Capitolo 17
Verità svelate
NDA Ciao scusate per il ritardo! Spero il capitolo vi piaccia e ho voluto aggiornare oggi perchè, oggi il Bacio delle Stelle compie 1 anno. Evviva! Okay no basta.Aavrei dovuto aggiornare giovedi o venerdi ma c'era una cosa che adoro: il patinaggio Artiastico a Sotchi. anche se Pluscenco (perdonartemi se non lo scrivo giusto ma non so il russo) si è ritirato. Soni un appasionata di pattinaggio e ho adorato lui mi è dispiaciuto che si sia ritirato. lo so a voi non importa ma volevo solo dirvi che è colpa del paattinaggio se non ho aggiornato prima.
Ci vediamo sotto! Baci
Marty
Evans
«Amelia!»
«Who is
Amelia?»
«The first face this face saw.»
(Eleven a Clara Oswald in The Time of the Doctor)
POV Amy
«Amy che succede?» mi
chiese il Dottore. Non gli badai, perché vidi che accanto a lui
c’era il ragazzo che sognavo
fin da bambina. Accanto a lui c’era... James.
Guardai quello, che un
tempo era stato mio marito incredula.
Come potevo averlo
dimenticato? Dimenticare James! Diavolo,lui
e la sua aria malandrina, la sua voce e la sua risata. Era stato una
parte
importante del mio passato. Una parte fondamentale della ragazza che
iniziavo a
ricordare di essere stata un tempo. Un
capitolo importantissimo e vitale della mia vita. E l’avevo
rimosso
completamente.
«James..» sussurrai nel
silenzio della stanza, rotto soltanto dal ronzio del TARDIS. Infatti
,dopo le
parole del Dottore, era calato un pesante silenzio.
Quando pronunciai quel bellissimo nome, la
mia voce somigliava a vetro incrinato. Avevo paura che lui potesse
sgretolarsi
davanti a me. James mi guardava stupito. Anche se era traslucido e
fluttuava
era sempre lui. Riconoscevo i capelli
corvini, perennemente scompigliati, il fisico magro e
atletico, il viso allungato,
la fronte ampia, le sopraciglia folte, i suoi occhi color caramello,
gli
occhiali tondi sulla punta del naso, senza i quali, ricordai
sorridendo, non
vedeva nulla, il naso dritto e un po’ troppo lungo, le
fossette sulle guance,
le labbra carnose
che avevo baciato
tante volte, il mento
leggermente
allungato, le mani affusolate con cui suonava il pianoforte, questo era
James
Potter.
«Lily..» il mio nome,
pronunciò
il mio nome. Non mi chiamò Amy, non mi
chiamò Amelia, ma Lily, proprio come la prima volta che lo
avevo visto sul
TARDIS. Le lacrime,
lacrime di gioia,
iniziarono a sgorgare e depositarsi sulle guance. Avevo voglia di
correre,
saltare, ballare dalla gioia. In quel istante c’eravamo solo
io e James. Non
importava se era un fantasma, saremmo sempre stati Lily e James, James
e Lily.
Mi alzai dal letto e corsi verso James. Lo abbracciai. Sentii le sue
braccia
avvolgermi, braccia gelide senza calore che mi avvolgevano. Il calore
era
sparito dal suo corpo, ma lui era li. Le sue braccia, mi avvolsero la
vita e
appoggiai la testa al suo petto. Respirai il suo buonissimo profumo:
menta e acqua
di colonia. Quando, dopo quella che mi sembrava un eternità,
ci staccammo stavamo sorridendo entrambi.
«Mi ricordo di te! Mi
ricordo di te Jaimie!» esclamai.
«Jaimie da quanto non
mi sentivo chiamare così!» disse
lui
ridendo. Mi voltai verso il Dottore, era immobile e ci guardava. Mi ero
completamente dimenticata della sua presenza.
«Almeno non dovrò più inventarmi
scuse per aver detto il tuo
nome James!» esclamò. Pensai che fosse triste, ma
invece, pareva raggiante,
addirittura sorrideva.
«Quindi.. come funziona
questa cosa? Ha recuperato tutta la memoria?» chiese James al
Dottore
speranzoso.
Memoria?
Ma di che cosa stavano parlando?
«Non lo so, dovremmo
chiederlo a lei» disse il Dottore.
«Tu lo sapevi?!»
gridai al Dottore.
Ero arrabbiata. Se lui
lo sapeva, perché non mi aveva detto nulla?
«Amy.. io..» provò a
spiegarmi il Dottore. Andai di scatto verso di lui e lo presi per il
cravattino. Lo guardai negli occhi e la mia rabbia crebbe. Il Dottore
mi
guardava supplicante. Ma a me non importava. Mi aveva mentito. Tutti e
due mi
avevano mentito.
«Tu lo sapevi e non me
l’hai mai detto? Sapevi chi ero e non mi hai detto niente!?
Non avevi il
diritto di farlo!» gli urlai
contro.
Penso di essergli sembrata un isterica.
Mentre
cercava di balbettare parole di senso
compiuto.
«Amelia lascialo
spiegare! Non è come pensi!» disse James. Mi girai
verso di lui. La gioia di
averlo ritrovato era scemata, e aveva lasciato il posto alla furia. Ero infuriata. Mi avevano
mentito,tutti e due.
Io mi fidavo di loro e mi avevano mentito!
«E allora com’è?
Come
mai tu sapevi chi ero e non mi ha detto niente? Perché mi
hai nascosto una cosa
del genere!» urlai al Dottore.
«L’ho costretto io. Gli
ho detto che sarebbe stato meglio
per te
non sapere subito tutto» mi
disse James.
Altri
dubbi
affilarono la mia mente,
altre
domande arrivarono.
«E quindi ha fatto questo
perché l’hai chiesto tu?»
James
annui.
«Quindi mi ha portato
con sé perché l’hai chiesto
tu?»
«Al inizio si ma poi
..» iniziò il Dottore
Lo intruppi furente.
Tutte le belle parole, tutti i
discorsi e anche il bacio erano tutte
falsità. Lui
non provava niente
per me. Come potevo essere stata così stupida? Gli avevo
creduto. Avevo creduto
al mio cuore, alle sue parole e a quel bacio. E mi ero illusa. Lui
aveva fatto
tutto questo per solidarietà maschile verso James. Non
provava nulla per me.
Nulla. Credevo fosse cambiato qualcosa dopo quel bacio ma evidentemente
no. Ero
la solita ragazzina che credeva nelle favole. Dentro ero rimasta Amelia
Pond,
la ragazzina scozzese che
viveva in Inghilterra,
che abitava in una grande casa con un giardino poco curato e un amico
immaginario.
Mi rivolsi a quello
stesso amico, che poi tanto amico non era, non per me almeno, non
più, non
riuscivo più a vederlo solo come il mio Doctor Raggedy, il
mio amico immaginario
di quand’ero bambina. Per me, lui ora era un ragazzo, un
giovane molto carino,
un bel giovane uomo se vogliamo essere sinceri. Ed era così
brillante, intelligente
e affascinante, che sì, avevo finito per innamorarmene. Ma a
quanto pareva lui
non ricambiava i miei sentimenti.
E non
era di certo più immaginario, ma era reale, concreto e se ne
stava teso, in
piedi, davanti a me.
«Al
inizio sì, ma poi cosa Dottore? Poi hai continuato ad
illudermi e ad approfittarti della mia ingenuità e dei miei
sentimenti. Sono
stata stupida, sono stata stupida
a
credere che tu
provassi qualcosa per me!
Che stupida che sono! Stupida, ingenua, Amelia Pond! Sono solo questo
per te,
non è vero? Una ragazzina da illudere e da buttare via
quando hai finito!» gridai.
Il Dottore era ammutolito. Mi
guardava
ad occhi sgranati e a bocca aperta. Senti le lacrime
salirmi
agli occhi. Non volevo piangere, non di fronte a loro comunque. Così
mi voltai, ma mi trovai di
fronte James.
«Lils ti prego! Non hai
capito nulla! Il Dottore non ha fatto quello che credi!» mi
disse James
cercando di calmarmi.
«Lasciami in pace,
James! Anche tu mi hai mentito!» gridai
superandolo. Andai alla
porta, la
aprii e mi sentii prendere con fermezza, ma dolcemente il polso. Mi
voltai di
scatto e trovai gli occhi cangianti del Dottore, che in quel momento,
erano di
un azzurro molto scuro. Quegli occhi
blu
mi fissavano imploranti.
«Amelia ti prego! Ti
scongiuro lasciami spiegare!» mi stava implorando. Penso di
non aver mai più
sentito implorare quel uomo. Lui è il Dottore. Lui non
implora, mai. Lui è un
dio. Gli dei non implorano. Lui è un eroe
e gli eroi non
implorano. Eppure, quel
uomo senza nome, in quella stanza sul TARDIS, in un punto non ben
definito
dello spazio-tempo, stava implorando me. Me, che ero solo una ragazza
impaurita
e infuriata. Quell’uomo,
che aveva visto
più cose di chiunque altro, stava implorando me. Ma non mi
sarei lasciata
piegare, mi avevano mentito.
«Lasciami! Non
toccarmi!». Esclamai strappando il polso alla sua stretta.
Poi, mi resi conto
che, se c’era qualcuno che doveva andarsene, quelli erano
loro.
«Fuori» dissi a James e
al Dottore. Loro mi guardarono sbalorditi: «Come
scusa?», chiese James.
Indicai la porta infuriata. James non
sembrò capire, perché mi guardò tra lo
sbalordito e il confuso mentre il Dottore,
che evidentemente aveva qualche neurone in più
rispetto a
James, si
dirigeva a passi
misurati verso la
porta. Lui uscii, imboccò uno dei corridoi del TARDIS,
sparendo dal mio campo
visivo. Probabilmente
sarebbe andato a cambiarsi
e poi sarebbe andato alla sala comandi. Tornai a
guardare James, che se
ne stava ancora immobile al centro della mia
stanza, con aria truce. Lui mi guardò
stupito formando una piccola “o” con
le labbra e non capendo.
«Quale parte di ‘Fuori
di qui’ non ti è chiara Potter?!», urlai.
«Ma.. Ma.. Ma.. Io..»
balbettò lui. Misi le mani sui fianchi e lo guardai con il
mio miglior sguardo
omicida. Lui indietreggiò e alzò le mani in segno
di resa. Appena James se ne
fu andato, chiusi la porta, mi appoggia contro il legno e mi lasciai
scivolare
a terra. Mi abbrancai le ginocchia e mi abbandonai al pianto, di nuovo.
Stava
diventando una fastidiosa abitudine piangere. Avevo pianto ore prima,
quando
avevo lasciato Rory e non sapevo nemmeno perché. Forse era
perché mi faceva
pena. Avevo pianto pochi minuti prima per James e ora stavo piangendo
perché mi
avevano mentito. Dopo un tempo non ben definito, credo due ore, ma non ne sono sicura, in cui mi
ero disperata e
avevo pianto tutte le mie lacrime, avevo sentito un delicato bussare
alla porta.
«Non voglio parlare ne
vedere nessuno!» dissi tirando su col naso e lasciandomi
sfuggire un singhiozzo
soffocato. Sentii un corpo appoggiarsi alla porta e lasciarsi scivolare
a terra,
proprio come avevo fatto io due ore prima. Non sapevo se fosse James o se fosse il Dottore e non
m’importava. Erano
due bugiardi. La persona al di là della porta
sospirò pesantemente.
«Se non vuoi parlarmi, ne
vedermi, allora ascoltami e basta. Ti prego Amelia, ascolta solo quello
che ho
da dire. Poi potrai decidere. Ti riporterò a Leadworth se lo
desidererai, o in
qualunque altro posto tu vorrai. Te ne potrai andare quando vorrai, io
non ti fermerò.
Ti prometto che non cercherò di convincerti a restare Amy.
Ma per favore, per
favore, ascoltami per cinque minuti. Ti prego Amelia!» disse con voce
supplichevole e dolce
il Dottore.
Poi deglutì e rimase in silenzio, in attesa. Lui non era un
tipo che aspettava
me n’ero accorta. Eppure quel giorno, il Dottore, che correva
e non si fermava
mai, si fermò. Si fermò e aspettò me.
Rimase in attesa dal altra parte della
porta, seduto immobile, mentre il silenzio si protraeva rotto soltanto
dai miei
singhiozzi. Pensai che se ne sarebbe andato, se non gli avessi
risposto, ma i
minuti passavano e lui non si muoveva. Aspettava una risposta, capii e
non si
sarebbe mosso finché non gliel’avessi data. Lo
ammirai per questo. Decisi di
concedergli una possibilità e annui. Mi resi conto che lui
non poteva vedermi.
Così deglutì. «Sì, ti
ascolterò per cinque minuti ma non uno di
più» dissi
odiando il tremolio nelle mia voce.
POV James
Ero la persona più
felice del mondo. Finalmente Amy si era ricordata di me. Mi dispiaceva
molto però
che avesse frainteso tutto. Il fatto era che avevo fatto solamente
quello
che quand’ero
vivo il mio me fantasma mi
aveva detto di fare. Non volevo combinare
nulla di male, solo
fare ciò che ritenevo
giusto. E invece avevo appena complicato tutto tra Amy e il Dottore. E
io che
volevo solo che lei
e il Dottore fossero
felici! Interruppi i
miei pensieri il Dottore
stava rimuginando su Amy. Mi dispiaceva
molto per lui. Poverino, dopo tutto quello che
si era preso, dopo tutto quello che aveva passato no se lo
meritava. Ma i
pensieri del Dottore stavano vertendo su qualcun altro. Era
una donna di
39, 40 anni. Era perso nei suoi ricordi.
Ma la donna, quella donna, aveva qualcosa di famigliare. Ma
dove diavolo
l’avevo vista?
Non me
la ricordavo eppure come
per la mia amica Clara , ero sicuro di averla incontrata. Ero sicuro di
averle
parlato ma dove? Quando? Era come se
alcuni dei miei ricordi fossero stati cancellati. Ma come era possibile? E
se mi erano stati
tolti e cancellati... perché lo avevano
fatto e chi sopratutto l’aveva fatto?
POV Dottore
Uscii
dalla stanza di Amy. Dopo la sua
sfuriata in cui mi aveva urlato di tutto. E naturalmente aveva
frainteso tutto.
Io non avrei mai
potuto sfruttarla. Insomma,
il mio inconscio si
era aggrappato a lei
per cercare di dimentica Rose. Forse l’aveva sfruttata in
quel senso, ma mai in
altri modi. Per me lei era troppo importante. Così, senza
dire una parola, ero
uscito, mi ero cambiato ed ero andato nella sala comandi. Mi ero seduto sul
pavimento di vetro ed
ero rimasto li, a
gambe incrociate a pensare.
Quasi certamente Amy mi avrebbe chiesto di riportarla a casa. E cosa
avrei
fatto una volta che se ne fosse andata? Stavo riponendo le mie speranze in lei e lei se
ne sarebbe andata
quasi certamente. Ma meritava una spiegazione. Volevo che se ne andasse
dopo
aver capito. Mi presi la testa tra le mani. Non avevo mai avuto una
compagna di
viaggio più incredibile e strana di Amelia Pond. Persino
Rose non era così.
Amelia era impulsiva, impavida, coraggiosa, malandrina, civettuola,
divertente,
dolce,otteneva sempre ciò che voleva, era determinata,
scaltra e testarda. Amelia
era la persona più testarda che avessi
mai conosciuto dopo Donna. Un
lacrima solcò
la mia guancia, mentre
ripensavo e ricordavo Donna Nobble.
Se
c’era una persona,
oltre a Rose, che era
stata fondamentale per
me, quella era
“
Ricordavo, quando, per
salvarmi la vita, siccome avevo bevuto del the con il cianuro, mi aveva
scioccato. E cosa aveva fatto lei per scioccarmi tanto? La cosa
più scioccante
del mondo. Mi aveva baciato. Più tardi, nel TARDIS, le avevo
chiesto perché e
lei mi aveva detto “Ti serviva uno shock, mi hai chiesto uno
shock no? L’hai
avuto mio caro. A proposito baci da schifo”. Io avevo riso.
Solo lei poteva dirmi
una cosa del genere dopo avermi salvato la vita.
Oppure la volta in cui, a Pompei, mi aveva
convinto e supplicato di salvare la famiglia romana che ci aveva
aspettato. Riflettei
su quello che mi avrebbe detto se fosse stata li. Beh, si sarebbe
seduta vicino
a me, io le avrei detto il problema e lei mi avrebbe detto qualcosa del
tipo
“vai a parlarle idiota”. Naturalmente prima mi
avrebbe insultato. Invece arrivò
James a sedersi vicino a me strappandomi ai miei pensieri. Si sedette
di fronte
a me, a gambe incrociate, sul pavimento del TARDIS. Alzai gli occhi su
di lui e
sprofondai nei suoi color nocciola. Avrei preferito mille volte, gli occhi verdi di Donna
che mi scrutavano
penetranti, ma mi potevo accontentare.
«Ho percepito i tuoi
pensieri. Ho avvertito la tua tristezza e la tua disperazione. A
proposito, chi
è la donna con i capelli rossi? No, perché al
inizio pensavi a Amy ma poi hai
iniziato a pensare
a questa tizia, chi è?»
mi chiese.
«Si chiama Donna. Era
la mia migliore amica, ma ormai l’ho persa. Pensavo a che
consiglio mi avrebbe
dato con Amy.Ti sarebbe piaciuta Donna, era simpatica.»
«Aspetta. Donna? Donna
Nobble? Quella Donna? Ma io l’ho conosciuta! È
vero! Avrei dovuto accorgermene
quando ho guardato nella tua testa!» si lasciò
sfuggire James. Ora
si che ero curioso! Cosa intendeva
dire?
«Cosa vuol dire che
l’hai incontrata!? Com’è
possibile?» chiesi un po’ sorpreso.
«Oh! Ho appena
combinato un casino! Scusa!Dimentica quello che ho detto! Mi sono
sbagliato!
Non l’ho mai vista in vita mia! Te lo giuro
Dottore!» cercò di giustificarsi.
«James Charlus Potter,
fai schifo a mentire! Quindi dimmi, anzi, ti ordino di dirmi, quello
che sai su
Donna Nobble!»
«Mi spiace Dottore,
farò anche schifo a mentire ma mantengo gli spoiler o cerco
di farlo.
Questo è
spoiler!»
«Sei peggio di River!
Dico sul serio» dissi ridendo.
«Non osare paragonarmi
a quella archeologa con i capelli sparati!»
gridò James divertito. Risi ancora.
«Per tutti i signori di
Gallifrey! Anche a te non vanno a
genio
gli archeologi!? Allora sono in buona compagnia!»
James rise
e mi disse «Non sarebbe il caso di
seguire lo speudo consiglio di Donna? Non è ora, che tu vada
a parlare con Amy?»
chiese. Mi alzai da terra e guardai James di sott’occhi.
«Quando torno però, tu
mi dirai tutto su Donna Nobble chiaro?» Lui mi sorrise e
scosse la testa. Sapevo
che non mi avrebbe detto nulla su
Donna, ma mi avviai comunque verso
i
corridoi del TARDIS, fino alla stanza di Amelia.
«Non voglio parlare ne
vedere nessuno!» mi disse lei quando bussai.
Io
mi appoggiai alla porta e mi lasciai
scivolare a terra
«Se non vuoi parlarmi,
ne vedermi, allora ascoltami e basta. Ti prego Amelia, ascolta solo
quello che
ho da dire. Poi potrai decidere. Ti riporterò a Leadworth se
lo desidererai, o
in qualunque altro posto tu vorrai. Te ne potrai andare quando vorrai,
io non
ti fermerò. Ti prometto che non cercherò di
convincerti a restare Amy. Ma per
favore, per favore, ascoltami per cinque minuti. Ti prego
Amelia!»
Lei rimase in silenzio
per molti minuti. Io rimasi li, immobile ad aspettare.
Alla fine lei sospirò e con voce tremante
disse:
«Sì, ti ascolterò
per
cinque minuti ma non uno di più». Sorrisi anche se
lei non poteva vedermi.
«Amy voglio che tu
sappia che
è bello passare il tempo con
te. Sei divertente, dolce, forte e sei così scozzese. Beh mi
piace passare il
mio tempo con te e...» lei m’interruppe, con il suo
accento scozzese mi disse
infuriata:
«Quindi io
sono solo un passatempo? Sono solo
una specie di giocatolo da lasciare quando hai finito?»
Okay, si, non
era esattamente la reazione in cui speravo. Il dover spiegare ad Amy la verità
era già difficile. In più, lei
stessa era ancora infuriata e pensai che non mi avrebbe ascoltato.
Accento e provenienza
scozzese, testa dura temperamento
acceso
e capelli rossi un concentrato di rabbia pura.
E questo era solo
un piccolo
grammo di quanto Amy si potesse infuriare. Calmare
Amelia Pond quando è infuriata è un
impresa titanica.
Datemi una flotta di Dalek,
piuttosto!
«No…
No! Nonononono, non è… così. Io non
sono così!». Dissi cercando di calmarla
imbarazzato.
«E allora come sei?» mi
chiese Amelia tagliente.
«Sono
solo.. Sono.. un
povero, pazzo, con
una cabina. Sono
solo il Dottore e ho bisogno di compagnia per non cedere al mio lato più
oscuro. Ho bisogno di
te, per contrastare la solitudine. Non mi
approfitterei mai di te, Amelia! Non lo farei mai! Tu non sei il mio
divertimento personale, te lo giuro! Tu sei molto giovane rispetto a me
ma io..» continuai
prendendo fiato Amy
m’interruppe di nuovo. Odiavo essere
interrotto ma lei poteva farlo. Le avrei sempre lasciato fare
ciò che voleva
con me. Avrebbe sempre ottenuto ciò che voleva da me.
«è inutile
che cerchi di convincermi. Stai sprecando il
tuo tempo Dottore. Sei solo uno dei tanti che
crede che io sia
una sciocca
ragazzina!» mi disse
lei ostinatamente.
«No, Io sono il
Dottore. Non credo affatto che tu sia una sciocca ragazzina,
Amelia!»
«E allora, se non sono
un giocatolo, ne una sciocca ragazzina, cosa sono per te?
Perché sei tornato?»
«Io... beh.. tu... sei
la prima faccia che
la mia faccia ha
visto. Appena mi sono rigenerato ti ho visto e tra noi si è
creato un legame. Che
tu lo creda, o no, sei importante per me.
Lo sei sempre stata Amelia, e lo sarai sempre.» le dissi
appoggiando la
guancia contro il legno della porta.
«Quindi mi hai portata
con te,solo perché mi hai vista quando avevo sette anni. E
poi l’hai
fatto per James che
ti ha chiesto di portarmi con te.
Quindi avevo ragione! È per James che sono qui solo per
lui!» mi disse lei
infuriata
«No! Lasciami spiegare
Amelia! Non è per questo che sei qui.» cercai di
calmarla.
«E allora perché sono
qui?» mi chiese lei pungente con quel suo
delizioso accento scozzese.
«Non
è per James, cioè, al inizio era
anche per James, ma ora.. ora tu... sei così intelligente,
brillante, bella
e scozzese che io non riesco a smettere di stare in tua
compagnia. Sei..
stai diventando... come una droga per me. Oh no..Io non.. non volevo
dire che
.. insomma non è in senso
negativo.
Voglio dirti che sei indispensabile per me. Vuoi sapere
perché?» chiesi.
«Certo che voglio
sapere perché sono indispensabile per te!»
«Hai presente le anatre
Amy?» le chiesi.
«Le anatre?! Che diavolo
centrano le anatre Raggedy Man!?» mi chiese lei scioccata e
stupita.
«Beh le anatre, mi sono
sempre piaciute le trovo affascinanti sai? Quando gli anatroccoli
nascono, si
attaccano alla prima cosa che vedono credendola la loro madre.
L’anatroccolo
segue istintivamente la prima cosa che vede. Tra la prima cosa che vede
e
l’anatroccolo si
crea un legame molto
forte. Si crea un fenomeno che si
chiama Imprinting.. Tra noi non è successa una cosa del
genere. Ma tu, tu,
Amelia Pond, tu, sei la prima persona che io ho visto, che questo mio nuovo corpo ha visto.
È il corpo più giovane
che io abbia mai
avuto, sai Amy?
Comunque, tu sei il
mio punto di
riferimento, sei indispensabile per me, come lo era stata.. oh lascia
perdere!
Ormai è passato. Comunque volevi sapere perché
sei qui? Beh
perché sì! Perché sei speciale Pond,
perché mi affascini e perché non riesco
più a vederlo» le dissi cercando di
essere chiaro e parlando a raffica.
«Vedere cosa?» mi
chiese lei incuriosita e un pochino più calma.
« Ho 907 anni. Dopo un
po’… non riesci più a
vederlo!» le spiegai.
«Vedere cosa Dottore?»
Questa volta la sua voce era spazientita.
«Tutto!
Guardo una stella ed è solo una
grossa palla di gas che brucia. So com’è iniziata
e so come finirà e
probabilmente c’ero in entrambe le occasioni. Dopo un
po’, tutto è solo più, della
roba! È questo il problema, fai diventare tutto lo spazio e
il tempo il tuo
cortile e cosa ottieni? Un cortile. Ma tu, tu lo vedi. Vedi lo
splendore nel
universo E quando tu lo vedi, lo vedo anch’io.»
le spiegai.
«E quindi queste sono
le ragioni per cui mi hai preso con te?» mi chiese delusa e
incredula lei.
«Ci
sono state ragioni
peggiori» mi lasciai
sfuggire incautamente. Amy tornò subito al attacco. Il
piccolo vantaggio
che avevo guadagnato era svanito.
«Lo
sapevo! Significa che non sono la
prima, quindi? Altri hanno viaggiato con te! Quanti?» chiese
stizzita. E potei
sentire un ombra di gelosia nella
sua
voce.
«
Sì, certo. Un sacco di persone!.»
sbottai.
«
E di tutte queste persone, quante
erano ragazze?» Chiese con disappunto
lei. Immaginai l’espressione
corrucciata che in
quel momento Amy doveva avere e
trattenni una risata.
«Ohh…
qualcuna, immagino» dissi vago
sorridendo.
«“Qualcuna?”»
chiese lei con un chiaro
sentore di gelosia
nella voce.
«Difficile
a dirsi. È una zona grigia.»
dissi vago cercando di trattenermi
da
ridere.
«Meno
di metà, più di
metà…?» chiese
ancora lei con quella voce. Adoravo e adoro Amelia
quando è gelosa. È impagabile e
divertentissima
davvero!
«
Probabilmente… leggermente… qualcosina
di più?» dissi
questa volta un po’
imbarazzato.
«Quindi..
io sono soltanto .. una delle
tante?» chiese ancora con lo stesso tono di voce.
«
No, no, non volevo dire.. Tu
sei importante per me Amelia. Sei
fondamentale per questa mia nuova rigenerazione come posso fartelo
capire!?» dissi
frustrato.
«Dimostramelo»
mi sfidò Amy.
«Cosa?»
chiesi non capendo.
«
Dimostrami che non
sono una delle tante. Dimostrami che sono
indispensabile per te, che sono importante per te come mi hai detto.
Dimostrami
che quelle che mi hai detto finora non sono solo belle parole. Dimostrami che sono
fondamentale per te e io
potrei decidere di darti una seconda
possibilità Dottore. Ma devi dimostrarmelo.» mi
disse determinata.
Ci
pensai. Come potevo dimostrare a Amy quello
che provavo? Come potevo farla restare al mio fianco?
Dovevo trovare una
soluzione. A me serviva quella donna come
dimostraglielo? Sorrisi . Forse avevo un idea.
«Ora
come ora non so come fare Amy. Ho un
idea geniale però. Ma, dovrai fidarti di me. Puoi farlo
Amelia Pond?»
«Si
penso di poterlo fare» mi disse lei
dopo qualche minuto.
«Bene
allora. Vieni con me!»esclamai
felice. Lei aprii la porta e mi seguii fino alla consolle. Mi diressi
subito
verso i comandi.
«Dove
andiamo?» chiese James curioso.
«Oh
non lo so. Ci
sarebbero un paio di posti dove vorrei
portare Amy: l’antica Roma, l’esposizione
universale di Parigi, la
reggia di Versailles, Atlantide, New York,
il primo cinematografo, il Mulain Rouge.. Non lo so. Sono
indeciso» Restai
fermò immobile qualche secondo e poi esclamai
«Ho
trovato! Ti piacerà Amy! Lo adorerai!»
«
Fammi capire.. tutti i posti che hai nominato,
o quasi tutti, sono
posti romantici. Tu
mi vuoi portare da qualche
parte. Mi stai
indirettamente chiedendo
un appuntamento Raggedy Man?» disse Amy che si era spostatsa
dietro di me.
«Beh
suppongo che possiamo considerarlo
un appuntamento o qualcosa di simile.» le dissi
Lei
mi sorrise raggiante.« Beh allora
suppongo che dovrei
accettare questo
fantomatico ‘appuntamento’ con te
Dottore!» Disse divertita.
«Ma,
ricorda Raggedy Man acceterò a due
condizioni» mi disse lei determinata.
«Ti
ascolto» le dissi facendole
cenno di proseguire.
«Primo:
voglio andare in un posto
romantico. Secondo: voglio che non ci siano avventure, guai, alieni e
mondi da
salvare chiaro? Terzo:
voglio che questo
‘appuntamento’ sia
speciale. Quarto voglio
che sia una cosa solo tra me e te.»
Annui avrei cercato di
accontentarla.
«Scusa..ehm Amy le condizioni non
erano due? E poi io
chi sono? Non vorrete mica lasciarmi
qui sul TARDIS mentre voi due piccioncini
vi divertite vero?»chiese
James un
po’ irritato. Stavo per
aprire bocca. Forse la mia idea aveva
ferito James.Ero pronto a rimediare.
Ma
Amelia mi
precedette. «Vedi Potter,
il fatto che io voglia stare
un po’ tranquilla e godermi il mio appuntamento
comporta che tu non
faccia assolutamente nulla e non interferisca mai
mi hai capito? » disse
molto acidamente Amy
«Beh
Evans, non ho
alcuna intenzione di restarmene buono e bravo qui a non fare
nulla» ribatté
James con lo stesso tono acido. Prima
che scoppiasse la Seconda Guerra del Tempo grazie ai loro
battibecchi e
che il mio amato TARDIS si trasformasse in
un campo di battaglia li fermai
«Certo
che potrai venire con noi James!»
gli dissi. Amelia a quelle parole mi trapassò con uno
sguardo in tralice che mi
fece molta paura. «ma dovrai promettere che non
interferirai» dissi guardando
Amy terrorizzato.
«Lo
prometto» mi
disse lui sorridendo.
Azionai
la leva che ci avrebbe fatti
partire e parti per il mio’appuntamento’
con Amy Pond . Avevo deciso l’avrei
portata a Venezia.
Ciiao ! si so che sto tardando. si so che il capitolo è corto ma è un capitolo transitivo che mi serviva per introdurre il prossimo capitolo che è liberamente tratto da Vampire of Venice. Liberamente perché intendo che è proprio liberamente tratto dal episodio 5x06 siccome sucederano tante cose inattese. Poi ho voluto parlare di Donna Nobble perché la adoro e beh diciamo che.. no non dirò niente arrangiatevi niente spoiler! Poi anche James non ha una memoria perfetta gli hanno cencellato alcuni ricordi su determinate persone.chissà perché vi dico solo che centra con un vecchio nemico del Dottore..
so inoltre che James non ha avuto lo spazio che meritava. ma, vi prometto che nel prossimo capitolo parlerà quasi esclusivamente lui quindi.. mi farò perdonare poi voglio ringraziare: i lettori silenziosi e Dub01 . sai che ti adoro vero? experiencing grazie del tuo tempoe delle tue recensioni fantastiche. shalycohen ti ringrazio per essere sempre così entusiasta dei miei capitoli. Grazie a Wendy Candy pe ril suo tempo Grazie ad HelenaLestrange e non ti preoccupare per il ritardo!
Arriverò presto con il nuovo capitolo!
Baci
Marty Evans