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Autore: Sisya    20/06/2008    15 recensioni
Liberamente ispirata al film Forse un angelo, la mia primissima long fiction su Sakura e Sasuke. Una storia un po’ particolare, abbastanza fuori dagli schemi, ma darò il massimo, lo prometto *O*
Sasuke Uchiha è il ricchissimo erede di un impero finanziario. Sakura Haruno è una ragazza spigliata ma in grosse difficoltà economiche.
Sasuke Uchiha è un dongiovanni incallito con la fama di scapolo del secolo, un irraggiungibile bastardo. Sakura Haruno ha un piccolo angelo di cinque anni di cui deve prendersi cura.
Sasuke Uchiha ha un grosso affare da concludere, e urgente bisogno di una moglie. Sakura Haruno si vedrà fatta una proposta impossibile da rifiutare.
Soltanto tre settimane, poi tutto quanto tornerà come prima … ma se il destino (o l’amore) come al solito decidesse di mettersi in mezzo?
Quante cose possono cambiare, in tre settimane di inaspettata convivenza? *O*
Coppia principale: SasuSaku. Questa non cambia per niente al mondo, mi spiace XD Comunque anche tutte le altre sono abbastanza definite. Saranno: InoShika. NaruHina. Un piccolo accenno di NejiTen.
Recensite in tanti, mi raccomando! *O* Un grosso bacio a tutti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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10. Ritorno di fiamma? Voglia di fragole? Amici o non amici? Questo è il problema!


Il grassone sprofondò nell’imbottitura della sua sedia girevole, cominciando a contare le banconote con le sue dita a salsiccia, un ghigno soddisfatto e i due occhietti infossati animati da una luce avida. Ino sedeva di fronte alla scrivania, rigida e palesemente a disagio, con le gambe strette una contro l’altra nei suoi jeans attillati, mentre osservava con una nota di disgusto il pessimo arredamento dello studio. - Ci sono tutti, insomma, nessuno sta tentando di fregarla! - proruppe ad un certo punto, irritata - Posso andarmene adesso, o vuole minacciarci ancora di buttarci fuori da casa nostra? -
- Vedo, vedo, Yamanaka. Certo che sono un bel po’ di soldi tutti in una volta, eh? Un notevole miglioramento, dico bene? - sul volto dell’uomo, il ghigno perverso si allargò. Ino non poté fare a meno di irrigidirsi - Me l’aspettavo però, se devo essere sincero. Ho sentito che tu e l’Haruno ultimamente ve la fate con dei pezzi grossi, eh Yamanaka? Beh, complimenti, proprio un bell’affare -
- Io non me la faccio proprio con nessuno, e tanto meno Sakura. E lei è disgustoso! - replicò Ino alzandosi di scatto e mostrandogli con rabbia il pugno chiuso. Il grassone proruppe in una risata roca, dondolandosi avanti e indietro sulla sedia scricchiolante, e rivolgendole poi un sorrisetto sornione - Non ti conviene provarci, mia cara, o ti spezzerai quelle belle unghie da puttanella. E comunque, guarda che … dopotutto, potrei offrirti anche io un compenso … adeguato, Yamanaka, se capisci cosa intendo … - Ino si ritrasse nauseata. - Ma per sua sfortuna, io sono sempre stata un tipo molto schizzinoso, e i vecchi porci come lei non rientrano nei miei parametri - Lui rise di nuovo, ma a lei venne la pelle d’oca. Si cacciò la borsetta in spalla con un movimento stizzito e riattraversò lo studio quasi di corsa. Le dita sudate scivolarono un paio di volte sulla maniglia prima che le sue mani tremanti riuscissero a fare presa su di essa. La voce dell’uomo la raggiunse di nuovo da dietro, facendole venire i brividi. - Se casomai ci dovessi ripensare, Yamanaka, sai dove trovarmi -
Disgustoso. Vecchio porco disgustoso. Ino si richiuse la porta alle spalle con un colpo talmente forte che fece tremare le pareti.
Eppure, le sue mani ancora non ne volevano sapere di smettere di tremare. Non aveva paura, non era questo. Ma le parole di quell’uomo l’avevano ferita, in qualche modo. Era come se una piccola, piccola parte dentro di lei fosse d’accordo. Si era già ripetuta un centinaio di volte che Shikamaru era un suo amico, dannazione. Che lei non se la stava facendo proprio con un nessuno!, eppure … eppure, le sue mani, il battito impazzito del suo cuore … Solo un suo amico, si ripeté di nuovo, scuotendo la testa con decisione. Solo un amico. Solo un amico. Solo … oh, al diavolo, qualsiasi cosa fosse, non le interessava! Sapeva soltanto che in quel momento aveva un disperato bisogno di vederlo.

- Vieni, tesoro, credo che sia questo il piano giusto - sussurrò Sakura uscendo dall’ascensore, tenendo Chiyo per mano e guardandosi intorno con aria interdetta. Attraversarono l’ampio e luminoso corridoio, raggiungendo la scrivania di quella che doveva essere la segretaria di Sasuke. - Ehm - Sakura diede un colpo di tosse, per attirare l’attenzione della donna, occupata a scrivere qualcosa su un documento pieno di grafici incomprensibili - Mi scusi, il signor Uchiha è ancora occupato? -
- Sì - rispose in fretta la segretaria, senza nemmeno guardarla, poi però alzò lo sguardo, aggiustandosi gli occhiali sul nasino alla francese e squadrandola da capo a piedi. Si soffermò sul pizzo sgualcito della sua camicetta, sullo smalto azzurro delle sue unghie, sui capelli rosa raccolti in due trecce disordinate ai lati della testa, e la sua espressione si suddivise a metà tra la sorpresa e un disgusto malcelato. Fece lo stesso con Chiyo, e Sakura rafforzò istintivamente la stretta sulla manina infreddolita della figlia - Il signor Uchiha sta ancora lavorando, sì. Per caso lei ha un … appuntamento? - disse poi, come se considerasse la cosa del tutto improbabile. - No, non ho un appuntamento - rispose Sakura scuotendo la testa. Sul viso della segretaria si aprì un sorrisetto da 'come volevasi dimostrare' - Ma dica al signor Uchiha, per favore - aggiunse Sakura - che sua moglie e sua figlia lo stanno aspettando, e gradirebbero molto che si sbrigasse a terminare tutte le sue barbose faccende da grande uomo d’affari per dedicare invece un po’ del suo tempo a … noi - concluse, con un sorriso. La segretaria la fissò come se l’avesse appena schiaffeggiata. Fece passare lo sguardo da Sakura alla bambina, incredula.
- Sua … sua …? -
- Oh, e sia gentile, già che c’è, potrebbe farci portare anche … dunque, per me un caffè lungo, con molto, molto zucchero e … tu tesoro? -
Chiyo si alzò in punta di piedi, appoggiandosi alla scrivania coi gomiti - Per me un gelato alla fragola, con molta, molta fragola, e con un po’ di panna montata sopra, grazie - Sakura nascose un sorrisetto orgoglioso dietro il palmo della mano. - Bene, perfetto. Grazie molte, signorina, il suo è stato un aiuto davvero prezioso. Allora noi ci mettiamo lì ad aspettare, lei torni pure al suo lavoro. Arrivederci, molto piacere di averla conosciuta. Su, vieni tesoro -
- Piacere … mio - replicò quella a mezza voce, la bocca spalancata, osservando madre e figlia che si accomodavano sul divanetto accanto alla parete e si scambiavano un cinque ridendo - Oh, cielo -


Shikamaru fece scorrere la chiave dentro la serratura di casa con uno sbadiglio da record. Rimise il mazzo di chiavi in tasca e chiuse la porta dietro di sé dandole una spinta col piede. - Ehi. Bentornato - Qualcuno che non era lui accese l’interruttore. Shikamaru riconobbe la sua voce in meno di un nanosecondo. Il suo cervello ci mise ancora meno per ricollegare la voce alla sua proprietaria. A occhi chiusi, l’odore pungente del profumo costoso di lei gli stuzzicò le narici. Un tempo, era sicuramente stato il suo preferito. E forse lo era ancora. Per un attimo, dentro la sua testa se ne sovrappose uno più dolce, ma meno familiare.
Scacciò in fretta quel pensiero inopportuno - Cosa ci fai qui, Tem? -
- Sono passata a trovarti. Non sei contento di rivedermi? -
- Beh, non troppo, chissà perché … eh? - replicò lui con tono ironico - Qualunque cosa tu voglia, non è il momento. Sto aspettando un’amica, Tem. Vorrei che tu uscissi di qui prima che arrivi lei -
- E ti aspetti anche che io ti creda, Shika? Ehi, hai da accendere? -
- No. Sto cercando di smettere. Perciò, se non ti dispiace - borbottò lui togliendole la sigaretta di bocca.
- Certo, Shika. Tu che smetti di fumare, ma per favore - Gli fece scivolare una mano dietro la nuca, e per un attimo Shikamaru si sentì avvolgere dal sapore agrodolce del suo respiro, mischiato al fumo. Si ritrasse, aggrottando la fronte con uno scatto infastidito - Ho capito. Sei ancora arrabbiato - sospirò lei alzando gli occhi al cielo con una punta d’irritazione. - Sì, lo sono! Ne ho ogni fottuto diritto, Tem. Vuoi andartene adesso? -
- D’accordo - ribatté - Ma quando avrai sbollito la rabbia, amore, chiamami. D’accordo? Mi manchi, lo sai -
- Potevi pensarci prima -
Lo baciò di nuovo, lasciando sui suoi vestiti tracce labili di profumo, prima di sparire dietro la porta socchiusa.
Shikamaru sospirò, passandosi una mano sul viso bollente. Era sua moglie, e l’amava, ne era certo. Ma non era altrettanto certo di rivolerla davvero nella sua vita. Era stata fin troppo brava a uscirne, e lasciarlo da solo, a pezzi. Per quanto lo riguardava, una volta era più che sufficiente.


Ino si alzò sulle punte dei piedi sporgendo il naso verso di lui, e aggrottò le sopracciglia, sospettosa.

- Che fai? Sei diventata un segugio adesso? - domandò Shikamaru divertito, scompigliandole brevemente i capelli con un gesto affettuoso.

- Shikamaru, puzzi di nuovo da morire! Hai … hai per caso fumato? - domandò con tono accusatorio.

Lui esitò un attimo, ritraendo la mano dalla sua nuca e ficcandosi entrambe le mani in tasca, sulla difensiva. No, non lui.

- Ehm. Eddai, Ino. Solo un tiro, che sarà mai - borbottò, grattandosi la testa imbarazzato.
La biondina abbassò lo sguardo, contrariata, assumendo al contempo un broncio semplicemente adorabile.
- Come ti pare. Se vuoi bruciarti i polmoni, fa pure. Non sono affari miei -

- Ehi. Mi dispiace, d’accordo? Cosa devo fare? Mettermi in ginocchio?

- Non sarebbe una cattiva idea … - sussurrò Ino, mordendosi l’interno delle guance per impedire alle labbra di curvarsi verso l’alto. Era più forte di lei. Non ci riusciva a tenergli il muso troppo a lungo. Shikamaru sbuffò divertito, scompigliandole di nuovo i capelli biondi. Stranamente, lei lo lasciò fare.
- Allora, dimmi un po’, cosa hai portato? - domandò lui sporgendosi in avanti con fare curioso. - Ah! Sono tutti vecchi film. Molto romantici. Molto tragici. Sai, prevedo di piangere un sacco - esclamò Ino consegnandogli un sacchetto rigonfio di videocassette e sorpassandolo per entrare in casa.
- Spero tu stia scherzando … - sospirò Shikamaru abbassando lo sguardo sul contenuto del sacchetto. L’espressione dell’amica però sembrava dire tutto il contrario. Shikamaru si richiuse la porta alle spalle, col suo immancabile mendesouke sospirato tra le labbra secche.

Ma stava sorridendo.


Angolino di Sisya
Bene, e questo era il decimo capitolo, tutto per voi, tutto dedicato a Ino e Shikamaru.
Lo dedico a tutti coloro che mi hanno seguita fino a qui, e che magari si sono appassionati a questa storia.
Con costoro mi scuso anche per il ritardo di aggiornamento, perché tra un impegno e l’altro il tempo non è davvero mai abbastanza. Non riesco nemmeno a rispondere alle vostre recensioni, accidentaccio. Ma vi ringrazio tutti, dal primo all’ultimo, dal profondo del cuore, per avermi supportata *O* Vi adoro
!! Sono tanto, tanto dispiaciuta per il ritardo, davvero.


  
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