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Autore: LittleSun    17/02/2014    4 recensioni
Molto spesso nella vita siamo costretti a vivere come qualcuno vorrebbe che noi vivessimo, annuiamo e lasciamo che tutto prenda una piega che non dipende da noi. Questo succede anche a Dafne che per scappare dalla sua vita soffocante si crea un alterego da usare online, Aloe. Sarà dopo numerosi problemi che Dafne riuscirà a liberarsi dall'influenza della madre e della zia e ad allontanarsi da casa, la sua vita però cambierà ancora. Cosa succede quando una persona abituata alla perfezione e un artista disordinato iniziano una convivenza? Cosa determinerà la presenza spigliata e focosa del coinquilino nella timida e un pò frigida Dafne? Lui riuscirà a fare uscire Dafne fuori dalla strada imposta dalla madre e della zia? Scopriamolo insieme ;)
Dal capitolo 4 (se ho fatto i conti giusti :P):
Regole per una sana convivenza con Aloe
1- Una volta a settimana si pulisce tutta la casa insieme, dividendo le spese dei prodotti.
2- Le spese del cibo si dividono anche così come i turni quotidiani di cucinare e lavare i piatti.
3- Negli spazi comuni è vietato accoppiarsi come conigli in primavera.
4- Negli spazi privati non di propria proprietà è vietato accoppiarsi o entrare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 5
Maledetto Jason!

 

“Cazzo merda…”
Furono queste soavi parole e un movimento accanto a me a svegliarmi, mi mossi lievemente e avvertii un altro movimento vicino a me, mi alzai di scatto e mi guardai attorno perplessa, le mie gambe erano intrecciate a quelle di qualcun altro, osservai con sguardo vacuo l’intrico poi lasciai salire lo sguardo e vidi che Jason era il proprietario delle gambe e stava fissando me con uno sguardo da demente e un sorrisetto divertito, i capelli biondi erano meravigliosamente spettinati, che ci faceva nel mio letto? Letto che si era rimpicciolito tra l’altro dato che lui usciva un po’ fuori, cercai di concentrarmi ma la verità non giungeva, stavo per riaddormentarmi lì seduta.
“Questo divano è una merda per dormire…” Jason mi aiutò con il suo immancabile garbo a fare chiarezza nella situazione.
“Oh” mi scappò questo unico suono che racchiudeva il grande segreto della comprensione, ci eravamo addormentati entrambi come due idioti ed eravamo finiti annodati in questo divano striminzito, insieme alla consapevolezza si fece largo anche l’imbarazzo e con fretta mi districai dal nodo di gambe e saltai su.
“Tranquilla senza penetrazione non si rimane incinte, soprattutto vestite e se quel vestito è di un tessuto doppio come quello del tuo pigiama” ma quanto si divertiva a prendermi per il culo?
“ Ah ah come mi fai ridere” dissi senza espressione facciale e con un tono piatto e apatico.
“Ma scusami mi guardi come se fossi uno stupratore e ti sei alzata come se nel sonno te lo avessi messo in bocca” la sua volgarità mi stroncò, blaterai due cose senza senso e mi fiondai in bagno lasciandolo nel divano a sbellicarsi.
La persona che mi guardava dallo specchio era una povera malata di mente, i capelli il giorno prima elegantemente legati presentavano ancora solo i residui della vecchia acconciatura che ora pendeva floscia da un lato e al solito i miei capelli tendevano a salire verso l’alto, la fidanzata brutta di Frankestain.
Considerato poi lo sguardo vuoto e gli occhietti acquosi mattutini, il rossore a chiazze in viso e nel collo probabilmente ero anche peggio della fidanzata brutta di Frankestain.
I film mentivano, le donne dopo che dormivano con un bel uomo nella realtà non sembravano appena uscite da una seduta estetica, nei film addirittura alcune volte dopo un rapporto avevano la stessa piega, il trucco perfetto, un colorito sano.
A questo punto meglio non immaginare com’ero io dopo un po’ di sesso.
Mi sciolsi i capelli che ricaddero con una piega assurda lungo la schiena,li spazzolai con vigore e mi lavai la faccia con cura e anche i denti, almeno non ero più chiazzata, legai i capelli in una coda di cavallo alta e feci il trucco di base quotidiano, man mano che mi svegliavo avvertivo i dolori alle ossa dovuti alla posizione assurda con cui avevo dormito.
Quando uscii dal bagno non vidi Jas, evidentemente si stava dando un tono in camera sua, andai nella mia stanza e dall’armadio uscii un paio di jeans chiari, una camicia azzurro chiaro, delle ballerine dello stesso azzurro e indossai una giacchetta di lana grigia, indossai una sciarpa bianca di lana dato che avevo molto male al collo, un orologio con il quadrante minuscolo con un laccetto grigio e un bracciale di swaroski.
Misi un bel giaccone sopra il tutto, presi una borsa bianca e uscii, notai un post-it all’ingresso.
 
 
Moon Light, Lincoln Street 20.
Sta sera si balla,
se non vieni potrò chiederti qualunque cosa ;)
Jas
 
 
Deglutii, merda… la scommessa!
Non avevo alcuna voglia di andare a una festa piena di sconosciuti, maledizione a quella stupida scommessa che avevo accettato, come mi era venuto in mente?
Sospirai e poi uscii di casa, mentre camminavo la mia testa vagava altrove, non era la prima festa a cui andavo, ero stata a molti compleanni nella mia vita ma non credo che quello di sta sera fosse un compleanno.
In ogni caso avevo sempre evitato alcolici e avrei continuato a farlo, meglio evitare di umiliarmi.
Ok, non ero mai stata l’anima della festa o la leader di qualche gruppo però ero stata sempre invitata alle feste o uscite essendo ogni anno rappresentante di classe e all’ultimo anno rappresentante d’istituto, non di certo per le mie doti sociali ma più che altro per il mio innegabile impegno, la mia madia che era la più alta della scuola e i miei numerosi premi presi nelle competizioni fatte nelle varie scuole,insomma il preside mi trattava come un trofeo e il corpo studentesco aveva ben pensato di utilizzarmi per avere favoreggiamenti quando il preside non voleva concedere qualcosa.
Quindi nonostante non fossi una cheerleader o la più popalare inviti ne ricevevo in abbondanza, andavo solo a quelle necessarie con orari pietosi come Cenerentola,non che mezzanotte fosse poi così presto però a gli occhi degli altri il fatto che io avessi gli stessi orari di una principessa disney non aveva cambiato mai nulla, sfigata ero e sfigata rimanevo, Cenerentola no però lei trovava l'amore in poche scarsissime ore per una scarpa e io invece risultavo una bambina,mah...stronza.
Ma finite le feste io ritornavo nel mio gradino sopra gli altri e loro continuavano a comportarsi come se io fossi davvero su quel gradino.
Con il tempo mi ero abituata a stare lì sopra, vedevo tutto, sentivo tutto, partecipavo a tutto ma non ne facevo parte, sarei potuta benissimo essere un’elegante carta da parati.
Le compagne avevano provato ad avvicinarmi ma non s’impegnavano davvero, qualcosa di me le intimoriva, nonostante non mi vantassi mai penso si sentissero inferiori, illuse… non sapevano quanto le invidiavo, quanto avrei voluto essere loro amica e quanto io non fossi perfetta e quanto in realtà  fossi sbagliata.
Gli anni così erano passati, alcuni ragazzi coraggiosi nello stupore generale mi avevano pure invitato ad uscire ma io timida com’ero rifiutavo sempre, non perché non m’interessassero, li avrei voluti conoscere, ma perché temevo di non essere come loro volevano, non volevo deluderli… neanche a loro.
Così ero diventata a detta di tutti “bella e impossibile(e anche sfigata, non dimentichiamolo)” cosa che mi aveva rattristato molto e che mi aveva salito ancora di più in quel maledetto gradino.
Solo un ragazzo particolarmente coraggioso aveva osato di più degli altri, mi aveva condotto in un posto più riservato e si era dichiarato.
 
“Io ti osservo sempre, sei splendida, elegante, intelligente… io vorrei conoscerti meglio, vorrei ci frequentassimo” si era passato una mano dietro la nuca e aveva guardato imbarazzato altrove, io ero arrossita dalla punta dei capelli fino alla punta dei piedi, non sapevo proprio come affrontare una dichiarazione, non ne avevo idea, lo guardai imbarazzata e non riuscii a dire nulla ma i nostri occhi s’incrociarono.
“Sei bellissima, le tue guance rosse mi fanno impazzire, hai degli occhi stupendi” si avvicinò sicuro di sé e io rimasi lì pietrificata,ma da dove era uscita questa industria del complimento?
“Io… non saprei, sono molto impegnata, non ho tempo per nulla, forse è meglio di no” riuscii a dire mentre arretravo verso il muro alle mie spalle, lui eliminò la distanza tra di noi e poggiò le braccia alla parete per impedirmi di uscire.
“Dai, usciamo insieme” insistette avvicinando il suo viso al mio rendendomi se possibile ancora più nervosa.
“Io preferirei tu ti allontanassi, davvero non è il caso”  tentai di spingerlo ma lui ovviamente più forte di me, anche un chiuaua sarebbe stato più forte di me, si avvicinò e poggiò le sue labbra sulle mie, io serrai le mie e gli pestai un piede.
“Come ti permetti?” gli urlai contro “Lasciami in pace, non osare mai più toccarmi o prenderò provvedimenti” lo fulminai e corsi via.
Non mi si avvicinò mai più e fu l’ultimo e primo bacio della mia vita, avevo 16 anni.

 
Bello. Intenso. Una vera merda.
Sempre per restare in tema principessa disney, alcune di loro il primo bacio lo ricevevano in morte apparente eppure si svegliavano super contente, l'amore nasceva nel corso del film grazie alla voce splendida di queste stupende ragazze ed era fatta! I principi le andavano a salvare a qualunque costo e baciavano anche il loro cadavere, romantico... anche se hai limiti della necrofilia, forse. Non per dire ma se io provassi a cantare per conquistare il mio lui, se esistesse, probabilmente morirebbe di dispiacere (e non basterebbero neanche dieci miei baci per svegliarlo) o manco percepirebbe il suono prodotto dalle mie corde vocali, magari però gli alieni o i cani del quartiere percepirebbero il mio splendido canto e avrei  un amore impossibile: alieno/umano  o , nel caso peggiore, cane/umano.
Il ricordo di quel bacio ancora mi scombussola, vita grama, un trauma inutile che mi ha segnata.
Pensare al mio passato mi faceva storcere il naso per il disgusto, non dovevo paragonare le cose passate al mio presente, non sono più una bambina, ora posso fare ciò che voglio e sta sera farò ciò che mi va e niente che non voglio.
Accompagnata dai miei pensieri mi accorsi solo quando avevo varcato l’ingresso di essere arrivata al corso, andai in classe e mi sedetti al solito posto, il posto accanto al mio era occupato da una figura ormai familiare.
“Ciao Aloe!” mi salutò sorridente Nathalie.
“Ciao, come stai?” sorrisi felice alla mia compagna di banco.
“Tutto bene, tu?”
“Sarei potuta stare meglio, ho dormito un po’ male e sta sera sono costretta da una scommessa fatta con il mio coinquilino ad andare a una specie di festa” dal mio tono trasparì tutto il mio disappunto.
“Dai, sarà divertente! Dov’è?” chiese curiosa.
“Moon Light, mi pare. Ti va di farmi compagnia?” la guardai speranzosa facendo gli occhi da cucciolo.
“Ehi non farmi quegli occhioni, va bene, ci sarà da divertirsi! Ti passo a prendere in macchina o prendi un taxi?”
“Ci vediamo là davanti, non preoccuparti prendo un taxi, a che ora si va di solito?” mi fissò divertita dalla mia domanda.
“Direi alle 21:00 va bene essere lì davanti, ami le feste eh?” domandò ironica.
“Non sai quanto” borbottai e poi mi concentrai sulla lezione che il professore stava per iniziare.
 
Finita la lezione, presi il solito caffè con Nathalie e parlammo del più e del meno, a pomeriggio inoltrato dopo avere comprato qualche accessorio andai a casa per sistemarmi per la serata, ma prima accesi il tablet e andai sul sito di FF che non toccavo da qualche giorno, ringraziai alle ragazze fedeli che mi recensivano da anni e a quelle nuove che da lettrici silenziose avevano deciso di apprezzare il mio lavoro e complimentarsi con me, faceva sempre piacere leggere i pareri di tutte queste persone, mi sentivo migliore quando leggevo tutti quegli apprezzamenti rivolti alla mia creatività, nessuno di loro mi conosceva di persona ma mi conoscevano anche di più di mia madre.
Promisi che avrei pubblicato il prossimo capitolo al più presto e chiusi il sito, andai nella mail e trovai un messaggio della mia unica migliore amica con cui avevamo un’amicizia a distanza da almeno 6 anni, ci vedevamo ogni tanto durante l’anno ma parlavamo spesso di tutto via email, l’avevo conosciuta come autrice nel sito, amavo le sue storie, e lei aveva seguito le mie storie, a furia di darci pareri in privato sulle rispettive storie avevamo inziato a parlare di noi e lei era diventata la mia migliore amica e io la sua.
 
Ciao traslocata,
com’è sentirsi liberi? Spero che stia andando tutto bene, voglio che mi racconti tutto, non tralasciare niente, o ti uccido!
Io sono un po’ stanca, oggi hanno annunciato gli esami e saranno ai primi di novembre, sono in ansia ho paura di non riuscire a dare tutte le materie, mamma dice che devo stare tranquilla e papà mi tranquillizza che ce la farò però ho troppa paura di non riuscire.
Spero bene :(
Ah, Molly  aspetta una femminuccia, avrò una nipotina! *_*
Ah 2, ho conosciuto un ragazzo troppo figo al corso di chimica, mi ha passato una formula di un composto chimico e sono sicura che tra noi due si sia creata la chimica, gliel’ho anche detto, ha riso e mi ha invitato ad uscire dice che sono simpatica, ci mancherebbe. u_u
Fatti sentire presto sennò ti chiamo durante le lezioni,
ti voglio bene
mi manchi.
Tua,
Abby
 
 
Ricevere le mail della mia migliore amica mi faceva sempre sorridere, aveva una situazione totalmente opposta  alla mia e anche un carattere diverso dal mio ma andavamo d’accordo come non ero mai andata d’accordo con nessuno.
Mi capiva subito, al volo, sapeva tutto di me e parlavamo spesso al telefono anche se bastava una mail a farci sentire unite, mi rimboccai le maniche per risponderle.
 
Ciao piccola chimica,
La libertà ha un sapore così dolce, non mi aspettavo potesse piacermi così tanto, non voglio tornare mai più sotto le grinfie delle megere, voglio restare qui!
La casa la divido con un coinquilino disordinato e la mia stanza era un porcaio, ma ora è tutto sistemato e pulito, ovviamente grazie a me. :D
Al corso mi annoio ma i professori sono bravi e ho conosciuto una ragazza simpatica, Nathalie, che è forzata anche lei ma che ha trovato il lato positivo e grazie a lei mi sembra di non fare una cosa totalmente schifosa, direi che è un passo avanti!
Poi se mi vieni a trovare, e lo farai (si, è una minaccia), te la faccio conoscere.
Oddio… avrò anche io gli esami a novembre probabilmente, meglio non pensarci sennò inizio a studiare come una pazza già da ora, tu tranquilla che hai un futuro nella medicina, hanno ragione i tuoi, stai serena, andrà tutto bene.
Quindi Molly aspetta una bimba? Che tenerezza, con la mamma e il papà che si ritrova verrà una bambolina. *_*
Per quanto il ragazzo con cui si è creata la chimica (sei una cretina!) escici e poi raccontami tutto, mi raccomando però conoscilo bene prima di buttarti a capofitto al tuo solito!
Io sta sera andrò a una festa, ho fatto una scommessa, ma non ho intenzione di fare cavolate, spero bene. :(
A presto,
ti voglio bene anche io,
miss you.
Tua,
Aloe
 
 
Finito di scrivere la mail spensi il tablet e dato che si erano fatte le sette andai a mangiare qualcosa velocemente così poi in un’ora e mezza mi sarei sistemata, calcolo dei tempi: perfetto.
Mangiai due toast e un’insalata e una volta finito mi feci la doccia e lo shampoo in modo da poter rimodellare i miei capelli che dopo quella notte avevano preso una piega impossibile.
Una volta pulita e con i capelli asciutti andai a scegliere i vestiti della serata.
Presi un vestito rosso corto ma non scollato, attillato sul petto ma con la gonna morbida che con una giravolta si alzava dolcemente, un copri spalle nero, delle scarpe nere con un tacco alto e un’allacciatura adorabile.
Poi aprii il cassetto dell’intimo e ne scelsi uno abbinato di pizzo nero che non avevo mai usato come completo ma solo spaiato.
Indossai il tutto e poi mi dedicai a gli accessori e scelsi un anello con una pietra nera sopra a cui erano abbinati due piccoli orecchini, una collana con un piccolo fiocco abbinato al fiocchetto della mia pochette.
Piuttosto soddisfatta acconciai i capelli e mi truccai sobriamente azzardando solo con un po’ di rossetto rosso della stessa intensità del vestito.
Sorrisi timidamente allo specchio e uscii, dato che erano le otto e mezza e il taxi sarebbe arrivato per quell’ora, infatti era già sotto, salii velocemente e senza parlare ci dirigemmo verso la discoteca.
Capii di essere arrivata ancora prima che il taxi si fermasse dalla fila di macchine davanti una grande insegna sferica e luminosa, scesi davanti all’ingresso e nonostante la fila vidi subito Nathalie che saltellava verso di me.
“Ma sei splendida! Ben arrivata!” mi diedi un bacio per guancia e mi guardò felice.
“Non scherzare, tu stai troppo bene, non ti avevo mai visto con la gonna”  mi complimentai, stava davvero bene i capelli erano perfettamente piastrati se non era per delle punte che aveva lasciato sollevate come per darle la solita aria sbarazzina, indossava una gonna corta di jeans, una maglietta nera a fascia e degli stivali neri con poco tacco che le arrivavano sotto il ginocchio, era molto carina.
“Non amo le gonne, ma quando si esce la sera ci vuole” mi ammiccò poi mi prese per mano e mi trascinò verso l’entrata del locale ignorando tutta la fila.
“Emh… e la coda? Ci vuoi fare uccidere?” domandai alludendo a quelle persone che ci stavano fulminando con lo sguardo.
“Tu stai al mio gioco” ammiccò e andò a passo di marcia verso l’omaccione in nero che bloccava l’ingresso, gli si fermò davanti facendo inarcare sia il mio sopracciglio che quello del tizio.
“Posso fare qualcosa per voi dolcezze?” sembrava divertito.
“Direi di si, vorremmo entrare” sorrise raggiante e fece ridere l’uomo sguaiatamente.
“E lo farete, ma seguite la coda” disse lui indicandoci la fine dell’infinita coda.
“Siamo state invitate da Jas se aspettiamo la coda non lo vedremo neanche” incrociò le braccia al petto e lo guardò impaziente, io mi limitai a sgranare gli occhi ma non fare trasparire nessun’altra emozione.
“Ah ma siete amiche di Jas, potevate dirlo subito, entrate pupe” amicò e con mio infinito stupore ci fece entrare.
Una volta dentro fermai Nathalie e non riuscii trattenere la mia curiosità “Come facevi a sapere che nominando Jas ci avrebbero fatto entrare?”
“Non lo sapevo! Ho provato l’unica carta che mi sembrava giusto giocare” si volta e  mi fissa, io la guardo sconvolta.
“Tu sei pazza… e schifosamemente fortunata” poi scoppio a ridere e lei mi segue.
 
Dopo esserci riprese ci immergiamo nel locale, la pista da ballo è piena di gente che si dimena e decido che eviterò accuratamente di andare in quella zona.
“Ti va di bere qualcosa?” dice Nathalie indicandomi il bancone del bar.
“Ma si dai” e ci dirigiamo insieme al bancone, siamo in coda quando una voce mi riscuote.
“Ma guarda un po’ chi c’è! Sei venuta davvero” mi volto e un Jason sudaticcio mi sta venendo incontro,indossa una camicia a scacchi neri e rossi lievemente sbottonata e dei pantaloni chiari  a vita bassa, i capelli biondi sono mossi a caso e sorride giulivo mentre mi guarda.
“Te lo avevo detto che l’avrei fatto” incrocio le braccia al petto e lo fisso indispettita, Nathalie accanto a me fischia come un uomo rozzo facendomi arrossire, Jas la guarda curioso.
“Lei è Nathalie, la mia compagna di corso” faccio le presentazioni, lei allunga la mano e lui la stringe facendo il sorriso idiota che ormai collego a quando ci prova con qualcuno.
“Jas piacere” la fissa ancora e poi fissa a me che nel frattempo sto guardando altrove a disagio.
“Come sei elegante Aloe, prendete qualcosa da bere e vi porto al tavolo dove sono con dei miei amici” si mette ad aspettare che prendiamo le bevande e poi ci accompagna al tavolo.
Su dei divanetti sono seduti tre ragazzi e due ragazze, appena arriviamo tutti quelli seduti ci fissano curiosi e io sto per sprofondare per la timidezza, non reggo gli sguardi, non reggo nulla.
“Ragazzi e ragazze queste sono Aloe e Nathalie! Ragazze, loro sono Mark, Nate, Brandon , Lucy e Cloe”
“Ciao a tutti” saluta sicura di sé Nathalie e si accomoda a suo agio su un divanetto, io sorrido appena e mormoro un “Piacere di conoscervi” e poi mi siedo accanto a Nathalie.
Accanto a me è seduto quello che mi sembra si chiami Mark, Jas si è andato a sedere vicino Lucy e ora parlano molto vicini, Nathalie parla con interesse a Brandon e io rimango lì seduta rigida come una spranga di ferro.
“Ti piace ballare?” chiede cordialmente Mark.
“Emh, no, non sono molto portata” faccio una lieve smorfia e lui ridacchia.
“Allora un lento dopo lo balli, conduco io” mi ammicca, ha dei begli occhi castani e un sorriso caldo, mi ricorda la cioccolata calda.
“Va bene” sorrido timidamente.
“Allora dovremo aspettare ancora qualche ora, i lenti li mettono dopo di solito” e si stende comodamente, io prendo il mio drink e mordicchio la cannuccia.
“Ti piace la discoteca?” mi sento chiedere e mi volto a guardarlo.
“No, troppo rumorosa” ammetto facendolo ridere.
“E cosa ti piace?”
“I pigiami” interviene Jas che a quanto pare non era abbastanza impegnato, mi volto e lo incenerisco con lo sguardo.
“Pigiami?” Mark ci fissa perplesso.
“Lascialo perdere è un povero cretino, mi piace molto leggere o scrivere” dico ignorando Jas e rivolgendomi solo a Mark.
“Interessante… vi conoscete già tu e lui?” fa cenno a Jas.
“Purtroppo sono la sua coinquilina da quasi tre giorni, voi come vi conoscete?”
“Vivete insieme? Tu e lui?” sembra sconvolto.
“Si, perché?” sono perplessa.
“No così… vi starete divertendo” fa un allusione che capisco solo dopo pochi secondi.
“Oh, ti sbagli, non facciamo assolutamente nulla” alzo le mani come per rimarcare le mia innocenza.
“Strano, capisco. Io e Jas comunque frequentiamo lo stesso corso ma ci conosciamo da quando avevamo 6 anni” sorride all’amico che ha ripreso a parlare, se così si può dire quando due persone usano la lingua ma non per scandire le parole, con la sua vicina di posto.
 
Io e Mark parlammo ininterrottamente quasi per tutta la sera, ci eravamo allontanati dagli altri a un certo punto perché tutti stavano pomiciando allegramente e scorgendo il mio disagio mi aveva proposto di passeggiare nei terrazzi esterni del locale, io avevo accettato grata della sua sensibilità.
Era un ragazzo sveglio, intelligente, comprensivo e vivace, mi stavo trovando davvero bene con lui, non appena una musica soffusa che non assomigliava per nulla al ritmo martellante di prima ci raggiunse lo vidi allungarmi una mano.
“Mi concedi il ballo che mi hai promesso prima?” i suoi occhi nocciola brillano di speranza e così gli stringo la mano e sorrido.
“Te lo sei meritato”.
Entriamo dentro e andiamo in pista, gli cingo il collo con le braccia e lui poggia le mani sui miei fianchi e mi avvicina a sé, arrossisco e guardo altrove ma lui mi alza il mento con un dito.
“Sei imbarazzata?” sussurra vicino al mio orecchio.
“Un po’ ” mormoro io.
“Solo un ballo e ti libero” e mi fissa negli occhi e io ricambio, che strana sensazione ballare un lento con un ragazzo, un esplosione di emozioni contrastanti mi invadono.
Da un lato vorrei poggiare la testa sul suo petto e dall’altro vorrei correre a casa, una parte di me vorrebbe essere più spigliata e magari dargli un leggero bacio ma l’altra parte di me mi rimprovera di non fare cavolate senza prima esserne sicura.
Così vittima di questo grande conflitto mi limito a fissarlo e lui con mio sommo sollievo fa lo stesso, finito il lento riprendiamo a parlare del più e del meno e ci rechiamo al tavolo dei nostri amici, appena arriviamo notiamo che il tavolo e stracolmo di bicchieri semi vuoti, devono aver bevuto molto in nostra assenza.
“Guardate un po’ chi è tornato… i piccioncini” biascica Jas mentre si alza e barcolla verso di me e mi poggia un braccio intorno alle spalle, io ondeggio per il peso improvviso ma resto in piedi, gli altri al tavolo ridacchiano totalmente sbronzi.
“Cazzo ragazzi ma potreste evitare di fare così ogni volta, ora come vi porto a casa?” disse Mark guardando spazientito i suoi compagni che gli risero in faccia, mi scappò un risolino e Jason che era al mio fianco mi fissò attentamente.
“Miss Perfezione si diverte! Guardate!” gli altri mi fissarono un secondo e poi ripresero a ridere e io mi imbronciai.
“Dai ragazzi adesso basta, vi riporto a casa” disse Mark mentre cercava di farli alzare da quei divanetti.
“Io vado in taxi e se vuoi mi occupo di Jas però tu per favore riporta a casa Nathalie” dissi mentre alzavo gli occhi al cielo e sorreggevo come potevo Jason.
“Sicura di farcela?” disse lui cupo.
“Sentito? Si occupa di me ora” sbraitò Jason e mi si avvicinò alla guancia per scoccarmi un bacio, mi scostai e balbettai paonazza.
“Ma che fai? Se non ti comporti bene ti abbandono accanto a un cassonetto della spazzatura, tranquillo Mark ce la posso fare, tu ce la farai?” fissai quel branco di rincoglioniti, Nathalie era in braccio a uno dei ragazzi e lo sbaciucchiava.
“Posso gestirli, tu spero riuscirai a gestire Jas, sa essere un vero e proprio tornado” borbottò e mi fissò, io ricambiai lo sguardo e poi lo rassicurai “tranquillo, saprò gestirlo, alla prossima” gli diedi un veloce bacio in guancia, salutai Nathalie e tutti gli altri con la mano e poi trascinai fuori Jason.
Una volta all’aria fresca lo sentii prendere fiato.
“C’è una bella serata oggi… vero?” borbottò mentre lo facevo entrare dentro il taxi.
“Oh si, davvero bella, forse te la saresti goduta di più se non ti riducevi così” dissi mentre prendevo posto all’interno dell’abitacolo della macchina.
“Ma ora miss perfezione si occuperà di me, che potrei desiderare di più?” mi ammiccò e prima che potessi rispondere sbiancò e si portò una mano alla bocca.
“Ti prego non vomitare, non ora!” lo supplicai, lo guidai sulla mia spalla e lo feci poggiare “adesso chiudi gli occhi, quando arriviamo ti chiamo”.
“A gli ordini” e si addormentò subito facendomi sorridere sola.
 
Una volta arrivati lo feci scendere e lo sorressi fino all’ascensore, il colore biancastro lo aveva abbandonato una volta sceso dalla macchina.
“Hai delle belle gambe” me le stava letteralmente mangiando con gli occhi, alzai gli occhi al cielo e gli sollevai la faccia con una mia mano.
“Grazie, ma tieni gli occhi a posto!” lui sorrise ma puntò i suoi occhi nei miei facendomi aggrovigliare lo stomaco, grazie al cielo l’ascensore arrivò giusto in tempo e mi fiondai fuori seguita a ruota dall’individuo barcollante.
Una volta in casa corsi in stanza, mi tolsi le scarpe e lanciai la borsetta sul letto, indossai le pantofole e raggiunsi Jas che si era poggiato a una parete e si stava sbottonando la camicia.
“Che stai facendo?” sgranai gli occhi e lo bloccai.
“Ho caldo…” borbottò.
“Andiamo in bagno vieni, prima però prendi il pigiama” lui annuì, barcollò fino alla stanza e ne uscì con dei pantaloni a scacchi e una maglietta bianca a maniche lunghe.
“Non è bello come il tuo ma a me piace” trovò ,nonostante tutto, la forza di deridermi.
“Attento a te, ora che sei debole potrei decidere di affogarti nel lavandino” minacciai mentre lo accompagnavo in bagno.
“Ce la fai solo?” chiesi fissando Jas che guardava perplesso il lavabo e poi si toglieva velocemente la camicia rimanendo a petto nudo, avevo visto più volte nudo  quell uomo che vestito ma nonostante tutto ancora la nudità mi metteva a disagio.
"Sembra sopravviverai..." mi voltai per uscire ma mentre stavo  per andare sentii un rumore e mi voltai, aveva fatto cadere il porta spazzolino ed ora era a quattro piedi a cercare di recuperare le cose, sempre a petto nudo ovviamente, sbuffai e mi piegai anche io nel tentativo di aiutarlo ad un certo punto mi accorsi che lui stava gattonando sensualmente verso di me e mi irrigidii sul posto ipnotizzata da quegli occhi azzurri che mi stavano incatenando lì dov’ero,lui arrivò di fronte a me e avvicinò il viso al mio, sorrise malizioso e mi soffiò sulle labbra “Penso sia il momento di conoscerci meglio Miss perfezione”.
Ci vollero alcuni secondi prima che io riuscissi a riscuotermi dall’incanto della situazione, lo spinsi piano e mi alzai “Io invece non credo, vedo che sei abbastanza in forze, vado a dormire, buonanotte Pluto” ghignai e gli accarezzai la testa come un cagnolino dato il modo in cui era messo.
Non aspettai che mi rispondesse e corsi in camera mia grata del mio autocontrollo fantastico, mi misi il pigiama e mi tuffai sotto le coperte, aveva provato a baciarmi? Avvampai e poi feci dei grandi respiri nel tentativo di prendere sonno cose che mi riuscì solo molte ore dopo.
Maledetto Jason!
 

http://i57.tinypic.com/2hpoj61.jpg  <- vestito che indossa in discoteca! Io lo trovo troppo carino *__* (sei di parte! nd.tutti)

Angolo dell'autrice:
Salve belle fanciulle!
Questo capitolo devo dire che è abbastanza lungo, come potete notare non ho il senso della misura o troppo lunghi o troppo corti ^_^"
Questo è l'ultimo capitolo che avevo pronto dopodichè dovrò muovere il mio regale fondoschiena e preparare il prossimo!
In questi giorni sono uno zombie ahah la scuola mi strema (anche se non faccio un granchè) MA confidate nella buona stella che mi guida e vedrete che non salterò l'appuntamento settimanale u_u
Coooomunque tralasciando tutto ciò, allora in questo capitolo conosciamo la migliore amica di Aloe che ha conosciuto grazie al forum in cui scrive e scopriamo anche a chi Aloe deve il primo bacio e un pò di come era lei in passato oltre una depressona a casa.
Me la immagino proprio come una secchiona carina ma quasi invisibile, ovviamente viene eletta perchè quando si tratta di scuola Aloe non rifiuta mai nessun impegno e il preside, come ho scritto, la adora quindi chi meglio di lei? Certo per i discorsi in pubblico non è molto portata ma chi l'ha votata lo sapeva già ed è stata candidata da secondi lei non l'avrebbe mai fatto XD
Considerate poi che se è una persona è timida, introversa,brava in tutto un pò di soggezione la mette o almeno a me un pochino a me la metterebbe, quindi di conseguenza le persone la mettevano su un gradino come se fosse inavvicinabile e alla fine lei lo è diventata, poveraccia ahah X3
Poiii, Jason ha provato a adescare la nostra donna di ferro con una gattonata sensuale ma capirà presto che questa tattica non è adatta se non vuole trovarsi avvelenato una di quelle sere.
Mi dilungo troppo e poi faccio spoiler,
al prossimo capitolo!
Grazie a tutte le persone che leggono questa storia, avete la mia gratitudine.
LittleSun
  
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