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Autore: Marty Evans    16/02/2014    6 recensioni
Dimenticate tutto quello che sapete di Doctor Who dal episodio 5x01.
Cosa sarebbe successo se per Amy Rory fosse stato solo un ricordo della sua vecchia vita a Leadworth? Cosa sarebbe successo se il Dottore avesse scoperto che durante il processo di rigenerazione, un anima umana si era infilata dentro di lui e abitava il suo corpo? Chi è quest’anima? Perché ha scelto proprio il corpo del Dottore? Perché pare che quest’anima sia connessa e legata ad Amy, al suo destino, al suo misterioso passato e ai suoi terribili incubi? Cosa rappresenta il ciondolo che Amy ha al collo fin da bambina? Come mai Amy e il Dottore iniziano a provare una forte attrazione l'uno verso l'altra?
Una mia rivisitazione della 5 stagione. Questa storia è uno Spin-off della mia serie su Lily Evans e i Malandrini. Cosa lega questi universi completamente diversi?
Eleven/Amy
Crossover:Harry Potter/Doctor Who
Leggete e per favore recensite!
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Amy Pond, Doctor - 11
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17
Verità svelate

NDA Ciao  scusate per il ritardo! Spero il capitolo  vi piaccia e ho voluto  aggiornare oggi perchè, oggi il Bacio delle Stelle compie 1 anno. Evviva! Okay no basta.Aavrei dovuto  aggiornare giovedi o venerdi ma c'era una cosa che adoro: il patinaggio Artiastico  a Sotchi. anche se Pluscenco (perdonartemi se non lo scrivo giusto ma non so il russo)  si è ritirato.  Soni un appasionata di pattinaggio e ho adorato lui  mi è dispiaciuto  che si sia  ritirato. lo so  a voi non importa  ma volevo solo dirvi che è colpa del paattinaggio se  non ho aggiornato prima.

 Ci vediamo sotto! Baci

 Marty Evans 

«Amelia!»

«Who is Amelia?»

«The first face  this  face saw.»

(Eleven a Clara Oswald in The Time of the Doctor)

 

POV  Amy

«Amy che succede?» mi chiese il Dottore. Non gli badai, perché vidi che  accanto a lui c’era il ragazzo che sognavo fin da bambina. Accanto a lui c’era... James.

Guardai quello, che un tempo era stato mio marito incredula.

Come potevo averlo dimenticato? Dimenticare James!  Diavolo,lui e la sua aria malandrina, la sua voce e la sua risata. Era stato una parte importante del mio passato. Una parte fondamentale della ragazza che iniziavo a ricordare di essere stata un tempo.  Un capitolo importantissimo e vitale della mia vita. E l’avevo rimosso completamente.

«James..» sussurrai nel silenzio della stanza, rotto soltanto dal ronzio del TARDIS. Infatti ,dopo le parole del Dottore, era calato un pesante silenzio.  Quando pronunciai quel bellissimo nome, la mia voce somigliava a vetro incrinato. Avevo paura che lui potesse sgretolarsi davanti a me. James mi guardava stupito. Anche se era traslucido e fluttuava era sempre lui. Riconoscevo i capelli  corvini, perennemente scompigliati, il fisico magro e atletico, il viso allungato, la fronte ampia, le sopraciglia folte, i suoi occhi color caramello, gli occhiali tondi sulla punta del naso, senza i quali, ricordai sorridendo, non vedeva nulla, il naso dritto e un po’ troppo lungo, le fossette sulle guance, le labbra  carnose che avevo baciato tante volte, il mento    leggermente allungato, le mani affusolate con cui suonava il pianoforte, questo era James Potter.

«Lily..» il mio nome, pronunciò il mio nome. Non mi chiamò Amy, non  mi chiamò Amelia, ma Lily, proprio come la prima volta che lo avevo visto sul TARDIS.  Le lacrime, lacrime di gioia, iniziarono a sgorgare e depositarsi sulle guance. Avevo voglia di correre, saltare, ballare dalla gioia. In quel istante c’eravamo solo io e James. Non importava se era un fantasma, saremmo sempre stati Lily e James, James e Lily. Mi alzai dal letto e corsi verso James. Lo abbracciai. Sentii le sue braccia avvolgermi, braccia gelide senza calore che mi avvolgevano. Il calore era sparito dal suo corpo, ma lui era li. Le sue braccia, mi avvolsero la vita e appoggiai la testa al suo petto. Respirai il suo buonissimo profumo: menta e acqua di colonia. Quando, dopo quella che mi sembrava un eternità, ci  staccammo  stavamo sorridendo entrambi.     

«Mi ricordo di te! Mi ricordo di te Jaimie!» esclamai.

«Jaimie da quanto non mi sentivo chiamare così!»  disse lui ridendo. Mi voltai verso il Dottore, era immobile e ci guardava. Mi ero completamente dimenticata della sua presenza.

«Almeno non dovrò  più inventarmi scuse per aver detto il tuo nome James!» esclamò. Pensai che fosse triste, ma invece, pareva raggiante, addirittura sorrideva.

«Quindi.. come funziona questa cosa? Ha recuperato tutta la memoria?» chiese James al Dottore speranzoso.

 Memoria? Ma di che cosa stavano parlando?

«Non lo so, dovremmo chiederlo a lei» disse il Dottore.

«Tu lo sapevi?!» gridai  al Dottore. Ero arrabbiata. Se lui lo sapeva, perché non mi aveva detto nulla?

«Amy.. io..» provò a spiegarmi il Dottore. Andai di scatto verso di lui e lo presi per il cravattino. Lo guardai negli occhi e la mia rabbia crebbe. Il Dottore mi guardava supplicante. Ma a me non importava. Mi aveva mentito. Tutti e due mi avevano mentito.

«Tu lo sapevi e non me l’hai mai detto? Sapevi chi ero e non mi hai detto niente!? Non avevi il diritto di farlo!» gli urlai  contro. Penso di essergli sembrata un isterica.

 Mentre cercava di balbettare parole di senso compiuto.  

«Amelia lascialo spiegare! Non è come pensi!» disse James. Mi girai verso di lui. La gioia di averlo ritrovato era scemata, e aveva lasciato il posto alla furia.  Ero infuriata. Mi avevano mentito,tutti e due. Io mi fidavo di loro e mi avevano mentito!

«E allora com’è? Come mai tu sapevi chi ero e non mi ha detto niente? Perché mi hai nascosto una cosa del genere!» urlai al Dottore.

«L’ho costretto io. Gli ho detto che sarebbe stato  meglio per te non sapere subito tutto»  mi disse James.

 Altri dubbi  affilarono la mia  mente, altre domande arrivarono.

«E quindi ha fatto questo perché l’hai chiesto tu?»

 James annui.

«Quindi mi ha portato con sé perché l’hai chiesto tu?»

«Al inizio si ma poi ..» iniziò il Dottore

Lo intruppi  furente. Tutte le belle parole, tutti i discorsi e anche il bacio erano tutte  falsità.  Lui non provava niente per me. Come potevo essere stata così stupida? Gli avevo creduto. Avevo creduto al mio cuore, alle sue parole e a quel bacio. E mi ero illusa. Lui aveva fatto tutto questo per solidarietà maschile verso James. Non provava nulla per me. Nulla. Credevo fosse cambiato qualcosa dopo quel bacio ma evidentemente no. Ero la solita ragazzina che credeva nelle favole. Dentro ero rimasta Amelia Pond, la ragazzina scozzese  che viveva in Inghilterra, che abitava in una grande casa con un giardino poco curato e un amico immaginario.

Mi rivolsi a quello stesso amico, che poi tanto amico non era, non per me almeno, non più, non riuscivo più a vederlo solo come il mio Doctor Raggedy, il mio amico immaginario di quand’ero bambina. Per me, lui ora era un ragazzo, un giovane molto carino, un bel giovane uomo se vogliamo essere sinceri. Ed era così brillante, intelligente e affascinante, che sì, avevo finito per innamorarmene. Ma a quanto pareva lui non ricambiava i miei  sentimenti. E non era di certo più immaginario, ma era reale, concreto e se ne stava teso, in piedi, davanti a me.  

«Al inizio sì, ma poi cosa Dottore? Poi hai continuato ad illudermi e ad approfittarti della mia ingenuità e dei miei sentimenti. Sono stata stupida, sono stata  stupida a credere  che tu provassi qualcosa per me! Che stupida che sono! Stupida, ingenua, Amelia Pond! Sono solo questo per te, non è vero? Una ragazzina da illudere e da buttare via quando hai finito!» gridai. Il Dottore era ammutolito.  Mi guardava ad occhi sgranati e a bocca aperta. Senti le lacrime  salirmi  agli occhi. Non volevo piangere, non di fronte a loro  comunque. Così mi voltai, ma mi trovai di fronte James.

«Lils ti prego! Non hai capito nulla! Il Dottore non ha fatto quello che credi!» mi disse James cercando di calmarmi.

«Lasciami in pace, James! Anche tu mi hai mentito!» gridai  superandolo. Andai  alla porta, la aprii e mi sentii prendere con fermezza, ma dolcemente il polso. Mi voltai di scatto e trovai gli occhi cangianti del Dottore, che in quel momento, erano di un azzurro molto scuro. Quegli occhi  blu mi fissavano imploranti.

«Amelia ti prego! Ti scongiuro lasciami spiegare!» mi stava implorando. Penso di non aver mai più sentito implorare quel uomo. Lui è il Dottore. Lui non implora, mai. Lui è  un dio. Gli dei non implorano. Lui è un eroe e gli eroi  non implorano. Eppure, quel uomo senza nome, in quella stanza sul TARDIS, in un punto non ben definito dello spazio-tempo, stava implorando me. Me, che ero solo una ragazza impaurita e infuriata.  Quell’uomo, che aveva visto più cose di chiunque altro, stava implorando me. Ma non mi sarei lasciata piegare, mi avevano mentito.

«Lasciami! Non toccarmi!». Esclamai strappando il polso alla sua stretta. Poi, mi resi conto che, se c’era qualcuno che doveva andarsene, quelli erano loro.

«Fuori» dissi a James e al Dottore. Loro mi guardarono sbalorditi: «Come scusa?», chiese  James. Indicai la porta infuriata. James non sembrò capire, perché mi guardò tra lo sbalordito e il confuso mentre il Dottore, che evidentemente aveva qualche neurone in più  rispetto  a James, si dirigeva  a passi misurati verso la porta. Lui uscii, imboccò uno dei corridoi del TARDIS, sparendo dal mio campo visivo.  Probabilmente sarebbe andato a cambiarsi e poi sarebbe andato  alla  sala comandi. Tornai a guardare James, che se ne stava ancora immobile al centro della mia  stanza, con aria truce. Lui mi guardò  stupito formando una piccola “o” con le labbra e non capendo. 

«Quale parte di ‘Fuori di qui’ non ti è chiara Potter?!», urlai.

«Ma.. Ma.. Ma.. Io..» balbettò lui. Misi le mani sui fianchi e lo guardai con il mio miglior sguardo omicida. Lui indietreggiò e alzò le mani in segno di resa. Appena James se ne fu andato, chiusi la porta, mi appoggia contro il legno e mi lasciai scivolare a terra. Mi abbrancai le ginocchia e mi abbandonai al pianto, di nuovo. Stava diventando una fastidiosa abitudine piangere. Avevo pianto ore prima, quando avevo lasciato Rory e non sapevo nemmeno perché. Forse era perché mi faceva pena. Avevo pianto pochi minuti prima per James e ora stavo piangendo perché mi avevano mentito. Dopo un tempo non ben definito, credo due ore, ma non  ne sono sicura, in cui mi ero disperata e avevo pianto tutte le mie lacrime, avevo sentito un delicato bussare alla porta.  

«Non voglio parlare ne vedere nessuno!» dissi tirando su col naso e lasciandomi sfuggire un singhiozzo soffocato. Sentii un corpo appoggiarsi alla porta e lasciarsi scivolare a terra, proprio come avevo fatto io due ore prima. Non sapevo se fosse James o  se fosse il Dottore e non m’importava. Erano due bugiardi. La persona al di là della porta sospirò pesantemente.

«Se non vuoi parlarmi, ne vedermi, allora ascoltami e basta. Ti prego Amelia, ascolta solo quello che ho da dire. Poi potrai decidere. Ti riporterò a Leadworth se lo desidererai, o in qualunque altro posto tu vorrai. Te ne potrai andare quando vorrai, io non ti fermerò. Ti prometto che non cercherò di convincerti a restare Amy. Ma per favore, per favore, ascoltami per cinque minuti. Ti prego Amelia!» disse  con voce  supplichevole e dolce  il Dottore. Poi deglutì e rimase in silenzio, in attesa. Lui non era un tipo che aspettava me n’ero accorta. Eppure quel giorno, il Dottore, che correva e non si fermava mai, si fermò. Si fermò e aspettò me. Rimase in attesa dal altra parte della porta, seduto immobile, mentre il silenzio si protraeva rotto soltanto dai miei singhiozzi. Pensai che se ne sarebbe andato, se non gli avessi risposto, ma i minuti passavano e lui non si muoveva. Aspettava una risposta, capii e non si sarebbe mosso finché non gliel’avessi data. Lo ammirai per questo. Decisi di concedergli una possibilità e annui. Mi resi conto che lui non poteva vedermi. Così deglutì. «Sì, ti ascolterò per cinque minuti ma non uno di più» dissi odiando il tremolio nelle mia voce.

POV James

Ero la persona più felice del mondo. Finalmente Amy si era ricordata di me. Mi dispiaceva molto però che avesse frainteso tutto. Il fatto era che avevo fatto solamente quello che  quand’ero vivo il mio me fantasma mi aveva detto di fare. Non volevo  combinare nulla  di male, solo fare ciò che ritenevo giusto. E invece avevo appena complicato tutto tra Amy e il Dottore. E io che volevo solo  che lei e il Dottore  fossero felici! Interruppi  i miei pensieri il  Dottore stava rimuginando su Amy. Mi dispiaceva molto per lui. Poverino, dopo tutto quello che  si era preso, dopo tutto quello che aveva passato no se lo meritava.  Ma i  pensieri del Dottore stavano vertendo su qualcun altro. Era una donna di 39, 40 anni. Era perso nei suoi ricordi.  Ma la donna, quella donna, aveva qualcosa di famigliare. Ma  dove diavolo l’avevo  vista?  Non  me la ricordavo eppure come per la mia amica Clara , ero sicuro di averla incontrata. Ero sicuro di averle parlato ma dove? Quando? Era come se  alcuni dei miei ricordi fossero stati cancellati.  Ma come era possibile? E se mi erano stati tolti e cancellati... perché lo avevano  fatto e chi sopratutto l’aveva fatto?

POV Dottore

 Uscii dalla stanza di Amy. Dopo la sua sfuriata in cui mi aveva urlato di tutto. E naturalmente aveva frainteso tutto. Io non  avrei mai potuto sfruttarla. Insomma, il mio inconscio  si era aggrappato a lei per cercare di dimentica Rose. Forse l’aveva sfruttata in quel senso, ma mai in altri modi. Per me lei era troppo importante. Così, senza dire una parola, ero uscito, mi ero cambiato ed ero andato nella sala comandi.  Mi ero seduto sul pavimento di vetro ed ero  rimasto li, a gambe incrociate a pensare. Quasi certamente Amy mi avrebbe chiesto di riportarla a casa. E cosa avrei fatto una volta che se ne fosse andata? Stavo riponendo le mie  speranze in lei e lei se ne sarebbe andata quasi certamente. Ma meritava una spiegazione. Volevo che se ne andasse dopo aver capito. Mi presi la testa tra le mani. Non avevo mai avuto una compagna di viaggio più incredibile e strana di Amelia Pond. Persino Rose non era così. Amelia era impulsiva, impavida, coraggiosa, malandrina, civettuola, divertente, dolce,otteneva sempre ciò che voleva, era determinata, scaltra e testarda.  Amelia era la persona più testarda che avessi mai conosciuto dopo Donna.  Un lacrima  solcò la mia guancia, mentre ripensavo e ricordavo Donna Nobble.  Se c’era una  persona, oltre a Rose, che era stata fondamentale  per me, quella  era “La Donna Che Si Perdeva Sempre Tutto” Donna Nobble. Lei non era stata solo una compagna di viaggio, era diventata la mia migliore amica. La testardissima e impavida Donna Nobble, che era buona con tutti e che mi salvava dal mio lato oscuro. Purtroppo, avevo dovuto farle dimentica tutto, altrimenti sarebbe impazzita. Mi mancava tantissimo. Lei, i nostri battibecchi, il suo urlarmi contro istericamente e la sua testardaggine. E poi lei sapeva cosa fare. Lei sapeva sempre cosa fare.

Ricordavo, quando, per salvarmi la vita, siccome avevo bevuto del the con il cianuro, mi aveva scioccato. E cosa aveva fatto lei per scioccarmi tanto? La cosa più scioccante del mondo. Mi aveva baciato. Più tardi, nel TARDIS, le avevo chiesto perché e lei mi aveva detto “Ti serviva uno shock, mi hai chiesto uno shock no? L’hai avuto mio caro. A proposito baci da schifo”. Io avevo riso. Solo lei poteva dirmi una cosa del genere dopo avermi salvato la vita.  Oppure la volta in cui, a Pompei, mi aveva convinto e supplicato di salvare la famiglia romana che ci aveva aspettato. Riflettei su quello che mi avrebbe detto se fosse stata li. Beh, si sarebbe seduta vicino a me, io le avrei detto il problema e lei mi avrebbe detto qualcosa del tipo “vai a parlarle idiota”. Naturalmente prima mi avrebbe insultato. Invece arrivò James a sedersi vicino a me strappandomi ai miei pensieri. Si sedette di fronte a me, a gambe incrociate, sul pavimento del TARDIS. Alzai gli occhi su di lui e sprofondai nei suoi color nocciola. Avrei preferito mille volte,  gli occhi verdi di Donna che mi scrutavano penetranti, ma mi potevo accontentare.

«Ho percepito i tuoi pensieri. Ho avvertito la tua tristezza e la tua disperazione. A proposito, chi è la donna con i capelli rossi? No, perché al inizio pensavi a Amy ma poi hai iniziato  a pensare a questa tizia, chi è?» mi chiese.

«Si chiama Donna. Era la mia migliore amica, ma ormai l’ho persa. Pensavo a che consiglio mi avrebbe dato con Amy.Ti sarebbe piaciuta Donna, era simpatica.»

«Aspetta. Donna? Donna Nobble? Quella Donna? Ma io l’ho conosciuta! È vero! Avrei dovuto accorgermene quando ho guardato nella tua testa!» si lasciò sfuggire  James. Ora si che ero curioso! Cosa intendeva dire?

«Cosa vuol dire che l’hai incontrata!? Com’è possibile?» chiesi un po’ sorpreso.

«Oh! Ho appena combinato un casino! Scusa!Dimentica quello che ho detto! Mi sono sbagliato! Non l’ho mai vista in vita mia! Te lo giuro  Dottore!» cercò di giustificarsi.

«James Charlus Potter, fai schifo a mentire! Quindi dimmi, anzi, ti ordino di dirmi, quello che sai su Donna Nobble!»

«Mi spiace Dottore, farò anche schifo a mentire ma mantengo gli spoiler o cerco di farlo. Questo  è spoiler!»

«Sei peggio di River! Dico sul serio» dissi ridendo.

«Non osare paragonarmi a quella archeologa con i capelli sparati!»  gridò James divertito. Risi ancora.

«Per tutti i signori di Gallifrey! Anche a te non vanno  a genio gli archeologi!? Allora sono in buona compagnia!»

James  rise e mi disse «Non sarebbe il caso di seguire lo speudo consiglio di Donna? Non è ora, che tu vada a parlare con Amy?» chiese. Mi alzai da terra e guardai James di sott’occhi.

«Quando torno però, tu mi dirai tutto su Donna Nobble chiaro?» Lui mi sorrise e scosse la testa.  Sapevo che non mi avrebbe detto nulla su Donna, ma mi avviai comunque  verso i corridoi del TARDIS, fino alla stanza di Amelia.

«Non voglio parlare ne vedere nessuno!» mi disse lei quando bussai.

 Io mi appoggiai alla porta e mi lasciai scivolare a terra

«Se non vuoi parlarmi, ne vedermi, allora ascoltami e basta. Ti prego Amelia, ascolta solo quello che ho da dire. Poi potrai decidere. Ti riporterò a Leadworth se lo desidererai, o in qualunque altro posto tu vorrai. Te ne potrai andare quando vorrai, io non ti fermerò. Ti prometto che non cercherò di convincerti a restare Amy. Ma per favore, per favore, ascoltami per cinque minuti. Ti prego Amelia!»

Lei rimase in silenzio per molti minuti. Io rimasi li, immobile ad aspettare.  Alla fine lei sospirò e con voce tremante disse:

«Sì, ti ascolterò per cinque minuti ma non uno di più». Sorrisi anche se lei non poteva vedermi.

«Amy voglio che tu sappia  che è bello passare il tempo con te. Sei divertente, dolce, forte e sei così scozzese. Beh mi piace passare il mio tempo con te e...» lei m’interruppe, con il suo accento scozzese mi disse infuriata:

«Quindi io sono solo un passatempo? Sono solo una specie di giocatolo da lasciare quando hai finito?» Okay, si, non era esattamente la reazione in cui speravo. Il dover spiegare ad  Amy la verità era già difficile. In più, lei stessa era ancora infuriata e pensai che non mi avrebbe ascoltato. Accento e provenienza scozzese, testa dura  temperamento acceso e capelli rossi un concentrato di rabbia pura.  E questo era  solo un piccolo grammo di quanto Amy si potesse infuriare. Calmare  Amelia Pond quando è infuriata è un impresa  titanica. Datemi una flotta di Dalek, piuttosto!

«No… No! Nonononono, non è… così. Io non sono così!». Dissi cercando di calmarla imbarazzato.

«E allora come sei?» mi chiese Amelia tagliente.

«Sono solo..  Sono.. un povero, pazzo,  con una cabina.  Sono  solo il Dottore e ho bisogno di compagnia per non cedere al  mio lato più oscuro. Ho bisogno  di te, per contrastare la solitudine. Non mi approfitterei mai di te, Amelia! Non lo farei mai! Tu non sei il mio divertimento personale, te lo giuro! Tu sei molto giovane rispetto a me ma io..»  continuai prendendo fiato  Amy m’interruppe di nuovo. Odiavo essere interrotto ma lei poteva farlo. Le avrei sempre lasciato fare ciò che voleva con me. Avrebbe sempre ottenuto ciò che voleva da me.

«è inutile  che cerchi di convincermi. Stai sprecando il tuo tempo Dottore. Sei  solo uno dei tanti che crede che io sia una   sciocca ragazzina!» mi disse lei ostinatamente.

«No, Io sono il Dottore. Non credo affatto che tu sia una sciocca ragazzina, Amelia!»

«E allora, se non sono un giocatolo, ne una sciocca ragazzina, cosa sono per te? Perché sei tornato?»

«Io... beh.. tu... sei la prima faccia  che la mia faccia ha visto. Appena mi sono rigenerato ti ho visto e tra noi si è creato un legame.  Che tu lo creda, o no, sei importante per me. Lo sei sempre stata Amelia, e lo sarai sempre.» le dissi appoggiando  la guancia contro il legno della porta.

«Quindi mi hai portata con te,solo perché mi hai vista quando avevo sette anni. E poi  l’hai fatto per James  che ti ha chiesto di portarmi con te.  Quindi avevo ragione! È per James  che sono qui solo per lui!» mi disse lei infuriata

«No! Lasciami spiegare Amelia! Non è per questo che sei qui.» cercai di calmarla.

«E allora perché sono qui?» mi chiese lei pungente con quel suo  delizioso accento scozzese.

«Non è per James, cioè, al inizio era anche per James, ma ora.. ora tu... sei così intelligente, brillante,  bella  e scozzese che io non riesco a smettere di stare in tua compagnia. Sei.. stai diventando... come una droga per me. Oh no..Io non.. non volevo dire che .. insomma non è in senso  negativo. Voglio dirti che sei indispensabile per me. Vuoi sapere perché?» chiesi.

«Certo che voglio sapere perché sono indispensabile per te!»

«Hai presente le anatre Amy?» le chiesi.

«Le anatre?! Che diavolo centrano le anatre Raggedy Man!?» mi chiese lei scioccata e stupita.

«Beh le anatre, mi sono sempre piaciute le trovo affascinanti sai? Quando gli anatroccoli nascono, si attaccano alla prima cosa che vedono credendola la loro madre. L’anatroccolo segue istintivamente la prima cosa che vede. Tra la prima cosa che vede e l’anatroccolo  si crea un legame  molto forte. Si crea un fenomeno che si chiama Imprinting.. Tra noi non è successa una cosa del genere. Ma tu, tu, Amelia Pond, tu, sei la prima persona che io ho visto, che questo mio  nuovo corpo ha visto. È il corpo più giovane che io abbia  mai avuto, sai Amy? Comunque,  tu sei il mio punto di riferimento, sei indispensabile per me, come lo era stata.. oh lascia perdere! Ormai è passato. Comunque volevi sapere perché sei qui?  Beh perché sì! Perché sei speciale Pond, perché mi affascini e perché non riesco più a vederlo» le dissi cercando di essere chiaro e parlando a raffica.

«Vedere cosa?» mi chiese lei incuriosita e un pochino più calma.

« Ho 907 anni. Dopo un po’… non riesci più a vederlo!» le spiegai.

«Vedere cosa Dottore?» Questa volta la sua voce era spazientita.

«Tutto! Guardo una stella ed è solo una grossa palla di gas che brucia. So com’è iniziata e so come finirà e probabilmente c’ero in entrambe le occasioni. Dopo un po’, tutto è solo più, della roba! È questo il problema, fai diventare tutto lo spazio e il tempo il tuo cortile e cosa ottieni? Un cortile. Ma tu, tu lo vedi. Vedi lo splendore nel universo E quando tu lo vedi, lo vedo anch’io.»  le spiegai.

«E quindi queste sono le ragioni per cui mi hai preso con te?» mi chiese delusa e incredula lei.

 «Ci sono  state ragioni peggiori» mi lasciai sfuggire incautamente. Amy tornò subito al attacco. Il piccolo  vantaggio che avevo guadagnato era svanito.

«Lo sapevo! Significa che non sono la prima, quindi? Altri hanno viaggiato con te! Quanti?» chiese stizzita. E potei sentire un ombra di gelosia  nella sua voce.

« Sì, certo. Un sacco di persone!.» sbottai.

« E di tutte queste persone, quante  erano ragazze?» Chiese con disappunto lei.  Immaginai  l’espressione corrucciata  che in quel momento Amy doveva avere e trattenni una risata.

«Ohh… qualcuna, immagino» dissi vago sorridendo.

«“Qualcuna?”» chiese lei con un chiaro sentore  di gelosia nella voce.

«Difficile a dirsi. È una zona grigia.» dissi vago cercando di  trattenermi da ridere.

«Meno di metà, più di metà…?» chiese ancora lei con quella voce. Adoravo e adoro Amelia  quando è gelosa. È impagabile e divertentissima davvero!

« Probabilmente… leggermente… qualcosina di più?»  dissi questa volta un po’ imbarazzato.

«Quindi.. io sono soltanto .. una delle tante?» chiese ancora con lo stesso tono di voce.

« No, no, non volevo dire..  Tu sei importante per me Amelia. Sei fondamentale per questa mia nuova rigenerazione come posso fartelo capire!?» dissi frustrato.

«Dimostramelo» mi sfidò Amy.

«Cosa?» chiesi non capendo.

« Dimostrami che  non sono una delle tante. Dimostrami che sono indispensabile per te, che sono importante per te come mi hai detto. Dimostrami che quelle che mi hai detto finora non sono solo belle parole.  Dimostrami che sono fondamentale per te e  io potrei decidere di darti una seconda possibilità Dottore. Ma devi dimostrarmelo.» mi disse determinata.

Ci pensai. Come potevo dimostrare a Amy quello che provavo? Come potevo farla restare al mio fianco?   Dovevo trovare  una soluzione. A me serviva quella donna come dimostraglielo? Sorrisi . Forse avevo un idea.

«Ora come ora non so come fare Amy. Ho un idea geniale però. Ma, dovrai fidarti di me. Puoi farlo Amelia Pond?»

«Si penso di poterlo fare» mi disse lei dopo qualche minuto.

«Bene allora. Vieni con me!»esclamai felice. Lei aprii la porta e mi seguii fino alla consolle. Mi diressi subito verso i comandi.

«Dove andiamo?» chiese James curioso.

«Oh non lo so.  Ci sarebbero un paio di posti dove vorrei portare Amy: l’antica Roma, l’esposizione universale di Parigi,  la reggia di Versailles, Atlantide, New York, il primo cinematografo, il Mulain Rouge.. Non lo so. Sono indeciso» Restai fermò immobile qualche secondo e poi esclamai

«Ho trovato! Ti piacerà Amy! Lo adorerai!»

« Fammi capire.. tutti i posti che hai nominato, o quasi tutti,  sono posti  romantici. Tu mi vuoi portare da qualche parte.  Mi stai indirettamente chiedendo un appuntamento Raggedy Man?» disse Amy che si era spostatsa dietro di me.

«Beh suppongo che possiamo considerarlo un appuntamento o qualcosa di simile.» le dissi

Lei mi sorrise raggiante.« Beh allora suppongo  che dovrei accettare questo fantomatico ‘appuntamento’ con te Dottore!» Disse divertita.

«Ma, ricorda Raggedy Man acceterò a due condizioni» mi disse lei determinata.

«Ti ascolto» le dissi facendole  cenno di proseguire.

«Primo: voglio andare in un posto romantico. Secondo: voglio che non ci siano avventure, guai, alieni e mondi da salvare chiaro?  Terzo: voglio che questo ‘appuntamento’ sia  speciale. Quarto voglio che sia una cosa solo tra me e te.»

 Annui avrei cercato di accontentarla.

«Scusa..ehm  Amy le condizioni non erano due? E  poi io chi sono? Non vorrete mica lasciarmi qui sul TARDIS mentre voi due piccioncini  vi divertite vero?»chiese  James  un po’ irritato. Stavo per aprire bocca. Forse la mia idea  aveva ferito James.Ero pronto a rimediare.  Ma Amelia  mi precedette. «Vedi Potter, il fatto che io voglia  stare un po’ tranquilla e godermi il mio appuntamento comporta che tu non faccia assolutamente nulla e non interferisca mai mi hai capito? »  disse molto acidamente Amy

«Beh Evans,  non  ho alcuna intenzione di restarmene buono e bravo qui a non fare nulla» ribatté James con lo stesso tono acido. Prima  che scoppiasse la Seconda Guerra del Tempo grazie ai loro battibecchi e che il mio amato TARDIS si trasformasse in  un campo di battaglia li fermai

«Certo che potrai venire con noi James!» gli dissi. Amelia a quelle parole mi trapassò con uno sguardo in tralice che mi fece molta paura. «ma dovrai promettere che non interferirai» dissi  guardando Amy terrorizzato.

«Lo prometto»  mi disse lui sorridendo.

Azionai la leva che ci avrebbe fatti partire e parti per il mio’appuntamento’  con Amy Pond . Avevo deciso l’avrei  portata a Venezia.

Image and video hosting by TinyPic Angolino del Autrice

Ciiao ! si so che  sto tardando. si so che il capitolo è corto ma è un capitolo transitivo che mi serviva per introdurre il prossimo capitolo che è liberamente tratto da Vampire of Venice.  Liberamente perché  intendo che è proprio liberamente tratto  dal episodio 5x06  siccome sucederano tante cose inattese. Poi  ho voluto parlare di Donna Nobble  perché la adoro e beh diciamo che.. no non dirò niente arrangiatevi niente spoiler!  Poi  anche James non ha una memoria perfetta  gli hanno cencellato alcuni ricordi su determinate persone.chissà perché vi dico  solo che centra con un vecchio nemico del Dottore..

 so inoltre che James  non ha avuto lo spazio che meritava. ma,  vi prometto che  nel prossimo capitolo parlerà quasi esclusivamente lui quindi.. mi farò perdonare poi  voglio ringraziare: i lettori silenziosi e  Dub01 . sai che ti adoro vero? experiencing grazie del tuo tempoe delle tue recensioni fantastiche. shalycohen  ti ringrazio per essere sempre così entusiasta dei miei capitoli. Grazie a Wendy Candy pe ril suo tempo Grazie  ad HelenaLestrange  e non ti preoccupare per  il ritardo! 

Arriverò presto con il nuovo capitolo! 

Baci

Marty Evans

  
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