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Autore: Spregias    18/02/2014    1 recensioni
Gwen White e Matt Spencer: la coppia dell'anno e non solo per contratto.
Adesso Gwen e Matt vivono in due città diverse, con lavori diversi e possibilità di incontrare nuove persone.
Lei reciterà a Los Angeles nel ruolo di Catherine Earnshaw.
Il suo collega, Harry, è un affascinante attore con cui farà subito amicizia.
Ma l'amore tra Matt e Gwen resisterà?
Seguito di An honest liar
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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When your dreams all fail
and the ones we hail
and the worst of all
And the blood's run stale




Ero seduta su una poltrona, seduta a bere un tè caldo, cercando di non lasciare che la rabbia
mi offuscasse le idee, cercando di non pensare per niente.
Controllai che il cellulare fosse ancora spento, ma non riuscivo a staccare davvero.
Ero arrabbiata, furiosa, ferita. Come aveva potuto Matt anche solo pensare che avrei accettato il solo
pensiero di lui e lei per finta insieme. Il fatto che quello, un contratto, fosse il nostro incontro,
avrebbe dovuto farlo ragionare: non l'avrei mai accettato.
Il campanello mi riscosse, e andai ad aprire preparandomi a ciò che avrebbe detto per convincermi.
Matt aveva i capelli scompigliati a l'aria di chi non ha dormito. 
Lo fissai arrabbiata, non invitandolo neanche ad entrare.
"Gwen" mormorò, spostandomi ed entrando, prima di voltarsi verso di me "ti prego" mi implorò,
ma io gli voltai le spalle.
"Stavo uscendo" disse seria, cercando di non scoppiare a piangere.
Lui mi guardò: indossavo i jeans e gli ugg, e sopra un golf grinzoso, tuttavia non replicò.
Io presi la borsa, inforcando gli occhiali da sole. Non volevo rovinarmi il trucco per lui.
L'avevo fatto troppe volte.
"Gwen, perchè fai così?" mi chiese, alzando la voce "ascoltami!" 
Il suo sguardo cadde al mio dito dove non c'era più il suo anello. Assunse un'espressione da cucciolo
ferito. Alzai la mano davanti al suo viso.
"Fa male?" chiesi, ferita e desiderosa di vendetta "tu vuoi fare con lei ciò che hai fatto con me.
Io ti sto dicendo che se lo fai, mi perdi per sempre"
Lui fece per replicare, ma non gli diedi il tempo. 
Usciì di casa, tanto lui aveva le chiavi e poteva restare quanto voleva. Io non sarei tornata per un po'.



Arrivai quasi di corsa sul set, negli studi televisivi non mi aspettavano e furono sorpresi
di vedermi.
"Gwen!" 
Mi voltai verso chi mi aveva chiamato e riconobbi Paul, il ragazzo che faceva Linton, anche lui
sorpreso di vedermi.
Gli fece un cenno con una mano, mentre lui mi raggiungeva sorridendo.
"Che ci fai qui?" mi chiese, forse un po' turbato dalla mia espressione.
Io mi strinsi nelle spalle.
"Ti prego, non fare domande. Anzi, offrimi un caffè" lo pregai, seguendolo verso la macchinetta
che il giorno prima aveva dato tanti problemi a Harry.
Presi la tazza di caffè che Paul mi porgeva, ringraziandolo.
"Allora, mia mogliettina" disse, facendomi scoppiare a ridere.
"Mi dispiace doverti tradire, amore mio" risposi, facendo il gioco.
"Ah già, il tuo amante è a fare una scena con Leila" disse lui, parlando della ragazza che faceva la parte
di Nelly.
In quei giorni avevo scambiato qualche parola con lei, forse poteva nascere qualche amicizia.
Amicizia...avevo così tanta voglia di parlare con Ali.
"Ehhm...adesso che ci penso, devo fare una telefonata, aspettami qui" dissi, alzandomi e prendendo
il telefono.
Digitai il numero di telefono, sperando che rispondesse.
Stavo quasi per riattaccare dopo un po' di squilli, quando la sua voce irritata arrivò.
"Sono le sette di mattina!" mi urlò, facendomi sentire in colpa.
"Scusa" mormorai, ma lei scoppiò a ridere, urlando che era super contenta che l'avessi chiamata.
Quando si dice lunatica...
"Come stai?" chiesi, sentendo la nostalgia delle nostre chiacchierate.
"Bene! Tu?" mi chiese, tuttavia, senza aspettare risposta "ho letto qualcosa su tu e Matt, che vi
sposate. Spero che non sia vero, Gwen!" disse lei, facendomi rimanere un po' male.
"Perchè?" chiesi, mordendomi subito la lingua.
"Oddio. Oddio, è vero?!" mi aggredì "non me l'hai detto? Ma che...Gwen!" 
Io mi sentii un po' in colpa.
"E' che...è un casino, Ali" dissi, mentre mi si incrinava la voce "lui è qui, ma abbiamo
litigato di brutto e io..." cercai di non scoppiare a piangere, e senza volere, camminando
mi ritrovai vicino alla sala di registrazione.
Harry era seduto al tavolino nella vecchia casa mia, cioè di Catherine, insieme ad Isabella, la sua 
giovane sposa. C'era anche Leila, alias Nelly. Non ricordavo che scena era.
Harry era bravissimo a recitare.
"...ok? GWEN!" mi richiamò Ali al telefono. 
Mi riscossi.
"Solo che mi manchi. Mi manchi tu, mi manca la mia famiglia...qui sono sola" ammisi a lei e anche a me
stessa.
La sentiì sospirare.
"Potrei venirti a trovare presto" mormorò, e io mi sentiì in debito con lei "ma non hai conosciuto nessuno?
Al lavoro come sono?"
Presi tempo per rispondere.
"Sì, ho conosciuto qualcuno. E..." guardai Harry, e mi avvicinai fino a sentire cosa diceva.
Anche lui mi vide.
"...da dirmi se Catherine soffrirebbe molto perdendolo" sentivo che voleva farmi capire che avrebbe sostituito
il mio nome a quello di Catherine, e non sarebbe cambiato niente. Era Harry, non il personaggio che interpretava,
a parlare.
"Il timore che lei potrebbe soffrirne mi trattiene, e in questo puoi vedere la differenza tra i nostri sentimenti.
Se lui fosse stato al mio posto e io al suo..." 
Il mio cuore aveva improvvisamente preso a battere più velocemente.
Le mie guance erano in fiamme e un sorriso a trentadue denti, nonostante cercassi di impedirlo, si faceva
strada sul mio volto.

**


Erano le sei del pomeriggio, avevo passato tutto il pomeriggio sul set, quasi incosapevolmente
aspettando che Harry finisse di recitare per poter stare con lui, per cercare di non pensare
all'espressione ferita di Matt, che, nonostante tutto, mi faceva male al cuore.
E lui aveva finito, venendomi incontro e chiedendomi per quale motivo ero lì, contento
di vedermi.
Mi faceva bene stare con lui, sentirmi così amata.
"Gwen" mi chiamò, mentre eravamo seduti ad un tavolino, in attesa di ordinare "cosa succede?"
Si era accorto che qualcosa non andava.
"Harry" lo interruppi, presa da un'incontenibile voglia di farmi del male "cosa provi per me?"
Non mi pentiì di quella domanda, eppure forse avrei dovuto.
Lui non abbassò lo sguardo, rimase solo leggermente sorpreso. Ma lo squillo del telefono
gli impedì di rispondere.
Risposi alla chiamata, leggermente scombussolata.
"Dove sei?" la voce di Matt era ferita, eppure non era ancora dura come quella di un tempo.
"Sono fuori" risposi, decisa a non mentire, ma omettendo parte della verità.
Mi mancava Matt, ma non ero decisa a cedere. Mi aspettavo delle scuse, scuse che lui non
mi aveva ancora fatto.
"Tra venti minuti prendo il taxi. Torno a Londra" 
Il mio cuore perse un battito, mentre con la mano mi aggrappavo al tavolo davanti a me.
Scappava?
Un minuto dopo, correvo a perdifiato verso l'aeroporto.

Il LAX era affollato, molto affollato, eppure ero decisa a trovare Matt.
Ad aspettarlo davanti all'ingresso per il suo volo.
Nonostante il dolore, la rabbia, il desiderio di vendetta, l'infatuazione adolescenziale
per Harry, a cui non davo importanza, sapevo bene che ero innamorata di Matt e che avrei 
combattuto sempre per lui, nonostante tutto.
Lo vidi arrivare, mentre la voglia di baciarlo e amarlo cancellava di colpo la rabbia.
Anche lui mi vide, perchè cambiò espressione, si fece più rilassato, meno teso. 

"Stai scappando?" gli chiesi, combattendo la voglia di stringerlo a me.
Lui scosse la testa, carezzandomi i capelli.
"Ho rifiutato la proposta. Io e Anaelle ritorneremo a Londra, qui non ci hanno
trattenuto, dopo il nostro rifiuto..." disse lui, e il mio cuore fece un salto
di gioia. Anche se...
"Tuttavia, sento il bisogno di allonarmi da te" 
Lo guardai ferita.
"Matt...io..." possibile che trovasse sempre il modo di farmi sentire colpevole?
Aveva fatto la cazzo di cosa corretta!
"Mi dispiace, Gwen...questo tuo comportamento..." iniziò, ma lo bloccai, fuori
di me.
"Questo mio comportamento? Il tuo, allora? Sei un cazzo di bambino!
Lo sai che ti amo e lo sai che sei tutto ciò che conta, eppure ti diverti a vedermi
soffrire! Sai che non posso venire a Londra, sai che  verrei se potessi eppure..."
Lui mi baciò sulla fronte, senza dire niente.
"Mi mancherai, Gwen. Se vieni a Londra, ti aspetterò a casa"
Se ne andò così, mentre io, pietrificata, mi chiedevo dove avevo sbagliato.
Non potevo innamorarmi di una persona normale?
Perchè Matt non lo era, eppure lo amavo.
  
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