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Autore: AxXx    22/02/2014    9 recensioni
Salve, popolo di EFP e amanti della Percabeth in particolare. Questa storia parla di un mondo senza genitori divini, Dei o mostri vari a cui dare peso.
Annabeth è una ragazza ricca che desidera diventare architetto, ma un giorno la sua vita cambia radicalmente e lei si ritrova isolata dal mondo, senza memoria e senza nulla che glielo faccia ricordare. Solo una persona la aiuta: un ragazzo di nome Percy Jackson.
Il passato, però, torna sempre a tormentarci e lei lo scoprirà nel modo peggiore.
[Percabeth]
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Luke Castellan, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                          FINITA

 

 

 

 

 

 

Probabilmente avrei dovuto chiedere l’aiuto degli altri e aspettarli, ma io non ne potevo più: dovevo fare qualcosa per porre fine a quell’incubo che mi aveva avvolta. Credevo che se ne fosse andato, che la mia vita sarebbe andata avanti. Avevo persino iniziato a sperare che, insieme a Percy, potessi crearmene una nuova, diversa e tutta mia. Invece mi era stata di nuovo strappata da quel mostro di Luke.

Ora basta!

Decisi di seguire il mio intuito per capire dove si trovasse quell’animale. Ero certa che l’avrei trovato e con lui Piper. L’avrei salvata, tirata fuori dal buco in cui era stata rinchiusa.

Il porto era immenso, poco illuminato e con container metallici e magazzini ovunque. Sembrava deserto, ma sapevo che, da qualche parte, Luke teneva Piper prigioniera. Non avevo molte informazioni, ma cercai di intuire dove si trovasse.

Sicuramente era in un luogo abitato, dato che ricordavo che era venuto a prendermi di notte, quindi dovevo cercare un magazzino illuminato. E doveva essere un posto abbastanza grande da contenere una macchina, dato che ero abbastanza sicura di essere stata imprigionata in un garage.

Camminai a lungo, girando per tutto il porto, nascondendomi appena sentivo una voce. Nonostante fossero le tre di notte non avevo per niente sonno, l’unico mio desiderio era prendere a calci quel criminale di Luke. Spesso controllavo l’orologio per sapere quanto tempo fosse passato. Sapevo che, forse, sarebbe stato meglio chiamare gli altri, ma ne avevo abbastanza di aspettare: volevo agire.

Continuai a cercare finché un bagliore non mi attirò: un magazzino aveva una luce accesa da una delle finestre posteriori.

Ormai ero decisa a controllare ogni centimetro del porto e, forse, quel piccolo colpo di fortuna sarebbe servito.

La fortuna mi dovette aiutare perché beccai il posto giusto: all’interno c’erano sei o sette persone che se la ridevano come degli idioti. Solo Luke sembrava quello meno divertito di tutto. Il viso era ricoperto di sangue secco, pieno di graffi e furioso. A quanto pare non era molto felice di essere stato messo all’angolo da Percy.

Non persi tempo a decifrare quello che dicevano quel groppo di gangster e mi arrampicai sul tetto del magazzino ed iniziai a guardare dalle finestrelle per trovare Piper.

Appena la vidi riconobbi il luogo dov’era rinchiusa: era lo stesso dove mi avevano messa e subito i ricordi mi invasero in modo violento.

L’odore pesante di benzina…

La sensazione di soffocamento…

La paura…

Scossi la testa e mi decisi a rimandare i convenevoli con il mio passato. Mi calai attenta di sotto, cercando di non far rumore, approfittando di una specie di cavo che non avevo notato e che penzolava fino quasi al pavimento.

Toccai terra facendo pianissimo, assicurandomi che intorno non ci fossero cose tipo telecamere o trappole per fermare chi fosse entrato, ma non vidi nulla.

“Piper…” Bisbigliai, cercando di attirare la sua attenzione.

Non muovendosi mi avvicinai ancora, ma la vista del suo corpo mi fece piangere. I piedi erano tenuti legati da del nastro adesivo, come la bocca che emetteva solo qualche rantolio o lamento. Le mani erano ammanettate molto strette e sembrava che Luke si fosse divertito a stringerle fino a provocarle ferite profonde. Il corpo era coperto di sangue e ferite varie, come se fosse stata picchiata. I vestiti erano strappati lasciando l’intimo bianco in bella vista.

“Piper…” Dissi di nuovo, con voce rotta, questa volta mi avvicinai e le accarezzai il viso.

Lei gemette di paura e provò a divincolarsi, ma appena mi riconobbe si bloccò e si voltò verso di me. Mi guardò, quasi non ci credesse. Aveva gli occhi rossi per il pianto e la guancia era coperta da un livido violaceo.

“Piper… stai tranquilla, ti tirerò fuori di qui.” La rassicurai, abbracciandola e togliendole, delicatamente, il nastro adesivo.

Lei crollò tra le mia braccia, iniziando a piangere disperata sulla mia spalla. Quante torture aveva subito per essere ridotta così?

“Annie… ti prego, andiamocene.” Mi implorò, rannicchiandosi come una bambina.

“Ssssh… ora ce ne andiamo e chiamiamo la polizia. Non ti faranno più del male, te lo prometto.” Sussurrai, aiutandola ad alzarsi.

Le tremavano le gambe e non potendo liberarle le mani, ebbe parecchie difficoltà a stare in piedi, ma l’idea di essere libera la sostenne. Nonostante fosse ferita doveva essersi difesa e mi sembrò che Luke si fosse limitato a divertirsi, senza abusare di lei. Il che mi fece sentire un po’ meglio, nonostante avessi ancora una gran voglia di cavargli gli occhi.

“Ve ne andate già?”

Parli del diavolo.

Luke era dietro di noi e sorrideva come se avesse non si fosse mai divertito così tanto in vita sua. Piper gemette ed iniziò a tremare, mentre io lo guardai con odio, posizionandomi davanti a lei per proteggerla.

“Sei venuta a divertirti?” Chiese avvicinandosi a me.

Mi misi in posizione di difesa, come mi aveva insegnato Percy e lo guardai con ferocia.

“No, sono venuta a finire quello che ti ho fatto sta’ sera, come va la faccia?” Chiesi sprezzante, con un ringhio che voleva essere minaccioso.

In effetti Luke sembrò esitare e si toccò le ferite sul viso, da poco rimarginate.

“Come va’ la faccia? Scommetto che sei stato bravo a scappare.” Rincarai, sperando di farlo arrabbiare, in modo da sfruttare la situazione a mio vantaggio.

Lui ci cascò.

“Sta zitta, stronza!” Urlò, cercando di tirarmi un pugno che evitai abbassandomi.

In risposta gli tirai un calcio nella bocca dello stomaco che lo piegò in due dal dolore. Un pugno alla gola lo mandò a terra, mentre rantolava sorpreso e ferito, sia nel corpo che nell’orgoglio.

“Luke… luke che succede!?”

Dannazione, i suoi compagni stavano venendo a vedere cosa stesse succedendo. Colpii di nuovo Luke e lo mandai definitivamente a terra. Gli frugai velocemente nelle tasche e trovai le chiavi delle manette. Mi avvicinai a Piper che si era attaccata al muro spaventata e la liberai.

“Pips… devi andartene. Corre sul tetto e chiama la polizia, io proverò a trattenerli per quanto mi è possibile.” Sussurrai, abbracciandola e lei fece altrettanto.

“Annie, no… ti prego, non… ho paura, ma ti devo la vita. Vai prima tu.” Singhiozzò lei, con le lacrime che gli rigavano il volto. Nonostante quello che le avevano subito, era disposta a rischiare, pur di mettermi in salvo.

“Non ti lascio in mano di quelli vai e…”

Non ebbi il tempo di finire perché sentii come un botto incredibile e riconobbi la voce di Leo.

“Bravo Festus!”

“Smettila di chiamare il tuo furgone da lavoro “Festus”! Che razza di nome è!?” Ed era la voce di Talia che rispondeva a tono. A quanto pare era scoppiata una rissa.

“Significa felice in latino ed è un nome bellissimo per un furgone!” Ribatté lui, con il tono di chi sta cercando di tirare qualcosa in testa a qualcuno.

“Smettetela voi due! Dobbiamo trovare Annabeth!”

Non potevo crederci: era Percy!

“Andiamo, presto!” Dissi a Piper, per incoraggiarla, dirigendomi verso la serranda che ci separava dai miei amici.

Stavo per aprirla, quando sentii le mani di Luke stringersi intorno al mio collo, cercando di soffocarmi.

“Muori, maledetta… mi sei costata troppo.” Ringhiò stringendo le mani sulla mia gola, mentre lucine gialle mi danzavano davanti agli occhi.

Cercai di liberarmi, ma questa volta lui sembrò preparato e non mi lasciò molto spazio per divincolarmi, stringendo ancora più forte la mano sulla mia gola. Piper tentò di aggredirlo, ma lui le tirò uno schiaffò così forte che lei cadde stordita a terra.

“un peccato doverti ammazzare, ma credo sia meglio per tutti.” Ringhiò, mentre stringeva sempre più forte. Tentai di dimenarmi o liberarmi, ma lui, per forza, mi era superiore.

La vista iniziò ad annebbiarsi, ma non mi arresi. Dovevo resistere. Poi, però, tutto cambiò drasticamente: la pressione sul mio collo cessò all’improvviso ed io mi ritrovai a tossire ed ansimare per la mancanza d’ossigeno.

“Certo che, anche ogni tanto dovresti aspettare gli altri, sai?”

Alzai lo sguardo e mi ritrovai a fissare il mio riflesso dei verdi occhi di Percy che mi guardavano preoccupati, nonostante il suo sorriso sghembo. In mano teneva una spranga di metallo e a terra, Luke era svenuto.

“Percy… che fai qui? Sei ferito!” Esclamai, abbracciandola, felice come non lo ero mai stata in vita mia.

Accanto a noi Piper e Jason si stavano abbracciando con la stessa intensità. Lei si accasciò tra le sue braccia e lui la strinse come se dovesse affondare se l’avesse lasciata.

“Piper… mi dispiace. Se ci fossi stato… non ti avrebbero fatto del male.” Disse il biondo, prendendola in braccio.

“Non dire nulla, Jas. Almeno sei arrivato.” Sussurrò lei, stringendolo a se, affondando il viso nella maglietta di lui, sospirando.

Sorrisi, mentre Percy ed io uscivamo nella zona principale del magazzino. La maggior parte dei criminali era stata messa K.O., mentre tutti gli altri si davano una mano. C’era l’intera banda: Leo, che sorrideva, mentre controllava il suo furgone nero con il motivo della fiamma sulle fiancate. Talia e Nico erano in disparte. Lui la stava aiutando a fasciarsi il polso che lei doveva essersi ferita nella rissa e lei gli sorrideva, facendolo arrossire. Backandorf aiutava Leo nella riparazione, Rachel e Grover controllavano che fossero tutti stesi, Reyna stava parlando con Zoe e Bianca che tenevano i loro archi sportivi a tracollo. A quanto pare li avevano utilizzati contro qui tipacci.

“Come avete fatto a trovarmi?” Chiesi sorpresa e felice, mentre mi stringevo a Percy, mortalmente stanca.

“Ringrazia Nico: è stato lui a seguirti e a chiamarci per dirci dov’eri andata.” Iniziò Percy, indicando l’amico che si era un po’ perso negli occhi di Talia che lo stava tenendo per mano.

“Già… quando ci ha chiamati Percy è andato fuori di testa e ci ha seguito, nonostante i medici gli avessero detto di non fare movimenti bruschi. Alla fine ci ha seguiti ed è voluto venire a tutti i costi.” Aggiunse Beckendorf, lanciandoci un occhiata molto eloquente.

“Già… Leo ha guidato questo catorcio…”

“Ehi! Festus non è un catorcio! Ha il cuore di una ferrari!” Protestò il ragazzo, imbronciato.

“Scusa Festus, fino al porto e quando Nico ci ha detto che eri entrata, abbiamo capito che era il covo di questi criminali. Così abbiamo usato il catorc… ehm… festus, come ariete. Li abbiamo colti di sorpresa e li abbiamo stesi tutti prima che potessero mettere mano alle armi.” Concluse Talia, affacciandosi da dietro Nico, ancora imbambolato.

“Ragazzi, avete rischiato tantissimo, questi tipi non sono dei semplici teppisti erano armati, avrebbero potuto uccidervi!” Protesta, per poi essere interrotta da Percy che mi abbracciò forte, nonostante la ferita appena medicata.

“Annabeth… per te io affronterei un esercito. Così come Jason farebbe per Piper.”

Mi strinsi a lui, sollevata da quel contatto. Credevo di essere sul punto di baciarlo, ma Leo fischiò e ridacchiò: “Prendetevi una camera!”

Arrossimmo entrambi e ci staccammo, mentre gli altri ridevano.

 

 

 

La polizia arrivò circa cinque minuti dopo, con ambulanza e forze speciali a sirene spiegate, manco dovessero annunciarsi in pompa magna. Gioven Grace in persona si era fatto avanti, quando aveva saputo che entrambi i figli erano sul posto.

I medici curarono me, Piper, Percy e Talia. Piper era messa davvero male e gli fu consigliato di rimanere a riposo per almeno tre o quattro giorni per riprendersi dallo shock del rapimento, mentre noi altri non avevamo nemmeno bisogno di riposo.

Fummo tutti interrogati e tutti i criminali furono arrestati, compreso Luke che però, paradossalmente, aveva preso una legnata così forte che aveva perso la memoria. Gli augurai di morire dietro le sbarre. Forse era crudele, ma dopo tutto quello che aveva fatto se lo meritava.

Nel loro covo scoprimmo che non eravamo state le uniche ad essere rapite: Sonorc e la sua banda aveva rapito altri cinque ragazzi di ricca famiglia, pretendendo dalle loro famiglia riscatti molto alti.

Dopodiché li uccidevano e minacciavano le famiglie di ritorsioni se avessero parlato. Nessuno fermava Luke, il più efficiente della banda e lo lasciavano divertire con l’ostaggio se voleva, sapendo che, tanto, l’avrebbero fatto fuori.  

Fui avvolta da una grande tristezza e dispiacere per quelle cinque vite che non ero riuscita a salvare e piansi per loro, come non credevo avessi potuto fare. Io ero stata terribilmente fortunata. Probabilmente sarei svenuta durante l’interrogatorio se Percy non mi fosse stato accanto.

Alla fine, in una borsa all’interno del magazzino, trovarono uno zaino nero con dentro dei documenti: erano i miei.

Il mio nome era davvero Annabeth Chase.

E ricordai tutto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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[Angolo Autore]

Gente, ci siamo, il prossimo capitolo sarà l’ultimo di questa serie, finalmente hanno messo K.O. definitivamente quel bastardo di Luke che finirà in carcere per tutti i suoi crimini, insieme ai suoi compagni.

Annabeth ha recuperato finalmente, la memoria e i cattivonissimi sono stati messi K.O.

Quindi, ringrazio tutti per aver seguito questa storia e spero che vi sia piaciuto. Tra sta’ sera e domani, arriverà l’ultimo capitolo e la mia prossima storia AU Percabeth postapocalittica che spero, vorrete vedere anche voi. (La nuova AU è questa http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2473374&i=1 spero veniate a darci un'occhiata per vederla e recensirla. Non mettetela subito in croce)

Quindi a presto!

AxXx

  
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