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Autore: RossoCannella    18/02/2014    2 recensioni
“Santana, io e tuo padre abbiamo parlato da lunedì comincerai a prendere ripetizioni.”
Lo sguardo di Santana era un misto di rabbia e stupore.
“Neanche per sogno! Non sono una cretina, non prenderò ripetizioni da nessuno!”
Ma la signora Lopez, in concordanza con suo marito, aveva già preso una decisione e non c’era nulla che la loro figlia potesse fare per cambiare le cose.
“Mi dispiace Santana, il caso è chiuso. Lunedì conoscerai Quinn, è il nome della ragazza che ti aiuterà. I suoi genitori sono dei miei carissimi amici di infanzia”
La signora Lopez chiuse la porta del suo studio, lasciando sua figlia imprecare all’esterno.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Mercedes Jones, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Santana, Rachel/Santana
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12

Santana era seduta sul suo letto assieme ai suoi migliori amici, mentre mangiava popcorn e guardava un film divertente quando sul più bello il suo cellulare squillò. 

QUINN: Ciao Santana, come stai, sei ancora influenzata?
Lesse per un secondo il contenuto del messaggio e lo ignorò, puntando nuovamente lo sguardo sullo schermo. 
QUINN: Posso chiamarti?
Ancora una volta, la latina non diede conto al messaggio.
QUINN: Santana riguarda la preparazione agli esami, non ci vediamo da una settimana, so che non stai bene, ma potremmo vederci comunque, non mi importa di ammalarmi, sto cercando solo di aiutarti. 
La mora sbuffò leggendo quelle parole e bloccò il telefono. Mercedes però, mise in pausa il film e guardò la sua amica.
“Chi era?” domandò incrociando le braccia al petto.
“Nessuno” rispose
“Un nessuno un po’ insistente, non credi?” continuò
“Dove vuoi arrivare?” chiese
“Non puoi fare così, non puoi comportarti da bambina stupida. Non hai più cinque anni Santana, cresci” affermò Cedes alzandosi e guardando male l’amica. 
“Ma che diavolo ti prende? – esclamò la ragazza aggrottando la fronte – Non sono nemmeno affari tuoi”
“Sei veramente infantile. Non ti rendi conto che quella ragazza non può fare a meno di te. Sta cercando ogni scusa per sentirti e per starti vicina e tu la respingi quasi come se avesse la peste. Ma che ti prende? La Santana che conoscevo io, la mia migliore amica, non si sarebbe mai comportata così, avrebbe fatto di tutto per stare con lei”
“Le ho fatto capire che provo dei forti sentimenti per lei, mi ha respinta e poi la gente cambia Mercedes, non voglio più essere la stronza che ruba i ragazzi o le ragazze degli altri”
“È questo che ti ripeti? La verità è una sola e la sai benissimo, non nasconderti dietro queste stronzate” 
“Quali stronzate? Io sto dicendo la verità” 
“Santana tu non ti sei arresa perché ti dispiace per Brittany, ti sei arresa perché sei spaventata!” affermò la Jones
“E da cosa sarei spaventata, sentiamo” 
“Dai sentimenti che provi per lei – la ragazza corpulenta tirò fuori il suo telefono dalla tasca, cominciando a leggere qualcosa – ‘Caro diario, ciò che provo per Quinn non si può spiegare. Non ho mai nemmeno sperimentato nulla di vagamente simile a questo. Quando sono con lei è come se il resto del mondo non esistesse, è come se ci fossimo solo noi due. Io e lei. Lei ed io. Potrei rimanere per ore a guardare il suo dolce sorriso e i suoi meravigliosi occhi verdi. Vorrei con tutta me stessa stare con lei, ma sono troppo spaventata. Questi sentimenti sono così forti e così nuovi per me. Nemmeno con Rachel avvertivo queste sensazioni. Mi sembra di appartenerle, il mio umore dipende da lei, dai suoi sorrisi, dalle sue parole. Quando mi guarda, tutto ciò che mi circonda scompare. Ho paura, cosa succederebbe se io facessi di tutto per stare con lei e poi mi lasciasse? Cosa succederebbe se anche lei andasse via? E se trovasse qualcuno migliore di me?’ – Mercedes alzò lo sguardo verso Santana – Prova a negarlo adesso”
La latina aveva gli occhi lucidi. 
“Hai letto il mio diario, perché lo hai fatto?” domandò
“Perché io sono stanca. Rivoglio indietro la mia migliore amica. Questa non sei tu, tu sei allegra, vivace, spiritosa e anche cattiva, ma certamente non sei una cacasotto che ha paura di prendersi ciò che davvero vuole. Perciò chiama quella povera ragazza e dille di venire al più presto e quando sarà qui, spegni quel fottutissimo cervello e ascolta il tuo cuore”
“Mercedes, devi andartene” queste furono le uniche parole che disse la Lopez, tenendo il volto basso. 
“Va bene, me ne vado – affermò la ragazza prendendo la sua giacca e avvicinandosi alla porta –Non ti riconosco più, chiamami se dovessi mai ritrovare la mia migliore amica” la Jones uscì dalla stanza. 
Santana rimase immobile sul suo letto, con lo sguardo basso, mentre le braccia di Puck l’avvolgevano in un abbraccio. 
Il ragazzo la strinse a sé e le diede un bacio sul capo. Sentiva la sua amica piangere tra le sue braccia e tutto ciò che poteva fare era farle capire che era lì per lei e che non se ne sarebbe mai andato. 
“Resti con me stanotte?” domandò la mora. 
“Non credo che ai tuoi farà piacere, sono pur sempre un ragazzo”
“Sono fuori città per lavoro, non tornano prima di venerdì, i bambini sono a casa di Teresa e ci rimarranno finché i miei non saranno tornati. Ti prego Puck”
Il ragazzo sorrise. 
“Allora non c’è nulla che mi impedisce di dormire qui” 
“Grazie Noah, ti voglio bene” 
“Anche io te ne voglio Lopez” 
I due si cambiarono e si misero a letto. Santana indossava una di quelle magliette che Puck aveva lasciato a casa sua, mentre lui dormiva con indosso solo un paio di boxer. 
La mora non riusciva a dormire quando ad un certo punto sentì le forti e confortevoli braccia del suo migliore amico, tirarla verso di lui e avvolgerla. Restarono così, abbracciati come cucchiai per tutta la notte e finalmente Santana poté addormentarsi. 
L’indomani, il suono fastidiosissimo del campanello, fece svegliare i due. Erano le 10.30 del mattino. La latina guardò l’orologio e sbuffò infastidita, si liberò dalla presa del ragazzo e si stiracchiò, dopodiché si infilò le ciabatte e uscì dalla stanza. 
Il rumore emesso da quell’aggeggio alla porta era sempre più fastidioso e insopportabile. 
“Sto arrivando, un secondo” esclamò la padrona di casa. 
Mise una mano sulla maniglia e aprì. 
Quinn Fabray era lì. 
“Ciao” disse la bionda.
“Ciao Quinn”
“Ehm posso entrare?”
“Certo” affermò Santana togliendosi dalla porta. 
La mora la invitò ad accomodarsi sul divano, si sedettero. Santana continuava a guardare il pavimento, mentre Quinn la osservava. 
“Vedo che stai meglio” commentò
“Si, sto meglio”
Ci fu un momento di silenzio, un silenzio davvero imbarazzante che nessuna delle due sapeva come colmare. 
“Sant giuro che ti sposo!” esclamò Puck scendendo velocemente le scale con un sorriso sulle labbra e sventolando un cd mentre andava in salotto. Era ancora mezzo nudo, con solo i boxer addosso. 
Quinn aprì la bocca come per dire qualcosa, ma non una parola uscì dalle sue labbra. Si alzò e guardò il ragazzo, dopodiché scosse la testa e si avviò alla porta. 
Non capendo cosa stesse succedendo, Santana la seguì. 
“Che diavolo di prende?”
“Niente, vedo che non stai poi così male” affermò alludendo ovviamente a Noah in mutande.
“Non è quello che pensi” affermò la padrona di casa.
“Io credo che sia proprio così”
“Ascoltami, io non devo darti spiegazioni di quello che faccio, comunque lui è il mio migliore amico e non ci vado a letto se è questo che ti stavi chiedendo”
“Hai ragione, non devi darmi spiegazioni” commentò la bionda uscendo di casa. 
La mora la seguì e la fermò per il braccio, facendola girare in modo da poterla guardare dritta negli occhi. 
“Io non devo darti spiegazioni, ma tu dovresti. Perché ti comporti così? Insomma se io non ti interesso, perché fai queste scenate?”
“Santana non è vero questo. Tu mi interessi ecco perché mi comporto così…”
La bionda aveva lo sguardo basso, non sarebbe riuscita a sostenere lo sguardo dell’altra ragazza. Non avrebbe potuto. 
“Che significa? – domandò la mora – Quando ti ho chiesto di uscire, mi hai detto di no”
“Ma non ti ho detto di no perché non mi interessi, ti ho detto di no perché sono fidanzata, perché sono fidanza da tanto tempo e sono innamorata della mia ragazza. Ma tu, tu sei, io non lo so cosa sei. So solo che sei arrivata nella mia vita tranquilla come un uragano e hai stravolto tutto. Hai uno strano effetto su di me, hai qualcosa che nessun altro ha mai avuto. Mi fai ridere, sei intelligente, sai ascoltare, sei bellissima, ma il punto è che non ho idea di cosa io provi per te. Sono molto confusa e odio esserlo, perché non è da me”
Santana non sapeva che dire, riusciva a stento a respirare. Sentiva il suo cuore battere all’impazzata. Non si aspettava quelle parole, ma sperava di sentirle da tanto tempo. 
“Quinn io”
“Tu sei come una medicina – affermò la bionda – hai il potere di curare, ma anche di distruggere. E non ho capito ancora quale funzione eserciti su di me. So solo che mi fai sentire bene, mi fai sentire speciale e allo stesso tempo mi rendi confusa e questo mi rattrista” 
“Non ti capisco. Davvero sto cercando di farlo, ma non ti capisco. Prima mi butti giù, poi mi dai false speranze, poi mi butti giù ancora e adesso sei qui, dopo che ti ho praticamente confessato di avere dei sentimenti per te e sai benissimo a cosa mi riferisco, e mi dici queste cose che mi fanno sperare, ma ormai non so più se crederci o meno. Ancora una volta mi stai dando delle false speranze?” 
“Non credo di avertene mai date”
“Oh invece si, lo hai fatto. Ogni volta che mi sorridevi in quel modo strano, quando mi sbirciavi le gambe o mi fissavi il culo, quando ti sei ingelosita per Puck”
“Ok va bene, devi ammettere però che le tue gambe e il tuo culo non sono per niente male” affermò la bionda cercando di sdrammatizzare.
“Niente male? Potrei offendermi, il mio culo e le mie gambe sono perfette” rispose
“Concordo!” affermò Puck.
Entrambe risero, ma subito dopo divennero serie e cominciarono a guardarsi silenziosamente. 
“Mi dispiace” disse Quinn con voce flebile. 
“No, non dispiacerti. Dimmi solo cosa vuoi da me, cosa vuoi che faccia”
“Non lo so Santana. Io non lo so davvero”
“E datevelo questo bacio!” esclamò Noah. 
La latina si girò a guardarlo e lo fulminò con gli occhi, dopodiché gli fece un cenno con il capo e lui sparì, lasciandole di nuovo sole. 
“Santana voglio uscire con te”
“E Brittany?”
“È solo un’uscita tra amiche, accetti?”
“Si”
“Posso abbracciarti?”
“Si”
“Mi ami?”

 
   
 
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