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Autore: Silyia_Shio    17/02/2014    0 recensioni
Proverò a scrivere di quegli infiniti colori screziati che infinite donne riescono a riversare sulla terra amandosi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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le Trecce della Sposa:


 
Sto mettendo in ordine le nostre foto. A dire il vero, stavo ordinando le nostre cose, oramai solo più mie, quando aprendo una scatola di cartone, ho ritrovato tutte le nostre foto. Ci ho tuffato dentro le mani, assaporando quell’immersione nelle sensazioni dei ricordi. In un attimo ho riscoperto le crepes di Parigi, il profumo delle lenzuola di casa tua, il pelo di Cardamomo.. ti ricordi di Cardamomo? Quel gatto con qualche rotella fuori posto che ogni mattina balzava sul letto e ci mordicchiava i piedi, uno mio e l’altro tuo, troppo vicini per saperli distinguere. E poi la mia schiena è stata di nuovo graffiata dalla sabbia ramata di Porto Ferro, il respiro mi è stato tolto con prepotenza dal profumo del fumo delle tue sigarette, ho sentito la tua pelle correre sotto le mie dita mentre cercavo di unire i nei sulle tue braccia a formare infinite nuove e lontane costellazioni. E quanto altro? Un mondo. Un mondo e centinaia di finestre su di esse.
Poi con prepotenza si è aperta La Finestra, una delle tante “La Finestra”, anch’esse numerose, ma quante vite abbiamo vissuto? Mi sembra incredibile!
Il mio stomaco è stato di nuovo invaso dalle tarme. Oh sì, proprio tarme! Altro che farfalle fragili e delicate che svolazzano gaie nello stomaco. No no, quelle erano vere e proprie tarme che bucavano le mie cellule e bevevano i miei succhi gastrici. Sicuramente erano sempre loro, quelle dannate tarme, a far correre sulla mia pelle infiniti fili elettrici ed a stimolarmi i dotto lacrimali. Ho pianto guardando oltre quella finestra, ho pianto come se stessi rivivendo quel meraviglioso, doloroso giorno. Forse dire “come se” non è adatto, non è giusto perché sto risentendo tutto, ogni mio senso è stato colpito dagli stessi stimoli; anche i sensi dell’anima. Come ho sorriso quando ho rivisto di fronte a me te, avvolta di bianco, con la pelle più bianca del solito, più tardi mi avresti poi confidato che ti eri riempita di cipria schiarente, che tipo davvero, che tipo che amavo!, e i tuoi capelli, bianchi anch’essi.
Come ho amato i tuoi capelli in tutti questi anni che abbiamo passato insieme. Anche tu mi hai sempre detto d’amarli e ripensandoci è vero: li maltrattavi con tutti quei colori ma era il tuo modo d’amare. Come hai maltrattato le mie povere labbra e la mia schiena!

Afferro gli angoli centrali del cartone ripiegato e vi do il giro. Le nostre foto sono tutte lì per terra, scomposte, che saltano da un anno all’altro, dal 2000 al 2015 al 1997.
Mi alzo in piedi per vederle tutte, una per una separata e tutte insieme in un cocktail di noi, un cocktail di colori, un cocktail di te.
Ti vedo a 17 anni con due lunghe trecce blu elettrico, a 20 con una treccia raccolta a crocchia di un rosa salmone, a 15 con una lunghissima treccia a spina di pesce verde mare, a 23 con i capelli corti, molto corti e neri. Quanto hai odiato quei capelli neri. Cercavi sempre di scioglierli sull’erba, di sparpagliarli tra i boccioli ma alla fine ti arrabbiavi soltanto e finivi sempre, sempre, per afferrare quella parrucca colorata. Ogni sera la indossavi, ti sedevi davanti allo specchio e la intrecciavi osservando i colori dell’arcobaleno alternarsi come sfumati in un cielo, e ogni sabato la indossavi con rabbia e la scioglievi sul prato con altrettanta rabbia.

Non ho mai voluto fotografare quei colori. Tu dicevi che ti portavano allegria, che ti sembrava ancora di essere come un tempo, ti sembrava ancora che la gioia dei colori ti penetrasse nella pelle curando il tuo spirito. Così dicevi ma io sapevo che li odiavi proprio perché, entrandoti dentro, ti facevano morire sempre un poco di più, come la tempera disciolta in acqua. Se pulisci un pennello sporco di blu in un’acqua pulita, l’acqua diventerà azzurra. Se vi pulisci dentro un pennello sporco di nero, il nero diventerà meno intenso. Ma se pulisci un pennello rosso, poi uno viola, uno verde e poi uno blu allora l’acqua assumerà un pesante colore nocivo, come una pozione di morte.    



*****
Oltre le migliori asettative sono tornata già oggi ad aggiornare! Domani finirà il mondo sappiatelo!
Per quanto riguarda la storia...evviva l'allegria, vero? Date la colpa al tirocinio in ospedale, però, se le ultime due storie sono state all'insegna delle malattie e della tristezza! u.u
Vediamo se indovinate da cos'erano affette le due ragazze, se indovinate cercherò di scrivere anche qualcosa d'allegro!

Le raccomandazioni sono sempre le stesse: 
se la storia vi è piaciuta sono felice di ricevere un commento,
ma che sia motivato, evitate gli aggettivi freddi abbandonati tanto per..
evitate assolutamente i commenti del tipo " passi a leggere la mia storia?" perchè la risposta è NO
e tra l'altro dovrebbe essere contro il regolamento.

 
Alla prossima volta cari pochi lettori.
Shio
   
 
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