessa e la stava aiutando insieme a Scott a controllare le sue nuove abilità, a volte riusciva a credere che sarebbe andato tutto bene.
- Tessa! -
- Scusa, mi sono persa  un momento nei miei pensieri, cosa dicevi? -
- Dicevo che la tua cioccolata calda sta per diventare non-più-così-calda se non la finisci. -
Tessa abbassò lo sguardo sul tavolo e sulla sua tazza e scrollò le spalle. - La mia cioccolata va benissimo così, stavi parlando d'altro, no? -
- Vediamo... luna piena, catene,  probabili omicidi... -
- Niki ti prego. Non potresti parlare di qualcosa di più allegro? Qualcosa tipo unicorni e arcobaleni! Per cose da licantropi credo che bastino già Scott e Isaac. -
Niki si mise a braccia conserte, poggiò la schiena contro la sua poltrona e la guardò socchiudendo gli occhi. - Vuoi parlare di altro? Possiamo parlare di ragazzi? -
Tessa annuì convinta e soddisfatta e guardò con più attenzione Niki. - Oh. Ora si ragiona. -
- Perfetto! Parliamo di Scott e Isaac, per esempio! Ti ricordi il "vorrete uccidere qualsiasi cosa vi passi davanti" di Scott? Perchè io me lo ricordo molto bene. -
Tessa roteò gli occhi e scosse appena la testa sorridendo. Non si era sentita da subito legata a Niki ma durante quelle ultime settimane aveva iniziato ad apprezzarla e a sentirsi connessa in un certo modo anche a lei. Ma quella connessione non era affatto strana per Tessa: non le faceva paura come le faceva paura quella che aveva con Isaac, perchè alla connessione che aveva con Niki sapeva dare un nome, mentre a quella con il ragazzo no. Con lei era semplicemente amicizia, con lui... qualcos'altro.
- Lo so che hai paura anche tu, quindi parliamone. -
- Non c'è nulla da dire Niki!  Scott è un ottimo alfa e ci ha ripetuto mille volte tutto quello che c'è da sapere. Non possiamo fare altro che aspettare che arrivi la luna piena e sperare che vada tutto bene. Se hai proprio voglia di parlare di qualcosa perchè non mi parli di quel tipo che ti sta attorno da un po’? Guarda che ti vedo sparire con lui, ogni tanto... -
- Mi tieni sotto controllo? -
- Oh puoi giurarci cara. -
- Non c'è nulla da dire su di lui. -
- Non ne parlano bene... -
- Tessa. Non ho voglia di parlare di Aiden. Perchè non parliamo del tuo di interesse? -
- umh. forse perchè non ne esiste uno? -
- Questo è quelli che racconti a te stessa... ma qualcuno c'è ed è piuttosto ovvio... - Niki increspò le labbra, respirò a fondo e poi si alzò poggiando le mani sul tavolo. - Credo che per non pensare troppo a questo genere di cose tornerò a casa a studiare un po'. -
- Va bene. Ci vediamo domani a scuola...-
La ragazza si infilò il giubbotto e salutò l'amica con un gesto della mano ed uscì dal locale lasciando Tessa con la sua cioccolata calda.
La ragazza osservò ancora per un po’ sua madre e la salutò da lontano, sorridendole quando lei alzò lo sguardo verso di lei. Abbassò lo sguardo subito dopo e si voltò un po’ per nascondere il volto sotto le mani e parlare a bassa voce. - Mi sento osservata e a disagio. Mi stai ascoltando, non è vero? Alza il sedere, vieni qui e non farmi sembrare una pazza che parla da sola… -
Poco dopo Isaac si sedette davanti a lei, confuso. - Come…? Come hai fatto a vedermi? -
- Non l’ho fatto. -
- Non l’hai fatto. Quindi cosa fai, chiedi sempre se qualcuno ti sta ascoltando quando sei sola? -
- Sapevo che eri qui e basta, okay? Smettila. Piuttosto… stavi ascoltando davvero. - Tessa si appoggiò allo schienale della sua poltrona, mettendosi a braccia conserte per guardare il ragazzo. - Potrei farti molte domande a riguardo. -  disse ridendo appena. - Perchè sei qui? -
- è l'unico locale decente, non posso passare un pomeriggio tranquillo in un posto carino? -
Tessa sorrise di nuovo. Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso esattamente come non ci riusciva lui e Tessa sapeva che non era lì per il posto carino. Alzò la tazza in alto e la scosse per fare un cenno a sua madre.
- Cosa stai facendo? -
- Sto chiamando lei...  - disse indicando la donna e Isaac si voltò a guardarla per un attimo, riconoscendola subito. La vide afferrare qualcosa ed uscire da dietro al bancone per dirigersi verso di loro. Due minuti dopo era in piedi davanti loro con un'altra tazza di cioccolata calda e un piatto di biscotti. Li poggiò davanti ad Isaac e sorrise dolcemente. - Per gli amici di Tessa offre la casa! - gli strizzò l'occhio e poi tornò al suo lavoro.
- Spero ti piaccia, altrimenti non credo potremmo mai più essere amici. -
Isaac tornò a guardarla e questa volta il suo sguardo colpì particolamente Tessa. C'era qualcosa di diverso, ora. - Cocco e cannella... tranquillo, non ti avveleniamo mica... -
- Io amo questo, Tes. - disse annuendo leggermente con la testa.
- Allora che c'è? -
- Nulla... nulla. -
Tessa l'osservò ancora un po' in silenzio mentre lui assaggiava la cioccolata. C'erano dei momenti in cui vedeva in Isaac tristezza, nostalgia e un pizzico di paura. Erano davvero pochi i momenti in cui lasciava spazio al suo lato "fragile", ma di tanto in tanto lo faceva e quello era decisamente uno di quei momenti. Lui non le aveva mai detto nulla su di lui ma con il passare dei giorni aveva più o meno capito la sua situazione e quindi capiva perfettamente quei momenti. - Non è vero, ma va bene così. Non ho intenzione di insistere… -
Isaac poggiò il mento sulla sua mano e la guardò sorridendo appena. - Era una cosa di famiglia. Mia madre andava pazza proprio per questo ed è uno dei pochi ricordi che ho di lei.  -
- Mi dispiace… è solo che io la prendo solo così e volevo fare una cosa carina, non volevo riportare a galla vecchi ricordi... -
- Va bene così, non preoccuparti...  Non parlo mai di loro, ma questo non vuol dire che non ci penso ogni giorno...  -
Tessa in risposta si sporse un po' sul tavolo e scelse un biscotto. Lo porse ad Isaac e sorrise dolcemente. - Ok, sai una cosa? Ci conosciamo da poco meno di un mese, eppure a me sembra di conoscerti da sempre. Ma ci sono ancora molte cose che non so di te e che mi piacerebbe sapere ma non insisto, ma se un giorno ti intristirai pensando a loro sappi che qui hai una cioccolata calda gratis quando vuoi... -
Isaac non disse nulla inizialmente, ma si limitò a sorriderle affettuosamente e annuendo quasi impercettibilmente con la testa. Il fatto che lei non stava chiedendo nulla, pur morendo dalla voglia di sapere, gli piaceva. Sapere che qualcuno era interessato a lui e alla sua storia lo faceva sentire un pochino più importante.
Non abbassò più il viso, ma puntò gli occhi su quelli di Tessa e non li distolse mai, neanche per un secondo, mentre le raccontava ciò che aveva vissuto. La morte di sua madre, poi suo fratello, suo padre che diventava violento e si sfogava su di lui, la sua morte e poi Derek. Il morso, Derek che lo cacciava via lasciandolo senza un posto in cui vivere e la morte di Erica e Boyd.
Tessa lo ascoltò senza interromperlo mai. Aveva il cuore a pezzi per lui. Sapeva già a grandi linee cosa aveva passato, ma sentirlo dire da lui era diverso. Il fatto era che più l'aveva vicino, più passava del tempo con lui e parlava con lui e più sentiva quello che sentiva lui. In quel momento era dolore, nostalgia, anche se Isaac cercava di parlare con un tono di voce normale, che non trasmettesse quelle emozioni. Tessa si limitò a stringergli una mano sopra il tavolo e a dirgli che era felice del fatto che lui le stesse dando la possibilità di conoscerlo un po' meglio.
Rimasero seduti a quel tavolo fino all'ora di cena a parlare. Il pomeriggio era volato e ad un certo punto Tessa si alzò e si infilò giubbotto, sciarpa e cappello. Isaac la accompagnò fuori e lì presero strade diverse per tornare ognuno a casa propria.
Tessa però si fermò e si voltò per chiamarlo non appena lui si avviò verso casa dei Mccall.
- Isaac, aspetta. - lo raggiunse e appoggiò una mano sul suo braccio. - Che c'è? -
- Niente... niente. È solo che... io... oggi sono... -
Isaac sorrise e si avvicinò. Le diede un bacio leggero sulla guancia e poi si avvicinò al suo orecchio. - Anch'io. Ci vediamo domani Tessa! - Non aggiunse altro e se ne andò, lasciando Tessa immobile lì, da sola.


La mattina seguente a scuola Tessa aveva preso posto per l'ultima lezione del giorno vicino ad Isaac, come sempre. Poggiò le sue cose sul banco e guardò l’amico, sorridendo nervosamente.
- Ciao. -
Il ragazzo rispose accennando un sorriso. Sospirò e si sistemò sulla sua sedia. Guardò davanti a sè e giocò nervosamente con la penna rigirandola più volte tra le mani e tamburellando un po’ sul banco.
- Sei nervoso. Perchè? Non dirmi che ho dimenticato qualche test o interrogazione. -
- C’è che ho una cosa da dirti… anzi, da chiederti prima che lo faccia qualcun’altro. -
Tessa guardò il ragazzo interessata e poggiò il mento su una mano. - Oh. Ok. Ti ascolto. -
Isaac stava per parlare, quando entrò il professore seguito da un ragazzo e una ragazza più grandi di loro. Sospirò e poi guardò la ragazza vicino a lui - Ne parliamo dopo con calma. -
Tessa si morse un labbro e annuì sorridendo, curiosa di sapere cosa doveva chiederle.
- Buongiorno ragazzi. Prima di iniziare, vorrei farvi conoscere questi due ragazzi. Vengono dall’Europa, sono universitari e sono qui per una sorta di tirocinio. Staranno qui per un po’, sicuramente li incontrerete spesso in giro per scuola e avrete l’occasione di fare due chiacchiere, dato che sono qui per delle ricerche, perciò mi hanno gentilmente chiesto di potervi far fare dei piccoli test per dei sondaggi, e di parlarvi del loro paese e delle loro origini. -
Tessa guardò gli altri alunni e vide tra i banchi gente che sbuffava, che rideva soddisfatto per una lezione diversa e spaventata. Guardò i due giovani europei e cercò di inquadrarli per bene. Lui poteva avere sui trent’anni. Era incredibilmente bello, ma c’era qualcosa in lui che non le piaceva e che quasi le incuteva terrore. Lei al contrario, poteva avere alcuni anni meno di lui e aveva un volto che probabilmente avrebbe messo a proprio agio anche l’essere più ansioso del mondo.
Il professore aveva rivolto ai due ragazzi alcune parole sotto voce e i due si erano divisi per distribuire fogli agli alunni. Il telefono di Tessa vibrò nella sua tasca e la ragazza lo tirò fuori per leggere l’sms, prima che le consegnassero il test. Stava per spegnerlo e rimetterlo a posto quando qualcuno poggiò una mano sulla sua spalla premendo forte le dita, provocandole un brivido lungo la schiena.
- è tempo di spegnerlo quello e di pensare al test. -
- L’ho dimenticato acceso, era quello che stavo facendo. -
- Ottimo. Potete iniziare. -
Tessa si massaggiò la spalla, non appena l’uomo si fu allontanato. Le bruciava quasi. Finirono il test in poco più di dieci minuti e una volta riconsegnato i due uscirono, lasciando il professore a far lezione da solo.
Il professore stava iniziando un discorso generale sull’antica Grecia e sulla mitologia greca, mentre Tessa continuava a massaggiarsi la spalla. Più passavano i minuti e più la spalla le dava fastidio. Si scostò leggermente la camicia sotto gli occhi sempre più preoccupati di Isaac.
- Tessa, che diavolo è quello? Cosa…? -
La ragazza scostò un po’ di più la camicia, terrorizzata: aveva una bruciatura che combaciava con i punti in cui l’uomo aveva premuto poco prima. Si coprì subito, prima che qualcun’altro potesse vederla e scosse la testa. - Non lo so. Non ti preoccupare, guarirà. -
- è venuta fuori dal nulla, non puoi chiedermi di non preoccuparmi. è… - Isaac ci pensò su e si passò una mano sul volto, sbiancando quasi. - è stato quell’uomo. Ti ha fatto qualcosa. -
- Avrà solo stretto troppo, possiamo pensarci dopo? Abbiamo una lezione da seguire… -
Tessa cercò di concentrarsi per seguire il professore, ma il dolore alla spalla continuava ad aumentare. Il contatto della pelle con la maglia le provocava un fastidio e un dolore che non provava da un po’ di tempo ormai. Socchiuse gli occhi ed affondò il viso tra le mani, cercando di non pensarci per un attimo, sperando che andasse via, ma quando riaprì gli occhi e rialzò il viso il dolore alla spalla non era più l’unica cosa che la preoccupava. Si sentiva la testa pesante, gli occhi in fiamme. Si guardò intorno e pochi secondi dopo il ragazzo seduto davanti a lei si voltò, mostrandole gli occhi gialli e le zanne da licantropo. Le ringhiò contro e Tessa scattò all’indietro, spaventata.
- Tessa. - sentì la voce di Isaac vicino a lei, ma non ebbe il coraggio di rispondere, perchè ogni singolo alunno della sua classe si stava trasformando. Si erano alzati, le ringhiavano contro e stavano avanzando verso di lei lentamente, mentre lei faceva sempre più passi indietro. Tutto quello non poteva essere vero.
- Di cosa hai paura Tessa? - Il professore era vicino a lei ora, le sorrideva tranquillo come se non stesse succedendo nulla intorno a lui. Isaac e Scott la guardavano tranquilli, senza capire e lei tornò a guardare i suoi compagni di classe, tutti trasformati in licantropi, che continuavano a ringhiare contro di lei. La osservarono in silenzio e in un batter d’occhio i licantropi infuriati si buttarono non contro di lei, ma su Isaac e Scott. In meno di mezzo minuto, erano entrambi morti, con le gole tagliate dagli artigli affilati dei licantropi.
Tessa stava singhiozzando, ma non riusciva ad emettere altri suoni, anche se avrebbe voluto mettersi ad urlare a sguarciagola per ciò che aveva appena visto davanti ai suoi occhi. Indietreggiò sempre di più finchè non trovò la porta dell’aula e una volta in corridoio corse più in fretta possibile in bagno. Le mancava l’aria, non riusciva a respirare ed aveva gli occhi che le bruciavano a causa delle lacrime e il cuore le scoppiava nel petto per il dolore.
Si appoggiò al lavandino, cercando di calmarsi e di riprendere a  respirare ad un ritmo normale, ma alzò lo sguardo verso lo specchio e davanti a sè vide la Tessa di qualche settimana prima, pallida, con gli occhi vuoti, più magra del solito e con addosso il camice dell’ospedale. Si tirò indietro, andando a sbattare contro il muro, piangendo. - Cosa… -
- Cosa credevi Tessa? Che fosse tutto vero? Stai sognando tutto, tutto questo… tu che guarisci miracolosamente e torni a scuola. Pensi che i licantropi esistano sul serio e che Scott ti abbia salvata? Tutto questo non esiste davvero. -
Tessa scosse la testa più volte. - No, no. Non è vero. - con le spalle contro il muro si lasciò andare a terra e affondò le mani tra i capelli.  - Isaac non può... Io non ho... -
- Isaac non esiste. è una proiezione della tua mente, non capisci? è quello che vorresti, ma è un sogno. - Tessa capì che la voce che sentiva apparteneva all'uomo che l'aveva toccata e le aveva lasciato una bruciatura sulla spalla.
Rimase per diversi minuti seduta a terra tremando, con la testa nascosta tra le mani, a piangere  disperatamente per Isaac e Scott. Vederli morire le aveva lacerato il cuore e quella sensazione di completezza che sentiva quando era con Isaac ora aveva lasciato il posto alla peggior sensazione del mondo.
Tessa era appena diventata un guscio vuoto.
- Tessa! - la voce che pronunciò il suo nome questa volta le era familiare. Scattò in piedi e appena vide Scott ricominciò a piangere di nuovo.
- Tu non sei reale. Tu non esisti. Non puoi esistere. - Abbassò lo sguardo sul suo corpo e scosse la testa, confusa. Le si erano insinuati nella mente troppi idee in contrasto tra di loro e non riusciva più a capire cos’era vero o no.
- No, Tessa, guardami. Io sono reale, guardami. - Scott le si era avvicinato e cercava di tenerle ferme le braccia mentre lei cercava di liberarsi dalla sua stretta.
- Ti ho visto morire, tutto questo non può essere vero. -
Mentre Scott tentava di tenerla buona e di farla tornare in sè, sentì la campanella suonare e segnare la fine dell’ora. Afferrò il telefono e scrisse a Isaac di raggiungerlo in bagno prima che potesse entrare qualcuno e lui fu lì seguito da Allison in pochissimo tempo.
Isaac cercò di andare da lei non appena fu lì, ma Scott lo fermò.
- Chiudete la porta, non fate entrare nessuno. Ha le allucinazioni, non capisce cosa sta succedendo.  -
Allison annuì e si occupò lei di bloccare la porta come meglio poteva. Isaac invece ignorò l’amico e si avvicinò a Tessa, che era tornata a sedersi per terra contro il muro mentre ripeteva in continuazione parole ormai senza senso, con la testa affondata tra le mani.
- Cosa facciamo? - Isaac guardò Scott. - Come la riportiamo indietro? -
- Il dolore ti rende umano… Lei guarirà, posso provare. Magari funziona anche in questo caso. -
Isaac era preoccupato, ma annuì e guardò Allison che lo imitò. Scott si inchinò vicino a Tessa, preparandosi a “ferirla” in qualche modo, e Isaac fece lo stesso, sedendosi vicino a lei e chiamandola per nome, cercando di tranquillizzarla.
Qualcosa dentro Tessa scattò quando Isaac la chiamò. Alzò il viso e puntò gli occhi pieni di lacrime sui suoi mentre Isaac le sorrideva appena e le afferrava la mano. Osservandola, a Scott bastarono pochi secondi per capire che non era il dolore che le serviva in quel momento.
- Scott, dovresti muoverti, la gente fuori tra poco inizierà a chiedersi perchè il bagno è bloccato e chiameranno qualcuno. -
Il ragazzo guardò Allison e sorrise. - No, aspetta. Credo di non dover essere io a fare qualcosa. Non dobbiamo far nulla in realtà… -
Tessa era ancora confusa e non riusciva ancora a capire ciò che era successo. Quello che sapeva in quel momento era però che vedere Isaac le faceva bene. Vedere Scott era diverso. Con lui continuava a non capire cosa aveva davvero davanti, ma con Isaac era tutto chiaro. Era reale. E se lui era reale, tutto quello che aveva visto e sentito non aveva senso. Il terrore che poco prima la stava divorando scomparve.
- Siete reali. E vivi. -
- Si. Si, stai tranquilla, qualsiasi cosa tu abbia visto... non è successo. Stiamo benissimo. Stanno tutti bene. Cos'è successo? -
Il suo cuore stava tornando a battere regolarmente, ma non riusciva a smettere di piangere ed era ancora confusa. Era stordita e anche se iniziava a capire che loro erano lì sul serio, c’erano ancora mille dubbi nella sua testa.
- Io… non lo so. -
- Va bene, non preoccuparti. Ora ti portiamo via da qui, okay? Non appena ti sarai ripresa, parleremo. - Lei annuì e si alzò, aiutata da Isaac. - Tu ora vieni da me, dobbiamo davvero capire cosa sta succedendo. Io cerco gli altri, Isaac... la accompagni tu? -
Il ragazzo guardò di nuovo Tessa e strinse ancora la sua mano, quando notò il suo sguardo vuoto e perso.  - Si, si la accompagno io. Non preoccuparti, non la perdo di vista. -
Scott annuì e uscì dal bagno insieme ad Allison, lasciandoli soli.
- Tes. -
Tessa alzò gli occhi verso di lui e sorrise appena, tremando ancora un po' per la paura.  Non disse nulla ma buttò le braccia intorno al collo del ragazzo, poggiò una mano sui suoi capelli e il mento sulla sua spalla e si strinse a lui, cogliendolo di sorpresa. Neanche Isaac capiva a pieno quello che era appena successo, ma si era preoccupato per lei dal momento in cui aveva visto la bruciatura e aveva capito che c’era qualcosa di strano, e ora riusciva a sentire quanto era scossa, quindi ricambiò l’abbraccio, stringendola per un po’ con il tentativo di tranquillizzarla.
- Tranquilla Tes, tranquilla... va tutto bene... - le sussurrò dolcemente accarezzandole la schiena.  - Cos’è successo? -
Tessa non voleva staccarsi, ma poco dopo si liberò dall’abbraccio e fece qualche passo indietro. Ci pensò su un attimo e scosse la testa… - Ho visto delle cose e in quel momento sembrava tutto reale, davvero… - Tessa si fermò per un attimo per respirare a fondo, chiudendo gli occhi. - Vi ho visto morire davanti a me. E qualcuno tentava di convincermi che sono ancora in ospedale, e che tutto questo... Scott, tu, il branco... è tutto frutto della mia mente. Ho visto Scott dopo averlo visto morire e me ne sono convinta davvero, perchè non capivo... -
- E ora? Ora sai cos’è reale? -
Tessa lo guardò di nuovo ed annuì, sorridendo debolmente mentre si inumidiva le labbra. - Io so che tu sei reale. Non so come hai fatto, ma è grazie a te se so che cos'è reale o no... Ti prego ora portami via da qui. -
Isaac le sorrise: senza neanche accorgersene aveva preso di nuovo la mano della ragazza, avvolgendo il mignolo con il suo... - Mi dispiace, ti tocca di nuovo il passaggio a piedi. -
Tessa emise una breve risata e scosse la testa. Alzò la sua mano all'altezza della spalla, trascinando quella di Isaac con la sua e cambiò posizione, intrecciando le dita a quelle del ragazzo.  - Credo che andrà più che bene... -
Poco dopo, dopo aver recuperato tutte le loro cose dall'aula, si ritrovarono a camminare vicini per strada, senza sfiorarsi e senza parlare, verso casa Mccall. Solo quando furono a poche centinaia di metri da casa Isaac si decise a fermarsi per mettersi davanti a lei e parlarle.
- Dovremmo smetterla di girarci intorno così e parlare. -
- Isaac... di che parli? -
- Di quello che provo io per te e di quello che provi tu per me. Perchè proviamo entrambi qualcosa, lo so, e continua a crescere sempre di più ed è strano e... e bellissimo. -
Non avevano più parlato di quella connessione dalla prima sera, in ospedale, perciò Tessa fu colta quasi di sorpresa dal fatto che lui ora ne stesse parlando, ma dovette ammettere a sè stessa che era felice perchè era assolutamente vero. Lei provava qualcosa. E dopo quello che era appena successo, sentiva che il legame con lui era sempre più forte.
- Magari non è il momento giusto, ma io devo davvero chiedertelo... - fece una pausa e Tessa continuò a fissarlo senza dire nulla, aspettando che lui continuasse. - Dovremmo uscire insieme. Tipo... al più presto. C’è la festa a scuola domani, vieni con me... -  Tessa lo osservò per un attimo ancora senza parlare, poi sorrise davvero per la prima volta da quando era uscita da scuola. - E tu dovresti davvero dire qualcosa, perchè non stai dicendo nulla e metti ansia. Tu... tu la senti ancora quella connessione con me, vero? -
- Un appuntamento. Tu mi stai chiedendo di uscire… per un appuntamento. Noi due. -
Isaac la guardò spalancando appena la bocca e gli occhi, senza sapere cosa dire. - Si… Si, io… io starei provando a chiedertelo… -
- Io provo decisamente qualcosa. - Tessa lo fissò ed annuì decisa.
- È il tuo modo per dirmi sì? -
- Si, Is... - Tessa lo osservò mentre lui la guardava soddisfatto e poi riprese a camminare verso casa Mccall, gli passò affianco e prese di nuovo la mano del ragazzo.  - Noi due dovremmo decisamente uscire insieme... e poi noi due siamo già qualcosa.  - Tessa parlò facendo segno di sì di continuo con la testa e
Isaac la imitò.
Prima di allora Tessa non era mai stata pronta ad ammetterlo, neanche a se stessa. Non voleva neanche pensare a certi sentimenti, perchè in realtà non credeva fosse possibile svilupparli così velocemente, ma il senso di completezza solo quando era con lui, il vuoto dentro quando invece non c'era, il bisogno continuo di guardarlo, di sentire la sua voce o di avere un contatto fisico con lui, l'attrazione sia mentale che fisica, le impedivano di negare ancora ciò che realmente provava: si stava innamorando di Isaac.
Distolse lo sguardo da lui ma continuarono a camminare vicini, in silenzio, questa volta con le mani unite.

Solo dieci minuti dopo Tessa era seduta sul bordo del letto di Scott e tutti gli altri erano in piedi vicino a lei. Aveva gli occhi di Stiles, Scott, Allison, Lydia, Niki e Isaac puntati addosso e quasi si sentiva a disagio. Aveva dimenticato per un attimo l'allucinazione e la luna piena, grazie ad Isaac, ma ora tutte le sue preoccupazioni erano tornate.
- Cos'è successo questa mattina in classe, Tessa? - Fu Scott a rivolgerle quella domanda, subito dopo essersi assicurato che stesse bene.
Lei in risposta si alzò, si sbottonò lentamente la camicia e se la sfilò, rimanendo in cannottiera e poi si voltò spostando i capelli da un lato per mostrare meglio la bruciatura sulla sua spalla.
Scott si avvicinò per guardare meglio e poggiò una mano sulla sua spalla facendo combaciare ogni punto con le sue dita e il suo palmo.
- Credi che questa sia la causa? Ti ha provocato un'allucinazione marchiandoti a fuoco... -
Allison guardò la spalla della ragazza aggrottando la fronte, confusa. Si avvicinò ed esitò prima di parlare.
- Non so cos'abbia fatto, io so solo che prima stavo bene, poi quell'uomo ha stretto in questo punto ed è comparsa questa. E poco a poco ha iniziato a far male, a bruciare sempre di più. Poi le allucinazioni. Scott e Isaac sono morti ed io ero di nuovo malata.  - Tessa rispose a Scott, ma guardò Allison e poi Stiles che la guardavano entrambi con lo stesso sguardo.
- La tua spalla. Io non vedo niente. -
- E neanche io. - Stiles scosse la testa guardando gli amici.
- Lydia, Niki. Voi riuscite a vederlo? -
Entrambe fecero segno di sì con la testa alla domanda di Scott e lui annuì. - Vuol dire che gli umani non possono vederlo. -
- E tutto questo non ci aiuta a capire molto su che tipo di minaccia possa essere... - Allison guardò la ragazza ed accennò un piccolo sorriso, mentre Lydia guardava Allison scuotendo la testa. - Tessa. Cosa significa per te quello che hai visto?  -
Tessa ci pensò su per un po', ci fu silenzio nella stanza per un paio di minuti che sembrarono un'infinità,  poi le gambe le cedettero e tornò a sedersi sul letto. - Paura. Credo abbia usato le mie paure. -
- Sapevo che avresti trovato qualcosa. Perchè dici proprio la paura? - Lydia si sedette vicino a lei e le sorrise, poggiando una mano sulle sue.
- Prima che tutti si trasformassero ho visto il professore chiedermi quali fossero le mie paure. E quando sono scappata sentivo la voce di quell'uomo ripetere che i licantropi non erano reali e che io ero ancora in punto di morte. Tutto quello che sentivo era il terrore crescere dentro di me sempre di più. Se voi non foste entrati in bagno probabilmente sarei impazzita in poco tempo. Ed io sapevo che non poteva essere vero quello che stavo vedendo… sapete… a causa del fatto che si sono trasformati tutti e poi la sua voce che mi ripeteva che non tutto questo non esisteva, ma allo stesso tempo sentivo che qualcosa stava succedendo davvero. La paura era reale. -
- Ha sfruttato le tue paure per farti impazzire? Perchè?- Nessuno rispose ad Allison e Tessa scrollò le spalle, increspando le labbra.
- Credo sia quello che dobbiamo scoprire, no? -
- Sappiamo come fermare le allucinazioni prima di impazzire, almeno... -
Stiles guardò Scott esasperato. - Qualcuno aggiorna anche noi? Perchè in realtà noi non lo sappiamo. -
- Credo abbia trovato la sua ancora capace di farla tornare alla realtà. -
- Umh. Facile. - Stiles guardò l’amico ed annuì, mentre Tessa alzavo lo sguardo verso Isaac per soridergli imbarazzata.
- Non nel modo in cui pensi tu,  però... Si, forse anche in quel senso ma credo ci sia altro. "L'uomo coraggioso non è colui che non prova paura, ma colui che riesce a controllarla". Io credo che vedere lui mi abbia aiutato a controllare le mie paure. Avevo paura che voi foste morti o che addirittura non foste reali e vedere lui vivo mi ha aiutato. -
- Scottie, credo che qui serva una bella chiacchieratina con il tuo capo. Magari lui sa dirci qualcosa in più con queste poche informazioni... -
- Ho intenzione di andare da lui ora. Qualcuno viene con me? -
- Io devo tornare a... a casa. Ho taaanto tanto da fare. Ci vediamo dopo, ok? - Niki si rivolse al suo alfa, lui sbufffò ma annuì, quindi la ragazza salutò gli altri e uscì di fretta.
- Credete sia un problema? -
- Oh uno psicopatico che usa qualche strano potere per far vedere alla gente le proprie paure realizzate e portarli alla pazzia dici? No, no problem. Tranquilla. -
Tessa guardò Stiles alzando le sopracciglia. - Ho rischiato io di impazzire, so bene che quello è un problema bello grosso. Intendevo Niki. L'unica cosa che ha da fare è... uno di quei gemelli che non ci piacciono. -
- Non credo siano un problema. Non mi fido di lui, ma non le farà nulla. -
- Come lo sai? -
- Perchè sono omega in cerca di un branco ora e io sono l'unico alfa qui. Vogliono che io mi fidi di loro tanto da accettarli nel branco quando verranno a chiedermi di poterne fare parte. -
- È questo è esattamente il motivo per cui è un problema... Potrebbe essersi avvicinato a lei per questo, così quando verranno da te, sarai costretto ad accettare o potrebbero usare lei... -
Allison guardò Tessa mentre lei parlava a Scott e si sedette vicino a lei sul letto, circondandole le spalle con un braccio.  - Non preoccuparti per lei, risolveremo anche quello. -
- Okay, credo di aver già abbastanza cose a cui pensare oggi. Credo che me ne andrò a casa se non è un problema. -
- Per me è un problema. Stiamo per sprofondare di nuovo nelle follie di Beacon Hills, ma domani c'è una festa a cui vorrei andare e festa vuol dire shopping. Un paio d’ore di distrazione ti faranno bene, tu vieni con noi. -
Tessa annuì e sorrise a Lydia. - Si, mi farebbe davvero bene... - Le andava davvero di stare un po' con loro e in effetti ora aveva anche qualcosa da comprare per la sera seguente.
- Va bene ragazzi, non è necessario che veniate... andremo noi e vi aggiorneremo in caso Deaton sappia qualcosa. -
Nel giro di pochi minuti Lydia trascinò Allison e Tessa fuori anche se la prima continuava a ripetere che non era il caso di andare a fare shopping in quel momento e Scott uscì insieme a Stiles e Isaac per andare da Deaton.
   
 
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