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Autore: LaCondorina    18/02/2014    0 recensioni
Tu non sei di questo universo. Noi non sappiamo perchè sei finito in mezzo a questa faccenda, e non ce lo chiediamo. Speriamo solo che tu capisca la gravità della situazione.
Quando avrai finito di guardare, corri.
Trova Zorey e mostragli questo documento. E' essenziale che tu lo faccia, per il bene di questo mondo e del tuo. Nomina Claudius, e collaborerà.
Non spargere troppo la voce, se vuoi evitare che la situazione degeneri come ha fatto qui. Limitati a una rapida spiegazione e imponigli di fare ciò che abbiamo pattuito.
Io e Alex contiamo su di te. Sei il barlume di speranza che serve a evitare ulteriori problemi qui in basso, o in alto. Dipende dai punti di vista.
Buona fortuna, ne avrai bisogno.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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-Come ''il tuo figlio preferito''? Mi scusi ma dev'essersi sbagliato di grosso. O lei ha qualche problema, o io sono in un incubo e domani mi sveglierò con il profumo di cioccolata calda preparata da mia madre che però è morta.
-Tua madre non è morta, Alex- vidi la zia dietro quell' uomo avere un' espressione colpevole, come se avesse la colpa di qualcosa di troppo grande per essere spiegato su due piedi- Tua madre è viva, e questo signore è tuo padre, è qui per prendere te e Julia per riportarvi a casa, subito.
Mi sentii come catapultato in una realtà assurda, se i miei genitori erano vivi, davvero, non c'era momento da perdere, ma dove avrebbero portato me e Julia? Qual era la casa di cui aveva parlato la zia? C'era da fidarsi di un uomo che aveva appena buttato giù a calci la porta di camera mia? Non avevo scelta, infatti appena calcolai tutte le possibili domande da fare, la zia se n'era già andata con quell' uomo, lasciando detto di chiamare Julia con urgenza. Almeno così ricordavo vagamente.

Chiamai mia sorella che quasi mi urlò nell'orecchio:
-Idiota, sono in auditorium! Alice si arrabbierà tantissimo ora che mi è squillato il cellulare! Cos'è successo di così importante? Ti sei slogato una caviglia durante i tuoi allenamenti inutili?!
-Julia, devi tornare a casa subito.-tentai di tenere il tono più calmo possibile, non mi andava di litigare proprio in quel momento -C'è un uomo che dice di essere nostro padre e la zia ha detto che ci porterà a casa nostra, quindi lascia stare il tuo giornale e vie...- Ovviamente lei riattaccò. Tipico; non mi ascolta mai.

In meno di un'ora tornò a casa. L'aspettai sull'uscio

-Un attimo, Alex, al telefono non ho capito nulla; C'è nostro padre? E la mamma, dov'è? Non vedo l'ora di incontrarli!- Disse Julia tutta eccitata, ma sottovoce.
-Non hai capito nulla perchè non mi hai dato il tempo di spiegare, comunque so pochissimo anche io. Torniamo dentro e chiamiamo quei due. Rientrammo insieme, trovando la zia e l'uomo seduti sul divano. Come avevano fatto a teletrasportarsi lì un secondo dopo che ero uscito? Meglio non saperlo. Meglio non sapere neanche questo.

-Alex, Julia, sedetevi- disse la zia, e così facemmo. Sembravamo due cani obbedienti in attesa del biscotto-ricompensa.
Una volta messi comodi, fu l'uomo a parlare.

-Ragazzi, so che è quasi assurdo pensare di avere un padre e una madre che vi aspettano dall'altro capo del mondo, ma è così. Io sono Claudius, vostro padre. La mamma è così ansiosa di rivedervi! Adesso, Alex, presumo che tu abbia già preso tutte le tue cose, quindi va' di sopra ad aiutare Julia a fare le valige. Entro due giorni dobbiamo andare via.

Mi guardai intorno: Julia sembrava ancora più scossa e perplessa di me, era quasi pietrificata, non potevo biasimarla. La zia non osava neanche guardarci negli occhi, come se tutto questo fosse colpa sua; tutti i trasferimenti, i viaggi e i nostri problemi economici, tutto a causa sua. Julia si riscosse da quello stato di semi-trance e controbattè indignata:
-Momento, momento, momento, momento: lei viene a casa nostra, insinua di essere nostro padre, si inventa una specie di storia per convincerci a seguirla chissà dove, e noi dovremmo fare come ci dice come se fossimo degli automa? E tu, zia, non fai nulla? Non so se è chiaro, ma i nostri genitori sono morti. Non inventatevi scuse. Cos'è, dovete portarci in collegio e non volete dircelo?

-Non vi dò torto: siete troppo piccoli e dubito che Cathy vi abbia spiegato qualcosa. Facciamo così: io andrò in albergo. Vi dò un giorno per riflettere, se non vorrete seguirmi, mi andrà bene comunque.

Detto questo si alzò senza pronunciare altre parole e usci dalla stanza, diretto chissà dove. La zia pietrificata, Julia senza parole e io...come mi sentivo? Ci avevano dato una notizia meravigliosa ma io ero troppo scettico per crederci e se non avessi fatto qualcosa mi sarei giocato l'unica possibilità di rivedere i miei genitori.

 

Quella sera, a cena, fummo tutti molto taciturni. Io e Julia andammo a letto verso le dieci per poi parlare fino all'una al cellulare l'uno con l'altra.

-Cosa pensi?- le chiesi

-Di cosa?

-Di tutta questa faccenda.

-Non credo alla minima parola. Sarà tutto un trucco per portarci in collegio

-Pensaci, Julia, al massimo cambieremmo scuola. Io voglio rischiare. Voglio giocarmi tutto; se ci porteranno davvero da mamma, io voglio andarci. Dovesse essere in capo al mondo.

-Sarà, Alex. Io non credo di farcela. Sei sempre stato tu quello impulsivo.

-E provaci, genio! Che ti costa?
-Mi costa Alice e il giornalino.

-Sveglia, esiste internet! E la videochat per gli articoli che puoi inviare via mail...ti scongiuro, Julia, prendi almeno in considerazione questa possibilità.

-Se ci tieni così tanto, vedrò di farci un pensiero.

-Un pensiero grande, grande?

-Un pensiero, punto. Ora dormo altrimenti domani non mi svegli neanche con 'American Idiot' sparato a volume altissimo.

-Soprattutto perchè di norma quella è la tua sveglia.

-Già. Dormi anche tu, dai. Notte.

-Notte

 

E sprofondai nel sonno più profondo.

  
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