FINITA
Probabilmente
avrei dovuto chiedere l’aiuto degli altri
e aspettarli, ma io non ne potevo più: dovevo fare qualcosa
per porre fine a
quell’incubo che mi aveva avvolta. Credevo che se ne fosse
andato, che la mia
vita sarebbe andata avanti. Avevo persino iniziato a sperare che,
insieme a
Percy, potessi crearmene una nuova, diversa e tutta mia. Invece mi era
stata di
nuovo strappata da quel mostro di Luke.
Ora
basta!
Decisi
di seguire il mio intuito per capire dove si
trovasse quell’animale. Ero certa che l’avrei
trovato e con lui Piper. L’avrei
salvata, tirata fuori dal buco in cui era stata rinchiusa.
Il
porto era immenso, poco illuminato e con container
metallici e magazzini ovunque. Sembrava deserto, ma sapevo che, da
qualche
parte, Luke teneva Piper prigioniera. Non avevo molte informazioni, ma
cercai
di intuire dove si trovasse.
Sicuramente
era in un luogo abitato, dato che ricordavo
che era venuto a prendermi di notte, quindi dovevo cercare un magazzino
illuminato. E doveva essere un posto abbastanza grande da contenere una
macchina, dato che ero abbastanza sicura di essere stata imprigionata
in un
garage.
Camminai
a lungo, girando per tutto il porto,
nascondendomi appena sentivo una voce. Nonostante fossero le tre di
notte non
avevo per niente sonno, l’unico mio desiderio era prendere a
calci quel
criminale di Luke. Spesso controllavo l’orologio per sapere
quanto tempo fosse
passato. Sapevo che, forse, sarebbe stato meglio chiamare gli altri, ma
ne
avevo abbastanza di aspettare: volevo agire.
Continuai
a cercare finché un bagliore non mi attirò:
un magazzino aveva una luce accesa da una delle finestre posteriori.
Ormai
ero decisa a controllare ogni centimetro del
porto e, forse, quel piccolo colpo di fortuna sarebbe servito.
La
fortuna mi dovette aiutare perché beccai il posto
giusto: all’interno c’erano sei o sette persone che
se la ridevano come degli
idioti. Solo Luke sembrava quello meno divertito di tutto. Il viso era
ricoperto di sangue secco, pieno di graffi e furioso. A quanto pare non
era
molto felice di essere stato messo all’angolo da Percy.
Non
persi tempo a decifrare quello che dicevano quel
groppo di gangster e mi arrampicai sul tetto del magazzino ed iniziai a
guardare dalle finestrelle per trovare Piper.
Appena
la vidi riconobbi il luogo dov’era rinchiusa:
era lo stesso dove mi avevano messa e subito i ricordi mi invasero in
modo
violento.
L’odore
pesante di benzina…
La
sensazione di soffocamento…
La
paura…
Scossi
la testa e mi decisi a rimandare i convenevoli
con il mio passato. Mi calai attenta di sotto, cercando di non far
rumore,
approfittando di una specie di cavo che non avevo notato e che
penzolava fino
quasi al pavimento.
Toccai
terra facendo pianissimo, assicurandomi che intorno
non ci fossero cose tipo telecamere o trappole per fermare chi fosse
entrato,
ma non vidi nulla.
“Piper…”
Bisbigliai, cercando di attirare la sua attenzione.
Non
muovendosi mi avvicinai ancora, ma la vista del suo
corpo mi fece piangere. I piedi erano tenuti legati da del nastro
adesivo, come
la bocca che emetteva solo qualche rantolio o lamento. Le mani erano
ammanettate
molto strette e sembrava che Luke si fosse divertito a stringerle fino
a
provocarle ferite profonde. Il corpo era coperto di sangue e ferite
varie, come
se fosse stata picchiata. I vestiti erano strappati lasciando
l’intimo bianco
in bella vista.
“Piper…”
Dissi di nuovo, con voce rotta, questa volta
mi avvicinai e le accarezzai il viso.
Lei
gemette di paura e provò a divincolarsi, ma appena
mi riconobbe si bloccò e si voltò verso di me. Mi
guardò, quasi non ci
credesse. Aveva gli occhi rossi per il pianto e la guancia era coperta
da un
livido violaceo.
“Piper…
stai tranquilla, ti tirerò fuori di qui.” La
rassicurai, abbracciandola e togliendole, delicatamente, il nastro
adesivo.
Lei
crollò tra le mia braccia, iniziando a piangere
disperata sulla mia spalla. Quante torture aveva subito per essere
ridotta
così?
“Annie…
ti prego, andiamocene.” Mi implorò,
rannicchiandosi come una bambina.
“Ssssh…
ora ce ne andiamo e chiamiamo la polizia. Non
ti faranno più del male, te lo prometto.”
Sussurrai, aiutandola ad alzarsi.
Le
tremavano le gambe e non potendo liberarle le mani,
ebbe parecchie difficoltà a stare in piedi, ma
l’idea di essere libera la
sostenne. Nonostante fosse ferita doveva essersi difesa e mi
sembrò che Luke si
fosse limitato a divertirsi, senza
abusare di lei. Il che mi fece sentire un po’ meglio,
nonostante avessi ancora
una gran voglia di cavargli gli occhi.
“Ve
ne andate già?”
Parli
del diavolo.
Luke
era dietro di noi e sorrideva come se avesse non
si fosse mai divertito così tanto in vita sua. Piper gemette
ed iniziò a
tremare, mentre io lo guardai con odio, posizionandomi davanti a lei
per
proteggerla.
“Sei
venuta a divertirti?” Chiese avvicinandosi a me.
Mi
misi in posizione di difesa, come mi aveva insegnato
Percy e lo guardai con ferocia.
“No,
sono venuta a finire quello che ti ho fatto sta’
sera, come va la faccia?” Chiesi sprezzante, con un ringhio
che voleva essere
minaccioso.
In
effetti Luke sembrò esitare e si toccò le ferite
sul
viso, da poco rimarginate.
“Come
va’ la faccia? Scommetto che sei stato bravo a
scappare.” Rincarai, sperando di farlo arrabbiare, in modo da
sfruttare la
situazione a mio vantaggio.
Lui
ci cascò.
“Sta
zitta, stronza!” Urlò, cercando di tirarmi un
pugno che evitai abbassandomi.
In
risposta gli tirai un calcio nella bocca dello
stomaco che lo piegò in due dal dolore. Un pugno alla gola
lo mandò a terra,
mentre rantolava sorpreso e ferito, sia nel corpo che
nell’orgoglio.
“Luke…
luke che succede!?”
Dannazione,
i suoi compagni stavano venendo a vedere
cosa stesse succedendo. Colpii di nuovo Luke e lo mandai
definitivamente a
terra. Gli frugai velocemente nelle tasche e trovai le chiavi delle
manette. Mi
avvicinai a Piper che si era attaccata al muro spaventata e la liberai.
“Pips…
devi andartene. Corre sul tetto e chiama la
polizia, io proverò a trattenerli per quanto mi è
possibile.” Sussurrai,
abbracciandola e lei fece altrettanto.
“Annie,
no… ti prego, non… ho paura, ma ti devo la
vita. Vai prima tu.” Singhiozzò lei, con le
lacrime che gli rigavano il volto.
Nonostante quello che le avevano subito, era disposta a rischiare, pur
di
mettermi in salvo.
“Non
ti lascio in mano di quelli vai e…”
Non
ebbi il tempo di finire perché sentii come un botto
incredibile e riconobbi la voce di Leo.
“Bravo
Festus!”
“Smettila
di chiamare il tuo furgone da lavoro “Festus”!
Che razza di nome è!?” Ed era la voce di Talia che
rispondeva a tono. A quanto
pare era scoppiata una rissa.
“Significa
felice in latino ed è un nome bellissimo per
un furgone!” Ribatté lui, con il tono di chi sta
cercando di tirare qualcosa in
testa a qualcuno.
“Smettetela
voi due! Dobbiamo trovare Annabeth!”
Non
potevo crederci: era Percy!
“Andiamo,
presto!” Dissi a Piper, per incoraggiarla,
dirigendomi verso la serranda che ci separava dai miei amici.
Stavo
per aprirla, quando sentii le mani di Luke
stringersi intorno al mio collo, cercando di soffocarmi.
“Muori,
maledetta… mi sei costata troppo.”
Ringhiò stringendo
le mani sulla mia gola, mentre lucine gialle mi danzavano davanti agli
occhi.
Cercai
di liberarmi, ma questa volta lui sembrò
preparato e non mi lasciò molto spazio per divincolarmi,
stringendo ancora più
forte la mano sulla mia gola. Piper tentò di aggredirlo, ma
lui le tirò uno schiaffò
così forte che lei cadde stordita a terra.
“un
peccato doverti ammazzare, ma credo sia meglio per
tutti.” Ringhiò, mentre stringeva sempre
più forte. Tentai di dimenarmi o
liberarmi, ma lui, per forza, mi era superiore.
La
vista iniziò ad annebbiarsi, ma non mi arresi. Dovevo
resistere. Poi, però, tutto cambiò drasticamente:
la pressione sul mio collo
cessò all’improvviso ed io mi ritrovai a tossire
ed ansimare per la mancanza d’ossigeno.
“Certo
che, anche ogni tanto dovresti aspettare gli
altri, sai?”
Alzai
lo sguardo e mi ritrovai a fissare il mio
riflesso dei verdi occhi di Percy che mi guardavano preoccupati,
nonostante il
suo sorriso sghembo. In mano teneva una spranga di metallo e a terra,
Luke era
svenuto.
“Percy…
che fai qui? Sei ferito!” Esclamai,
abbracciandola, felice come non lo ero mai stata in vita mia.
Accanto
a noi Piper e Jason si stavano abbracciando con
la stessa intensità. Lei si accasciò tra le sue
braccia e lui la strinse come
se dovesse affondare se l’avesse lasciata.
“Piper…
mi dispiace. Se ci fossi stato… non ti
avrebbero fatto del male.” Disse il biondo, prendendola in
braccio.
“Non
dire nulla, Jas. Almeno sei arrivato.” Sussurrò
lei, stringendolo a se, affondando il viso nella maglietta di lui,
sospirando.
Sorrisi,
mentre Percy ed io uscivamo nella zona
principale del magazzino. La maggior parte dei criminali era stata
messa K.O.,
mentre tutti gli altri si davano una mano. C’era
l’intera banda: Leo, che
sorrideva, mentre controllava il suo furgone nero con il motivo della
fiamma
sulle fiancate. Talia e Nico erano in disparte. Lui la stava aiutando a
fasciarsi il polso che lei doveva essersi ferita nella rissa e lei gli
sorrideva, facendolo arrossire. Backandorf aiutava Leo nella
riparazione,
Rachel e Grover controllavano che fossero tutti stesi, Reyna stava
parlando con
Zoe e Bianca che tenevano i loro archi sportivi a tracollo. A quanto
pare li
avevano utilizzati contro qui tipacci.
“Come
avete fatto a trovarmi?” Chiesi sorpresa e
felice, mentre mi stringevo a Percy, mortalmente stanca.
“Ringrazia
Nico: è stato lui a seguirti e a chiamarci
per dirci dov’eri andata.” Iniziò Percy,
indicando l’amico che si era un po’
perso negli occhi di Talia che lo stava tenendo per mano.
“Già…
quando ci ha chiamati Percy è andato fuori di
testa e ci ha seguito, nonostante i medici gli avessero detto di non
fare
movimenti bruschi. Alla fine ci ha seguiti ed è voluto
venire a tutti i costi.”
Aggiunse Beckendorf, lanciandoci un occhiata molto eloquente.
“Già…
Leo ha guidato questo catorcio…”
“Ehi!
Festus non è un catorcio! Ha il cuore di una
ferrari!” Protestò il ragazzo, imbronciato.
“Scusa
Festus, fino al porto e quando Nico ci ha detto
che eri entrata, abbiamo capito che era il covo di questi criminali.
Così
abbiamo usato il catorc… ehm… festus, come
ariete. Li abbiamo colti di sorpresa
e li abbiamo stesi tutti prima che potessero mettere mano alle
armi.” Concluse
Talia, affacciandosi da dietro Nico, ancora imbambolato.
“Ragazzi,
avete rischiato tantissimo, questi tipi non
sono dei semplici teppisti erano armati, avrebbero potuto
uccidervi!” Protesta,
per poi essere interrotta da Percy che mi abbracciò forte,
nonostante la ferita
appena medicata.
“Annabeth…
per te io affronterei un esercito. Così come
Jason farebbe per Piper.”
Mi
strinsi a lui, sollevata da quel contatto. Credevo
di essere sul punto di baciarlo, ma Leo fischiò e
ridacchiò: “Prendetevi una
camera!”
Arrossimmo
entrambi e ci staccammo, mentre gli altri
ridevano.
La
polizia arrivò circa cinque minuti dopo, con
ambulanza e forze speciali a sirene spiegate, manco dovessero
annunciarsi in
pompa magna. Gioven Grace in persona si era fatto avanti, quando aveva
saputo
che entrambi i figli erano sul posto.
I
medici curarono me, Piper, Percy e Talia. Piper era
messa davvero male e gli fu consigliato di rimanere a riposo per almeno
tre o
quattro giorni per riprendersi dallo shock del rapimento, mentre noi
altri non
avevamo nemmeno bisogno di riposo.
Fummo
tutti interrogati e tutti i criminali furono
arrestati, compreso Luke che però, paradossalmente, aveva
preso una legnata
così forte che aveva perso la memoria. Gli augurai di morire
dietro le sbarre.
Forse era crudele, ma dopo tutto quello che aveva fatto se lo meritava.
Nel
loro covo scoprimmo che non eravamo state le uniche
ad essere rapite: Sonorc e la sua banda aveva rapito altri cinque
ragazzi di
ricca famiglia, pretendendo dalle loro famiglia riscatti molto alti.
Dopodiché
li uccidevano e minacciavano le famiglie di
ritorsioni se avessero parlato. Nessuno fermava Luke, il più
efficiente della
banda e lo lasciavano divertire con
l’ostaggio
se voleva, sapendo che, tanto, l’avrebbero fatto fuori.
Fui
avvolta da una grande tristezza e dispiacere per
quelle cinque vite che non ero riuscita a salvare e piansi per loro,
come non
credevo avessi potuto fare. Io ero stata terribilmente fortunata.
Probabilmente
sarei svenuta durante l’interrogatorio se Percy non mi fosse
stato accanto.
Alla
fine, in una borsa all’interno del magazzino,
trovarono uno zaino nero con dentro dei documenti: erano i miei.
Il
mio nome era davvero Annabeth Chase.
E
ricordai tutto.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
[Angolo
Autore]
Gente,
ci siamo, il prossimo capitolo sarà l’ultimo di
questa serie,
finalmente hanno messo K.O. definitivamente quel bastardo di Luke che
finirà in
carcere per tutti i suoi crimini, insieme ai suoi compagni.
Annabeth
ha recuperato finalmente, la memoria e i cattivonissimi
sono stati messi K.O.
Quindi,
ringrazio tutti per aver seguito questa storia e spero che
vi sia piaciuto. Tra sta’ sera e domani, arriverà
l’ultimo capitolo e la mia
prossima storia AU Percabeth postapocalittica che spero, vorrete vedere
anche
voi. (La nuova AU è questa http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2473374&i=1 spero veniate a darci un'occhiata per vederla e recensirla. Non mettetela subito in croce)
Quindi
a presto!
AxXx