Diciotto febbraio: climax ascendente.
“A volte vorrei solo essere in grado di dirgli Ti amo.”
"E cosa ti frena?"
"Il fatto di essere incompatibile con i suoi desideri."
L’aria è talmente densa ed ostinata
che le tue lievi parole si scontrano, rimbalzano,
contro le molecole vibranti ed eccitate;
si arrestano, languono, gemono, ridono ilari.
Abbandonano le tue labbra in un lungo e lento bacio
dolce quanto il suo sguardo – colto di nascosto;
la tenerezza di frasi scheggiate tra i bianchi denti;
l’amore che rimbomba nel silenzio asciutto.
La calura emotiva scombussola piacevolmente
l’organismo: un singolo ed unico palpito
di felicità rarefatta e sospesa in nubi perlacee.
Da lontano s’odono ancora
i gorgoglii osceni della pioggia instancabile:
le nostre membra fradice e le nostre lingue sanguinanti.
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