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Autore: valeriaspanu    16/02/2014    9 recensioni
"Si, questa è la mia vita… Non è perfetta e in parte è sempre incompleta ma, contando tutto ciò che ci è accaduto, devo ringraziare il cielo per avere Peeta e le sue braccia che mi stringono per farmi sentire il suo amore. Può essere questa la felicità dopo tutto ciò che abbiamo passato?"
La FIC si svolge 5 anni dopo la rivolta. Peeta e Katniss stanno insieme e cercano di lottare contro i propri incubi, ma una nuova minaccia creata da Capitol City incombe su di loro: riusciranno a superare le nuove prove?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Johanna Mason, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Le urla di Katniss mi svegliano all’improvviso e subito la stringo a me mentre lei continua ad urlare.

-Ehi, ehi. Va tutto bene, ci sono qua io.- le sussurro dolcemente tra i capelli. Era solo un incubo, Kat. Sei qui, con me.-

Le bacio la fronte e le asciugo le lacrime mentre lei si calma lentamente. Soffro a vederla così… ma immagino che anche per lei sia terribile vedere me paralizzato dai miei incubi: mi sveglia dolcemente per mostrarmi che lei è lì con me e che sta bene. E’ viva, sana. Mi ama.

-La prendevano. Snow la prendeva e la mandava agli Hunger Games e moriva… saltava in aria perché faceva cadere la mia spilla…- mormora terrorizzata.

-Chi, amore?-

-La nostra bambina…- singhiozza lei, toccandosi il ventre che ormai è leggermente rigonfio.

Deglutisco, tremando al pensiero di nostra figlia costretta a combattere ai giochi della fame, costretta ad uccidere per sopravvivere. Ma Snow non c’è più , l’abbiamo ucciso, l’abbiamo sconfitto. Ma i nostri incubi, gli incubi di Katniss, rimangono sempre e comunque e da quando abbiamo scoperto che tra sei mesi diventeremo genitori sono andati ad aumentare sempre di più.

E’ passato un mese ormai da quando la prima e ultima edizione degli Hunger Games della Pace è finita: Jane e Matthew sono tornati a Capitol City e si sono sposati il giorno dopo il loro rientro; avevano capito quanto la vita potesse essere breve. Jane mandava lettere quasi ogni giorno, raccontandoci di quanto il percorso di Matt nell’accettare la sua nuova menomazione fisica fosse faticoso: erano arrabbiati. Tutti e due. “ Ma almeno siamo vivi”, diceva sempre Jane alla fine delle sue lettere. Speravo che quella ragazza così giovane, che era stata ferita dalla vita in tutti i modi possibili e immaginabili, capisse che la vita bisogna viverla davvero e non sono sopravvivere ad essa: ma era ancora presto. Le ferite erano ancora aperte. Avrebbe capito, ne sono sicuro.

-Sarà al sicuro, Katniss. Non c’è nessun pericolo per lei, fintanto che ci siamo noi. E Haymitch. E Johanna! Pensa te, dubito che qualcuno proverebbe anche solo a darle un pizzicotto.- la consolo, sorridendo.

Ma lei non ricambia il sorriso. E’ terrorizzata… Ma cerca di nasconderlo, per non farmi soffrire. So che non è felice di questa gravidanza, di questo figlio perché ha paura di non amarlo, crede di non essere capace di amare. Ma io so che Katniss è la persona più materna del mondo, è nata per proteggere e per amare in modo così fiero e totale che quasi mi spaventa alle volte. E’ che lei non sa che effetto può provocare. Se non volesse questo bambino, se ne sarebbe già liberata anche se fosse stato mio.

-Che ore sono?- mormora lei, rimanendo sempre tra le mie braccia.

-Sono le nove…-

-Incubi?-

-No, stai tranquilla.- le dico, mentendo. Non ha bisogno di doversi preoccupare anche di me, soprattutto nelle sue condizioni. –Dovrei andare in panetteria, per vedere se Tom e Jack hanno bruciato completamente il pane o c’è ancora qualcosa da salvare.-

-Ma non vai mai la mattina presto. Stai con me.- borbotta lei, arrabbiata.

-Oh, oh qualcuno vuole le coccole mattutine?- le dico io, sornione mentre lei arrossisce di botto e mi da un colpo sul petto.

-Non essere sempre così malizioso, Mellark. Avevo solo voglia di stare con te sai. Soprattutto visto che dobbiamo pensare a come a dire del bambino a Haymitch, se non l’ha già capito da solo visto che ormai sto iniziando la mia trasformazione in balenottera azzurra.- dice lei, guardandosi la pancia una volta piatta.

-Beh, visto come ti abbuffi di croissant e panini al formaggio abbiamo la giustificazione a questo “ aumento di peso”.-

-Dio, oggi vuoi proprio morire.- esclama lei, lanciandomi un cuscino addosso.

Mi alzo dal letto ridendo e prendo il suo viso tra le mie mani: dio quanto è bella il mattino.

-Giuro che tornerò presto. Ma oggi devo davvero andare a lavoro. Abbiamo avuto un mese di vacanza, giusto?-

-Se lo si può chiamare così! Vai… ma torna presto.-

-Ti amo…- le sussurro baciandola e poi bacio anche il suo ventre, dove il nostro “fagiolino” sta crescendo. –Amo anche te, fai il bravo con la mamma.-

Volo in bagno, afferrando dei vestiti mentre Katniss scende in cucina a mangiucchiare quello che trova: con quello che trova intendo qualunque cosa. Stamattina si è buttata sul tradizionale, afferrando un croissant. Ah no. Ci ha messo sopra del ketchup: voglie strane. Speravo che almeno sarebbero arrivate più tardi!

-Che c’è?- mi chiede a bocca piena.

-Niente tesoro, sei bellissima.- le dico, piazzandomi il mio sorriso migliore in faccia e uscendo dalla porta dopo averle dato un ultimo bacio sulla guancia. Una volta che esco dal cancello del Villaggio dei Vincitori, frugo tra le mie tasche. Sento la scatoletta di velluto e sorrido entusiasta: stasera ci sarà la miglior proposta di matrimonio mai vista in tutta Panem. E non vedo l’ora.

 

POV KATNISS

Ho sempre, costantemente fame. Non riesco a contenermi, sembro una pazza divoratrice.

Considerando che sono al terzo mese, diventerò una balena di qui a poco. Però almeno la mattina vomito anche l’anima, quindi potrebbe considerarsi uno sport dal momento che l’invasore ha deciso che non devo andare a caccia. La gravidanza mi ha intorpidito tutti i sensi: se fosse per me, starei tutto il giorno a dormire e a mangiare in casa. In pigiama, ovviamente. Ma Peeta è così entusiasta del fatto che diventeremo genitori che si trattiene dal saltellare qua e la per la casa, quindi almeno il fatto di alzarmi e di vestirmi glielo devo: deve sapere che la vecchia Katniss non è sparita del tutto, trascinata via dall’onda di ormoni che l’ha assalita. Uff, cosa faccio qua tutta sola?

“ Ci sarebbe la camera di Prim da liberare, prima che nasca il bambino.” Mi dice una voce dentro di me. Ma quell’idea è troppo dolorosa, troppo assurda e non riuscirei mai a fare una cosa del genere, non senza Peeta almeno.

Lo sguardo malinconico mi cade “sull’anello” che porto ancora nell’anulare sinistro. Sorrido istintivamente a quel semplice pezzo di plastica e lo accarezzo dolcemente. Ma poi mi rabbuio subito pensando al fatto che non abbiamo più parlato di matrimonio e ormai è passato più di un mese da quando Peeta mi ha fatto la proposta, nel buio della nostra camera di Capitol City. Forse ha cambiato idea.

Potrebbe benissimo, chi mai vorrebbe sposare una come me?

Guardati, Katniss, il tuo corpo è distrutto, rattoppato, segnato dagli Hunger Games e dalla guerra. Il tuo corpo una volta snello ora non lo è più, non puoi considerarlo neanche più il tuo corpo visto che sei stata invasa, c’è un intruso. Un intruso che tu non avresti mai voluto ma Peeta lo vuole. Peeta vuole un figlio e tu gli darai un figlio perché, Dio, non ti meriteresti quel ragazzo neanche tra cento anni. Sei rotta, sei spezzata, sei MALATA. Come potrebbe amarti un ragazzo forte e bello come lui? Sì, di sicuro ti lascerà. Un giorno si stuferà di te e il depistaggio prevarrà su di lui. Magari ti farà anche il favore di ammazzarti.

-Dolcezza?! Dolcezza!!!Katniss apri questa dannatissima porta!!!-

Le urla di Haymitch mi risvegliano dal torpore in cui ero caduta e mi accorgo che sono rannicchiata in un angolo con il viso fradicio per le lacrime e Haymitch batte sulla porta senza fermarsi un attimo. Sobbalzo e corro ad aprirgli.

-Cosa diamine stavi facendo, Katniss?- mi urla lui, prendendomi per le spalle.

Katniss. Non mi chiama mai così e faccio un’espressione stranita.

-Niente, io… lascia stare Haymitch. Lo sai che a volte ho i miei momenti ed è inutile che ti preoccupi. Non andranno mai via.-

-Sì ma, cristo. Visto il tuo passato e i recenti Hunger Games sai che voglio comunque assicurarmi di tenerti in vita. Oddio, non fraintendere: sarebbe uno spasso non averti più qui in mezzo a rompere ma per il ragazzo sarebbe devastante quindi mi assicuro che tu non faccia la pazza.- borbotta lui, rosso in viso.

-Mmm sì Haymitch, ti voglio bene anche io.-

-Come prego?-

Oh merda. Oh merda, merda. Cosa diamine mi sta succedendo? Questi ormoni maledetti mi fanno anche sproloquiare?! Cioè io e Haymitch sappiamo di volerci bene ma giammai ce lo siamo detti e mai lo diremo. Lo fisso, diventando bordeaux e ridacchio nervosa esclamando un – Scherzavo  Abernathy, datti una calmata.-

-Ok. Comunque ti volevo solo chiedere se avevi qualche bottiglia del liquore che ti aveva dato Sue. A casa è finito.-

-Cynthia l’ha nascosto?-

-Oh, dolcezza, non rompere e dammi quella roba. Non riesco a dormire senza. –

Sospiro e vado a prendere l’alcool per Haymitch. Io non riuscirei mai a dormire senza Peeta, è il mio farmaco. Così come la vodka è quello di Haymitch.

 

POV PEETA

Sono le sette di sera  quando apro la porta di casa con il sorriso sulle labbra. Ma il salone è vuoto, nonostante il camino sia stato acceso da poco, visto che il fuoco è bello vivo.

-Kat?-

Non mi risponde. Ho sempre terrore quando non sento la sua voce che mi saluta o non la vedo mentre corre tra le mie braccia e mi bacia timidamente, non appena varco la soglia di casa nostra. Salgo piano le scale e vedo che è sdraiata sul nostro letto in posizione fetale: da quando è incinta dorme tantissimo. La devo svegliare ma mi rannicchio vicino a lei e la guardo e mi beo del suo respiro un po’ pesante. Delicatamente poso la mano sul suo ventre e, anche solo con questo semplice gesto, il cuore mi parte a mille. Non vorrei mai disturbare il suo sonno ma dobbiamo andare. Inizio a darle dei baci sul viso sino a che non sento un mugolio infastidito.

-Sei tornato…- mormora girandosi verso di me.

- A quanto pare.-

-Sono le sette, mi hai lasciato qui tutta sola. Tutto il giorno.-

-Potevi fare una passeggiata. O andare a caccia.-

-Sono una grassa donna incinta. E vomito. E ho fame. Sempre-

-Perdonami… Però ora dobbiamo uscire.-

-Uscire? Perché?! No Peeta, ti prego…- piagnucola lei, stringendosi a me.

-Andiamo, ragazza in fiamme. Dobbiamo andare, ho una sorpresa per te.-

-Una torta?!-

-No!- rido io, vedendo la sua espressione delusa. –Molto meglio, fidati.-

Lei sbuffa mentre si mette dei jeans e un maglioncino leggero: il fresco di Settembre si fa già sentire nel distretto 12. E’ bellissima come sempre ma oggi anche di più. Lascia i capelli sciolti e si avvia con me fuori di casa. Stiamo per arrivare al Prato quando lo vede.

-Peeta… Perché il viale della memoria è pieno di petali di ciliegio? Siamo a settembre, perché ci sono i ciliegi?- mormora lei. – E perché c’è un gazebo sul prato?-

Sorrido sornione, stringendole la mano. Ho passato l’intera giornata, aiutato anche dai miei amici del Villaggio e della Panetteria, a preparare la sorpresa per Katniss. Ho ordinato i petali di ciliegio da Capitol City e ho cosparso il viale della memoria che porta sul Prato con i petali e poi ho montato le lanterne e l’enorme gazebo bianco. Ho cucinato tutte le leccornie che più piacciono alla mia ragazza. Lei non dice niente mentre la faccio accomodare su uno dei cuscini: guarda tutto a bocca aperta.

-Hai fatto tutto questo per me?- mormora, basita.

-Certo, Kat. Per chi altro avrei dovuto farlo?-

-Ma perché proprio io Peeta? Cosa ho fatto io per meritarmi te?-

-Tu mi hai sempre amato e sempre meritato, Katniss Everdeen. E’ solo che l’hai capito più tardi di me. Ma eravamo destinati a stare insieme, destinati a soffrire e a perdere le nostre famiglie, i nostri amici. Ma ci siamo ritrovati nel dolore, Kat. Siamo ancora qui, insieme, nonostante tutto. E non ti mentirò, anche io ho pensato a un certo punto che era meglio lasciar perdere perché non mi avresti mai amato. Ma poi nell’arena dell’orologio, quando sono andato contro il campo di forza e quando mi sono risvegliato e ti ho visto così sconvolta, ho capito. Tu mi amavi davvero. E siamo rinati insieme dopo la guerra: siamo due persone totalmente diverse, spezzate ma felici. E io te lo voglio chiedere nel modo perfetto in cui meriti che ti venga chiesto: Katniss Everdeen, vuoi diventare mia moglie. Vero o falso?-

Lei guarda l’anello che le porgo, su cui ho fatto incastonare la perla che le avevo donato nella seconda arena. Le lacrime solcano il suo viso arrossato per l’emozione e poi mi rivolge il sorriso più dolce che io abbia mai visto.

-Vero.- mormora, abbracciandomi.

 

 

Oddio i miei feelsssss! Ho aggiornato solo due giorni fa ma davvero non sono riuscita a trattenermi dal pubblicare adesso! Ero un fiume in piena! Commentate sennò mi arrabbio tanto e divento cattiva U.U….Un bacio cari… E’ abbastanza Everlark questo capitolo xD?!

  
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