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Autore: Dicembre    19/06/2008    7 recensioni
Nyven è uno schiavo, nato in catene non ha mai vissuto una vita diversa, per lui un padrone vale l'altro. Quando viene venduto al Crocevia, non può immaginare chi sia il suo nuovo padrone, nè chi viva alla sua corte. Si accorge però subito che il luogo dov'è stato portato è completamente diverso da tutto ciò che ha visto e da tutto ciò che ha vissuto. Irìyas l'ha acquistato per i suoi capelli, cremisi ed indomabili, che hanno una proprietà indispensabile di cui neanche un mago della sua potenza può fare a meno. Specialmente quando il mago si ritrova ad affrontare il Fuoco Eterno, scagliatogli contro da un suo vecchio amico e si ritrova legato ad una promessa fatta ad un drago per cui farebbe di tutto. Nyven è intrappolato in quest'intreccio di tradimento e di fedeltà e ne rimane inevitabilmente affascinato. Ma c’è un fondo cremisi, un’anima dedita al fuoco nel ragazzo, che nessuno sa spiegare , ma che tutti temono. E’ innata, sconosciuta ed indomabile.
Il mago però non può lasciarlo libero, e Nyven non conosce cosa giace nel suo animo. La matassa è stata srotolata troppo tempo prima perché ora si possa tornare indietro. Il Re, il cavaliere e amico del mago, il traditore… Tutti vogliono qualcosa, mentre il Regno rischia di ardere in eterno.
Genere: Romantico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rieccoci, rieccoci qui, quando ormai il caldo arriva °_° (Dal mio nick, potrete intuire che non sono un tipo da climi assolati XD). Ma ce la faremo anche quest'anno ^_^v. Ecco il nuovo capitolo, più riflessivo dei precedenti ed introspettivo. Irìyas, ormai, deve rendersi conto che la sua facciata da "duro e puro" non può essere mantenuta integra. L'azione arriverà a brevissimo, nonchè alcuni grandi chiarimenti. (alcuni, non tutti) e poi c'è sempre la mia anima shounen ai da sfogare, ad un certo punto (sì, mica la posso fare aspettare troppo, no?) XD Un bacio, a presto ^_^/

 

 

Capitolo Diciannove

 

 

 

Come Irìyas aveva sospettato, Nyven andava a nord. Il perché gli sfuggiva.

La Bianca voleva che il ragazzo andasse dal re ma, più probabilmente, alla Bianca non  interessava affatto sapere dove fosse Nyven. Lo voleva lontano da sé quando lei sarebbe morta.

Irìyas rifletté sulle parole che aveva detto la Sacerdotessa al suo lupo. Sapeva che sarebbe morta. Non sapeva come, né quando, ma sarebbe inevitabilmente morta presto. Il mago conosceva le doti della vecchia, sapeva quindi che non si sbagliava. La donna, di conseguenza, era terrorizzata dall’idea che Nyven potesse essere lì, vicino a casa sua, quando lei non ci sarebbe stata più per proteggerla.

Nyven…

Irìyas sospirò rumorosamente. Il ragazzo era un mistero. Niente di ciò che aveva visto o di cui aveva letto assomigliava a Nyven. Probabilmente la Bianca aveva ragione, così come Mamir, così come chiunque gli dicesse che il ragazzo avrebbe portato sventura.

Lo stesso Nyven gli aveva confessato che questa sua attrazione per il fuoco lo spaventava.

Ma cosa doveva fare lui?
Si pigiò le dita sugli occhi, infastidito da questo suo essere incapace di ritrovare l’equilibrio e la pacatezza di un tempo. Che cosa doveva fare, lui?

Irìyas si rese conto di non poter far niente. In tempi normali, avrebbe potuto indagare a fondo l’animo del ragazzo, capire cosa si agitava nell’ombra e, di conseguenza, capire chi fosse quello che avrebbe dovuto essere un semplice schiavo. Ma quello non era il tempo per argute riflessioni, né era il tempo degli studi. Purtroppo, Irìyas si rese conto di essere obbligato a riportare Nyven da sé, pur sapendo che questi poteva essere una seria minaccia per se stesso e per ciò che voleva fare. Non aveva scelta. Nyven gli serviva, altrimenti non sarebbe mai andato ad Est.

E l’Est era irrinunciabile.

Sospirò di nuovo e Sideas lo trovò con la fronte aggrottata perso nei suoi pensieri, quando entrò nelle sue stanze.

“Sono stati tutti avvisati”

“Verrai anche tu?”
Sideas esitò: “Vuoi che venga?”
”Sei appena arrivato qui. Pochi giorni e già ti rimetti in marcia. Che cosa penserà il Re di questi tuoi spostamenti?”
Sideas si strinse nelle spalle: “Non è necessario che il Re venga a conoscenza di quel che faccio”

“Ma la voce giungerà anche alle sue orecchie. Ti vedranno, se vieni anche tu. E sai bene che le notizie corrono velocemente…”

Sideas rifletté per un attimo. L’avrebbero riconosciuto ovunque, i suoi capelli bianchi e la Spada sulla sua schiena tradivano la sua identità. Del resto, non era neanche pensabile non portarla con sé.

Scosse le spalle: “Anche se gli giungerà voce, non saprà il perché siamo andati a Nord. Meglio ancora, se venisse a saperlo, penserebbe semplicemente che sto compiendo il mio dovere. “

Il cavaliere ebbe l’istinto di avvicinarsi al mago. Di toccarlo per assicurarsi che fosse reale. Ma non lo fece, rimase immobile.

“Verrò con te, Irìyas. Riporteremo Nyven qui perché non sarà una Sacerdotessa senz’arte ad impedirmi di vedere la fine di Hago. Senza Nyven, il rischio di vedere la mia terra in fiamme è troppo alto…” strinse i pugni. “Non posso davvero permetterlo”

Irìyas sorrise all’amico.

 

Il piano era semplice. Irìyas e Sideas sarebbe partiti e andati a Nord seguendo la via maestra. Ci avrebbero impiegato poco più di una giornata, grazie ad Irìyas.

Mamir sarebbe andato lungo il corso dei Fiumi Spenti, dove avrebbe potuto ritrovare parte del suo branco e vedere se qualcuno dei Lapdinare aveva notizie di quello che accadeva a Nord.

Irìyas, infatti, era a conoscenza della presenza di un mercato di schiavi portato avanti in semi clandestinità sulla piazza di Adiisia, ma non riusciva a capire se davvero quella fosse la meta di chi aveva Nyven con sé.

Il mercato di Adiisia era simile a quello portato avanti al Crocevia del Sud: la merce veniva esposta e data poi al miglior acquirente. Era illegale perché nessuno aveva mai pagato le tasse alla capitale, ma era tacitamente accettato, soprattutto in quei tempi, quando il potere centrale stava perdendo la sua influenza sulle periferie.

Quello su cui Irìyas era dubbioso era il perché Nyven fosse stato effettivamente portato là. La Bianca non aveva forse dato direttive particolari? Nyven doveva essere portato dal Re. O forse gli accordi erano altri e, in fondo, l’unica cosa che importava, era allontanare il ragazzo dal territorio su cui sorgeva la Cappella.

Quello che Irìyas temeva era che la Bianca non avesse né intenzione di portare Nyven al Re, né tanto meno venderlo ad Adiisia. Più probabilmente, la Bianca sperava che Nyven  assiderasse nelle notti gelide del Nord, rimanesse freddo ed innocuo per un tempo indeterminato. Fino a quando lei non avesse rifondato la sua casa.

C’era qualcos’altro che Irìyas non capiva esattamente.

La Bianca aveva fatto un sogno. Un sogno che non era riuscito a discernere bene perché confuso nella mente della stessa Sacerdotessa. Aveva incontrato qualcuno, nel sogno, qualcuno che lei conosceva e che le aveva rivelato la sua sorte: la Bianca sarebbe morta nel gelo. Che anche lei stesse andando a Nord?

Non aveva senso. Perché allontanarsi dall’unica cosa che si vuole proteggere? Mancava poco all’arrivo di Gyonnareth e Hago, perché andarsene?

Mancava poco all’arrivo di Gyonnareth…

Irìyas sospirò, scuotendo la testa. Cercò di togliersi quell’ultima immagine di Hago degli occhi. Non l’aveva mai abbandonato. A volte cercava di accantonarla in un angolo remoto della sua mente, dato che ormai la consapevolezza che Gyonnareth e Hago sarebbero venuti per lui esulava da quell’ultimo giorno in cui il suo vecchio amico gli aveva voltato le spalle. L’evento che sarebbe accaduto di lì a poco aveva acquistato una vita propria, sembrava quasi che Hago fosse uno sconosciuto, qualcuno che semplicemente voleva imporre la propria volontà con la forza.

Ma più spesso il pensiero di Hago acquisiva la sua vera forma.

Zir interruppe i suoi pensieri: “E’ meglio che partiate”

Irìyas annuì, ma non si mosse.

Zir lo guardò, indeciso se parlare nuovamente oppure aspettare. Passarono secondi lunghissimi, non c’erano suoni nella stanza, se non il lontano rumore del lago.

“E’ inutile vero?”

“Che cosa lo è?” il coniglio arricciò il naso come quando non capiva.

“Tutta questa forza” spiegò Irìyas creando una sfera luminosa sopra il suo palmo “Potrei distruggere la capitale con un solo gesto. Eppure, oggi, tutta questa forza sembra inutile”

“Perché non lo fai?”

Irìyas sorrise, sapeva che il coniglio lo conosceva bene e sapeva già la risposta. La diede lo stesso: “Non m’interessa farlo. Non m’interessa conquistare la terra, dominare… Non ho alcun interesse per niente delle cose che tutta questa forza può darmi” Sorrise, con quei sorrisi che Zir ormai s’era disabituato a vedere. “Potrei conquistare, potrei dominare, potrei davvero fare molto cose”

“Ma la forza non ti dà tutto”

“A me non dà niente”

Zir fece qualche passo verso la stanza, poi si fermò: “Puoi andare ad Est solo grazie alla forza che hai. Nessuno, tranne te, avrebbe la possibilità di essere così ambizioso”

“Pensi che io sia ingiusto?”

Zir scosse la testa: “Penso solo che tu sia un idealista. E che rischi di pagare le conseguenza delle tue idee.”

“Avrei dovuto fare come Hago?”

“No, ma mi chiedo chi altri, oltre te, l’avrebbe fermato”

“Il mio è stato puro egoismo, coniglio” il disprezzo nelle parole di Irìyas era esclusivamente diretto verso se stesso “Ciò che è mio non può essermi portato via”

Zir sorrise, sistemandosi gli occhiali sul naso: “Per difendere la tua forza?”

“Perché se è vero che la forza che ho non è utile per ciò che voglio fare, è altrettanto vero che la userò contro chiunque cerchi di intralciare il mio cammino”

“Devi essere il primo ad andare ad Est?”

Irìyas finalmente si alzò dalla sua sedia e si diresse verso la porta, Si fermò di fronte a Zir: “Ovviamente” e sorrise, riacquistando il sorriso che aveva perduto in quei pochi istanti di sconforto.

Si allontanò, doveva andare a Nord.

 

 

Era raro vedere Irìyas così, era raro trovarlo impotente a guardare l’acqua del suo lago. L’unica che, placidamente, lo calmava.

La sensazione di completa impotenza frustrava il mago perché era stato educato al controllo. Ogni suo gesto, sin da piccolo era stato finalizzato a qualcosa. Aveva imparato sulla sua pelle che si ha ben poco controllo su quel che accade. Irìyas non aveva potuto avere il controllo su Hago, su quel che aveva fatto a Gyonnareth e sul tradimento del suo più caro amico. Non aveva avuto modo di trattenere Sideas, che aveva seguito la sua strada finendo alla corte di un re che lui stesso disprezzava. E ora persino Nyven era stato allontanato da chi riteneva che l’averlo lontano valesse il rischio di opporsi a lui.

E forse proprio per questa serie di ragioni, Irìyas aveva coltivato un sogno impossibile, tanto ambizioso da richiedere tutta la sua magia, vasta e insondata.

Era l’unica cosa che riteneva come veramente propria, e la cui riuscita dipendesse solo ed unicamente dalla sua volontà.

Era cresciuto con la convinzione che il suo sogno fosse la sua unica identità. E ora che si trovava a pochi giorni dalla resa dei conti, doveva stringere fra le dita questa sua convinzione con ancora più forza.

Poteva rimanere solo. Anzi, probabilmente quello davvero era il suo destino, ma l’Est dava un senso a tutto quello che faceva.

Quanto aveva odiato Hago per l’essersi appropriato ed aver calpestato in modo ignobile tutto quel che loro due avevano costruito!

Non era vero che la sua forza era inutile. Sapeva bene che le parole dette a Zir erano il frutto di  semplice frustrazione. Se Irìyas non fosse stato così potente, Hago sarebbe già sui Territori, alla volta di un mondo sconosciuto.

Sorrise, fra sé e sé.

 

Questi pensieri furono interrotti da un rumore metallico, proveniente da lontano. Gli parve il rumore di una catena. Da dove proveniva?

Di nuovo.

Irìyas cercò l’origine di quel suono. Chiuse gli occhi. A casa sua non c’era niente che producesse quel rumore. Cercò altrove. Cercò lontano.

 

 

Il sole era alto in cielo, ma comunque faceva davvero freddo. Le case erano coperte di neve e il terreno dei vicoli era duro e ghiacciato. All’esterno delle abitazioni si vedevano ben poche persone, sembravano tutti di fretta e tutti desiderosi di tornare all’interno delle loro case.

Nyven era legato con una catena di ferro allo steccato che recintava una taverna nella quale era entrato l’omone che l’aveva portato fin là. I suoi vestiti leggeri non  offrivano grosso riparo a quella temperatura. Il ragazzo si guardò intorno. C’erano case basse, col tetto alto e a punta. Sulla cima, dal camino di ognuno usciva del fumo. In lontananza si sentì il rintocco di una campana che, in un attimo, permeò ogni strada e vicolo.

Nyven venne percorso da un brivido di freddo: era arrivato ad Adiisia.

 

***

 

Bemporad: AHAHAH bello, direi che leggere una storia è meglio che iscriversi agli esami (non menzionerò qui le volte che non sono riuscita ad iscrivermi ad un esame... Risulterei ridicola!). Però... wow... Nicole... *me arrossisce* sei carinissimo. Guarda che poi io ci credo e mi monto la testa *_* Nicole è stupenda, pensare al paragone con Cremisi... Grazie mille, davvero *_* Sono stata tentata (e lo sono tutt'ora) di infarcire il racconto di tanti personaggi, e tanti ambienti, però già la trama è abbastanza complicata da leggere a capitoli (e non di seguito, come un racconto su carta), mi sembrava eccessivo aggiungere troppe cose oltre quelle funzionali alla storia. Il mondo che vorrei creare è un mondo a tutto tondo, con riferimenti "storici", avvenimenti precedenti e luoghi citati, ma non descritti (come se esistessero veramente). E sì, così mi permetterà di ambientarci un bel po' di storie (guardò avanti) ^_^ Eddai, il sottofondo shounen ai non sarà mica un deterrente così grande, no? O sì? Un saluto, a presto

Yukochan: hehehe sìsì, ce ne saranno altri ^_- Sono felice felice che il capitolo ti sia piaciuto, e che la sintonia fra Sideas e Irìyas si sia sentita. Sono davvero unitissimi. C'è cameratismo, c'è fiducia... Insomma, un bacino ci stava tutto *_*

silencio: Nono, per carità. Niente scenate di gelosia, niente "ripicchine". Davvero, non sono il tipo. Sono cose che già non sopporto nella vita reale, figuriamoci se le metterei in un fantasy. I rapporti fra Irìyas e Sideas sono di genere diverso, di cameratismo. Da vecchi compagni di classe che hanno diversi modi di comunicare. Ma penso che distruggerei i personaggi se li rendessi gelosi o vendicativi verso loro stessi. E Hago, beh, devo dire che in effetti, è divertente creare attesa, se ne parla ma non s'è mai visto. E' difficile resistere alla tentazione di farlo comparire troppo presto XD

Persefone Fuxia: *me abbraccio forte persefone*. E' esattamente quello che volevo trasmettere. Un'idea di rapporto proprio diverso. Anche se devo ammettere, mi sono proprio divertita a farli baciare. Dovevo un po' sciogliere questa tensione quasi fisica che si era creata fra i due. Sono distanti e vicinissimi allo stesso tempo ^_^ (L'Est, ah, Irìyas è davvero ossessionato *_*)

Aphrodite: Ciao oneechan *_* Grazie per le tante parole gentilissime che mi scrivi sempre *_* Sìsì, ora si deve andare a prendere il povero Nyven che là al freddo e al gelo sicuramente non se la passerà bene. Anche perchè, lo sappiamo, ci nasconde qualcosa (che io so, ma non posso rivelare hohoh). E Mamir - anche lui dovrà avere la sua parte ^^ Un bacione

Manny_chan: sìììì! Che emozione, sono sempre troppo felice quando si capiscono i riferimenti ai capitoli precedenti. Sìsì, il vecchio (perchè di vecchio si tratta, in fondo ) è quello arso vivo. Non dirò le modalità, ma il puzzle piano piano si completa (sei stata bravissima *_*). Il Vespro per ora, rimane in piedi (per quale che c'è), ma solo perchè Irìyas deve andare a recuperare il fanciullo fra le nevi (o cielo, sembra il titolo per un'altra fanfiction HAHAHA). Un bacio.

BiGi: Era inevitabile. Del resto, non me ne volere, è un piccolo sfogo, non ho fatto gravi danni, no?

Francesca Akira 89: Mi spiace che sia tutto poco chiaro, ma purtroppo è l'enorme limite di leggere una storia a capitoli ;_; Se ti può consolare (o forse peggioro la situazione), Irìyas ritrova Nyven a breve. Pochi capitoli. E che, nel giro di pochi capitoli, penso che le cose si facciano più chiare. E' una storia ad "incastro", tutto succede pian piano, ma tutto succede con un preciso scopo. Il re, hai ragione tu, è un personaggio ignobile ._. Un bacione

 

  
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